Scuola Pensioni: Quota 103, l’Inps fornisce le istruzioni sulla debole risposta del Governo alla Legge Fornero
Posted by fidest press agency su lunedì, 13 marzo 2023
Età anagrafica di almeno 62 anni e anzianità contributiva di almeno 41 anni, anche in caso di contributi cumulati tra diverse gestioni Inps: sono i requisiti, da realizzare entro il 31 dicembre 2023, richiesti dallo Stato per raggiungere la cosiddetta “Quota 103” e lasciare il lavoro anticipatamente. Ieri l’Inps ha pubblicato la circolare con le istruzioni che, sulla base di quanto stabilito con la Legge di bilancio 2023, permettono le modalità attuali, transitorie, per l’uscita anticipata dal lavoro che vanno a sostituire la “Quota 102” dell’anno precedente e la “Quota 100”, posticipando – scrive oggi la stampa specializzata – ancora l’adozione del regime previsto dalla legge Fornero, sempre in previsione di una riforma previdenziale integrale. Potrà usufruire dell’anticipo “Quota 103” solo il personale del comparto scuola ed Afam a tempo indeterminato che presentato domanda specifica entro lo scorso 28 febbraio, con effetto dall’inizio dell’anno scolastico o accademico. Entro la stessa data hanno potuto aderire ad “Opzione donna” (che comporta penalizzazioni anche del 30-40%) solo le lavoratrici della scuola che, sempre come previsto dalla Legge di bilancio 2023 con almeno 60 anni di età (58 con due figli) e 35 anni di contribuzione, però accessibile solo in presenza di requisiti soggettivi ovvero assistenza ex art. 3 comma 3 legge 5 febbraio 1992 n. 104 oppure riduzione della capacità lavorativa con invalidità civile pari o superiore al 74%. Il sindacato Anief reputa queste disposizioni utili ad uscire anticipatamente del lavoro del tutto insoddisfacenti e non certo una risposta efficace al ritorno alla Legge Fornero senza deroghe. Il sindacato ha tutte le ragioni per ritenere che per i dipendenti della scuola, docenti e Ata, deve essere prevista una ‘finestra’ con il riscatto gratuito della formazione universitaria: 40 anni di contributi (massimo 64 anni con 20 anni di contributi), con il massimo contributivo, senza tagli all’assegno pensionistico e tanto di ringraziamento da parte del Presidente della Repubblica con la nomina a Cavaliere del lavoro.
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