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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°165

Archive for 16 marzo 2023

FLASH BCE: +50pb per i falchi e disponibilità a misure sulla liquidità per le colombe

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte. La BCE ha optato per tenere fede all’intenzione manifestata a febbraio, ossia rialzare i tassi di 50 pb, portando il tasso sui depositi al 3%. La Lagarde ha precisato che 3 o 4 membri non hanno supportato la decisione, per necessità di prendere tempo. Allo stesso tempo sono state presentate le nuove stime aggiornate su PIL ed inflazione. Da notare come le stime sull’inflazione siano state sensibilmente riviste al ribasso sia per il 2024 (da 3,4 a 2,9%) sia soprattutto per il 2025 (da 2,3 a 2,1%). La Lagarde ha tenuto a precisare che si tratta di stime effettuate ad inizio marzo sulla base dei dati disponibili fino a metà febbraio. Pertanto, le stime non risentono dei recenti eventi sulle banche regionali US e CS. Nel comunicato la BCE ha esplicitamente fatto riferimento alle tensioni sui mercati finanziari scrivendo: Il Consiglio direttivo segue con attenzione le tensioni in atto sui mercati ed è pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. La Lagarde a tal proposito ha dichiarato che la BCE ha già a diposizione alcune linee speciali da poter riattivare in caso di necessità, opportunamente riviste ed ampliate. Un giornalista ha chiesto se la BCE sia intenzionata ad adottare misure in linea con quelle della Fed, che è arrivata ad accettare collaterale alla pari. A questa domanda la Lagarde ha risposto: “I’m confident in ECB staff creativity” In sintesi possiamo diire che la “Lagarde ha optato per tenere conto delle ragioni dei falchi (rialzo di 50pb) che le ha consentito anche di non trovarsi nella situazione di rinnegare l’intenzione di rialzo di 50pb dichiarata ad inizio febbraio. Alle colombe di fatto ha concesso la cancellazione di impegni per ulteriori rialzi in futuro e soprattutto la disponibilità ad utilizzare nuove misure sul tema liquidità se necessario. L’emersione dei rischi per la stabilità finanziaria emersi a settembre per i fondi pensione UK, poi recentemente per le banche regionali US e poi per CS, evidenziano come le manovre restrittive inizino ad avere effetti collaterali progressivamente rilevanti, rendendo pertanto l’approdo al 3/3,5% un primo livello importante in termine di tasso sui depositi, in attesa di verificare soprattutto quali saranno gli sviluppi in tema di stabilità finanziaria. Di conseguenza, viene confermata l’ipotesi di inversione del trend dei tassi di mercato dopo i rialzi dello scorso anno (soprattutto nel corso del secondo semestre), con il focus che si sposta progressivamente sulla stabilità finanziaria e sulle possibili ripercussioni sul credito erogato all’economia. Quindi di conseguenza sull’ipotesi recessione soprattutto US che potrebbe rappresentare il fattore di contenimento della domanda e quindi dell’inflazione, riducendo la necessità di molti altri rialzi dei tassi in prospettiva da parte di Fed e BCE.

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PGIM Fixed Income: commento al meeting BCE odierno

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income. La decisione odierna della BCE contiene tutti gli elementi chiave delle nostre attese. In primo luogo, si è attenuta al ben noto rialzo di 50 pb per far fronte all’inflazione. Allo stesso tempo, però, l’ultimo annuncio riconosce le recenti turbolenze dei mercati finanziari non suonando dunque stonato. In secondo luogo, non è stata fatta alcuna menzione all’accelerazione dell’andamento del QT oltre il secondo trimestre, che a mio avviso è la decisione giusta. Inoltre, sono state fornite rassicurazioni sugli strumenti di liquidità e sulla supervisione regolamentare e di vigilanza all’interno dell’Area Euro – vale la pena sottolineare fondamentali forti nella regione. In terzo luogo, la dichiarazione contiene un notevole spostamento verso un tono più dovish, sottolineando la dipendenza dai dati e rinunciando a segnalare successivi rialzi dei tassi. Si tratta di un cambiamento importante che apre le porte alla possibilità che questo rialzo sia l’ultimo, almeno per il prossimo futuro. In effetti, un cambiamento nei fondamentali macro potrebbe giustificarlo: in Europa l’erogazione di credito all’economia reale si basa maggiormente sulle banche e quindi, a parità di altre condizioni, le recenti turbolenze si tradurrebbero in condizioni finanziarie più rigide che altrove. Inoltre, secondo l’ultima indagine sui prestiti bancari della BCE, le condizioni finanziarie si stavano già rapidamente irrigidendo e l’economia interna non si sta surriscaldando come quella Oltreoceano.

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Commento post meeting BCE

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Dave Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments. Di tutte le banche centrali che si riuniranno questo mese, la BCE aveva il compito meno invidiabile. Avrebbe dovuto tenere fede all’impegno preso di un rialzo di 50 punti base, continuando la sua tardiva lotta contro l’inflazione di fondo e i rischi di radicamento dei prezzi più alti? Oppure scegliere di adeguarsi a soli 25 punti base o addirittura astenersi, di fronte all’aumento dell’incertezza nei mercati finanziari, innescato alla fine della scorsa settimana dal fallimento della Silicon Valley Bank e accresciuto ieri dal drammatico calo del prezzo delle azioni di Credit Suisse. Mentre la Fed e la Banca d’Inghilterra hanno il “lusso” di una settimana in più per valutare le potenziali ripercussioni negative delle attuali tensioni, la Presidente Lagarde e il comitato della BCE si sono riuniti ieri con i mercati del rischio vacillanti e i mercati monetari che si interrogavano sul futuro percorso dei tassi di riferimento europei. La decisione è stata quella di mantenere i 50 punti base, ma la rotta tracciata in precedenza è stata messa da parte. In futuro, la politica continuerà a essere guidata dai dati in arrivo. È stato riconosciuto l’aumento dell’incertezza e della volatilità dei mercati e le nuove previsioni per l’inflazione complessiva sono state nettamente inferiori, a causa del calo dei prezzi dell’energia. Tuttavia, l’inflazione core rimane la preoccupazione principale e le previsioni riviste sono meno ottimistiche, pur ipotizzando ulteriori rialzi dei tassi da qui in avanti; pertanto, appare necessario continuare a muoversi a ritmo accelerato, almeno per ora. La decisione è stata approvata da un’ampia maggioranza, mentre alcuni hanno suggerito un approccio più cauto in questa fase, fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sugli attuali problemi di stabilità finanziaria. Le prossime settimane potrebbero dimostrare che i pochi cauti avrebbero dovuto forse esprimere la loro opinione in modo più deciso.

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Roma: presentati due libri molisani

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

Sono stati presentati presso la sede della Regione Molise a Roma i libri “Suoni dal Molise. Terra di campane e di zampogne” di Maria Stella Rossi e Gioconda Marinelli e “Un uomo dabbene” di Gioconda Marinelli con la prefazione di Dacia Maraini. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Forche Caudine, lo storico circolo dell’emigrazione molisana, ha visto i saluti iniziali dell’assessore Vincenzo Cotugno, a cui ha fatto seguito l’introduzione del giornalista Giampiero Castellotti che ha ribadito la centralità della cultura nella promozione territoriale. Castellotti ha inoltre sollecitato i vertici regionali a sfruttare con maggiore assiduità le competenze e le istanze della comunità molisana a Roma. L’intervento del manager Vito Gamberale, primo amministratore delegato di Telecom Italia e poi di Autostrade, è stato incentrato sui ricordi della sua infanzia ad Agnone, rievocando, tra l’altro, uno storico incendio del 1950. Il manager ha inoltre evidenziato gli stretti rapporti con la famiglia Marinelli, ricordando le figure di Ettore e Pasquale senior. E proprio il figlio di Ettore, Pasquale Marinelli, ha raccontato i segreti dell’arte campanaria, tra sacrifici e soddisfazioni, emblema da sempre di un’intera regione. Gioconda Marinelli ha quindi letto l’introduzione al suo libro scritta da Dacia Maraini, assente all’evento perché estero. Maria Stella Rossi ha introdotto la seconda parte della serata, illustrando la storia della zampogna, che se in Italia è purtroppo per lo più associata all’attività pastorale, all’estero gode di maggiori onori, ad iniziare dal Regno Unito e dalla Spagna. La chiusura dell’incontro è stata accompagnata dalle note di Giuseppe Spedino Moffa. L’evento è stato moderato da Gabriella Marinelli, altra componente dell’importante famiglia agnonese. Tra i presenti anche Sebastiano Di Rienzo, numero uno dei sarti di Capracotta che operano a Roma e l’ingegner Lucio Sepede, che dopo una vita da imprenditore del settore informatico, ha voluto omaggiare la terra natia avviando una grande realtà agricola e zootecnica nella sua Busso. La serata ha avuto grande eco sulla stampa nazionale, garantendo al Molise visibilità per due eccellenze locali, la produzione di campane e di zampogne.

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Parlamento: Cosa sono e cosa fanno le commissioni d’inchiesta

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

L’apertura dell’inchiesta giudiziaria sulla gestione dei primi giorni dell’emergenza pandemica in Italia ha riportato nel dibattito pubblico il tema del Covid. Sull’onda di queste indagini infatti è stata lanciata la proposta di istituire una apposita commissione parlamentare d’inchiesta. Attualmente sono già stati presentati 3 disegni di legge a questo scopo. Ma di cosa si tratta? Le commissioni d’inchiesta sono regolate dall’articolo 82 della costituzione e possono essere create ad hoc per svolgere indagini e ricerche su materie e argomenti di interesse pubblico, con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. Possono essere di vario tipo: se bicamerali, si compongono sia di deputati che di senatori e devono essere formate per legge. Se monocamerali, per la costituzione basta una deliberazione della camera o del senato.In passato l’istituzione di questi organi è stata molto frequente. Tuttavia con il taglio dei parlamentari è probabile anche una riduzione del numero delle commissioni d’inchiesta, data la significativa mole di lavoro e di tempo che richiedono. Nell’attuale legislatura infatti le commissioni d’inchiesta istituite con legge sono 2 ma nessuna risulta ancora effettivamente operativa. (fonte Openpolis)

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Fisco: Per Meloni sarà una rivoluzione

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

“Ottimo l’intervento di oggi del presidente Meloni sulla delega fiscale, durante il question time alla Camera. Il governo si prepara a varare una riforma del fisco poderosa. Una rivoluzione che prevede la modifica dell’Ires, l’entrata in vigore dal 2024 della global minimum tax, cioè una imposta globale minima per le multinazionali per non compromettere la competitività delle nostre imprese su scala globale. Poi l’Introduzione del ‘più assumi, meno paghi’, ossia una misura che permetterà alle aziende che assumono di pagare meno tasse allo Stato. Tante le novità che coinvolgeranno famiglie, imprese, cittadini. Il nostro obiettivo resta sempre lo stesso: meno tasse, più crescita, più fiducia tra fisco e contribuenti e più equità”. Lo dichiara il senatore Guido Liris, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Bilancio di Palazzo Madama.

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Green deal: PE approva i nuovi obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

Il Parlamento ha approvato martedì in via definitiva la revisione del cosiddetto regolamento sulla condivisione degli sforzi, che stabilisce i livelli vincolanti di riduzioni annuali per le emissioni di gas serra per il trasporto su strada, il riscaldamento degli edifici, l’agricoltura, i piccoli impianti industriali e la gestione dei rifiuti per ciascuno Stato membro dell’UE. Il testo è frutto di un accordo con i governi dell’UE. Tali settori sono responsabili attualmente per circa il 60% di tutte le emissioni dell’Unione. La nuova normativa UE innalza l’obiettivo di riduzione dei gas serra a livello europeo, da raggiungere entro il 2030, dal 30 al 40% rispetto ai livelli del 2005. Per la prima volta, tutti i Paesi dell’UE dovranno ridurre le emissioni di gas serra con obiettivi che variano dal 10 al 50%. Gli obiettivi di riduzione di ciascun Paese membro per il 2030 si basano su PIL pro capite ed efficacia dei costi. Ogni anno, gli Stati membri dovranno inoltre garantire di non superare la propria quota annuale di emissioni di gas serra. La legge mira a conciliare l’esigenza di flessibilità da parte dei Paesi dell’UE per raggiungere i propri obiettivi e la necessità di una transizione giusta e socialmente equa. Per questo motivo, viene limitata la flessibilità prevista dalla normativa precedente, riducendo la quantità di emissioni che gli Stati membri potranno risparmiare da anni precedenti, prendere in prestito da anni futuri e scambiare con altri Stati membri. Per responsabilizzare gli Stati membri, la Commissione, su richiesta del Parlamento, renderà pubbliche le informazioni sulle azioni a livello nazionale in un formato facilmente accessibile. come sopra

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Green deal: approvato nuovo obiettivo UE per pozzi di assorbimento del carbonio

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

Con 479 voti favorevoli, 97 contrari e 43 astensioni, il Parlamento ha approvato martedì in via definitiva la revisione del regolamento sull’uso del suolo, sul cambiamento di uso del suolo e sulla silvicoltura (LULUCF), che mira a valorizzare i pozzi naturali di assorbimento del carbonio, per rendere l’UE il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, e promuovere la biodiversità in linea con il Green Deal europeo. Il testo è frutto di un accordo con i governi dell’UE. Obiettivi a livello europeo e nazionale per potenziare i pozzi di assorbimento del carbonio entro il 2030 Per il 2030, l’obiettivo UE per gli assorbimenti netti di gas serra nel settore LULUCF è fissato a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, con un aumento di circa il 15% rispetto alla normativa in vigore. Questo nuovo obiettivo dovrebbe portare a una riduzione complessiva dei gas serra nell’UE pari al 55-57% rispetto ai livelli del 1990. Per gli assorbimenti e le emissioni nel settore LULUCF, i Paesi dell’UE dovranno rispettare gli obiettivi nazionali vincolanti per il 2030. Questi obiettivi sono basati sui recenti livelli degli assorbimenti e sul potenziale per ulteriori assorbimenti. In base alle norme attuali, che resteranno in vigore fino al 2025, i Paesi dell’UE devono garantire che nel settore LULUCF le emissioni non superino gli assorbimenti. Dal 2026, gli obiettivi annuali vincolanti saranno sostituiti da un bilancio quadriennale per il periodo 2026-2029.Per raggiungere i loro obiettivi, gli Stati membri possono acquistare o cedere i crediti di assorbimento maturati nell’ambito del regolamento LULUCF e del regolamento sulla condivisione degli sforzi, anche questo approvato martedì. È previsto anche un meccanismo che garantisce agli Stati membri di ricevere un risarcimento in caso di catastrofi naturali, come gli incendi boschivi.Il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni e degli assorbimenti saranno migliorati, anche attraverso un maggior uso di dati geografici e telerilevamento. In questo modo si potranno seguire con più precisione i progressi compiuti dai paesi dell’UE verso il conseguimento degli obiettivi.In caso di progressi insufficienti, gli Stati membri saranno obbligati ad adottare misure correttive. È prevista anche una sanzione per le inadempienze: all’obiettivo per il 2030 sarà aggiunto il 108% dei gas serra eccedenti il bilancio previsto per il periodo 2026-2029. Per garantire che l’obiettivo UE sia raggiunto, la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti entro sei mesi dal primo bilancio globale concordato nell’ambito dell’accordo di Parigi. Se necessario, la Commissione darà seguito con altre proposte legislative.

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Data Act: nuove regole per un accesso e utilizzo dei dati più equo

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

Il Parlamento ha adottato la sua posizione negoziale su una proposta di legge che mira a contribuire allo sviluppo di nuovi servizi digitali, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale dove sono necessarie enormi quantità di dati per formare gli algoritmi. Inoltre, la normativa dovrebbe abbassare i prezzi dei servizi post-vendita e delle riparazioni di dispositivi connessi. Il volume di dati generati dalle persone e dalle macchine sta aumentando in modo esponenziale e sta diventando un fattore fondamentale per l’innovazione da parte delle imprese e delle autorità pubbliche (ad esempio la creazione di città intelligenti). Si afferma che questo tipo di dati sia diventato il nuovo petrolio.La normativa sui dati (Data Act, in inglese) stabilisce norme UE sulla condivisione dei dati generati dall’uso di prodotti connessi o servizi affini (ad esempio “l’internet delle cose” e le macchine industriali) al fine di garantire un’equità dei contratti di condivisione dei dati.I deputati hanno approvato misure per consentire agli utenti di accedere ai dati da loro generati, dato che secondo la Commissione l’80% dei dati industriali non viene mai utilizzato. Inoltre, vogliono garantire che gli accordi contrattuali siano al centro delle relazioni tra imprese.Secondo la proposta, le aziende potranno decidere quali dati possono essere condivisi, mentre il produttore potrà scegliere di non rendere disponibili alcuni dati “per scelta”. La normativa dovrebbe inoltre riequilibrare il potere negoziale a favore delle PMI nella redazione dei loro contratti di condivisione di dati, mettendole al riparo da clausole contrattuali inique imposte da aziende in una posizione significativamente più favorevole.Il testo definisce come gli enti pubblici potranno accedere e utilizzare i dati in possesso del settore privato, necessari in circostanze eccezionali o di emergenza quali inondazioni e incendi.Inoltre, i deputati hanno rafforzato le disposizioni per proteggere i segreti commerciali, per evitare che un maggiore accesso ai dati venga utilizzato dai concorrenti per modificare i servizi o i dispositivi, oltre a stabilire condizioni più severe per le richieste di dati da parte delle imprese alle amministrazioni pubbliche.Infine, la normativa sui dati faciliterà il passaggio da un fornitore all’altro di servizi cloud e di altri servizi di elaborazione dati e introdurrà misure di salvaguardia contro il trasferimento illegale di dati a livello internazionale da parte dei servizi cloud.

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Semestre europeo 2023: approvate le priorità economiche e sociali

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

I deputati hanno approvato due risoluzioni di Irene Tinagli (S&D, IT), sul coordinamento delle politiche economiche, e di Estrella Durá Ferrandis (S&D, ES) sulle priorità occupazionali e sociali, che confluiranno ora nella tabella di marcia del 2023 concordata dai leader dell’UE durante il Vertice del 23-24 marzo.I deputati chiedono un’urgente revisione del quadro di bilancio dell’UE, da completare preferibilmente prima della disattivazione della clausola di salvaguardia generale attivata a causa della pandemia da COVID-19.I deputati concordano con le proposte della Commissione fatte a dicembre 2022 e sottolineano che il quadro normativo riveduto dovrebbe garantire ai Paesi UE un margine di manovra sufficiente per adottare misure incisive di risoluzione delle crisi. Tuttavia, chiedono prudenza nell’affidarsi troppo alle analisi della sostenibilità del debito per le regole aggiornate, sostenendo che questo potrebbe pregiudicare la trasparenza e ostacolare la titolarità e la prevedibilità (para 21).Inoltre, il PE invita la Commissione a fare di più per incoraggiare una migliore coordinazione in materia fiscale, affermando che “è un risultato ancora in gran parte casuale che l’aggregazione delle politiche di bilancio nazionali si concretizzi in un orientamento della politica di bilancio della zona euro appropriato e coerente con la politica monetaria unificata” guidata dalla BCE. In una risoluzione separata – adottata con 319 voti favorevoli, 171 contrari e 138 astensioni – i deputati invitano l’UE ad affrontare l’aumento esorbitante del costo della vita con una serie di mirate misure di protezione sociale. In particolare, chiedono di attuare immediatamente la direttiva sui salari minimi, istituire una direttiva per i regimi di reddito minimo, finanziare la garanzia europea per l’infanzia con almeno 20 miliardi di euro, e basarsi sul Fondo sociale per il clima per lo sviluppo di regimi verdi di protezione sociale a livello nazionale. Inoltre, la Commissione e i Paesi UE dovrebbero rafforzare lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE), per dare priorità alla lotta contro la disoccupazione, e provvedere affinché ogni giovane in Europa abbia accesso all’istruzione, alla formazione, ai tirocini retribuiti e al mercato del lavoro. Infine, i deputati chiedono alla Commissione una nuova legislazione che garantisca l’accesso a servizi essenziali di qualità, in particolare per quanto riguarda l’alloggio, l’energia, i trasporti, l’acqua, i servizi igienico-sanitari e un divieto di disconnessione dell’energia per le persone più vulnerabili.

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Case “green”: approvata la posizione del Parlamento europeo

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

L’obiettivo della proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è una sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ristrutturare un più ampio numero di edifici inefficienti sotto il profilo energetico e migliorare la condivisione delle informazioni sul rendimento energetico sono altri obiettivi della proposta.Per i deputati, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026. Tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno inoltre dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.Sempre secondo la posizione del PE, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).Per prendere in considerazione le differenti situazioni di partenza in cui si trovano i parchi immobiliari nazionali, nella classificazione di efficienza energetica, che va dalla lettera A alla G, la classe G dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche (ad esempio sotto forma di lavori di isolamento o rinnovo dell’impianto di riscaldamento) dovranno essere effettuati al momento dell’ingresso di un nuovo inquilino, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell’edificio.I Paesi UE stabiliranno le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione.I deputati vogliono che I piani nazionali di ristrutturazione prevedano regimi di sostegno per facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti. Gli Stati membri dovranno allestire punti di informazione e programmi di ristrutturazione neutri dal punto di vista dei costi. I regimi finanziari dovranno prevedere un premio cospicuo per le cosiddette ristrutturazioni profonde, in particolare nel caso degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati destinati alle famiglie vulnerabili.La nuova normativa non si applica ai monumenti, e i Paesi UE avranno la facoltà di escludere anche edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potranno inoltre estendere le esenzioni anche a edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche.Agli Stati membri sarà consentito, per una percentuale limitata di edifici, di adeguare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.

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Bielorussia: il PE condanna le repressioni sistematiche e chiede più sanzioni

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

Nel Parlamento europeo il PE ha adottato una risoluzione che condanna la continua repressione sistematica del regime bielorusso nei confronti dei propri cittadini e di qualsiasi tipo d’opposizione, anche attraverso processi a porte chiuse e a fondo politico, azioni che sono considerate gravi violazioni dei diritti umani. I deputati denunciano fermamente la detenzione del giornalista Andrzej Poczobut, il premio Nobel per la pace Ales Bialatski e di molte altre persone. Queste condanne mostrano gli sforzi del regime per reprimere tutto il lavoro giornalistico indipendente del Paese e tutto l’impegno civico per la difesa dei diritti umani. I deputati ribadiscono la loro ferma condanna del coinvolgimento della Bielorussia nella guerra della Russia contro l’Ucraina, e chiedono la liberazione e il risarcimento per tutti coloro che sono ingiustamente incarcerati. Inoltre, sono delusi dal fatto che il Paese non sia stato incluso nel recente 10º pacchetto di sanzioni UE contro la Russia, e lo definiscono un regime complice della sponsorizzazione del terrorismo da parte della Russia. I deputati invitano l’UE e i suoi Stati membri ad ampliare ed inasprire le sanzioni dell’UE contro la Bielorussia, e ad includere in tali sanzioni tutte le persone complici nella repressione del regime, compresi giudici, pubblici ministeri, forze dell’ordine, carceri e colonie penali, oltre che a garantire la corretta applicazione delle misure restrittive. Infine, condannano le intense vessazioni e persecuzioni subite dai sindacati bielorussi da parte del regime, oltre che la repressione delle minoranze attraverso la chiusura delle scuole e la distruzione del patrimonio culturale. Nella risoluzione si sottolinea inoltre la necessità di un’indagine approfondita sui crimini commessi dal regime di Lukashenka contro il popolo bielorusso. Al contempo, si invitano i Paesi UE ad applicare attivamente il principio di giurisdizione universale e a preparare i procedimenti giudiziari nei confronti dei funzionari bielorussi. Il testo accoglie con favore l’istituzione della “Missione per una Bielorussia democratica” a Bruxelles e invita le istituzioni dell’UE a sostenere la Missione e le cosiddette “Ambasciate del popolo della Bielorussia”, esortando il PE a formalizzare le relazioni con le forze democratiche bielorusse.

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Fallimento della Silicon Valley Bank: rischio contagio

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

Di Mario Lettieri e Paolo Raimondi. Quando il sistema finanziario è schiacciato dalle bolle causate dai debiti, è da irresponsabili portare le banche sulle montagne russe. Ciò che ha fatto la Federal Reserve ieri e sta facendo oggi. Il risultato più evidente è il fallimento della Silicon Valley Bank (Svb) di Santa Clara in California. Tutti ci auguriamo che non diventi l’inizio di un nuovo collasso finanziario globale come nel 2008. Durante il periodo del tasso d’interesse zero e dei quantitative easing molte imprese, anche quelle zombie, come la Banca dei regolamenti internazionali di Basilea definisce quelle in condizione quasi fallimentari, hanno ottenuto notevoli volumi di nuovi crediti dalle banche, anche di medie dimensioni. Adesso hanno grandi difficoltà nel pagamento del servizio sul debito. A loro volta, le banche hanno convenientemente acquistato grandi quantità di titoli di Stato, in particolare Treasury bond della durata di 10 anni, che pur con un rendimento modesto, rappresentavano una garanzia di stabilità, senza rischi e un interessante profitto rispetto allo zero assoluto. Il repentino e continuo aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed, combinato con gli annunci di nuovi rialzi dei tassi per lunghi periodi futuri, sta stravolgendo i meccanismi finanziari. Per esempio, le obbligazioni del Tesoro a scadenza 1 e 2 anni offrono adesso interessi maggiori di quelle della durata di 10 anni emesse in passato. Una cosa irragionevole e destabilizzante. Il problema è sistemico, poiché il settore bancario ha in pancia una montagna di asset a basso rendimento, e sta peggiorando con l’aumento del tasso d’interesse della Fed. La Svb è la banca in cui la maggior parte dei clienti sono società tecnologiche start up che depositano i prestiti ottenuti dal cosiddetto venture capital, cioè quei gruppi che finanziano i loro lavori in cambio di un ritorno futuro, quando i risultati e le nuove tecnologie saranno realizzati. I loro investimenti sono delle scommesse. L’aumento dei tassi d’interesse ha, tra l’altro, ridotto i flussi finanziari da parte del venture capital. Di conseguenza le start up hanno usato sempre più i loro depositi presso la Svb. Quest’ultima, già sotto pressione, ha aumentato notevolmente la vendita dei titoli in perdita. Caso emblematico è quello delle obbligazioni decennali che rendono meno di quelle annuali.Quando la Svb ha annunciato l’intenzione di mettere sul mercato 2,25 miliardi di dollari in nuove azioni per sostenere il proprio bilancio, la “bomba” è esplosa, provocando una corsa agli sportelli, sia in forma telematica sia fisica. Per evitare il panico, la Federal Deposit Insurance Corporation (/Fdic), l’agenzia governativa indipendente che assicura i depositi bancari e sovrintende alle istituzioni finanziarie, è subito intervenuta garantendo i depositi fino a 250.000 dollari e altre misure di sostegno per le parti non assicurate. La Svb non è una too big to fail ma nemmeno una “banchetta”. E’ la 16sima del sistema bancario americano. Ha un patrimonio pari a 212 miliardi di dollari. Si tratta del secondo più grande fallimento bancario nella storia degli Usa, dopo la bancarotta della Washington Mutual, con asset pari a 318 miliardi, avvenuto nel settembre 2008, all’inizio della grande crisi finanziaria. E’ da tener presente che questo default non avviene in un mare calmo ma nelle tempeste provocate anche dal collasso del mercato delle cripto valute. Infatti, un’altra banca, la Signature Bank di New York, che conta molti depositi in cripto valute, e un patrimonio di 110 miliardi di dollari, è fallita dopo aver subito un crollo nel valore delle sue azioni e delle sue obbligazioni. Si tratta della terza bancarotta bancaria più grande nella storia americana. All’inizio di marzo anche la Silvergate Capital Corp., una piccola banca di San Diego legatissima alle cripto valute e con un patrimonio di 14 miliardi di dollari, è fallita. Le decisioni della Fed stanno spingendo i mercati a muoversi nel breve e nel brevissimo periodo. Ciò rende il sistema instabile, imprevedibile e ad alto rischio. Le parole che circolano con timore sono “rischio di contagio” e “effetto domino”. Infatti, la fibrillazione provocata dalle azioni Svb in caduta libera, è stata grande, tanto che altri titoli bancari sono stati sospesi per evitare una slavina. L’andamento dei tassi d’interesse sarà la spada di Damocle sui mercati e sul sistema finanziario e bancario internazionale. D’altra parte, non è un caso che i derivati finanziari over the counter siano concentrati per l’80% del loro valore nozionale totale (630 000 miliardi di dollari) sui tassi d’interesse. Per fortuna c’è Janet Yellen, segretario al Tesoro Usa, che ha espresso fiducia nella resilienza del settore bancario americano. La cosa, però, rassicura solo chi ci vuole credere. Nel frattempo la Fed ha iniziato un programma di crediti di emergenza alle banche in difficoltà, come la First Republic Bank, per evitare che vendano i Treasury bond in loro possesso e che abbiano dei fondi extra per far fronte a eventuali ritiri dei depositi da parte dei clienti. Di Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista

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T. Rowe Price: i motivi per cui il value può adattarsi a uno scenario in continua evoluzione

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Sebastien Mallet, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global Value Equity, T. Rowe Price, I mercati hanno iniziato il 2023 con forza, dato che alcuni dei venti contrari che hanno dominato i mercati nel 2022 hanno iniziato a dissiparsi. La Cina ha riaperto l’economia più rapidamente del previsto, il clima caldo nell’Eurozona ha attenuato le preoccupazioni per la scarsità di gas naturale e i recenti dati degli Stati Uniti hanno indicato una crescita continua, un’inflazione più moderata e un rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi della Fed. L’insieme di questi fattori ha fatto sì che il consenso di mercato abbia abbassato la probabilità di una recessione globale sincronizzata nel 2023. Detto questo, sebbene le prospettive siano migliorate rispetto all’anno scorso, è probabile che i mercati azionari continuino ad essere volatili, in quanto reagiscono ai diversi dati macroeconomici e agli utili. Tuttavia, poiché il value offre una combinazione di caratteristiche difensive e cicliche, riteniamo che questo stile sia ben posizionato per affrontare i mutevoli scenari di mercato.Lo scenario per il value rimane favorevole, con fattori di supporto sia a breve che a lungo termine. Le valutazioni rimangono relativamente interessanti rispetto ai titoli growth, anche dopo la sovraperformance del 2022. Tuttavia, stiamo assistendo a un insieme di opportunità value più contenute rispetto alle abbondanti opportunità che abbiamo trovato in passato. È inoltre probabile che si verifichi il rischio di un ampio declassamento degli utili, dato che i margini sono messi sotto pressione dall’inflazione e dalla bassa crescita. I mercati azionari potrebbero tornare a considerare gli utili come il principale motore dei rendimenti azionari. Le società che offrono una buona tenuta degli utili e che sono in grado di attivarsi per proteggere i rendimenti degli azionisti saranno probabilmente premiate. Poiché il value offre una buona rappresentanza sia ai settori difensivi, come i servizi di pubblica utilità e altri settori tradizionali con un forte potere di determinazione dei prezzi, sia a quelli sensibili dal punto di vista economico, come gli industriali, riteniamo che gli investitori abbiano meno probabilità di essere lasciati indietro se i mercati si muovessero in una determinata direzione. Siamo un po’ più ottimisti sul quadro economico generale. I dati stanno reggendo bene e i primi timori di una prolungata recessione globale si stanno allontanando. Alcuni Paesi potrebbero addirittura evitare del tutto la recessione. Di conseguenza, ci siamo orientati verso le aree più cicliche del mercato e abbiamo continuato a posizionarci in settori come energia e materiali. Il ciclo del settore energetico potrebbe essere sostenuto più a lungo, soprattutto se le preoccupazioni geopolitiche rimanessero significative. Un potenziale vento di coda potrebbe emergere anche dall’improvvisa riapertura della Cina dopo una prolungata politica di Zero-COVID, insieme al sostegno del governo per aiutare a far ripartire la sua economia. Inoltre, di recente abbiamo iniziato a riconsiderare i semiconduttori, che lo scorso anno hanno subito un forte calo. Riteniamo che il settore potrebbe registrare una svolta nei prossimi 12-18 mesi. Altri settori ciclici che potrebbero trarre vantaggio da un ulteriore allentamento delle pressioni recessive sono gli industriali e i beni di consumo discrezionali, dove i costruttori edili del Regno Unito appaiono, a nostro avviso, più interessanti. In conclusione, il settore finanziario, i servizi di pubblica utilità e l’assistenza sanitaria restano tra i settori che favoriamo, mentre abbiamo un’esposizione limitata alla tecnologia e ai beni di consumo discrezionali. Abbiamo anche aggiunto esposizione alle banche europee e giapponesi, dato il potenziale beneficio di cui godranno dall’aumento dei tassi e il minor rischio di recessione.

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GAM: Come cambia la politica monetaria della Fed con il fallimento della SV Bank

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR. Nell’Eurozona l’inflazione scende con lentezza mentre sorprende l’inflazione “core”, in febbraio ha accelerato a 5,6%. L’inflazione si fa “appiccicosa” anche da noi e corrobora l’idea di una Banca Centrale Europea che nella prossima riunione aumenterà i tassi nella misura di cinquanta punti base.Negli Stati Uniti le carte sono rimescolate dal dato sul lavoro. Le aspettative erano di un incremento mensile di 225.000, i nuovi occupati non agricoli sono stati oltre 311.000. Aumentano i posti di lavoro, aumentano (meno del previsto) le retribuzioni orarie medie, mancano 3,5 milioni di lavoratori rispetto alle proiezioni pre-Covid19, segnali di un’attività economica lontana dal raffreddamento, l’inflazione è ancora pericolosa.Il mercato del lavoro resta forte ma l’economia americana dà segni di rallentamento, è calato il Pil reale del quarto trimestre del 2022, 2,7% rispetto al 3,2% del trimestre precedente (tasso annuo), il settore manifatturiero ha messo in fila quattro mesi consecutivi dell’indice ISM sotto il valore di 50. Un’altra sfumatura di grigio è la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan: dopo una costante diminuzione nel 2022, ha ripreso a salire nel febbraio 2023, è al livello più alto da oltre un anno ma i valori sono ancora prossimi a quelli del 2008 e 2009.La “carta matta” che potrebbe cambiare il gioco è il crollo della Silicon Valley Bank, le autorità federali ne hanno chiuso l’attività venerdì e nuove decisioni sono attese lunedì mattina. Una banca tra le più attive nella regione e nel settore più avanzati del pianeta è stata travolta dalla più antica delle maledizioni bancarie, la corsa agli sportelli. Al di là dei dettagli, la domanda nella testa di tutti riguarda le possibili conseguenze sistemiche.La banca ha avuto un ruolo centrale nel supporto finanziario alla crescita delle aziende della Silicon Valley, alle giovani start-up come alle blasonate società degli acronimi. Il più grande fallimento bancario americano dal 2008 travolge un istituto presente nella metà delle start-up tecnologiche dell’area, un esperto del settore lancia l’allarme, le start-up della Silicon Valley potrebbero trovarsi di fronte a un “evento di livello estintivo”.Il rischio del contagio sistemico, per quanto si possa presumere con le informazioni disponibili, non sembra probabile. Dal 2008 il sistema di regole, gli standard regolamentari e la robustezza patrimoniale del sistema finanziario sono molto migliori. Lo spread FRA-OIS a tre mesi (Forward Rate Agreement-Overnight Index Swap, affidabile indicatore delle tensioni sui finanziamenti interbancari) si è ampliato venerdì ma non segnala una situazione anomala.La Silicon Valley Bank si è trovata al crocevia di tre diverse alterazioni di stato: le svalutazioni del portafoglio obbligazionario che ha innestato la corsa agli sportelli, le difficoltà delle aziende tecnologiche, le criptovalute. I mercati hanno reagito al dato sul lavoro e alla vicenda della banca californiana con vistosi cali, gli operatori hanno rivalutato l’intensità della stretta monetaria, le difficoltà del sistema bancario potrebbero incrinare la determinazione della Fed, intrappolata tra due obiettivi divergenti, la tutela della stabilità finanziaria e la lotta all’inflazione.Per gli investitori le dinamiche dei tassi restano la bussola delle scelte allocative, se non scenderanno l’attrazione relativa delle attività rischiose resterà indietro rispetto alle obbligazioni.Le carte sul tavolo sono scompaginate, al netto della vicenda SVB restano cruciali l’andamento del mercato del lavoro e dell’inflazione, sulla quale le previsioni sono sempre azzardate. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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Avvio d’anno all’insegna dei bond, ma con approccio selettivo

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Paolo Paschetta, Country Head di Pictet Asset Management. Il ritorno dell’inflazione a livelli che non si vedevano da 40 anni e la terapia d’urto delle banche centrali, costrette nel 2022 ad avviare una severissima politica restrittiva, hanno scardinato molti punti di riferimento ormai consolidati sui mercati finanziari. Le perdite a doppia cifra subite non solo sulla componente azionaria dei portafogli, ma anche nel reddito fisso più conservativo (i governativi, ad esempio, ritenuti, erroneamente, privi di rischi) hanno disorientato gli investitori. Anche rifugiarsi nella liquidità non è stata una soluzione: i risparmi parcheggiati sul conto hanno infatti subito i violenti effetti di erosione del potere d’acquisto a causa di un’inflazione strutturalmente più elevata rispetto ai valori osservati negli ultimi 20 anni. La buona notizia è che il severo ciclo di rialzi dei tassi d’interesse in essere ha creato le condizioni per tornare a investire con una nuova ottica nel mercato del credito. Oggi, in particolare, si possono trovare opportunità interessanti nel perimetro delle obbligazioni a breve termine (1-3 anni), meno sensibili ai movimenti sui tassi e che hanno scontato più bruscamente il cambio di direzione delle politiche monetarie. A dicembre 2020, l’ammontare di obbligazioni in circolazione con un rendimento negativo superava i 18mila miliardi di dollari su scala globale, quasi il 30% del totale[1]. Uno scenario anomalo, prodotto da anni di politiche monetarie ultra-espansive che ha compromesso la possibilità di ottenere un ritorno positivo sulla componente a reddito fisso di migliore qualità, spingendo gli investitori verso soluzioni più complesse, rischiose ed esotiche. Vale la pena ricordare che la Banca centrale europea non ha ancora completato la sua stretta monetaria, ragion per cui i titoli più “lunghi”, quelli cioè con una durata finanziaria più estesa, sono più sensibili a ulteriori rialzi dei tassi d’interesse. La scelta di privilegiare l’universo europeo, d’altra parte, consente di neutralizzare il rischio cambio: se è vero che nel 2022 il dollaro si è rafforzato in modo importante, guadagnando oltre 8 punti percentuali sulle principali valute, a partire da novembre, è iniziata un’inversione di tendenza, che ha portato l’euro a recuperare terreno. Se nel corso dell’anno il biglietto verde dovesse perdere ulteriore terreno rispetto all’euro, il deprezzamento della valuta, in assenza di una copertura dal rischio cambio, finirebbe per trasferirsi anche sugli asset denominati in dollari del portafoglio. Cedole, rimborso a scadenza ma anche i ritorni dalla vendita anticipata di obbligazioni in valuta straniera sono infatti esposti al rischio che tale valuta si deprezzi contro l’euro.Complessivamente, date le basse aspettative di crescita per l’anno in corso, la domanda degli investitori dovrebbe concentrarsi su aziende leader di mercato e appartenenti a settori meno ciclici, meno sensibili alla compressione dei margini. Non si può inoltre escludere che alcune società di minor qualità possano affrontare momenti di forte stress. Ancora una volta, la selezione attenta degli emittenti, e un approccio diversificato, attraverso strumenti di risparmio gestito creati ad hoc per selezionare al meglio molteplici titoli è la via maestra per evitare spiacevoli sorprese nel 2023.In questo scenario, la tentazione di molti investitori potrebbe essere quella di restare confinati nel perimetro dei Btp, dove oggi si trovano rendimenti sopra il 4% sul titolo decennale. Una tentazione rafforzata anche da un diffuso bias cognitivo, quello della “familiarità”: un meccanismo mentale distorsivo che condiziona le decisioni, portando ad esempio l’investitore a preferire ciò che conosce o che sente vicino, come i titoli di Stato nazionali o gli investimenti già realizzati da genitori o amici.Un simile approccio favorirebbe una scarsa diversificazione degli investimenti e quindi una sovraesposizione a specifiche aree geografiche o a singoli strumenti finanziari. Nel caso specifico, un peso eccessivo dei titoli di Stato italiani nel portafoglio renderebbe l’investitore vulnerabile a possibili ondate di volatilità o a un eventuale allargamento dello spread (il differenziale di rendimento con il Bund tedesco) nei prossimi mesi. Nonostante il rapporto debito/Pil dell’Italia sia calato di 10 punti percentuali negli ultimi due anni, dal 155% del 2020 al 145,7% del 2022 – aumentando la fiducia degli investitori sui nostri titoli del Tesoro – da qui in avanti, il rallentamento dell’economia e la risalita dei tassi di interesse renderanno più oneroso il servizio del debito. La sostenibilità del debito pubblico italiano potrebbe quindi tornare sotto i riflettori.Inoltre, vale la pena ricordare che gli investitori italiani sono in genere molto esposti al “rischio Italia”, dato che nel nostro Paese, tipicamente, esercitano la propria attività lavorativa e hanno la casa di proprietà. Investire in aziende europee con livelli di rischio tollerabili e rendimenti interessanti, permetterebbe di avere un’esposizione diversificata al tessuto produttivo e imprenditoriale europeo, senza esporsi alla volatilità del rischio cambio. (abstract by Pictet AM)

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LyondellBasell annuncia l’acquisizione del Gruppo Mepol

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

ROTTERDAM, Paesi Bassi e FERRARA, Italia, LyondellBasell (NYSE: LYB) e il Gruppo Mepol hanno annunciato, in data odierna, di aver sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisizione da parte di LyondellBasell del Gruppo Mepol, un produttore di composti riciclati ad alta valenza tecnica, con sedi in Italia e in Polonia, il quale ricomprende Mepol S.r.l. e le controllate Polar S.r.l. e Industrial Technology Investments Poland Sp.z.o.o.Mirco Melato, CEO di Mepol ha commentato: “siamo lieti di poter unire le nostre forze con LyondellBasell, punto di riferimento nel proprio settore che da molti anni gode della nostra stima. LyondellBasell condivide il nostro impegno verso la sostenibilità e grazie alle sue dimensioni e alle sue risorse, l’unione delle nostre attività sarà in grado di soddisfare ancor meglio le esigenze della clientela.”LyondellBasell continua a essere un pioniere nell’offerta ai propri clienti di soluzioni circolari e a basso impatto ambientale. La società, lo scorso novembre, ha avviato la fase di ingegnerizzazione per un nuovo impianto di riciclo avanzato nel proprio stabilimento di Wesseling, in Germania. LyondellBasell attualmente dispone di stabilimenti per il riciclo meccanico nei Paesi Bassi e in Belgio e sta sviluppando nuovi impianti di selezione e riciclo di rifiuti plastici a Houston e in Germania, in Cina e in India, come annunciato durante l’ultimo trimestre del 2022.Il perfezionamento dell’operazione è subordinato all’approvazione da parte delle relative autorità regolamentari e ad altre tipiche condizioni sospensive. Durante questo periodo il Gruppo Mepol continuerà a operare in modo autonomo. Jones Day and Wardynski & Partners sono stati i consulenti legali di LyondellBasell per l’operazione. Per il Gruppo Mepol Special Affairs S.r.l. ha svolto l’incarico di advisor finanziario e Gitti & Partners funge da advisor legale.

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Scuola: In arrivo un decreto ad hoc sul “Reclutamento” che sulla scia del parere UE potrebbe far cambiare le regole

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

C’è forte interesse per il decreto legge 13/2023 di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, noto a tanti come “dl Governance Pnrr”: la quinta commissione del Senato ha ricevuto oltre mille emendamenti al testo attuale. Sono una parte delle richieste di modifica, però, potrà essere valutata: in media appena un emendamento su quattro sarà segnalato per il voto. La percentuale del 25% circa di istanze di modifica prese in considerazione non è però assoluta, perché è scesa a quota zero se si considerano gli emendamenti presentati per ‘salvare’ la scuola: subito dopo il termine per la consegna delle proposte di modifica, sono stati ritirati tutti gli emendamenti associati all’Istruzione e ciò è avvenuto dopo l’annuncio al vertice di maggioranza della prossima approvazione di un nuovo decreto legge Pnrr “Reclutamento”. A questo punto, l’iter dell’esame del primo provvedimento in Commissione prevede che giovedì 16 marzo, domani, si attuino le declaratorie di inammissibilità; lunedì 20 è confermato come termine per la presentazione degli emendamenti segnalati; tra martedì 21e giovedì 23 si svolgerà la discussione; martedì 28 è previsto l’inizio delle votazioni. Per il secondo, invece, c’è da attendere la risposta della Commissione UE.Anief, che con la delegazione Cisal, durante un’audizione tenuta proprio in quinta Commissione Bilancio al Senato, ha presentato un “pacchetto” di richieste al decreto ora in via di approvazione non dispera: “A questo punto, la speranza dell’Anief – dichiara il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – è che con il nuovo decreto possano all’ultimo momento essere recepite le risposte della Commissione Europea alle richieste del tavolo Ministero-Sindacati promosse in primis dalla nostra organizzazione sindacale su doppio canale con ruolo da Gps e conferma deroghe nella gestione della fase transitoria sui trasferimenti. Questo avviene, tra l’altro, mentre 4 0mila insegnanti stanno presentando con riserva le domande come rivendicato anche dal sottoscritto durante il confronto a viale Trastevere”.Questo significa che appena il DL Pnrr “Reclutamento” sarà approvato in Consiglio dei ministri, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e assegnato al Parlamento, l’Anief presenterà nuovamente le sue richieste su organici, formazione, graduatorie concorsuali e contratti.

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Quando la tecnologia aiuta a vivere meglio. Doppiatori e Intelligenza Artificiale

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

C’è uno “strano” sciopero in arrivo, quello dei doppiatori che, con l’Associazione Nazionale Attrici e Attori Doppiatori, si lamenta del fatto che le loro voci potrebbero essere sostituite dall’Intelligenza artificiale (IA). Non solo, ma si prospetta, sempre grazie all’Ia, che gli attori potranno usare la propria voce, senza doppiatori, facendosi capire in varie lingue. Ogni secolo ha le proprie caratteristiche. Ci vengono in mente i luddisti che, all’inizio del XIX secolo, siccome molte delle attività lavorative cominciavano ad essere sostituite dalle macchine, non trovavano di meglio che distruggere queste macchine. Esempi a iosa, non ultimi quelli dei maniscalchi rimasti senza lavoro per l’arrivo dei trasporti a motore che sostituivano quelli animali, etc.A nostro avviso c’è da fare un semplice ragionamento. Una volta per costruire enormi palazzi (si pensi alle Piramidi) i lavoratori morivano con molta facilità ed erano schiavi. Oggi per costruire enormi palazzi, questo non succede. Il progresso è quindi servito: non si è schiavi, si lavora tot ore e non si muore.Grazie alla scienza le fatiche umane sono sempre minori, si lavora meno e si guadagna di più. Non solo, ma questo meccanismo ha consentito che anche per chi governa e decide, non occorre avere schiavi ed essere figli di una regina, ma saperci fare.Questa, al momento, è una tendenza diffusa che, però, trova ancora molti intoppi grazie a diversi regimi dittatoriali che usano ancora schiavi o lavoratori trattati come schiavi (vedi mondiali di calcio in Qatar).Oggi con i doppiatori e qualunque altro lavoro possa essere sostituito da macchine e intelligenze cosiddette artificiali, dobbiamo solo continuare nel progresso che abbiamo perseguito fino ad oggi. L’obiettivo è: lavorare meno e meglio, guadagnare di più, ottenere migliori risultati per tutti. Importante è che questo meccanismo non sia lasciato al caso e all’ingordigia umana, ma rientri nelle politiche dei governi.Se il doppiatore viene sostituito da sistemi tecnologici che – sembra – hanno una maggiore resa in qualità e riduzione dei costi, benvenuta novità. Lo slogan che fino a qualche tempo fa era molto di moda ha una possibilità di realizzarsi: lavorare tutti, lavorare meno. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Long Covid, in aumento gli esiti avversi. Ecco le sequele più comuni

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

Da uno studio caso-controllo pubblicato su JAMA Health Forum emerge un aumento della percentuale di esiti avversi in una coorte di sopravvissuti alla fase acuta della malattia da COVID-19. «Risultati che indicano la necessità di un monitoraggio continuo per le persone a rischio, in particolare per gli aspetti cardiovascolari e polmonari» afferma la coautrice Andrea DeVries, vicepresidente per la ricerca sui servizi sanitari presso Elevance Health, un fornitore statunitense di assicurazioni sanitarie, ricordando che dopo la comparsa dell’infezione da COVID-19 molte persone sperimentano sintomi noti come long-COVID o condizione post-COVID-19 (PCC), e che attualmente poco si sa sull’evoluzione di tale sintomatologia.«Il nostro obiettivo era quantificare i risultati a un anno tra gli individui con PCC rispetto a un gruppo di controllo di individui senza COVID-19» riprende la ricercatrice, che assieme ai colleghi ha progettato uno studio caso-controllo attingendo ai dati di un ampio database assicurativo. I partecipanti comprendevano 13.435 individui con PCC e 26.870 individui senza evidenza di COVID-19 (età media 51; 58,4% donne). Durante il follow-up di un anno la coorte PCC ha sperimentato un maggiore utilizzo dell’assistenza sanitaria per un’ampia gamma di complicazioni: aritmie cardiache, embolia polmonare, ictus ischemico, malattia coronarica, insufficienza cardiaca, broncopneumopatia cronica ostruttiva e asma. La coorte PCC ha anche fatto registrare un aumento della mortalità: 2,8% rispetto all’1,2% dei controlli. E in un editoriale di commento Mark Czeisler della Harvard Medical School di Boston e Said Ibrahim della Facoltà di Medicina a Hofstra/Northwell, New York, scrivono: «Nel quarto anno della pandemia di COVID-19 cresce l’attenzione per le sequele a lungo termine della malattia acuta, in particolare cardiovascolari e polmonari. Servono strategie rigorose sia per ridurre al minimo le future infezioni, sia per approfondire la comprensione della fisiopatologia della condizione post-COVID-19 nonché della sua prevenzione e gestione». (Fonte Doctor33)

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