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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°165

Vitamina D: cosa cambia su prescrizione e dispensazione

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A metà febbraio è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Determina di Aifa che aggiorna, sulla base di nuove evidenze scientifiche, la nota 96, istituita nel 2019, sui criteri di appropriatezza prescrittiva relativa alla vitamina D e suoi analoghi – colecalciferolo e calcifediolo – per la prevenzione e il trattamento degli stati di carenza nell’adulto. Un provvedimento su cui sono state espresse alcune perplessità. Ma che cosa cambia? L’aggiornamento della Nota, aveva scritto Aifa, si è reso necessario a seguito della pubblicazione di nuove evidenze scientifiche che hanno ulteriormente chiarito il ruolo della vitamina D in assenza di concomitanti condizioni di rischio. La nota fa comunque riferimento alla popolazione adulta (dai 18 anni). Pertanto, non sono previste restrizioni nella rimborsabilità in età pediatrica. La misura, tuttavia, ha sollevato da una parte del mondo medico alcune perplessità. Si tratta “in apparenza di un intervento teso a risparmiare” ha detto Raffaella Michieli, Responsabile Area Salute Donna della Società Italiana di Medicina Generale, “ma in realtà potrebbe far aumentare la spesa per i pazienti e la burocrazia. Il SSN non risparmierà facilmente: la nota moltiplica le situazioni in cui la prescrizione va preceduta da un dosaggio a carico del servizio sanitario: un esame che sarà sempre più richiesto, gravando sui bilanci regionali magari più di quanto pesasse la spesa per i farmaci a base di vitamina D”.Per gli endocrinologi dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME) “rimane vago il ruolo dell’osteomalacia che è citata nel background della nota, ma non supportata con adeguata chiarezza. Da parte della Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro (Siommms), poi, viene sottolineato che “si condivide il giudizio sulla inappropriatezza di uno screening esteso alla popolazione generale ritenendo che la determinazione dei livelli di 25(OH)D dovrebbe essere eseguita solo in presenza di fattori di rischio per carenza e quando risulti utile per la gestione clinica dei pazienti”. Nella nota, va detto, vengono da tutti sottolineati alcuni aspetti positivi, tra cui, come evidenziato da Michieli, “la chance di prescrivere la vitamina D anche a “persone con gravi deficit motori o allettate che vivono al proprio domicilio”, cioè a pazienti gestiti a casa loro e non nelle residenze assistenziali o ricoverati in riabilitazione; la vitamina inoltre sarà concessa dal servizio sanitario anche a persone asintomatiche ma a grave rischio frattura per valori molto bassi”. By Francesca Giani fonte: Farmacista33 in abstract)

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