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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°165

Archive for 23 marzo 2023

Capital Group: I rendimenti in valuta locale dei mercati emergenti offrono protezione in condizioni di volatilità

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

By Kirstie Spence, Portfolio Manager di Capital Group. Lo scenario macroeconomico globale è stato il principale catalizzatore dei rendimenti del debito dei mercati emergenti nel 2022 e sembra destinato a svolgere lo stesso ruolo anche nel 2023. Nel contesto attuale, ci sono tre principali fattori di influenza: inasprimento delle condizioni finanziarie in primis negli Stati Uniti, rafforzamento del dollaro USA e indebolimento della crescita globale. Le condizioni finanziarie negli Stati Uniti (la facilità di accesso ai finanziamenti da parte di imprese e famiglie) sono notevolmente peggiorate nel 2022 a seguito dei più rapidi e ampi aumenti dei tassi d’interesse statunitensi dai primi anni ’80. L’inasprimento delle condizioni finanziarie negli Stati Uniti si ripercuote direttamente sul debito dei mercati emergenti attraverso l’incremento dei tassi d’interesse sul debito denominato in dollari USA. Un altro importante fattore che ha influenzato l’andamento del debito dei ME nel 2022 è stato il continuo rafforzamento del dollaro USA, che ha esacerbato le perdite nel debito in valuta locale dei ME e fatto lievitare i costi di finanziamento estero per i paesi emergenti. La crescita globale ha subito un brusco rallentamento a causa dell’accelerazione dei rialzi dei tassi d’interesse, dell’inflazione galoppante e del conflitto tra Russia e Ucraina. Ad oggi, il debito in valuta locale dei ME si è dimostrato relativamente resiliente nel 2022, con una perdita inferiore al 12% in valuta locale e appena sotto il 20% in dollari USA, a riprova della solidità della divisa statunitense. Escludendo il dollaro, dall’inizio del 2022 i tassi di cambio dei ME hanno effettivamente superato la maggior parte delle altre valute dei mercati sviluppati. Ciò è ascrivibile in parte alla proattività delle banche centrali dei ME che hanno alzato i tassi d’interesse con un certo anticipo per controllare l’inflazione. Al momento ci sembra che a offrire il maggior valore siano i Paesi dell’America Latina, come Brasile, Messico e Colombia, dove le banche centrali hanno già aumentato i tassi d’interesse, contribuendo a mantenere l’inflazione sotto controllo e a sostenere i tassi di cambio. Inoltre, i Paesi dell’America Latina stanno ampiamente beneficiando dell’incremento dei prezzi delle materie prime e sono meno esposti al conflitto in Ucraina.Nell’Europa centrale sembrano esserci delle opportunità all’orizzonte. Lo scenario dei bassi tassi d’interesse a cui abbiamo assistito in Europa per anni sta per volgere al termine. Le banche centrali di tutta la regione hanno attuato forti rialzi dei tassi per domare l’inflazione. Di recente, sia la Repubblica Ceca che la Polonia hanno mantenuto i tassi invariati e potrebbero ora aver raggiunto la fine dei cicli di incremento.Il contesto globale si conferma difficile per il debito dei ME e la volatilità sembra destinata a proseguire anche nel 2023. Detto questo, le valutazioni sono notevolmente migliorate e il debito dei ME sembra ora scontare i rischi noti, motivo per cui potrebbe offrire un potenziale di rendimento allettante per gli investitori con approccio di lungo termine basato sulla ricerca. Da parte nostra, intravediamo buone opportunità nei titoli in valuta locale di alcuni paesi che si sono dimostrati proattivi nelle loro risposte di politica monetaria. (abstract fonte: http://www.verinieassociati.com)

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Schroders – Che fine ha fatto la recessione negli Stati Uniti? Secondo noi, è stata solo ritardata

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

A cura di Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders. Gli Stati Uniti hanno continuato a crescere alla fine dello scorso anno e sembrano aver iniziato il 2023 con una nota positiva. Gli economisti stanno ora escludendo la possibilità di una recessione negli Stati Uniti, che era prevista fino a poche settimane fa. Il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) ha complicato il quadro e comporterà un irrigidimento delle condizioni finanziarie e una certa cautela da parte degli investitori. La nostra opinione è che questo fenomeno frenerà la crescita, ma in questa fase non sembra essere sufficientemente sistemico da provocare una più generale contrazione del credito e una recessione. La situazione è fluida, ma continuiamo ad aspettarci che la Fed aumenti i tassi di 25 punti base in occasione della prossima riunione di questa settimana.Le aziende continuano a segnalare carenza di manodopera e le offerte di lavoro sono in crescita, con quasi due posti vacanti per ogni disoccupato. Il mercato del lavoro non si è indebolito come previsto.In questo contesto le aziende non hanno subito pressioni finanziarie per ristrutturare e tagliare posti di lavoro. Di conseguenza, l’inflazione è ancora un problema, poiché i costi sono stati trasferiti sui prezzi al consumo.Per quanto riguarda i consumatori, l’aumento dell’inflazione ha chiaramente inciso sulla capacità di spesa. Nonostante ciò, la spesa reale dei consumatori statunitensi è aumentata nel 2022, anche se è stata sostenuta dall’accumulo di risparmi, piuttosto che dalla spesa del reddito corrente.Il reddito personale disponibile reale è sceso del 2,3% nel corso dell’anno (dal quarto trimestre 2021 al quarto trimestre 2022), ma la spesa reale dei consumatori è aumentata dell’1,9% nello stesso periodo, poiché le famiglie hanno ridotto il loro tasso di risparmio dal 7,3% del reddito disponibile al 2,9%.Nel complesso, ci aspettiamo che l’eccesso si esaurisca a un ritmo simile a quello del 2022 e di conseguenza assisteremo a un altro anno in cui le famiglie manterranno il loro tasso di risparmio al di sotto della norma. Di conseguenza, i consumi nel 2023 dipenderanno interamente dalla crescita del reddito reale. Riteniamo che ciò sarà moderatamente positivo in quanto, sebbene l’inflazione sia attualmente elevata (6%) e superiore alla crescita di salari e stipendi, si prevede che gli aumenti dei prezzi al consumo si moderino nel corso dell’anno. Anche gli aumenti dei sussidi, delle pensioni e del salario minimo contribuiranno, ma la crescita del reddito reale non dovrebbe superare di molto l’1% nel 2023, soprattutto se, come previsto, la disoccupazione aumenterà.Una crescita dei consumi dell’1% rappresenterebbe un notevole rallentamento della domanda, mettendo sotto pressione il potere di determinazione dei prezzi delle imprese e comprimendo i margini di profitto e i flussi di cassa. Le aziende dovrebbero reagire tagliando i posti di lavoro, facendo così aumentare la disoccupazione. Questo, a sua volta, si ripercuoterebbe sul rallentamento dei consumi, in quanto le famiglie diventerebbero più caute. A nostro avviso, questi effetti di seconda istanza scatenerebbero un’ulteriore debolezza della spesa e porterebbero l’economia a un rallentamento più marcato nel 2023.A nostro avviso, la capacità di consumatori e imprese di resistere agli shock energetici e salariali contribuisce a spiegare gran parte della tenuta dell’economia. Ciò non significa che la politica monetaria abbia smesso di funzionare: essa agisce sempre con un lungo ritardo, e la velocità con cui i tassi di interesse sono stati aumentati da quasi zero ai livelli attuali significa che la politica non è stata restrittiva per così tanto tempo. Su questa base, riteniamo che la recessione sia stata ritardata piuttosto che evitata. Se la domanda dei consumatori dovesse raffreddarsi come previsto, è probabile che ciò avvenga nella seconda metà dell’anno, se non più tardi. A questo punto è probabile che la Fed allenti la sua politica o opti per un cambio di rotta. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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Asset allocation: il reddito fisso torna interessante, rimane outlook neutrale su azioni globali

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

A cura della Strategy Unit di Pictet Asset Management. Il rally di inizio anno ha improvvisamente esaurito le forze a febbraio. Gli investitori si erano convinti che la grande stretta monetaria del 2022 sarebbe sfociata in una fase goldilocks, che l’inflazione sarebbe scesa rapidamente, mentre l’economia sarebbe rimasta resiliente. Ora qualcosa è cambiato. Un’inflazione persistente ha risvegliato i timori su quanto in alto si spingeranno i tassi di interesse ufficiali e sino a quando ci resteranno.Monitoriamo con cautela gli sviluppi del mercato degli ultimi mesi. Da tempo riteniamo che i tassi ufficiali sarebbero rimasti alti per un periodo significativamente più lungo di quello stimato dal mercato. E sebbene l’economia sia più resiliente di quanto previsto in precedenza, riteniamo che la solidità dei dati industriali e occupazionali si leghi a fattori stagionali e a condizioni climatiche più temperate del previsto. Inoltre, anche se i dati sull’inflazione sono stati deludenti, continuiamo a ritenere che i fondamentali terranno a freno le pressioni sui prezzi nei prossimi trimestri. L’enorme stimolo monetario concesso al mercato si sta riducendo in misura significativa e le strozzature lungo le catene di approvvigionamento si stanno risolvendo.Continuiamo pertanto a sottopesare le azioni, a sovrappesare le obbligazioni e restiamo neutrali sulla liquidità. Pur riconoscendo l’attrattiva della liquidità data dai rendimenti insolitamente elevati, riteniamo ancora interessante assumersi un rischio di duration e continuiamo pertanto a sovrappesare le obbligazioni. I nostri indicatori di liquidità mostrano un livello positivo negli ultimi due mesi, grazie, per lo più, alla Bank of Japan. Nel tentativo di mantenere la sua politica di rigido contenimento dei rendimenti in un contesto di aumento generalizzato dei tassi, la BoJ è stata costretta ad acquistare obbligazioni in modo aggressivo e, quindi, a introdurre una quantità notevole di liquidità nel sistema finanziario. Anche la Cina ha incrementato fortemente la liquidità per sostenere la ripresa innescata dall’eliminazione delle restrizioni dovute al COVID. L’allentamento monetario in Cina e Giappone ha compensato la politica sempre più restrittiva della Banca Centrale Europea. Nel frattempo, la stretta monetaria della Federal Reserve statunitense è stata parzialmente neutralizzata dalle iniezioni di liquidità nel sistema per 400 miliardi di dollari da parte del Dipartimento del Tesoro USA. Data la possibilità di una crisi del tetto del debito in estate, il governo è costretto a ripiegare sul proprio contro presso la banca centrale. Siamo dell’idea che alcuni di questi fattori temporanei si invertiranno durante la prima metà dell’anno, anche se resta più difficile definire la politica della BoJ. Tuttavia, il sistema finanziario globale dovrebbe assistere a un drenaggio generalizzato della liquidità nel corso del 2023. I nostri indicatori di valutazione mostrano che i rendimenti obbligazionari sono tornati ai massimi del ciclo, rendendo nuovamente interessante il reddito fisso, mentre le azioni globali sono neutrali, con le azioni statunitensi che sono tornate ad essere di nuovo un po’ costose. In effetti, i rendimenti di azioni, liquidità e obbligazioni societarie statunitensi sono stati convergenti I titoli ciclici continuano a essere scambiati a prezzi significativamente più alti rispetto alle controparti difensive, suggerendo che il mercato azionario sta scontando un brusco movimento per l’economia. Tuttavia, continuiamo a prevedere che quest’anno gli utili societari globali resteranno per lo più invariati rispetto al 2022 e che quelli europei presentino un rischio a ribasso. I multipli degli utili azionari non lasciano molto margine agli investitori, anche se sono scesi leggermente nell’ultimo mese per via di una rivalutazione delle previsioni sui tassi ufficiali: il rapporto prezzo/utili a termine a 12 mesi per le azioni dell’MSCI World è al momento pari a 15,4. I nostri indicatori tecnici rimangono ampiamente neutrali; fanno eccezione ad esempio le azioni giapponesi, che risultano ipercomprate. (abstract by Pictet AM: Asset allocation

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La proattività delle Banche Centrali dei paesi emergenti

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

La crescita degli EM è stata abbastanza resistente anche a fronte di una situazione sfavorevole legata all’economia cinese nel corso del 2022. Ma con la riapertura del Dragone e la fine della politica “Zero-COVID”, assistiamo a buone prospettive per la crescita cinese, con il settore immobiliare che dovrebbe stabilizzarsi. Questo è un fattore particolarmente importante, poiché i risultati di crescita degli EM sono sempre più legati alla Cina. Anche una eventuale recessione in USA o in Europa più modesta del previsto porterebbe dei benefici alla galassia EM (L’Economic Team di Payden & Rygel non vede comunque una recessione acuta negli Stati Uniti, dato il buon livello di crescita del settore privato). La riapertura della Cina, infine, dovrebbe essere positiva anche per il petrolio e le materie prime, per le quali vediamo un rimbalzo della domanda dopo un periodo di debolezza protratto fin dal 2020.A livello tecnico, prima del rally di ottobre-novembre 2022, i gestori delle obbligazioni emergenti detenevano posizioni di liquidità storicamente elevate, con deflussi consistenti per otto mesi consecutivi. Ma così come i dati tecnici hanno esacerbato il sell-off per la maggior parte del 2022, ora potrebbero essere utili nel contesto di una ripresa. Le valutazioni, infatti, favoriscono il debito EM: i vantaggi nell’attuale contesto sono rappresentati da valutazioni convincenti e anche da un’interessante opportunità di reddito a lungo termine. Il tempismo d’ingresso nei bond emergenti, in tale contesto di volatilità, è, allo stesso tempo, un’opportunità e una sfida per gli investitori. Sebbene non sia possibile prevedere il picco dei tassi USA o degli spread EM, esiste un argomento storico a favore delle obbligazioni EM. Quando gli spread sovrani EM superano i 500 punti base rispetto ai Treasury USA, infatti, il rendimento medio annuo triennale è stato dell’8,9%. A questo proposito, per quanto riguarda alcuni titoli sovrani ad alto rendimento, vediamo valutazioni interessanti.Per i mercati locali EM, le opportunità che si prospettano sono brillanti. L’inflazione sembra rallentare, le Banche Centrali hanno aumentato i tassi di interesse in modo aggressivo e le valute degli EM hanno mostrato una certa resistenza. Le valutazioni del dollaro statunitense, inoltre, sono sotto pressione e l’aggressiva politica di inasprimento monetario da parte della Fed andrà probabilmente rallentando nel corso del 2023. La componente valutaria dei mercati locali può essere soggetta a volatilità, in quanto le Banche Centrali non si oppongono alla tendenza al deprezzamento delle valute; tuttavia, in molti mercati locali è possibile ottenere un reddito solido anche se si coprono i rischi valutari.

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Asset Allocation: le valutazioni favoriscono gli investimenti nelle obbligazioni dei Mercati Emergenti

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

A cura di Kristin Ceva, responsabile strategie paesi emergenti di Payden & Rygel. Milano. Dopo un 2022 difficile, gli investitori possono ora trarre vantaggio dal debito dei mercati emergenti (EM), una classe d’investimento sottoutilizzata ma che offre diversificazione e rendimenti interessanti. L’allocazione delle obbligazioni EM nei portafogli istituzionali è, secondo la nostra esperienza, ancora limitata: rappresenta, infatti, circa il 4-6%. Eppure, l’universo del debito dei mercati emergenti è molto ampio: secondo quanto stimato da JP Morgan, l’intero stock si attesterebbe attorno ai 27 mila miliardi di dollari. E non si parla di un mercato sottosviluppato, come ritengono molti investitori. Gran parte del debito emergente, infatti, è costituito da emittenti Investment Grade, diversificato geograficamente in più di 90 paesi. Se consideriamo l’indice sovrano denominato in dollari JP Morgan EMBI Global, quasi il 59% dell’indice è infatti IG, con una percentuale addirittura più elevata per le società EM (66%) e gli EM locali (76%).

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Dove finirà la crisi finanziaria?

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Il crollo di Credit Suisse, gigante del settore bancario europeo, ha riacceso i timori di una crisi finanziaria globale (GFC). Nelle Prospettive di mercato di questa settimana, facciamo un passo indietro e consideriamo dove potrebbero trovarsi l’economia globale e i mercati finanziari tra 3-6 mesi. Ci sono tre grandi differenze tra la crisi attuale e quella del GFC. Innanzitutto, oggi l’inflazione è ben al di sopra il target nelle economie sviluppate e ha persistentemente superato le previsioni delle banche centrali. Questo limita la loro libertà di manovra. Al contrario, negli Stati Uniti e in Europa l’inflazione core era bassa prima del crollo di Lehman Brothers nel 2008 e ha continuato a essere in calo per decenni. In secondo luogo, il sistema finanziario aveva allora un’enorme esposizione al settore immobiliare. In un certo senso, l’esposizione delle banche britanniche al settore immobiliare era superiore al 100% dei loro depositi. Infine, naturalmente, abbiamo avuto la crisi finanziaria globale e la regolamentazione finanziaria si è notevolmente rafforzata. Gli eventi recenti hanno inasprito le condizioni di credito in un mondo in cui stavano già diventando più restrittive. Il grafico mostra che le banche negli Stati Uniti e in Europa stavano inasprendo gli standard di prestito alle imprese ben prima dell’ultima crisi. Nel caso dei prestiti alle piccole imprese negli Stati Uniti, il ritmo del cambiamento si è avvicinato a quello registrato durante la crisi finanziaria mondiale. Questi dati si riferiscono a gennaio: per un aggiornamento dovremo aspettare il mese prossimo e sicuramente assisteremo a un ulteriore inasprimento.La situazione in Europa è molto diversa. I problemi di Credit Suisse non sembrano trovare riscontro in altre banche europee. Certo, l’azzeramento delle obbligazioni di Credit Suisse è stato uno shock e renderà più costoso per le banche raccogliere ulteriori capitali. Gli standard di prestito si inaspriranno ulteriormente, ma il calo dei prezzi dell’energia è una delle principali fonti di miglioramento della fiducia dei consumatori e delle imprese in Europa. Le finanze di entrambi i settori sono solide. La Banca Centrale Europea ha fatto bene a procedere con un aumento dei tassi di 50 punti base la scorsa settimana. L’inflazione core in Europa è in aumento e le pressioni salariali sono forti. È molto probabile che i tassi d’interesse europei finiscano l’anno al di sopra di quelli statunitensi. La Banca d’Inghilterra potrebbe essere sollevata dal fatto che non sono le banche britanniche a fare notizia. Il calo dei prezzi dell’energia implica come l’inflazione nel Regno Unito sia destinata a scendere e i timori di recessione si sono ora allontanati. Il recente Budget (la legge di lancio britannica) si è aggiunto a queste tendenze. Le pressioni salariali si sono già attenuate e i venti contrari derivanti dall’aumento dei tassi ipotecari sono forti. Quindi la BoE potrebbe procedere con un altro rialzo dei tassi, ma solo di 25 punti base. In ogni caso, a mio avviso, siamo vicini al picco dei tassi d’interesse nel Regno Unito.Cosa significa tutto questo per i mercati? In primo luogo, i titoli di Stato appaiono interessanti. Nonostante le turbolenze, i TIPS statunitensi, l’equivalente americano dei gilt indicizzati, rendono attualmente l’1,2%. Si tratta di un rendimento reale superiore all’inflazione statunitense e appare piuttosto incoraggiante per il miglior credito al mondo durante una crisi. In secondo luogo, potremmo assistere a un indebolimento del dollaro a causa dell’andamento divergente dei tassi di interesse. Non è il solito schema a cui si assiste in un contesto di crisi. In terzo luogo, le azioni sembrano un po’ care. Potrebbero rappresentare una grande opportunità di acquisto a un certo punto, ma probabilmente non ancora. Abstract by http://www.bc-communication.it

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Giappone: Il focus per il 2023 sarà sulla crescita reale

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

By Richard Kaye, Gestore del fondo Comgest Growth Japan di Comgest. Nel complesso, se il 2022 è stato l’anno in cui gli investitori hanno cercato di inserire il Giappone tra i trend globali ai quali non apparteneva, il 2023 potrebbe e dovrebbe essere l’anno in cui tutti ricorderemo dove si trovano crescita reale e opportunità nel mercato giapponese.In questo anno appena iniziato, l’economia e il mercato azionario giapponese presentano alcuni punti di forza reali, che non appartengono ai settori favoriti dalla rotazione verso il comparto value. A nostro avviso, il top 1% delle aziende giapponesi, come Dexerials, Lasertec, Sysmex, Toray e Sumitomo Metal, offre tecnologie uniche nel campo della diagnostica, dell’aerospaziale o dei veicoli elettrici. I cambiamenti nelle società giapponesi, come l’ingresso di un maggior numero di donne nella forza lavoro, stanno portando alla razionalizzazione dei settori ormai sorpassati, all’evoluzione degli stili di vita e all’accelerazione degli sforzi già avanzati del Paese nel campo delle energie rinnovabili.Tra le aziende che mirano a cogliere queste tendenze di crescita vi sono Recruit, una società di risorse umane che aiuta le donne a rientrare nel mondo del lavoro; NTT Data, una società di servizi e consulenza IT che beneficia della spinta all’efficienza digitale in Giappone dopo il Covid-19; Renova, fornitore di energia rinnovabile con sede a Tokyo.Inoltre, il Giappone vanta la crescita del PIL indicata dal consenso più elevata tra le economie sviluppate per il 2023, la politica monetaria più accomodante (se si confrontano i tassi di interesse di base delle principali banche centrali) e un percorso sulla governance in netto miglioramento. Le società giapponesi sono ancora poco analizzate rispetto alle altre società globali e, di conseguenza, gli investitori potrebbero ancora trovare delle opportunità tra le società leader, ancora incomprese.Il lato negativo è che il Giappone si trova in una situazione geopolitica tesa ed è vulnerabile all’interruzione delle catene di approvvigionamento globali poiché dispone di poche risorse naturali. Per far fronte a questi problemi, il Giappone sta aumentando le spese militari e sta stipulando contratti di fornitura a lungo termine.Infine, nel 2023 prevediamo che il mercato azionario giapponese continuerà a dimostrarsi una buona base di partenza per investire in Asia. Le sue aziende sono fortemente esposte al mercato pan-asiatico in quanto fornitori di tecnologie chiave, dall’automazione alle apparecchiature per semiconduttori, dai motori per veicoli elettrici alle soluzioni diagnostiche . A nostro avviso, il Giappone ha dei brand di consumo aspirazionali più solidi rispetto al resto dell’Asia, grazie alla sua storia, alla sua posizione geografica e alla sua economicità, con punteggi elevati per quanto riguarda la liquidità, la governance, la solidità dei bilanci e la storia delle società quotate.

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Robeco pubblica la 3a edizione del Global Climate Survey

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Rotterdam. Per il terzo anno consecutivo, Robeco ha pubblicato un’indagine annuale sul modo in cui gli investitori affrontano le opportunità e i rischi associati al cambiamento climatico. L’indagine copre 300 dei maggiori investitori istituzionali e wholesale al mondo provenienti da Europa, Nord America, Asia-Pacifico e Sudafrica, che rappresentano un totale di circa 27.400 miliardi di dollari di masse in gestione. Realizzato da CoreData Research, il Global Climate Survey 2023 di Robeco mostra che il numero di investitori che hanno assunto (o sono sul punto di assumere) pubblicamente un impegno per il net zero entro il 2050 è leggermente cresciuto (48% rispetto al 45% del 2022). Al momento la sfida da affrontare è quella dell’implementazione, destinata a ridefinire i portafogli. L’indagine evidenzia grandi progressi nella valutazione della rilevanza, con il 55% degli investitori che calcola l’impatto dei propri portafogli in termini di emissioni di carbonio. Le emissioni di Scope 3 (le emissioni indirette come i viaggi di lavoro e lo smaltimento dei rifiuti) si confermano problematiche e vengono misurate solo dal 20% degli intervistati. Inoltre, solo il 27% ha una visione prospettica dei percorsi verso il net zero intrapresi dalle società partecipate, elemento fondamentale per valutare opportunità di investimento, engagement e disinvestimenti. Secondo l’indagine, gli scenari sul cambiamento climatico vengono presi molto sul serio, con il 25% degli investitori che già li integra nelle ipotesi sull’andamento dei mercati dei capitali o intende farlo nei prossimi 12 mesi. Infine, il 29% ha adottato o adotterà benchmark climatici nel corso del prossimo anno. Sempre stando al Climate Survey di quest’anno, la crisi energetica ha accresciuto l’importanza di sostenere le fonti rinnovabili per il 51% degli investitori, anche se solo il 30% ha accelerato la decarbonizzazione dei propri portafogli alla luce dei recenti sviluppi. Per scongiurare una sottoperformance di breve termine, quasi la metà degli intervistati (47%) ha rivisto alcuni dei propri approcci ESG, inclusa la riluttanza a rinunciare ai buoni rendimenti offerti dal settore petrolifero e del gas. In effetti, in Europa il 38% degli investitori accetta ancora di aumentare l’allocazione a società del settore petrolifero e del gas nel breve termine, percentuale che sale al 48% in Nord America e al 59% nella regione Asia Pacifico. Nel passare a un’economia a basse emissioni di carbonio, agli investitori sta a cuore anche il concetto di “transizione giusta”, per una corretta gestione delle implicazioni sociali del cambiamento energetico. Per il 68% degli intervistati, nei prossimi due anni questo tema rappresenterà un fattore importante delle politiche d’investimento, anche se solo il 41% ha le competenze necessarie per sostenerlo.Tra i risultati chiave dell’indagine sul clima di quest’anno emergono i forti timori per la biodiversità e il perseguimento della parità sul fronte del cambiamento climatico. Un ultimo risultato degno di nota del Climate Survey 2023 è la maggiore pressione politica che gli investitori devono affrontare, pur con grosse differenze a livello geografico. La diffusione del movimento anti-ESG negli Stati Uniti, ad esempio, preoccupa il 47% degli investitori nordamericani, soprattutto per le crescenti resistenze politiche e legali ai loro piani di investimento sostenibili, rispetto solo al 30% in Europa. Per contro, gran parte degli investitori europei (63%) e della regione Asia Pacifico (57%), teme di subire pressioni politiche per non aver preso provvedimenti in materia di ESG e clima, rispetto a una minoranza in Nord America (40%). (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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PGIM Fixed Income: La Banca nazionale svizzera seguirà le orme della BCE?

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

A cura di Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income. Sarà interessante vedere se la Banca nazionale svizzera (BNS) seguirà le orme della Banca centrale europea nella sua prossima riunione. Cioè, dopo aver affrontato le preoccupazioni legate a Credit Suisse nell’ultima settimana, si sentirà abbastanza sicura da procedere con un ulteriore e consistente rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base, o più, per far fronte a un’inflazione ancora troppo elevata? Oppure i recenti timori di un eccessivo irrigidimento delle condizioni finanziarie saranno sufficienti a far sì che la BNS faccia preventivamente una pausa? La nostra ipotesi di base è che nella prossima riunione la BNS alzerà il tasso di riferimento per far fronte alle preoccupazioni sull’inflazione, ma forse in modo meno aggressivo di quanto ci si aspettasse solo poche settimane fa. Al di là di questa settimana, prevediamo che l’impatto più ampio di Credit Suisse sulle condizioni finanziarie limiterà probabilmente la necessità di un ulteriore rialzo dei tassi.

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PGIM Fixed Income: Cosa attendersi dal meeting della BoE

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

A cura di Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income. Avendo iniziato il ciclo di rialzo dei tassi prima di altre banche centrali, in questo momento la Bank of England (BoE) si trova avvantaggiata. Pertanto, ci aspettiamo che la BoE mantenga un atteggiamento attendista in occasione della prossima riunione.La BoE aveva già segnalato la possibilità di una pausa nei rialzi dei tassi nella scorsa riunione e, da allora, non abbiamo assistito a molti indizi di un’ulteriore accelerazione dei trend inflazionistici. Ad esempio, la crescita dei salari nominali, pur rimanendo elevata, è scesa leggermente con gli ultimi dati. Analogamente, l’ultimo Decision Maker Panel – sotto stretta osservazione del Comitato di politica monetaria della BoE – indica che le aspettative delle imprese sull’inflazione dei propri prezzi sono diminuite a febbraio. Questi primi segnali, che indicano che la pressione inflazionistica si sta esaurendo, dovrebbero dare alla BoE un margine di sicurezza sufficiente per sospendere il ciclo di rialzo dei tassi senza dare l’impressione che si stia allontanando dal raggiungimento dell’obiettivo di inflazione. Tale mossa avrebbe l’ulteriore vantaggio di offrire, in questo momento, un po’ di sollievo ai mercati, viste le recenti preoccupazioni in alcune aree del settore bancario.

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Il private debt continua a ricoprire un ruolo chiave per gli investitori

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

A cura di Altin Kadareja, CEO di Cardo AI. L’impatto della politica monetaria restrittiva delle Banche Centrali è ormai evidente. Negli USA i settori economici più sensibili ai tassi d’interesse, come l’edilizia, l’automotive e la spesa in conto capitale, stanno iniziando a subire un’importante flessione; in Europa la crescita del PIL per quest’anno è prevista prossima allo zero, o addirittura negativa in alcuni Paesi. Gli analisti ritengono che il 2023 sarà un momento di “stop-and-go” per l’economia per il diminuire dell’inflazione e l’allentamento delle politiche monetarie che porteranno a una ripresa nel 2024. Sebbene ci attenda una recessione probabilmente lieve e di breve durata, questa comporterà comunque rischi da non sottovalutare. Questo scenario, unito all’inasprimento degli standard di credito su tutte le asset class da parte delle banche e dei mercati pubblici, implicherà nuove opportunità per gli investitori privati, per cui le nostre prospettive sul il mercato del private debt rimangano positive per il 2023. Alla luce dell’attuale scenario macroeconomico e dei trend di sviluppo del mercato del private debt, il ruolo della tecnologia sarà sempre più cruciale e centrale nel 2023. Possedere strumenti efficaci nella gestione dei dati risulta oggi una componente essenziale per muoversi con successo nel mercato del private debt. Soluzioni tecnologicamente avanzate, infatti, sarebbero in grado di aiutare gli operatori del settore a identificare in maniera precisa e tempestiva le opportunità di investimento, valutare i nuovi asset emergenti, quantificare i rischi pre-investimento e gli impatti del portafoglio, ottenendo maggiori informazioni sui loro portafogli esistenti e potendo di conseguenza strutturare operazioni migliori. Al momento la richiesta di simili soluzioni tecnologiche sta diventando sempre più incalzante e necessaria, e le istituzioni che vorranno reagire al meglio al deterioramento dei mercati dovranno, pertanto, essere in grado di coglierne i primi segnali e adattare il loro business prima di doverne affrontare le conseguenze. Serve dunque una tecnologia in grado di raccogliere i dati da fonti e formati diversi in real-time, attraverso infrastrutture di big data e algoritmi di intelligenza artificiale, e capace di offrire la massima flessibilità, così da poter facilmente incorporare qualsiasi cambiamento delle strategie di investimento dei gestori. (abstract by Cardo AI)

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PNRR – Occhiuto, presidente Regione Calabria, a 24 Mattino su Radio 24: C’è il rischio di non farcela, bene governo a chiedere rinvio di un anno

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

“C’è rischio di non farcela. Credo che il governo si stia muovendo bene in Europa, intanto per chiedere all’Europa una dilazione del tempo di almeno un anno e poi, anche questa ipotesi di riprogrammare le risorse dei diversi strumenti di programmazione, è una ipotesi che si è fatta di concerto con le regioni e può aiutarci a spendere bene le risorse. Oggi nel nostro paese non c’è problema di quantità di risorse, c’è un problema di qualità e di velocità della spesa”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente Regione Calabria, a 24 Mattino su Radio 24.

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PNRR – Occhiuto, presidente Regione Calabria, a 24 Mattino su Radio 24: Toti dimentica che senza il Sud meno risorse dal Pnrr

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

“Il presidente Toti forse dimentica che l’importo delle risorse del PNRR che è toccato all’Italia è così importante proprio perché ha considerato i divari territoriali. Se non ci fosse stato il Mezzogiorno noi avremmo avuto meno risorse dal PNRR. Io credo che ci sia un ritardo nel Paese. L’ho detto altre volte: è come se l’Europa ci avesse fatto riempire dei vagoni di un treno di risorse però intanto non avevamo fatto i binari per fare per far correre questi vagoni. La maggior parte dei ritardi deriva, soprattutto nella spesa dei Ministeri laddove ci sono ritardi da parte dei Comuni, deriva dai processi di autorizzazione cioè nella fase di affidamento dei lavori dove si devono acquisire tutte le autorizzazioni. Forse dovevamo mettere mano prima, come Paese, ad un importante intervento di semplificazione per poter velocizzare la spesa delle risorse del Pnrr. Ma non è stato fatto”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente Regione Calabria, a 24 Mattino su Radio 24.

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“Il Teatro dell’Opera ritorna a Caracalla anche questa estate”

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Però con un’importante novità: non si tratterà più solo del cartellone estivo del teatro lirico di Roma ma di un vero e proprio festival interdisciplinare che si andrà ad aggiungere alle numerose iniziative in arrivo dell’Estate Romana 2023. Il ‘Caracalla Festival 2023’ si articolerà in 50 serate, dal 30 maggio al 10 agosto, e spazierà tra numerosi generi: dall’opera alla danza, dal cinema al teatro, dalla fotografia alla musica sinfonica, al jazz e al pop. Tutto questo nella meravigliosa cornice delle Terme di Caracalla dove, alla tradizionale arena da 4.500 posti, si aggiungerà il Teatro del Portico, in cui si svolgeranno gli spettacoli di genere nuovo. È una bellissima iniziativa, per la quale voglio ringraziare il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Francesco Giambrone, e la soprintendente speciale Daniela Porro, oltre a tutti coloro che hanno reso possibile questo nuovo grande evento per la nostra città.” Così l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor.

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Commissioni pos. Le iniziative fumo negli occhi

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Uno dei “problemi” per l’uso del cosiddetto denaro di plastica è il costo delle transazioni. In genere se ne lamentano i commercianti per i canoni che devono pagare e per il costo delle singole transazioni. Diverse iniziative sono in corso, soprattutto dopo che il governo ha desistito dall’obbligo di accettazione solo per importi superiori ai 60 euro. Ultima arrivata, sul territorio metropolitano fiorentino, quella di Intesa San Paolo: zero canone per chi movimenta almeno 1000 euro al mese e zero commissioni per pagamenti fino a 10 euro.Purtroppo, anche in questo caso ci si parla addosso, incluso il Sindaco di Firenze che ha plaudito all’iniziativa (“pietra miliare”). La questione è nota quanto semplice, e si tratta di rispondere ad una domanda: perché le banche devono straguadagnare coi nostri soldi, che per il fatto stesso che transitano nelle loro casse sono per loro un guadagno visto l’uso finanziario che ne fanno? Domanda a cui ognuno può azzardare una propria risposta, ma alla fine si finisce sempre lì: le nostre istituzioni hanno deciso che per la nostra praticità le banche devono straguadagnare.E’ il caso del pos come molti dei pagamenti che oggi è obbligatorio fare con PagoPa e Cbill. Tutti sono consapevoli di questa degenerazione, ma si guardano bene dall’affrontarla in termini realistici e, anzi, spesso si tacciano come retrogradi antimodernisti quelli che evidenziano come tecnologia e praticità non debbano necessariamente essere sinonimo di guadagno maggiore per i soliti (banche) e di spesa maggiore per gli altrettanti soliti (i consumatori). Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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USB con i francesi in lotta contro l’attacco alle pensioni

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Giovedì 23 manifestazioni all’ambasciata di Francia a Roma e davanti ai consolati di tutta Italia. USB esprime sostegno e solidarietà alla lotta dei lavoratori francesi contro il nuovo attacco alle pensioni, chiede l’immediato rilascio di tutti gli arrestati durante le manifestazioni e chiama alla mobilitazione in Italia per il prossimo giovedì 23 marzo.USB invita le proprie strutture a fare presidi e manifestazioni davanti all’ambasciata e ai consolati di Francia in Italia giovedì 23, in occasione del prossimo grande sciopero francese. Siamo di fronte a uno degli esempi più importanti di lotta degli ultimi anni in Europa. La forza della lotta che stanno portando avanti i lavoratori francesi è un esempio per tutti, come sindacato di classe non possiamo che sostenerli e stare con loro. Dopo aver partecipato, con una delegazione, alla manifestazione e allo sciopero del 7 marzo scorso, oggi USB chiama a una mobilitazione italiana di solidarietà per il 23 marzo. Il silenzio della stampa italiana su quanto sta succedendo in Francia chiarisce perfettamente quanto siano importanti le mobilitazioni in corso e il timore che possano essere da esempio anche per i lavoratori di altri Paesi. I lavoratori, i giovani e il popolo francese, con i sindacati militanti in prima linea, si riversano ogni giorno nelle strade di tutte le città francesi facendo scioperi massicci per impedire l’imposizione della riforma pensionistica del governo Macron. Dichiarano chiaramente che non accettano di lavorare fino alla morte. La lotta ha costretto il governo Macron a mostrare il suo vero volto al servizio dei poteri forti, lo stesso dell’Unione Europea, dei governi italiani, quello della repressione contro i lavoratori. L’Unione Europea e i governi nazionali da anni attuano politiche finalizzate al sostegno del mercato e dell’impresa attraverso il peggioramento dei salari, delle pensioni, dei diritti e dei servizi per il cittadino.

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Convegno: Gestione territoriale delle malattie mentali

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Roma Martedì 4 aprile 2023 ore 11.00 Sala Capranichetta, Hotel Nazionale, Piazza di Montecitorio 125. Evento in modalità ibrida. Dopo la pandemia da Covid-19, è aumentato il numero di persone che presentano un disturbo mentale grave o lieve/moderato, ad essere colpiti sono sempre di più gli adolescenti e ragazzi. È fondamentale riconoscere precocemente i sintomi e provvedere a una tempestiva e corretta presa in carico dei pazienti con problemi di salute mentale. Occorrerebbe raggiungere un’uniformità territoriale dei PDTA in cui, attualmente, l’accesso e la presa in carico dei pazienti non è omogeneo non solo all’interno delle Regioni, ma anche all’interno di ogni Dipartimento di salute mentale e delle sue articolazioni territoriali, valorizzando il ruolo dei distretti, perni della medicina territoriale e promuovendo un lavoro in rete con la Medicina Generale, la Pediatria di libera scelta e tutti gli stakeholder coinvolti. Il convegno rappresenta un momento di condivisione in cui Fondazione Onda presenterà i dati dell’indagine “La percezione dei servizi offerti dal territorio a supporto della salute mentale” volta a fotografare in particolare i servizi utilizzati dai pazienti schizofrenici e i loro caregiver, il livello di soddisfazione, gli unmet needs e le eventuali fonti di conoscenza.

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Identificare il miglior percorso preoperatorio, intraoperatorio e postoperatorio per la cataratta

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Riguarda il paziente over 18 che deve sottoporsi ad un intervento di cataratta. È l’obiettivo delle Linee guida sulla chirurgia della cataratta dell’adulto pubblicate sul portale del SNLG dell’Istituto Superiore di Sanità. Si tratta delle prime linee guida in oftalmologia. Redatte dall’Associazione Italiana dei Medici Oculisti (AIMO), in collaborazione con un panel multidisciplinare e chirurghi esperti e l’avallo di SIAARTI, SIFOP e SISO, hanno tenuto in considerazione le raccomandazioni internazionali dell’American Academy of Ophthalmology. Le Linee guida, che affrontano vari aspetti dell’intervento di cataratta, potranno essere utilizzate anche per motivare le decisioni cliniche e supportare la definizione di standard assistenziali in ambito pubblico, accreditato e privato. “In questa prima stesura- fanno sapere gli esperti- non sono stati presi in considerazione gli aspetti economici e alcune complicanze dell’intervento che saranno oggetto di un eventuale aggiornamento”. I benefici attesi da questo documento, intanto, potranno essere l’aggiornamento delle indicazioni sui processi clinici e organizzativi sulla preparazione e conduzione della chirurgia della cataratta secondo gli attuali standard, anche correlati alle raccomandazioni di altri Paesi e di organismi scientifici sopranazionali, la razionalizzazione e l’ottimizzazione delle risorse mediche, di personale sanitario e delle risorse economiche impiegate, l’evitare la duplicazione di procedure, conservando la sicurezza dei pazienti e il contrasto all’antibiotico-resistenza. “Esprimiamo grande soddisfazione per questa pubblicazione- commentano la presidente di AIMO, Alessandra Balestrazzi, e il Referente del Rapporto con le istituzioni, Luca Menabuoni- Si è trattato di un lavoro d’equipe, le Linee guida, infatti, sono state redatte con un panel multidisciplinare (AIMO, SIFOP, SIAARTI e SISO), con la consulenza metodologica del DEP LAZIO e con l’apporto dei revisori esterni esperti della materia. Speriamo che questo lavoro possa essere utile per i nostri colleghi per uniformare le procedure e contiamo di pubblicare presto anche le Linee Guida sulle terapie intravitreali e sul trattamento del melanoma uveale”. Le Linee guida sono disponibili per la consultazione sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità dedicato alle Linee guida (https://snlg.iss.it/wp-content/uploads/2023/03/LG-109-AIMO_Chirurgia-cataratta-adulti.pdf). “Naturalmente- sottolineano Balestrazzi e Menabuoni- il documento non può essere considerato un documento immodificabile, andrà aggiornato periodicamente alla luce delle evidenze scientifiche”. La cataratta è una alterazione della qualità ottica e della composizione del cristallino che influisce sulla visione. Lo sviluppo della cataratta è di norma correlato all’invecchiamento e può verificarsi in uno o in entrambi gli occhi. Il rischio di sviluppare una cataratta aumenta con ogni decennio di vita a partire dai 40 anni circa. La cataratta è la principale causa di riduzione della capacità visiva in tutto il mondo. Esistono diversi tipi di cataratta, ogni tipo ha la propria posizione anatomica e, a volte, diversi fattori di rischio per lo sviluppo. La chirurgia si è notevolmente evoluta negli ultimi anni, consentendo di passare dall’anestesia generale alla locale e poi a quella topica, ottenuta con la semplice instillazione di colliri anestetici. Questo tipo di anestesia ha permesso di diminuire fortemente i rischi anestesiologici scrivono gli esperti.

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Aggiornamenti sul coronavirus

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Nella settimana 10-16 marzo gli indicatori rilevati dalla cabina di regia Ministero della Salute-ISS risultano stabili, con una lievissima tendenza alla diminuzione. L’incidenza dei casi settimanali per 100.000 abitanti è passata da 41 a 40, mentre il numero di riproduzione Rt relativo ai casi sintomatici è diminuito da 0,97 a 0,94, al di sotto della soglia epidemica per la quattordicesima settimana consecutiva. Il numero complessivo dei casi positivi osservato nella settimana è di 23.730, in calo dell’1,9%, con un tasso di positività stabile in lieve aumento al 5,2%. Sostanzialmente stabili i decessi, passati da 216 a 212 (-1,9%). In calo anche il numero dei ricoverati nelle aree mediche, dove i ricoverati sono diminuiti del 7,9% e il tasso di occupazione è passato dal 4,7% al , mentre nelle terapie intensive il numero dei ricoverati è rimasto stabile a 104 e il tasso di occupazione è stabile all’1% (pagg. 116-117) In base ai dati ISTAT il 2022 si è chiuso con un numero complessivo di 704.091 decessi per qualunque causa, il 3,2% rispetto al 2021 e il 9,1% rispetto alla media del quinquennio prepandemico 2015-19. Nel triennio 2020-2022 il numero dei decessi per qualunque causa in Italia è stato pari a 2.132.702, superiore di 202.652 unità (+10,1%) rispetto alla media del quinquennio prepandemico 2015-2019. I decessi in eccesso del triennio superano di oltre 25.000 unità (+14,4%) i 177.092 decessi ufficialmente attribuiti al Covid-19 in base ai dati ufficiali del Ministero della Salute al 31 dicembre 2022. (pagg. 118-120)

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Dialoghi sulla Legalità: oltre 2000 iscritti al Corso di formazione di Sapienza

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Iscrizioni record al primo Corso gratuito universitario che promuove i Valori costituzionali e la lotta alle mafie e alla violenza. In occasione della Giornata nazionale della memoria in ricordo delle vittime delle mafie Sapienza intende rinnovare il suo impegno con l’avvio del nuovo corso di formazione gratuito Dialoghi sulla legalità, nato con l’obiettivo di promuovere la condivisione dei principi costituzionali e l’impegno contro le mafie e la violenza.Il corso, inaugurato lo scorso venerdì 17 marzo con le presentazioni del progetto “Viaggio virtuale delle narrazioni dei territori” e del Premio per tesi di laurea sulla legalità, ha visto i saluti della Magnifica Rettrice Antonella Polimeni e del Presidente del Corso Massimo Brutti, professore emerito Sapienza e già membro laico del Consiglio Superiore della magistratura e sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa e al Ministero dell’Interno.La prima lezione “Contrasto alle mani delle mafie su città e territori” è stata tenuta dalla Prorettrice al Public Engagement Daniela De Leo, con la partecipazione di Marina Marino, urbanista che ha lavorato in diversi comuni già sciolti per mafia. Il percorso formativo, che prevede 11 appuntamenti a cadenza settimanale, sarà arricchito dalla presenza di testimonial che, in una prospettiva dialogica, solleciteranno riflessioni inter e transdisciplinari sui temi della legalità, declinati in tutti gli ambiti della conoscenza (medicina, scienze sociali, scienze umane, ingegneria, architettura, informatica ecc).Al corso parteciperanno, tra gli altri, Gherardo Colombo, ex magistrato, giurista, saggista e scrittore italiano; Guido Parisi, capo del Corpo nazionale del Vigili del Fuoco; Maria Luisa Pellizzari, vice capo vicario della Polizia e prima donna a dirigere lo SCO Servizio Centrale Operativo; Tina Montinaro, donna vittima della Mafia; Giuseppe Busia, presidente dell’Anac Autorità Anticorruzione. Sarà possibile seguire i vari incontri al link presente sul sito d’Ateneo.

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