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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°165

Reddito fisso e valute: interesse per Treasury USA e obbligazioni IG, yen declassato a “neutrale”

Posted by fidest press agency su martedì, 28 marzo 2023

A cura della Strategy Unit di Pictet Asset Management. Le pressioni inflazionistiche si stanno dimostrando più persistenti del previsto. Il valore sorprendentemente alto dell’inflazione core statunitense a gennaio ha portato il mercato a pensare che la Fed avrebbe potuto alzare i tassi di interesse sino a un picco del 5,5%, circa 30 punti base in più rispetto alle attese di mercato del mese scorso. Le prospettive di rialzo si sono poi ridimensionate (tornate a ridosso del 5%) dopo le difficoltà che hanno colpito il comparto delle piccole banche USA.Nonostante le diverse incognite del periodo, le nostre previsioni di un calo dell’inflazione statunitense rimangono invariate: crediamo infatti che l’inflazione dei prezzi al consumo core (core CPI) scenderà al 3,4% entro la fine dell’anno. È probabile che le pressioni sui prezzi diminuiranno se le Banche Centrali continueranno a ridurre lo stimolo monetario e se le strozzature lungo le catene di approvvigionamento continueranno ad allentarsi. Anche il mercato del lavoro avrà un ruolo chiave. Qui vediamo già segnali di un picco dell’inflazione salariale, un fattore determinante per la pressione sui prezzi.Ecco perché continuiamo ad avere una visione costruttiva sui Treasury USA. Abbiamo inoltre approfittato delle valutazioni interessanti registrate tra la seconda metà di febbraio e l’inizio di marzo (quando i titoli di Stato statunitensi sono tornati a un rendimento a 10 anni del benchmark attorno al 4%, superiore alla nostra stima del fair value sul lungo termine del 3,5%).E quel che vale per i Treasury vale ancor di più per le obbligazioni statunitensi investment grade: non solo le deviazioni standard dei loro rendimenti a fine febbraio erano 1,5 volte al di sopra della media degli ultimi 20 anni, ma hanno superato anche il dividend yield di alcuni titoli dai dividendi più elevati al mondo. Particolarmente interessanti sono i titoli a breve scadenza emessi da società in settori difensivi.Apprezziamo anche le obbligazioni statunitensi indicizzate all’inflazione, i cui rendimenti reali a due anni si aggirano intorno al 2% e paiono particolarmente interessanti. Questi rendimenti sono anche superiori al dividend yield dell’indice S&P500 per la prima volta dal 2009. Per il resto, continuiamo a sovrappesare il debito in valuta locale dei mercati emergenti.Le Banche Centrali delle economie emergenti stanno fornendo stimoli monetari per sostenere la ripresa e incentivare i prestiti.Per le obbligazioni più speculative, vediamo spread di rendimento più alti di circa 400 punti base rispetto ai titoli di Stato e che potrebbero potenzialmente raddoppiare nei prossimi mesi. Nel lungo termine, tuttavia, prevediamo un rafforzamento dello yen. Riteniamo infatti che l’attuale fase di allentamento monetario non sia sostenibile; anzi, pensiamo che la BoJ stia solo preparando il terreno per abbandonare in modo ordinato la controversa politica di controllo della curva dei rendimenti nel corso dell’anno, prima di uscire finalmente dalla politica dei tassi di interesse negativi.

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