Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°165

SVB, Credit Suisse e ora Deutsche Bank: è l’inizio di una crisi del sistema bancario?

Posted by fidest press agency su martedì, 28 marzo 2023

A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm. Oggi il panico bancario sembra essere quantomeno parzialmente diminuito, con Deutsche Bank in positivo dopo l’apertura dei mercati, seppur non abbia ancora recuperato dopo la caduta di venerdì. La tensione e il nervosismo rimangono alti anche se i fondamentali, a nostro parere, sono abbastanza solidi da reggere le tensioni per il momento. Ci aspettiamo una settimana altamente volatile, dopo un periodo intenso per il sistema bancario globale e le banche centrali. Occorre sottolineare, però, come il sistema bancario europeo e statunitense oggi sia più solido che in passato e che, a differenza del 2008, al momento non vi sono titoli tossici in grado di scatenare conseguenze negative a cascata. Il grafico seguente paragona il tier 1 ratio di oggi a quello della Grande Crisi finanziaria, dove con tier 1 ratio si intende l’indicatore che valuta il grado di capitalizzazione di una banca in rapporto agli assets (pesati per il rischio) e il rischio che grava sulla banca stessa. Dal grafico risulta evidente, per prima cosa, che le banche dei Paesi Sviluppati sono certamente più robuste rispetto al 2008. Inoltre, le banche europee sono certamente più solide delle contropartiamericane. Crediamo che questi numeri, già molto robusti, verranno ulteriormente rafforzati con questa crisi. Sul fronte USA, si nota come le riserve delle banche americane risultino ben superiori ai livelli pre-2008, soprattutto per quanto concerne i grandi istituti di credito, che presentano una situazione ancora relativamente solida, nonostante la volatilità del 2022. Le banche di dimensioni medio-piccole, invece, pur essendo più esposte al rischio, non rappresentano una così grave minaccia per il sistema bancario e l’economia globale. Tutto ciò ci porta a concludere che, se da una parte il sistema bancario, anche grazie all’azione perentoria delle banche centrali, rimane sufficientemente resiliente, dall’altro gli effetti di questa crisi si ripercuoteranno anche sull’economia reale. Prevediamo quindi un rallentamento dell’attività economica: più le banche assumeranno posizioni conservatrici, più ci aspettiamo che le condizioni del credito si inaspriranno, provocando verosimilmente effetti di medio termine anche su famiglie e imprese, dal momento che è aumentata anche la probabilità di una recessione nei prossimi 12 mesi. D’altro canto, la probabile stretta sul credito e il rallentamento delle economie avranno quantomeno un impatto positivo sull’inflazione.È importante sottolineare che le implicazioni della crisi bancaria sul percorso di rialzo dei tassi non sono certe, con la Bce che ha ribadito l’importanza di non confondere stabilità finanziaria e stabilità dei prezzi. La Banca Centrale Europea ritiene infatti che i suoi strumenti di bilancio siano in grado di gestire la stabilità finanziaria dell’Eurozona, lasciando che i tassi di interesse si occupino dell’inflazione. La Fed, da parte sua, ha alzato i tassi, anche se in modo meno incisivo, dando peso alle turbolenze del settore bancario, ma mantenendo come obiettivo primario la lotta all’inflazione. La nostra diversificazione si rivela efficace, con le posizioni in obbligazioni sovrane che hanno registrato buone performance compensando alcune delle componenti più rischiose dei portafogli. (abstract by http://www.moneyfarm.com)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

 
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: