By Christophe Nagy, Gestore del fondo Comgest Growth America di Comgest. In concomitanza con il periodo di pubblicazione degli utili del primo trimestre, il mercato azionario statunitense si mantiene all’interno del range. I segnali di un raffreddamento dell’economia, dai deboli dati sui noli all’aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione, sono numerosi. Nonostante ciò, la spesa per consumi non cede e le aree di criticità si limitano agli investimenti aziendali. I timori di marzo riguardanti le banche regionali sembrano sotto controllo, grazie al forte impegno delle autorità di regolamentazione statunitensi per garantire tutti i depositi. Questa situazione costituirà comunque un piccolo freno al credito bancario e quindi all’attività economica. Microsoft, la nostra posizione più solida, ha registrato un incremento dei ricavi del 10% nel primo trimestre del 2023, trainata dalla crescita sostenuta della linea di business Azure, che registra un’espansione del 31% su base annua a cambi costanti. Office 365 rimane il secondo pilastro che sostiene la crescita della società, con un incremento dell’11% degli utenti e un aumento del rapporto prezzo/mix del 7% a cambi costanti. L’integrazione dell’intelligenza artificiale in molti prodotti Microsoft è appena iniziata e dovrebbe accrescere ulteriormente l’attrattiva delle sue offerte. Nel primo trimestre i ricavi di Visa sono aumentati del 13% a cambi costanti, grazie a una ripresa del 24% delle attività transfrontaliere. Johnson & Johnson ha registrato ricavi migliori del previsto sia nella divisione farmaceutica che in quella della tecnologia medica, con tassi di crescita organica rispettivamente del 5% e 6%.
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Economy – Finance – Business – Technology
USA: Segnali economici contrastanti
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
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T. Rowe Price – Giappone: segnali di ripresa per i titoli azionari
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
A cura di Daniel Hurley, Portfolio Specialist for Emerging Markets and Japanese Equities, T. Rowe Price. L’azionario giapponese è diventato rapidamente il mercato sviluppato più amato dagli investitori globali: il 17 maggio, il Topix ha raggiunto un picco che non si vedeva dall’agosto del 1990, e questo slancio non mostra segni di rallentamento. Nonostante siano ancora sottopesati rispetto ad altri mercati sviluppati, gli investitori esteri sono stati acquirenti netti di azioni giapponesi per sei settimane consecutive, il che indica una crescente fiducia nelle prospettive economiche del Paese. Riteniamo quindi ci siano diversi motivi per prendere in considerazione l’azionario giapponese in questo momento. Tuttavia, esistono delle sfide che dovranno essere affrontate affinché il Giappone continui a brillare nel lungo periodo.Il Topix giapponese è in rialzo del 14,1% su base annua e scambia a 14,3 volte il rapporto prezzo/utili sulla base degli utili stimati per il prossimo anno fiscale, mentre l’S&P 500 è in rialzo dell’8,3% e a 19 volte. Tuttavia, nonostante il forte inizio d’anno, le valutazioni rimangono molto attraenti, soprattutto se confrontate con quelle degli Stati Uniti, ma il vero motivo di interesse è il miglioramento dei rendimenti e della governance del Giappone, storicamente più deboli. L’economia nazionale si sta riprendendo con forza dopo la pandemia, grazie alla ripresa dei consumi interni e all’aumento dei turisti a Tokyo. Anche l’economia cinese si sta riaprendo e riprendendo, e rimane il principale partner commerciale del Giappone, il che favorisce diversi esportatori e gruppi industriali giapponesi. Pertanto, gli investitori guardano ora al Paese del Sol Levante come un’opzione per beneficiare della riapertura della Cina senza investire direttamente in Cina. Date le attuali condizioni di mercato, ci aspettiamo opportunità di investimento in aziende “quality growth” che sono in grado di aumentare costantemente la crescita degli utili nel tempo, nonché in aziende “transformation” che stanno dando priorità al miglioramento della governance e dei rendimenti per gli azionisti. Vediamo anche segnali che indicano che la sovraperformance del Value rispetto al Growth negli ultimi due anni e mezzo si sta placando, mentre il Growth sembra ipervenduto dopo una rapida rotazione. I tassi di cambio favorevoli del Giappone potrebbero inoltre creare un contesto favorevole per i titoli Growth, mentre la selezione attiva dei titoli e l’analisi fondamentale sono elementi chiave per individuare queste società. Nonostante le sfide che il mercato azionario giapponese potrebbe dover affrontare, rimaniamo ottimisti e riteniamo che al momento rappresenti un’opportunità potenzialmente promettente per gli investitori. Il Paese si sta gradualmente riprendendo dalla pandemia e le riforme attuate negli ultimi sette anni cominciano a essere riconosciute dagli investitori stranieri. Dando priorità ai fondamentali bottom-up, siamo certi che gli investitori in grado di individuarli potranno cogliere opportunità e rendimenti. Inoltre, il mercato giapponese, storicamente sottovalutato, offre un’interessante proposta di valore agli investitori stranieri, rendendo il Giappone ancora più interessante come destinazione d’investimento. (abstract by http://www.verinieassociati.com)
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Robeco: Corea del Sud, un vincitore invisibile nella competizione sui veicoli elettrici?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
A cura di Jan de Bruijn, Client Portfolio Manager Emerging Markets di Robeco. L’ascesa dei veicoli elettrici è inarrestabile. L’Autorità internazionale per l’energia (AIE) prevede che le vendite dei veicoli elettrici cresceranno del 35% su base annua nel 2023, raggiungendo 14 milioni di unità, pari al 18% delle vendite globali di nuove auto. La rapida crescita del settore è stata sostenuta dallo sviluppo parallelo di un ecosistema produttivo in Cina che fornisce le batterie.Le case automobilistiche statunitensi ed europee stanno investendo per creare una propria base produttiva per rifornire il settore dei veicoli elettrici e molte si sono impegnate in programmi aggressivi per iniziare a sostituire le linee di prodotti con motori a combustione interna (ICE) con veicoli elettrici nel prossimo decennio. La rivalità geopolitica degli Stati Uniti con la Cina sta complicando la situazione con iniziative politiche e legislative volte a produrre in loco le tecnologie chiave, o almeno ad approvvigionarsi al di fuori della Cina. Ciò potrebbe rendere la Corea del Sud, che può vantare tre produttori di batterie a livello mondiale, un fornitore chiave per l’intero settore dei veicoli elettrici. Il predominio della Cina nella catena di fornitura dei veicoli elettrici riflette il mercato dei consumatori, che è anche il più grande del mondo, con volumi significativi nei segmenti di piccole e medie dimensioni piuttosto che in quelli di fascia alta, dove i veicoli elettrici si sono affermati con grande successo negli Stati Uniti e in Europa. A partire da gennaio 2023, il governo cinese ha posto fine al programma di incentivi per i veicoli elettrici iniziato nel 2010, quando il valore dei veicoli elettrici era ormai consolidato. Anche in molti Paesi europei gli incentivi per i veicoli elettrici sono stati ridotti o eliminati. Ciò è in contrasto con il mercato statunitense, che ha appena iniziato i suoi sforzi di sostegno all’elettrificazione e sta introducendo crediti d’imposta grazie all’Inflation Reduction Act (IRA), entrato in vigore nell’agosto 2022. La legge prevede l’erogazione di 370 miliardi di dollari di sussidi per la transizione energetica degli Stati Uniti, comprese le agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici e le batterie prodotte negli Stati Uniti. Un vantaggio significativo per la Corea del Sud nel settore delle batterie è la presenza di grandi fornitori nazionali di input. I materiali catodici sono un elemento strategico importante che rappresenta il 40-50% dei costi delle batterie dei veicoli elettrici e la Corea del Sud ospita alcune aziende leader di materiali catodici. Le aziende automobilistiche hanno rafforzato la cooperazione con le aziende produttrici di materiali catodici oltre che con le aziende produttrici di batterie; tuttavia, i produttori di batterie sudcoreani hanno storicamente forti relazioni con questi fornitori che, a nostro avviso, conferiscono loro un vantaggio competitivo. SNE Research prevede che il mercato globale dei materiali catodici crescerà da 32 miliardi di dollari nel 2022 a 83 miliardi di dollari nel 2030.La Cina detiene una posizione dominante a livello globale per quanto riguarda tutti questi input, con la Corea del Sud e il Giappone come unici rivali, e questo in futuro potrebbe dare ai fornitori sudcoreani e giapponesi un potere di determinazione dei prezzi con i consumatori statunitensi. Manteniamo un forte sovrappeso sulla Corea del Sud. I fondamentali macro sono relativamente forti e stabili, mentre la Corea del Sud è stata tra i primi ad aumentare i tassi d’interesse per contrastare il forte aumento dell’inflazione registrato in tutto il mondo. La Corea del Sud è stata anche all’avanguardia nelle iniziative di crescita green e dispone di un quadro politico articolato per una crescita sostenibile sia a breve che a lungo termine. Ciò andrà a vantaggio di molte aziende sudcoreane, soprattutto quelle che operano nel settore dell’export, poiché la Corea del Sud ha un’ampia esposizione al settore dell’energia pulita. (abstract by http://www.verinieassociati.com)
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Ingegneria gestionale: una sfida verso il futuro
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
Parma Sono trenta le studentesse e gli studenti del corso di laurea magistrale in Ingegneria Gestionale dell’Università di Parma che hanno appena terminato il semestre al NJIT (New Jersey Institute of Technology), una tra le più prestigiose università del New Jersey, con cui l’Ateneo di Parma collabora da vent’anni. Il NJIT ha un’offerta didattica a 360 grandi in ambito tecnico con laboratori all’avanguardia dove ragazze e ragazzi ricevono una formazione non solo teorica ma anche applicativa. Soloo nell’ambito degli Stati Uniti d’America, attraverso la collaborazione con il NJIT, il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma ha attivi quattro percorsi con doppia titolazione (nei corsi magistrali di Ingegneria Gestionale, Ingegneria Meccanica, Engineering for the Food Industry e Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio). Al termine del percorso accademico si ricevono due titoli di laurea magistrale: italiano e americano, legalmente riconosciuti nei rispettivi Stati. Aspetto senz’altro importante, questo, soprattutto da un punto di vista curriculare, come è dimostrato anche dal fatto che le laureate e i laureati vanno poi a ricoprire ruoli rilevanti in prestigiose realtà nazionali e internazionali. È sulla base di questo concetto che si basa il prestito d’onore concesso da Crédit Agricole Italia a supporto delle spese che studentesse e studenti dovranno sostenere durante il percorso e che sarà restituito dopo l’inserimento nel mondo del lavoro.Giovedì 15 giugno alle 16.30 nell’aula D della Sede Didattica di Ingegneria e in modalità telematica su Teams (a questo link https://urly.it/3vh79) è in programma l’incontro di presentazione per studentesse e studenti interessati al percorso di doppio titolo (double degree) in Ingegneria gestionale (corso di laurea magistrale) con il New Jersey Institute of Technology. All’appuntamento parteciperanno gli organizzatori, per fornire tutte le informazioni necessarie, ma anche studentesse e studenti appena tornati dagli Stati Uniti per portare la loro diretta testimonianza. In apertura i saluti istituzionali della Prorettrice alla Didattica e Servizi agli studenti Sara Rainieri, del Direttore del Dipartimento di Ingegneria e Architettura Antonio Montepara, del docente Paolo Cova e del Responsabile della UO Internazionalizzazione di Ateneo Alessandro Bernazzoli. A seguire la descrizione del progetto formativo da parte del coordinatore Roberto Montanari (Università di Parma), la presentazione dei supporti finanziari del progetto (Michela Barella, Crédit Agricole Italia), il piano degli studi e gli aspetti organizzativi/procedurali (Lucia Orlandini e Simona Bertocchi, Università di Parma) e le esperienze dirette delle studentesse e degli studenti dell’anno accademico 2022-2023.
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Intelligenza artificiale e rapporti bancari
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
Roma 31 maggio, alle ore 14:30, si confronteranno giuristi e accademici presso l’Università degli Studi Link, Biblioteca dell’Ateneo Via del Casale di S. Pio V, nel convegno “L’intelligenza artificiale nei rapporti bancari”.Le implicazioni dell’intelligenza artificiale influenzeranno il settore bancario. Questo, inevitabilmente, solleva parecchie questioni giuridiche: automazione, privacy dei dati, tutela dei consumatori sono solo alcuni degli elementi che incombono sui rapporti tra banche, clienti e intermediari finanziari. I relatori coinvolti saranno Claudio Sconamiglio, ordinario di diritto privato presso l’Università Tor Vergata di Roma; Marisaria Maugeri, ordinaria di diritto privato presso l’Università degli di Catania; Fernando Greco, associato di diritto privato e diritto del risparmio presso l’Università del Salento; Pietro Sirena, ordinario di diritto civile, diritto privato comparato e diritto europeo dei contratti presso l’Università Bocconi; Lara Modica, ordinaria di diritto privato presso l’Università di Palermo; Francesca Bartolini, associata di diritto privato presso l’Università degli Studi Link di Roma. Introduce Massimo Proto, ordinario di diritto privato presso l’Università degli Studi Link. Modera Massimo Zaccheo, ordinario di istituzioni di diritto privato all’Università degli studi Roma ‘La Sapienza’. Interviene Roberto Ciciani, dirigente generale del Dipartimento del Tesoro Direzione VI – Interventi Finanziari nell’Economia, MEF. Conclude Guido Alpa, ordinario di diritto civile presso l’Università degli studi Roma ‘La Sapienza’.
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In quali territori andranno i fondi del Pnrr contro il dissesto idrogeologico
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
Alla luce delle drammatiche vicende che hanno colpito l’Emilia Romagna nelle ultime settimane, da più parti è arrivata la richiesta di destinare una parte dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) alla ricostruzione. Occorre precisare però che uno specifico investimento per la riduzione del rischio idrogeologico è già presente nel piano e che parte dei fondi previsti è già stata assegnata per un importo complessivo di circa 1,15 miliardi. Questi fondi sono dedicati a progetti finalizzati alla ricostruzione di infrastrutture che erano state colpite da eventi calamitosi precedenti rispetto a quelli delle ultime settimane. Discorso diverso riguarda gli interventi finalizzati alla messa in sicurezza, al monitoraggio e alla prevenzione. Questi fondi infatti, pari a circa 1,29 miliardi, devono ancora essere assegnati, anche se il processo di selezione dei progetti è già partito. In attesa della proposta di revisione complessiva del piano, promessa dal governo entro agosto, sono queste le risorse che potenzialmente potrebbero essere reindirizzate alla ricostruzione. Tuttavia va detto che i fondi Pnrr hanno una destinazione precisa, legata a misure specifiche e la possibilità di dirottarli su interventi diversi non è così scontata. (fonte openpolis)
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Capital Group: Perché la prossima ripresa economica potrebbe rivelarsi più forte del previsto
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
A cura di Jared Franz, Economista di Capital Group.L’aggressiva campagna di rialzi dei tassi d’interesse della Federal Reserve statunitense, volta a contrastare la persistente inflazione, ha aumentato il rischio di recessione. Le recenti turbolenze del settore bancario, che probabilmente daranno luogo a un inasprimento delle condizioni del credito, potrebbero aumentare tale rischio. Con un’inflazione ancora superiore all’obiettivo del 2% della Fed e un mercato del lavoro rigido, la banca centrale ha ancora molto lavoro da svolgere. Alla luce dei recenti dissesti bancari, riteniamo che la Fed potrebbe adottare un approccio più moderato agli aumenti dei tassi, pur restando pronta a rialzarli finché l’inflazione non rallenterà ulteriormente. Al momento prevediamo un calo dell’1,0% del prodotto interno lordo (PIL), ovvero quella che verrebbe considerata una “lieve” recessione. Questo non significa sminuire l’impatto della recessione sugli individui. Le recessioni, per quanto lievi, possono essere dolorose.L’indebolimento del mercato immobiliare è un altro fattore di rischio. A marzo le vendite sono diminuite e i prezzi delle abitazioni sono scesi per il secondo mese consecutivo. Tuttavia, ci aspettiamo che i prezzi possano subire un ulteriore ribasso del 10%, per poi riprendere slancio. Ciò contribuirà a limitare l’eventuale deterioramento dei bilanci delle famiglie, che potrebbe fornire impulso alla fiducia dei consumatori. Se ci sarà, crediamo che la ripresa sarà più forte rispetto ai cicli precedenti per due ragioni. In primo luogo, potrebbe non essere necessaria una riduzione della leva finanziaria su larga scala come è avvenuto durante la crisi finanziaria globale. Certo, il mercato del lavoro USA si è indebolito di recente e una recessione di qualsiasi entità farà probabilmente aumentare la disoccupazione dato che le società annunciano licenziamenti. Tuttavia, ha mostrato una forza costante, con 236.000 posti di lavoro in più a marzo. Perché? I cambiamenti strutturali nei mercati del lavoro hanno modificato le dinamiche della domanda e dell’offerta di lavoro. Prevediamo che una moderazione dell’inflazione sosterrà ulteriormente la forza dei consumatori. Anche se ci vorrà del tempo prima che la Fed riporti l’inflazione al suo obiettivo del 2,0%, riteniamo che sarà contenuta attorno al 3,0%. Un’inflazione contenuta probabilmente aumenterà la fiducia dei consumatori. E se i salari si mantengono alti, la sensazione è quella di un vero e proprio aumento salariale. Prevediamo inoltre che entro il 2025 l’inflazione si avvicinerà al 2,0%-2,5%. Pensiamo che assisteremo anche a incrementi della produttività grazie all’automazione e alla crescente diffusione dell’intelligenza artificiale. Ciò potrebbe costituire uno stimolo per l’economia, contribuendo a gestire l’aumento del costo del lavoro. Detto questo, non ci aspettiamo che questi aumenti di produttività compensino le esigenze di assunzione nel breve e medio periodo.Prevediamo inoltre che la domanda di alloggi si intensificherà una volta usciti dalla recessione. I solidi fondamentali del mercato del lavoro, i bilanci delle famiglie e un’inflazione moderata potrebbero portare, secondo le nostre stime, a una crescita del 3,0% nel settore dei beni di consumo statunitense. Questo dato è essenziale perché i consumatori rappresentano circa il 67% dell’economia USA. È importante precisare che una recessione causerà una certa contrazione del mercato del lavoro ma prevediamo che quest’ultimo registrerà una ripresa. In passato, il mercato azionario ha sempre avuto la tendenza ad anticipare le riprese, precedendo qualsiasi svolta dell’economia. (abstract by http://www.verinieassociati.com)
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Schroders – Globalizzazione a un bivio: quali mercati ne trarranno vantaggio?
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
A cura di Andrew Rymer, Senior Strategist, Strategic Research Unit e David Rees, Senior Emerging Markets Economist, Schroders. Con la fine di questo ciclo economico e il regime shift, cioè l’emergere di un nuovo ordine mondiale, il futuro della globalizzazione ha catturato sempre più l’attenzione dei mercati e degli investitori. Nearshoring, reshoring, onshoring, diversificazione delle supply chain, friendshoring, slowbalisation, de-globalizzazione, persino ri-globalizzazione sono termini utilizzati per inquadrare questo tema. Qualunque sia il termine, tutti questi elementi racchiudono una qualche forma di potenziale disruption all’era della globalizzazione, iniziata realmente negli anni Novanta. La suddivisione delle diverse fasi di produzione, spesso localizzate in diverse aree geografiche, ha offerto vantaggi quali costi inferiori, economie di scala, specializzazione e maggiore efficienza. La globalizzazione ha visto un cambiamento radicale nella produzione manifatturiera, con la Cina che è diventata così dominante da essere spesso definita la fabbrica del mondo.Quali economie potrebbero beneficiare dei cambiamenti delle catene di approvvigionamento?Secondo la nostra ricerca, tra le 20 economie che ne beneficerebbero maggiormente, gran parte sono emergenti.La nostra analisi mostra che l’India è il mercato più interessante per le multinazionali che vogliono diversificare la loro esposizione produttiva. Si prevede che entro il 2028 offrirà il più grande bacino di manodopera in età lavorativa. Altri fattori a sostegno della sua posizione sono un costo del lavoro relativamente inferiore e una produttività relativamente elevata. Tuttavia, l’India non ha un buon punteggio per quanto riguarda la libertà d’impresa. Il Vietnam è il secondo classificato. I costi salariali relativamente bassi, la produttività competitiva e la popolazione in età lavorativa rendono questa economia una destinazione interessante, anche se il suo punteggio in termini di libertà d’impresa è meno positivo. La Corea del Sud occupa una buona posizione, sostenuta dalla classifica della libertà d’impresa e dalla produttività. Anche la Thailandia e l’Indonesia sono tra i Paesi più competitivi a livello regionale, grazie ai costi salariali e alle dinamiche demografiche.I mercati di frontiera come Bangladesh, Kenya e Pakistan si posizionano tra i primi 20, in gran parte grazie a costi salariali più bassi e a dinamiche demografiche favorevoli.Anche i mercati dell’Europa centrale e orientale sono presenti nella top 20, guidati dalla Polonia. La produttività è un importante fattore per gran parte di essi, così come la libertà d’impresa. Il Messico, spesso citato in relazione al nearshoring, si colloca al 17° posto, grazie soprattutto a salari competitivi e dinamiche demografiche favorevoli. Anche Germania e Stati Uniti si posizionano relativamente in alto, con livelli elevati di libertà imprenditoriale che compensano un maggior costo del lavoro.Le opportunità variano a seconda del mercato. Nei mercati sviluppati, le opportunità sono più legate alla produzione ‘smart’. Al contrario, nei mercati emergenti e in Vietnam le opportunità riguardano più il settore manifatturiero ad alta intensità di lavoro. Se la Cina fosse inclusa in questo diagramma, figurerebbe nel segmento centrale. Ciò evidenzia la continua attrattiva di Pechino come destinazione manifatturiera, anche se alcune multinazionali potrebbero essere motivate a ridurre la loro dipendenza dalla Cina.La riorganizzazione della globalizzazione è un tema che i gestori attivi focalizzati sui mercati emergenti dovrebbero essere in grado di cogliere. La maggior parte dei mercati segnalati come vincenti sono emergenti e, almeno in teoria, è possibile adottare un approccio attivo per analizzare da vicino e filtrare i titoli legati a questo tema. Se da un lato la mappatura del settore può essere sensata, dall’altro è necessario prestare attenzione anche a fattori e valutazioni specifiche dei titoli. Questo tema ha suscitato un certo clamore e il rischio è che i prezzi di alcuni titoli prezzino già l’opportunità futura. La de-globalizzazione sarà un tema importante sul lungo termine e l’impatto su Paesi, settori, industrie e azioni sarà molto variabile. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che il cambio di regime preannuncia un cambiamento nell’economia globale, con conseguenze per le economie e i mercati. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)
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Aktia AM – Variabili macro sotto controllo, è ora di investire negli high yield europei. Anche in Italia
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
A cura di Tapio Jokisaari, Lead Portfolio Manager, Aktia European High Yield+, Aktia AM, asset manager rappresentato in Italia da Amchor IS I rischi posti dall’inflazione si sono rivelati meno pericolosi del previsto e anche i timori per una recessione in Europa si sono affievoliti. Per questo potrebbe essere il momento di investire in emissioni ad alto rendimento europee con una gestione rigorosamente attiva. L’occupazione in Europa non ha infatti subito contraccolpi, lasciando potere di spesa ai consumatori, nonostante l’aumento dei prezzi. La stessa inflazione appare sotto controllo, con i costi dell’energia in ridimensionamento. I tassi di interesse dovrebbero dunque essere vicino al picco e potrebbero iniziare a scendere l’anno prossimo. Anche i livelli di fallimento delle aziende non si sono impennati: secondo Moody’s dovrebbero salire al 4% di qui ad un anno rispetto al 2-3% degli ultimi anni. Restano alti invece i rendimenti nel segmento delle emissioni high yield europee, che ha visto nel 2021 un alto numero di emissioni: gli yield sono saliti mediamente all’8% rispetto ad una media del 3% dell’era pre-Covid. I rendimenti elevati rappresentano anche un cuscinetto rispetto ad eventi avversi futuri, che potrebbero portare ad un allargamento degli spread, rendendoci ottimisti per questa asset class anche guardando avanti.Tipicamente gli operatori di private equity, infatti, hanno un grande focus sulla generazione di cassa della società in cui investono. Sono inoltre investitori professionali e quindi garantiscono standard di governance e di trasparenza maggiori.Oltre ai temi legati all’investimento sostenibile, puntiamo sugli ibridi high yield di emittenti investment grade, come è il caso di Telefonica ed Energias de Portugal, per cui non dobbiamo preoccuparci del rischio di credito. Pensiamo ci sia valore, inoltre, sui subordinati Additional Tier 1 di banche e assicurazioni come Llodys, SocGen e BNP Paribas che, recentemente penalizzati dalla vicenda Credit Suisse, oggi rendono quasi il 10%.L’investimento in obbligazioni AT1 consente di diversificare il rischio rispetto ad un’esposizione ai soli bond societari puri. Storicamente, i rendimenti delle obbligazioni AT1 sono stati maggiori di quelli dei bond societari high yield, anche se accompagnati da una altrettanto superiore volatilità. Nella selezione degli emittenti AT1 ci avvaliamo dei nostri colleghi specializzati in investment grade.Ci piace anche il debito di Telecom Italia, una posizione che si potrebbe definire “event-driven”, che abbiamo assunto quando lo spread ha iniziato ad allargarsi alla fine del 2021. Puntiamo infatti sulle implicazioni potenzialmente positive per gli obbligazionisti che verranno dalla cessione della rete fissa in termini di riduzione dell’indebitamento complessivo. Ancora in Italia investiamo nel produttore di occhiali Marcolin, che continua ad offrire rendimenti del 10% nonostante un business solido, e in Ima, un’azienda che riteniamo sia molto ben gestita e che attualmente mette la riduzione del debito prima del pagamento di dividendi. Guardiamo infine opportunisticamente ad aziende detenute da singole famiglie, che spesso hanno problemi di governance e di trasparenza ma hanno bisogno di capitali. Le emissioni ad alto rendimento in questo segmento hanno tipicamente come collaterale le azioni della società e quindi rappresentano una opportunità interessante, anche in Italia. L’area di investimento opportunistica in cui abbiamo investito più di recente è quella delle obbligazioni senior delle società immobiliari nordiche, che sono state messe sotto pressione dal contesto di tassi di interesse più elevati. Alla fine dell’anno scorso abbiamo costituito una posizione su tre di queste società, che hanno ancora un rating investment grade ma le cui obbligazioni sono scambiate a livelli di high yield. (abstract fonte: http://www.verinieassociati.com)
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Mercato dell’aviazione: cambiamento cercasi!
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
A cura di Paolo Paschetta, Equity Partner, Country Head Italia di Pictet Asset Management. Il trasporto aereo è responsabile di un miliardo di tonnellate di emissioni annue di diossido di carbonio, ovvero il 2% circa del totale delle emissioni. Considerando che, da attese, il settore dell’aviazione continuerà a crescere e che la domanda di trasporto aereo salirà in media del 4,3% annuo nei prossimi 20 anni[, esso dovrà darsi “una ripulita” per raggiungere i target dell’ONU nella lotta al cambiamento climatico. Parliamo principalmente di trasporto passeggeri che, secondo le stime della International Air Transport Association, peserà nel 2023 il 67% del totale (con un 33% legato al trasporto merci). Uno dei principali ostacoli che si ravvedono nella transizione dell’aviazione verso modelli ottimizzati e a basso impatto è, invece, il peso: l’energia contenuta nel carburante degli aerei è di 12.000 watt/ora per kg, contro i 250 watt/ora per kg delle batterie al litio, che per eguagliare la potenza arriverebbero quindi a raggiungere pesi ben più elevati. Tuttavia, i motori a combustione tradizionale sono efficienti un terzo rispetto ai motori elettrici quando si tratta di convertire l’energia in potenza. Sempre i motori elettrici, inoltre, sono meno costosi: secondo BloombergNEF, nel 2022 i costi dell’energia per gli aerei alimentati a batteria sono stati inferiori ai prezzi del carburante per gli aerei tradizionali. In linea generale, la rapida innovazione tecnologica accelererà l’elettrificazione dei trasporti, come quella di edifici e fabbriche. Una maggiore consapevolezza da parte di consumatori e aziende e maggiori economie di scala da sfruttare nella fase di produzione di apparecchi sostenibili, amplierà questo universo di investimento che ha ancora importanti sfide da affrontare. Il tema della sicurezza resta inoltre centrale per la parte che contempla l’integrazione di nuovi software capaci di migliorare i sistemi di controllo, ma anche di sviluppare tecnologie in grado di simulare situazioni critiche risolvendole a monte. Un’alternativa al più efficiente motore elettrico potrebbe essere rappresentata dai motori ibridi, che hanno il potenziale per ridurre il consumo energetico del 30% sui voli fino a 50 posti; secondo Matheu Parr, le soluzioni ibride sono in grado di migliorare l’efficienza delle turbine a gas di circa il 2-4%. In base alle stime di Borschberg, nei prossimi 20 anni gli aeromobili elettrici saranno utilizzati esclusivamente per i voli di breve tratta. Per le lunghe tratte si passerà invece a soluzioni ibride e infine si arriverà a volare in elettrico. Iniziare dai mezzi più piccoli permetterà di raccogliere dati fondamentali, fornendo agli ingegneri un’esperienza in materia che si rivelerà di grande valore.Un’altra soluzione vede, invece, l’entrata in scena dell’idrogeno, che può essere bruciato come accade nei motori a combustione o usato nelle celle a combustibili (che potrebbero affiancare i motori esistenti). L’uso di idrogeno liquido risulta comunque particolarmente complesso, poiché richiede temperature di stoccaggio estremamente basse e quindi difficili da raggiungere. Vi è poi un’altra questione: quella della sostenibilità dell’idrogeno e delle sue modalità d’estrazione. Mentre l’idrogeno rappresenta oggi un progetto dall’alto potenziale, i motori elettrici hanno già fatto la loro comparsa nel mondo dell’aviazione. Per esempio, gli idrovolanti canadesi, usati a Vancouver per i voli passeggeri fino ai 30 minuti, stanno passando all’elettrico. Aerei elettrici vengono, inoltre, utilizzati per l’addestramento dei piloti. Il passaggio a voli completamente sostenibili richiederà ancora un po’ di tempo, ma si sta andando nella giusta direzione.
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L’azionario italiano ha registrato la miglior performance da inizio anno
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
Un’opzione interessante per gli investitori è quella di puntare sulle eccellenze italiane, storie di successo a livello imprenditoriale e borsistico che contribuiscono a instaurare un circolo virtuoso a supporto dell’economia reale del Paese. L’AMC Italia Top Selection (ISIN XS2484667311) è emesso da BNP Paribas, è quotato sul mercato EuroTLX al valore nominale di 1.000 euro e, come tutti i certificati, è prezzato continuamente, quindi acquistabile o vendibile in qualunque momento. Si tratta di uno strumento open end, ovvero senza scadenza, che consente un’elevata flessibilità, in quanto il team di Advisory & Gestione può scegliere il livello di liquidità del portafoglio modello, fino ad un massimo del 50%. Nel caso dell’AMC Italia Top Selection il ruolo di Index Advisor è svolto dal team di Advisory & Gestione di Intermonte, che applica un processo di investimento organizzato in tre fasi: anzitutto l’analisi macroeconomica, svolta in collaborazione con il Chief Global Strategist Antonio Cesarano, con l’obiettivo di identificare lo scenario macro di riferimento dell’economia italiana, le sue variabili chiave (tassi, valute, commodities…) e, di conseguenza, i settori che possono esserne influenzati in un orizzonte di breve (1-3 mesi) e medio (1 anno) termine. Segue poi una rigorosa analisi dei fondamentali delle società, con particolare attenzione ai casi di discontinuità di gestione aziendale o di forte turnaround che possono offrire upside elevati. L’analisi fondamentale porta alla definizione di un portafoglio “core” con orizzonte di medio-lungo periodo, che rappresenta mediamente il 70% dell’intero portafoglio, e di un portafoglio “tattico” con orizzonte temporale più breve. Infine, occorre ricordare che il team di Advisory & Gestione di Intermonte intrattiene un dialogo costante con le società in portafoglio e, in particolare, con il management delle aziende “core”, che incontra almeno tre volte all’anno. L’efficacia di questo processo di analisi e selezione è confermata dai risultati registrati dal portafoglio modello di Intermonte che il certificato replica (grafico sotto) che ogni anno, sin dal momento del suo lancio nel 2005, ha sempre battuto l’indice FTSE Italia All Share e, a differenza di quest’ultimo, è già riuscito a recuperare i massimi del 2007. In particolare, nel periodo 2005-2022, il CAGR, ovvero il tasso di crescita annuale composto del portafoglio, è stato del 5,15%, mentre quello del Ftse Italia All Share del -0,9% (o dell’1,5% se si considera il reinvestimento dei dividendi come avviene per l’AMC).L’AMC garantisce grande flessibilità non soltanto all’emittente e all’Index Advisor, ma anche all’investitore, che può contare su:costi amministrativi più bassi, che gli consentono di comporre un portafoglio con agilità sia in fase di investimento che di disinvestimento, avendo a disposizione quotidianamente un prezzo trasparente sul mercato SeDeX e TLX, dove gli AMC sono facilmente acquistabili e vendibili; trattamento fiscale favorevole, perché gli eventuali profitti sono classificati come “redditi diversi” e sono compensabili con minusvalenze pregresse, a differenza della maggior parte dei prodotti di investimento presenti sul mercato, che generano “redditi da capitale”, soggetti alla tassazione del 26%; assenza di vincoli UCITS IV, tra cui mancanza di limiti di concentrazione e di un benchmark prestabilito, perché l’obiettivo dell’AMC è la performance assoluta.
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Crisi climatica: entro il 2050 le imprese devono investire 203 miliardi di euro nella transizione
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
Due terzi già nel primo decennio. Le imprese che non adotteranno rapidamente provvedimenti per gestire la transizione climatica, che è tra le cause del dissesto idrogeologico, avranno nel 2050 il 25% in più di probabilità di default rispetto a oggi e il 44% in più di chi invece investe fin da ora. Non solo: per le aziende ad alto rischio fisico (oltre l’8%, concentrate soprattutto in Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta e lungo tutto l’Appennino) si prospetta al 2050 una crescita dei costi annui per la ricostruzione di impianti e strutture pari all’1,6% dell’attivo e dei premi assicurativi fino al 3% del fatturato. A dirlo è uno studio sulle PMI italiane realizzato da Cerved, la tech company che aiuta il Sistema Paese a proteggersi dal rischio e a crescere in maniera sostenibile, prendendo a esempio il Climate Stress Test promosso dalla BCE per valutare la resilienza delle aziende e delle banche ai rischi climatici: Cerved ha integrato gli input forniti dalla BCE con score, modelli e algoritmi di simulazione e proiettato al 2050 i bilanci individuali delle imprese, estrapolando variabili chiave come emissioni, consumi energetici, esposizione al rischio fisico. Tre gli scenari a confronto: transizione “ordinata” (orderly), che procede in modo regolare e concentra i maggiori investimenti nel primo decennio; “disordinata” (disorderly), in cui gli interventi vengono posticipati nel 2030-40, con costi più elevati nel medio termine; scenario “serra” (hot house), in cui si interviene scarsamente, con un conseguente aumento della frequenza e della severità degli eventi fisici. Cerved è già in campo per accompagnare il Sistema Paese in questa grande trasformazione con tecnologie, algoritmi e modelli decisionali”.Nello scenario disordinato si parte con dieci anni di ritardo, e la quota preponderante di investimenti (134,5 miliardi di euro) si concentra tra 2030 e 2040. Nello scenario “serra”, o hot house, si sceglie invece di fare molto poco, investendo appena 121,4 miliardi entro il 2050. Ma non si tratta certo di un risparmio: l’inadempienza aumenta in modo esponenziale il rischio fisico, a partire dal 2040, con conseguente maggiore probabilità di rischio di default e costi assai più alti per le relative ricostruzioni e i premi assicurativi. Non a caso, le emissioni di CO2, che nei primi due scenari finiscono per equivalersi al 2050 tendendo a 0, nello scenario “serra” subiscono una variazione ben poco significativa rispetto ad oggi. È il rischio fisico, infatti, a fare la differenza tra i tre scenari, considerando che anche a causa della conformazione naturale della nostra penisola le PMI si collocano per oltre l’8% nella fascia di rischio fisico alto o molto alto (Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta e la dorsale Appenninica) e per il 13,2% in quella di rischio medio. Gli investimenti portano nel lungo periodo a una riduzione della probabilità di default negli scenari con transizione “ordinata” e “disordinata”, che è invece decisamente in crescita nello scenario “serra”: +25% di rischiosità al 2050 rispetto a oggi e +44% rispetto allo scenario ordinato, in particolare nel Mezzogiorno (dove si passa dall’attuale 3% di rischio di default al 3,8%) e nel Centro (dal 2,9% al 3,7%). Inoltre sono stati considerati, da un lato, i maggiori investimenti necessari alla ricostruzione di impianti e strutture colpiti da frane o da alluvioni, strettamente legate all’innalzamento della temperatura, e dall’altro la crescita dei premi assicurativi richiesti per coprire, almeno in parte, i danni. Al contrario, nello scenario “serra”, per le imprese ad alto rischio fisico queste percentuali salgono rispettivamente all’1,6% e al 3%.
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Ascofind Investitori consapevoli Psicologia e finanza: trucchi per strategie sostenibili
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
7 giugno 2023 live ore 18,30. Warren Buffet sostiene che investire sia semplice, ma non facile. Questo accade perché troppo spesso non si considerano gli aspetti psicologici.In questo webinar vedremo come trasformare le “trappole mentali” studiate dalla finanza comportamentale a vantaggio degli investitori.All’interno del webinar verrà presentato anche un servizio d’intelligenza artificiale applicato alla finanza personale che potrà essere utilizzato, per un periodo di tempo, esclusivamente dai partecipanti al webinar come regalo per i partecipanti. Relatore: Alessandro Pedone, Socio Fondatore e Consulente Senior Tekta SCF Partecipano: Andrea Gonzali, Fondatore Dedalo Invest David Volpe, Consulente finanziario e ideatore del sito di finanza personale davidvolpe.it Moderatore: Massimo Scolari, Presidente Ascofind
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Eccellenze d’Impresa premia le aziende leader che hanno battuto la crisi
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
Milano lunedì 5 giugno 2023 alle 17 a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana in piazza Affari a Milano, con il patrocinio di Borsa Italiana, il Premio Attrattività Finanziaria, organizzato per il sesto anno consecutivo da Eccellenze d’Impresa, la partnership costituita da Arca Fondi SGR, Harvard Business Review Italia e GEA-Consulenti di Direzione. Il Premio, rivolto a tutte le aziende italiane e straniere operanti in Italia, senza limite dimensionale o settoriale, è un riconoscimento che quest’anno sarà assegnato alle imprese che hanno meglio reagito a tre anni di pandemia, agli effetti della crisi della guerra russo-ucraina, all’aumento dei tassi d’interesse e all’inflazione, distinguendosi come impresa eccellente in grado di attrarre l’interesse degli investitori e dei mercati per crescere e intraprendere percorsi di sviluppo. Dopo i saluti di Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana, apriranno la giornata – dal titolo “Dal New Normal al Never Normal: gestire lo sviluppo in condizioni di incertezza” – Enrico Sassoon, presidente di Eccellenze d’Impresa e Corrado Passera, amministratore delegato di illimity. A seguire la tavola rotonda con gli interventi di Luigi Consiglio presidente di GEA – Consulenti di direzione, Giovanna Della Posta amministratore delegato di Invimit SGR, Ugo Loeser amministratore delegato di Arca Fondi SGR e Emma Marcegaglia vicepresidente e amministratore delegato di Marcegaglia S.p.A. Il premio viene attribuito a un vincitore per ciascuna delle due categorie previste: aziende quotate e aziende non quotate. L’edizione 2022 è stata vinta da Comer Industries (azienda quotata) e Marchesi Antinori (azienda non quotata).
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Influencer Marketing: un nuovo protocollo di intesa tra UNC e Assoinfluencer
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
I presidenti Massimiliano Dona e Jacopo Ierussi firmano un accordo per promuovere la trasparenza e il valore dell’influencer marketing. Garantire un rapporto più trasparente tra i consumatori e l’influencer marketing: è questo l’obiettivo del protocollo firmato tra Unione Nazionale Consumatori e Assoinfluencer, il primo sindacato che tutela i diritti degli influencer. “Siamo stati la prima associazione di consumatori ad occuparci di influencer marketing -ha dichiarato Massimiliano Dona, presidente di UNC- e anche grazie al nostro intervento, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha aggiornato la sua Digital Chart con indicazioni più stringenti per chi diffonde contenuti pubblicitari sui social network. Lavorare con Assoinfluencer ci auguriamo che segni una nuova tappa verso un modo di creare contenuti sui social improntati alla qualità e alla trasparenza nell’interesse dei consumatori, ma anche dell’intero sistema che acquisti ancora più credibilità e valore”. “È crescente l’attenzione e l’impegno dei content creator e delle talent/media agency rispetto alla costruzione di un rapporto improntato sulla trasparenza con i consumatori Alcune recenti tendenze come il deinfluencing l’hanno dimostrato -ha dichiarato Ierussi, firmando l’accordo nella storica sede di UNC. Nonostante il costante processo di demonizzazione di questa industria, non se ne può negare l’importanza, sempre più concorrenziale rispetto al ruolo una volta ricoperto, con metriche analoghe, dai media tradizionali (televisione, radio, etc.), ormai, invece, alla costante ricerca di punti di contatto con la content creation economy. Crediamo che UNC sia il partner ideale per promuovere il nostro Sportello del Consumatore, proprio perché ha una percezione reale dei social media e degli operatori del settore, oltre che del valore positivo che rappresentano e possono rappresentare”.
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Il settore delle auto connesse e della mobilità smart continua a crescere
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
Nel 2022 il mercato della Connected Car & Mobility ha raggiunto, in Italia, un valore di 2,5 miliardi di euro, +16% rispetto al 2021. Un risultato di tutto rispetto, soprattutto se si considerano le problematiche legate alla carenza di semiconduttori e di materie prime, a cui si è poi aggiunta l’instabilità economica e politica per la guerra in Ucraina. Un risultato raggiunto principalmente grazie alle soluzioni per l’auto connessa, che valgono 1,4 miliardi di euro (+10% in un anno), a cui si aggiungono i sistemi di Advanced Driver Assistance Systems (ADAS) integrati nei nuovi modelli, come la frenata automatica d’emergenza o il mantenimento del veicolo in corsia, che valgono 740 milioni di euro (+16%), e le soluzioni Smart Mobility nelle città, in primis per la gestione dei parcheggi e la sharing mobility (340 milioni di euro, +48%). Cresce anche la diffusione delle auto connesse: a fine 2022 nel nostro paese se ne contavano 19,7 milioni, un’auto su due del parco circolante (50%), 1 ogni 3 abitanti.Iniziano ad affacciarsi le prime sperimentazioni di smart road: sono 190 i progetti identificati – a livello mondiale – a partire dal 2015. Di questi, ben 63 sono stati attivati nel 2022 (+43% sul 2021). Nel nostro paese sono 15 le iniziative avviate, tutte nel biennio 2021-2022. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano*, presentata oggi durante il convegno: “Connected car & Mobility: da grandi poteri, grandi responsabilità”. I nuovi fondi previsti dal PNRR daranno una nuova forte spinta al mercato della Smart Mobility. Nel 2022, a livello nazionale, sono stati già stanziati 14 miliardi di euro per progetti legati alla mobilità sostenibile e intelligente. Tra questi rientrano, ad esempio, il rinnovo delle flotte di treni e bus verdi, l’adozione di soluzioni di mobilità a idrogeno, lo sviluppo di infrastrutture di ricarica elettrica, il rafforzamento della mobilità ciclistica e il MaaS (Mobility as a Service). Nonostante i fondi, alcuni comuni – soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni – si trovano ancora a fare i conti con la carenza di disponibilità economiche (64% dei rispondenti). Si riscontra invece qualche segnale positivo per quanto riguarda la mancanza di competenze (62%, -7% rispetto 2021). Font: http://www.avg.com
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Gruppo Fortaco e MauserCABS uniscono le forze
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
Fortaco Group Holdco Oyj La società del gruppo, interamente controllata da Fortaco Group Holdco Oyj, ha firmato un accordo per l’acquisizione dell’intero stock di Walter Mauser GmbH (“MauserCABS”), che produce cabine di sicurezza di alta qualità e opera sul mercato internazionale. Si stima che l’acquisizione sarà completata durante il terzo trimestre del 2023, a condizione che siano soddisfatte alcune consuete condizioni relative all’attuazione dell’acquisizione, tra cui l’acquisizione di finanziamenti e l’approvazione delle necessarie autorità garanti della concorrenza. MauserCABS sarà segnalata come parte del gruppo Fortaco dal completamento della transazione. MauserCABS è un produttore riconosciuto a livello internazionale di soluzioni di cabina per veicoli innovative e multiuso. L’azienda vanta anni di esperienza nella progettazione, montaggio e manutenzione. MauserCABS è attivo in Europa e negli Stati Uniti. MauserCABS gestisce internamente la catena del valore della produzione di cabine e impiega più di 300 persone nel suo moderno stabilimento di Breitenau, in Austria. L’azienda di famiglia ha più di 60 anni di esperienza nella produzione di cabine di sicurezza e il suo fatturato è stato di 44 milioni di euro nel 2022.Con l’acquisizione, Fortaco espande la sua posizione geografica come partner leader nella tecnologia e nella produzione di cabine in Europa, Stati Uniti e Asia. Sia Fortaco che MauserCABS hanno un portafoglio clienti rispettato e complementare. Fortaco ha ampliato il business delle cabine nel 2022 ed è diventato azionista di minoranza di Buisard Cabins attraverso un’alleanza strategica. Oggi, le unità di produzione del business cockpit di Fortaco si trovano a Holic in Slovacchia, Kurika in Finlandia, Sablé-sur-Sarthe in Francia e Pune in India, dove Fortaco è coinvolta nel lavoro di collegamento della joint venture. I vantaggi più significativi per Fortaco derivanti dall’acquisizione sono l’accelerazione della crescita redditizia essendo uno dei principali produttori di cabine sul mercato, nonché le sinergie tecnologiche, di approvvigionamento e di produzione.
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Istat: la fiducia dei consumatori inverte rotta
Posted by fidest press agency su domenica, 28 Maggio 2023
Da tempo invitavamo alla cautela sui dati relativi alla fiducia dei consumatori: dopo l’entusiasmo iniziale dato dai primi cali del costo dell’energia, una volta visto che i costi di beni e servizi non sono affatto diminuiti ma son rimasti invariati, su livelli altissimi, l’ottimismo è svanito ed è scattato, purtroppo, un clima di generale sconforto.Un andamento prevedibile, in un certo senso annunciato, a cui solo il Governo e le aziende possono rispondere con operazioni di ribasso dei prezzi e sanzioni a chi non effettua i dovuti adeguamenti.A tal proposito, si è tenuta ieri la commissione di allerta prezzi di cui Federconsumatori fa parte, insieme ad Adoc e Assoutenti in rappresentanza delle Associazioni dei Consumatori riconosciute dal CNCU: in tale occasione ha avuto luogo una discussione, in cui le aziende accampavano le scuse e le motivazioni più svariate per giustificare il susseguirsi di aumenti a nostro avviso inammissibili.Riteniamo sia giunto il momento di porre fine a questa situazione, per questo Federconsumatori ha proposto la realizzazione di Osservatori Territoriali presso le Prefetture, con la partecipazione delle Associazioni dei Consumatori riconosciute. Questi condurranno delle serie e dettagliate azioni di monitoraggio sui prezzi di un paniere di beni, con un apposito applicativo, che dovranno condurre, in presenza di scorrettezze o fenomeni poco chiari, ad un tempestivo intervento sanzionatorio da parte di Mr Prezzi e delle Autorità preposte. I rincari, per le famiglie, continuano infatti ad avere ripercussioni insostenibili: secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con l’inflazione attuale, ammontano a 2.443,60 euro annui a famiglia. Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti.Queste ultime, ma non solo, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici: secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,9%).Questa dinamica accresce le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: per questo si rende sempre più urgente che il Governo affronti questa emergenza con misure in grado di aiutare e sostenere in maniera strutturale e duratura le famiglie, specialmente quelle con minore possibilità di spesa. Si possono trovare i fondi per mettere in atto tali interventi attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, nonché disponendo un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.
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Hai studiato informatica ma la grande tecnologia non ti vuole più. E adesso?
Posted by fidest press agency su domenica, 28 Maggio 2023
Jonathan Beckmann Editore, rivista 1843 The Economist Da quando sono diventato direttore della rivista 1843 a gennaio, abbiamo cercato di integrare l’analisi di The Economist con la nostra interpretazione delle storie più avvincenti del mondo. Scriviamo di persone coinvolte nei titoli dei giornali, dagli abitanti di Kolkata che lavorano duramente in un’ondata di caldo soffocante agli studenti di informatica che si chiedono dove lavorare ora che la grande tecnologia non li vuole più . Abbiamo coperto due elezioni (in Nigeria e Turchia ), una foresta polacca che è diventata un cimitero per i migranti e l’equipaggio della scialuppa di salvataggio in prima linea nella crisi dei migranti in Gran Bretagna . 1843 ha anche una visione più lunga, trascorrendo mesi a riportare servizi su alcune delle storie più avvincenti del mondo, dalla curiosa ragione del ritiro del re del Marocco dalla vita pubblica allo sporco segreto dietro l’ottenimento di un lavoro all’Università di Oxford . Molti pezzi del 1843 non passano di moda. Il nostro esame della trappola del perfezionismo è rilevante ora come quando lo pubblicammo per la prima volta due anni fa.
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T. Rowe Price – Recessione, tetto del debito: come investire in una fase incerta?
Posted by fidest press agency su sabato, 27 Maggio 2023
A cura di Nikolaj Schmidt, Chief International Economist, T. Rowe Price. Ci sono sempre più segnali che indicano che siamo vicini ad una recessione. La fase che precede la recessione comporta solitamente un rallentamento nel mercato del lavoro. Inizialmente avviene in maniera graduale, ma improvvisamente accelera a tal punto che le banche centrali intervengono allentando la politica monetaria. Molti segnali indicano che ci stiamo dirigendo verso una recessione media, il che non è una buona notizia. Sarà una sorpresa per i mercati finanziari, perché una recessione media è molto più grave di una recessione lieve, attualmente scontata dai mercati. Tuttavia, non mancano gli aspetti positivi. La Fed potrebbe tagliare i tassi di interesse prima del previsto come scorciatoia per uscire da una potenziale recessione. È quindi molto positivo che Jerome Powell abbia iniziato a suggerire che i rialzi dei tassi potrebbero essere finiti per il momento. Tuttavia, non dovremmo gioire troppo presto. Il calo dei prezzi dell’energia, l’allentamento dei vincoli sul fronte dell’offerta e la nuova politica di gestione del Covid in Cina hanno dato di recente nuovo slancio alla crescita globale. Questi fattori hanno allontanato la crescita dai livelli di recessione. Sfortunatamente, l’effetto sembra essere di breve durata, dato che la crescita non sembra prendere piede e ci sono molti segnali che indicano che ci stiamo nuovamente dirigendo verso una recessione. Dal mio punto di vista e da quello dei mercati finanziari, la domanda è se la crescita rallenterà a tal punto da innescare una dinamica recessiva.Una recessione è più grave di un rallentamento della crescita, dato che ha una forza intrinseca di auto-rinforzo: in primo luogo, la crescita si indebolisce, il che si ripercuote sul mercato del lavoro, che a sua volta indebolisce ulteriormente la crescita, creando una spirale recessiva che si auto-rinforza. Per porre fine alla spirale è necessario uno shock esterno, spesso sotto forma di allentamento della politica monetaria, che stimoli la crescita e l’occupazione. Pertanto, il mercato del lavoro è il fattore chiave che dobbiamo monitorare attentamente. Nel più grande Paese del mondo, gli Stati Uniti, il mercato del lavoro sembra ancora solido in superficie. Sebbene vi siano segni di crepe nelle fondamenta dell’occupazione, non abbiamo ancora assistito al suo sgretolamento. E finché il mercato del lavoro non cederà, la Fed continuerà a perseguire una politica monetaria restrittiva. Tuttavia, non sono né le banche regionali né il mercato del lavoro degli Stati Uniti a rappresentare la sfida più grande nel breve periodo. Piuttosto, è il tetto del debito statunitense che potrebbe infliggere gravi danni non solo all’economia americana, ma anche a quella globale. Cosa potrebbe fare un investitore prudente? Storicamente, la fase finale della stretta monetaria è un buon momento sia per le azioni che per le obbligazioni. Tuttavia, se guardiamo alla performance dei due asset finora, le obbligazioni sono state in linea con le aspettative, mentre le azioni le hanno deluse. A mio avviso, ciò riflette gli sviluppi del mercato del lavoro statunitense e la questione del tetto del debito USA. La domanda che dobbiamo porci è quindi: cosa potrebbe fare un investitore prudente di fronte alla prospettiva di una recessione e di una resa dei conti sul tetto del debito? Come punto di partenza, un investitore saggio dovrebbe – a mio avviso – continuare a perseguire una strategia di investimento conservativa fino a quando la questione del tetto del debito non sarà chiarita. Ma credo che sia ancora più saggio rimanere prudenti fino a quando non sarà chiaro se gli Stati Uniti e l’economia globale si stanno dirigendo verso una recessione. Pertanto, a mio avviso, un portafoglio ragionevole dovrebbe favorire i segmenti del mercato obbligazionario che tipicamente registrano buone performance quando la crescita rallenta, piuttosto che il mercato azionario. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)
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