Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°87

Posts Tagged ‘abbandono’

I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante

Posted by fidest press agency su giovedì, 26 gennaio 2023

Napoli 28>29 gennaio 2023 – Il Pozzo e il Pendolo Napoli, Piazza San Domenico 3 Inizio spettacoli ore 21.00 (sabato), ore 18.00 (domenica). La storia di Olga e di un matrimonio apparentemente felice, che naufraga tra le onde inarrestabili di un desiderio nuovo, prepotente, devastante, prende vita ne I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante, con Rosaria De Cicco nell’adattamento e la regia di Annamaria Russo. Una storia universale, declinata al singolare, ma nella quale ciascuno finisce per veder riflessa l’ombra delle proprie paure o dei propri ricordi. Rimasta con i due figli e il cane nella tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, profondamente marchiata dal dolore e dall’umiliazione, Olga è risucchiata dai fantasmi della sua infanzia napoletana, che s’impossessano del presente e la chiudono in un’alienata e intermittente percezione di sé. Lasciata sola sull’orlo dei quarant’anni, incapace di affrontare il proprio dolore, la donna desidera soprattutto non ricadere nello stereotipo della donna abbandonata, non assomigliare alla “poverella” tanto denigrata da sua madre. I giorni dell’abbandono è un lacerante viaggio al centro dell’anima, nei gironi infernali delle paure e dell’insicurezza, del dolore e del passato. Le parole della Ferrante sono schegge di vita che dilaniano la carne, frammenti di domande che pretendono riposte impossibili da trovare, rigurgiti di rimpianti che chiedono voce per ritrovare il senso di un percorso.

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Istruzione: Abbondono scolastico, Sicilia prima in classifica

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 dicembre 2021

Come riporta La Repubblica, “la regione è in testa alla classifica nazionale per dispersione. Due studenti su dieci lasciano i corsi dell’obbligo e gli istituti superiori, complice la situazione economica disastrata di migliaia di famiglie e la carenza dei servizi”. La Sicilia dunque è capofila nella classifica nazionale per numero di studenti che lasciano i banchi di scuola: si tratta del 19,4 per cento della popolazione compresa tra i 18 e i 24 anni che possiede al massimo la licenza media e non ha poi neanche frequentato corsi di formazione professionale, senza dunque aprirsi alla possibilità di frequentare la scuola secondaria di secondo grado e di conseguenza l’università.Il sindacato Anief ha sempre ribadito come sia necessario prevedere un aumento degli organici, anche del personale Ata, proprio in quelle zone dove il disagio è maggiore, il tasso di abbandono è elevato, le famiglie sono in difficoltà, gli enti locali non sono di supporto adeguato, c’è un’alta presenza di alunni stranieri, disabili e con limiti di apprendimento” Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene fondamentale investire di più sull’orientamento scolastico e andare a rivedere i cicli, poiché infatti “occorre anticipare la scuola primaria a 5 anni, con annualità ponte da affidare a maestri della scuola dell’infanzia e primaria in contemporanea, e poi allungare l’obbligo formativo sino alla maggiore età”. Anief ricorda come sia necessario per docenti e Ata partecipare alle assemblee sindacali promosse e organizzate dal sindacato, “poiché grazie al confronto costante è possibile cercare di risolvere i problemi della scuola, anche attivamente, candidandosi pure come Rsu”, conclude Pacifico.

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Giovani, partecipazione e abbandono scolastico

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 settembre 2021

La pandemia ha reso ancora più bassa la partecipazione degli studenti nei luoghi di confronto della scuola superiore. Già prima dell’emergenza Covid19 per un alunno su due le assemblee di istituto e di classe si tenevano solo poche volte l’anno o mai, mentre le assemblee di classe vedevano la partecipazione attiva di 6 studenti su 10, e solo 4 su 10 partecipavano con interesse a quelle di istituto. Con lo scoppio della pandemia e l’avvio della DAD, il dato diventa ancora più preoccupante: solo per un quinto si sono svolte assemblee di classe e di istituto online come prima. È il quadro che emerge dall’indagine “Gli studenti e la partecipazione” svolta su circa 800 studenti delle superiori nella fascia d’età 14-19 anni, condotta da Ipsos per ActionAid, in collaborazione con Unione degli Studenti. La ricerca ha fotografato le opinioni delle ragazze e dei ragazzi adolescenti alla vigilia del secondo rientro in classe dall’inizio della pandemia e in vista del PNRR, per verificare il valore della partecipazione degli studenti alla governance scolastica, delle collaborazioni con il terzo settore, e delle sfide dell’istruzione in Italia secondo lo sguardo dei protagonisti.I dati Ipsos: come è cambiata la scuola con la pandemia. Dall’indagine risulta che la scuola è un luogo di crescita personale, al di là dell’apprendimento nozionistico, per quasi 8 studenti su 10; sono il 60% degli intervistati a pensare che la scuola li aiuti a sviluppare fiducia in sé stessi. A mostrare un più forte interesse e partecipazione sono le ragazze, inoltre gli studenti al Sud hanno una maggiore frequenza delle assemblee sia di classe che di istituto. Tra coloro che hanno un buon rendimento scolastico cresce la partecipazione e l’interesse. Le differenze sono notevoli anche tra chi frequenta il Liceo e gli istituti professionali, dove si registra minore partecipazione. Per la grande maggioranza degli intervistati (7 su 10) la pandemia ha dato un duro colpo alla socialità e le conseguenze negative dureranno nel tempo, per il 40% ci saranno risvolti negativi anche sulla partecipazione degli studenti ad attività extrascolastiche. Tuttavia, una quota considerevole tra gli alunni (4 su 10) pensa che la pandemia sia un potenziale motore dell’attivismo giovanile.Gli studenti hanno chiaro quali debbano essere le priorità degli investimenti per la propria scuola: con lo stesso ordine di importanza è necessario investire in dotazioni tecnologiche per la didattica e connettività e messa in sicurezza gli edifici, formare docenti con metodi più efficaci di insegnamento e sistemi di valutazione innovativi e partecipati, in attività extrascolastiche (laboratori, esperienze pratiche) e progetti proposti dagli studenti stessi.“Come si vede dal sondaggio, i giovani esprimono idee attente e precise sui bisogni della scuola. Per questo i progetti che arriveranno nelle scuole grazie al PNRR chiediamo che siano a lungo termine e senza discriminazioni territoriali, per realizzare davvero la scuola come luogo inclusivo di sapere, di conoscenza e di esperienza, centro propulsore di una comunità: investire sulla riqualificazione strutturale degli istituti scolastici per trasformarli in luoghi di apprendimento sicuri, ma anche inclusivi, flessibili e aperti all’incontro con la comunità locale. Una cura particolare dovrà essere messa nella destinazione degli investimenti più ingenti, co-costruendoli con chi la scuola la fa: ad esempio, l’investimento nella scuola 4.0 dovrà non solo “digitalizzare” la scuola ma trasformarla secondo le esigenze reali degli studenti” spiega Katia Scannavini.PNRR e scuola, come combattere le diseguaglianze? Secondo ActionAid, i singoli investimenti e le riforme specifiche proposte nel PNRR vanno inserite in un disegno organico che abbia effetti concreti e duraturi nella diminuzione del fallimento formativo e della dispersione. Di fondamentale importanza sarà promuovere la reale costruzione di comunità scolastiche, tramite dei patti educativi sostenibili e formalmente riconosciuti, che prendano in carico i bisogni dei ragazzi e delle ragazze nell’arco di tutti gli anni di crescita. Nell’attuazione dei progetti del Piano sarà necessario un maggiore protagonismo degli enti locali al fianco delle scuole, insieme ad azioni di sostegno mirate per le famiglie e collaborazioni continuative con associazioni del terzo settore per interventi organici di contrasto alle diseguaglianze con programmi ad alta densità educativa. Dall’indagine sugli studenti emerge infatti che solo 4 su 10 frequentano una scuola che ha creato collaborazioni con enti del terzo settore. Più di 6 studenti su 10 non partecipa ad attività o corsi di questo tipo, o perché non ci sono o perché la scuola non è in grado di coinvolgere a sufficienza gli studenti. Ma tra coloro che sono coinvolti, quasi 8 su 10 ne ha tratto benefici e 7 su 10 sono molto interessati.A fare la differenza per il futuro della scuola saranno, quindi, le misure di supporto ai ragazzi e alle ragazze più fragili da un punto di vista socio-economico e a rischio dispersione scolastica, come ad esempio l’individuazione di figure professionali dei servizi sociali che in continuo dialogo tra istituzione scolastica, minori e famiglie, enti del terzo settore prendano in carico in modo integrato le persone a rischio. Come dimostrato dai progetti sul campo, quando si dedica tempo ed energie a ragazzi e ragazze in difficoltà, i risultati sono evidenti e costituiscono il vero antidoto alla crescita dell’esclusione e della disuguaglianza. Un impegno che ActionAid porta avanti insieme a più di 24.000 bambini e bambine, studenti e giovani a livello nazionale ed europeo, in più di 300 istituti scolastici.

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Abbandono prematuro degli studi

Posted by fidest press agency su lunedì, 14 giugno 2021

La disaffezione verso i processi formativi e la crescita della povertà familiare rischiano di lasciare campo libero all’aumento del lavoro minorile in Italia nel post pandemia e alla creazione di una platea di lavoratori senza le necessarie competenze per scalare la piramide professionale. A sollevare il velo sul fenomeno è la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nell’indagine “Il lavoro minorile in Italia: caratteristiche e impatto sui percorsi formativi e occupazionali”, realizzata dal proprio Ufficio Studi in occasione della “Giornata mondiale contro il lavoro minorile” del 12 giugno 2021. Dalla ricerca, disponibile da domani sul sito http://www.consulentidellavoro.it, emerge che tra gli attuali occupati in Italia con età compresa tra 16 e 64 anni circa 2,4 milioni hanno svolto un qualche tipo di attività lavorativa prima del sedicesimo compleanno. Un fenomeno di irregolarità che si conferma ancora diffuso tra i giovani e penalizza le prospettive di formazione e lavoro: nel 2020, erano oltre 230mila gli under 35 a dichiarare di aver ricevuto una retribuzione già prima dei 16 anni. Tra questi, più della metà svolge professioni a medio-bassa qualificazione mentre tra chi ha fatto il suo ingresso nel mondo del lavoro in un’età legale il dato si ferma al 31%.«La riduzione del fenomeno del lavoro minorile tra le fasce di popolazione più giovani non deve distrarci dal rischio che le trasformazioni in corso nel mondo del lavoro e della società determinate dall’emergenza sanitaria invertano la rotta – afferma Rosario De Luca, presidente di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro –. I dati confermano, ancora una volta, che l’investimento in formazione e competenze è vincente in una prospettiva che guarda alle opportunità future, dei singoli e del Sistema Paese».

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Sant’Egidio: Dispersione e abbandono scolastico

Posted by fidest press agency su domenica, 24 gennaio 2021

Gli effetti della pandemia da Covid-19 si sono fatti sentire pesantemente su tutto il sistema di educativo italiano limitando in modo allarmante il diritto all’istruzione e creando situazioni di grave disagio tra la popolazione giovanile. E’ quanto il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo,ha illustrato giorni fa i dati di un’inchiesta effettuata – all’interno del progetto “Valori in circolo”* – in 23 città italiane su un campione di 2.799 minori delle scuole elementari e medie, che giustifica un allarme sul fenomeno della dispersione e, in alcuni casi, dell’abbandono scolastico, in particolare nelle periferie.La Comunità, attiva da anni con le sue Scuole della Pace nel sostegno educativo e formativo dei minori, a partire da chi è più in difficoltà, lancerà anche alcune proposte concrete, da realizzare con urgenza per rispondere all’emergenza in atto.

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Chi prosegue gli studi, chi li abbandona e perché

Posted by fidest press agency su lunedì, 4 Maggio 2020

L’identikit dello studente italiano ambizioso, desideroso di formarsi al meglio, pronto al sacrificio e con lo sguardo rivolto al mondo del lavoro, è tracciato dal Rapporto 2020 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato da AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. L’indagine studia un circolo vizioso per capire come trasformarlo in un ciclo virtuoso. Fotografa le scelte formative e lavorative compiute dai diplomati a un anno e a tre anni dal conseguimento del titolo: oltre 88 mila studenti (circa 47 mila del 2018 e 41 mila del 2016) sono stati contattati per una valutazione dell’esperienza scolastica e delle scelte maturate dopo il diploma.Si iscrivono all’università soprattutto i liceali. Gli studenti del 2018 iscritti all’università, dopo un anno dal diploma, sono il 66,9%: il 51,4% ha optato esclusivamente per lo studio, il 15,5% frequenta l’università lavorando. L’87,0% dei diplomati del 2018 che avevano dichiarato, alla vigilia dell’Esame di Stato, di volersi iscrivere all’università ha successivamente confermato le proprie intenzioni. È però vero che l’8,3% degli studenti ha poi cambiato idea. La quota di chi ha rivisto le proprie scelte è più consistente tra i diplomati professionali (24,4%) e tecnici (13,3%) rispetto ai liceali dove la quota dei ripensamenti è praticamente irrilevante (5,2%); i primi due profili, infatti, subito dopo il conseguimento del titolo possono contare su maggiori chance lavorative.Altro aspetto importante è il contesto socio-economico e culturale della famiglia che influenza la scelta di proseguire gli studi (fra i diplomati del 2018 sono il 75,1% le iscrizioni all’università di diplomati in contesti più favoriti, rispetto al 56,7% dei giovani provenienti da famiglie meno favorite). Anche il titolo di studio dei genitori influenza le scelte formative dei giovani (iscrizione all’università per l’82,2% dei diplomati con un genitore laureato, il 66,5% con genitori in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado e il 51,1% con genitori non diplomati). Ma a un anno dal titolo per il 15,3% dei diplomati la scelta universitaria non si è dimostrata vincente: il 6,6% ha deciso di abbandonare l’università, l’8,7% ha cambiato ateneo o corso di laurea. (fonte: Ufficio Stampa AlmaLaurea)

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“Il Cimitero romano Flaminio è nella morsa del degrado e dell’abbandono”

Posted by fidest press agency su domenica, 15 dicembre 2019

Roma. “Chi vi si reca per far visita a un proprio caro equivale ad affrontare una discesa agli inferi ancora più faticosa per la scarsa manutenzione di questi luoghi. A pareti ricoperte di muffa e corridoi pieni di guano o pozzanghere si aggiungono lapidi cadute a terra e ridotte in mille pezzi, tombe ostaggio di rovi ed erbacce, rami pericolanti e infiltrazioni di acqua a causa delle quali sono esposti a rischio crollo alcuni edifici, chiusi al pubblico ormai da quasi un anno.E’ una vergogna: la Sindaca è al corrente della situazione nella quale versa questo come altri cimiteri capitolini, eppure non fa nulla per rendere queste strutture adeguate alla funzione che rivestono e che non è solo quella di accogliere chi ci lascia, ma anche permettere a chi resta di rimanere in contatto coi propri cari ed elaborare il dolore dovuto alla loro scomparsa.Proprio per questo motivo nei giorni scorsi ho presentato un’interrogazione ex art. 105: voglio sapere se e con quali modalità la Raggi intende intervenire per risolvere le problematiche presenti e ristabilire, una volta per tutte, il decoro nel rispetto dei nostri defunti oltre che ripristinare la sicurezza per chi si reca a trovarli». Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale. (n.r. Condividiamo pienamente il rilievo espresso da Rachele Mussolini. Da anni, oramai, non facciamo che scrivere, perorare, indignarci, sollecitare in tutte le sedi possibili del comune di Roma, e non solo, per rappresentare un disagio grave che sta colpendo tutti i cimiteri romani. Non stiamo qui ad elencare le cose che non vanno, ma semmai faremmo più in fretta a parlare delle cose che funzionano: nulla.)

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Dal 2011 ad oggi più della metà dei cristiani ha abbandonato la Siria

Posted by fidest press agency su martedì, 19 novembre 2019

A partire sono stati soprattutto i giovani che spesse volte si sono visti costretti a lasciare in patria nonni e genitori. E così molti degli anziani cristiani non hanno nessuno che si prenda cura di loro. Sono soli per un gesto d’amore, perché sono stati loro stessi a spingere i propri figli e nipoti a partire per salvarsi e cercare un futuro migliore all’estero. Pensando a loro, Aiuto alla Chiesa che Soffre lancia un nuovo progetto per la ricostruzione della Casa per anziani delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli di Aleppo. «Si tratta di un centro che potrà accogliere circa 80 anziani in 40 stanze – spiega monsignor Denys Antoine Chahda, arcivescovo siro-cattolico di Aleppo – Tutti gli ospiti riceveranno cibo, medicine e assistenza costante. Molti anziani sono gravemente malati».La Casa per anziani è presente ad Aleppo dal 1898 ma l’attuale struttura, inaugurata nel 1983, è stata in gran parte distrutta dalla guerra. Sono dunque necessari lavori di ristrutturazione sia della facciata che degli ambienti interni oltre al ripristino delle reti elettrica, idrica e fognaria. Deve essere riparata, anche la cappella interna dove, come in passato, sarà celebrata la Santa Messa quotidiana. I lavori sono già iniziati, ma per il completamento occorrono 100mila euro. Nelle scorse settimane il direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro, ha verificato lo stato di avanzamento dei lavori. La speranza degli anziani cristiani è riposta come sempre soltanto nella Chiesa e nella generosità dei loro fratelli nella fede italiani, ai quali monsignor Chahda lancia un appello tramite ACS: «Ad Aleppo la guerra ha distrutto migliaia di famiglie cristiane, lasciando molti anziani abbandonati a loro stessi. Chiedo dunque a voi benefattori italiani di aiutarci, di ricordarci nelle vostre preghiere e di sostenere concretamente questa Casa di riposo che è assolutamente necessaria! Grazie per il vostro aiuto, che Dio vi benedica!».

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Abbandono scolastico

Posted by fidest press agency su domenica, 15 settembre 2019

Un esercito di quasi 600mila ragazzi lascia la scuola. Parliamo del 14,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, con in mano al più un diploma di licenza media, che nel 2018 ha abbandonato precocemente gli studi. Secondo Eurostat, nel Vecchio Continente peggio di noi fanno solo Romania, Malta e Spagna. Con la riapertura delle scuole, SOS Villaggi dei Bambini si appella al nuovo governo affinché riporti l’istruzione al centro dell’agenda politica.
Secondo il ministero dell’Istruzione, nel 2017 quasi 12mila alunni delle medie hanno interrotto gli studi. Sfiorano quota 100mila invece gli abbandoni tra gli studenti delle superiori. Particolarmente critica la situazione al Sud, con le isole fanalino di coda.
«Come realtà del Terzo Settore, lavoriamo ogni giorno affinché i bambini e ragazzi di cui ci prendiamo cura nei nostri Villaggi SOS abbiano un’istruzione adeguata. Al nuovo governo – e in particolare al neoministro dell’Istruzione – chiediamo di fare la propria parte riportando la scuola al centro dell’agenda politica», spiega Samantha Tedesco, Responsabile Programmi e Advocacy di SOS Villaggi dei Bambini.Grazie all’Organizzazione impegnata da settant’anni al fianco dei più vulnerabili, nel 2017 circa 180 fra bambini e ragazzi accolti da SOS Villaggi dei Bambini (dai 6 ai 17 anni) hanno frequentato la scuola. Di questi 160 hanno portato a termine il ciclo di studi conseguendo l’agognato titolo (licenza elementare o media, diploma superiore). Un risultato non banale se si considera il difficile percorso che i ragazzi hanno alle spalle e che spesso è causa di un basso rendimento scolastico.E per far sì che nessuno resti indietro, col nuovo anno scolastico sono in partenza progetti di sostegno allo studio, come nel Villaggio SOS di Vicenza, dove per i bambini con «Bisogni Educativi Speciali» (BES) l’organizzazione ha messo a punto un programma ad hoc, «Only the BESt».
«La scuola riveste un ruolo cruciale nella crescita dei bambini. Il loro futuro dipende in larga misura dall’accesso all’istruzione. Per questo dobbiamo impegnarci al massimo affinché il diritto allo studio sia davvero universale e non appannaggio di pochi», conclude Tedesco. (fonte: http://www.inc-comunicazione.it)

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Centri per l’Impiego in stato di abbandono

Posted by fidest press agency su sabato, 9 marzo 2019

Nonostante la funzione delle politiche attive del lavoro sia transitata alle Regioni e malgrado le intenzioni del Governo di rilanciare il settore anche per l’introduzione del reddito di cittadinanza, i centri dell’impiego italiani continuano ad essere in uno stato di abbandono perenne.I precedenti governi a partire da Monti fino ad arrivare a Renzi hanno disincentivato il settore pubblico del mercato del lavoro a favore di quello privato. Il blocco delle assunzioni prima e quello delle risorse poi hanno definitivamente inferto il colpo di grazia ai CPI italiani.Attualmente le 501 strutture principali pubbliche che dovrebbero occuparsi del mercato del lavoro denunciano per il 46% una dotazione informatica non adeguata, alla quale si aggiunge addirittura per il 36% un collegamento alla rete non adatto. Il Sud della penisola soffre anche di una arretratezza tecnologica significativa.Sul fronte del personale sono impiegati circa 8.000 unità di personale incardinate negli Enti territoriali (Regioni, Agenzie regionali, Enti di area vasta, Province), con circa il 7% di personale esterno che opera nei CPI. Quasi l’83% del centri dell’impiego operano con personale insufficiente, e le professionalità più richieste sono amministrativi, orientatori, consulenti aziendali e mediatori culturali.L’attuale governo ha previsto un rafforzamento in materia di personale con le assunzioni di 6.000 “navigator” tramite ANPAL Servizi S.p.A. e 4.000 unità di personale di pubblico impiego e una nuova dotazione informatica che prevede anche il sistema informativo unico (SIU).L’incertezza governativa e l’impasse che si è creata con le Regioni per le assunzioni dei “navigator” rischia di vanificare il rilancio del settore e anche l’introduzione del reddito di cittadinanza. A due giorni dalla data di partenza della misura che dovrebbe aiutare i più deboli, non è stata fatta neanche un’assunzione e l’accordo con le Regioni appare lontano.USB ha chiesto immediatamente e ottenuto un incontro a breve con lo staff del ministro Di Maio per affrontare le problematiche dei Centri per l’Impiego, in particolare quelle sulle assunzioni. Per la nostra organizzazione la via da seguire deve essere quella dello scorrimento delle graduatorie in primis, l’internalizzazione del personale esterno che opera nei CPI, fino ad arrivare all’indizione delle nuove procedure concorsuali in accordo con le Regioni.

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Cimitero Flaminio: “Incuria e abbandono

Posted by fidest press agency su lunedì, 21 gennaio 2019

“Negli ultimi mesi le lamentele e le proteste di cittadini, comitati e associazioni per la situazione di degrado dei Cimiteri romani sono diventate sempre più insistenti.
È di poche settimane fa anche la denuncia pubblica dell’attore Enrico Montesano per la profanazione della tomba materna al cimitero del Verano. Oggi il reportage del quotidiano il Messaggero da voce alle tante denunce di questi mesi. Furti , incuria del verde, siringhe, profilattici, escrementi, bagni inagibili, fontane fuori uso, distacco di intonaci sono lo spaccato della situazione dei nostri cimiteri.
Solo qualche giorno fa, nel corso della seduta straordinaria dedicata all’AMA e alla gestione dei rifiuti nella città, abbiamo nuovamente rappresentato la necessità di intervenire con urgenza sulla situazione raccapricciante dei cimiteri romani. In tal senso abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale si sollecitavano interventi di riqualificazione a partire dal cimitero Flaminio e da quello monumentale del Verano. Purtroppo la maggioranza M5S, nonostante la situazione inaccettabile in cui versano i sepolcreti capitolini, ha pensato bene di bocciarlo. Evidentemente, da parte della Giunta, non c’è volontà di soluzione anche rispetto alle piccole manutenzioni che potrebbero essere affrontate: buche, fontanelle, piccioni, zanzare, erba alta, vigilanza. Dal 2015 ad oggi l’Amministrazione Capitolina non ha più finanziato nessun intervento di manutenzione straordinaria, disattendendo l’investimento di 4 milioni di euro annui contrattualmente previsti e non impiegati a tale scopo, pertanto negli ultimi 4 anni il patrimonio dei Cimiteri Capitolini non ha beneficiato dei 16 milioni di euro previsti che avrebbero arginato il progressivo abbandono dei Cimiteri.
È bene ricordare che l’atto da noi presentato faceva peraltro seguito ad una memoria della Giunta Capitolina riguardante la manutenzione e l’implementazione dei Cimiteri Capitolini a breve, medio e lungo termine, dove si prospettano interventi di ampliamento (in primis Laurentino), di realizzazione di altri cimiteri, di aumento della potenzialità crematoria, di interventi di riqualificazione per i sepolcreti esistenti e i loro monumenti. Una vergogna che non ha fine, il degrado in cui versa la città non risparmia neanche i defunti. Chiediamo alla Sindaca Raggi di intervenire con urgenza e ripristinare al più presto una condizione rispettosa per i defunti e per i cittadini romani”. Così in una nota la consigliera del gruppo del PD capitolino Valeria Baglio.

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“Il cimitero del Verano è in uno stato di abbandono senza precedenti”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 agosto 2018

“Quest’amministrazione non ha rispetto né per i cittadini né per i defunti. Erbacce cresciute a dismisura coprono e sovrastano le tombe, l’acqua stagnante impedisce l’accesso nei vialetti del cordoglio. Consistenti residui di guano e sporcizia completano un quadro di degrado inaccettabile.La fotografia del cimitero monumentale del Verano, tra i più importanti d’Italia, mostra in modo inequivocabile l’assenza di rispetto per la memoria di migliaia di cittadini che giornalmente si recano nei camposanti della Capitale, perché anche Prima Porta versa in una condizione indecorosa. A fronte delle potreste dei cittadini che segnalano da mesi una situazione sempre più disastrata, l’amministrazione capitolina tace. Ho fatto pertanto richiesta di una convocazione urgente della commissione Ambiente, affinché venga ripristinata al più presto una condizione rispettosa per i defunti e per i cittadini romani.” Così in una nota la consigliera del PD capitolino Ilaria Piccolo.(n.r. Questo discorso vale anche per gli altri cimiteri della capitale. in quello di Prima Porta gli automobilisti si stanno “esercitando” per lo slalom mondiale con le loro auto per via delle buche sempre più profonde, ma anche il “decoro” vi fa difetto per non dire altro.)

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Prima Porta: Cimitero in abbandono e non solo

Posted by fidest press agency su venerdì, 29 giugno 2018

Orlando Corsetti consigliere capitolino P.D. in un twitter scrive: “Prima Porta cimitero dimenticato zero rispetto per i defunti. Erba che copre le tombe, invasione di zanzare e consistenti residui di guano. Così appare il cimitero più grande di Roma. Il Verano non se la passa tanto meglio.” (n.r. Lo stato comatoso in cui si trovano i cimiteri romani è oramai noto da tempo e possiamo soggiungere, in proposito, che da un paio di anni a questa parte la situazione si è aggravata. E’ stata persino costituita un’associazione di cittadini che dopo una laboriosa trattativa è riuscita a farsi ricevere dall’assessore competente ricevendo assicurazioni che gli interventi ci sarebbero stati per il decoro dell’ambiente oltre al rispetto per i visitatori. E’ questo è avvenuto un anno fa. Assessore competente e la stessa Raggi battano un colpo se ci sono e questo discorso andrebbe fatto anche per le buche della capitale, per i cassonetti maleodoranti ecc. Non intendiamo metterla in politica ma semplicemente osservare che esiste un malessere tra i romani che non può essere sottaciuto.)

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Troppi studenti abbandonano i banchi prima del tempo

Posted by fidest press agency su sabato, 3 febbraio 2018

scuolaUno studio nazionale della rivista Tuttoscuola ha risollevato l’annoso problema della dispersione scolastica, con quasi 1 milione e 800mila allievi che non arrivano al diploma: per la rivista specializzata, è un fenomeno complesso che riunisce in sé: ripetenze, bocciature, interruzioni di frequenza, ritardo nel corso degli studi, evasione dell’obbligo scolastico, completamento dell’obbligo scolastico e formativo senza il raggiungimento del diploma o di qualifica. Da anni il giovane sindacato propone delle strade da intraprendere, ma purtroppo Miur e Governo non vi danno seguito.Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È giunta l’ora di introdurre l’obbligo fino a 18 anni come previsto dall’ex Ministro Luigi Berlinguer. Contemporaneamente, occorre anche potenziare i percorsi di alternanza scuola–lavoro. Così come appare necessario adeguare gli organici del personale, a partire da quelli dei docenti, ai bisogni del territorio, tener conto del tasso di disoccupazione e quindi di abbandono scolastico. Allo stesso modo, vanno maggiormente tutelate le zone più a rischio, ad alto flusso migratorio o geograficamente isolate nonché potenziare i CPIA, attraverso i quali si sviluppa lo studio per gli adulti e per l’educazione permanente.

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Che ne vogliamo fare dei pensionati?

Posted by fidest press agency su domenica, 24 settembre 2017

pensionatiE’ evidente che tra i pensionati esiste un’area di povertà molto elevata: poveri, rassegnati, frustrati. Eppure cercano di stringere i denti e di vivere dignitosamente. Lo fanno, sovente, togliendosi il pane di bocca per infilare qualche banconota di 50 euro nelle tasche dei nipoti, studenti, precari, disoccupati, con famiglia monoreddito.
I pensionati, in Italia, sono circa 18 milioni e diventeranno qualcosa di più tra qualche anno. Molti di loro riescono a star bene in salute ma con solo qualche acciacco alle ossa, per lo più. Altri sono meno fortunati in salute. Altri, ancora, risentono l’abbandono dei familiari o vivono soli perché non hanno figli e nipoti per via di fratelli e sorelle. Li troviamo seduti sulle panchine dei giardini pubblici, a discutere per strada con i loro coetanei a fare la spesa, a portare a spasso i nipotini, a frequentare la parrocchia, a cercarsi qualche hobby. Sono ancora una risorsa ma loro non sembrano rendersene conto. Lo Stato con le imposte, con le addizionali degli enti locali, con le tasse su tutto non fa altro che erodere le loro modeste rendite. Si sentono assediati, si sentono a volte inutili. Non sono più i nonni di un tempo che attiravano i loro nipoti raccontando storie di vita e si riscaldavano intorno al camino e i loro volti s’illuminavano alle fiammate che aggredivano il ciocco posto sulla brace. La memoria non è più la stessa. Restano solo i ricordi lontani, belli e tristi di giovani vogliosi di crescere, di lavorare, di trovare un posto nella vita, un amore che riscaldasse i loro cuori. Poi si cede il passo ai più giovani e gli anni l’età diventa un peso a volte insopportabile per sé e per gli altri. Possibile che si debba fare tanto per allungare la vita e poi con questa vita allungata si diventa superflui? Possibile che non vi è un’opportunità d’uscire da questo mondo con dignità? (Riccardo Alfonso)

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La polizia locale abbandonata dallo Stato

Posted by fidest press agency su sabato, 9 settembre 2017

vigili-urbani“La Polizia Locale rappresenta il primo presidio alla sicurezza del cittadino nelle nostre città. E nonostante queste siano sempre più pericolose, gli agenti chiamati a difendere noi e le nostre famiglie sono letteralmente abbandonati dallo Stato, ridotti nel numero e negli strumenti e sempre più in là come età media”. Lo dichiara l’On. Sandra Savino, esponente di Forza Italia.“Alla luce – prosegue la parlamentare – della mutazione che la fisionomia delle nostre città ha subito in questi anni e dei sempre più elevati rischi per la sicurezza dei cittadini, oggi più che mai è urgente mettere mano finalmente alla tanto attesa riforma della Polizia Locale. Il Ministro Minniti, presente oggi in FVG, se ne faccia carico, dimostrando per una volta che lo Stato centrale non lascia i suoi migliori e più preziosi servitori a se stessi”. “Casi come quello dell’agente picchiato a colpi di casco a Catania non devono verificarsi mai più, a costo di affiancare alla Polizia Locale pattuglie della Polizia di Stato e dell’Esercito, soprattutto nelle zone più calde del Paese. In attesa di una decisione da parte dell’Esecutivo, esprimo la mia più viva solidarietà e vicinanza a Luigi Licari, agente di Catania abbandonato dallo Stato”, conclude Sandra Savino.

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Italia: laureati e abbandono scolastico

Posted by fidest press agency su sabato, 29 aprile 2017

eurostat_logoI dati Eurostat certificano il fallimento del nostro Paese nella formazione secondaria e universitaria. Siamo il penultimo Paese d’Europa per numero di laureati e il quintultimo per gli abbandoni scolastici alla secondaria. Mentre la media europea di laureati nella fascia di età compresa tra 30 e 34 anni supera il 39%, con Irlanda, Lussemburgo, Svezia e Lituania che hanno superato il 50%, nel nostro Paese questa percentuale si assesta al 26,2%, meglio di soli sei decimi rispetto al dato della Romania.
Altrettanto drammatici sono i dati sull’abbandono scolastico, solo Romania, Spagna, Malta e Portogallo hanno un dato peggiore di quello del nostro Paese. Mentre sono circa il 10% i giovani europei tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno conseguito un titolo di studio di livello secondario, nel nostro Paese raggiungiamo il 13,8%.“Mentre il Governo approva definitivamente le deleghe della Buona Scuola arrivano questi dati sconcertanti. Un costo dell’istruzione sempre più elevato che vede un silenzio totale da parte del Ministero, la delega sul diritto allo studio, infatti, non prevede investimenti sostanziali.” dichiara Francesca Picci, Coordinatrice Nazionale dell’Unione degli Studenti, che aggiunge: “Gli anni di tagli sulla scuola hanno prodotto ulteriori disuguaglianze che oggi rendono i percorsi formativi sempre più escludenti. Questo avviene sia al Sud, dove si arriva a picchi del 17%, ma anche nelle regioni del Nord. Ad oggi gli studenti che abbandonano le scuole superiori in Italia sono ben 45.000.”“Tasse universitarie fino a 3000 euro e borse di studio per una percentuale di universitari che non supera il 10%, la più bassa di tutta Europa. Questi sono i dati divulgati da Eurydice che hanno anticipato quanto indicato da Eurostat, ma il trend per i prossimi anni è destinato solo a peggiorare – puntualizza Andrea Torti – il taglio a finanziamenti, docenti e la chiusura di numerosi corsi di laurea, ha portato nel 2016, per la prima volta dal dopoguerra, al calo del numero di laureati. Ma questa discesa libera è arrestabile, e gli strumenti per invertire la rotta sono chiari: aumentare il finanziamento dell’università italiana e garantire a tutti il diritto allo studio approvando “All In”, la legge di iniziativa popolare depositata in parlamento corredata da più di 57.000 firme” Vogliamo un piano di finanziamento strutturale per la scuola, l’università e la ricerca in questo paese, un sistema di diritto allo studio che tenda alla gratuità dell’istruzione, per permettere a tutti di accedere ai più alti gradi della formazione. Per questo il 9 Maggio, in occasione della somministrazione delle prove Invalsi, ci mobiliteremo in ogni città per rivendicare un’istruzione davvero inclusiva e gratuita!” concludono UdS e Link.

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L’abbandono delle campagne aumenta

Posted by fidest press agency su venerdì, 8 luglio 2011

Pur in un quadro di ristrutturazione del settore del settore agricolo, i primi dati provvisori del Censimento dell’Agricoltura evidenziano, nell’ultimo decennio, un’ulteriore perdita di Superficie Agricola Utilizzata, pari al 2,3% così come cala dell’8% la Superficie Aziendale Totale. Sono indicatori, che confermano una preoccupazione: un territorio senza agricoltura è un territorio, che aumenta la criticità idrogeologica sia esso urbanizzato o abbandonato. I primi dati confermano la necessità di un Piano Straordinario di manutenzione del territorio, come l’ANBI propugna da anni; a chiederlo, stavolta, non sono le catastrofi o i cambiamenti climatici, ma la fotografia di come sta evolvendo l’Italia. Gli agricoltori, per rimanere nei campi e, quindi, gestire il territorio necessitano anche di nuove opportunità. I consorzi di bonifica, già da tempo, si rivolgono alle imprese rurali per concorrere alla manutenzione territoriale, grazie alle loro conoscenze e professionalità. Servono, ora, anche innovazioni tecnologiche atte a migliorare la competitività: per questo, mercoledì 13 e giovedì 14 luglio prossimi, l’ANBI organizzerà un convegno internazionale su “Acqua: irrigazione, energie rinnovabili ed ambiente”. Sono queste nuove sfide per il settore consortile.

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Salvare gli impianti di montagna

Posted by fidest press agency su martedì, 10 Maggio 2011

Una Mozione parlamentare per mettere a disposizione degli impianti olimpici di montagna i soldi necessari a scongiurare il loro progressivo abbandono: questo quanto annunciato dai Parlamentari del PD On. Stefano ESPOSITO e On. Giorgio MERLO. “Bisogna destinare immediatamente ai siti postolimpici i 40 milioni avanzati dalle Olimpiadi invernali del 2006 che giacciono inutilizzati su un conto corrente e che rischiano di venire dirottati altrove, ovvero alla candidatura olimpica di Roma. E’ un rischio molto concreto. Questi soldi devono essere dati alla Regione affinché li metta a disposizione dei Comuni con l’obiettivo di sfruttare al meglio l’eredità olimpica ed evitare la chiusura degli impianti di montagna. La Regione aveva presentato il progetto della ‘Coverciano della neve’, dopodiché è sceso il completo silenzio e dal Presidente Cota non abbiamo sentito più una sola parola. Le responsabilità della Regione sono evidenti. La mancanza di una iniziativa politica per ottenere fondi e stanziamenti rischia di gettare nell’abbandono le strutture olimpiche e di impoverire la stessa offerta turistica. Per questo auspichiamo che la Mozione venga sottoscritta dai parlamentari di tutti gli schieramenti. Purtroppo si sta facendo davvero tutto il possibile per destrutturare il sistema postolimpico e far fuggire i soci americani. E ogni giorno assistiamo a una nuova indagine giudiziaria…” Secondo il Sindaco di Pragelato Giovanni Arolfo la “situazione è drammatica e constatiamo da tempo una incapacità totale di governo del postolimpico. Gli impianti sono abbandonati al degrado. Quello di Pragelato, per esempio, necessiterebbe di una rete di protezione per impedire lo scivolamento del manto nevoso, ma tutte le richieste in tal senso sono cadute nel vuoto”.

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Caso Campanale: Giustizia batte Governo

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 dicembre 2010

Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale. “Sul caso del giovane detenuto di 28 anni, Luca Campanale, suicidatosi la notte del 12 agosto scorso, su cui ho presentato un’interrogazione parlamentare, che – ahimè – ancora attende risposta, apprendo dalle pagine del Corriere della Sera di ieri circa il rinvio a giudizio emesso dal gip Fabrizio D’Arcangelo di due dottoresse, una psicologa e una psichiatra in servizio al carcere di San Vittore, per la pesante ipotesi di reato di “abbandono di persona incapace a provvedere a sé stessa a causa dei gravi disturbi psichici da cui era affetta”. A nulla, infatti erano valse le preoccupazioni, gli appelli, le istanze di trasferimento, mossi nel tempo dai genitori del ragazzo e dal legale di famiglia. Perché Luca era, dall’età di diciassette anni, quando scampò a un incidente stradale, in una condizione di patologia psicologica accertata da tutte le perizie prodotte anche in sede processuale, tale da portarlo a due precedenti tentativi di suicidio, a due trattamenti sanitari obbligatori, alla dipendenza da alcol e cocaina con numerosi ricoveri in comunità terapeutiche. La storia di Luca, condannato per due rapine, ci è stata raccontata, con amarezza, dal padre del ragazzo in un messaggio inviato sul mio sito Internet, al quale ho risposto con ciò che da parlamentare potevo fare. Ora mi auguro che il Ministro della Giustizia da me interpellato possa quanto prima rispondere all’interrogazione presentata il 13 settembre scorso dalla sottoscritta, visto che la giustizia – tanto vituperata certamente a ragione per la sua lentezza – riesce in questo caso a battere in velocità il Governo, procedendo verso l’accertamento delle responsabilità”.

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