Ma non della cancellazione di questa terribile pena. Eppure questa condanna è un omicidio raffinato che vorrebbe salvare le coscienze, ahimè anche di molti cristiani, ma è inumano punire per sempre, senza un fine pena certo e scritto. Una punizione che solo in rari casi non è eterna perde di senso e si trasforma in tortura, vendetta e sadismo. E soprattutto questa pena leva il rimorso per qualsiasi male uno abbia commesso, perché le punizioni crudeli e senza futuro fanno sentire innocenti anche i peggiori criminali.Perché bisognerebbe abolire la “Pena di Morte Viva”, ostativa o no? Semplicemente per questi due articoli della nostra Costituzione: “È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà” (Art. 13) “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” (art. 27). Che cosa è “La Pena di Morte Viva”? Molte cose, ma è soprattutto una morte al rallentatore. La pena dell’ergastolo offende la dignità umana, produce sofferenza fisica e annulla il diritto al futuro che ogni persona, buona o cattiva che sia, dovrebbe avere. La pena dell’ergastolo in Italia trasforma la giustizia in vendetta e violenza perché ti toglie tutto, persino la possibilità di morire una volta sola. È una morte civile che ti tiene in uno stato di sofferenza insopportabile, perché è crudele fare coincidere la fine della pena con la fine della vita. La pena dell’ergastolo è una pena troppo crudele e inumana per non distruggere il migliore o il peggiore degli uomini. Molti ergastolani non sono più quelli che erano al tempo dell’arresto. Per questo alcuni non capiscono perché debbano continuare a scontare una pena che non finisce mai, per reati che non commetterebbero più. L’ergastolo non offre nessuna possibilità certa, la pena di morte almeno offre la fine della sofferenza. Il carcere a vita è una pena di morte dove il boia è il tempo e vieni ammazzato e torturato ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno, ogni anno che passa. L’ergastolo non è come la pena di morte, come pensano in tanti, ma è molto peggio, perché muori rimanendo vivo. Purtroppo molti non sanno che questa pena ti lascia la vita ma ti divora la mente, il cuore e l’anima. Questa condanna è solo la certezza della fine, se a me questo non è accaduto è perché sono l’eccezione che conferma la regola. Ecco cosa mi ha scritto un ergastolano in carcere da trentasette anni, senza che abbia mai usufruito di un solo giorno di permesso:”Respiro, dormo, bevo, sogno, insomma vivo ma sarebbe meglio dire che muoio vivendo, dato che gli altri detenuti vivono per la libertà, gli ergastolani solo per morire. C’è la speranza, ma ormai questa è diventata come un filo d’acciaio a cui tutti si aggrappano, ma poi uno alla volta cadono tutti. Con la pena dell’ergastolo lo Stato si prende la vita di una persona come se questa fosse un oggetto e la ruba per sempre… è come cadere in un pozzo nero senza mai toccare il fondo”. Carmelo Musumeci
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Si sta discutendo dell’abolizione dell’ergastolo ostativo
Posted by fidest press agency su venerdì, 20 Maggio 2022
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Codice della strada: abolizione delle botticelle
Posted by fidest press agency su giovedì, 11 luglio 2019
Lo dichiara in una nota l’on. Federica Zanella, parlamentare di Forza Italia. Continua l’on. Zanella. <<E’ stata vinta una battaglia di buon senso, sulla quale con decisione siamo riuscite a creare un fronte comune che pareva difficile da trovare. Ora dopo l’aula il testo si sposterà al Senato, dove terremo duro per portare a compimento questa lotta. Sono particolarmente fiera dopo la battaglia vinta sul sexting e il revenge porn, che grazie ad un mio emendamento in aula diventeranno reato, di aver intanto posto questa prima pietra importante per arrivare all’abolizione delle botticelle>>. Conclude la deputata azzurra.
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Ecotassa. Ciriani (FdI): FdI al Senato presenterà emendamento per abolizione
Posted by fidest press agency su sabato, 8 dicembre 2018
“Fratelli d’Italia non accetterà che gli italiani siano gravati da nuove tasse. Al Senato presenteremo subito un emendamento per abolire l’ecotassa. Dopo le imprese e i professionisti tartassati e spremuti con la fatturazione elettronica per pagare il reddito di cittadinanza, non consentiremo che, in nome di un falso ambientalismo, si mettano le mani nelle tasche degli italiani che, per necessità, decidono di acquistare un’utilitaria. Rispetteremo il mandato che gli elettori di centrodestra ci hanno dato votando il nostro programma, che prevedeva di ridurre la pressione fiscale e di far ripartire i consumi. E già mercoledì 12 saremo con Giorgia Meloni in piazza a Roma, davanti al Parlamento, per dire ‘no’ alla fatturazione elettronica”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani.
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Perplessità su abolizione ordine giornalisti
Posted by fidest press agency su martedì, 25 settembre 2018
“Da Presidente del settore confederale della Comunicazione di CONFASSOCIAZIONI, ovvero il soggetto di rappresentanza unitaria delle Federazioni, dei Coordinamenti e delle Associazioni che esercitano attività professionali non organizzate in ordini e collegi, accolgo con piacere le dichiarazioni del Senatore Vito Crimi in merito alla regolamentazione delle professioni della Comunicazione”. Così Carmelo Cutuli, Presidente del settore confederale che aggrega le associazioni professionali della Comunicazione di CONFASSOCIAZIONI, la federazione che rappresenta oltre 360 Associazioni Professionali, gran parte delle quali hanno già ottenuto l’iscrizione all’Albo MISE ai sensi della Legge 4/2013.”La Legge 4/2013 in combinazione con le normazione UNI delle professioni non regolamentate, rappresenta sicuramente la via più semplice e diretta per definire e sostanziare figure professionali oggi di fatto esercitate e richieste sul mercato come quelle del comunicatore d’impresa o il relatore pubblico, fino a quelle più innovative come il social media manager, il place brander o l’influencer. Professionalità che nascono negli ultimi anni dal cross-over di varie discipline come l’informatica ed il marketing e trovano nel settore della Comunicazione l’ambito più adeguato di collocazione.” “Concordo quindi pienamente con il Sen. Crimi – prosegue Cutuli – sull’opportunità di utilizzo della L. 4/2013 per la regolamentazione delle professioni del settore della Comunicazione, auspicando peraltro un’azione concertata con – e tra – gli attori dell’associazionismo professionale.””Esprimo tuttavia delle perplessità in merito alla paventata abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, la cui abolizione getterebbe nel caos più di un comparto. Peraltro, come il Sen. Crimi ben sa, ai sensi della L. 3 febbraio 1963, n. 69, l’Ordine dei Giornalisti è un Ente vigilato dal Ministero della Giustizia, per via della particolare natura della professione specifica del giornalista che ne implicano l’assoluta necessità di regolamentazione. Ciò da solo ne renderebbe il semplice trasferimento di questa categoria professionale nell’elenco delle professioni non regolamentate alquanto improbabile”.
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Il MoVimento 5 Stelle vuole abolire l’ordine dei giornalisti
Posted by fidest press agency su domenica, 12 agosto 2018
di Vito Crimi Non l’avevo detto a nessuno, ma avete scoperto il nostro grande segreto. Dunque confesso: il MoVimento 5 Stelle vuole abolire l’Ordine dei Giornalisti. Ero certo che le 300.000 persone scese il piazza nel 2008 per invocare l’abolizione dell’Ordine fossero passate inosservate… e pensavo che nessuno si fosse accorto, l’anno seguente, della nascita di un Movimento sancita proprio su questo tema così complesso e delicato… speravo poi che nessuno ricordasse i miei primi disegni di legge presentati nel 2013, che prevedevano proprio l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, e che il dibattito in Aula nel 2014 durante la legge di riforma delle modalità di sostegno all’editoria fosse caduto nel dimenticatoio.
Ma ieri, finalmente, il mistero è stato svelato. E dopo 10 anni alcuni “giornalisti” (le virgolette non sono casuali) hanno scoperto che sì, forse potrei avere questa idea in testa. Al di là dell’ironia, sono vent’anni che si dibatte della reale utilità dell’Ordine e non si riesce a trovare unanime consenso neanche tra chi ne sostiene il ruolo.Come ho tenuto a precisare nell’audizione di ieri nella Commissione Cultura della Camera dei Deputati, avrei potuto fare come nel 2013: presentare subito, senza pensarci due volte, una proposta di abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. Invece, pensate un po’, ho preferito incontrare prima i nuovi vertici dell’Ordine, ascoltarli e accogliere con favore il loro percorso di autoriforma, in attesa di valutarne la proposta.Ho comunicato direttamente al Presidente dell’Ordine la mia disponibilità ad aspettare la loro proposta di autoriforma, per comprendere se sarà in grado di rispondere alle tante criticità sollevate sulla necessità che esista un albo dei giornalisti, un organo che possa decidere chi può scrivere notizie e chi no.Addirittura, si parla di “minacce” da parte mia. Ora manca solo che qualcuno scomodi Putin o qualche troll russo su Twitter, e allora il segretissimo piano di abolizione dell’Ordine dei Giornalisti sarà definitivamente svelato.
Vi svelo un altro segreto: dal primo giorno in cui ho ricevuto le deleghe all’Informazione e all’Editoria, il mio ufficio ha visto una raffica di appuntamenti e incontri con i giornalisti, piuttosto che con gli editori. Contrariamente a quanto si possa pensare, non sono barricato in un fortino: anzi, la mia porta è sempre aperta per ascoltare rilievi e preoccupazioni, condividere problemi, cercare soluzioni e camminare insieme verso le necessarie riforme che l’editoria attende da tempo, oramai non più procrastinabili. Il mio lavoro è questo: ascoltare, confrontarmi e prendere di conseguenza decisioni politiche. E non posso far altro che ringraziare tutti i giornalisti che mi hanno sempre parlato con franchezza, offrendomi consigli, suggerimenti e rivolgendomi anche critiche serrate.È curioso: Crimi, quello che viene indicato come “nemico” dell’informazione, in realtà è sempre al fianco della libertà di stampa per avviare quelle riforme che non sono mai state realizzate. Crimi, quello che viene indicato come “nemico” dei giornalisti, si batte per riconoscere loro compensi degni e dignità alla professione, per la tutela delle fonti, per la difesa dalle diffamazioni temerarie e tanto altro.Cari “giornalisti”, spero vi rendiate conto che è proprio questo vostro atteggiamento ad essere corresponsabile della profonda crisi dell’informazione tradizionale, a beneficio di un’informazione libera e condivisa, senza filtri e senza “ordini” di scuderia che impongono chi può e chi non può scrivere o fare informazione.Come affermava ieri in Aula il collega Alberto Bagnai, il pluralismo dell’informazione si realizza quando chi fa informazione garantisce la pluralità delle opinioni, e non è sufficiente che ci sia una pluralità di soggetti se questi poi danno voce ad un pensiero unico perché si possa definire pluralismo.A chi ancora difende l’attuale Ordine dei Giornalisti, definendolo l’unico presidio a tutela della loro libertà, ricordo solo che l’Ordine esiste dal 1925 e che con l’Ordine vigente ci ritroviamo oppressi dal precariato nel giornalismo e senza alcuna tutela per chi svolge il lavoro di giornalista.
Non servono proclami: difenderò sempre i giornalisti, la libertà di raccontare le notizie e la verità, il diritto ad avere un lavoro dignitosamente retribuito, il riconoscimento delle dovute tutele. Difenderò tutto questo con atti legislativi e provvedimenti concreti. Ma, per favore, non chiedetemi di difendere l’Ordine dei Giornalisti. (fonte: blog delle stelle)
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“Potere al popolo” aderisce al digiuno nazionale per l’abolizione dell’ergastolo
Posted by fidest press agency su martedì, 12 giugno 2018
L’Associazione Liberarsi ha sempre sostenuto la campagna contro il carcere a vita e per questo sta organizzando il terzo giorno di digiuno nazionale martedì 26 giugno 2018 data a cui l’ONU dedica una giornata alle vittime della tortura, quindi anche ai detenuti condannati alla pena dell’ergastolo. Ancora una volta sta cercando di coinvolgere il maggior numero di persone interessate, le associazioni di volontariato, i nuovi parlamentari e/o chi si occupa di politica attiva, i centri sociali, esponenti della magistratura, dell’università, delle camere penali, uomini e donne di tutte le chiese, fedi religiose e movimenti spirituali, intellettuali, personaggi del mondo dello spettacolo e dell’informazione.
La campagna deve avere l’appoggio di tanti cittadini e cittadine. Siamo pronti a ricevere i vostri consigli, suggerimenti e idee per diffondere il nostro no contro il carcere a vita. È importante che i digiuni abbiano un ritmo, date precise, per non dimenticare, per scuotere le coscienze, per sensibilizzare l’opinione pubblica, per mettere in luce la situazione reale di tutti gli ergastolani. Per fare questo, è necessario il supporto di tutte le persone detenute, dei vostri familiari, delle associazioni e degli organi di informazione. Collegandosi al sito http://www.liberarsi.net troverete maggiori informazioni sulla terza campagna di digiuno per l’abolizione dell’ergastolo. Dite ai vostri familiari e amici di collegarsi sul nostro sito e cliccando su: Aderisci alla terza giornata di digiuno fissato per martedì 26 giugno 2018 per l’abolizione dell’ergastolo sarà possibile sottoscrivere l’adesione.
Per la comunicazione e la promozione della giornata sui social media vi chiediamo di utilizzare l’hashtag #campagnadigiunaperlavita#9999#noergastolo#26giugno2018.
La quarta Assemblea nazionale di Potere al popolo (Tavolo 8 Giustizia) ha deciso, tra l’altro, di appoggiare l’iniziativa dell’Associazione Liberarsi, della Comunità Papa Giovanni XXIII, dell’Associazione Yairaiha e altre con queste parole:
“Il prossimo 26 giugno è la giornata mondiale dedicata dall’Onu alle vittime della tortura e in Italia è già stata lanciata la terza giornata nazionale di digiuno nelle carceri per chiedere la cancellazione dell’ergastolo: Potere al Popolo aderisce all’iniziativa e richiede la partecipazione attiva su tutto il territorio nazionale, anche per dare continuità al già citato punto 15 del programma.”
Sono entrato in carcere che mi sentivo “mezzo” colpevole, col passare degli anni, con una pena che finisce nell’anno 9999 e con regimi di carcere duro, iniziai a sentirmi innocente. Dopo un quarto di secolo ho iniziato a usufruire dei primi permessi premio, poi ho ottenuto la semilibertà, uscendo al mattino e rientrando alla sera in carcere. Ormai da circa un anno e mezzo durante il giorno continuo a scontare la mia pena facendo il volontario in una struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, dando una mano ad adulti e bambini disabili e ricevendo in cambio affetto sociale. Solo qui ho iniziato a sentirmi completamente colpevole del male fatto in passato. Per questo mi sento di dire che la mancata riforma penitenziaria è stato un duro colpo per la popolazione detenuta e per la società, perché con le misure alternative al carcere ci sono più probabilità di sconfiggere sia la piccola che la grande criminalità. Purtroppo, invece, a causa delle pulsioni giustizialiste di alcuni partiti, la riforma penitenziaria è stata affossata, o, meglio, è stata gettata nelle sabbie mobili. In questo modo, a mio parere, in nome della legalità, sicurezza, ordine e certezza della pena, si produrrà altra criminalità. Da molti anni lotto per l’abolizione dell’ergastolo perché credo che sia una pena che non faccia bene neppure alle vittime dei nostri reati, perché il carcere senza un fine pena ti fa sentire innocente, mentre con un fine pena o con una pena alternativa ti fanno sentire veramente colpevole. (Per l’Associazione Liberarsi Carmelo Musumeci)
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Giornata di digiuno nazionale per l’abolizione dell’ergastolo in Italia!
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 marzo 2018
Il prossimo 30 marzo nelle carceri italiane gli ergastolani e le ergastolane saranno in sciopero della fame, per chiedere, ancora una volta, che l’Italia abolisca l’ergastolo. Accanto a loro ci saranno migliaia di detenuti e detenute. Ci saranno le loro famiglie, anch’esse condannate per sempre. Siamo certi che ci sarete anche voi. Cosa vi chiediamo?Quel giorno venite intorno alle carceri, fate uno striscione nella vostra città, un volantinaggio su questo tema, organizzate un dibattito per ricordare che Eichmann, gerarca nazista, non provava il minimo rimorso di coscienza a fare del male, perché sotto il nazionalismo il male era la legge e lui non avrebbe pensato un solo istante che si potesse infrangere la legge.Pensiamo che un individuo umano in carcere non perda il diritto di avere diritti e che un carcerato resti un membro della famiglia umana.
Pensiamo che la collettività si debba difendere dal male, e da chi lo fa, ma non dovrebbe farlo dimostrando di essere peggiore del male che combatte, aggiungendo così altro male al male.
Pensiamo che la legalità prima di pretenderla bisogna darla.
Pensiamo che lo Stato faccia le leggi ma, quando si tratta di carcere, non ne rispetti quasi nessuna. E se poi chi è recluso per pagare il proprio reato vede che il “sistema” è peggiore di chi vuole rieducare, non riuscirà mai a provare rimorso per il male commesso.
Pensiamo che senza speranza chi ha sbagliato non capisca perché dovrebbe cambiare, o smettere di essere “cattivo”. Pensiamo che quello che manchi di più in carcere, a parte l’amore, sia la speranza. Pensiamo che trattando una persona come un mostro, senza dargli una possibilità di uscire vivo dal carcere, questa diventerà inevitabilmente irrecuperabile.
Pensiamo che il modo con il quale lo Stato si comporta con i prigionieri dimostri il suo grado di civiltà.
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Giornata di digiuno nazionale per l’abolizione dell’ergastolo in Italia!
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 marzo 2018
L’associazione Liberarsi ha organizzato il secondo giorno di digiuno nazionale, venerdì 30 marzo 2018, contro la pena dell’ergastolo. Ci rivolgiamo a tutte le comunità cristiane d’Italia e a tutti i credenti nelle varie religioni e a coloro che pur non credenti operano per il rispetto dell’umanità. Vi chiediamo di prendere posizione contro l’ergastolo: venerdì 30 marzo 2018 è una giornata particolare per molti cristiani, ma non ci rivolgiamo solo a loro. Vogliamo sentire vicini a noi anche i cristiani ortodossi, che celebreranno la passione e morte di Cristo una settimana dopo, vogliamo sentire accanto a noi anche gli ebrei, i mussulmani, gli induisti, i buddhisti, gli atei.
Sappiate che siamo 1.677 persone attualmente condannate all’ergastolo in Italia, alcuni nell’isolamento delle sezioni a 41 bis, altri nelle sezioni ad alta sicurezza, altri ancora nel sovraffollamento delle celle comuni. Con noi migliaia di detenuti e detenute, migliaia di nostri familiari e di volontari, venerdì 30 marzo 2018, digiuneranno per la vita, perché il nostro nuovo Parlamento si pronunci contro l’ergastolo che ci condanna fino alla morteperché per legge siamo cattivi e colpevoli per sempre. Siamo né morti né vivi. Siamo uomini ombra (così si chiamano gli ergastolani fra loro) prigionieri dell’Assassino dei Sogni (così i prigionieri chiamano il carcere) condannati alla “Pena di Morte Viva” (così è chiamata da noi la pena dell’ergastolo).
Per molti di noi non c’è più nessuna speranza, nessun futuro e nessuna compassione. Non c’è più nulla. Solo il dolore, perché il tempo passa e non abbiamo nulla da aspettare. Siamo destinati per tutta la vita a stare nell’ombra e a morire di vecchiaia murati vivi nelle nostre celle. Nel medioevo ti ammazzavano, ti cavavano gli occhi, ti tagliavano un braccio, ma il dolore non durava per sempre. Ora, invece, l’ergastolo è nello stesso tempo una pena di morte, una tortura e un dolore all’infinito. Un vero e proprio incubo a occhi aperti, da cui non è possibile svegliarsi. Sembra che gli uomini ergastolani siano umani azzerati, non più figli di Dio, ma figli della malvagità degli uomini. E, condannati ad essere cattivi e colpevoli per sempre, molti di noi vivono ormai una vita vegetativa, senza volontà, né desideri, né sogni.
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Imposta/canone Rai: Verso l’abolizione elettorale?
Posted by fidest press agency su sabato, 6 gennaio 2018
Il segretario del partito Democratico ha annunciato che intende proporre l’abolizione dell’imposta sul possesso di un apparecchio televisivo, il cosiddetto canone che oggi si paga attraverso la bolletta elettrica. Come contropartita chiede l’abolizione del tetto pubblicitario perche’ la Rai meglio competa con gli altri attori del mercato, il tutto con una gradualita’ al ribasso dei contributi dello Stato.Qualcosa si muove li’ dove sembrava che, dopo l’avvio del nuovo sistema di riscossione, si fosse ampiamente risolto il problema dell’evasione, e messa una sorta di pietra tombale sulla piu’ che discussa e irrazionale vicenda fiscale e commerciale (a partire dal fatto che un’imposta venga chiamata -con tanto di conferma istituzionale- canone o abbonamento).
Si muove agli inizi della campagna elettorale. Bene: vuol dire che qualcuno ha capito che il tema e’ di quelli scottanti (anche irrazionale, per quanto ci riguarda), che fanno vibrare i nervi degli elettori e, perche’ no, magari catturare il consenso. Per ora la proposta viene dal partito di governo, ma ci risulta che anche diversi partiti di opposizione la pensano nello stesso modo (almeno lo dicono), speriamo che la di la’ di buttarsi accuse gli uni contro gli altri come sempre dovrebbe avvenire in campagna elettorale, siano concreti e chiari in merito, soprattutto sui tempi.
E’ importante che questo divenga un tema da campagna elettorale. Fino ad oggi in materia ha sempre dominato un magma consociativo, poiche’ tutti i partiti in qualche modo hanno il loro pezzo di potere all’interno del sistema pubblico di informazione radiotelevisiva e mai hanno manifestato intenzione di scardinarlo: vuoi per sistemare le loro persone nei posti chiave e non solo, vuoi per garantirsi pezzi di informazione.Aspettiamo con ansia l’avvio delle discussioni. Speriamo solo che, considerati svariati precedenti anche se non in materia specifica (ma in tema di riduzioni fiscali ad ampio spettro, c’e’ la gara a chi propone di piu’), non si tratti solo di un’abolizione elettorale.(Vincenzo Donvito, presidente Aduc) Sul fronte politico l’on.le Brunetta capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati annota su twitter: “CarloCalenda schiaffeggia mister Etruria @matteorenzi. Per ministro Sviluppo economico abolizione canone sarebbe una ‘partita (presa) di (in) giro’. Buio per il Fiorentino. E comunque, per la cronaca, canone in bolletta è arrivato con suoi millegiorni. Dicesi incoerenza”.
Per Giorgio Lainati (Nci) vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai: “Com’era facilmente prevedibile la TV pubblica diventa da subito terreno di scontro per la campagna elettorale. La proposta del segretario PD Renzi sull’abolizione del canone è pura propaganda elettorale visto che comunque lo Stato continuerebbe a versare alle casse della RAI soldi pubblici per un periodo indefinito in attesa di una presunta e futuribile redistribuzione delle risorse pubblicitarie. La RAI, la più grande Azienda di informazione e di cultura del Paese merita di più e di meglio. Le forze politiche dovrebbero proporre per il futuro di un’Azienda così delicata per la tutela del pluralismo e della democrazia iniziative legislative serie e fattibili e non spot elettorali”. E per finire Giorgia Meloni su facebook scrive: “«Pare che Renzi, dopo aver messo in bolletta il canone Rai per far pagare a tutti gli italiani lo stipendio di Fabio Fazio, Benigni e Saviano, ora voglia abolirlo. Delle due l’una: o siamo di fronte a una folgorazione e quindi attendiamo che si scusi pubblicamente con i cittadini o è la solita televendita da campagna elettorale di Matteo “Do Nascimento” Renzi, che insieme all’abolizione del canone regalerà una bicicletta col cambio Shimano. Il 4 marzo gli italiani sceglieranno FdI e un governo di patrioti anche per non dover più sopportare queste prese per i fondelli».
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Abbiamo un sogno: l’abolizione dell’ergastolo in Italia
Posted by fidest press agency su sabato, 9 dicembre 2017
L’Associazione Liberarsi onlus sta organizzando un giorno di digiuno nazionale per domenica 10 dicembre 2017 (Anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani) contro la pena dell’ergastolo. Si può aderire e avere più informazioni sul sito http://www.liberarsi.net. Ecco perché bisognerebbe abolire questa terribile e crudele pena: La pena dell’ergastolo è una sentenza senza speranza e con questa condanna gli ergastolani muoiono ancor prima di finire la loro pena. E li vedi camminare in carcere in modo diverso da tutti gli altri prigionieri, perché fanno su e giù come morti in vita. Si muovono come spettri, guardando il tempo che va via, facendo una decina di passi avanti ed una decina di passi indietro. Perduti per sempre in un mondo perduto, senza avere nulla, neppure il nulla, per cui attendere, sperare e vivere. Camminano senza neppure pensare, perché non riconoscono più il mondo che li ha visti nascere. La loro sembra una passeggiata della morte, con la morte e per la morte, e marciano da un muro all’altro, privi di sogni e di ogni speranza. Passeggiano nelle loro celle, da una parte all’altra, senza saper cosa fare. Indecisi a volte se morire o vivere. Vagano in un fazzoletto di cemento per mesi e anni. Da una parete all’altra con una pena senza fine. E con un giorno uguale all’altro. Muoiono un po’ ogni passo, per tornare di nuovo a morire ancora un po’ ogni volta che incontrano il muro di fronte e si fermano per girarsi. Camminano sapendo che non possono guardare in faccia il futuro, consapevoli che possono solo guardare il tempo che va via, perché il loro domani è già tutto scritto. E il loro futuro sarà una lenta agonia senza rimedio che durerà un’intera vita. I passi degli ergastolani sono lenti e corti forse perché non possono andare da nessuna parte e i loro sogni finiscono dove iniziano, e muoiono passo dopo passo. I loro cuori si spengono dentro a poco a poco, perché avranno sempre un presente uguale al futuro poiché la loro vita diventerà una malattia o una morte lenta, bevuta a sorsi.www.carmelomusumeci.com
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Abolizione monete 1-2 cent. A quale prezzo? Non ne vale la pena!
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2017
Il via libera della Commissione Bilancio della Camera all’emendamento Boccadutri che sospende dal 1 gennaio 2018 le monetine da 1 e 2 centesimi, e’ una cosa buona? Chi non sbuffa quando ha un resto o un pagamento con monetine da 1 e 2 centesimi, consumatore o commerciante che sia? Quasi tutti. E gia’ alcuni commercianti arrotondano per difetto o per eccesso. Una quotidianita’ che ha pochi effetti sulla vita di ognuno? Certamente nell’immediato, ma non nel lungo periodo: i salvadanai o le ciotole in cui buttiamo queste monetine (incluse quelle da 5 centesimi), quando poi ogni tanto le andiamo a contare, sono comunque un gruzzoletto, quasi una sorta di regalo che ci sentiamo spinti a spendere come fosse un premio. Ma non lo e’. Se pensiamo, per esempio, ai costi telefonici od energetici, l’unita’ dei misura del centesimo e’ fondamentale; certo, non li maneggiamo ed e’ tutto virtuale, ma il centesimo ha una sua determinante valenza. Cosi’
come ha valenza per i prezzi all’ingrosso e le trattative commerciali di ogni tipo.
Valutiamo quindi negativamente la proposta di smetter di coniarli, e di lasciare mano libera alla fantasia dei dettaglianti per arrotondamenti che non potranno che essere a svantaggio del consumatore (credere il contrario e’ essere in malafede).
Del resto, Paesi come Usa e Canada hanno da sempre monetine di questo conio e non ci pensano neanche lontanamente di farne a meno. Dobbiamo abituarci e organizzarci per non farci sommergere dalla loro innegabile scomodita’. L’alternativa? Non c’e’, al momento. A meno che, ovviamente, non si voglia dare mano libera ai profittatori di varia tacca.
(Vincenzo Donvito, presidente Aduc)
a sua volta l’on.le Alberto Giorgetti scrive: “Non comprendiamo pienamente le ragioni che hanno portato ad approvare la sospensione del conio delle monete da 1 e 2 centesimi. Quelle legate al risparmio per le casse dello Stato non sono infatti del tutto chiare, né tantomeno è comprensibile l’urgenza e la necessità di procedere con un emendamento alla manovrina”. “Si tratta, infatti – prosegue –, di una norma che avrebbe avuto bisogno un approfondimento più ampio proprio perché non può sottovalutarsi il rischio di ricadute sui consumatori finali, vittime di facili ‘arrotondamenti’ al rialzo. Non può quindi non sorgere il dubbio che si tratti di una disposizione che mira a favorire determinati soggetti, o, ancora più tristemente – conclude l’esponente azzurro –, l’ennesima beffa a danno dei consumatori”.
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Lavoro e finta abolizione delle Province
Posted by fidest press agency su domenica, 4 settembre 2016
Che la riforma “Delrio” con la quale si paventava trionfalisticamente l’abolizione delle Province fosse una truffa a danno degli italiani si era visto non appena si è dato attuazione, con le amministrazioni provinciali tuttora in piedi con compiti e funzioni in parte rimaste ed in parte non del tutto chiare per salvare qualche poltrona lì e là, a discapito di migliaia di dipendenti che oggi sono stati costretti a lasciare le loro mansioni e le proprie competenze accumulate – per molti – negli anni, per spostarsi, se gli va bene, in altri enti o amministrazioni dello Stato. Se va bene, dicevamo, perché proprio in data odierna, fissata quale start day per il passaggio alle nuove amministrazioni, molti dei dipendenti che provenivano dalle province si sono visti rifiutare letteralmente l’assegnazione al nuovo incarico presso le amministrazioni riceventi. Non dimentichiamo, infatti, che il pasticciaccio brutto è stato proprio determinato dalla riforma stessa e dai suoi provvedimenti attuativi a partire da quello emanato dal Dipartimento della Funzione Pubblica, che con decreto del Direttore dell’Ufficio per l’organizzazione ed il lavoro pubblico n. 11)-14647299 del 10.08.2016, pubblicato sul portale “mobilità.gov”, a conclusione della prima fase di mobilità disciplinata dal D.M. 14.09.2015, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri — Dipartimento della Funzione Pubblica “Criteri per la mobilità del personale dipendente a tempo indeterminato degli enti di area vasta dichiarato in soprannumero, della Croce Rossa italiana, nonché dei corpi e servizi di polizia provinciale per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale”, ha assegnato i dipendenti delle province a determinate amministrazioni senza però un’effettiva e puntuale verifica delle singole professionalità e dell’effettivo bisogno delle stesse presso i nuovi incarichi. A segnalarci la gravissima questione che coinvolgerebbe migliaia di dipendenti delle province e degli enti indicati nel su citato decreto, due lavoratrici della provincia di Lecce le quali, destinate ai Comune di Lequile e Presicce (Le), si sono viste rifiutare l’assegnazione in data odierna non prima di aver comunque diffidato l’amministrazione comunale, in assenza di apposita convocazione, a renderle loro possibile l’esecuzione della prestazione lavorativa. Insomma, moltissimi lavoratori si troverebbero in un limbo giuridico, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che deve essere immediatamente sostituito dalla certezza del diritto al proprio posto di lavoro. Che il governo batta un colpo!
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Verso l’abolizione del roaming
Posted by fidest press agency su martedì, 3 Maggio 2016
I cittadini europei che utilizzeranno il loro cellulare in un altro Stato membro dell’Ue beneficeranno di un’ulteriore riduzione delle tariffe per chiamate, messaggi e traffico dati.
Si tratta di un’altra pietra miliare verso l’abolizione totale del roaming in tutta l’Ue che, grazie al pacchetto telecomunicazioni approvato dal Parlamento europeo lo scorso ottobre, sarà realtà dalla metà di giugno 2017.
Dal 30 aprile 2016, le tariffe per chi utilizza il cellulare in un altro Stato membro potranno avere un aumento massimo, rispetto al normale piano tariffario applicabile nel proprio paese:
– di €0,05 per minuto di chiamata;
– di €0,02 per sms inviato;
– di €0,05 per megabyte di dati.
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Abolizione banconote da 500 euro?
Posted by fidest press agency su venerdì, 5 febbraio 2016
“La lotta al contante è centrale ai fini del contrasto dell’evasione fiscale e lotta alla criminalità. Mi auguro che l’Europa, su impulso di Mario Draghi, intraprenda una politica di riduzione del contante cominciando proprio dalle banconote da 500 euro che guarda caso in Europa sono anche chiamate “Bin Laden”. “Negli ultimi cinque anni è cresciuto il deposito di banconote da 500 euro nelle banche delle regioni italiane dove l’export è forte: +273% in Veneto, +3853% in Trentino Alto Adige (da 7 a 288 milioni di euro), +847% in Emilia Romagna, +393% in Lombardia. Nel 2015, le banche italiane hanno accolto biglietti da 500 euro in misura cento volte superiore rispetto a quanto ne hanno distribuiti.
“Il prossimo 5 aprile 2016 è la sesta edizione del No Cash Day (www.nocashday.org), la giornata contro il contante, per la prima volta in versione europea. In tale occasione verrà letto a Copenaghen il “Manifesto dell’ePayment” nel quale il punto “riduzione del contante” è centrale”.
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Pena di morte: Il discorso del Papa
Posted by fidest press agency su venerdì, 25 settembre 2015
Il discorso di Francesco al congresso degli Stati Uniti ha avuto, nel passaggio sull’abolizione della pena di morte, i suoi accenti più alti. Non solo il Papa ha ricordato a tutti la crudele e inutile vendetta rappresentata da uno strumento giuridico che non rende giustizia ma provvede solo a togliere la vita: ha anche affermato che ogni “punizione” non deve mai escludere “la dimensione della speranza e l’obiettivo della riabilitazione”.Con parole toccanti e ispirate dal Vangelo (“se vogliamo sicurezza, diamo sicurezza; se vogliamo vita, diamo vita; se vogliamo opportunità, provvediamo opportunità”) ha indicato a tutti gli Stati la necessità di legislazioni che siano all’altezza di società inclusive, in cui scompaiano i ghetti, i muri che dividono gli uomini. E ha lanciato un prezioso messaggio per l’umanizzazione di un mondo globalizzato, ma sempre più vittima di una violenza diffusa che colpisce sia i singoli che interi popoli.
La Comunità di Sant’Egidio, che da anni è in prima fila nella battaglia per l’abolizione della pena capitale nel mondo, ringrazia il sostegno annunciato da Papa Francesco “a tutti coloro che sono convinti” della necessità di dare speranza e offrire riabilitazione a chi ha sbagliato. Sono parole che ci incoraggiano a intensificare il nostro impegno in tutti i continenti insieme alla preziosa e vasta rete di personalità e cittadini comuni che hanno già aderito alla nostra campagna con il risultato di migliaia di “Città per la Vita”, Comuni europei, africani, asiatici e americani che hanno già scelto di schierarsi contro la pena di morte.
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Abolizione Equitalia
Posted by fidest press agency su giovedì, 10 luglio 2014
“E’ da tempo che sosteniamo la necessità di abolire Equitalia chiedendo anche lumi sui suicidi e sulle imprese costrette a chiudere a causa delle cartelle esattoriali della società il cui costo del denaro rasenta il tasso di usura. Equitalia è lo strumento attraverso cui lo Stato di de-responsabilizza davanti alle famiglie e alle imprese. Molti partiti ne hanno chiesto l’abrogazione. Noi diciamo ‘se non ora quando?’ Chi impedirà l’approvazione di questa pdl o il suo esame, non avrà più legittimità di profferire verbo davanti agli italiani”. È quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Massimo Corsaro, componente della commissione Bilancio, intervenendo in aula a sostegno della pdl Soppressione della società Equitalia Spa, presentata dal Movimento 5 Stelle.
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Abolizione finanziamento ai partiti
Posted by fidest press agency su sabato, 14 dicembre 2013
Italiano: Matteo Renzi è un politico italiano, attuale sindaco della città di Firenze. (Photo credit: Wikipedia)
“Da oggi i partiti e la politica dovranno cominciare davvero a fare fundraising e la donazione di fondi sarà un nuovo indice per misurare la partecipazione dei cittadini alla vita politica e sociale del Paese”. Questo il commento del Segretario Generale di Competere.EU, Roberto Race e del Senior Fellow del think tank e Presidente del Centro Studi sul Non Profit Raffaele Picilli sull’approvazione del Governo in Consiglio dei Ministri del decreto di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.Il think tank Competere.EU, il pensatoio italiano nato per elaborare e implementare politiche e pratiche per lo sviluppo sostenibile, ha tra le sue aree di interesse proprio il finanziamento ai partiti, il quale viene seguito da un osservatorio con report dedicati.
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Abolizione rappresentante di classe?
Posted by fidest press agency su martedì, 8 Maggio 2012
Centinaia e centinaia di genitori in cento luoghi diversi, sparsi per tutta Italia, stanno raccogliendo con passione firme di altri genitori affinché non sia abolita la figura del rappresentante di classe. Dopo una prima diffusione della petizione fra i genitori eletti nelle scuole toscane, la notizia è volata via web e in pochissimi giorni sono giunte a noi promotori di AGe Toscana le adesioni di associazioni, comitati, gruppi da tante province diverse. Segno evidente che i genitori a scuola ci sono e che nel rappresentante di classe ci credono. ”Come Associazione Genitori AGe stiamo lavorando da oltre 14 anni in Toscana per formare i genitori eletti negli organi collegiali della scuola –dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell’associazione toscana- Nel tempo abbiamo visto i risultati di questo impegno: i genitori sono divenuti interlocutori consapevoli della scuola e, dopo un’azione di rigetto iniziale, sono stati anche apprezzati. A livello italiano siamo in rete con molte altre realtà che funzionano. Peccato che il Ministero negli ultimi cinque anni non abbia speso un briciolo di attenzione per qualificare la presenza dei genitori nella scuola. Se lo avesse fatto, molto probabilmente i legislatori si sarebbero guardati dal fare una simile scelta”.Invece la proposta di legge 953 mette in forse la partecipazione dei genitori al governo della scuola, rimettendo tutto allo statuto, diverso per ciascuna scuola, che dovrebbe solo per questo concretizzare la tanto decantata autonomia. Ma uno statuto privo di effettivi controlli esterni può essere garante di legalità? Abbiamo più di qualche dubbio, vista ad esempio la crescente frequenza con cui ci giungono segnalazioni di Consigli d’istituto che pretendono di ‘sfiduciare’ i consiglieri ritenuti scomodi e farli decadere. Una procedura (questa come tante altre che ci vengono segnalate dai genitori) del tutto illegittima ma che determinati dirigenti scolastici, pur essendo i legali rappresentanti della scuola, non ostacolano in alcun modo.Se questo accade con l’attuale normativa, che cosa accadrà quando le scuole non saranno più obbligate a garantire rappresentanti di classe, assemblee e altri spazi di partecipazione per le famiglie? si chiedono i genitori. La risposta che si danno non è molto ottimistica.
Dà da pensare anche la velocità con cui la Camera ha trovato un compromesso fra posizioni finora inconciliabili e, tempo questi pochi mesi del 2012, è già prossima a licenziare la Proposta di legge in sede legislativa (una procedura riservata a materie di scarsa importanza o a provvedimenti d’urgenza, che qui certo non si configurano). Questo senza che ci sia stato un adeguato dibattito all’interno del mondo della scuola. I TEMPI PERTANTO SEMBRANO ESSERE MOLTO STRETTI.”Invitiamo tutti i genitori a inviarci le firme già raccolte entro il 10 maggio, in modo da poterle presentare alla VII Commissione della Camera prima del voto definitivo –è l’appello dell’AGe Toscana- Poi intensificheremo ulteriormente i nostri sforzi in vista del passaggio al Senato. Siamo disponibili a confrontarci, a offrire delucidazioni, a essere presenti a incontri, rapportandoci con chiunque si dimostri interessato al futuro della scuola e alla partecipazione dei genitori”.
COME INVIARE LA PETIZIONE: il modulo va stampato fronte retro, compilato in modo leggibile e firmato. Il foglio deve essere inviato a info@agetoscana.it dopo averlo scannerizzato in formato .pdf (a bassa risoluzione) o .tif. In alternativa, è possibile inviare direttamente i fogli firmati alla Segreteria AGe Toscana presso AGe Argentario, via Baschieri 63, 58019 Porto S. Stefano.
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Province: abolizione solo a parole
Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 aprile 2012
“Sulle province è in atto un vergognoso inciucio tra Pd e Pdl. A parole dicono di volerle razionalizzare, in realtà vogliono lasciare le cose come stanno. Insomma, dopo quella sul finanziamento pubblico ai partiti, è in arrivo un’altra riforma targata Gattopardo” lo dichiarano in una nota congiunta Massimo Donadi, capogruppo IDV alla Camera e David Favia, capogruppo IDV in commissione Affari costituzionali, commentando l’audizione informale del ministro Patroni Griffi di oggi in I° commissione. “Le province rimangono enti di secondo livello, con le stesse competenze di prima, ad esclusione dell’edilizia scolastica e lavoro. L’unica cosa che cambia è il sistema elettorale che, di fatto, peggiora le cose, poiché riserva l’elettorato attivo ai soli consiglieri comunali, cancellando il requisito di rappresentanza democratica. E’ chiaro il progetto: vogliono trasformare le province in terreno di spartizione, una vera e propria vergogna” sostengono Donadi e Favia.
“Una riforma di questo tipo non sta in piedi, è grave e inaccettabile: le province vanno abolite, non trasformate in enti che rispondono a logiche spartitorie. Sono enti inutili, dai costi eccessivi e per questo vanno cancellate. Ancora una volta, i partiti della maggioranza mostrano di avere più a cuore i propri interessi di bottega che quelli di razionalizzare e ridurre i costi della pubblica amministrazione. Questa è una riforma che grida vendetta alla quale ci opporremo in tutte le sedi e con tutte le nostre forze” concludono.
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Province: astuzie per non cambiare
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 febbraio 2012
“In parlamento c’è chi parla con lingua biforcuta. A parole, tutti si dicono favorevoli all’abolizione delle province ma poi, nelle commissioni, si ripropongono vecchi giochini gattopardeschi affinché nulla cambi” lo dichiarano, in una nota congiunta Massimo Donadi, presidente dei deputati di IDV e David Favia, capogruppo IDV in Commissione Affari costituzionali. “Ieri, alla prima riunione del Comitato ristretto della I commissione, siamo stati gli unici a insistere per l’abolizione delle province. Gli altri partiti, invece, Pd e Pdl in testa, continuano a proporre soluzioni pasticciate che, di fatto, mirano a lasciare le cose così come stanno. Questo in barba alle promesse fatte in campagna elettorale e alle 400 mila firme di cittadini che, con una proposta di iniziativa popolare, hanno chiesto l’abolizione delle province” spiegano Donadi e Favia. “La proposta del Pd di creare, al posto delle province, le cosiddette “aree vaste” è un’astuzia costituzionale, un modo come un altro per non abolirle. Così come quella del Pdl che vuole trasformare le province in enti di secondo livello ma che di fatto non le cancella” spiegano Donadi e Favia. “Noi chiediamo una misura draconiana. Le province vanno abolite perché sono inutili e costose e andremo avanti nella nostra battaglia” concludono i parlamentari IDV.
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