L’alimentazione può avere un ruolo importante anche nel tumore della prostata. Una paziente che segue una dieta ricca di vegetali presenta un rischio inferiore del 52% di progressione del cancro e un rischio minore del 53% di recidiva della neoplasia. E’ quanto emerge da uno studio statunitense, svolto su oltre 2.000 persone, e che viene presentato all’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium (ASCO GU). Il più importante meeting internazionale sulle neoplasie genito-urinarie si apre oggi a San Francisco e vede anche la partecipazione della Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO). “Lo studio dei colleghi d’Oltreoceano apre nuove possibili prospettive sulle raccomandazioni dietetiche dei malati – sottolinea Sergio Bracarda, Presidente Nazionale SIUrO -. In totale sono più di 564mila gli uomini che in Italia vivono dopo una diagnosi di tumore della prostata e il loro numero è in costante crescita. E’ dunque una patologia molto diffusa e fermarne il rischio di progressione deve essere una nostra priorità. Servono però ulteriori indagini per verificare in modo più approfondito quale sia la dieta migliore che deve contemplare un equilibrio tra i vari macronutrienti. Per esempio chi sta affrontando una terapia ormonale rischia di andare incontro ad una forte perdita della massa muscolare. Ha quindi bisogno di un’alimentazione proteica e non solo ricca di vegetali. Più in generale gli stili di vita alimentari sono fondamentali sia prima che dopo una diagnosi di neoplasia genito-urinaria. Diversi studi hanno già evidenziato il ruolo, nell’insorgenza del tumore prostatico, di una dieta particolarmente ricca di grassi saturi e di un eccessivo consumo di carne rossa e latticini. Lo stesso vale nel carcinoma renale dove i troppi grassi d’origine animale possono essere una concausa della patologia. Non sono ancora emerse evidenze scientifiche nette per i tumori testicolari e vescicali. Il nostro consiglio per tutti, pazienti e non, è quello di seguire una dieta il più possibile varia ed equilibrata, con eventuali raccomandazioni specifiche. Al tempo stesso bisogna prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo altro fattore di rischio strettamente collegato all’alimentazione”. All’ASCO GU di San Francisco sono presentate le ultime evidenze scientifiche d’ambito uro-oncologico prodotte dalla ricerca medico-scientifica internazionale. “Ci sono novità importanti sul carcinoma a cellule renali avanzato così come su quelli uroteliale e prostatico – prosegue il dott. Bracarda -. Abbiamo inoltre aggiornamenti di precedenti studi sul tumore della prostata resistente alla castrazione. Si stanno poi affacciando anche nuovi biomarcatori prognostici nonché l’utilizzo dell’intelligenza artificiale multimodale. Innovazione, tecnologia e un costante miglioramento della pratica clinica quotidiana hanno permesso di arrivare a risultati importanti. I trattamenti sono più efficaci e in grado di aumentare le aspettative di vita anche per le forme più gravi ed avanzate di tumore. Infatti gli ultimi dati sottolineano che in Italia abbiamo ottenuto una sopravvivenza a cinque anni dell’oltre l’80% per le quattro principali neoplasie urologiche: prostata, vescica, rene e testicolo. Da qui l’esigenza di affrontare anche altri aspetti come, per esempio, l’alimentazione oppure la conservazione delle capacità sessuali e riproduttive di un paziente”.
Posts Tagged ‘alimentazione’
Alimentazione e tumore prostata
Posted by fidest press agency su sabato, 18 febbraio 2023
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, prostata, tumore | Leave a Comment »
Sono quasi 4 milioni gli italiani che soffrono di disturbi dell’alimentazione
Posted by fidest press agency su lunedì, 7 novembre 2022
Il 70% di loro sono adolescenti. Per queste patologie, la possibilità di avere accesso in tempi brevi alle cure può fare la differenza tra la vita e la morte. In Italia, tuttavia, la risposta non corrisponde alla richiesta e molti centri specializzati chiudono. Per rispondere all’aumento dei casi, “Lo Specchio Dan”, realtà che si occupa da anni di questi disturbi – accogliendo pazienti da tutta Italia tramite il SSN – inaugura una nuova struttura che sarà presentata nel corso della conferenza stampa in programma mercoledì 9 novembre a Domusnovas (SU), in Sardegna, con la partecipazione di rappresentanti istituzionali, medici, operatori e testimonianze di pazienti. Questo permetterà a tutti coloro, in Italia, che soffrono di queste patologie di essere accolti e curati in una nuova realtà. I giornalisti potranno seguire la conferenza anche in streaming.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, disturbi | Leave a Comment »
Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 ottobre 2022
L’unico modo per combattere l’attuale grave crisi alimentare è combattere l’“ingiustizia alimentare” che deriva dalla mancanza di attenzione per i più poveri e i più vulnerabili e di cura per la nostra Casa Comune. In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022, che ricorre il 16 ottobre, Caritas Internationalis invita i governi nazionali, le istituzioni internazionali e la comunità globale a sostenere l’agricoltura locale e di piccola scala come soluzione sostenibile e a lungo termine contro l’insicurezza alimentare. La produzione alimentare mondiale è influenzata da tre fattori principali: l’emergenza climatica, l’impatto della COVID-19 e i conflitti. «Questa Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022 è segnata dalla guerra in Ucraina, che ha contribuito allo sconvolgimento dei mercati alimentari ed energetici globali, con un’impennata dei prezzi del cibo e del carburante che porrà milioni di persone a rischio di fame in tutto il mondo», afferma Aloysius John, segretario generale di Caritas Internationalis. Accanto ai punti nevralgici dell’insicurezza alimentare quali Afghanistan, Siria e Yemen, il Sahel e il Corno d’Africa sono tra le regioni più colpite, con 21 milioni di persone in Etiopia, Kenya e Somalia che soffrono di alti livelli di insicurezza alimentare e malnutrizione. Questo è anche il risultato della dipendenza da alimenti di importazione e dall’agricoltura industriale con input chimici e del limitato coinvolgimento degli agricoltori nella catena di approvvigionamento alimentare. «È un paradosso che, nel nostro opulento mondo globalizzato, quattro persone su dieci non possano permettersi un’alimentazione salutare. L’attuale grave crisi alimentare non può essere affrontata esclusivamente attraverso l’agricoltura industriale. Dobbiamo uscire dalla logica dell’efficienza e della massimizzazione dei profitti nel sistema alimentare e concentrarci invece sul sostegno ai sistemi alimentari locali, che grazie a sementi diversificate, hanno la capacità di migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale», afferma John. In tutto il mondo, le organizzazioni Caritas implementano programmi per sviluppare la resilienza delle comunità, adottare l’innovazione a livello locale basata sulle conoscenze indigene e sostenere i piccoli agricoltori. In India e in Niger, ad esempio, le comunità locali che collaborano con Caritas stanno incrementando al massimo l’uso delle risorse disponibili localmente, come i fertilizzanti agricoli e i pesticidi botanici, per migliorare i nutrienti del suolo e contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico. Tali programmi includono tecniche e sistemi agricoli basati sull’agroecologia, che integra le esigenze della produzione agricola con il principio della preservazione ambientale. Caritas Internationalis invita la comunità internazionale e i decisori politici a garantire maggiori impegno per sostenere nuove forme di agricoltura di piccola scala, creare cooperative sociali alimentari e consentire ai piccoli agricoltori di coltivare la loro terra. Ciò significa un cambiamento nei progetti di sviluppo agricolo, con un’attenzione particolare alla gestione dei bacini idrografici e all’accesso a materiali agricoli sostenibili. Gli Stati e la comunità globale dovrebbero inoltre evitare di focalizzarsi sul raggiungimento della sicurezza alimentare a breve termine per concentrarsi invece sulle innovazioni a lungo termine generate localmente, che consentono di sviluppare sistemi alimentari sostenibili e radicati nelle realtà locali, inclusivi e resilienti alle crisi globali.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: alimentazione, giornata, mondiale | Leave a Comment »
Agricoltura e alimentazione. Un Pomo d’Oro per il futuro
Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 ottobre 2022
Pomo d’oro per la sua tonalità dorata, pomme d’amour per i francesi e apple of love per i britannici, per le credute virtù afrodisiache. E’ il pomodoro, un frutto proveniente dall’America centro-meridionale, importato in Europa a metà del 1500 dai conquistadores spagnoli. Fu usato semplicemente come pianta ornamentale perché ritenuto nocivo e soltanto dal XVII secolo ebbe un uso alimentare. Lo conosciamo per il suo colore rosso intenso, ma ci sono varietà gialle, viola, bianche, rosa e verdi. Oggi il pomodoro è diffuso globalmente. E’ elemento base della dieta mediterranea, costituente principale di sughi e salse, è ricco di acqua (94%), poco calorico, contiene vitamine e soprattutto il licopene, una sostanza con proprietà antiossidanti che si associa alla riduzione di alcune forme tumorali della prostata e del collo dell’utero. Oltre che in fitoterapia le qualità del pomodoro sono utilizzate anche nella cosmesi.A differenza di quanto comunemente si crede, il pomodoro è un frutto ed è quello maggiormente coltivato nel mondo con 181 milioni di tonnellate annue e un valore industriale di 190 miliardi. I maggiori produttori sono Cina, India e Turchia (2020). Cambiamenti climatici, siccità, malattie e parassiti possono abbatterne drasticamente. Senza attendere centinaia di anni per avere pomodori mutati, per rispondere alle diverse condizioni ambientali, si può progredire con una metodologia che interviene sul genoma senza interferire con l’insieme del patrimonio genetico. Negli ultimi anni sono state elaborate nuove tecniche, dette genoma editing, che permettono di cambiare singoli geni del codice genetico della pianta per migliorarla. Questa tecnologia è stata impiegata per aumentare la resistenza ai parassiti (virus, batteri, funghi). Gli stress come siccità, inondazioni, calore e raffreddamento comportano rischi elevati in uno scenario di cambiamenti climatici. Le tecniche tradizionali di coltivazione hanno notevolmente aumentato la resa ma, con la crescente domanda di cibo, sono necessari nuovi approcci per migliorare ulteriormente la produzione agricola. In tal senso, e la tecnologia del genoma editing è la più promettente. Uno studio della Johns Hopkins University (Usa), pubblicato sulla rivista scientifica Cell, ha individuato il modo per aumentare la produttività del pomodoro, utilizzando proprio la tecnica del genoma editing. Oltre alla produzione alimentare, il pomodoro è stato oggetto di particolare attenzione per le possibili applicazioni mediche. Recentemente uno studio italo-britannico, pubblicato sulla rivista Nature Plants, ha riportato di aver ottenuto un pomodoro in grado di accumulare il precursore della vitamina D, della quale è carente circa metà della popolazione europea. In Giappone coltivano un pomodoro con una maggiore produzione di un amminoacido (Gaba) indicato per favorire la calma e il sonno, utile quindi per gli ipertesi. Purtroppo, nell’Unione europea si dibatte ancora se le piante ottenute con il genoma editing – che non presuppone l’inserimento di Dna estraneo mediante geni provenienti da altre specie – siano considerate oppure no organismi geneticamente modificati (Ogm) la cui coltivazione è, ancora, proibita in alcuni paesi e fortemente limitata in altri.(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 30 settembre 2022) By Primo Mastrantoni, Aduc
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: agricoltura, alimentazione | Leave a Comment »
“Anche l’alimentazione può interferire sia con il dolore cronico sia con l’efficacia dei farmaci per ridurlo”
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 settembre 2022
È una molecola che noi produciamo dopo un digiuno prolungato o quando effettuiamo attività fisica e che ci fornisce energia: si chiama beta-idrossi-butirrato e sembra ridurre il dolore cronico.“Il dolore cronico, in particolare il neuropatico, altro non è che un malfunzionamento dell’attività metabolica delle cellule del sistema nervoso centrale. Mangiare in modo non corretto – spiega Livio LUONGO, Farmacologo dell’Università della Campania L.Vanvitelli, nel corso della sua relazione al Congresso Federdolore-SICD- può peggiorare il dolore patologico. Stiamo lavorando per personalizzare la terapia dei pazienti in relazione alle abitudini alimentari e allo stile di vita che potenzialmente possono condizionare l’efficacia dei farmaci”.Il dolore patologico comporta un malfunzionamento metabolico delle cellule del sistema nervoso centrale che iniziano ad alterare il loro consumo energetico. Fino a qualche anno fa la corretta alimentazione era considerata dai medici esclusivamente per le patologie cardiovascolari e metaboliche (come ad esempio il diabete e obesità). “Oggi sappiamo che la corretta alimentazione genera enormi benefici anche in ambito neurologico e alcuni regimi dietetici sono utilizzati come delle vere e proprie terapie. È noto infatti che alcune forme di epilessia farmaco-resistenti vengano trattate con una dieta chetogenica. Recenti studi condotti su modelli sperimentali – conclude LUONGO – dimostrano come specifici regimi dietetici che favoriscono la produzione di uno specifico chetone (il beta-idrossi-butirrato), siano in grado di ridurre uno dei sintomi che maggiormente limitano la qualità di vita del paziente affetto da dolore neuropatico”.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, cronico, dolore, farmaci | Leave a Comment »
Alimentazione: sempre più italiani rinunciano alla carne
Posted by fidest press agency su sabato, 17 settembre 2022
Ormai da mesi stiamo assistendo ad una continua corsa al rialzo dei prezzi: energia, carburanti, scuola, carrello della spesa. Dopo l’allarme sui rincari della pasta, del pane e del latte è ora il turno della carne e dei prodotti derivati. Da un attento monitoraggio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, emerge che mediamente i costi della carne sono aumentati del +7% rispetto al 2021, con picchi dell’8-9%.A crescere maggiormente sono il petto di pollo a fette e i bocconcini di pollo pronti (+9%), salgono anche i prezzi di cordon bleu, spezzatino di bovino e arrosto di vitello (+8%).I rincari sono motivati sicuramente dal caro-energia, ma anche dal forte rialzo dei costi dei mangimi utilizzati negli allevamenti (cresciuti di oltre il 49% rispetto al 2021).Una dinamica allarmante, che non solo rende sempre più proibitivo il consumo di carne da parte delle famiglie (che infatti nel corso dell’anno hanno ridotto gli acquisti in questo settore del -16,8%), ma fornisce una forte spinta al ribasso della qualità del prodotto e alla crescita delle emissioni inquinanti.Di fronte a tale situazione, infatti, i piccoli allevamenti sono fortemente penalizzati e sempre più vicini al rischio di cessazione della propria attività: gli unici che riescono a sostenere costi così elevati sono gli allevamenti intensivi, quelli in cui, spesso, le condizioni degli animali passano in secondo piano, così come la qualità dei mangimi utilizzati. In tal senso sarebbe necessario avviare, anche in Italia, maggiori controlli. Una tendenza che desta forte preoccupazione per i consumatori e per i produttori e che merita la dovuta attenzione da parte del Governo. Come Federconsumatori abbiamo chiesto di sterilizzare l’IVA sui prodotti fondamentali, azzerandoli sul pane, pasta e latte, portandola al 4% su carne e pesce.Si tratta di un’operazione fondamentale per sostenere le famiglie in un momento così delicato e difficile, senza costringerle a troppe rinunce e a modificare i propri consumi scegliendo prodotti più economici quali carni bianche e legumi.Grazie alla riforma da noi proposta, che prevede una attenta rimodulazione delle aliquote, una famiglia media (di 2,5 componenti) otterrebbe un risparmio annuo di 531,57 Euro.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: alimentazione, carne | Leave a Comment »
Imparare la corretta alimentazione e gli stili di vita sani, divertendosi
Posted by fidest press agency su venerdì, 11 marzo 2022
Il progetto Sano chi sa, promosso da Regione Lazio attraverso le ASL e in collaborazione con Fondazione Pfizer, si rinnova mettendo a disposizione sul sito web http://www.sanochisa.it tutti i materiali informativi e didattici prodotti fino ad oggi e un’area multimedia, per dare massima diffusione ai messaggi su sana alimentazione e corretti stili di vita. Il progetto si arricchisce inoltre di una nuova area, “Sano chi gioca”, con giochi online e “print&play” da fare con gli amici o in famiglia, suggerimenti e tante idee per adottare uno stile di vita sano e attivo e una corretta alimentazione. Il sito offre tante attività e idee per i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado per le pause attive a scuola.Al progetto Sano chi sa, dal 2016 ad oggi, hanno aderito oltre 120 Istituti Comprensivi del Lazio, coinvolgendo migliaia di studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado con attività didattiche e concorsi.Sul sito web, rinnovato e riorganizzato nei contenuti, gli studenti, i docenti e i genitori possono trovare, oltre ai giochi e alle attività della nuova area Sano chi gioca, tante informazioni e approfondimenti su alimentazione, attività motoria, stili di vita sani e mass media.Nella nuova area Multimedia sono a disposizione video e infografiche, oltre alle risorse scaricabili come la Guida per gli studenti e la Guida per i docenti; dirigenti scolastici e docenti possono inoltre trovare informazioni e idee per promuovere l’attività motoria nella propria scuola, attraverso iniziative come “Muovinsieme: un miglio al giorno intorno a scuola”.Il progetto Sano chi sa è nato ed è stato realizzato in collaborazione con Fondazione Pfizer, che ha da sempre l’obiettivo di supportare e collaborare con enti ed istituzioni per progetti che investano su temi di salute, in particolare informazione e prevenzione.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, corretta | Leave a Comment »
Corso per insegnanti sul tema “Alimentazione e benessere”
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 gennaio 2022
L’Accademia di Medicina di Torino ed il Ce.Se.Di. (Centro Servizi per la Didattica della Città Metropolitana di Torino) propongono agli insegnanti un corso di formazione sul tema “Alimentazione e benessere”. Il corso prevede due sessioni: il 16 febbraio alle ore 15 Etta Finocchiaro, Dirigente Medico presso la Struttura Complessa Dietetica e Nutrizione clinica dell’Ospedale Molinette tratta il tema “Esiste una dieta per l’adolescenza?”. Il 23 febbraio alle ore 15, Giancarlo Isaia, Presidente dell’Accademia, interviene sul tema “Salute e stili di vita”. Le iscrizioni si raccolgono entro il 31 gennaio alla mail accademia.medicina@unito.it. Il corso si svolge nell’Aula Magna dell’Accademia di Medicina in via Po 18 a Torino. Il Ce.Se.Di. è Ente accreditato ai fini della formazione docenti ai sensi della Direttiva 170/2016 del Ministero dell’Istruzione.
Posted in scuola/school | Contrassegnato da tag: alimentazione, benessere, insegnanti | Leave a Comment »
Partire dall’alimentazione per la prevenzione delle malattie del sistema nervoso
Posted by fidest press agency su sabato, 17 luglio 2021
Nutrizione e prevenzione in un’ottica di ricerca applicata e immediatamente disponibile per le persone. Sono queste le basi dell’accordo quadriennale siglato oggi dal Presidente del CREA, Carlo Gaudio, e dal Direttore Generale del Santa Lucia IRCCS, Edoardo Alesse. Si partirà dallo studio del microbiota intestinale, il complesso di microrganismi che secondo le ultime evidenze scientifiche svolge un ruolo fondamentale per il benessere dell’organismo.L’obiettivo ultimo è creare un modello virtuoso di scambio tra ricerca, sperimentazione e formazione, per applicare la One Health, l’approccio, promosso dall’OMS, che mira a raggiungere una salute globale, che integri quella delle persone con quella dell’ambiente e degli altri esseri viventi.«Sono molto lieto – dichiara Carlo Gaudio Presidente del CREA – che il CREA possa affiancare il Santa Lucia IRCCS su tematiche così importanti e delicate non solo per il futuro della nostra alimentazione, ma anche della nostra agricoltura come il microbioma, la sicurezza degli alimenti e la nutraceutica».Secondo recenti studi, raccolti dal Santa Lucia IRCCS in una review del 2020 pubblicata dalla rivista scientifica Neuroscientist, una cattiva alimentazione e la conseguente disfunzione del microbiota possono avere impatti severi nello sviluppo di malattie neurodegenerative e neuroinfiammatorie. Attualmente sono già attivi presso l’ospedale di neuroriabilitazione romano numerosi progetti di ricerca volti a determinare l’efficacia della dieta per la prevenzione e il supporto al percorso di neuroriabilitazione in pazienti con, ad esempio, Sclerosi Multipla, Malattia di Parkinson e Alzheimer.«La ricerca traslazionale, missione primaria di ogni Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, come il Santa Lucia – afferma Edoardo Alesse, Direttore Generale del Santa Lucia IRCCS – è quell’attività che immediatamente porta i suoi effetti nella vita delle persone e dei pazienti. Sviluppare il tema dell’alimentazione rientra negli obiettivi che ci poniamo ed è particolarmente efficace poiché affronta il tema della prevenzione e della riduzione dei fattori ambientali che contribuiscono allo sviluppo di malattie del sistema nervoso».
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, nervoso, sistema | Leave a Comment »
Adulti e bambini devono mangiare cinque volte al giorno
Posted by fidest press agency su domenica, 26 luglio 2020
Colazione, spuntino, pranzo, spuntino e cena. Saltare una delle tappe indicate è “correlato positivamente con un aumentato rischio di obesità, perché la distribuzione giornaliera dei pasti è uno dei fattori che possono contribuire meglio alla qualità della dieta. Cinque occasioni alimentari al giorno sono dunque ideali per una corretta distribuzione di energia e nutrienti”. A garantirlo è Martina Pirola, biologa nutrizionista e referente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), che salva gli spuntini dalle false credenze. Una tra tutte è che causino un incremento dell’apporto energetico giornaliero: “Non è così- ribadisce l’esperta- i due spuntini al giorno non sono un pasto in più, anzi contribuiscono a ridurre il potenziale sovraccarico digestivo e metabolico che può conseguire a un minor numero di pasti più pesanti. Gli spuntini, riducendo il senso di fame, permettono un maggiore controllo dell’appetito. Generalmente lo spuntino di metà mattina apporta un 5% dell’energia e quello di metà pomeriggio un altro 5%”. E il gelato d’estate può essere considerato un buon alleato come spuntino? “Il gelato non è cibo spazzatura- assicura la nutrizionista- e se si vuole mangiare come spuntino allora meglio se fatto in casa con yogurt e frutta fresca. In questo modo sarà uno spuntino sano e goloso. Se ci riferiamo, invece, ai gelati confezionati, questi sono un’eccezione alla dieta sana ed equilibrata”. Molto importante, secondo la studiosa, “è evitare di dare i gelati come ricompensa per un comportamento seguito dal bambino, perché così facendo si corre il rischio che siano visti come alimenti più validi rispetto ad altri, oltre ad utilizzare il cibo come premio, e si fa passare un messaggio sbagliato”.
Altri esempi di spuntini validi possono essere “la frutta fresca che, con l’apporto di fibra e vitamine- continua Pirola- contribuisce a raggiungere un introito di gruppi alimentari spesso lasciati da parte. Si possono fare spremute o centrifugati o mousses. Anche lo yogurt o il pane e marmellata sono buoni spuntini”. Attenzione però agli eccessi: “Se questi break alimentari sono fatti in abbondanza o ricchi in calorie, ma carenti in nutrienti necessari, si correrà il rischio di intercorrere nel sovrappeso e nell’obesità- avverte la biologa nutrizionista- soprattutto in età pediatrica”. Nella lista degli alleati rientra inoltre la frutta a guscio. “È un ottimo spuntino se alternata ad altri, in quanto è una valida fonte di grassi buoni, ma in eccesso non va bene”.
Sotto l’ombrellone si potrebbero, inoltre, “privilegiare alimenti freschi per idratarsi adeguatamente, tra cui la frutta e verdure crude come cetrioli e carote. Ci vorrà un po’ di creatività per farli mangiare ai bambini- ricorda Pirola- ma con un po’ di fantasia si riesce. Si può giocare realizzando formine a stella ad esempio”. Nel pranzo estivo, infine, i panini non sono banditi, ma occorre “scegliere il pane integrale e non farcirli in maniera esagerata. Sarebbe perfetto- conclude l’esperta- se si riuscisse ad introdurre come companatico verdura, quali i pomodori, e una fetta di prosciutto cotto magro”. Pirola ha collaborato alla realizzazione del progetto ‘Nutripiatto’ della Nestlé per l’educazione alimentare dei bambini dai 4 ai 12 anni, con il supporto scientifico della SIPPS e del Campus Biomedico di Roma.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: adulti, alimentazione, bambini | Leave a Comment »
Ergastolo a “pane e acqua”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 luglio 2020
Tenere un prigioniero “a pane e acqua” era un tipo di alimentazione ai limiti della sopravvivenza utilizzata in tempi non lontani come forma di punizione carceraria, ma sembra, anche se in forma diversa, che nel nostro paese voglia tornare di moda. Penso che tutti si dovrebbero interessare di cosa accade nell’inferno delle nostre “Patrie Galere” perché al giorno d’oggi il carcere è una specie di autostrada e un giorno o l’altro ci potrebbero passare molti cittadini o parenti, sia innocenti che colpevoli. L’ergastolano Cesare Battisti ha osato lamentarsi dell’alimentazione che gli viene somministrata nel carcere dove è detenuto (gli è vietato persino cuocersi un po’ di “riso o pasta in bianco”) e un noto politico (la storia giudiziaria ci insegna che anche loro sono a rischio e che convenga a tutti che in galera venga rispettata la legge e la Costituzione) lo ha anche sbeffeggiato per le sue lussuose pretese. Il nostro Ordinamento penitenziario prevede, nell’articolo 9 sull’alimentazione: “Ai detenuti e agli internati è assicurata un’alimentazione sana e sufficiente, adeguata all’età, al sesso, allo stato di salute, al lavoro, alla stagione, al clima.” Purtroppo ricordo, invece, che il cibo in carcere fa schifo, non per niente in gergo carcerario viene chiamato “sbobba”. Solo i più poveri fra i poveri lo prendono, non per mangiarlo ma solo per mantenersi in vita. È poco, cucinato male e quando dalla cucina arriva in sezione, spesso senza carrelli termici, sembra un pastone per galline o brodaglie che neppure i maiali mangerebbero Per questo molti detenuti si cucinano da soli, anche perché chi ha scontato molti anni di carcere è spesso ammalato allo stomaco. Penso che se ai prigionieri vengono inflitti ulteriori disagi, che non hanno nulla a che fare con la sicurezza o con la pena da scontare, sia controproducente per la società, perché poi uno esce dal carcere arrabbiato e peggiore di quando è entrato. A questo punto, a quando la palla al piede? L’ho detto e scritto tante volte che certe prese di posizione forcaiole rafforzano la mentalità deviante. La stragrande maggioranza dei mass media, della classe politica e dei professionisti dell’antimafia si sono arrabbiati per la scarcerazione di alcuni detenuti anziani e malati condannati per mafia e addirittura qualcuno si è lamentato che alcuni di questi detenuti, per alcune ore del giorno, abbiano la cella aperta, perché secondo loro dovrebbero essere sepolti vivi fra sbarre e cemento 24 ore su 24. Eppure qualcuno di questi dovrebbe conoscere la nostra Carta Costituzionale, che dà alla pena esclusivamente una funzione rieducativa. Se la maggioranza dei cittadini del nostro Paese non è d’accordo, ed è convinta che la pena per funzionare debba recare dolore e sofferenza, perché non cambiare la nostra Costituzione? Se si pensa che alcuni prigionieri non possano smettere di essere dei delinquenti, perché curarli e farli invecchiare e morire in carcere? Se si è convinti che una pena cattiva faccia bene alla società o possa essere un deterrente, perché non ripristinare la pena di morte, la tortura o l’inquisizione?
Io sinceramente penso che il carcere duro o la pena dell’ergastolo facciano più male alla società che ai prigionieri perché, nella maggioranza dei casi, una pena cattiva e senza speranza modella nuovi criminali. Se dopo tutte le misure attuate all’indomani delle stragi di mafia siamo ancora a parlare di mafia, credo che il regime di tortura del 41-bis, insieme alle pene che non finiscono mai, non abbiano funzionato. D’altronde senza speranza è difficile cambiare e migliorarsi, o smettere di essere delinquenti. Sono convinto che la pena dell’ergastolo e il carcere duro non siano assolutamente un deterrente, anzi alimentano la cultura deviante e criminale. E non lo dico solo io ma lo affermano anche i dati sulla recidiva. Nei Paesi dove ci sono carceri vuoti c’è più sicurezza. Diciamoci la verità: molti chiedono giustizia ma in realtà vogliono vendetta, vogliono che i prigionieri soffrano per il male che hanno fatto, così imparano per la prossima volta. Solo che per molti di loro non ci sarà una prossima volta. In tutti i casi non penso che proibire ad un detenuto di cucinarsi una ciotola di riso in bianco possa alleviare il dolore delle vittime, ma forse mi sbaglio. (Per l’Associazione Liberarsi, Carmelo Musumeci)
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: alimentazione, ergastolo, punizione | Leave a Comment »
Contrastare il disturbo dell’alimentazione incontrollata
Posted by fidest press agency su sabato, 16 Maggio 2020
Lo studio italiano dei gruppi di ricerca della Sapienza e dell’Università di Camerino ha identificato in una molecola, l’oleoiletanolamide, un nuovo strumento farmacologico per prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Neuropsychopharmacology, Durante questo periodo unico nella storia moderna rifugiarsi nel cibo è per molte persone un modo per sfuggire alle emozioni negative e per gratificarsi attraverso i piaceri della vita. Questo perché molti alimenti, soprattutto quelli ricchi di zuccheri, costituiscono una fonte di energia immediatamente disponibile per l’organismo e allo stesso tempo stimolano la trasmissione dopaminergica nel cervello, il neurotrasmettitore associato alla motivazione e al senso di gratificazione. Si tratta di una normale risposta fisiologica allo stress che, tuttavia, in molti individui diventa un comportamento compulsivo, incontrollabile e ripetitivo che spesso sfocia in una vera e propria patologia. È il caso del Binge Eating Disorder (BED) il disturbo alimentare più comune, caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate fuori controllo, analoghe a quelle della bulimia, non seguiti da atti compensatori o di eliminazione (come l’induzione del vomito o l’auto-somministrazione di lassativi). Chi ne è affetto sviluppa nel tempo obesità grave, oltre a un marcato disagio psicologico, caratterizzato da depressione, ansia, bassa autostima o altri problemi che possono influenzare notevolmente la qualità della vita.
I trattamenti più significativi e attualmente disponibili per il BED prevedono una combinazione di psicoterapia e farmacoterapia, quest’ultima generalmente basata su farmaci antidepressivi. Tuttavia, il fatto che il tasso di ricaduta sia ancora molto elevato evidenzia la necessità di individuare strategie più efficaci. Due gruppi di ricerca coordinati rispettivamente da Silvana Gaetani del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia Vittorio Erspamer della Sapienza e da Carlo Cifani della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino, hanno identificato in una molecola, l’oleoiletanolamide, un nuovo strumento farmacologico per prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Neuropsychopharmacology. Il crescente interesse della comunità scientifica per l’oleoiletanolamide, più nota con il suo acronimo OEA, deriva dal suo ruolo ben caratterizzato come segnale di sazietà per il cervello e come regolatore del metabolismo, soprattutto quello dei grassi. In questo panorama di scoperte chiave sul ruolo dell’OEA, il team Sapienza ha dato negli ultimi quindici anni un significativo contributo. “Oggi sappiamo – spiegano Adele Romano della Sapienza e Maria Vittoria Micioni Di Bonaventura dell’Università di Camerino, entrambe primi co-autori dello studio – che l’OEA è in grado di prevenire lo sviluppo di un comportamento alimentare anomalo, di tipo binge, e agisce modulando l’attività di circuiti cerebrali che rispondono alle proprietà piacevoli del cibo e/o all’esposizione a una condizione stressante”. “Le prove scientifiche che abbiamo fornito – aggiunge Silvana Gaetani – sono state ottenute in un modello sperimentale di BED, sviluppato dal team di Carlo Cifani, e sebbene debbano essere confermate in pazienti affetti da BED, fanno ben sperare che l’OEA possa essere effettivamente un nuovo potenziale alleato per la prevenzione o la cura dei disturbi del comportamento alimentare”. Link alla pubblicazione scientifica: https://www.nature.com/articles/s41386-020-0686-z.pdf
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, disturbo, incontrollata | Leave a Comment »
Il verde Molise: la porta che apre al domani
Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 aprile 2020
di Pasquale Di Lena. La salute quale minimo comune denominatore di una fondamentale coniugazione, Sanità e Agricoltura, che nel Molise è possibile più che altrove, nel momento in cui c’è la certezza, sia della cura che della buona alimentazione.Ricordo quando, seconda metà degli anni ’90, sono rientrato nel Molise dalla Toscana e dal mondo che ho girato in lungo e in largo, e, da eletto, a far parte dell’Assemblea legislativa, il Consiglio regionale, l’assise che approva le leggi e la programmazione del suo territorio. Nel caso del Molise , un territorio contrassegnato da una ricca biodiversità, ancora diffusa ruralità, e, un patrimonio molto interessante di prodotti tipici, cioè di prodotti riconosciuti tali dalla storia, nel momento in cui sono tali almeno da 25 anni,. Ben 151 dei quasi 5mila riconosciuti in Italia. Un patrimonio enorme che sta a indicare la qualità, e, in più, anche la diversità, che il territorio esprime e lo fa con il contributo prezioso del mondo contadino e pastorale, rappresentato dal cuore grande e dalle mani abili delle donne e degli uomini di questa mia terra, che racconta il culto dell’ospitalità. Il Molise ha tutto, anche se poco per la sua estensione, solo 4.440 Km², un dato che lo pone davanti solo alla Valle d’Aosta, però, con due elementi importanti in più, le diffuse colline e un tratto di mare. Un territorio di territori che mi portano ad affermare che è il Molise la Regione più rappresentativa di quel patrimonio culturale dell’umanità, la Dieta mediterranea, uno stile di vita oltre che un’alimentazione salutare e ricca di bontà.il mio rientro 25 anni fa, con il neoliberismo che aveva preso la rincorsa e avvolto tutti in una nebbia fitta, rendendo sempre più le persone ombre di un mondo esasperato dal consumismo sfrenato.Una nebbia che il coronavirus, con le sue improvvise e tremende paure e con le sue tragedie, ha dipanato in un colpo solo, mostrando la normalità non più sostenibile – segnata da impotenza, prima ancora che da dolore per il numero alto di morti – a partire dal quadro della sanità pubblica ridotta in frantumi dall’avidità del privato. In quel tempo, seconda metà degli anni ’90, parlavo, soprattutto ai miei colleghi, della fortuna del Molise per i tanti segni di legame e continuità con il passato, la sua “arretratezza”, nei confronti di realtà che vivevano in pieno il mito del progresso e dello sviluppo, rappresentato da città, strade, case, negozi, sempre più grandi, cioè dallo spreco enorme di quel bene comune, il territorio, il solo grande tesoro che abbiamo. Milioni di ettari di suolo fertile trasformati in cemento e asfalto. Milioni e milioni di tonnellate di cibo buttati, grazie ai supermercati e ai grandi centri commerciali, in faccia ai tanti, soprattutto bambini, che hanno bisogno di un pezzo di pane. Un’arretratezza, rappresentata non solo dal primato della ruralità e della biodiversità, ma anche dalla bellezza dei paesaggi, dalla ricchezza di acque cristalline, potabili; dalla lunga storia della terra dell’Homo Aeserniensis, dei Sanniti e dei Frentani; da mille splendide tradizioni, la gran parte singolari; da una gastronomia ancora ispirata dall’orto e dal piccolo campo coltivato con semi antichi di grano, farro o mais; dalle piccole stalle, con animali che vanno al pascolo o che hanno il tempo e il modo di affezionarsi a chi li dà da mangiare e li cura; da tanti vini e tanti oli, con la Tintilia e la Gentile di Larino a tirare le rispettive file. Quell’arretratezza, oggi appare – ai più, non solo a me e a pochi altri – come l’opportunità che, grazie alle nuove generazioni, prepara il Molise a vivere un nuovo domani.Si tratta solo di pensare e lavorare per un’idea-progetto possibile da realizzare qual è quello di coniugare, come all’inizio si diceva, due politiche di grande attualità: la sanità e l’agricoltura, quest’ultima nella sua espressione più ampia di zootecnia e forestazione.
Per quanto riguarda la sanità, il Molise, ha la disponibilità di strutture, anche d’avanguardia, che sono solo da utilizzare, già pronte per ospitare eccellenze capaci di dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini molisani, e, non solo, a quanti vogliono vivere il Molise e i frutti della sua arretratezza. Lo stesso vale per l’agricoltura, l’attività primaria del Molise, che deve produrre cibo solo grazie alla fertilità del suolo e, non più, della chimica e le possenti macchine, che, insieme, hanno nutrito le multinazionali, fino a farle abbuffare, e impoverito il mondo contadino, con molti produttori che hanno abbondato il proprio campo.La fortuna del Molise, in pratica, è tutta raccolta nel suo territorio, visto che è in grado di offrire e garantire salute e benessere.
Un Molise così è solo da raccontare, però, non a quelli che lo vogliono solo attraversare ma a chi ha bisogno di viverlo settimane, mesi; vuole godere la rinascita e la nuova normalità, che è quella di un dialogo tra le persone e, ancor più, con la natura, la campagna. La fortuna di avere, dei 136 paesi sparsi sul suo territorio, ben 125 abitati da un centinaio di persone, al massimo da qualche migliaia, che, se recuperati, sono in grado di dare spazio e forza ad altre attività, come il commercio, l’artigianato, il turismo. Un insieme in grado di far vivere le esperienze proprie di una campagna che ha nel verde il suo valore aggiunto, il verde Molise.
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: alimentazione, molise, verde | Leave a Comment »
Rapporto tra l’alimentazione e lo sviluppo del microbiota intestinale
Posted by fidest press agency su sabato, 14 marzo 2020
Parma. L’Università di Parma partecipa, con numerosi ricercatori di differenti università italiane, a una ricerca che ha permesso di approfondire il rapporto tra l’alimentazione e lo sviluppo del microbiota intestinale.I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati nel lavoro “Diet influences the functions of the human intestinal microbiome” sulla prestigiosa rivista Scientific Reports.Per l’Ateneo di Parma hanno collaborato alla ricerca, sviluppatasi nell’ambito di un finanziamento PRIN, Erasmo Neviani e Camilla Lazzi, microbiologi del gruppo di Microbiologia degli alimenti, e Nicoletta Pellegrini, dell’Unità di Nutrizione Umana del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco.Mettendo a confronto gli effetti sul microbiota intestinale di un rilevante numero di soggetti vegani, vegetariani ed onnivori è stato possibile studiare come i microrganismi intestinali programmano il loro metabolismo adattandosi alle condizioni che si sviluppano nell’intestino. Ne consegue che tramite l’espressione di specifici geni i microrganismi dell’intestino sono in grado di convertire le principali molecole introdotte con gli alimenti in una serie di piccole molecole che possono influenzare significativamente la fisiologia dell’ospite.Per scoprire cosa sia alla base degli effetti dei componenti dietetici chiave sulle funzioni microbiche e sul modo in cui si modulano le interazioni ospite-microbo, è stato utilizzato per la prima volta un approccio multi-omico.I risultati ottenuti permettono un ulteriore e rilevante passo avanti nella comprensione di come la dieta possa prevenire/mitigare il rischio di malattie.Si tratta solo dell’ultimo di una serie di lavori, condotti da questo network di ricercatori, che ha permesso di favorire la comprensione del rapporto tra alimentazione e microbiota intestinale. In considerazione dell’importanza della composizione microbica del nostro intestino le ricerche inducono ad elementi di comprensione di come l’alimentazione ed i microrganismi da essa veicolati siano uno dei principali fattori del benessere umano.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, microbiota intestinale | Leave a Comment »
Corretta alimentazione e prevenzione in età scolastica
Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020
Bari Giovedì 23 gennaio ore 16 al 17° circolo plesso Tauro di Bari, all’interno delle iniziative della RCU Picone Poggiofranco, si terrà un evento culturale sul tema “Alimentazione e prevenzione in età scolastica”, a cura del naturopata Gianluca Lombardi.
Saranno fornite delle nozioni basilari che servono ai ragazzi e anche ai genitori, per non compromettere la loro salute e il loro sviluppo.
“Quello che facciamo a livello alimentare e in stile di vita – ha affermato Gianluca Lombardi – può risultare molto importante sulla stato di salute che si ripercuote in età adulta. Quindi è importante da parte dei genitori educare e fare da modelli per i figli che fino a una certa età li imitano e quindi insegnare a ragazzini e ragazzine una sana e corretta alimentazione. Anche uno stile di vita equilibrato”.
Il nostro modello socioculturale ha portato un benessere socio economico. Le società occidentali hanno risolto il problema delle carestie con la sovrabbondanza di cibo industriale. Tutto ciò però ha creato tanti effetti collaterali molto dannosi e spesso letali. Un esempio sono le malattie da benessere come sovrappeso, ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari, diabete, tumori, allergie e depressione. Gli adulti sono le vittime designate di queste patologie, ma i ragazzi sono i più indifesi, a causa di una assenza totale di educazione alimentare. I teenagers tendono a ‘ingoiare’ qualsiasi prodotto venga pubblicizzato dai media, senza preoccuparsi di conoscere le vere capacità nutrizionali. Intrugli artificiali hanno sostituito alimenti naturali e molte sostanze usate dall’industria conserviera spesso vengono dichiarate ‘tossiche’. Insomma, è diventato fondamentale che grandi e piccoli, ma soprattutto i più giovani in età scolare, oltre a studiare le materie classiche della formazione culturale, abbiano una corretta informazione ed educazione alimentare “Anche questo, come tutti gli eventi proposti nell’ambito della RCU è gratuito e aperto alla cittadinanza. Con l’utilizzo di slide condividerò e diffonderò delle informazioni ma, come prediligo fare, cercherò di far partecipare il pubblico facendolo interagire con domande e interventi”. A partire dalle 16, per circa due ore si parlerà di portare consapevolezza a tavola, la scelta come passo iniziale, la conservazione migliore del cibo, l’arte della cottura, macro e micro nutrienti, l’importanza dell’acqua, i cibi medicina, il cibo spazzatura.
Per partecipare a questo appuntamento bisognerà accreditarsi, gratuitamente, all’indirizzo internet https://forms.gle/2F6NVE9fCcCYzmmU7
Posted in scuola/school | Contrassegnato da tag: alimentazione, prevenzione, scuola | Leave a Comment »
Guardare all’alimentazione in un’ottica globale
Posted by fidest press agency su sabato, 26 ottobre 2019
Sapere chi e cosa mangia, comprendendo quali sono le diverse abitudini delle diverse popolazioni nel mondo, è fondamentale per sviluppare adeguate politiche per l’agricoltura, la nutrizione, la sicurezza d’uso e l’impatto ambientale della dieta. Proprio a tal fine, la piattaforma GIFT http://www.fao.org/gift-individual-food-consumption/en/ , messa a punto dalla FAO e da WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità), raccoglie una banca dati globale sui consumi alimentari individuali, a cui il CREA contribuisce per l’Italia con i risultati dell’ultima Indagine Nazionale sui Consumi Alimentari INRAN-SCAI. Oggi, presso il CREA Alimenti e Nutrizione (via Ardeatina 546, Roma), esperti FAO e ricercatori CREA Alimenti e Nutrizione si sono confrontati per inquadrare i dati italiani nel più ampio contesto globale e per definire le metodologie per armonizzarli ed utilizzarli al meglio, sia alla luce della distinzione crudo/cotto sia in considerazione della crescente attenzione alle ricadute ambientali delle nostre scelte alimentari.
I consumi italiani nel contesto globale Dalla piattaforma FAO/WHO-GIFT (dove, per ora, sono caricati Italia, Burkina Faso, Zambia, Bangladesh, Uganda, Bolivia, Lao PDR, Filippine) le differenze si focalizzano tra paesi ad elevato-medio reddito e paesi a medio-basso reddito. L’Italia, ancora fedele al modello alimentare mediterraneo (sebbene resti da migliorare la parte vegetale), consuma più frutta, verdura e ortaggi e meno cereali, rispetto agli altri Paesi, ma questo dato deve essere migliorato esprimendo i valori al cotto (cioè quando, avendo assorbito acqua con la cottura, pesano di più), per poi confrontare i risultati per gruppi di diversa età, sesso, area geografica, e variabili socio-demografiche (titolo di studio, professione, preferenze alimentari, e, in generale, stile di vita).
Crudo e cotto Conoscere i consumi espressi al crudo, come finora abbiamo fatto, è importante perché ci permette di confrontarli con le raccomandazioni, come, ad esempio, con i 400g di frutta, ortaggi, verdure al giorno. Tuttavia, per una valutazione più precisa dei nutrienti, specialmente delle vitamine, occorre anche il contenuto al cotto e questo lavoro richiede un calcolo basato su fattori di conversione crudo/cotto per capire dopo la cottura, quanto pesa l’alimento (Yield factor YF) e quanto rimane in termini di micro e macronutrienti (retention factor RF). Per valutare un piatto composto è necessario conoscere la composizione di ogni ingrediente, il metodo di cottura per poterne stimare l’impatto che va dalla variazione del peso (dovuta ad assorbimento o perdita di acqua e grassi) alla riduzione di nutrienti, vitamine e minerali. Nella realtà italiana i piatti composti forniscono circa la metà dell’assunzione giornaliera di energia.Effetto “Greta” sulla dieta E’ possibile quantificare l’impatto ambientale (in termini di emissione dei gas serra) dei consumi alimentari. Semplicemente seguendo le raccomandazioni nutrizionali si può ottenere una riduzione del 28% di gas a effetto serra (GHG). In Italia, modellando la dieta con la riduzione del consumo di carne (-70%) e il contestuale incremento di verdura (+30%) e legumi si potrebbe ottenere un risparmio del 50% di emissioni di GHG.
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: alimentazione, fao, glogale, ottica | Leave a Comment »
Giornata mondiale sull’alimentazione
Posted by fidest press agency su giovedì, 17 ottobre 2019
Quasi 13 milioni di persone, tra cui 6,5 milioni di bambini, sono colpite dalla fame nel Corno d’Africa, a seguito del più basso livello di precipitazioni piovose nella regione dal 1981. Questo l’allarme lanciato nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Nonostante gli sforzi fatti dalle agenzie umanitarie e dai governi di Etiopia, Somalia e Kenya, la situazione di insicurezza alimentare nel Corno d’Africa si sta aggravando, con la possibilità che le famiglie debbano affrontare una crisi ancora peggiore rispetto a quella del 2017. Nonostante il numero di persone colpite nella regione sia attualmente inferiore a quello raggiunto nel picco della siccità 2016-17, la situazione sembra peggiorare per la siccità prevista nei prossimi mesi. In Somalia l’insicurezza alimentare sta colpendo il 36% in più di persone rispetto alla fine del 2018.Gli operatori di Save the Children impegnati sul campo segnalano che alcune comunità non riescono più a rigenerare i pascoli, reintegrare le scorte d’acqua e ricostituire gli allevamenti, con un numero sempre maggiore di persone costrette a sfollare per cercare nuove fonti di sostentamento.Secondo le stime, la siccità in Somalia ha costretto a sfollare 59.000 persone solo tra gennaio e maggio 2019, un numero che a giugno, nell’intero Corno d’Africa, ha raggiunto la cifra di 1,8 milioni di persone. Se oltre alla siccità si considerano come cause anche i conflitti e le alluvioni, il numero di persone costrette ad abbandonare le loro case nella regione salgono a 11,6 milioni.I bambini soffrono maggiormente le conseguenze di questa situazione, con il rischio che si registri un’impennata della malnutrizione causata dall’insicurezza alimentare. I bambini gravemente malnutriti hanno una probabilità di morire 11 volte superiore rispetto a quelli con un peso regolare, sono più esposti alle infezioni e fanno più fatica a guarire perché il loro sistema immunitario è più debole.
Secondo le stime, in Kenya, 600.000 bambini hanno già bisogno del trattamento specifico per la malnutrizione. 2.6 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta e necessitano di assistenza umanitaria, mentre altri 6,8 milioni sono a un passo dal raggiungere livelli critici nella carenza di cibo. In Somalia, 178.400 bambini soffrono di malnutrizione grave e più di 1 milione di bambini sotto i 5 anni sono a rischio di malnutrizione acuta, una situazione che, a causa della crisi alimentare in atto, è purtroppo diffusa in molte parti del paese. 2,1 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari per soddisfare le loro esigenze alimentari di base, mentre altri 4,2 milioni sono sull’orlo della carenza di cibo. In Etiopia, 8,1 milioni di persone hanno necessità di assistenza alimentare e si teme sempre di più che questo numero possa crescere con l’assestamento dopo le piogge nel prossimo dicembre. Save the Children, in collaborazione con il Governo Etiope, conduce un lavoro continuo di analisi dell’economia famigliare, per valutare costantemente il fabbisogno dei nuclei stessi. Nel Corno d’Africa, Save the Children sta realizzando programmi per rafforzare la resilienza delle comunità e far fronte così agli impatti di lungo periodo del cambiamento climatico. In Somalia l’Organizzazione supporta la creazione e la formazione di comitati locali per la gestione dei disastri, perché possano sviluppare propri piani e strategie di risposta basate sul contesto e i bisogni della comunità. In Etiopia, Save the Children supporta i giovani disoccupati a causa della crisi della pastorizia, fornendo una formazione adatta ai loro interessi e capacità, perché possano avere in futuro una forma di reddito sostenibile. In Kenya, l’Organizzazione supporta programmi di credito per le donne e gruppi di risparmio, perché le famiglie possano avviare piccole attività, realizzare colture e orti familiari, e allevamenti adatti alle condizioni di siccità.
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: alimentazione, giornata, mondiale | Leave a Comment »
Ali-ment-azione consapevole a pranzo con… Max Mariola e Paolo Marchetti
Posted by fidest press agency su lunedì, 23 settembre 2019
Roma 28 settembre 2019 Casa Fluviale Via delle Conce, 3 Conferenza stampa ore 10 e 30 Pranzo ore 13 la Fondazione per la Medicina Personalizzata (FMP) presenta l’evento “ALI-MENT-AZIONE CONSAPEVOLE”. Uno show-cooking per sensibilizzare i pazienti oncologici e i loro famigliari all’importanza di alimentarsi in modo sano anche per mitigare gli effetti indesiderati della chemioterapia.
Lo chef mediatico Max Mariola, volto di Gambero Rosso Channel e di Rai Premium insieme al Prof. Paolo Marchetti coinvolgeranno un gruppo di pazienti oncologici e un loro familiare in un corso breve di cucina. E cosa cucineranno? Il menù prevede come antipasto una Parmigiana di Melanzane Mignon per proseguire con un Risotto Con Fumetto Di Pesce Azzurro, Spadellata di Scarola e dulcis in fundo un Arcobaleno di Bosco, frutta rossa, blu e nera. Una master-class con l’obiettivo di aumentare conoscenza e consapevolezza degli effetti che gli alimenti, e il modo di prepararli, hanno nel contrastare e mitigare gli effetti collaterali della chemioterapia.
Max Mariola e il Prof. Paolo Marchetti cucineranno insieme e alla fine dello show-cooking gusteranno i cibi preparati con i partecipanti. Durante l’incontro sarà consegnato, a pazienti e familiari, un quaderno personale nel quale riportare i propri vissuti nel periodo del mese successivo all’esperienza fatta. Recenti pubblicazioni scientifiche hanno sottolineato quanto la diagnosi del cancro abbia importanti ripercussioni sulla qualità di vita del paziente e della sua famiglia.Con questa iniziativa ci si propone di:
modificare gli atteggiamenti e le competenze di utenti “difficili”
coinvolgere tutti in un clima piacevole e cooperativo
aiutare i pazienti a comprendere le proprie esigenze alimentari attraverso la scelta degli alimenti da un menù originale.
preparare un pasto “migliore” rispetto ad un pasto “peggiore” per esplorare le relazioni tra alimentazione e benessere
“fare la spesa”, discutere insieme le scelte degli alimenti e commentarle
individuare i problemi derivanti da una non adeguata consapevolezza nel mangiare e nel rapporto con il cibo (cura di sé del corpo)
individuare le condotte da adottare quotidianamente per la prevenzione nella cura delle complicanze aiutare la persona a diventare un decisore competente.(fonte: Fondazione per la Medicina Personalizzata)
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science, Roma/about Rome | Contrassegnato da tag: alimentazione, max mariola, paolo marchetti | 2 Comments »
Libro: Nutrizione e alimentazione degli animali in produzione zootecnica
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 giugno 2019
di Mauro Antongiovanni – Arianna Buccioni – Marcello Mele. Per ottenere il meglio dalle produzioni zootecniche il benessere degli animali allevati è condizione necessaria, anche se non sufficiente. Nei complessi meccanismi che interagiscono con il concetto di benessere, l’alimentazione, l’ambiente, la qualità e le modalità della nutrizione giocano un ruolo chiave.Spesso però si tende a confondere i due termini “nutrizione” e “alimentazione” intendendo, a torto, che siano sinonimi, mentre se la nutrizione è la scienza che studia l’utilizzazione metabolica degli alimenti, l’alimentazione si occupa delle tecniche di preparazione, di composizione di ingredienti e di somministrazione degli alimenti. In questa nuova edizione oltre a riscrivere alla luce delle nuove scoperte scientifiche le nozioni di nutrizione, si presentano le ultime novità introdotte nei sistemi INRA e Cornell di espressione del valore nutritivo degli alimenti e si approfondiscono le nozioni di base per gestire la corretta alimentazione nell’ottica di ottenere un’ottima produttività, salvaguardando il benessere degli animali.
€ 29,00 – 2019 Edagricole di New Business Media srl Pagine 288 – formato 17 x 24 cm
http://www.edagricole.it
Posted in Recensioni/Reviews | Contrassegnato da tag: alimentazione, mauro antongiovanni, produzione zootecnica | Leave a Comment »
Alimentazione controllata e longevità
Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 giugno 2019
E’ il tema a cui il Prof. Valter Longo si è dedicato negli ultimi 25 anni con studi e ricerche che hanno portato a innovativi risultati come la Dieta della Longevità e il Programma Mima Digiuno (PMD). Lo scienziato italiano – inserito dal TIME nella lista dei 50 personaggi più influenti del 2018 nell’ambito della salute – prosegue incessantemente il suo lavoro che continua a produrre nuove evidenze scientifiche: secondo una ricerca appena pubblicata sulla prestigiosa rivista Cell Reports, cicli di Programma Mima Digiuno (PMD) producono effetti positivi negli animali con malattie infiammatorie intestinali.
Nello studio “Fasting-Mimicking Diet Modulates Microbiota and Promotes Intestinal Regeneration to Reduce Inflammatory Bowel Disease Pathology”, il Professor Longo e la sua equipe di ricercatori della University of South California hanno analizzato gli effetti sull’evoluzione dell’infiammazione intestinale in topi con Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI)1 che erano stati sottoposti a 2 cicli di 4 giorni ciascuno di PMD e che successivamente avevano ricevuto una normale alimentazione. I dati ottenuti hanno dimostrato scientificamente come questi cicli di PMD producano importanti effetti, con un chiaro miglioramento dei sintomi associati alla patologia: è stata rilevata una maggior rigenerazione dell’epitelio intestinale, grazia alla attivazione delle cellule staminali, un miglior controllo della risposta immunitaria e un aumento delle popolazioni intestinali “buone”, in particolare di Lactobacilli e di Bifidobatteri.
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) comprendono una serie di patologie caratterizzate da infiammazione acuta e cronica a carico dell’intestino, i cui più comuni sintomi sono dolori addominali, dissenteria, malassorbimento dei nutrienti e, a volte, anemia. Queste patologie sono molto presenti nei Paesi più industrializzati, dove i pazienti sono aumentati fino a 20 volte negli ultimi 10 anni, e sono in costante crescita. In Italia si calcola che circa 200.000 persone oggi ne siano affette3,4. Il Programma Mima Digiuno consiste in un protocollo alimentare ipocalorico che riproduce gli effetti di un totale digiuno nell’organismo e favorisce una riprogrammazione cellulare capace di aiutare il nostro corpo a gestire meglio il trascorrere del tempo. L’ambito della Malattie Infiammatorie Intestinali estenderebbe ulteriormente il campo di azione dei benefici del Programma Mima Digiuno, che si articola in un regime alimentare vegetale di 5 giorni da ripetersi in maniera costante nel tempo e che rappresenta un rilevante induttore di rigenerazione e protezione, con provate misure anti-aging. Gli studi preclinici e clinici hanno messo in evidenza un miglioramento significativo del benessere generale, anche in termini di ottimizzazione dei marcatori metabolici e di riduzione del grasso addominale; in altri termini è ragionevole pensare che questo programma generi un impatto positivo sulla longevità.Il Prof. Longo ha divulgato e reso accessibile al grande pubblico i principi fondamentali delle sue ricerche scientifiche attraverso la pubblicazione di due testi che la Antonio Vallardi Editore ha rieditato in un unico pratico volume dal titolo “La Dieta della Longevità – Alla Tavola della Longevità” disponibile nelle librerie italiane.I lIbri La Dieta della Longevità e Alla tavola della Longevità hanno fatto registrare un successo senza precedenti e hanno creato un genere editoriale che prima non esisteva. La Antonio Vallardi Editore ha deciso quindi di riunire le due pubblicazioni in un unico volume per ampliare la divulgazione delle conoscenze frutto del lavoro che il Prof. Longo ha portato avanti in tutti questi anni.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: alimentazione, controllata, longevità | Leave a Comment »