Sono stati finora 118.081 i pazienti con Covid-19 che hanno ricevuto un trattamento antivirale precoce in Italia (+5,7% rispetto all’ultimo monitoraggio di 14 giorni fa). Di questi, 100.000 sono stati trattati a domicilio con Paxlovid (nirmatrelvir-ritonavir, di Pfizer) o molnupiravir (Lagevrio di Merck/Msd) Lagevrio, mentre 18.000 con remdesivir (Veklury), somministrabile in ambulatorio. E’ quanto emerge dal 17/mo report dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sugli antivirali contro il Covid-19, indicati per pazienti non ospedalizzati ma con rischio di sviluppare forme gravi di malattia. Se si considerano le prescrizioni in rapporto ai positivi, si osserva che per Paxlovid nell’ultima settimana monitorata risultano 491 richieste farmaco su un totale di 167.018 positivi a Covid, con una prevalenza dello 0,29%. Per molnupiravir invece la prevalenza è dello 0,36% (608 richieste farmaco su 167.018 positivi). I trattamenti avviati con Paxlovid, autorizzato in Italia da fine aprile 2022, sono stati 56.414, la regione con il maggior numero di trattamenti è il Lazio (6.558) seguita dalla Lombardia (6.505). Dal 17 al 23 agosto, le richieste sono aumentate dell’8,1% rispetto al report di due settimane prima. Un aumento trainato dalle terapie acquistate attraverso la distribuzione per conto (Dpc), ovvero prescritte dal medico di base e ritirate dal paziente in farmacia sotto casa: in 14 giorni, sono aumentate del 12,4%, per un totale di 29.973. Mentre le prescrizioni di Paxlovid in strutture ospedaliere, finora sono state 26.518, con una crescita del 3,7% in 2 settimane.I trattamenti avviati con molnupiravir, autorizzato in Italia a fine dicembre 2021, sono stati finora 43.657 e il Lazio è la regione che ne conta finora di più (5.588), seguita da Puglia (4.223). Dal 17 al 23 agosto 2022, rispetto alle 2 settimane precedenti, le richieste sono aumentate del 2,9%. Infine, i trattamenti per forme precoci di malattia avviati con remdesivir (Veklury), somministrabile in ambulatorio e non a domicilio, finora sono stati 18.010, con una crescita del 5,3% nelle ultime due settimane (mentre i trattamenti con questo farmaco in pazienti già ospedalizzati e gravi sono stati 99.717). (fonte Doctor-news)
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Antivirali Covid, 100mila pazienti trattati a casa. Il report Aifa
Posted by fidest press agency su sabato, 3 settembre 2022
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Covid-19, l’impatto degli antivirali attualmente disponibili
Posted by fidest press agency su domenica, 14 agosto 2022
Una nuova analisi indaga gli effetti degli antivirali disponibili al fine di evitare la progressione verso il ricovero o la morte dei pazienti affetti da Covid-19.La ricerca, pubblicata online il 25 luglio su CMAJ, è una revisione sistematica e una meta-analisi, dei principali trial clinici randomizzati che hanno testato diversi antivirali in pazienti con COVID-19 non grave. Il team ha estratto i dati dagli studi clinici randomizzati che hanno confrontato le terapie antivirali col placebo o le cure standard dal database Epistemonikos COVID-19 L·OVE (Living Overview of Evidence) fino al 25 aprile 2022. Quarantuno studi che hanno coinvolto 18.568 pazienti con COVID-19 non grave 19 sono stati inclusi nell’analisi. L’età dei partecipanti variava tra i 36 ei 65 anni e circa la metà dei partecipanti erano uomini.Gli studi sono stati condotti principalmente su pazienti non vaccinati che erano stati infettati dalla variante Delta.Molnupiravir e nirmatrelvir-ritonavir hanno ridotto ciascuno il rischio di morte: rispettivamente hanno impedito 10,9 decessi e 11,7 in meno ogni 1000 casi rispettivamente. Al contrario, remdesivir non ha avuto effetti sul rischio di mortalità, nemmeno il trattamento con sofosbuvir-daclatasvir o emtricitabina-tenofovir ha mostrato una efficacia significativa.Il rischio di ospedalizzazione è stato ridotto di 27,8 ricoveri ogni 1000 casi con nirmatrelvir-ritonavir, rispetto alla terapia standard o al placebo. Anche molnupiravir e remdesivir hanno ridotto il rischio di ospedalizzazione (16,3 ricoveri e 39,1 ricoveri in meno, rispettivamente). L’analisi ha anche mostrato che molnupiravir probabilmente ha ridotto la necessità di ventilazione meccanica (13 eventi in meno ogni 1000 casi), rispetto al placebo o alla terapia standard, mentre prove per remdesivir sono incerte.I tassi di eventi avversi erano in gran parte simili per i vari antivirali considerati.Gli studi sono stati condotti su partecipanti non vaccinati e prima dell’emergere di Omicron; i ricercatori si aspettano che gli individui vaccinati abbiano meno probabilità di progredire verso la malattia grave e la morte. Inoltre, la variante Omicron sembra avere un impatto inferiore in percentuale rispetto alle varianti precedenti. Gli autori ipotizzano quindi un impatto inferiore di questi farmaci nell’attuale contesto epidemico in quanto meno persone necessiteranno del trattamento antivirale. (font: Doctor33)
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Rapporto AIFA su antivirali Covid
Posted by fidest press agency su giovedì, 30 giugno 2022
“I dati resi noti da AIFA sull’incremento dei farmaci antivirali ritirati direttamente dai pazienti in farmacia sono un segnale molto positivo e confermano l’apporto fondamentale dei farmacisti a tutela della salute dei cittadini anche in questa nuova fase della pandemia”. Lo dichiara Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), commentando il 13° Rapporto AIFA sull’impiego dei farmaci antivirali contro il Covid-19 che mostra un aumento di oltre l’80% in due settimane delle pillole di Paxlovid erogate dai farmacisti territoriali nella modalità della distribuzione per conto (Dpc). “La dispensazione degli antivirali da parte del farmacista di prossimità – continua Mandelli – avviene in modo assolutamente gratuito, senza alcun onere per il SSN: come accaduto fin dai primissimi giorni della pandemia, i farmacisti hanno messo ancora una volta a disposizione del sistema sanitario e dei cittadini le loro competenze e la loro presenza capillare sul territorio per garantire l’accessibilità e la necessaria tempestività dei trattamenti contro il Covid”.“L’esperienza dell’antivirale Paxlovid conferma la necessità di ampliare il ricorso al regime della distribuzione per conto per quei medicinali che non necessitano di un monitoraggio ospedaliero, coerentemente con il rilancio delle cure di prossimità e a tutela del diritto alla salute di tutti i cittadini”, conclude il presidente FOFI.
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Covid: Farmaci antivirali orali
Posted by fidest press agency su sabato, 16 aprile 2022
La Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Aifa è orientata a favore della prescrizione dei nuovi farmaci antivirali contro Covid-19 da parte dei medici di famiglia e della dispensazione da parte delle farmacie di comunità “secondo il meccanismo della distribuzione per conto terzi. Lo ha annunciato Nicola Magrini, dg dell’Aifa, a margine della conferenza stampa tenutasi oggi presso il Ministero della Salute, mentre la riunione della Cts era in corso: “La decisione – ha precisato – verrà sviluppata nei prossimi giorni”. A sollecitare la svolta in questa direzione anche l’interpellanza presentata nei giorni scorsi da Andrea Mandelli, in cui ha sottolineato l’opportunità di “semplificare le procedure di dispensazione dei due medicinali antivirali che non necessitano di essere gestiti in ambiente ospedaliero; infatti, sono farmaci sottoposti a cura domiciliare”. Mandelli ha anche richiamato i passaggi di accoglimento da parte del Governo di un ordine del giorno che impegnava il Governo, “a valutare l’opportunità di modificare il regime di prescrizione e dispensazione degli antivirali specifici per il trattamento di pazienti con Covid-19, consentendo la prescrizione da parte dei medici di medicina generale e la dispensazione da parte delle farmacie di comunità con modalità previste da specifici accordi. E infine, ribadendo che “per ragioni di interesse pubblico, l’erogazione potrebbe avvenire da parte delle farmacie territoriali senza maggiori oneri per la finanza pubblica, delegando il farmacista a tutti gli adempimenti necessari”. Magrini, a Cts di Aifa ha dichiarato che “c’è un chiaro orientamento favorevole per aggiungere i medici di famiglia ai prescrittori degli antivirali. La decisione verrà sviluppata nei prossimi giorni. Paxlovid sarà disponibile in 50mila dosi al mese. Ci sarà anche una formazione adeguata per i medici di famiglia. Molnupiravir è invece meno efficace e ci sarà un minore investimento” ha detto precisando che l’accesso a tali farmaci “sarà reso disponibile nei prossimi giorni”. La possibilità di prescrivere antivirali contro il Covid da parte dei medici di famiglia “considerando tutte le modalità organizzative da attuare, riteniamo che dovrebbe essere dall’inizio della prossima settimana” ha aggiunto. Paxlovid, “ha numerose interazioni farmacologiche da valutare con attenzione” ma l’obiettivo è “usarlo maggiormente e in condizioni di sicurezza, visto che finora lo abbiamo utilizzato meno delle aspettative e oggi ne abbiamo una quantità tale da renderlo disponibile per una platea di prescrittori più ampia”. Ha spiegato che “questi farmaci saranno in distribuzione per conto terzi in tutte le regioni”, cioè acquistate dalle asl che le renderanno disponibili nelle farmacie, e il cittadino potrà ritirarlo direttamente in farmacia su prescrizione del medico di base. (abstract) Fonte Doctor33
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Covid, antivirali in farmacia
Posted by fidest press agency su venerdì, 15 aprile 2022
Se il vaccino resta l’arma fondamentale con cui affrontare la fase di contrasto al Covid-19, i farmaci antivirali rappresentano un importante strumento in campo. Su questi, Aifa e Ministero della Salute sono al lavoro verso una «territorializzazione» dell’uso, che consenta la prescrizione ai medici di medicina generale. Il punto, in un Question time alla Camera, è del Ministro Roberto Speranza, ma dalla categoria viene sottolineato che «la semplificazione delle prescrizioni deve essere accompagnata da una revisione delle procedure per la loro dispensazione», mentre dal Gimbe viene invocato un modello gestionale, con anche le farmacie territoriali, che ponga rimedio a «numeri esigui di utilizzo di tali farmaci».Il tema di un sottoutilizzo degli antivirali, va detto, è stato segnalato da tempo da qualche Regione e ieri a ribadirlo è stato anche Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, che, nell’ambito del monitoraggio della Fondazione sui dati Covid-19 diffuso ieri, ha spiegato: «Il numero dei decessi che non accenna a scendere merita una particolare attenzione: infatti, accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire. Come riportato dal Report AIFA “Monitoraggio Antivirali per COVID-19 del 25 marzo 2022” dei trattamenti disponibili per pazienti non ospedalizzati sono state avviate 4.052 terapie con Paxlovid (in 42 giorni), 12.149 con Molnupiravir (in 83 giorni) e 5.100 con Remdesivir (in 83 giorni). Numeri troppo esigui, rispetto alle indicazioni di questi farmaci, raccomandati per tutti gli adulti non ospedalizzati per COVID-19 e non in ossigeno-terapia per COVID-19 con insorgenza di sintomi da non oltre 5 giorni e in presenza di condizioni cliniche predisponenti che rappresentino dei fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave. Il sottoutilizzo di questi farmaci è da imputare alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione, oltre che all’erogazione esclusiva nelle farmacie ospedaliere e non in quelle territoriali. Considerato che l’accordo 2022 per la fornitura di Paxlovid ammonta a 600mila trattamenti completi (per un totale di 400 milioni di euro), in assenza di un adeguato modello organizzativo in grado di garantire la necessaria tempestività della prescrizione, si rischia concretamente che le scorte rimangano inutilizzate, come già accaduto per gli anticorpi monoclonali». Intanto, anche l’ambito della medicina generale accoglie positivamente le intenzioni del Ministro e di Aifa di una territorializzazione della gestione degli antivirali: «La possibilità di prescrizione degli antivirali contro il Covid-19 da parte dei medici di famiglia è un atto dovuto per la gestione concreta di una pandemia che sta evolvendo verso un’endemia e che continua a rappresentare un rischio per le persone fragili e anziane, sulle quali un intervento terapeutico immediato potrebbe cambiare la storia del paziente» ha detto il segretario generale del sindacato dei medici di famiglia Fimmg, Silvestro Scotti.(abstract) By Francesca Giani fonte Farmacista33
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Antivirali contro SARS-CoV-2
Posted by fidest press agency su giovedì, 17 febbraio 2022
Il primo ciclo del farmaco antivirale Paxlovid, sviluppato dalla multinazionale statunitense Pfizer contro Covid-19, è stato somministrato la scorsa settimana all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma a uomo di 54 anni con patologie cardiovascolari che lo esponevano a un rischio aumentato di andare incontro alle forme più gravi dell’infezione. Il trattamento per essere efficace deve cominciare entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi e prevede l’assunzione di tre pillole due volte al giorno per cinque giorni. Delle tre pillole, due contengono il principio attivo nirmatrelvir, una molecola capace di inibire il processo di replicazione del SARS-CoV-2 all’interno della cellula ospite. La terza pillola contiene invece il ritonavir, un agente antivirale inizialmente formulato per trattare l’infezione con HIV, il virus che causa l’AIDS, e che serve a mantenere alta la concentrazione del nirmatrelvir nel sangue per un tempo sufficientemente lungo ad avere l’effetto desiderato.L’EMA ha autorizzato a fine gennaio l’uso di Paxlovid in persone a rischio di Covid-19 grave, seguendo la decisione già presa dall’FDA prima di Natale e dal Regno Unito alla fine di dicembre. In uno studio clinico che ha coinvolto circa 2 000 persone con almeno una condizione clinica che aumenta il rischio di sviluppare forme gravi della malattia, 1 100 partecipanti hanno ricevuto Paxlovid e gli altri un placebo. Nel primo gruppo solo lo 8 persone sono state ricoverate e nessuna è morta nel mese successivo all’inizio del trattamento, mentre nel secondo gruppo i ricoveri sono stati 66, 12 dei quali si sono conclusi con la morte del paziente. Il farmaco ha dunque dimostrato di ridurre il rischio di ospedalizzazione o morte dell’88%. Il farmaco è quindi estremamente promettente, ma per ora è disponibile in quantità limitate. La struttura commissariale diretta da Francesco Paolo Figliuolo ha firmato un contratto con la causa farmaceutica statunitense per la fornitura di 600 mila cicli per il 2022, di cui 11 200 già consegnati e in distribuzione alle Regioni. La Germania ne ha ordinati un milione, gli Stati Uniti inizialmente 10 milioni, raddoppiando poi l’ordine all’inizio di gennaio. L’Europa sta valutando se avviare una contrattazione comunitaria come è già avvenuto per i vaccini. (fonte scienza in rete)
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Cure anti-Covid. Gli ultimi aggiornamenti su anticorpi monoclonali, antivirali e uso domiciliare
Posted by fidest press agency su domenica, 12 dicembre 2021
Nuovi anticorpi monoclonali da utilizzare a domicilio e due antivirali specifici potrebbero presto diventare nuove armi nella lotta al Covid-19. Ad annunciarlo è stato il presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) Giorgio Palù, in audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato e lo ha ribadito il direttore generale dell’Agenzia, Nicola Magrini, in audizione in videoconferenza in Commissione Igiene e Sanità del Senato sottolineando come le due pillole antivirali, il molnupiravir (Merck) e il paxlovid (Pfizer), “saranno disponibili in Italia a partire da fine gennaio 2022”.Novità anche da un altro fronte, quello degli anticorpi, farmaci per persone colpite dal virus, da utilizzare nelle prime fasi dell’infezione e non oltre i primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi, autorizzati per uso emergenziale in Italia a febbraio 2021 e con il quale sono finora stati trattati quasi 20.000 pazienti a rischio di una forma grave di malattia. All’epoca, ha aggiunto Palù, “sono stati autorizzati quelli di diverse aziende e altri sono ancora oggetto di valutazione, ma finora il loro impiego è stato limitato da inadeguatezza logistica”, perché richiedono infusione endovena per un’ora e osservazione per un’altra ora e questo avviene quasi sempre in regime ospedaliero. “Si stanno oggi valutando nuovi monoclonali diretti contro la proteina S, la stessa utilizzata per indurre risposta anticorpale con i vaccini, e in grado di neutralizzare con altissima efficacia il virus, bloccando l’infezione e non solo la malattia. Credo – ha concluso – che presto avremo a disposizione, monoclonali somministrabili per via sottocutanea o intramuscolare e in questo caso si potrà intervenire a casa del paziente, senza intasare ospedali e pronto soccorso”.Stop invece dall’Oms, dopo le tante polemiche dei mesi passati, all’utilizzo del plasma nei pazienti Covid. L’evidenza scientifica, spiega il settimo aggiornamento delle linee guida sul Covid-19, dimostra che ad oggi il plasma convalescente non migliora la sopravvivenza ne’ riduce la necessità di ventilazione meccanica. Ma la terapia ha “costi significativi”. Per arrivare a questa conclusione un gruppo di esperti indipendenti ha esaminato i dati aggregati di 16 studi con 16.236 pazienti, dal quale è risultato evidente che il plasma non ha dato alcun beneficio nei pazienti non gravi, mentre lo era meno nel caso di chi aveva la malattia in condizioni gravi e critiche. Quindi, secondo l’Oms, dovrebbero continuare gli studi clinici randomizzati proprio per questi due ultimi sottogruppi.Sempre sul fronte delle cure domiciliari uno studio, reso disponibile in anteprima dalla rivista Medical Science Monitor ha eseguito una analisi retrospettiva sugli esiti e sui tassi di ospedalizzazione di pazienti in Italia con diagnosi confermata di Covid-19 precoce e trattati a casa entro 3 giorni o dopo 3 giorni dall’insorgenza dei sintomi con farmaci di prescrizione e non di prescrizione tra novembre 2020 e agosto 2021).Il lavoro ha, come prima firma, quella del professore Serafino Fazio, componente del Consiglio Scientifico del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, già professore di medicina Interna all’Università di Napoli. I co-autori sono il prof. Paolo Bellavite (già professore di Patologia generale alle Università di Verona e di NgoziBurundi), la prof. Elisabetta Zanolin (Dipartimento di Diagnostica e Sanita’ Pubblica dell’Università di Verona) , il dr. Peter A. Mc McCullough (Department of Cardiology, Truth for Health Foundation, Tucson, AZ, USA) che ha sottoscritto lo schema terapeutico del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, il dr. Sergio Pandolfi (Neurochirurgo – Ozonoterapeuta, Docente al Master di II livello in ossigeno-ozono terapia Universita’ di Pavia) e la dr. Flora Affuso (ricercatrice indipendente).”Va precisato – viene spiegato in un comunicato – che il disegno dello studio (retrospettivo e senza gruppo di confronto) non consente di valutare l’efficacia della terapia utilizzata ma il risultato suggerisce la possibilità di effettuare ulteriori studi “randomizzati” laddove ciò sia possibile e per i quali i ricercatori si dichiarano disponibili a collaborare. (fonte: Doctor33)
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Si può battere sul tempo l’infezione da Sars Cov 2 grazie agli antivirali e ad una nuova organizzazione del territorio
Posted by fidest press agency su martedì, 11 Maggio 2021
È ormai acclarato che l’opportunità terapeutica dell’utilizzo degli antivirali contro l’infezione da Sar-Cov2 è tanto più efficace quanto prima si utilizzano tali rimedi fin dalle prime fasi dell’insorgenza dell’infezione. Le esperienze sul territorio nazionale, dalla Liguria alla Toscana alla Emilia-Romagna, dimostrano che laddove sono stati messi in campo modelli organizzativi che hanno previsto un coordinamento tra ospedale e territorio, i risultati dell’impiego precoce degli antivirali sono stati importanti. Ed è proprio sull’organizzazione a livello territoriale che si deve scommettere per fare in modo che queste terapie possono aiutare il sistema sanitario a sconfiggere il Covid. Lo hanno evidenziato gli esperti che si sono confrontati al tavolo organizzato da Motore Sanità dal titolo ‘IMPATTO ORGANIZZATIVO DELLE TERAPIE PER LA CURA DELL’INFEZIONE VIRALE DA COVID’, realizzato grazie al contributo incondizionato di GILEAD. Dalla somministrazione del farmaco antivirale in ospedale alla somministrazione sul territorio, purché in tempi brevi, ma purtroppo esistono dei limiti concreti che attualmente che non lo permettono. “La sfida maggiore è sicuramente quella di cercare di comporre quanto più possibile il gap organizzativo che ci può essere in una forma di coordinamento del territorio con le strutture ospedaliere – ha commentato Pierluigi Russo, Dirigente Ufficio Registri di Monitoraggio, AIFA -. L’invito alle regioni è quello di cercare di recuperare rapidamente il coordinamento tra il territorio e le strutture ospedaliere, un maggior coinvolgimento organizzativo che consenta di gestire questi pazienti con strumenti che in questo momento si stanno cercando di evidenziare e di utilizzare. L’esperienza degli anticorpi monoclonali ha reso ancor più forte l’esigenza di un maggior coordinamento tra il contesto ospedaliero e il contesto territoriale ma si tratta di affrontare il problema di gestire le terapie infusionali e di trasferire i pazienti positivi al Covid presso strutture ospedaliere. Si tratta di considerare un carico organizzativo importante ed è questa è sfida che dobbiamo cercare di vincere”. (abstract fonte: motoresanità)
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Covid-19, Osmed: boom di idrossiclorochina, eparine e antivirali anche in farmacia
Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 agosto 2020
Un aumento del 4600% dell’uso di clorochina e – in misura moderata – dell’uso di antivirali, cui ha contribuito anche la farmacia territoriale. È l’eredità che ci ha lasciato il Covid-19 nel trimestre marzo-aprile-maggio 2020 confrontato con il trimestre precedente. L’analisi che viene fuori dal’ “instant-report” Osmed dell’Aifa presentato ieri sui trend dei medicinali più ricercati per combattere l’infezione pandemica dice altre cose: da maggio l’utilizzo è diminuito, segno che calano contagi e malati gravi; in tutte le regioni l’aumento dell’uso dei medicinali anti-Covid si è legato in modo proporzionale all’aumento dell’incidenza del virus senza “strozzature” nell’accesso alle terapie; infine, non ci sono stati cali nell’uso di principi attivi per la cronicità, la distribuzione a pazienti no-Covid non è stata intaccata nemmeno nel periodo peggiore della pandemia.Nella sua presentazione Nicola Magrini, dg Aifa, distingue ulteriormente il trimestre del picco pandemico: a marzo (mese in cui si è registrato il 46% di tutte le vittime del trimestre) c’erano enormi aspettative sul tocilizumab, anti-reumatico di cui oggi studi randomizzati confermano effetti positivi solo su minimi segmenti di pazienti; subito dopo le speranze si sono appuntate sull’idrossiclorochina di cui a marzo l’Aifa ha concesso la prescrizione off label, ad aprile – visti i crescenti esiti negativi di studi esteri – ha ristretto l’uso e a fine maggio ha escluso la rimborsabilità. Si osservano sì divergenze prescrittive in giro per la Penisola – l’Emilia Romagna ha aumentato l’uso di antibiotici del 40% – «ma il dato importante sulle regioni – dice Magrini – è che farmaci antidiabetici, anticoagulanti, antiepilettici, non hanno perso colpi. Il sistema ha reagito ed è sostanzialmente stabile la dispensazione di farmaci per la cronicità».
Nelle relazioni di Aurora Di Filippo dell’Ufficio monitoraggio Aifa e Maria Paola Trotta dell’Health Technology Assessment dell’Agenzia, sono stati investigati i trend in tre comparti: acquisti da parte degli enti del Servizio sanitario nazionale distribuzione per conto esclusa; acquisti nelle farmacie territoriali più Dpc di farmaci di fascia A o territorio-ospedale; acquisti privati. Sono stati analizzati tutti i farmaci legati al Covid, eparine, antipiretici, Fans e benzodiazepine. Nella prima sezione (“ospedale”) i farmaci sono stati divisi in: specifici per Covid, per l’aggravamento (iniettivi ed ossigeno), e per le cronicità dei pazienti non Covid. Molteplici indicazioni Aifa si sono avute su idrossiclorochina, darunavir, lopinavir, ritonavir. In assenza di studi randomizzati, nel contesto iniziale in cui i pazienti aumentavano di seimila unità al giorno e anche i decessi crescevano chiedendo risposta rapida, l’idrossiclorochina, antimalarico prima poco diffuso, è cresciuta di 46 volte, e l’antibiotico azitromicina del 195%. Parimenti sono cresciuti antivirali e tocilizumab. C’è stato anche un picco di richieste di ossigeno nelle terapie intensive. Boom anche per altri farmaci, in genere iniettivi, di uso ospedaliero: acido ascorbico, anestetici, sedativi, curari. L’andamento delle richieste era lineare rispetto all’impatto dell’epidemia, nessun’area è stata trattata meglio o peggio. Nei farmaci per le cronicità, parimenti, non ci sono cali significativi per pazienti oncologici, neurologici, scoagulati, cardiologici; anche gli anti-Hiv non hanno registrato cedimenti, a differenza degli anti-Hcv, segno che qualche servizio ha temporaneamente allentato l’impegno per far fronte al virus.Nella farmacia territoriale c’è stato un boom di farmaci specifici per Covid là dove disponibili: un 35% per l’idrossiclorochina, aumento per gli antivirali, non disponibile l’azitromicina, incremento per le eparine a basso peso molecolare. Stabile il consumo degli anti-ipertensivi, lieve incremento per gli antipsicotici, stabili gli antidepressivi. Nel frattempo, Aifa aveva provveduto alla proroga dei piani terapeutici e a consentire la fornitura temporanea su territorio di alcuni farmaci; e un provvedimento della Protezione civile aveva dematerializzato le ricette migliorando l’accesso alla farmacia. Sugli acquisti privati, si è registrato un boom nelle farmacie con un incremento del 111% delle richieste per idrossiclorochina, mentre non c’è stato un aumento di spesa per antipiretici e anti-infiammatori e vitamine D e C. È aumentata (dal 3 al 18%) la richiesta di counseling per smettere di fumare ma sarebbe cresciuto nel lock-down il consumo di sigarette elettroniche. A oggi l’Aifa ha intanto autorizzato 40 sperimentazioni. Dalle riflessioni di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, emerge che gli studi randomizzati si prestano a dare indicazioni più stabili se svolti su larghi numeri ma soprattutto su bacini d’utenza ben suddivisi (per esempio, non considerando insieme paucisintomatici e ricoverati). Inoltre, bene sarebbe che gli Stati comunitari si parlassero sui trial autorizzati e da autorizzare, così da concentrare risorse senza ridondanze e maggiori spese. by Mauro Miserendino – fonte: Farmacista33)
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Vendita online di antivirali: Antitrust oscura due siti
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 aprile 2020
Sul tema, l’Antitrust comunica che «nell’adunanza di venerdì sono stati avviati due procedimenti istruttori e disposto l’oscuramento dei siti web https://farmaciamaschile.it e http://farmacia-generica.it» non collegati a farmacie fisiche «che offrivano in vendita alcuni medicinali, tra cui Lopinavir/Ritonavir, senza essere autorizzati alla fornitura al pubblico on line di farmaci. In particolare tale farmaco, antivirale per il trattamento delle infezioni da HIV, vendibile su prescrizione medica, veniva reclamizzato come prodotto dalla comprovata efficacia contro il coronavirus e offerto al prezzo di circa 384 € per la confezione piccola ovvero di 659 € per la confezione grande. La sospensione dell’attività di promozione e commercializzazione sui siti web – realizzata avvalendosi della collaborazione della Guardia di Finanza – è motivata dall’esigenza di interrompere la diffusione di pratiche commerciali estremamente gravi, tali da rendere urgente e indifferibile l’intervento dell’Autorità. L’Autorità aveva adottato analogo provvedimento il 17 marzo, disponendo l’oscuramento del sito web http://farmacocoronavirus.it con contestuale sospensione dell’attività di promozione e commercializzazione del medesimo farmaco. I due provvedimenti mostrano come tale farmaco continui a essere illegittimamente promosso e venduto mediante internet attraverso i servizi offerti dai motori di ricerca, inserendo le parole “Kaletra”, “farmaco”, “coronavirus”, “Covid-19”. Per questa ragione l’Autorità ha ritenuto di invitare i principali motori di ricerca ad adoperarsi nella veste di Internet Service Provider per l’adozione di tutte le misure ritenute necessarie rispetto a siti internet che promuovano e/o commercializzino il farmaco. L’Autorità, in considerazione del particolare momento, continua a monitorare il mercato concentrando la propria attenzione su operatori attivi nell’e-commerce che adottano comportamenti scorretti e ingannevoli». (by Francesca Giani fonte farmacista33)
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La Russia possiede tre antivirali per combattere il Covid-19
Posted by fidest press agency su venerdì, 3 aprile 2020
L’Accademia delle scienze russa ha sviluppato tre farmaci antivirali utilizzabili per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19. Lo afferma Vladimir Chekhonin, vicepresidente del Dipartimento di Scienze biomediche. Come riporta l’agenzia di stampa Sputnik russa governativa, stando alle parole dell’esperto, l’antivirale triazavrin è stato brevettato alcuni anni fa dall’Istituto di sintesi organica ed è attualmente in fase di testing da parte degli scienziati cinesi: “Ad oggi un farmaco da inalazione adatto per le infezioni virali è già pronto. Sono sicuro che si rivelerà più che adatto per curare il Covid-19. Ovviamente, avere un’alternativa di questo genere è estremamente importante considerate le circostanze attuali”, ha spiegato Chekhonin.Un altro medicinale, derivato dall’antivirale di produzione giapponese favipiravir, è stato invece realizzato dall’Istituto di Sintesi organica in collaborazione con l’Istituto di Chimica organica Zelinsky di Mosca.”A quanto so, il medicinale è già pronto per essere testato in cliniche specializzate in Russia”, ha spiegato il vicepresidente del Dipartimento di Scienze biomediche.Il terzo preparato, il fortepren, ha già passato i test clinici e dovrebbe essere considerato per il trattamento dei pazienti malati di coronvirus: “Il fortepren ha passato tutti i test clinici ed è anche stato testato sugli esseri umani. Stiamo attendendo che sia registrato, dopodiché dovrebbero essere iniziate le verifiche per valutarne l’efficacia contro il Covid-19”, ha dichiarato Chekhonin, ribadendo che l’individuazione di una cura efficace per il nuovo coronavirus cinese è una delle priorità dell’Accademia delle Scienze russa.Alla fine del suo intervento Chekhonin, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ha poi spiegato che in Russia sono già tre i vaccini in fase di lavorazione e che essi dovrebbero riuscire a coprire una vasta gamma di infezioni da coronavirus, incluso il Covid-19: “Sono certo e spero che riusciremo ad avere un vaccino con un ampio spettro di utilizzo. Non solo per questa patologia, ma anche per tutta una serie di altre infezioni da coronavirus”, ha concluso lo scienziato, chiarendo che due dei vaccini sono a base proteica e che uno di essi utilizza le proteine ricombinanti del coronavirus.
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Hiv, pubblicate le linee guida 2016 sul trattamento e la prevenzione. Novità nell’uso degli antiretrovirali
Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 luglio 2016

Senior woman tipping pills from prescription bottle, close-up of hands
Giornata mondiale Aids, Brignoli (Simg): Mmg fondamentali per sorveglianza e prevenzione. In un articolo pubblicato su Jama, Huldrych Gunthard, dell’Ospedale universitario di Zurigo in Svizzera, e i colleghi dell’International Antiviral Society-USA (Ias-Usa) hanno aggiornato le indicazioni sulla terapia antiretrovirale negli adulti con infezione da Hiv«Dall’ultima versione, pubblicata nel 2014, ci sono stati progressi sostanziali nell’uso dei farmaci antiretrovirali (Arv) per il trattamento e la prevenzione dell’infezione da HIV che hanno reso necessario l’aggiornamento» esordisce il ricercatore, spiegando che la terapia antiretrovirale va avviata in tutti gli individui con infezione da Hiv e viremia rilevabile a prescindere dalla conta delle cellule CD4. I regimi iniziali consigliati per la maggior parte dei pazienti sono a base di due inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (Nrti) più un inibitore dell’integrasi strand transfer (InSTI). Altri regimi efficaci includono gli inibitori non-nucleosidici della trascrittasi inversa o gli inibitori potenziati della proteasi associati a due Nrti.«Tra i motivi per modificare la terapia ricordiamo la tollerabilità, la necessità di semplificare la cura, le interazioni farmacologiche, la tossicità e la gravidanza» scrivono gli esperti, consigliando una valutazione di laboratorio prima del trattamento, e un monitoraggio durante la cura per valutare la risposta, gli effetti collaterali e l’aderenza alla terapia. In tema di profilassi, la somministrazione quotidiana di tenofovir disoproxil fumarato/emtricitabina è raccomandata per prevenire l’infezione da HIV in persone ad alto rischio, mentre la profilassi post-esposizione deve essere iniziata al più presto dopo l’esposizione. «Gli antiretrovirali rimangono la pietra angolare del trattamento e della prevenzione, in quanto sopprimono la carica virale e prevengono nuove infezioni, garantendo tassi di sopravvivenza tra gli adulti infetti vicini a quelli dei coetanei non infetti» conclude Gunthard. E in un editoriale di commento Douglas Krakower di Fenway Health, Boston, scrive: «Le attuali linee guida Ias-Usa riflettono il faticoso successo di 35 anni di ricerca clinica e i successi di una terapia antiretrovirale altamente efficace. Nessuno può mettere in dubbio i risultati degli studi fin qui svolti, né l’impegno della comunità scientifica nel mettere a punto una strategia comune per affrontare questa pandemia globale, che continuerà a porre nuove sfide». (fonte doctor33) (foto: antivirali)
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Boom di antivirali, antibiotici e analgesici
Posted by fidest press agency su martedì, 10 novembre 2009
Tra luglio e settembre il valore di antivirali, antibiotici e analgesici è salito attestandosi tra 60 e 76 pezzi per 100.000 abitanti “quando maggiore era la preoccupazione di contrarre il virus recandosi in vacanza all’estero e in corrispondenza con l’ inizio dell’anno scolastico”. Questo quanto si legge nel sito Epicentro dell’Istituto superiore di sanità relativamente alle vendite di antivirali e incidenza dell’influenza A. In particolare, si legge, se tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 si registrava un consumo inferiore ai 3 pezzi per 100 mila abitanti, dallo scorso aprile questo valore è invece passato a 12,4 per 100 mila abitanti schizzando a 60-76 del periodo luglio-settembre. A livello geografico, i valori di acquisto più elevati si osservano nelle regioni del centro-nord. ”E’ ipotizzabile che questo andamento – si legge su Epicentro – possa essere stato influenzato anche dalle notizie apparse negli ultimi mesi sui media rispetto alla diffusione del virus e sui ricoveri a seguito delle complicazioni provocate dall’influenza”. Per quanto riguarda analgesici e antibiotici nonostante i dati siano in linea con l’andamento stagionale, nella settimana 19-25 ottobre, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è stata però rilevata una crescita del 17% per gli antibiotici e del 50% per gli analgesici.
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Influenza pandemica: informare bene
Posted by fidest press agency su venerdì, 6 novembre 2009
La Federazione dei farmacisti in proposito ha fatto la sua parte. Fin dall’esordio della pandemia, nell’aprile scorso, la Federazione si è pronunciata pubblicamente contro l’uso irrazionale e pericoloso degli antivirali in funzione “preventiva” e, al di là delle pronunce puntuali, ha attuato una strategia coerente per formare i farmacisti e aggiornarli costantemente sull’evoluzione della pandemia stessa. Ecco alcuni punti salienti. E’ stato istituito un Gruppo di lavoro, che si avvale della supervisione scientifica del professor Fabrizio Pregliasco, che settimanalmente pubblica su Farmacista33 un bollettino dedicato da una parte all’andamento epidemiologico, dall’altra al tema particolare emerso negli ultimi giorni (per esempio, l’efficacia delle mascherine, il ruolo degli adiuvanti nei vaccini…). Contestualmente sul sito federale (www.fofi.it) sono state pubblicate schede tecniche relative ai diversi presidi sanitari (dai disinfettanti ai test rapidi), rivolte specificamente al farmacista. E’ stato realizzato e messo on line gratuitamente per gli iscritti all’Ordine un corso di formazione a distanza dedicato al virus pandemico, a cura del professor Giancarlo Icardi dell’Università di Genova, che è andato ad affiancarsi a un altro centrato sulle sindromi influenzali curato dal professor Pregliasco. Va notato che al corso sulla pandemia influenzale si sono iscritti in pochi giorni oltre 10000 farmacisti. Si tratta di iniziative che si collocano allo stesso livello di quanto fatto, per esempio, dal British Medical Journal, che ricordiamo essere l’organo ufficiale della British Medical Association. Riteniamo che il farmacista, in questa situazione che pare soprattutto un’emergenza sul piano della comunicazione del rischio, debba andare al di là della diligenza del buon padre di famiglia, e debba essere pronto a rispondere in modo corretto e puntuale via via che si presentano nuovi problemi e sorgono nuovi quesiti da parte dei cittadini.
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Inutile corsa ad antivirali in farmacia
Posted by fidest press agency su lunedì, 20 luglio 2009
Questo il monito del viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, che tranquillizza gli italiani e sottolinea come “non sia necessario premunirsi acquistando questi medicinali prima della partenza per le vacanze. Abbiamo considerato prioritarie – dice il viceministro – le scorte per il Governo”, dunque i farmaci per trattare i pazienti contagiati in Italia ci sono. “E anche in Gran Bretagna”, dove i contagi si moltiplicano rapidamente, “hanno questi medicinali. Si tratta di prodotti che non vanno usati in prevenzione, ma solo in presenza di malattia conclamata. L’uso improprio – ammonisce Fazio – può creare problemi e causare forme di resistenza”. Insomma, gli antivirali non vanno acquistati senza indicazioni del medico e presi con leggerezza, alle prime linee di febbre. “In caso di sospetti bene recarsi nella struttura sanitaria ed eseguire i controlli medici. Siamo oltre la fase di isolamento anche in Italia – ricorda il viceministro – quindi ci limitiamo a trattare le persone contagiate”. Nessuna necessità, dunque, di isolare gli studenti che rientrano in questi giorni a casa da vacanze-studio in Gran Bretagna.
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L’AIFA invita all’uso consapevole degli antivirali
Posted by fidest press agency su giovedì, 30 aprile 2009
Parola del direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Guido Rasi, che ha ricordato il ruolo terapeutico dei farmaci antivirali. “I cittadini non devono considerare l’ipotesi di fare scorta preventiva di molecole come Zanamivir e Oseltamivir senza che questo sia specificatamente prescritto da medici dei Centri di riferimento dopo accertamento della diagnosi e valutazione della sintomatologia”. Comprare questi farmaci “nella convinzione che potrebbe essere utile averne alcune confezioni in casa – sottolinea Rasi – è del tutto inutile poiché il ministero ha più volte confermato la disponibilità di un numero di dosi perfettamente adeguate a fronteggiare una eventuale epidemia di influenza suina. A questo riguardo è bene evidenziare che al momento nessun caso accertato si è verificato nel nostro Paese”, ricorda. Quindi Rasi invita “i medici a prescrivere gli antivirali solo in presenza di sintomi importanti, e dopo aver avuto certezza di trovarsi di fronte all’influenza suina con accertamento sierologico dell’avvenuto contagio”, ed esorta i cittadini a “non farsi trascinare dall’emotività perché ad oggi se un rischio c’è è quello di sprecare strumenti di cura importanti”.
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Scilipoti (idv): possibili speculazioni su vendita antivirali
Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 aprile 2009
“E’ necessaria una comunicazione efficace per evitare allarmismi e strumentalizzazioni, le persone hanno diritto alla massima trasparenza delle informazioni, sia in materia di prevenzione che di terapia”. Così l’On. Domenico Scilipoti sul tema del virus della febbre suina. “Le notizie che arrivano da tutto il mondo sono allarmanti, ciò può portare ad una impropria e smodata vendita di farmaci antivirali di incerta efficacia; infatti secondo i dati in nostro possesso – continua il deputato dell’Italia dei Valori – non è stato ancora prodotto un antivirale specifico per questo virus. Sottolineo ancora, che le persone e le zone più colpite dall’epidemia, sono quelle con condizioni socio demografiche difficili, le cosiddette zone povere; a tal proposito pongo l’accento sul forte legame che c’è tra malattie ed ambiente. Ricordando la fondamentale importanza del bene essenziale acqua, quale fonte di vita ed anche via primaria per la cura e l’igiene delle persone e dei luoghi, mi rivolgo ai governi di tutto il mondo – conclude Scilipoti – in primis a quello italiano, affinché diano il giusto peso alle necessità sociali ed ambientali”.
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