Padova. Giovedì 14 aprile alle ore 12.00 nella splendida cornice dei Giardini dell’Arena a Padova, l’Assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio insieme a Francesca Veronese, Conservatrice del Museo Archeologico di Padova e Direttrice dei Musei Civici, i curatori della mostra e l’artista, presenteranno l’installazione Fons vitae di Antonio Ievolella, artista sannita ma padovano d’adozione, ospitata fino al 25 settembre a Padova. L’opera ha come motivo ispiratore l’acqua: i 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione sono dei veri e propri vasi, grembi che costituiscono la forma plastica scelta dall’Artista quale motivo ricorrente delle installazioni. “Lo spazio dell’antica Arena romana accoglie oggi l’acqua racchiusa nelle anfore di Fons Vitae. È uno spazio che, curiosamente, racchiude in sé una particolare valenza simbolica legata all’elemento liquido, a quell’acqua che oggi permea di sé l’installazione di Antonio Ievolella: di qui passava, infatti, un antico acquedotto romano. L’acqua è dunque l’elemento che caratterizza la storia antica del luogo, ma l’acqua è anche l’elemento che oggi fluisce nelle anfore dell’odierna opera d’arte: un legame sottile unisce così il passato e il presente, una sorta di “rivolo d’acqua” dalla forte valenza simbolica.” Così Francesca Veronese, Conservatrice del Museo Archeologico di Padova e Direttrice dei Musei Civici. Fons vitae è stata esposta alla Certosa di San Giacomo a Capri nel 2020 e al Castello Visconteo di Pavia nel 2021; a Padova si arricchisce di ulteriori stratificazioni culturali, materiali e immateriali: la riflessione espressiva di Ievolella si concentra sulla Stele, presumibilmente funeraria, di “Ostiala Gallenia” conservata nel Museo Archeologico di Padova a cui dedica un nuovo ‘reperto’ scultoreo nella forma di un inedito scudo. By Paola Saba
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Mostra: installazione Fons vitae di Antonio Ievolella
Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 aprile 2022
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Fons vitae: Mostra di Antonio Ievolella
Posted by fidest press agency su giovedì, 8 ottobre 2020
Certosa di San Giacomo, Via Certosa, Capri (NA) 11 ottobre – 30 novembre 2020 a cura di: Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea Del Guercio in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e con l’Ufficio Servizi Educativi della Certosa di San Giacomo a Capri Catalogo: Grafiche Turato Editore Testi in catalogo di: Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea Del Guercio. L’allestimento ha come motivo ispiratore l’acqua e così i 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione sono dei veri e propri vasi – grembi che costituiscono la forma plastica scelta dall’Artista quale motivo ricorrente delle installazioni. L’otre diventa un dispositivo simbolico che allude all’uomo e alla sua unicità e, in particolare, al monaco nel suo silenzioso e volontario isolamento, pur all’interno di una dimensione collettiva. E se, secondo Alberto Savinio, “Capri è uno dei punti magnetici dell’universo”, certamente quest’isola è la cornice perfetta per la mostra di Antonio Ievolella. Cappella di San Bruno – L’installazione consta di 7 otri in terracotta nelle quali domina il bianco in relazione al colore dell’abito certosino e al numero dei compagni che seguono San Bruno nella Curia pontificia, luogo in cui il papa Urbano Il concede il breve apostolico, il primo documento pontificio che riconosce la fondazione dell’Ordine certosino. Chiostro piccolo – L’installazione consta di 12 otri, in relazione al numero dei Padri che abitavano nella Certosa di Capri, disposte nella galilea del chiostro a pianta quadrata, ove l’importanza dell’acqua è ben visibile per la presenza di un pozzo e dei canali di scorrimento, elementi fondamentali per la raccolta dell’acqua piovana che dai tetti viene condotta fino alla cisterna del chiostro grande. La tredicesima otre, in riferimento alla figura del Priore, guida spirituale della comunità certosina, sarà collocata sul tetto della Sala del Capitolo, luogo in cui ci si riunisce per la discussione dei problemi più importanti e dove, con votazione segreta, si elegge il Priore. Chiostro grande – Nel riquadro rettangolare accanto al finto pozzo, che un tempo ospitava il cimitero dei Padri, saranno collocate decine di occhi in ceramica dipinta, nell’atto di guardare verso il cielo, metafora del Sole che trionfa sulle tenebre. L’acqua e la luce alla fine si collegano, dunque, al trionfo della vita sulla morte. Il tema della luce nella Certosa di San Giacomo è fonte della nitida visibilità, della plastica evidenza degli elementi architettonici, delle volte di apertura, dei pilastri e delle arcate dei chiostri. A tale diurna luminosità fa da contrappunto la luminescenza fonda, nascosta dentro alla materia, dentro all’acqua tempestosa. Pure nell’interno “uterino” degli otri si cela l’acqua che non si vede, che non ha luce sin tanto che non si espone sgorgando dal grembo-contenitore. L’occhio che vede la luce è legato a doppio filo all’otre, è della stessa sua natura plastica, materica e cromatica. Orario mostra: 10.00-16.00 (ultimo ingresso ore 15.30), tutti i giorni escluso il lunedì Biglietti: intero € 6,00; ridotto 18-25 anni € 4,00. Con il biglietto si visita la Certosa di San Giacomo. I biglietti si acquistano online su http://www.coopculture.it o presso la biglietteria della Certosa.
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