“E’ una grande fiera del Turismo che mette in mostra le singole eccellenze delle Regioni italiane in questo settore. Fondamentale la presenza del ministro Daniela Santanchè, a dimostrazione che il governo sostiene il comparto con una fase di ascolto che non è mai venuta a mancare. Il turismo rappresenta uno dei punti di forza della nostra economia e la sua ripresa è fondamentale per la Nazione intera”. Così Gianluca Caramanna, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile Turismo del partito che oggi ha accompagnato il ministro nella visita agli stand delle Regioni italiane, durante la quale sono stati ascoltati gli operatori, i governatori e gli assessori interessati.
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Grande entusiasmo e soprattutto grande soddisfazione per l’apertura del Bit a Milano
Posted by fidest press agency su domenica, 12 febbraio 2023
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Apertura della Galleria Eugenia Delfini
Posted by fidest press agency su venerdì, 14 ottobre 2022
Roma mercoledì 19 ottobre 2022 alle ore 18.00 in via Giulia 96, con l’inaugurazione della prima mostra personale di Roberta Mariani a Roma. La mostra, il cui titolo, La schiuma dei giorni, è stato preso in prestito dal romanzo di Boris Vian, è accompagnata da un testo critico di Gianni Garrera e presenta una serie di lavori pittorici e scultorei attraverso cui l’artista investiga la piega come concetto da cui partire per generare spazi tridimensionali. La serie pittorica, realizzata su carta con pigmenti, polvere di grafite e spray, presenta trame astratte, giochi di forza e matasse elastiche. Queste tessiture di percorsi irregolari si articolano su diversi piani e assomigliano a dei paesaggi o come direbbe Gilles Deleuze a uno “stagno di materia nel quale vi sono diversi flutti e onde.” Circondati da queste tele si ha la sensazione di essere di fronte a delle visioni organiche (e talvolta virtuali) in cui il segno germoglia e allo stesso tempo si espande e si contrae come un respiro. Le sculture, anch’esse lavorate con pigmenti e stratificazioni di pennellate, sono carte piegate le cui curvature e piegature danno forma a corpi, resti di pelli o di fossili primordiali. Quando Deleuze approfondisce la piega come tratto distintivo del barocco scrive che, secondo lo storico dell’arte Heinrich Wölfflin, uno dei suoi tratti materiali consiste nella “tendenza della materia a travalicare lo spazio”, il lavoro di Mariani tenta davvero di fare questo: di andare oltre lo spazio circoscritto dell’opera per generare mondi atemporali e visioni fantasmagoriche in cui tutto nasce e muore continuamente. Come sottolinea Gianni Garrera “Roberta Mariani ottiene l’equivalenza equivoca tra gli intrichi che dipinge e le pieghe di una corteccia e quelle di un broccato, tra i corrugamenti di un calcare e le grinze di un tessuto. Mariani insegna che tratti, segni, merlettature, schiume, tracciati filanti della pittura sono Natura, sono già in sé vegetazione, famiglia di erbe, mineralità, pertanto la pittura non ha il compito di imitare la Natura ma di essere essa stessa Natura e di seminarsi e gemmare sul terreno del dipinto.” http://www.galleriaeugeniadelfini.it
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L’apertura di Terrazza Gallia celebra la bellezza mediterranea
Posted by fidest press agency su martedì, 26 aprile 2022
Milano 4 maggio con l’inaugurazione di uno dei luoghi più iconici della città: il rooftop bar e ristorante dell’Excelsior Hotel Gallia, un hotel Luxury Collection, parte dello straordinario portfolio di Marriott Bonvoy. Nello stile Mediterranean Breeze, l’apertura della terrazza si declina in un appuntamento della Milano Milano Beauty Week e segna l’inizio di un ricco programma di eventi e attività che accompagneranno il pubblico per l’estate. Un opening in cui si celebra la bellezza e la ricercatezza della spettacolare location che si combina in una perfetta alchimia estetica con la proposta enogastronomica dell’hotel: un soffio mediterraneo frizzante e naturale, espressione di purezza, freschezza e vivacità. Anche gli ambienti si adattano alla serata che, per l’occasione si identificano con una firma l’olfattiva, “Mediterranean Breeze” fresca, fiorita, fruttata e realizzata ad hoc da Scent company, azienda leader nel branding olfattivo. Glamour e divertimento animeranno la serata inaugurale, per dar modo agli ospiti di vivere la bellezza dello stare insieme in un ambiente dall’atmosfera unica.Aromi, profumi e sapori del nostro Mediterraneo troveranno spazio nei tre cocktail che il nuovo bar manager di Terrazza Gallia, Andrea Griggion ha proposto per l’occasione e che andranno ad arricchire la drink list dell’estate. French 75, Negroni e Collins, cocktails intriganti tra i più conosciuti e apprezzati, accumunati da note rinfrescanti, agrumate, agrodolci, floreali ed erbacee.L’estate in Terrazza proseguirà con aperitivi ed eventi con i migliori vini rosè protagonisti dell’estate e le serate gourmet con Terrazza & Friends, appuntamenti che porteranno il meglio della giovane cucina italiana al Terrazza Gallia.Il calendario di tutte le cene verrà pubblicato sul sito di Terrazza Gallia (terrazzagallia.com)
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Il Ministero dell’Istruzione chiede i dati dei contagi all’apertura delle scuole
Posted by fidest press agency su domenica, 9 gennaio 2022
L’amministrazione chiede solo ora ai dirigenti scolastici, nel giorno in cui molte scuole hanno ripreso l’attività didattica, da far pervenire i numeri degli alunni e del personale positivo al Covid-19. Secondo l’Anief questo monitoraggio, richiesto dalla direzione generale del Dicastero di viale Trastevere, è la dimostrazione che si è tornati in classe praticamente al buio e questo è da irresponsabili, perché avviene mentre contiamo 220mila contagi nel Paese. Secondo Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato, “si doveva procedere con uno screening d’assalto di tutta la popolazione studentesca prima di programmare la riapertura in presenza: a questo punto la DAD appare non più consigliata, ma indispensabile. Se la decisione di praticare la dad non dovesse partire dal ministero di Viale Trastevere – prosegue Pacifico – allora è meglio che ci pensino i sindaci, come sta già avvenendo, soprattutto al Sud, e i dirigenti scolastici a interdire l’uso degli edifici scolastici. Perché il personale può lavorare in modalità agile, senza interrompere le attività lavorative e mantenendo comunque in vita il servizio, fino a quando non ci siano le condizioni per operare in presenza con quel livello di sicurezza che oggi non c’è”.
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Apertura al cambiamento delle aziende italiane
Posted by fidest press agency su lunedì, 25 ottobre 2021
Partiamo da un dato: il World Economic Forum, nel suo report Future of Work, ha stimato che nei prossimi 5 anni il 50% della popolazione lavorativa dovrà adeguare le proprie competenze per tenere il passo con la competizione sempre più incalzante. La strada è già segnata e, inevitabilmente, si dipana lungo i binari della Trasformazione Digitale, ovvero quel processo di integrazione delle tecnologie digitali in tutti gli aspetti del business, che comporta all’interno delle organizzazioni cambiamenti sostanziali a livello di strumenti, cultura, operazioni e generazione di valore. Facile a dirsi, un po’ meno ad attuarsi.E qui entra in gioco Smartive, una full-service company al 100% italiana e focalizzata nel supportare le aziende e le organizzazioni – collaborando con Leadership Team, Direzioni HR / Digital & Innovation – nei processi di change management, proponendo percorsi studiati su misura in grado di coinvolgere in maniera diretta le singole persone impegnate con ruoli e mansioni diversi all’interno dell’azienda stessa.A guidare la strada, fin dal via iniziale di ogni percorso, sono le indicazioni fornite dalla SmartiveMap, un tool di people analytics, capace di inquadrare il livello di attitudine e la propensione alla trasformazione digitale dell’intera popolazione aziendale. Un test online che restituisce all’utente il proprio report con punteggi e confronti con il benchmark e all’azienda un cruscotto di analisi di dati relativi all’assessement, consultabile in real time.Incrociando skill, background e attitudini personali oltre che professionali, la SmartiveMap identifica 5 profili, dal più propenso verso il cambiamento digitale e dotato di elevati livelli di competenza al meno aperto nei confronti dell’innovazione e meno pratico nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Nell’ordine: Embracer, Believer, Ally, Skeptic e Resister.
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Campidoglio, il Planetario di Roma riapre le porte al pubblico
Posted by fidest press agency su martedì, 5 ottobre 2021
Tecnologia digitale, database aggiornabile in tempo reale, esperienze immersive e appuntamenti per pubblici di tutte le età. A sette anni dalla chiusura, avvenuta nel 2014 per lavori di riqualificazione e messa in sicurezza, il Planetario di Roma, ospitato all’interno del Museo della Civiltà Romana, agli inizi del 2022 riaprirà finalmente le sue porte al pubblico, dopo un approfondito intervento di manutenzione. Un modo per restituire alla città una delle sue eccellenze, invitare curiosi e appassionati a scoprire nuovi modi di “guardare” l’universo e, magari, affascinare i giovanissimi, crescendo gli astronomi di domani. L’iniziativa è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Servizi museali Zètema Progetto Cultura. Molte le sorprese, tra tecnica, comfort ed eventi. Cardine degli interventi, che hanno interessato la struttura negli ultimi anni e, in parte, sono ancora in corso, è la strumentazione. Il vecchio proiettore ottico supportato da un solo canale digitale proiettato su finestre cederà, infatti, il passo a un software all’avanguardia. Il nuovo planetario digitale, con un articolato sistema di videoproiettori ad altissimo contrasto, con risoluzione 4K, sarà in grado di ricostruire con estremo realismo la superficie di Terra, Luna e Marte, nonché di andare oltre, nei luoghi più lontani dell’universo, tra galassie e nebulose. La possibilità di archiviare una grande mole di dati e di effettuare aggiornamenti in tempo reale, in base alle novità astronomiche, inoltre, permetterà di seguire le scoperte della comunità scientifica. Obiettivo, far sì che i visitatori possano essere incuriositi, divertirsi ed essere informati sulle più recenti scoperte sull’universo.Informazioni e conoscenze non saranno oggetto di lezioni o conferenze, ma nello stile caratteristico del Planetario di Roma Capitale saranno al centro di veri e propri spettacoli astronomici. Realismo e immersività, anche tramite un sistema audio studiato ad hoc, sono le chiavi del progetto, concepito per offrire al pubblico la possibilità di interagire con il “cielo”, diventando protagonista della scena, ovviamente sempre nel pieno rispetto delle dinamiche reali.L’interazione non sarà solo tra astronomi del Planetario e visitatori. Il software consentirà pure di dialogare con una community internazionale di planetari condividendo, anche dal vivo, tramite cloud, esiti di ricerche e studi, nonché spettacoli, modalità di narrazione, soluzioni creative al servizio della divulgazione scientifica. Peculiarità del Planetario di Roma è, infatti, il linguaggio interdisciplinare creato nel corso di questi anni dallo staff scientifico. Il nuovo software non modificherà approccio e filosofia, ma consentirà di promuovere una programmazione culturale e scientifica all’avanguardia, in un gioco di suggestioni immersive, contaminazioni tra linguaggi differenti, sperimentazioni. La riapertura del Planetario segnerà anche la ripresa di attività ed eventi, incentrata sulla trasversalità dei linguaggi, spaziando dall’astronomia alla storia, dalla geologia all’arte.Non soltanto tecnologia. Gli interventi hanno interessato pure l’atrio con i propilei esterni e le scalinate, oltre ad ambienti di servizio e destinati agli uffici. Senza trascurare le finiture dell’edificio e della sala. Sono state sostituite le poltrone, mantenendo però la disposizione circolare per valorizzare l’esperienza del “viaggio” immersivo, evitando l’effetto cinema. Ed è stata effettuata la pulizia della cupola. Tutto il complesso del Museo della Civiltà Romana, che ospita il Planetario, è stato interessato da una serie di importanti interventi. Grazie a un finanziamento di Roma Capitale, si è provveduto al risanamento degli impianti, della pavimentazione esterna e delle coperture, oltre ai lavori finalizzati alla riapertura del Planetario.Il restauro della sala del plastico ricostruttivo di Roma in età costantiniana, realizzato dall’architetto Italo Gismondi, sarà oggetto di un intervento per cui Roma Capitale ha previsto uno stanziamento di 1.100.000 euro.Un’importante fase dei lavori è compresa nel PNRR con l’assegnazione di 18 milioni di euro destinati a interventi di manutenzione straordinaria e di restauro e risanamento conservativo del museo e della collezione, con l’obiettivo di realizzare nuovamente un’esposizione organica e consentire un’esperienza immersiva nella vita di età romana, offrendo un archivio di conoscenze per la comunità scientifica e per gli utenti anche non specialisti. Tra le altre finalità, assicurare la conservazione dell’edificio, il rinnovo degli elementi che abbiano mostrato criticità, l’efficientamento energetico, la revisione del percorso espositivo con ulteriori spazi e servizi a disposizione del pubblico, come attività laboratoriali e aree di sosta e riposo, l’allestimento di un laboratorio di restauro e di riproduzione tridimensionale. Un articolato piano di lavori concepito per permettere ai romani e non solo di tornare a godere pienamente della struttura e a contemplare i suoi tesori.
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Tornano ad aprire al pubblico i giardini e i palazzi di Berlino
Posted by fidest press agency su giovedì, 30 settembre 2021
Dopo un periodo di chiusura forzata e riaperture parziali, tornano finalmente ad aprire le porte ai visitatori gli splendidi palazzi e giardini che circondano Berlino. Sono oltre 30 affascinanti palazzi e giardini, molti dei quali dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, a cui si affiancano più di 300 tra edifici e strutture e 700 ettari di giardini e parchi, i visitatori che vogliono scoprire la capitale tedesca sotto un altro punto di vista non hanno che l’imbarazzo della scelta.Castelli e giardini appartenuti nell’arco della storia ai re prussiani, come i famosi Sanssouci a Potsdam e il Castello di Charlottenburg, oggi sono universalmente considerati un eccezionale patrimonio culturale e storico. La ricchezza delle decorazioni e delle collezioni che custodiscono riflette infatti non solo lo sviluppo dei diversi stili ed epoche, ma documenta la movimentata storia di Prussia, Germania ed Europa.Tra le perle da non perdere i bagni romani nel parco di Sassouci, un angolo d’Italia a Potsdam, ma anche il Belvedere Pfingstberg, con la sua vista incantevole e le geometrie perfette, l’Oranienburg Palace, un palazzo prussiano del ‘700 e il Grunewald Hunting Lodge, una delle palazzine di caccia più antiche e meglio conservate di Berlino.Tra le collezioni permanenti che hanno riaperto da non perdere la quadreria di Sanssouci che include quadri di Caravaggio, van Dyck, Paul Rubens, Jordaens e de Lairesse; ma anche la collezione permanente di Charlottenburg, dedicata alla dinastia prussiana e alle loro mise en place davvero regali.Insieme alla riapertura delle collezioni permanenti dei palazzi, la prima mostra in programma aprirà il 9 ottobre 2021 al palazzo di Charlottenbourg e renderà omaggio a Antoine Watteau, celebre pittore francese, attraverso una collezione di opere seconda solo a quella del Louvre di Parigi. La mostra rimarrà aperta fino al 9 gennaio 2022.Anche i parchi sono percorsi d’arte, grazie all’iniziativa #Parkisart creazioni uniche e spazi naturali abbelliti da forme geometriche e pattern dalle linee eleganti, dove il visitatore, invitato dalle statue di dei, ninfe e tritoni, può scoprire nuove ed intriganti prospettive. Per maggiori info: http://www.spsg.de/en/
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Cerimonia di apertura della finale di UEFA Champions League
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 Maggio 2021
UEFA e Pepsi® rivelano che la pluripremiata superstar mondiale Marshmello, sarà il protagonista della cerimonia di apertura della finale di UEFA Champions League di quest’anno, presentata da Pepsi. L’artista e produttore certificato platino, noto per i grandi successi “Happier”, “Silence” e “Friends” presenterà uno spettacolo unico nel suo genere sabato 29 maggio, prima di uno degli eventi sportivi live più seguiti al mondo – la finale di UEFA Champions League. Giunta al suo quinto anno, la cerimonia di apertura presentata da Pepsi, vedrà Marshmello esibirsi in uno spettacolo virtuale di sei minuti con l’utilizzo della più recente tecnologia immersiva, la prima volta per Pepsi e UEFA.Per annunciare la sua esibizione, Marshmello appare in un video creativo in cui prende in considerazione varie opzioni per il suo prossimo spettacolo. I suggerimenti provengono da alcuni volti familiari, tra cui il più grande campione di tutti i tempi Leo Messi, il campione del mondo Paul Pogba e il campione del Borussia Dortmund Jadon Sancho, fino ad arrivare ai membri del gruppo musicale globale Now United. Nella scena finale, l’artista pluripremiato appare accanto all’iconico trofeo della UEFA Champions League, anticipando così ai fan di tutto il mondo, l’epico spettacolo.La finale di UEFA Champions League è uno degli eventi sportivi annuali più attesi al mondo e la partita di quest’anno andrà in onda in oltre 200 paesi. La cerimonia di apertura presentata da Pepsi verrà trasmessa pochi minuti prima che inizi la più importante partita dei club di calcio europei. La cerimonia di apertura del 2021 incontra il marchio internazionale Pepsi, che include Pepsi, Pepsi MAX e Pepsi Light.
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Cia, bene apertura Ue a “genome editing” indispensabile per transizione green
Posted by fidest press agency su sabato, 1 Maggio 2021
Le nuove biotecnologie agrarie non hanno nulla a che vedere con gli Ogm e sono un importante passo in avanti dell’ingegneria genetica. Cia-Agricoltori Italiani commenta con favore il risultato storico dello studio della Commissione Ue sulle nuove tecniche di modificazione del genoma –genome editing-, che porteranno a nuovo quadro giuridico indispensabile alla transizione green del settore agricolo, come definito dalla strategia Farm to Fork.Con un appoggio rigorosamente scientifico, lo studio ribalta le conclusioni della Corte di Giustizia Europea del luglio 2018, che equiparavano le varietà ottenute con le più innovative tecnologie di miglioramento genetico agli Ogm tradizionali. La sentenza vincolava, dunque, le nuove biotecnologie alla legislazione obsoleta che norma gli Organismi geneticamente modificati, impedendo, di fatto, al settore rurale di affrontare con tempestività le sfide del mercato globale e di realizzare gli obiettivi di sostenibilità tracciati dal Green Deal. “Il genome editing –dichiara il presidente Cia, Dino Scanavino- non presuppone inserimento di Dna estraneo mediante geni provenienti da altre specie. Si opera, infatti, internamente al Dna della pianta, che rimane immutato e assicura la continuità delle caratteristiche dei nostri prodotti, garantendo anche l’aumento delle rese, insieme alla riduzione dell’impatto dei prodotti chimici e al risparmio di risorse idriche”.Le nuove biotecnologie premiate nel 2020 col Nobel della chimica, arrivano, infatti, a perfezionare il corredo genetico delle piante in maniera simile a quanto avviene in natura, ma con maggior precisione e rapidità, oltre ad avere il vantaggio di essere poco costose e di potersi facilmente adattare alle tante tipicità dei nostri territori.“L’agricoltura non può fare a meno del miglioramento genetico, che ha da sempre accompagnato la sua storia mediante le tecniche tradizionali di incrocio e innovazione varietale –ha spiegato Scanavino-. Oggi abbiamo bisogno di ulteriore miglioramento per adattare le nostre colture a un contesto ambientale trasformato dal cambiamento climatico e minacciato dalla Xylella e dai patogeni fungini che attaccano la vite”. “Un ultimo aspetto, riguarda la gestione di queste innovazioni –conclude Scanavino-. Non possiamo permetterci che il miglioramento genetico sia gestito solo da multinazionali lontane dalle esigenze reali del mondo agricolo. Dobbiamo, dunque, promuovere tutti gli strumenti che possano sviluppare nuove relazioni tra pubblico e privato e interazioni più strette tra mondo dell’impresa e mondo della ricerca”
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Il sito archeologico di Pompei riaprirà il 27 aprile
Posted by fidest press agency su lunedì, 26 aprile 2021
L’accesso al sito sarà possibile dal martedì alla domenica nei consueti orari estivi (Pompei 9,00 – 19,00 con ultimo ingresso 17,30), con giorno di chiusura il lunedì fino al 7 giugno 2021.Dal 7 giugno per tutto il periodo estivo e fino a nuova comunicazione il sito resterà aperto tutti i giorni. Il sabato e la domenica la prenotazione per l’ingresso sarà possibile esclusivamente con acquisto on line sul sito http://www.ticketone.it, da effettuarsi il giorno precedente.L’accesso e l’uscita per l’area archeologica di Pompei saranno possibili dal varco di Piazza Anfiteatro e di Piazza Esedra.La visita si svilupperà lungo un percorso consigliato da apposita segnaletica all’interno del sito e sull’app di supporto My Pompeii, allo scopo di assicurare una visita in sicurezza e nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie anti Covid.Sarà possibile passeggiare all’interno dell’Anfiteatro, accedere alla Palestra grande e alla mostra “Venustas. Grazia e Bellezza a Pompei”. Si potranno visitare i Praedia di Giulia Felice e spostarsi su Via dell’Abbondanza con accesso alle principali domus, ma anche attraversare la necropoli di Porta Nocera, l’Orto dei fuggiaschi, arrivare al quartiere dei teatri e al Foro triangolare. Da Via dell’abbondanza, inoltre, si potrà raggiungere il Foro con tutti i suoi edifici pubblici e religiosi, visitare lo spazio esterno delle Terme Stabiane o risalire Via Stabiana fino a Via del Vesuvio dove ammirare la casa di Leda e il cigno. L’ingresso di Piazza Esedra è consigliato per chi volesse accedere immediatamente all’Antiquarium di Pompei, di recente inaugurato nel suo nuovo allestimento. L’elenco completo degli edifici visitabili è consultabile sul sito http://www.pompeiisites.orgIl biglietto di ingresso al sito sarà acquistabile sul sito http://www.ticketone.it, unico rivenditore online autorizzato o presso le biglietterie di Piazza Anfiteatro e di Piazza Esedra e consentirà l’ingresso al sito sia da Piazza Anfiteatro sia dal varco di Piazza Esedra.Il sabato e la domenica il biglietto potrà essere acquistato esclusivamente on line sul sito http://www.ticketone.it, con acquisto il giorno precedente come da DPCM del 2 marzo 2021 art.14.Dal martedì al venerdì l’acquisto sul sito è possibile anche nella stessa giornata fino a esaurimento disponibilità.Costo del biglietto:Pompei: intero € 16.00 – ridotto € 2.00 – Gratuità e riduzioni come da normativa. Al momento dell’acquisto on-line il visitatore potrà scegliere la fascia oraria di ingresso, prevista ogni 15 minuti per un massimo di 500 persone ogni 15 minuti, fino alle ore 13,00. Dopo le ore 13,00 l’ingresso consentito è per un massimo 300 persone per turno. Il biglietto dovrà essere mostrato all’ingresso, direttamente su smartphone/tablet (QRcode) o già stampato a casa su carta e poi conservato per registrarlo sul tornello in uscita. E’ tollerato un ritardo di 10 minuti massimo rispetto all’orario della fascia oraria indicata, tanto per i visitatori quanto per le guide. Per i possessori della card Pompei365, la validità dell’abbonamento sarà prorogata per il numero di giorni, corrispondenti a quelli di chiusura imposti dall’emergenza sanitaria.I visitatori saranno sottoposti, all’arrivo, a misurazione della temperatura mediante termoscanner. Resta obbligatorio l’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi e aperti a prescindere dalla distanza interpersonale. Tutte le informazioni relative alle misure di sicurezza del contenimento del contagio da SARS-COV 2 e alle modalità di visita saranno fornite ai visitatori attraverso i monitor presenti agli ingressi e la cartellonistica. La visita avverrà nel pieno rispetto delle misure di distanziamento previste dal Comitato Tecnico Scientifico, anche con il supporto di segnaletica direzionale appositamente installata dal Parco. Saranno garantiti dispenser di gel igienizzante all’ingresso e presso i servizi igienici a disposizione dei visitatori.Da Piazza Anfiteatro è possibile, inoltre, usufruire del percorso “Pompei per tutti”, senza barriere architettoniche, con possibilità di ritorno in uscita a Piazza Anfiteatro o eventualmente da Piazza Esedra, utilizzando l’ascensore dell’Antiquarium.Presso l’ingresso di Piazza Anfiteatro e Piazza Esedra sarà possibile richiedere un servizio visite guidate, dalle ore 9,00 alle 13,00.I gruppi potranno accedere secondo le seguenti indicazioni: · gruppi di visitatori autonomi, massimo 5 persone · gruppi accompagnati da guide turistiche, massimo 10 persone (max 25 persone se il gruppo è dotato di auricolari/whisper usa e getta).
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Apertura scuole
Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 aprile 2021
Si è tenuto il secondo incontro per la definizione dei nuovi protocolli di sicurezza per gli Esami di Stato e per la ripresa del nuovo anno scolastico. L’incontro è stato espressamente richiesto dall’ANIEF per gli effetti che le varianti del virus SARS COV-2 stanno avendo sull’organizzazione della vita scolastica e che hanno reso meno efficaci gli effetti dei precedenti protocolli. Il dott. Miozzo presidente del Comitato tecnico scientifico ha ribadito l’importanza della sperimentazione della regione Lazio per gli esami di Stato, che molto probabilmente saranno influenzati per i numeri bassi degli attori in presenza rispetto all’emergenza epidemiologica. Il dott. Greco ha illustrato le macro aree di spesa rispetto ai 306 milioni assegnati alle scuole, al netto dei nuovi 330 milioni di euro che riceveranno gli istituti con l’ultimo DL 41/2021. Di questi, 128 milioni sono stati spesi per acquisto dispositivo per igiene, consumo e protezione per emergenza, 81 milioni per strumenti necessari per la didattica a distanza, favorire inclusione, 54 milioni per l’adattamento di spazi interni ed esterni, sanificazione, manutenzione palestre, laboratori, 21 milioni per servizi professionali, assistenza didattica digitale integrata. Altri 460 milioni sono stati spese per lavori di edilizia leggera. La delegazione ANIEF, composta da Gianmauro Nonnis e Daniela Di Piazza, pur apprezzando la convocazione e la ripresa dei lavori sui temi ha messo però in luce alcuni aspetti, in particolare sulla riapertura degli istituti il 26 corrente mese, su cui l’ANIEF è completamente in disaccordo, mentre, visti i tempi di intervento, è possibile rinnovare il protocollo per gli esami di stato. Nonostante le criticità legate agli effetti del vaccino, infatti, molti docenti sono in attesa della seconda dose proprio nel periodo degli esami di stato. Visti gli effetti collaterali che nei casi più leggeri si limitano a spossatezza e febbre, Anief propone di rinviare la seconda dose al giorno successivo il fine lavori comunicato dal presidente di commissione; la comunicazione agli hub vaccinali, così, avverrebbe d’ufficio direttamente dalla scuola una volta noto il calendario della commissione senza ulteriori impegni a carico dei commissari interessati.Sulla ripresa in sicurezza del nuovo anno invece, Anief, ribadisce pesanti criticità perché manca un piano di revisione degli attuali organici, classi, plessi, manca ancora la conferma in pianta stabile dell’organico Covid, manca una revisione del piano vaccinale che copra tutto il personale a partire da quello dell’infanzia, manca un preciso piano di appiattimento del digital divide, manca un piano vaccinale per gli studenti minorenni che nel complesso costituiscono una fetta di popolazione di oltre 7 milioni di italiani, ovvero 7 milioni di famiglie in cui almeno un membro non è vaccinato e per ora non vaccinabile.A conclusione dell’incontro e dell’intervento di Miozzo, e dei capi dipartimento Greco e Versari, il capo di gabinetto Fiorentino ha ribadito l’intervento del ministro presso i colleghi di Governo per far ripartire la vaccinazione di tutto il personale scolastico, coordinare i trasporti, in attesa delle decisioni dello stesso Comitato tecnico scientifico.
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Apertura degli Archivi vaticani per gli anni del pontificato di Pio XII
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 aprile 2021
Studiare l’idea di “Occidente”, da una prospettiva inedita. La recente apertura degli Archivi vaticani per gli anni del pontificato di Pio XII offre agli storici l’opportunità di mettere in discussione approcci eccessivamente schematici e omologanti al concetto di “identità occidentale”. Questo è il motivo che ha portato quattro atenei – Università Cattolica del Sacro Cuore, Pontificia Università Gregoriana, Universidad de Navarra e Universidade Católica Portuguesa – ad avviare un rapporto quadriennale di collaborazione per la realizzazione del progetto di ricerca “Occidentes. Orizzonti e progetti di civiltà nella Chiesa di Pio XII”. Nell’arco di quattro anni il progetto – il cui coordinamento scientifico è affidato ai professori Paolo Valvo, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, don Roberto Regoli, della Pontificia Università Gregoriana, Pablo Pérez López, dell’Universidad de Navarra, Paulo Fernando de Oliveira Fontes, della Universidade Católica Portuguesa – si concentrerà su quattro ambiti di studio: 1) La Santa Sede e l’Occidente nell’ordine mondiale postbellico; 2) Civilizzazione, inculturazione, indigenismo. Ai confini dell’Occidente; 3) Chiesa, cattolici e democrazia: esperienze a confronto; 4) Guidare lo sviluppo. I cattolici e la modernizzazione socioeconomica.«L’idea di “Occidente” è stata oggetto, fin dall’antichità, delle più diverse interpretazioni, che hanno tentato di definirne estensione e limiti, in un crescendo di complessità soprattutto a partire dalla scoperta del Nuovo Mondo americano», osserva Paolo Valvo, docente di Storia della civiltà e della cultura europea all’Università Cattolica. «All’inizio del ’900 il ricorso sempre più frequente al concetto di “Occidente” è stato funzionale a legittimare l’ideale passaggio di testimone dall’Europa agli Stati Uniti come guida morale di quello che per comodità si può chiamare “mondo occidentale”, mentre all’indomani della Seconda guerra mondiale i processi di interconnessione economica, politica, culturale e sociale, che hanno attraversato quello stesso mondo, hanno contribuito a plasmare un’idea di Occidente come entità organica, animata dai medesimi valori di fondo, alimentando un immaginario che è andato rafforzandosi nei decenni della Guerra Fredda».In discontinuità con questa visione omologante, la Chiesa cattolica nelle sue varie articolazioni si è contraddistinta, durante il pontificato di papa Pacelli, per una significativa pluralità di approcci, in Europa come nelle Americhe, contribuendo a mantenere viva la dialettica tra idee e modelli differenti di “Occidente”. «La possibilità di accedere agli archivi vaticani per gli anni del pontificato di Pio XII offre un’occasione preziosa per studiare un periodo storico cruciale per l’evoluzione dell’idea stessa di “Occidente” e del suo rapporto con la Chiesa e il cattolicesimo», afferma don Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Gregoriana. «Gli anni del pontificato di Pio XII (1939-1958) appaiono infatti rilevanti per l’elaborazione, da parte del mondo cattolico, e in particolare della Santa Sede, di un approccio peculiare alla realtà sociopolitica internazionale, a cominciare dal contesto europeo, dove il confronto tra le diverse idee di Occidente risente particolarmente delle lacerazioni prodotte dal Secondo conflitto mondiale».
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Le richieste dei medici per la riapertura delle scuole
Posted by fidest press agency su sabato, 9 gennaio 2021
Uno screening nazionale della popolazione scolastica, una campagna vaccinale prioritaria per docenti ed educatori, un piano di lockdown intermittenti fino all’estate. Sono queste alcune delle condizioni per un ritorno in aula in sicurezza per le scuole superiori, secondo la community “IoVaccino”, il Comitato “La Scuola” e alcuni eminenti pediatri, tra i quali Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria dell’Università di Parma e consulente dell’OMS. “Come già avevamo indicato nella primavera 2020, rimane prioritaria l’azione di testing sulle persone che frequentano le scuole. Rispetto a 9 mesi fa, oggi abbiamo strumenti veloci ed economici. Attuare uno screening nazionale costante della popolazione scolastica, da ripetere ogni 10-14 giorni su tutta la popolazione scolastica asintomatica, da effettuare con test rapidi antigenici direttamente nelle scuole, è una strategia immediatamente percorribile per rendere la frequenza scolastica sufficientemente sicura per tutta la comunità; insieme al tracciamento e alla quarantena dei contatti stretti, può diventare infatti la chiave per rendere la frequenza scolastica sufficientemente sicura per tutta la comunità”, afferma il dottor Stefano Zona. Secondo l’infettivologo, che, oltre ad essere tra i promotori del Comitato La Scuola a Scuola, fa parte del comitato scientifico di IoVaccino, “il secondo passo è quello di dare priorità nella somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 a insegnanti, educatori e personale tecnico-amministrativo, nelle prime fasi della campagna vaccinale, tra i mesi di febbraio e aprile, in modo da contribuire ulteriormente a un ritorno in aula in sicurezza”.A queste proposte la professoressa Susanna Esposito aggiunge la necessità di un piano di medio-lungo termine di chiusure nazionali per periodi di 1-2 settimane ogni mese, da gennaio a giugno, come già indicato al governo in alcuni appelli inviati nei mesi di novembre e dicembre. Secondo la consulente dell’OMS, “scuola e salute devono essere alleate. Uscire dalla logica dell’emergenza, insostenibile a distanza di un anno dallo scoppio della pandemia, e pianificare misure efficaci e regolari è uno dei primi passi per contenere i contagi, pericolosamente in nuova crescita, dopo le chiusure parziali durante le festività natalizie. Siamo ancora all’interno della seconda ondata e non possiamo commettere ulteriori errori”.
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“Scuola, sperimentare apertura in un distretto”
Posted by fidest press agency su domenica, 20 dicembre 2020
Riapertura scuole “per gli adolescenti suggerisco un esperimento su un distretto scolastico: riaprirlo e vedere se le misure adottate sono sufficienti o se c’è bisogno di cambiare i trasporti o gli orari” Lo ha detto Andrea Crisanti direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24, “in due tre settimane si vede cosa succede e si può capire qual è il punto debole della catena, se le scuole sono sicure o il problema sono i trasporti, perché i questo momento ancora non lo sappiamo, inoltre – aggiunge Crisanti a Radio 24 – ci vuole un po’ di flessibilità anche da parte di insegnati e famiglie, se il problema dei trasporti non si può risolvere aumentando la capacità una soluzione potrebbe essere lo scaglionamento di entrate e di uscite, ma se tutti si irrigidiscono il problema non si risolve mai”. La situazione del Veneto “è il risultato di due fattori: le zone gialle non hanno limitazioni sufficienti per bloccare la trasmissione, inoltre sono classificate come tali in base alla capacità teorica dei posti in terapia intensiva, ma il numero di terapie intensive non dipende solo da posti letto ma anche dal personale. Il secondo punto è l’uso non appropriato dei test rapidi che, con una sensibilità bassa, non possono essere usati come misura di prevenzione per proteggere comunità vulnerabili, cosi invece di una barriera creiamo una groviera”. Lo ha detto Andrea Crisanti direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24, “il Veneto ora dovrebbe fare 2/3 settimane di zona rossa, ritornare ai test molecolari e applicare i test rapidi per lo screening di comunità”. “Regole da zona rossa per tutta Italia, se il valore è quello della salute umana e risparmiare vite dobbiamo cogliere l’opportunità del Natale per ottenere questo risultato, con le scuole chiuse e le attività produttive ridotte si tratta di un’occasione unica che non compromette l’economia, con un piccolo sacrificio si può raggiunger l’obiettivo”.
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“Una follia riaprire le scuole superiori, lo dicono i numeri”
Posted by fidest press agency su lunedì, 30 novembre 2020
“Il problema non è negli istituti scolastici, ma in ciò che vi ruota attorno. Nodi, come il sovraffollamento dei mezzi di trasporto pubblico o gli assembramenti davanti scuola con la sigaretta in bocca, non si possono sciogliere in poche settimane. Ecco perché la richiesta che viene da qualche ambiente ministeriale di riattivare in presenza alcune scuole, rimettendo in circolazione non meno di quattro milioni di persone, non tiene conto di una realtà sanitariamente problematica, supportata dai numeri”.È quanto dichiara l’Unsic, sindacato datoriale con tremila uffici in tutta Italia tra Caf, Patronati e Caa, che monitora la situazione scolastica da inizio settembre, prevedendo – nero su bianco – le criticità a cui la scuola in presenza sarebbe andata incontro: rilevante contributo ai contagi (almeno il 16 per cento del totale), discontinuità didattica a causa delle continue quarantene e delle sanificazioni, costante preoccupazione principalmente per docenti, personale scolastico e genitori.Ad attestare tali criticità ci sono diversi dati, tra cui quelli dei Bollettini di sorveglianza settimanali dell’Istituto superiore di sanità. Quindi una delle fonti più autorevoli.Cosa dicono? Che i contagi in autunno sono esplosi proprio tra la popolazione scolastica e non in quella delle attività commerciali. Nella fascia di età tra zero e 19 anni, i contagiati erano solo 9.544 al 25 agosto (il lockdown di primavera ha chiuso subito i ragazzi in casa), diventati ben 102.419 al 7 novembre, con una crescita tra due e cinque volte in più rispetto alle altre fasce di età. Non solo: proprio tra i giovani si registra la maggior parte degli incolpevoli asintomatici, che portano poi il contagio “silente” nelle famiglie.C’è una controprova dell’incidenza. Con la chiusura delle scuole in presenza e il passaggio alla didattica a distanza (Dpcm del 6 novembre), il numero dei contagiati, in questa fascia, è arrivato a 149.219 unità al 15 novembre, ma con un netto rallentamento (un punto in meno in percentuale). “La fascia scolastica che era ampiamente in testa alla classifica è scesa al quinto posto: davanti aveva i contagi fra trentenni, quarantenni, cinquantenni e sessantenni. Fin lì i contagi fra i ragazzi fino a 19 anni erano cresciuti di dieci volte, dalla chiusura in poi sono saliti invece solo del 45,69 per cento, una percentuale venti volte inferiore a prima – scrive Franco Bechis, direttore del Tempo, nel suo editoriale del 25 novembre. L’orientamento di parte del governo è la riapertura per il 9 dicembre, dopo “il ponte” dell’Immacolata. Tra l’altro giorno dello sciopero generale del pubblico impiego, personale della scuola compreso. “Ma ciò equivale ad un azzardo – insistono dall’Unsic. “Tanto più che in termini di organizzazione e di prevenzione non cambierebbe alcunché, salvo l’arrivo di qualche banchetto a rotelle ritardatario. E le riaperture si sommerebbero ai prevedibili rischi legati a Natale, Capodanno e vacanze sulla neve, italiana o straniera che sia, nonché all’arrivo dell’influenza stagionale. Vogliamo davvero ‘apparecchiarci’ l’ennesima strage per la stagione invernale?”
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Ci siamo: il 14 settembre risuonerà la campanella in buona parte delle scuole italiane
Posted by fidest press agency su sabato, 5 settembre 2020
Sarà un periodo impegnativo per dirigenti, docenti e personale amministrativo, ma organizzando con precisione tutte le azioni necessarie sarà possibile affrontare il rientro con efficienza.Il Ministero dell’Istruzione ha riunito nella sezione “Rientriamo a scuola” del sito ufficiale tutte le normative, le risposte a domande frequenti e le indicazioni sanitarie.Anche noi di ALTIS Università Cattolica vogliamo starti accanto in questo momento. Scarica subito un approfondimento aggiornato e altri materiali utili per la tua scuola.Le scuole paritarie, grazie all’Autonomia, stanno già studiando la ripartenza alla grande, con una maggiore consapevolezza sull’importanza della loro esistenza per la Nazione, affinchè riparta tutta la scuola pubblica.
La scuola statale guarda alla scuola paritaria come ad una interlocutrice essenziale a che gli 8 Mln di studenti possano ritornare in classe.Sappiamo bene che di fronte ai momenti di crisi l’importante è non fermarsi. Siamo lieti che molti di Voi – lungo questi giorni – ci hanno manifestato l’interesse di poter partecipare alla sesta edizione del corso “Management scolastico e direzione scuole paritarie”.Le scuole paritarie restano quindi in campo, ma per affrontare e superare con successo la ripartenza occorre un approccio responsabile, pratico e collaborativo.Per andare incontro alle scuole che non si arrendono e sentono la necessità di investire per affrontare con competenza le sfide del momento, il costo di partecipazione è stato ridotto a 1.000 euro + IVA ed è prevista la partecipazione a distanza, in un’aula virtuale.Direzione scientifica a cura del Prof. Marco Grumo, docente di Università Cattolica e di Suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche.
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Il ritornello “aperture in sicurezza” non cancella le preoccupazioni di genitori e docenti anche in Molise
Posted by fidest press agency su lunedì, 31 agosto 2020
In tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, Molise compreso, crescono i timori legati alla riapertura delle scuole in presenza. E’ quanto rivela l’Unsic, sindacato datoriale che grazie ai 2.100 Caf e ai 580 patronati distribuiti in tutta la Penisola riporta lo “stato d’animo” di buona parte del Paese reale.Ad aprire un grande dibattito sul tema è stato un editoriale del presidente dell’Unsic, Domenico Mamone, che denuncia innanzitutto un’eccessiva presenza dei giudizi di politici e dei “presunti esperti” che finiscono “per annebbiare le opinioni, ben più interessate e intrise di una visione meno rosea, delle quattro categorie che costituiscono l’ossatura del mondo della scuola: i docenti, gli studenti, i genitori e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario”.Mamone si domanda, provocatoriamente, se “saranno sufficienti i tre milioni di banchi nuovi di zecca, con rotelle o senza (alcuni, sembra, provenienti dalla Cina), o la decina di milioni di mascherine che saranno quotidianamente elargite negli edifici scolastici (chi paga?) a giustificare tanto ottimismo, spinto fino all’euforico ‘rischio zero’ o a quell’usurato ritornello dell’apertura ‘in sicurezza’, come se qualcuno possa auspicare il contrario”.Quindi la domanda centrale: “Vale davvero la pena riaprire fisicamente gli istituti scolastici, specie quelli di secondo grado, se ciò equivarrà a spingere in alto i numeri dei ricoverati o, addirittura, dei decessi quotidiani per coronavirus? Se per i bambini più piccoli – aggiunge il presidente dell’Unsic – la scuola fisica assume anche una funzione di aggregazione e di supporto alla maturazione, nonché di necessità per genitori che lavorano, ben diverso è il discorso per gli adolescenti, il cui mondo è già totalmente segnato dalle nuove tecnologie e da un’autonomia gestionale nell’apprendimento che, per quanto preoccupante, è però un dato di fatto”. Mamone si domanda, quindi, se non sarebbe stato più utile, anziché acquistare milioni di banchetti (“e che fine faranno i milioni di banchi attualmente in servizio? – chiede), indirizzare gli investimenti per colmare quel divario digitale che nel nostro Paese – vedere i dati Eurostat – rappresenta una vera e propria emergenza per le sfide professionali future globali dei nostri ragazzi.Sono giunte a centinaia le adesioni alla posizione del presidente dell’Unsic, anche da parte di alcuni di quegli 800 mila docenti (età media: 51 anni), poco più di quattromila quelli che operano in Molise, che il 14 dovrebbero tornare in aula, benché si prevedano molte defezioni.
Numerosi interlocutori dichiarano che avrebbero preferito un’apertura delle scuole ad ottobre, come avveniva un tempo, che avrebbe permesso anche il prolungamento della stagione estiva, benefico per l’economia. Altri avrebbero preferito investimenti non sui banchi o sulle mascherine, bensì sulle attrezzature informatiche e sulla formazione digitale dei docenti, che colmerebbero le lacune emerse nella didattica a distanza. Altri ancora sono certi che a scuola non sarà possibile garantire la massima sicurezza con centinaia di studenti (otto milioni e 400mila il numero complessivo, circa 37mila in Molise) comunque ammassati in un edificio, un po’ come avvenuto con le discoteche.Ad esprimere preoccupazione sono soprattutto genitori e nonni, da tempo anagraficamente entrati negli “anta”. Ma gli stessi studenti più avveduti temono di poter diventare fonte di contagio per i propri cari. Insomma, secondo buona parte dell’utenza dell’Unsic occorre prendere coscienza che rimaniamo in una fase di emergenza ed ogni richiamo al “ritorno alla normalità” appare solo un palliativo.
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Apertura scuole con riduzione dell’orario, crollo del tempo pieno e criticità alunni fragili
Posted by fidest press agency su lunedì, 31 agosto 2020
Riattivare la scuola in presenza è stato sin dall’inizio l’obiettivo che si è posto il Governo. Con due corollari: in sicurezza e garantendo il tempo scuola ordinario. Ma le cose stanno andando così? Il primo resta un principio che nessuno ha mai messo in discussione, anche se preoccupa il via libera temporaneo al mancato rispetto del distanziamento di un metro, con uso obbligatorio della mascherina (parere Comitato Tecnico Scientifico del 10 agosto). Una drammatica riduzione degli orari di lezione è invece il prezzo che pagheranno gli studenti in tutti i casi in cui non sarà stato possibile organizzare il servizio in condizioni di sicurezza, per mancanza di spazi o di personale aggiuntivo. A ciò si aggiungerà un numero prevedibilmente fuori dall’ordinario di assenze (per quarantene, sintomi influenzali simil-Covid, etc). Un prezzo che potrebbe essere pesantissimo sui livelli di apprendimento degli studenti, soprattutto di quelli più fragili e non sostenuti dalle famiglie, che si somma al gap accumulato durante il lockdown. Un danno irrecuperabile per una intera generazione.
Ci sono rimedi e soluzioni alternative? Riteniamo che di fronte a rischi come quelli evidenziati non vada lasciato nulla di intentato. L’indirizzo politico di tornare alla scuola di prima non può essere perseguito con rigidità e a tutti i costi, e senza tenere nel giusto conto l’imprevedibilità del virus, che costringerà sia a chiusure a scacchiera di classi e di scuole su tutto il territorio, sia a un numero di assenze assolutamente straordinario, anche solo per quanto risulterà difficile distinguere i primi sintomi di un banale raffreddore da quelli del Covid.
Un altro rischio per l’anno scolastico che sta per iniziare è la scuola diminuita. In assenza di certezze sull’organico, sugli spazi, sui banchi, molte scuole si stanno adattando a organizzare un tempo scuola ridotto, comprimendo l’offerta formativa come denunciato da tempo da Tuttoscuola.
Nell’ultimo quinquennio la crescita di tempo pieno è stata costante sia per numero di alunni sia per classi, toccando nel 2019-20 il 37,8% degli alunni che se ne sono avvalsi e il 36,2% di classi funzionanti con questo modello organizzativo. Ma nel nord-ovest si arriva a un alunno su due. Addirittura il 94% a Milano, il 71% a Torino. Ormai la regione dove è più diffuso è diventata il Lazio con il 54,7%, che ha superato la Lombardia (50,8%): a Roma il 72% degli alunni della primaria fanno tempo pieno. Quest’anno per assicurare nuovi spazi interni a favore delle classi sdoppiate o con capienza non conforme ai parametri di distanziamento, molti dirigenti scolastici sono costretti a utilizzare (oltre alle palestre) i locali adibiti a mensa e anche i laboratori utilizzati per il tempo pieno.
A Milano, dove nel 2019-20 gli alunni in classi a tempo pieno nella scuola primaria sono stati 122.130 (il 94% del totale), nell’ipotesi peggiore (metà classi TP declassate), vi sarebbero 61mila alunni privati del tempo scuola con conseguenti disagi per altrettante famiglie. Se classi declassate fossero un quarto, vi sarebbero oltre 30 mila alunni milanesi orfani di TP.
A Roma, dove gli alunni che si avvalgono del tempo pieno sono 124.819 (72% del totale), nella peggior ipotesi si dovrebbero accontentare del tempo normale in quasi 62.500; se fosse declassato un quarto, vi sarebbero oltre 31 mila alunni romani senza TP.
A Torino, con 63.197 alunni in tempo pieno, sarebbero costretti a utilizzare il tempo normale in 31.600 (ipotesi peggiore) oppure quasi 16 mila (declassamento di un quarto delle classi).
C’è poi la questione DaD, Didattica a distanza. Alla fine (28 agosto) il governo, forse ob torto collo, ha dovuto rassegnarsi a riconoscere che “l’attivazione della didattica a distanza nel corso dell’anno scolastico 2019-2020 è stata una delle modalità di realizzazione del distanziamento sociale, rivelatosi intervento di sanità pubblica cardine per il contenimento della diffusione dell’infezione dal SARS-CoV-2” e che “a fronte di ciò è opportuno, nel rispetto dell’autonomia scolastica, che ciascuna scuola ne definisca le modalità di realizzazione, per classi e per plesso, qualora si dovessero verificare cluster che ne imponga la riattivazione”. La rilegittimazione della DaD (o DDI, Didattica Digitale Integrata) è giunta all’ultimo momento, alla vigilia della riapertura delle scuole, probabilmente perché sia il governo centrale, sia le amministrazioni regionali, percepiscono il rischio che la risalita della curva epidemica possa indurre molte famiglie e molti insegnanti a non rispettare le scadenze previste per l’avvio della didattica in presenza.Così la DaD è stata ripescata all’ultimo, ancora una volta come soluzione di emergenza “qualora si dovessero verificare cluster”. Continuiamo a pensare che sarebbe stato meglio mettere le scuole in condizione di organizzare la DaD e le altre soluzioni non in presenza o miste (classi virtuali, lezioni con webcam con possibilità di seguirle in diretta e in registrata, flipped classroom, alternanza presenza/distanza ecc.) già nel mese di aprile 2020, come da noi ipotizzato e proposto. A nostro avviso poi la disponibilità dei docenti verso la didattica mista è stata colpevolmente trascurata. Il mainstream politico-giornalistico-sindacale ha puntato sulla didattica in presenza come unica e intangibile forma di didattica, un grave errore per due ragioni: in primo luogo perché la didattica mista è considerata in tutto il mondo la didattica del futuro, e poi perché ce ne sarà quasi certamente un gran bisogno anche in Italia nei prossimi mesi, visto l’andamento del virus. Bisognava (bisogna) investire massicciamente sulla formazione di tutti i docenti all’uso della didattica mista e sulle infrastrutture per la connessione veloce e su dispositivi per i non abbienti, facendoli rientrare nelle misure per il diritto allo studio. E poi ancora si dovrebbe dare la possibilità di scegliere tra didattica a distanza e in presenza per alunni e insegnanti fragili.
Ma un’altra polemica scolastica è stata protagonista dell’estate 2020, quella sui banchi monoposto. O meglio, sulle sedie con le rotelle. E la polemica non sembra essersi chiusa con l’arrivo di settembre. Un gruppo di autorevoli medici ortopedici ed ergonomisti ha infatti sottoscritto un documento (primo firmatario il prof. Raoul Saggini, Presidente della Società Italiana di Medicina Riabilitativa-Rigenerativa Interventistica Multidisciplinare) nel quale vengono mosse dure critiche agli arredi (banchi e sedute) che stanno arrivando nelle scuole per la loro “inadeguatezza rispetto alla parametrizzazione anatomico-fisiologica per la struttura corporea degli studenti”. Bisognerà verificare le caratteristiche degli arredi che arrivano alle scuole, che potrebbero essere anche molto diverse, essendo diverse le aziende fornitrici e rilevante il campo di interpretazione delle indicazioni contenute nell’allegato tecnico al Bando. Tuttoscuola ha approfondito criticità e proposte relative al nuovo anno scolastico nel nuovo numero della newsletter settimanale TuttocuolaNEWS. E’ possibile leggerle integralmente su tuttoscuola.com.
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Scuola: Per riaprire le scuole a settembre bisogna legiferare in maniera chiara
Posted by fidest press agency su domenica, 30 agosto 2020
Anief ha firmato due protocolli sulla sicurezza, per gli Esami di Stato e l’inizio delle lezioni a settembre. E oggi è pronta a firmare anche quello per le scuole dell’infanzia e asilo nido, dopo che diverse indicazioni da noi elaborate sono state recepite. Abbiamo ottenuto poi l’impegno a rivedere gli organici, dopo anni di tagli. Il sindacato collabora in questo momento particolare e difficile per il Paese con il Governo, ma non può abbandonare la tutela della salute dei lavoratori e delle loro responsabilità rispetto a norme poco chiare e alle attuali condizioni delle istituzioni scolastiche, nelle quali l’organico rimane insufficiente, le classi sono rimaste pollaio e il precariato continua ad aumentare pur garantendo il servizio, nonostante le 100 mila assunzioni autorizzate. Su questi temi aspettiamo il confronto con la ministra Lucia Azzolina già dai prossimi giorni, senza bisogna di attaccare a priori il suo operato, dopo che oggettivamente la scuola si sta riappropriando di quei fondi che le sono stati tolti da anni perché l’istruzione era stata considerata una spesa. Sul precariato, il problema non sono le domande pervenute per partecipare ai concorsi straordinari, peraltro, riservati alla scuola secondaria, ma l’abuso sistematico e reiterato dei contratti a termini contro le norme comunitarie e le stesse norme italiane nel lavoro privato. Chi insegna per tre anni in una scuola non deve fare domanda e superare un concorso per essere riconosciuto insegnante di ruolo in un’altra regione a mille chilometri di distanza per rimanere almeno cinque anni lontano dalla propria famiglia. Su questo continueremo la nostra battaglia valoriale che ha segnato l’Anief dalla sua fondazione.
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Scuola: Rojc (Pd), ci sono criticità ma sbarramento destra non aiuta
Posted by fidest press agency su venerdì, 28 agosto 2020
“Ci sono ancora criticità sulla strada dell’avvio del nuovo anno scolastico, ma il fuoco di sbarramento della destra non aiuterà a ripartire e lo sanno bene”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd), in vista della riapertura delle scuole.
“La situazione è oggettivamente complessa – osserva la senatrice – a maggior ragione in presenza di un preoccupante aumento di persone contagiate. Un rapporto ancora più stretto con le Regioni può aiutare e lo auspichiamo, proprio perché di una cosa noi democratici siamo fermamente convinti: la scuola deve riaprire tutta il 14 settembre prossimo. Non possiamo minimamente pensare a ritardi o deroghe”.“Al ministro Azzolina – continua Rojc – al Cts e all’intero Governo chiediamo uno sforzo straordinario ed eccezionale per garantire la riapertura certa di tutte le classi in assoluta e totale sicurezza per i nostri ragazzi. Il protocollo sulla sicurezza nelle scuole per l’infanzia siglato ieri è un risultato concreto e importante cui tutti hanno portato il loro contributo, che servirà ancora – conclude – per garantire la riapertura di tutte le altre scuole di ogni ordine e grado”.
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