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Posts Tagged ‘appello’

Appello di Confindustria Cultura Italia per la riapertura del tavolo negoziale tra Meta e Siae

Posted by fidest press agency su domenica, 19 marzo 2023

“La preoccupazione per l’impatto che il mancato accordo tra Meta e Siae, e la conseguente rimozione o silenziamento dei contenuti musicali su Facebook e Instagram, è molto forte e i danni potrebbero essere ingenti per l’intera filiera musicale” ha dichiarato il presidente di Confindustria Cultura Italia, Innocenzo Cipolletta. “Il dovere di un editore globale – prosegue Cipolletta – come Meta, così come il dovere di una società di gestione collettiva dei diritti come è SIAE, è quello di agire sempre per facilitare l’accesso ai contenuti culturali e creativi e di assicurare il rispetto di tutta la comunità creativa e in quest’ottica la recente Direttiva copyright ha stabilito regole molto precise per le licenze di musica online che vanno seguite e rispettate”. “Il nostro auspicio pertanto – conclude Cipolletta – è non solo che Siae e Meta trovino presto un accordo ma che lo stesso sia garantito per tutta la filiera dell’industria musicale, tra cui anche i produttori discografici indipendenti che già un anno fa dichiaravamo a mezzo stampa che Meta utilizza i contenuti senza autorizzazione, nell’interesse del crescente mercato musicale in Italia e degli aventi diritto e delle stesse piattaforme. I contenuti culturali e creativi infatti rappresentano la ricchezza economica e sociale di un Paese, ma anche la ricchezza di tutte le piattaforme digitali”.

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L’appello dell’Ucraina agricola dalla IX Conferenza Economica di Cia

Posted by fidest press agency su domenica, 12 febbraio 2023

“Vorrei esprimere il mio rispetto e la mia gratitudine per l’ampio sostegno dimostrato dai Paesi dell’Unione europea all’Ucraina e ai suoi cittadini” sin dall’inizio della guerra. E’ con queste parole che Mariia Didukh, direttore del Forum Agrario Nazionale Ucraino, ha salutato in diretta la platea della IX Conferenza Economica di Cia-Agricoltori Italiani. Un’ospite speciale a cui l’organizzazione ha voluto dedicare una parte della sua seconda giornata di lavori a Roma, proprio in contemporanea con l’intervento del premier Volodymr Zelensky al Parlamento Ue, esprimendo tutta la sua solidarietà. “L’Ucraina sta attraversando i momenti più difficili della sua storia di indipendenza -ha detto nel suo intervento Didukh- e l’industria agroalimentare lavora in condizioni difficili. Prima della guerra, il settore agricolo rappresentava il 20% del PIL del Paese e nel 2022 è diventato la base delle esportazioni ucraine (53% di tutte le esportazioni), garante delle entrate in valuta estera e strumento di sostegno dell’economia ucraina”. Il direttore del Forum Agrario Nazionale Ucraino ha, quindi, ricordato che “limitare le esportazioni bloccando i porti e interrompendo le catene di approvvigionamento alimentare ucraine fa parte della guerra ibrida della Russia. Tuttavia, grazie al sostegno dei leader e delle organizzazioni mondiali, le forniture alimentari dall’Ucraina sono state ripristinate” grazie soprattutto alle “corsie di solidarietà tra l’Ucraina e l’Ue e la concessione di preferenze commerciali temporanee per i prodotti ucraini”. In questo modo “il volume dei prodotti agroalimentari consegnati all’Ue è triplicato e la quota europea nelle consegne esterne di prodotti agricoli nel 2022, ha raggiunto quella record del 55%”. Tuttavia, ha evidenziato Mariia Didukh, “per l’intero 2022, l’esportazione di prodotti agricoli è diminuita di 4,3 miliardi di dollari USA, pari al 15,5%”. Inoltre, “il volume della produzione agroalimentare è diminuito del 30%. La produzione di cereali è diminuita del 40%, quella di piante oleaginose del 22%, la produzione di uova del 20%, quella di latte e carne del 12%”. Quanto al 2023, ha aggiunto, “il volume della produzione di cereali in Ucraina nel 2023 sarà di circa 34-35 milioni di tonnellate, pari al 37%, ovvero il 37% in meno rispetto ai risultati del 2022 e il 60% in meno rispetto agli indicatori del 2021. Inoltre, le tendenze negative di riduzione della produzione persisteranno in altri settori agricoli”. “Durante il periodo di guerra -ha sottolineato il direttore del Forum- gli agricoltori ucraini non mirano a competere con i produttori europei. Oltre alle perdite dovute alle operazioni militari (ad esempio, i continui bombardamenti, le perdite di raccolto e lo sfruttamento minerario di milioni di ettari di campi), in Ucraina c’è anche una crisi energetica: i generatori di benzina e di gasolio vengono usati per essiccare il grano, conservare i prodotti nelle celle frigorifere e far funzionare incubatrici e allevamenti. Gli agricoltori ucraini devono esportare i loro prodotti attraverso i porti europei, le cui consegne vengono effettuate con i camion, aumentando i costi e rendendo la produzione agricola meno redditizia per i produttori ucraini”. Per tutto questo, “chiediamo gentilmente” a Cia come a tutta l’Europa agricola “di considerare la possibilità di sostenere l’estensione delle condizioni commerciali preferenziali tra Ucraina e Ue almeno fino alla fine del 2024 -ha concluso Didukh rivolgendo il suo appello accorato alla platea della Conferenza Economica- per evitare l’aggravarsi della crisi del settore agricolo nazionale e il deterioramento della sicurezza alimentare globale”.

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Appello a Papa Francesco

Posted by fidest press agency su domenica, 8 gennaio 2023

In questi giorni ci siamo commossi sulla bontà e il carisma di questo Papa. Ma a ben considerare si tratta di un discorso che va avanti da secoli nel quale la Chiesa ha sempre voluto dimostrare la sua vicinanza alla povera gente per consolarla, per affidarla alla felicità che non è di questo mondo. Ciò che oggi chiediamo alla Chiesa di Roma e a tutte le professioni di Fede è di essere conseguenti ai loro insegnamenti. Quando si afferma che esiste un altro diritto che è quella di vivere perché le religioni tentenna-no limitandosi a pregare sui cadaveri di milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame e per mancanza di medicine e non escono dalle loro ridotte per ribellarsi alla logica imperante di chi considera aberrante l’equa ripartizione delle risorse, vivendo del superfluo, mentre manca il necessario a miliardi di esseri umani? Se incontrassi il papa gli direi: Santo padre oggi non è più il tempo della sola preghiera. Occorre essere conseguenti poiché diventa sempre più stridente quel diritto a metà che dona la vita per riprendersela imponendo la miseria e l’abbandono a miliardi di suoi figli. Oggi la sofferenza non è il frutto del sacrificio individuale ma la conseguenza degli egoismi di una minoranza di satrapi che fa delle proprie ricchezze il risultato di uno sfruttamento indecoroso dei propri fratelli sino a condurli alla morte. (Riccardo Alfonso)

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Povertà nel mondo: Appello a Papa Francesco

Posted by fidest press agency su sabato, 6 agosto 2022

In questi giorni ci siamo commossi sino alle lacrime sulla bontà e il carisma di questo Papa che pur di non mancare al suo appuntamento con i fedeli si è mosso in carrozzina. Lo ha fatto per restare coerente ad un discorso che va avanti da secoli nel quale la Chiesa ha sempre voluto dimostrare la sua vicinanza alla povera gente per consolarla, per affidarla alla felicità che non è di questo mondo. Ciò che oggi chiediamo alla Chiesa di Roma e a tutte le professioni di Fede è di essere conseguenti ai loro insegnamenti. Quando si afferma che esiste un altro diritto oltre la vita che è quello di poter vivere affrancandosi dalla povertà e dall’emarginazione perché le religioni tentennano limitandosi a pregare sui cadaveri di milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame e per mancanza di medicine e non escono dalle loro ridotte per ribellarsi alla logica imperante di chi considera aberrante l’equa ripartizione delle risorse, vivendo del superfluo, mentre manca il necessario a miliardi di esseri umani? Se incontrassi il papa gli direi: Santo padre oggi non è più il tempo della sola preghiera. Occorre essere conseguenti poiché diventa sempre più stridente quel diritto a metà che dona la vita per riprendersela, subito dopo, imponendo la miseria e l’abbandono a miliardi di suoi figli. Oggi la sofferenza non è il frutto del sacrificio individuale, per la redenzione, ma la conseguenza degli egoismi di una minoranza di satrapi che fa delle proprie ricchezze il risultato di uno sfruttamento indecoroso dei propri fratelli sino a condurli alla morte. (Riccardo Alfonso)

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Appello alla responsabilità per la giustizia che riguarda le persone

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 giugno 2022

Gli avvocati di AIAF – Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i minori, CAMMINO-Camera Nazionale Avvocati per le persone, i minorenni e le famiglie e ONDIF (Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia), rispondono volentieri all’appello alla responsabilità sulla giustizia, che riguarda le persone, i minorenni e le famiglie, sottoscritto dai Presidenti dei Tribunali per i minorenni e dai Procuratori della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni. Come avvocati siamo testimoni del disagio, della sofferenza, se non addirittura dello sconcerto delle persone anche minorenni (che rappresentiamo e difendiamo quali curatori speciali) che hanno a che fare con l’attuale nostro sistema di giustizia nelle materie relative alle relazioni interpersonali. Intendiamo renderci interpreti della sfiducia nel sistema da parte dei cittadini che debbono necessariamente richiedere l’intervento giudiziale per la tutela dei diritti nelle relazioni familiari e, in particolare, dei minorenni . Responsabilmente sottolineiamo i tempi dilatati Del suddetto intervento – inconciliabili con la tutela effettiva delle situazioni di vulnerabilità, in particolare di quelle relative ai minori di età; tempi lunghi e insostenibili causati anche dalla trattazione collegiale di molte decisioni. Responsabilmente stigmatizziamo i costi insostenibili per le parti conseguenti al proliferare di giudizi assegnati a più giudici, competenti per le stesse situazioni familiari, che, talvolta, si concludono con decisioni in contrasto l’una con l’ altra. Responsabilmente affermiamo che l’approccio multidisciplinare nella giustizia minorile deve essere preservato, ma con modalità compatibili con il giusto processo e non attraverso esperti interni al collegio, bensì ad esso esterni, rispetto ai quali le parti possano essere rappresentate da un proprio esperto. Condividiamo il necessario approccio multidisciplinare al sostegno e all’ascolto del minore ma invitiamo a evitare interpretazioni forzate della Risoluzione del Parlamento Europeo del 5 aprile 2022, che ne inferiscano la necessità di partecipazione alle decisioni giudiziarie di esperti di altre discipline interni al collegio, ritenuta inidonea dalla Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo (D.M.e N. contro Italia, 20 gennaio 2022). Sosteniamo, pertanto, in nome dell’utenza, l’assoluta necessità, che, in applicazione dei principi della normativa europea e della nostra Costituzione, entri in vigore al più presto la c.d. “Riforma Cartabia”, di cui alla I. n. 206/2021, per una giustizia a tutela effettiva delle persone di età minore e degli altri soggetti vulnerabili. (abstract) Fonte: Diana Daneluz

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Un Appello per la salvezza di Kiev

Posted by fidest press agency su sabato, 26 febbraio 2022

Kiev, una capitale di tre milioni di abitanti, in Europa, è oggi un campo di battaglia. La popolazione civile, inerme, vive in una condizione di pericolo, terrore, mentre trova riparo nei rifugi sotterranei. I più deboli, dagli anziani ai bambini, ai senza dimora, sono ancora più esposti. Ci sono già le prime vittime civili.Kiev è una città che rappresenta un grande patrimonio culturale. Non si può pensare alla cultura europea, alla storia dell’Europa senza Kiev, così come non si può pensare alla cultura russa, alla storia della Russia, senza Kiev. La città, tra tanti monumenti, ospita siti che sono patrimonio dell’umanità.Kiev è una città santuario per tanti cristiani, in primo luogo per i cristiani ortodossi del mondo intero. A Kiev ha avuto inizio la storia di fede dei popoli ucraino, bielorusso, russo. A Kiev è nato il monachesimo ucraino e russo. Il grande monastero della lavra delle grotte che sulla collina sovrasta il grande fiume Dnepr è un luogo santo di pellegrinaggio e preghiera millenario. Kiev è una città preziosa per tutto il mondo cristiano. Il destino di Kiev non lascia indifferente chi, da oriente e da occidente, guarda con passione e coinvolgimento alla città e alla sua gente. Dopo Sarajevo, dopo Aleppo, non possiamo assistere nuovamente all’assedio di una grande città. Gli abitanti di Kiev chiedono un sussulto di umanità. Il suo patrimonio culturale non può essere esposto al rischio di distruzione. La santità di Kiev per il mondo cristiano esige rispetto.Imploriamo chi può decidere di astenersi dall’uso delle armi a Kiev, di dichiarare il cessate il fuoco nella città, di proclamare Kiev “città aperta”, di non colpire i suoi abitanti con la violenza delle armi, di non violare una città a cui oggi guarda l’umanità intera. Possa accompagnare questa scelta la ripresa di un percorso negoziale per arrivare alla pace in Ucraina. Andrea Riccardi, Comunità di Sant’Egidio

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Appello Anief ai senatori per salvare i 14mila Ata Covid a un passo dal licenziamento

Posted by fidest press agency su venerdì, 24 dicembre 2021

Le segreterie delle scuole sono in affanno, soprattutto a Roma e nel Lazio in generale. Alla carenza di personale si è aggiunta la messa in malattia di un’alta percentuale di amministrativi, sia per i virus stagionali che per la quarantena imposta dal Covid19. “Per sopperire a tali lacune i collaboratori scolastici entrano negli uffici dei colleghi” e lo sostituiscono, scrive oggi Orizzonte Scuola. Nel computo degli assenti, vanno messi anche gli Ata non vaccinati, che dal 15 dicembre hanno 5 giorni di tempo per rispondere al dirigente e regolarizzare il loro stato vaccinale, pena la sospensione. Anief a questo gioco non ci sta: il giovane sindacato ha infatti deciso di presentare ricorso al Tar Lazio contro l’obbligatorietà della somministrazione del vaccino anti Covid (chi vuole aderire ha tempo fino al 31 dicembre in vista della Camera di Consiglio dell’11 gennaio) e ha nel contempo presentato una serie di emendamenti, alla Legge di Bilancio, come ad altri decreti in fase di esame parlamentare per la conversione in legge, finalizzati, tra le altre cose, a stare a scuola in sicurezza, cancellare le classi pollaio, sbloccare la mobilità e aumentare gli organici. “Sul personale scolastico – commenta Marcello Pacifico, leader dell’Anief – abbiamo chiesto di spostare tutti i posti in organico di diritto, a iniziare dal sostegno, e di permettere la conferma di tutti gli Ata Covid: confidiamo nell’intervento dei senatori che stanno esaminando proprio in queste ore le modifiche da apporre in extremis alla manovra di fine 2021, perché accordino la proroga anche degli oltre 14mila amministrativi e collaboratori scolastici finora rimasti fuori e che in caso contrario tra meno di dieci giorni saranno licenziati. Sarebbe una disfatta, perché invece di assegnare alle scuole nuove risorse umane si andrebbe a toglierne una o due per istituto. A quegli stessi istituti che già oggi – conclude Pacifico – versano in condizioni di organico fortemente sottodimensionato, a seguito del dimensionamento che in pochi anni ha triplicato le sedi annesse a ogni istituto autonomo e cancellato 50mila unità di lavoro”. Proprio per questo motivo, nei giorni scorsi Anief ha prodotto un appello pubblico ai senatori, che stanno votando gli emendamenti alla Legge di Bilancio, perché garantiscano il contratto prolungato fino a giugno per tutti i lavoratori assunti a settembre per l’emergenza Covid. Ad oggi, invece, per due terzi del personale Ata, almeno 14mila amministrativi e ausiliari, la prestazione lavorativa terminerà con il 2021. Il tutto in piena quarta ondata di Covid e con il numero più alto di contagi di tutto l’anno.

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Un appello alla lettura nelle carceri

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 agosto 2021

Ministra della Giustizia, perché il carcere ha paura dei libri? Succede ogni tanto che mi scriva qualche detenuto sottoposto al regime di tortura democratica del 41 bis, per dirmi che vorrebbe leggere qualche mio libro. Io devo rispondere che questo non è possibile, se hanno proibito di far entrare nelle celle delle sezioni del 41 bis perfino un libro dell’attuale Guardasigilli. Signora Ministra, penso che bisognerebbe “condannare” i carcerati a leggere di più. Non potrebbe fare qualcosa per cambiare o modificare la norma che consente all’amministrazione penitenziaria di vietare ai detenuti sottoposti al regime di tortura del 41 bis di ricevere libri e riviste dall’esterno? Secondo alcuni professionisti dell’antimafia questo divieto consente di prevenire contatti del detenuto con l’organizzazione criminale di provenienza. Invece, a mio parere in questo modo si fa un “favore” alla mafia, perché́ non si tiene conto che i libri potrebbero aiutare a sconfiggere l’anti-cultura mafiosa. Sì, è vero, ricevere un libro in carcere potrebbe essere pericoloso, ma tutto quello che entra nelle sezioni del 41 bis è controllato e letto, perché tutti hanno la censura e, comunque, pur correndo qualche rischio, i benefici sarebbero largamente superiori ai rischi, un po’ come il vaccino contro il coronavirus. Signora Ministra, ventisette anni di carcere duro mi hanno insegnato che prima di scrivere bisogna leggere. E dopo bisogna tentare di riflettere, con la mente e con il cuore. Subito dopo però bisogna avere il coraggio di scrivere quello che si pensa: è quello che ho deciso di fare ora scrivendoLe questa lettera aperta.Chi è favorevole al divieto di fare entrare i libri nelle sezioni del 41 bis, io credo lo sia perché a sua volta legge poco: forse perché́ non ha tempo. Io, invece, in 27 anni di carcere, ho letto moltissimo. Potrei affermare che sono sempre stato con un libro in mano. E sono certo che senza libri non ce l’avrei fatta. Mi sono fatto la convinzione che noi siamo anche quello che leggiamo e, soprattutto, quello che non leggiamo. Le confido che nei libri ho vissuto la vita che non ho potuto vivere: ho sofferto, ho pianto, ho amato, sono stato amato, sono cresciuto, sono stato felice ed infelice nello stesso tempo. E sono morto e rivissuto tante volte. Una volta, un giornalista mi ha chiesto qual era il libro che mi era piaciuto più di tutti. Mi è stato difficile rispondere, perché́ i libri sono un po’ come i figli: si amano tutti, perché́ tutti ti danno qualcosa. Alla fine ho detto che mi è piaciuto molto il libro “Il Signore degli Anelli”, perché́ molti prigionieri sono un po’ come i bambini. E per vivere meglio si immaginano di vivere in mezzo a boschi e palazzi incantati, fra meraviglie o incantesimi. Mi ha entusiasmato anche il libro”Il rosso e nero” di Stendhal, perché́ mi ha insegnato che l’amore è fatto di amore. Poi ho citato il libro “Delitto e castigo” di Fëdor Michailovic Dostoevskij, perché́ mi ha insegnato come si sconta la propria pena e che la vita è fatta di errori, se no non sarebbe vita. Infine, ho elencati i libri di Hermann Hesse, fra cui “Siddharta” e “Il Lupo della steppa”, perché mi hanno insegnato che quello che penso io spesso lo pensano anche gli altri…Signora Ministra, mi permetta di affermare che nei libri non ci sono dei nemici. Anzi, essi aiutano a frugare meglio dentro se stessi. Solo gli sciocchi hanno paura dei libri. I libri sono stati la mia luce in tutti questi anni di buio, mi hanno anche aiutato a continuare a lottare e a stare al mondo perché́, come scrive Elvio Fassone (ex magistrato e componente del Consiglio della Magistratura, oltre che Senatore della Repubblica), nel suo libro “Fine pena ora”: Certe volte una pagina, una frase, una parola smuove delle pietre pesanti sul nostro scantinato.Signora Ministra, fin dall’inizio della mia lunga carcerazione ho sempre letto, all’inizio con la testa e alla fine con il cuore. L’ho fatto prima per rimanere umano, dopo per sopravvivere, alla fine per vivere. Mi creda, non è stato facile leggere in carcere, perché spesso per ritorsione mi impedivano di avere libri e persino una penna per scrivere. E in certi casi mi lasciavano il libro, ma mi levavano la copertina. Penso che si dovrebbe fare una buona legge per “condannare” i detenuti sottoposti al regime democratico di tortura del 41 bis a ricevere e a tenere più̀ libri in cella e, forse, anche una norma per obbligare chi si occupa di giustizia e carcere a leggere di più, perché i libri rendono migliori le menti e i cuori delle persone, buone o cattivi che siano. By Carmelo Musumeci

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L’appello di papa Francesco per regolamentare la finanza

Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 Maggio 2021

Di Mario Lettieri e Paolo Raimondi. Che di fronte al dilagare incontrollato della finanza speculativa sia necessario “rivolgersi alla preghiera”, è uno schiaffo morale ai governi e alle istituzioni economiche internazionali preposte al controllo e alla regolamentazione dell’economia, della moneta e dei settori finanziari. E’, però, l’ammissione della loro incapacità d’intervento e della sottomissione al “mercato senza leggi” e al laissez faire più spregiudicato. Dinanzi all’intollerabilità della situazione, papa Francesco si è sentito in dovere di richiamare i credenti e i laici con un video dedicato alla preghiera per una “finanza giusta, inclusiva e sostenibile”. Egli afferma che “mentre l’economia reale, quella che crea lavoro, è in crisi – quanta gente è senza lavoro! – i mercati finanziari non sono mai stati così ipertrofici come sono ora. Quanto è lontano il mondo della grande finanza dalla vita della maggior parte delle persone! La finanza, se non viene regolamentata, diventa pura speculazione animata da politiche monetarie. Questa situazione è insostenibile. È pericolosa. Per evitare che i poveri tornino a pagarne le conseguenze, bisogna regolamentare in modo rigido la speculazione finanziaria.”. Ricorda che la finanza deve essere uno strumento per servire le persone e per prendersi cura della casa comune e fa un appello “perché i responsabili della finanza collaborino con i governi, per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini in pericolo.” In pratica riprende il discorso avviato nel 2015 con l’enciclica Laudato sì” in cui si afferma che “la finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale”. Secondo Francesco non è una questione di teorie economiche ma della loro applicazione fattuale nell’economia. Il mercato da solo non può garantire lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale, né la protezione dell’ambiente e dei diritti delle generazioni future. Nell’enciclica citata si sostiene: “La politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia… Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”. Secondo noi la crisi finanziaria del 2007-2008 ne è la prova: sarebbe stata l’occasione per sviluppare una nuova economia, non solo più attenta ai principi etici, ma, soprattutto, per regolamentare l’attività finanziaria speculativa e la ricchezza virtuale. Purtroppo non è stato così. Certo, sono concetti che papa Francesco ripete ormai costantemente. Lo ha fatto anche recentemente nell’enciclica “Fratelli tutti” e con molto coraggio anche nella lettera inviata al meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, svoltosi lo scorso aprile. Egli afferma che “è ora di riconoscere che i mercati — specialmente quelli finanziari — non si governano da soli. I mercati devono essere sorretti da leggi e regolamentazioni che assicurino che operano per il bene comune, garantendo che la finanza – invece di essere meramente speculativa o finanziare solo sé stessa – operi per gli obiettivi sociali tanto necessari nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria globale”. Ci preme sottolineare che la preghiera del papa ha avuto anche qualche orecchio attento. La Federcasse, la Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo, una rete di 250 banche cooperative di comunità con un milione e 350 mila soci, l’ha fatta sua. Del resto essa fa della vicinanza al territorio, alle famiglie e ai piccoli imprenditori e artigiani la sua mission. In merito, il direttore generale Sergio Galli ha ribadito che “occorre elaborare nuove forme di economia e finanza realmente orientate al bene comune e rispettose della dignità umana”. Naturalmente le tematiche affrontate da papa Francesco sono tali che oggettivamente impongono ai governi decisioni rapide e stringenti. In questi giorni da più parti si sollecita il superamento dei brevetti sui vaccini. Tema che va affrontato. Si consideri che, mentre nei paesi industrializzati una persona su 4 ha già ricevuto almeno una dose di vaccino, nei paesi poveri, invece, l’ha avuta una su 500. Il caso più odioso è sicuramente quello dell’India, dove si produce il 70% dei vaccini mondiali, ma non per i propri cittadini, bensì per l’export. Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista

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Appello Caritas per la situazione in Bosnia e Erzegovina e lungo la rotta balcanica

Posted by fidest press agency su lunedì, 18 gennaio 2021

Si aggrava sempre di più, anche per il peggioramento delle condizioni meteorologiche, l’emergenza umanitaria per i migranti bloccati in una situazione disumana al campo di Lipa, nel nord-ovest della Bosnia e Erzegovina. Abbondanti nevicate e temperature che scendono fino a -10°C mettono a rischio la vita di circa 900 persone che vivono nel campo in condizioni molto carenti. Ad oggi infatti sono state montate, da parte dell’esercito bosniaco, solamente una dozzina di tende non ancora riscaldate che danno riparo notturno a circa metà di queste persone, mentre l’altra metà continua a dormire in rifugi improvvisati. Le condizioni igieniche sono disastrose, dal momento che mancano completamente i servizi igienici, l’acqua potabile e un sistema fognario. Non ci sono nemmeno i collegamenti elettrici, le strade di accesso al campo sono ghiacciate e difficilmente percorribili, e l’altopiano di Lipa è di fatto isolato.Mons. Komarica, Vescovo di Banja Luka ha lanciato un accorato appello, chiedendo a tutti i rappresentanti politici che possono prendere decisioni di “lavorare insieme, con l’aiuto materiale della comunità internazionale, per risolvere questa catastrofe umanitaria in modo positivo ed efficace, il prima possibile”. Mentre l’esercito monta le prime tende e gli aiuti umanitari stanno arrivando, gli operatori di Caritas Italiana raccolgono le voci di quanti sull’orlo della morte soffrono per l’indifferenza prolungata della comunità internazionale. “Fa troppo freddo, sto impazzendo, non sono sicuro di farcela a sopravvivere” è il disperato grido di aiuto di Ali, uno degli ospiti del campo proveniente dal Pakistan.Caritas Italiana, in collaborazione con altre realtà non profit presenti sul posto, è impegnata nella distribuzione di cibo e di abbigliamento invernale (scarpe, giacche a vento, sciarpe, cappelli) e soprattutto di legna da ardere, per consentire ai migranti di scaldarsi. Questi aiuti sono resi possibili grazie alla solidarietà mostrata da molte persone ed organizzazioni che in questi giorni stanno contribuendo alla raccolta fondi necessaria proprio per l’acquisto di beni essenziali per la sopravvivenza di queste persone.Rimane difficile comprendere la decisione del governo della Bosnia e Erzegovina di trasformare Lipa in un campo permanente, pur sapendo che serviranno molte settimane per raggiungere degli standard minimi di sicurezza, e il rifiuto di ricollocare i migranti in strutture più pronte e più adatte all’inverno a seguito anche delle forti proteste delle comunità locali interessate. Anche l’Unione Europea chiede che a Lipa vengano rispettati i diritti umani ed ha stanziato nuovi fondi, oltre quelli già messi a disposizione, per poter migliorare le condizioni del campo, ma senza un esito concreto immediato.Caritas Italiana lancia di nuovo con forza un allarme per la estrema drammaticità della situazione a Lipa, come anche in molte altre località della rotta balcanica. “Non si può più aspettare – sottolinea don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – è assolutamente urgente fare ogni sforzo per garantire un’accoglienza dignitosa e sicura, rafforzare l’assistenza umanitaria a Lipa e in tutti gli altri campi profughi della Bosnia e Erzegovina”.
È necessario far cessare le prassi di respingimenti violenti sulla frontiera bosniaco-croata e ridiscutere le procedure e le politiche migratorie del paese e della regione, per sviluppare un sistema che tuteli maggiormente la vita e i diritti delle persone in transito o dei richiedenti asilo, procedure più snelle e sicure per il transito verso l’Unione Europea dei migranti, soprattutto di quelli in condizioni più vulnerabili, anche grazie a nuovi corridoi umanitari. Le persone in transito lungo la Rotta Balcanica sono infatti spesso in fuga da scenari di guerra e persecuzione, ed hanno pieno diritto alla protezione internazionale lungo il proprio percorso migratorio.

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Covid-19: “Salvare ospedali e scuole con lockdown a Natale e chiusure ad intermittenza fino all’estate”. L’appello dei medici

Posted by fidest press agency su lunedì, 21 dicembre 2020

Per ridurre i contagi ed evitare ulteriori ondate occorre imporre misure restrittive sull’intero territorio nazionale durante tutto il periodo delle festività natalizie e lockdown intermittenti fino all’estate. Lo chiedono alcuni tra i più importanti medici italiani, tra i quali Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria dell’Università di Parma e consulente dell’OMS, Antonella Viola, Immunologa e Direttore dell’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova, e Stefano Zona, specialista in Malattie Infettive dell’AUSL di Modena. Gli autori, prendono la parola per chiedere misure chiare e restrittive nel periodo natalizio per garantire una riduzione del numero di contagi e la riapertura delle scuole a gennaio.I ricercatori, promotori tra gli altri di un appello inviato lo scorso 2 novembre al Governo e ai membri del Comitato Tecnico Scientifico in cui proponevano lockdown intermittenti fino a primavera, affermano la loro preoccupazione di fronte alle incertezze dell’esecutivo nella gestione della pandemia: “Il numero dei contagi e dei decessi giornalieri è ancora drammaticamente elevato e in alcuni Regioni, come nel caso del Veneto, fortemente in crescita. Non possiamo attendere gli effetti della campagna di vaccinazione di massa, dobbiamo agire ora nell’arrestare il contagio. I messaggi contraddittori del governo avranno conseguenze drammatiche. Dobbiamo arrivare a un lockdown nazionale nel periodo natalizio, come scelto da vari paesi europei, per poter alleggerire la pressione sugli ospedali e garantire la riapertura delle scuole in gennaio”, afferma il dott. Zona, tra i promotori dell’associazione IoVaccino. Un lockdown nazionale nel periodo delle festività è una scelta condivisa anche da Susanna Esposito, che rilancia la necessità di un piano a medio-lungo termine di lockdown intermittenti tra gennaio e giugno: “Dobbiamo avere una strategia di riduzione dei contagi e chiusure pulsate fino all’estate, che ci consenta di frenare questa seconda ondata, scongiurarne una terza, e tutelare salute e istruzione, non più ulteriormente sacrificabili”.La riapertura delle scuole “deve essere la priorità la priorità del governo, insieme alla riduzione dei contagi”, continua Antonella Viola. Conclude l’immunologa: “I livelli di diffusione attuale del virus rendono difficilmente sostenibile una riapertura a gennaio. La chiusura delle scuole ha effetti drammatici sulla salute fisica e psichica di milioni di bambini e ragazzi. Ecco perché bisogna agire immediatamente con un lockdown natalizio e misure coerenti fino all’estate”, conclude Viola.

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“Ho sottoscritto l’appello Vaccino Bene Comune”

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 novembre 2020

E’ stato promosso e sostenuto da moltissimi rappresentanti del mondo della sanità, della politica, della comunità scientifica, dell’economia, delle organizzazioni sociali, dell’attivismo e della cultura.Nell’accesso alle cure e al vaccino pesano non solo, come se non bastassero già, le disuguaglianze tra le persone ma anche tra gli Stati.Come dice l’appello “I paesi più ricchi si sono già accaparrati più di due miliardi di dosi dei potenziali vaccini”. I governi europei hanno finanziato la ricerca per il vaccino con imponenti contributi pubblici. Ora però occorre porre le condizioni all’industria farmaceutica “quanto a prezzi, strategie di accesso e trasparenza degli studi clinici.” È necessaria dunque una misura di politica internazionale che garantisca l’accesso e l’esercizio universale del vaccino e delle cure per il CoVid. Da noi e nel resto del mondo.Il diritto alla salute e alla vita è un diritto fondamentale e universale della persona. Una delle basi della civiltà umanistica moderna.La politica deve impegnarsi ogni giorno per garantire la dignità e la tutela della salute delle persone partendo proprio da quelle che si trovano nelle condizioni più svantaggiate”.Così in una nota Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti al Consiglio Regionale del Lazio.

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Scuola: Sottoscritto l’appello delle paritarie

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 novembre 2020

“Affronteremo l’argomento scuola nella legge di Bilancio tenendo ben presente l’appello lanciato dall’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi) e la Conferenza italiana superiori maggiori (Cism) per una reale interazione scuola pubblica e scuola privata. Due autorevoli organismi, forti del sostegno di ben 70 associazioni familiari, proseguono la loro battaglia per il pieno riconoscimento delle scuole paritarie e private. A venti anni dalla legge, mancano risorse e impegni da parte dello Stato che viceversa potrebbero essere indispensabili, proprio adesso nella fase pandemica. La disattenzione da parte del governo è talmente evidente che a marzo abbiamo portato avanti una battaglia in totale solitudine per indurre l’esecutivo a ristorare anche questo settore e i loro iscritti, le famiglie. Servono risorse per il pluralismo scolastico, la deducibilità della retta versata per alunno o per studente alle scuole pubbliche paritarie dei cicli primario e secondario, fondi per sostenere gli studenti disabili (13 mila) della scuola paritaria, ai quali non è garantito il diritto allo studio per la carenza dei fondi necessari a pagare gli insegnanti di sostegno”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia annunciando la sua sottoscrizione dell’appello lanciato dalla Usmi e dalla Cism.

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Appello Federcongressi&eventi: Perché chiudere?

Posted by fidest press agency su domenica, 18 ottobre 2020

Quando il Governo non sa cosa fare di fronte al Covid19 chiude le fiere e i congressi causando un danno incalcolabile al sistema economico delle principali città italiane e a migliaia di imprese. Bloccare le fiere e i congressi significa spegnere l’economia del paese perché non potranno lavorare, non solo le imprese del settore, ma gli alberghi, i ristoranti, i taxi, gli allestitori, le società di catering, le cooperative di facchinaggio i service tecnici.Si colpisce un settore in cui il distanziamento è semplice e sono stati fatti ingenti investimenti dagli operatori per le misure di sicurezza come rilevatori agli ingressi di temperatura corporea, sistemi di igienizzazione degli spazi, percorsi guidati e conta persone per non creare assembramenti.Non ci sono stati focolai di contagio nelle fiere e nei congressi appena svolti. Chiudere adesso significa non poter neppure programmare l’attività del 2021 distruggendo un intero settore che invece resta aperto in altri paesi europei con tassi di contagio ben più alti del nostro. Si lasci alle Regioni la scelta delle manifestazioni e grandi eventi da vietare tramite ordinanze. Siamo disponibili a concordare nuovi protocolli di sicurezza, ma non a nuove chiusure.

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Appello di Fondazione Italiana per il Cuore

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 ottobre 2020

Da sempre il vaccino antinfluenzale si conferma come un’opportunità per la prevenzione e gestione delle patologie cardiovascolari. Evidenze cliniche confermano l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale quale intervento di prevenzione secondaria dell’infarto miocardico che si colloca tra il 15 e il 45%, paragonabile a quella della cessazione dell’abitudine al fumo (32-43%), delle statine (19-30%) e degli antipertensivi (17-25%) Il primo messaggio, e appello, parte proprio dal vaccino antinfluenzale.Inoltre, uno studio su circa 3 milioni di americani recentemente presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia-ESC, dimostra che la vaccinazione antinfluenzale e quella antipneumococcica sono state associate a percentuali significativamente inferiori di morti intraospedaliere in pazienti con scompenso cardiaco.” Malgrado il vaccino contro l’influenza stagionale venga perciò fortemente raccomandato dalle Autorità di Sanità pubblica e da molte linee guida, i tassi di copertura nei gruppi a rischio cardiovascolare rimangono in Italia molto bassi (31%)(3), anche perché questa raccomandazione è intesa da questi pazienti utile per prevenire l’infezione influenzale e non anche per ridurre il rischio di patologie cardiache. Ma anche al di fuori dell’ambito cardiologico, malgrado il vaccino venga considerato economico, sicuro e sufficientemente efficace, le coperture sono inadeguate nella popolazione al di sopra di 65 anni (poco più del 50% si vaccina) età in cui, oltre a quelle cardiache, si riscontra maggior frequenza di patologie croniche quali quelle bronco-polmonari e il diabete.4’Per queste categorie, vaccinarsi quest’anno contro l’influenza sarà ancora più importante a causa della pandemia da SARS-CoV-2,– spiega Luigi BIASIO del Comitato Scientifico della Fondazione Giovanni Lorenzini (Milano e New York) – I motivi sono numerosi, a partire dalla riduzione dell’impatto sul sistema sanitario, alla protezione per gli individui più fragili e poi anche alla possibile riduzione della mortalità e morbilità da COVID-19 nelle persone vaccinate contro l’influenza”.

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Scuola. Lavoratori fragili, appello Anief a docenti e Ata: fate domanda per essere visitati

Posted by fidest press agency su martedì, 8 settembre 2020

“Come sindacato riteniamo che questi lavoratori”, con patologie e a rischio salute, “abbiano tutto il diritto” a verificare la loro compatibilità con l’ambiente scolastico: a dichiararlo, in un’intervista radiofonica di oggi, è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Come prevede la stessa Circolare del ministro della Salute” devono muoversi ora per verificare se i loro “problemi possano determinare grandi rischi con il Covid”: potranno così “presentare domanda” alla loro scuola “per essere visitati dal medico competente o dal medico dell’Inail, al fine di essere temporaneamente dichiarati inidonei all’attività didattica tenuta in presenza”.Dopo i primi test sierologici realizzati in modo volontario è tempo di bilanci. A realizzarli è il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, intervistato da Italia Stampa: “Un caso su tutti da citare è quello della Regione Lombardia, dove su 200 mila docenti e amministrativi ben 100 mila si sono prenotati, in maniera naturalmente volontaria, in 50 mila lo hanno svolto e sono risultati positivi in 2.700 anche dopo i tamponi successivi: parliamo del 5 per cento. Questo significa che c’è bisogno di grande attenzione”.“Nel frattempo – continua Pacifico – è stata emanata la Circolare del ministero della Salute sul lavoro ‘fragile’: questo è molto importante, perché bisogna senz’altro intervenire con la sorveglianza sanitaria del personale scolastico”, attraverso la quale si è stabilito che “sarà il medico competente a decidere quali tipi di sorveglianza sanitaria portare avanti. Sicuramente non è colpa di questi lavoratori, in particolare di una classe docente, quella italiana, che risulta la più anziana al mondo, in particolare over 55, anche se in questa Circolare si precisa che non è l’età anagrafica a indicare il concetto di lavoro ‘fragile’”.Il sindacato si mette a disposizione di tutto il personale per presentare”, con un apposito modello, “queste domande: è molto importante tutelare la salute. Stiamo verificando, anche attraverso una check list che abbiamo distribuito alle Rsu, cosa sia importante. Di sicuro, lo è realizzare un nuovo patto educativo tra le famiglie e gli insegnanti, per fare in modo che i ragazzi rispettino la regola del distanziamento sociale, perché se lo rispettiamo tutti supereremo insieme anche questa fase di recrudescenza che a oggi” è tornata ad un numero di casi positivi in pericolosa ascesa, “quasi indietro al mese di maggio”.

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Processo d’appello per genocidio contro Ratko Mladic

Posted by fidest press agency su martedì, 1 settembre 2020

Aia. Martedì prossimo 25 agosto, inizierà all’Aia il processo di appello per Ratko Mladic. Il tribunale dell’ONU aveva condannato il comandante in capo dei serbi bosniaci all’ergastolo nel 2017 per genocidio, crimini contro l’umanità e violazioni delle leggi o degli usi di guerra. Le udienze di appello sono già state rinviate tre volte. La difesa del carnefice di Bosnia ha ovviamente tentato una tattica dilatoria affinché il settantasettenne possa non vivere abbastanza per vedere la sentenza finale. Tuttavia, il tribunale responsabile del procedimento ha smascherato la tattica e ha annunciato la sua intenzione di iniziare definitivamente le udienze il 25 agosto. Nove anni dopo l’inizio delle trattative e 25 anni dopo il genocidio di Srebrenica, i parenti delle vittime meritano finalmente giustizia. Dopo 16 anni di fuga, Mladic è stato arrestato nel marzo 2011. Nel 2018 ha presentato ricorso contro la sentenza del Tribunale dell’Aia. Già prima della prima udienza, la difesa di Mladic aveva chiesto la ricusazione di tre giudici per presunta mancanza d’imparzialità e terzietà. Una seconda udienza ha dovuto essere rinviata a causa di un intervento medico. Al terzo tentativo, le restrizioni di viaggio dovute alla pandemia hanno impedito ad alcuni giudici di partecipare. Mladic stesso se lo desidera potrà partecipare al processo in video dalla sua cella.La comunità internazionale continua a fallire nella prevenzione del genocidio e nella coerente attuazione della sua responsabilità nella protezione delle vittime. Ma anche l’azione penale dopo tali atrocità deve diventare più efficace. Perché se i colpevoli la fanno franca per anni di impunità, altri sono incoraggiati a commettere atti simili. Mladic è anche responsabile di genocidio in sei comunità bosniache vicine a Srebrenica, e deve essere condannato anche per questo. Tuttavia, poiché inizialmente è stato assolto per i crimini commessi a Kljuc, Kotor Varoš, Sanski Most, Prijedor, Vlasenica e Foca, l’accusa ha fatto ricorso anche in appello. Ci aspettiamo che il tribunale confermi il verdetto di prima istanza e riconosca la responsabilità di Mladic per i crimini commessi anche nelle altre sei comunità bosniache. Per l’Associazione per i popoli minacciati (APM) si spera che la glorificazione di questo brutale massacratore termini con questo processo e la narrazione della negazione del genocidio sia così messa a tacere per sempre.Il Meccanismo internazionale per le funzioni residue dei tribunali penali ad hoc (IRMCT) è responsabile del caso Mladic. Questo tribunale è il successore legale del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia e del Tribunale penale internazionale per il Ruanda. Sono previste due giornate, il 25 e il 26 agosto, per le udienze d’appello. Il pubblico non avrà accesso all’aula, ma il procedimento sarà trasmesso sul sito web dell’IRMCT (www.irmct.org/en/cases/mict-courtroom-broadcast) con un differimento di 30 minuti.

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Scuola: Ritorno a settembre, il Governo risponde all’appello Udir

Posted by fidest press agency su giovedì, 20 agosto 2020

“A mio avviso dovrà esserci uno sgravio di responsabilità per il personale scolastico, non può esserci responsabilità del singolo”: con queste parole, il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che è anche medico, sembra replicare positivamente all’appello pubblico lanciato poche ore prima dal sindacato Udir sull’esigenza di definire le responsabilità dei dirigenti scolastici sul ritorno in classe in presenza. Udir ribadisce, pertanto, la richiesta di rimettere mano al Testo unico sulla sicurezza sulla responsabilità dei presidi, introducendo uno “scudo” ad hoc per tutelare i capi d’istituto: stiamo parlando di datori di lavoro sempre più atipici, privati di poteri di spesa sulla prevenzione e sulle misure legate alla salute del personale scolastico e studentesco, ma direttamente responsabili, addirittura penalmente, in presenza di malattie cagionate nell’ambiente di lavoro scolastico. E siccome con il ritorno a scuola, questa situazione potrebbe venirsi a creare con un’alta frequenza, è bene agire subito a livello normativo.Secondo il presidente nazionale Udir, Marcello Pacifico, “l’occasione per farlo è quella di inserire un emendamento, come si accinge a fare Udir, all’interno del decreto legge ‘agostano’ n. 104. Udir chiede, in particolare, un intervento chiarificatore sul Testo unico sulla sicurezza, sulla necessità di riaprire le scuole e su quali siano le responsabilità del dirigente scolastico nel momento in cui non può ottemperare alle prescrizioni che il Comitato tecnico scientifico si appresta a definire sulla base delle nuove curve epidemiologiche”Si stringe la rete di regole che governerà la scuola in presenza a settembre. Parlando a ‘Timeline’ su SkyTg24 della riapertura delle scuole e delle precauzioni da adottare per evitare contagi, il viceministro ha detto che se si trova “un positivo a scuola si faranno i controlli a tutte le persone intorno e si disporrà temporaneamente la chiusura”. Una volta identificati i positivi la scuola può ripartire”. E ancora: Con il ministro della Salute Roberto Speranza “sono sulla stessa linea d’onda. Io ho opinioni un po’ diverse, da medico. Da medico so che il virus esiste. Come tante altre malattie. E che dobbiamo conviverci”.
Udir condivide le parole del viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, e auspica che a breve vengano fatte proprie dal governo e trasformate in una modalità operativa attraverso le linee guida e i protocolli sulla sicurezza da adottare negli istituti scolastici in fase di aggiornamento: con le lezioni in presenza da attuare in fase di emergenza epidemiologica, coni banchi monoposto richiesti che tardano ad arrivare, con i locali aggiuntivi che non sembrano essere individuati, quindi con il regime di sicurezza che non sembra essere assicurato al massimo per ragioni endogene alle scuole, quella delle delimitazioni delle responsabilità in capo ai presidi rimane una priorità assoluta.
“Serve un intervento urgente – dice Marcello Pacifico, presidente Udir -, da parte del ministero dell’Istruzione ma anche dello stesso Governo in carico, affinché si confinino in modo chiaro le responsabilità dei capi d’istituto: non possono pagare per colpe che non hanno. Soprattutto se, come sembra, in molti istituti dovesse non essere rispettato il Protocollo di sicurezza sul distanziamento fisico minimo di un metro, i rischi di contagi salirebbero. E allora? I presidi non possono fungere da capri espiatori. Non possono pagare per responsabilità che non hanno, considerando che la loro mission di base è tutt’altra. Ecco perché servo uno “scudo” ad hoc specifico per la tutela dei capi d’istituto”.https://www.udir.it

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Appello di Sassoli al Parlamento italiano per una riforma dei contratti di lavoro

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 giugno 2020

Intervenendo alla presentazione del SOER 2020 – Lo stato dell’ambiente in Europa e in Italia, il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha ribadito quanto le disuguaglianze sociali e le sfide ambientali siano interconnesse tra loro.“L’Europa sta affrontando l’emergenza climatica e la trasformazione verso un futuro più sostenibile, deve tenere conto della dimensione sociale e della lotta contro le disuguaglianze.Le sfide ambientali possono essere risolte solo se poniamo la riduzione delle disuguaglianze al centro dell’azione politica. Le sfide climatiche e le disuguaglianze vanno di pari passo con una giusta transizione che proteggerà i nostri cittadini. Le società più eque hanno migliori condizioni ambientali e mostrano una maggiore capacità di diventare più sostenibili. Al contrario, una società diseguale in cui ampie fasce di popolazione vivono in condizioni di povertà alimenta la crisi ecologica. Queste sfide riguardano i Governi ma anche le aziende e implicano nuove forme di contratti a tutela dei lavoratori. Sarebbe bene che Parlamento italiano si concentrasse su queste riforme.”

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Appello dagli Eisenhower Fellows europei alle Istituzioni Europee

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 aprile 2020

Gli Eisenhower Fellows europei hanno rivolto un appello alla presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, al Presidente del Consiglio d’Europa, Charles Michel, e ai Primi Ministri dei loro paesi, perché l’Europa affronti con unità e rinnovato spirito comunitario l’emergenza coronavirus. Essi costituiscono un prestigioso network internazionale di leaders raccolti sotto l’egida della fondazione Eisenhower Exchange Fellowships, con sede a Philadelphia, che dal 1953 porta avanti programmi di scambio per la promozione della fratellanza e della cooperazione, nel nome del presidente americano che guidò il mondo occidentale negli anni della ripresa postbellica. La rete comprende ex primi ministri, ministri, alti dirigenti, imprenditori, banchieri e figure eminenti in diversi campi professionali e scientifici. Nell’elenco dei fellows scomparsi, nomi illustri come l’ex presidente turco Demirel e, per l’Italia, il senatore Antonio Maccanico. Nel loro appello gli EF esprimono la preoccupazione che la crisi attuale lasci spazio a egoismi e miopie che potrebbero compromettere la stessa esistenza dell’Unione, un errore storico imperdonabile. Comunione di intenti e solidarietà, condivisione di obiettivi e degli oneri necessari per raggiungerli sono l’unico modo per uscire dalla emergenza attuale.
I Paesi membri, che tutti hanno beneficiato della partecipazione all’Unione, uscendo dalle rovine della guerra con economie in fiorente sviluppo, devono riaffermare questi valori e rimetterli al centro dell’azione dell’UE, facendo della crisi un’opportunità per il rilancio del progetto europeo.

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