Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘bce’

Commento post meeting BCE

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 Maggio 2023

A cura di Dave Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments. Dopo quello che molto probabilmente è stato l’ultimo rialzo da parte della Federal Reserve statunitense ieri, la BCE ha raffreddato il ritmo della traiettoria di aggiustamento dei tassi, scendendo in linea con le aspettative del mercato e optando per un rialzo di 25 punti base, la metà delle tre mosse precedenti. Per placare i falchi, il reinvestimento delle obbligazioni in scadenza all’interno della APP sembra destinato a terminare a luglio, prima del previsto. Questo dovrebbe aggiungere una certa spinta al rialzo degli spread periferici, anche se la conferma dei reinvestimenti del PEPP fino al 2024 continuerà a offrire maggiore flessibilità all’esposizione dei paesi e pertanto un sostegno.La Presidente Lagarde ha tenuto a sottolineare che la BCE non sta facendo una “pausa” – un chiaro tentativo di distinguere il suo aumento da quello della Fed – ma ha anche segnalato che la maggior parte del percorso verso un livello adeguato di politica restrittiva è ormai nello specchietto retrovisore. In prospettiva, gli effetti ritardati di quello che è stato un aggiustamento aggressivo della politica monetaria cominceranno a ripercuotersi sull’economia reale nei prossimi mesi, in concomitanza con un’accelerazione della liquidazione dei bilanci e con la scadenza dei prestiti a basso costo resi disponibili con le operazioni TLTRO. L’insieme di queste misure dovrebbe agire come un freno molto potente sull’economia dell’Eurozona, che è già in fase di stallo, come confermato dai dati del PIL del 1° trimestre. Lo scenario peggiore di un inverno rigido può aver risollevato il sentiment e l’attività nel breve termine, ma la triplice stretta politica farà presto appassire nuovamente gli spiriti. Fonte. http://www.columbiathreadneedle.it

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Bce: rialzo di 25bp, ma il tono resta hawkish

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 Maggio 2023

A cura di Martina Daga, Junior Macro Economist, AcomeA SGR. La Bce ha deciso di alzare di 25bp i tassi di riferimento alla riunione di politica monetaria di ieri, segnando un rallentamento del ritmo dei rialzi dai precedenti 50bp, e portando così il depost rate al 3.25%, il refinancing rate al 3.75% e il marginal lending facility rate al 4%. Dall’inizio del ciclo dei rialzi a luglio dello scorso anno, la Bce ha alzato i tassi complessivamente di 375bp. La forward guidance è chiara sul fatto che ancora il ciclo dei rialzi non è arrivato ad un termine e che le future decisioni rimarranno completamente dipendenti dai dati. Rimane la propensione a futuri aumenti, il comunicato stampa riporta infatti che le future decisioni garantiranno che i tassi arrivino ad un livello sufficientemente restrittivo per garantire il ritorno al target dell’inflazione.È stata puntata l’attenzione sul principale strumento accessorio, rispetto al rialzo dei tassi di riferimento, nella politica monetaria restrittiva, il Quantative Tightening. È stato segnalato che a partire da luglio 2023 verranno fermati i reinvestimenti dei titoli in scadenza dell’APP. Fino a fine giugno, infatti, la Bce si era già impegnata a non reinvestire un ammontare in media pari a euro 15 bn/mese dei titoli in scadenza del programma APP, oggi è stato comunicato che la misura verrà irrigidita nella seconda parte dell’anno. La Bce ha deciso di comunicare la decisione sul futuro del QT già ora in modo da rendere il suo sviluppo prevedibile. Per il momento rimane invece massima flessibilità del PEPP almeno fino alla fine del 2024.Il livello di crescita dei prezzi nell’area Euro rimane ancora molto sostenuto e il dato flash dell’indicatore di inflazione armonizzato dell’area Euro del mese di aprile lo conferma. Il momentum della crescita è ancora molto forte, con l’inflazione core sostenuta principalmente dalla crescita del prezzo dei servizi, su cui hanno un peso rilevante le dinamiche salariali. Il mercato del lavoro in Eurozona è stato definito ancora troppo forte durante la conferenza stampa, con il tasso di disoccupazione del mese di marzo che ha raggiunto il minimo storico, pari a 6.5%. Le dinamiche salariali sono al rialzo, spinte dalla richiesta dei lavoratori di compensazione di fronte alla perdita di potere di acquisto.In questo contesto, le aspettative di inflazione rimangono ancorate al target, il sondaggio condotto tra i consumatori indica che le attese sono per un valore di inflazione pari al 2.4% in tre anni, al ribasso rispetto al picco del 3% raggiunto a dicembre.Il Bank Lending Survey pubblicato dalla Bce il 2 maggio, sulle condizioni creditizie condotto tra gli istituti bancari dell’area Euro, segnala un movimento nella giusta direzione, mostrando che il meccanismo di trasmissione della politica monetaria si sia rafforzato nel primo trimestre dell’anno. Il sondaggio segnala un ulteriore inasprimento degli standard per la concessione di credito, in linea con il trimestre precedente e, di particolare rilevanza, che la domanda di credito da parte delle imprese è crollata ulteriormente, principalmente a causa dell’alto livello dei tassi di interesse. Questi sviluppi sono stati commentati molto positivamente durante la conferenza stampa, a segnalare l’efficacia del meccanismo di trasmissione di politica monetaria tramite il canale bancario.Il livello dei tassi raggiunto è sufficientemente restrittivo? Ancora no: durante la conferenza stampa Lagarde ha sottolineato che la strada da percorrere per riportare l’inflazione al 2% è ancora lunga e che la Bce non è ancora pronta a fermarsi. Il contesto macroeconomico è ancora molto forte, il che costringe la Bce a mantenere ancora un tono hawkish.

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Schroders – Bce: è necessario fare di più per contenere l’inflazione

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 Maggio 2023

A cura di Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist, Schroders. La Banca Centrale Europea ha aumentato tutti e tre i suoi tassi di interesse di riferimento di un ulteriore 0,25%, portando il tasso di deposito al 3,25%, il tasso di rifinanziamento al 3,75% e il tasso di prestito marginale al 4%. Si tratta della prima serie di rialzi che non hanno raggiunto il mezzo punto percentuale, il che potrebbe indicare che la Bce è prossima a terminare l’inasprimento della sua politica monetaria.Tuttavia, la presidente Christine Lagarde si è premurata di sottolineare, durante la conferenza stampa, che “noi [la Bce] non stiamo facendo una pausa sui rialzi” e che, sulla base delle proiezioni di marzo, “…crediamo ci sia ancora altra strada da fare”. Pur essendo “dipendente dai dati”, è chiaro che il Consiglio direttivo non è ancora soddisfatto dei progressi compiuti nella riduzione dell’inflazione.Lagarde ha anche ricordato che i passati aumenti dei tassi di interesse “…si stanno trasmettendo con forza” e che la recente Bank Lending Survey della Bce ha suggerito che i tassi di interesse sono ora in territorio restrittivo. Le banche hanno segnalato un calo nella creazione di prestiti, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, ma anche della minore domanda nell’economia.Il mercato del lavoro continua ad essere resistente, dato che l’ultima stima del tasso di disoccupazione di marzo ha mostrato un ulteriore calo al 6,5%. Questo viene considerato uno dei rischi al rialzo per l’inflazione. Se la crescita dell’occupazione dovesse continuare a essere più forte del previsto, potrebbero persistere pressioni sulla domanda e sull’inflazione. Sono state sollevate anche preoccupazioni sulla stabilità del settore bancario, con riferimento a Silicon Valley Bank e Credit Suisse. Sebbene Lagarde ritenga che un aumento delle tensioni rappresenti un rischio, non vi è alcun pericolo immediato su cui agire.Oltre all’aumento dei tassi, la Bce ha annunciato che a partire da luglio terminerà il reinvestimento degli asset detenuti nell’ambito dell’Asset Purchase Programme (APP). Si prevede che questo ridurrà il bilancio della Bce in media di 25 miliardi di euro al mese, ma ci vorranno 15 anni per la sua completa chiusura. Nel frattempo, il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) continuerà ad essere ridotto al ritmo di 15 miliardi di euro al mese fino al mese prossimo. Ci aspettiamo più avanti un annuncio che acceleri l’esaurimento del PEPP a partire da luglio. Prevediamo che la Bce aumenterà i tassi di un altro 0,25% a giugno, ma le probabilità di ulteriori aumenti oltre tale data sono minori. Se l’inflazione continuerà ad essere più vischiosa, ci si potrebbe aspettare un ulteriore rialzo dei tassi a luglio. Ciò porterebbe la politica in un territorio molto restrittivo, forse addirittura troppo restrittivo, al limite dell’errore di policy.

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PIMCO: BCE, ancora un po’ di strada da fare

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 Maggio 2023

A cura di Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO. Le pressioni di fondo sui prezzi rimangono costanti: l’inflazione core dell’area euro ha raggiunto un nuovo massimo al 5,7% a marzo. Prevediamo che la Banca Centrale Europea aumenterà i tassi di interesse di 25 punti base nella riunione di maggio e, come a marzo, si asterrà dal comunicare aspettative senza riserve sul futuro andamento dei tassi di interesse. Anche se la BCE potrebbe rivelare già a maggio il proprio piano di reinvestimento del programma di acquisto di asset (APP) a partire da luglio, pensiamo che questa decisione sarà presa piuttosto a giugno.

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Mutui: possibili rincari fino a 237 euro con nuovo aumento BCE

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 Maggio 2023

Se il 4 maggio la BCE dovesse confermare un nuovo rialzo del costo del denaro di 25 punti base – secondo le simulazioni di Facile.it – la rata di un mutuo medio a tasso variabile potrebbe aumentare di ben 237 euro (+52%) rispetto all’inizio dello scorso anno, raggiungendo i 693 euro.Guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor aggiornate al 27 aprile 2023) emerge come gli aumenti potrebbero continuare ancora; gli esperti prevedono che l’Euribor a 3 mesi non smetterà di salire raggiungendo il suo picco a settembre 2023 con un valore intorno al 3,76%; se queste previsioni fossero corrette, la rata del mutuatario preso in esame arriverebbe a circa 737 euro, vale a dire oltre 280 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022. Per gli aspiranti mutuatari che sono alle prese oggi con la scelta del mutuo, quale tasso conviene sottoscrivere? In questa fase la prima opzione da valutare sembrerebbe quella del mutuo a tasso fisso, che non solo garantisce la stabilità della rata ma, dati alla mano, è addirittura più conveniente rispetto alla rata di partenza di un mutuo variabile. L’analisi completa è disponibile qui: https://www.facile.it/ufficio-stampa/comunicati/mutui-con-aumento-bce-possibili-rincari-fino-a-237-euro.html

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T. Rowe Price: Bce verso un rialzo di 25 punti base

Posted by fidest press agency su sabato, 29 aprile 2023

A cura di Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price.A meno che il 2 maggio non vedremo dati sull’inflazione molto forti e risultati positivi sul fronte della Bank Lending Survey, lo scenario più probabile in vista della riunione della Bce della prossima settimana è un rialzo di 25pb con l’indicazione di ulteriori aumenti dei tassi a seguire.La Bce manterrà comunque un approccio aggressivo rispetto alle altre banche centrali. L’attività nel settore dei servizi nell’area euro continua a rafforzarsi rispetto ai già solidi livelli di crescita. Certo, i dati PMI manifatturieri sono stati più deboli di quanto molti si aspettassero, ma ci sono anche altri elementi che dovrebbero essere presi in considerazione. Ad esempio, ci sono segnali di un allentamento senza precedenti delle catene di approvvigionamento. Sappiamo che il portafoglio ordini del settore manifatturiero è enorme, quindi l’allentamento delle catene di fornitura significa che la produzione industriale può continuare, anche se la domanda di nuovi ordini si riduce. Di conseguenza, l’economia reale sta crescendo in modo robusto e più velocemente di quanto previsto in precedenza.Questi sviluppi hanno importanti conseguenze sull’inflazione. Da un lato, nei prossimi due mesi si assisterà a una disinflazione molto rapida dei beni manufatti. Dall’altro, la carenza di personale nel settore dei servizi manterrà l’inflazione elevata in questo ambito.Considerando il quadro dell’inflazione e dell’attività reale, il Consiglio direttivo della Bce rimarrà orientato al rialzo per tutta l’estate. Il tasso di deposito potrebbe raggiungere il 3,75% o oltre.Il vecchio divario nord/sud all’interno dello Spazio economico europeo è tornato in auge. L’inflazione è più alta e gli effetti secondari trasmessi attraverso i salari sono molto più evidenti nei Paesi che attribuiscono un peso maggiore all’inflazione. Per citarne alcuni, Germania, Austria, Paesi Bassi e Paesi baltici.D’altra parte, l’attività nel settore dei servizi è molto più forte nei Paesi che danno maggior peso alla produzione nella politica monetaria, come l’Italia o la Spagna.I dati continuano quindi a sostenere le preferenze individuali dei singoli Paesi, rendendo il consenso su un percorso di politica monetaria da falco sostenibile fino alla seconda metà di quest’anno.Sebbene i membri più falchi del Consiglio direttivo chiedano un rialzo di 50pb, ritengo che ci siano buone possibilità che moderino le loro richieste se verrà data indicazione di un quantitative tightening. Ad esempio, una forward guidance che preveda una sequenza di rialzi di 25pb e un’indicazione o un annuncio che il reinvestimento del programma di acquisto di asset si fermerà dopo giugno.

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PGIM Fixed Income: La Banca nazionale svizzera seguirà le orme della BCE?

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

A cura di Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income. Sarà interessante vedere se la Banca nazionale svizzera (BNS) seguirà le orme della Banca centrale europea nella sua prossima riunione. Cioè, dopo aver affrontato le preoccupazioni legate a Credit Suisse nell’ultima settimana, si sentirà abbastanza sicura da procedere con un ulteriore e consistente rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base, o più, per far fronte a un’inflazione ancora troppo elevata? Oppure i recenti timori di un eccessivo irrigidimento delle condizioni finanziarie saranno sufficienti a far sì che la BNS faccia preventivamente una pausa? La nostra ipotesi di base è che nella prossima riunione la BNS alzerà il tasso di riferimento per far fronte alle preoccupazioni sull’inflazione, ma forse in modo meno aggressivo di quanto ci si aspettasse solo poche settimane fa. Al di là di questa settimana, prevediamo che l’impatto più ampio di Credit Suisse sulle condizioni finanziarie limiterà probabilmente la necessità di un ulteriore rialzo dei tassi.

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J. Safra Sarasin: Commento post BCE: Mantenere la rotta e infondere fiducia

Posted by fidest press agency su sabato, 18 marzo 2023

A cura di Karsten Junius, CFA, Chief Economist di J. Safra Sarasin. Nella conferenza stampa di giorni fa la BCE ha cercato di promuovere la fiducia sia nella propria intenzione di combattere l’inflazione sia nella stabilità del sistema finanziario europeo. Ieri la BCE ha aumentato i tassi di interesse di 50 pb; ha inoltre sottolineato che il proprio impegno nella lotta all’inflazione non è ancora terminato e che futuri rialzi dei tassi restano probabili. Tuttavia, invece di preannunciare il numero dei futuri rialzi, la BCE sta adottando un approccio dipendente dai dati per le proprie decisioni in materia di politica monetaria, ha minimizzato sull’ipotesi fatto che le recenti turbolenze abbiano già inasprito le condizioni di finanziamento. Ha invece ribadito che le banche europee sono resilienti, dispongono di solide riserve di capitale e di liquidità, beneficiano di una forte attività di vigilanza in Europa e hanno un’esposizione limitata alle istituzioni più vulnerabili statunitensi. Tuttavia, in caso di necessità, esistono numerosi strumenti e meccanismi che possono essere attivati con rapidità.Iniettare fiducia sembra essere la missione principale della BCE. La Presidente Lagarde ha confermato che il rialzo dei tassi di interesse di 50 pb è stato sostenuto da un’ampia maggioranza dei membri del Consiglio direttivo, mentre solo tre o quattro si sono espressi a favore di un atteggiamento più cauto o di un rinvio della decisione. In questo modo, la BCE non ha lasciato dubbi sul fatto che la lotta alle pressioni inflazionistiche sia il suo obiettivo principale. Purtroppo, non si può dire quale sarebbe stata la decisione senza il precedente impegno di Francoforte ad aumentare in questa occasione i tassi di 50 pb. In teoria, un incremento più contenuto avrebbe potuto essere sufficiente, visto l’inasprimento delle condizioni finanziarie che si è verificato a seguito delle attuali turbolenze di mercato. Il fatto di non aver tenuto conto dell’attuale situazione di mercato nella propria decisione di politica monetaria è in contrasto con i commenti della Presidente Lagarde sulle nuove proiezioni dei funzionari della BCE. Sembrava che volesse minimizzarne la rilevanza, dato che il giorno di chiusura era precedente alle recenti turbolenze di mercato. Perlomeno, la BCE ha confermato che in futuro adotterà un approccio dipendente dai dati; si è limitata a dichiarare che il suo intervento non è ancora terminato. Riteniamo che due rialzi di 25 pb a maggio e giugno siano coerenti con la comunicazione dell’istituto centrale e con il suo scenario macro.La Presidente Lagarde e il Vicepresidente de Guindos hanno sottolineato che la stabilità finanziaria e la stabilità dei prezzi non sono due obiettivi in contrapposizione tra di loro. Inoltre, hanno precisato che esistono vari strumenti e mezzi per sostenere il settore finanziario e che la BCE ha dimostrato di essere in grado, nelle crisi passate, di attivare tempestivamente altri strumenti. Finora, tuttavia, la resilienza del sistema bancario è considerata forte, le riserve di capitale e di liquidità sono elevate, l’esposizione alle banche statunitensi vulnerabili è bassa e le analogie con i problemi specifici delle banche statunitensi sono molto limitate.

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Amchor IS: La BCE è sulla giusta strada

Posted by fidest press agency su sabato, 18 marzo 2023

A cura di Álvaro Sanmartín, Chief Economist, Amchor IS. In linea con quanto previsto da diverse settimane, la BCE ha aumentato i tassi di 50 pb. Allo stesso tempo, e a causa di quanto sta accadendo in questi giorni sui mercati, l’autorità monetaria ha eliminato ogni forma di forward guidance diventando completamente dipendente dai dati.Inoltre, la BCE fa dipendere le decisioni future sui tassi non solo dall’attività economica e dalle variabili dei prezzi, ma anche dalle condizioni finanziarie.In aggiunta, l’autorità monetaria ha sottolineato esplicitamente che il settore bancario europeo è solido e che, in quanto banca centrale, dispone degli strumenti appropriati per iniettare liquidità nel sistema qualora fosse necessario per evitare rischi alla stabilità finanziaria (prestatore di ultima istanza).La mia impressione è che oggi la BCE abbia fatto la cosa giusta. Da un lato, ha alzato i tassi perché l’economia europea è forte e i salari e i prezzi sottostanti stanno ancora accelerando. Dall’altro lato, ha legato i futuri rialzi alla condizione che quanto sta accadendo sui mercati non generi troppo rumore (se le attuali tensioni dovessero peggiorare, ciò potrebbe inasprire sensibilmente le condizioni finanziarie e incidere sulla fiducia degli operatori sui mercati; questo, a sua volta, avrebbe un effetto frenante sulla domanda aggregata e quindi renderebbe meno necessari ulteriori rialzi dei tassi da parte della BCE).In quest’ultimo senso, non mi sorprende nemmeno che, stando a quanto dichiarato da Lagarde nella conferenza stampa successiva al meeting, “3 o 4” dei presenti alla riunione sostenevano aumenti inferiori ai 50 punti base che sono stati invece effettivamente implementati.Per quanto riguarda l’attuale situazione dei mercati, è probabile che debbano passare alcuni giorni prima che possa tornare una certa calma senza ulteriori scosse sotto forma di nuove istituzioni in difficoltà. In realtà, credo che questo sia proprio lo scenario più probabile, per due motivi. In primo luogo, perché la realtà è che la situazione delle banche oggi è molto più solida di quella del 2008. In secondo luogo, perché, anche dal punto di vista dell’economia reale, la situazione è molto più equilibrata rispetto agli anni precedenti la crisi finanziaria globale (bilanci delle famiglie e delle imprese più solidi, assenza di bolle dal lato dell’offerta,…).Se gli attuali rumour si dissolveranno nelle prossime settimane, ritengo che lo scenario più probabile sia che la BCE continui ad alzare i tassi ancora un po’ (forse al 3,5% per il tasso di deposito). Dopodiché, resterà ferma per tutto il tempo necessario a garantire che l’inflazione di fondo si muova a un ritmo ragionevole e credibile verso il target del 2%.

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T. Rowe Price: BCE verso un rialzo di 50 punti base nonostante il caso SVB

Posted by fidest press agency su sabato, 18 marzo 2023

A cura di Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price. Nonostante le turbolenze di mercato legate al crollo di SVB, ritengo probabile che alla riunione della BCE di questa settimana venga annunciato un rialzo di 50 punti base, per diversi motivi. In primo luogo, i dati sull’inflazione core CPI hanno sorpreso significativamente al rialzo. Molti esperti ritengono che l’inflazione resterà “sticky” ai livelli attuali, mentre alcuni sostengono che potrebbe raggiungere il 6% prima dell’estate, per poi iniziare a scendere. Questi dati elevati sull’inflazione spot manterranno la BCE in modalità falco, nonostante l’attuale instabilità dei mercati. Ci sono anche importanti ragioni di stabilità finanziaria che spingono la BCE ad attenersi a un rialzo di 50 pb questa settimana. Se da un lato la Presidente Lagarde ha chiarito che l'”intenzione” di un rialzo di 50 pb non è un pre-impegno, dall’altro ha sottolineato che sarebbe necessario uno scenario estremo perché la BCE non segua questa intenzione. Se la BCE aumenterà di 25 punti base, invierà ai mercati finanziari il segnale che le banche dell’area euro potrebbero essere vulnerabili a rischi simili a quelli del sistema bancario statunitense. La BCE deve attenersi al copione precedentemente comunicato se vuole evitare di spaventare il mercato.Come spesso accade, in prospettiva appaiono molte complicazioni. Le aspettative d’inflazione a medio termine sono scese dal 3% al 2,5%, il che sosterrà l’opinione delle colombe secondo cui la politica monetaria sia già abbastanza rigida.Per quanto riguarda le famiglie dell’Eurozona, l’ecosistema macrofinanziario è già sottoposto a un certo stress. Tuttavia, la domanda di credito e le condizioni di prestito per le imprese non si sono deteriorate come nelle precedenti fasi di crisi. Infine, un eventuale contagio dal caso SVB al sistema bancario europeo potrebbe portare a una contrazione del credito, che spingerebbe l’economia verso una recessione. Infine, permane il rischio di un’altra impennata dei prezzi del gas durante l’estate, quando i Paesi di solito si riforniscono di scorte per l’inverno. A mio avviso, questi fattori fanno sì che la BCE sarà molto più vaga riguardo al suo futuro orientamento monetario – potrebbe persino affermare che stia passando a un approccio basato sui dati (prendendo in prestito il linguaggio della Fed).

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La BCE aumenta i tassi di 50 pb, ma abbandona ogni riferimento a rialzi futuri

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 marzo 2023

A cura di Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm. Il principale spunto positivo derivante dal meeting della BCE è l’abbandono, da parte dell’istituto di Francoforte, di ogni preciso riferimento a rialzi dei tassi prospettici. Quindi, nonostante il rialzo dei tassi d’interesse di 50 punti base, già ampiamente preventivato dagli operatori, è lecito aspettarsi una maggiore cautela nell’impostazione della stretta monetaria. Un’altra notizia positiva riguarda le revisioni al rialzo delle stime di crescita per l’Eurozona, a segnalare un 2023 meno drammatico, per ora, del previsto.Ci preoccupano un po’ di piú l’outlook sull’inflazione, secondo la Lagarde non ancora debellata, ed eventuali indecisioni su mosse da implementare a tutela del sistema bancario, sulle quali il governatore durante la conferenza stampa è stato più vago.

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Mutui e tassi BCE: i casi SVB e Credit Suisse cambiano le aspettative

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 marzo 2023

La BCE ha confermato un nuovo aumento di 50 punti base del costo del denaro il che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile, potrebbe portare le rate del finanziamento a salire del 52% in meno di 18 mesi. Secondo le simulazioni di Facile.it se l’incremento BCE si riflettesse in maniera speculare sull’Euribor, la rata di un mutuo a tasso variabile standard passerebbe dai 456 euro di gennaio 2022 ai 693 euro del secondo trimestre 2023. La buona notizia, se così vogliamo considerarla, è che alla luce delle vicende SVB e Credit Suisse, sono cambiate le aspettative future dei mercati, che ora scommettono su aumenti più contenuti nei prossimi mesi e sulla possibilità che la BCE rallenti, se non addirittura interrompa, il trend rialzista. Fino a pochi giorni fa, guardando i Futures sugli Euribor, la rata sarebbe potuta arrivare a giugno 2023 a 740 euro, oggi gli analisti prevedono invece che possa salire non oltre i 700 euro.

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FLASH BCE: +50pb per i falchi e disponibilità a misure sulla liquidità per le colombe

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte. La BCE ha optato per tenere fede all’intenzione manifestata a febbraio, ossia rialzare i tassi di 50 pb, portando il tasso sui depositi al 3%. La Lagarde ha precisato che 3 o 4 membri non hanno supportato la decisione, per necessità di prendere tempo. Allo stesso tempo sono state presentate le nuove stime aggiornate su PIL ed inflazione. Da notare come le stime sull’inflazione siano state sensibilmente riviste al ribasso sia per il 2024 (da 3,4 a 2,9%) sia soprattutto per il 2025 (da 2,3 a 2,1%). La Lagarde ha tenuto a precisare che si tratta di stime effettuate ad inizio marzo sulla base dei dati disponibili fino a metà febbraio. Pertanto, le stime non risentono dei recenti eventi sulle banche regionali US e CS. Nel comunicato la BCE ha esplicitamente fatto riferimento alle tensioni sui mercati finanziari scrivendo: Il Consiglio direttivo segue con attenzione le tensioni in atto sui mercati ed è pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. La Lagarde a tal proposito ha dichiarato che la BCE ha già a diposizione alcune linee speciali da poter riattivare in caso di necessità, opportunamente riviste ed ampliate. Un giornalista ha chiesto se la BCE sia intenzionata ad adottare misure in linea con quelle della Fed, che è arrivata ad accettare collaterale alla pari. A questa domanda la Lagarde ha risposto: “I’m confident in ECB staff creativity” In sintesi possiamo diire che la “Lagarde ha optato per tenere conto delle ragioni dei falchi (rialzo di 50pb) che le ha consentito anche di non trovarsi nella situazione di rinnegare l’intenzione di rialzo di 50pb dichiarata ad inizio febbraio. Alle colombe di fatto ha concesso la cancellazione di impegni per ulteriori rialzi in futuro e soprattutto la disponibilità ad utilizzare nuove misure sul tema liquidità se necessario. L’emersione dei rischi per la stabilità finanziaria emersi a settembre per i fondi pensione UK, poi recentemente per le banche regionali US e poi per CS, evidenziano come le manovre restrittive inizino ad avere effetti collaterali progressivamente rilevanti, rendendo pertanto l’approdo al 3/3,5% un primo livello importante in termine di tasso sui depositi, in attesa di verificare soprattutto quali saranno gli sviluppi in tema di stabilità finanziaria. Di conseguenza, viene confermata l’ipotesi di inversione del trend dei tassi di mercato dopo i rialzi dello scorso anno (soprattutto nel corso del secondo semestre), con il focus che si sposta progressivamente sulla stabilità finanziaria e sulle possibili ripercussioni sul credito erogato all’economia. Quindi di conseguenza sull’ipotesi recessione soprattutto US che potrebbe rappresentare il fattore di contenimento della domanda e quindi dell’inflazione, riducendo la necessità di molti altri rialzi dei tassi in prospettiva da parte di Fed e BCE.

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PGIM Fixed Income: commento al meeting BCE odierno

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income. La decisione odierna della BCE contiene tutti gli elementi chiave delle nostre attese. In primo luogo, si è attenuta al ben noto rialzo di 50 pb per far fronte all’inflazione. Allo stesso tempo, però, l’ultimo annuncio riconosce le recenti turbolenze dei mercati finanziari non suonando dunque stonato. In secondo luogo, non è stata fatta alcuna menzione all’accelerazione dell’andamento del QT oltre il secondo trimestre, che a mio avviso è la decisione giusta. Inoltre, sono state fornite rassicurazioni sugli strumenti di liquidità e sulla supervisione regolamentare e di vigilanza all’interno dell’Area Euro – vale la pena sottolineare fondamentali forti nella regione. In terzo luogo, la dichiarazione contiene un notevole spostamento verso un tono più dovish, sottolineando la dipendenza dai dati e rinunciando a segnalare successivi rialzi dei tassi. Si tratta di un cambiamento importante che apre le porte alla possibilità che questo rialzo sia l’ultimo, almeno per il prossimo futuro. In effetti, un cambiamento nei fondamentali macro potrebbe giustificarlo: in Europa l’erogazione di credito all’economia reale si basa maggiormente sulle banche e quindi, a parità di altre condizioni, le recenti turbolenze si tradurrebbero in condizioni finanziarie più rigide che altrove. Inoltre, secondo l’ultima indagine sui prestiti bancari della BCE, le condizioni finanziarie si stavano già rapidamente irrigidendo e l’economia interna non si sta surriscaldando come quella Oltreoceano.

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Commento post meeting BCE

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023

A cura di Dave Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments. Di tutte le banche centrali che si riuniranno questo mese, la BCE aveva il compito meno invidiabile. Avrebbe dovuto tenere fede all’impegno preso di un rialzo di 50 punti base, continuando la sua tardiva lotta contro l’inflazione di fondo e i rischi di radicamento dei prezzi più alti? Oppure scegliere di adeguarsi a soli 25 punti base o addirittura astenersi, di fronte all’aumento dell’incertezza nei mercati finanziari, innescato alla fine della scorsa settimana dal fallimento della Silicon Valley Bank e accresciuto ieri dal drammatico calo del prezzo delle azioni di Credit Suisse. Mentre la Fed e la Banca d’Inghilterra hanno il “lusso” di una settimana in più per valutare le potenziali ripercussioni negative delle attuali tensioni, la Presidente Lagarde e il comitato della BCE si sono riuniti ieri con i mercati del rischio vacillanti e i mercati monetari che si interrogavano sul futuro percorso dei tassi di riferimento europei. La decisione è stata quella di mantenere i 50 punti base, ma la rotta tracciata in precedenza è stata messa da parte. In futuro, la politica continuerà a essere guidata dai dati in arrivo. È stato riconosciuto l’aumento dell’incertezza e della volatilità dei mercati e le nuove previsioni per l’inflazione complessiva sono state nettamente inferiori, a causa del calo dei prezzi dell’energia. Tuttavia, l’inflazione core rimane la preoccupazione principale e le previsioni riviste sono meno ottimistiche, pur ipotizzando ulteriori rialzi dei tassi da qui in avanti; pertanto, appare necessario continuare a muoversi a ritmo accelerato, almeno per ora. La decisione è stata approvata da un’ampia maggioranza, mentre alcuni hanno suggerito un approccio più cauto in questa fase, fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sugli attuali problemi di stabilità finanziaria. Le prossime settimane potrebbero dimostrare che i pochi cauti avrebbero dovuto forse esprimere la loro opinione in modo più deciso.

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PGIM Fixed Income: BCE, bisogna ancora vedere gli effetti dei precedenti rialzi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 marzo 2023

A cura di Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income. Siamo ancora convinti che l’inflazione di fondo continuerà a salire fino a primavera inoltrata, poiché i precedenti aumenti dei prezzi dell’energia si ripercuotono con ritardo su beni e servizi non energetici. In questo contesto, ci aspettiamo che la Banca Centrale Europea (BCE) fornisca indicazioni su un ulteriore rialzo dei tassi di 50 pb alla prossima riunione, e forse di qualche altro più contenuto in seguito. Detto questo, riteniamo che il mercato abbia probabilmente esagerato nello scontare una serie di rialzi dei tassi fino al 4%, o oltre. I precedenti aumenti dei tassi non hanno ancora manifestato i propri effetti e permangono le sfide per le prospettive economiche legate all’energia. Per quanto riguarda le prospettive sulla politica monetaria, negli ultimi 12 mesi i mercati hanno fatto un po’ “avanti e indietro”. Si è partiti dall’idea che le banche centrali fossero in ritardo e che i tassi di riferimento avrebbero dovuto crescere in modo significativo per riportare l’inflazione verso l’obiettivo. Poi sono stati alimentati timori dalla prospettiva che le banche centrali potessero operare una stretta eccessiva, facendo precipitare l’economia in recessione. Le opinioni si sono poi spostate su uno scenario di “atterraggio morbido”, molto più favorevole, grazie alla buona sorte: il clima più caldo ha ridotto la probabilità di razionamenti invernali nell’eurozona, abbassando allo stesso tempo i prezzi dell’energia. Il flusso costante di dati sorprendentemente positivi sull’attività economica è stato recentemente accompagnato da numeri sull’inflazione più forti del previsto. La salita dell’inflazione dei servizi nell’area dell’euro su base mensile nell’ultima stima flash è stata particolarmente notevole. A sua volta, ciò ha innescato un’ulteriore rivalutazione dei rialzi dei tassi nell’area euro, in quanto il mercato è tornato a pensare che la BCE potrebbe essere in ritardo nell’affrontare un’inflazione superiore al target. A fronte di una prospettiva così incisiva per i tassi, non saremmo sorpresi di vedere riemergere i timori di un’eccessiva stretta, con un conseguente calo delle aspettative sui tassi. Fonte: http://www.verinieassociati.com

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Chart of the Week – La politica della BCE è ancora molto accomodante

Posted by fidest press agency su martedì, 7 marzo 2023

Commento a cura dell’Economic Team di Payden & Rygel. Dopo la riunione di gennaio della BCE, la Presidente del Consiglio direttivo Christine Lagarde ha preparato i mercati a un rialzo dei tassi di 50 punti base nella prossima riunione di marzo (prevista tra meno di due settimane). E dopo marzo? Lagarde ha dichiarato che è “possibile” che siano necessari ulteriori rialzi, aggiungendo che “la risposta, vera e onesta, è che dipenderà dai dati”. Ebbene, i dati suggeriscono che la BCE abbia ancora tanto lavoro da fare. Questa settimana l’Eurostat ha rivelato che l’indice dei prezzi al consumo core dell’Eurozona è aumentato del 5,6% a febbraio rispetto al livello dell’anno precedente – un’impennata record in un anno. Per questo motivo, dubitiamo che la politica monetaria abbia trovato l’impostazione più adeguata. Il calcolo del tasso di policy “reale” (ad esempio, il tasso di deposito nominale meno l’inflazione di fondo) è un modo per misurare la restrittività della politica monetaria. Questo calcolo mostra che la BCE è ancora molto accomodante: dopo 250 punti base di aumento dei tassi, il tasso reale è ancora a -310 punti base. I banchieri centrali, come forse gli investitori, sperano che l’inflazione svanisca rapidamente da sola senza ulteriori sforzi politici? Se così fosse, la famosa frase della BCE “whatever it takes” assumerebbe un significato del tutto nuovo.

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PIMCO: La BCE non ha ancora finito

Posted by fidest press agency su giovedì, 9 febbraio 2023

A cura di Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO. Nella riunione di febbraio la Banca centrale europea (BCE) ha aumentato il tasso sui depositi di altri 50 punti base (pb), raggiungendo il 2,5%, portando così il tasso di riferimento in territorio restrittivo. La BCE ha chiarito che continuerà a prevedere un aumento significativo dei tassi di interesse, con l’obiettivo di garantire il tempestivo ritorno dell’inflazione al suo obiettivo di medio termine, pari al 2%. L’inflazione headline dell’area dell’euro per il mese di gennaio dovrebbe attestarsi intorno all’8,5% e l’inflazione di fondo al 5,2% quando saranno resi noti i dati definitivi alla fine del mese (le stime preliminari indicavano sia l’8,5% che il 5,2%). Un picco del tasso di riferimento intorno al 3,25%-3,5% previsto dal mercato non sembra irragionevole, data l’incertezza ancora grande sulle dinamiche dell’inflazione. La BCE ha ribadito che c’è ancora molto da fare per quanto riguarda i tassi di interesse. La tendenza degli accordi salariali continua a favorire i lavoratori. La banca centrale prevede che la crescita della retribuzione per occupato sarà del 3,9% su base annua nel 2025, ben al di sopra della media di lungo periodo del 2,1%. Inoltre, la politica fiscale è considerata in gran parte non abbastanza mirata e le condizioni finanziarie basate sul mercato sono probabilmente ancora troppo allentate per gli obiettivi della BCE – il mercato prevede tagli dei tassi già nella seconda metà dell’anno. Affinché l’inflazione si normalizzi completamente per tornare all’obiettivo del 2% della BCE, è probabile che sia necessario un certo raffreddamento dell’economia e del mercato del lavoro. La recente resilienza economica sottostante dell’area euro non è quindi una notizia totalmente positiva per la BCE. Rimaniamo cauti sulla duration europea a breve termine.Il Presidente della BCE Christine Lagarde ha sottolineato che non esiste una forward guidance sui tassi di interesse e che la BCE rimane saldamente in modalità “riunione per riunione”, con le dinamiche dell’inflazione a guidare il futuro percorso dei tassi di riferimento. Tuttavia, ha anche annunciato l’intenzione di aumentare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria di marzo, in cui valuterà il successivo percorso di policy alla luce delle nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti della BCE. Ma Lagarde ha lasciato intendere che probabilmente ci saranno altri rialzi dei tassi oltre la prossima riunione.Le nostre convinzioni rimangono poche per quanto riguarda l’andamento e la portata di ulteriori rialzi, date le incognite sull’evoluzione dell’inflazione. A meno che le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti della BCE non impongano diversamente, un altro rialzo di 50 punti percentuali a marzo sembra certamente cosa fatta, mentre la visibilità oltre il brevissimo termine rimane scarsa. Pertanto, non siamo in disaccordo con il terminal rate attualmente previsto dal mercato, ma continuiamo a essere piuttosto scettici sui tagli dei tassi previsti per la seconda metà dell’anno e vediamo il rischio che la BCE mantenga un orientamento restrittivo più a lungo di quanto il mercato attualmente si aspetti.Sebbene l’impatto dell’inasprimento quantitativo sulle dimensioni del bilancio della BCE, pari a 7.900 miliardi di euro, e sulla liquidità in eccesso sarà modesto nel breve termine, l’impatto principale sarà un aumento considerevole delle emissioni obbligazionarie sul mercato e prevediamo che l’offerta netta di titoli di Stato europei sarà più che raddoppiata quest’anno. La riduzione delle partecipazioni APP sarà proporzionale ai quattro portafogli APP, ma all’interno del portafoglio di obbligazioni societarie i reinvestimenti saranno orientati verso emittenti con una migliore performance in termini di ricadute sul clima. Infine, potremmo assistere a ulteriori sforzi per rendere più “verde” lo stock di titoli del settore pubblico e privato nel corso del tempo, in linea con le recenti riflessioni del membro del Comitato esecutivo della BCE Isabel Schnabel. Questi sforzi potrebbero includere il passaggio da un approccio basato sui flussi a un approccio basato sugli strumenti per i portafogli obbligazionari del settore privato, l’aumento della quota di obbligazioni emesse da istituzioni e agenzie sovranazionali e una certa rimodulazione del portafoglio di obbligazioni sovrane verso i green bond. (abstract by http://www.verinieassociati.com/

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PIMCO: Decisioni di politica monetaria della BCE ampiamente in linea con le aspettative

Posted by fidest press agency su venerdì, 3 febbraio 2023

By Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO Nel complesso, le decisioni di politica monetaria della BCE di ieri sono state ampiamente in linea con le aspettative. La reazione da colomba del mercato non è del tutto intuitiva e probabilmente è stata influenzata anche dalle riunioni della Fed e della Banca d’Inghilterra. La BCE ha aumentato i tassi di riferimento di 50 punti base e ha lasciato intendere che il ciclo di rialzi non è terminato, dato che l’inflazione di fondo rimane ai massimi storici. La BCE intende aumentare i tassi di altri 50 punti base a marzo e valuterà il percorso successivo alla luce delle nuove proiezioni macroeconomiche di marzo.Il Presidente Lagarde ha fortemente lasciato intendere che la BCE non concluderà a marzo.La BCE non ha fornito molte indicazioni sulla potenziale destinazione dei tassi d’interesse, ma ha accennato al fatto che essi dovranno comunque aumentare in modo significativo e a un ritmo costante, fino a raggiungere livelli sufficientemente restrittivi.Le nostre convinzioni restano poche per quanto riguarda l’andamento e la portata dei rialzi dei tassi della BCE, date le ampie incertezze sulle dinamiche dell’inflazione. La BCE ha inoltre reso noti i dettagli dell’esercizio del QT nell’APP. In linea con le aspettative, i reinvestimenti parziali saranno condotti secondo la prassi attuale, in proporzione alla quota di rimborsi di ciascun programma costitutivo. Non prevediamo conseguenze sul mercato a seguito di questi dettagli.

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BCE: la battaglia contro l’inflazione non è ancora vinta

Posted by fidest press agency su venerdì, 3 febbraio 2023

A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm. Come da attese, la Banca Centrale Europea ha alzato i tassi di 50 punti base e ha ribadito l’intenzione di concludere il Quantitative Easing a inizio marzo. Sebbene l’inflazione abbia dato i primi segnali di rallentamento, la battaglia è ancora lontana dall’essere dichiarata vinta e i mercati si aspettano circa altri tre rialzi prima di raggiungere il tasso finale, con un aumento di altri 50 punti base già dichiarato per marzo. Nonostante i dati in linea con le attese, i mercati hanno reagito in modo molto deciso dopo l’annuncio, con un crollo di tassi e spread molto significativo e una diminuzione del tasso terminale atteso. Il punto chiave sembra la mancanza di una precisazione presente nell’ultimo annuncio di dicembre che evidenziasse le sostanziali revisioni al rialzo delle attese di inflazione. Per la prima volta sembra che anche la Banca Centrale Europea, come quella americana ieri, abbia ammesso che l’aumento dei prezzi sia in parte sotto controllo, o quantomeno meno a rischio di una spirale al rialzo, generando speculazioni su una politica monetaria relativamente più accomodante.

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