Roma Lunedì 17 dicembre alle ore 19, nello storico Casale di San Pio V, Via del Casale di S. Pio V sede della Link Campus University, davanti a una platea cosmopolita di studenti che provengono dalla Cina e dalla Russia, dall’Europa e dalle Americhe, dall’Africa e dal Medio Oriente il Ministro dell’Economia e della Finanze, Giovanni Tria, presenta il libro di Bruno Vespa, “Rivoluzione”.
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Giovanni Tria presenta il libro di Bruno Vespa: “Rivoluzione”
Posted by fidest press agency su domenica, 16 dicembre 2018
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Trasmissione Porta a Porta: Vespa nella bufera
Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 giugno 2016
Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha presentato un’interrogazione al presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, in merito ad alcuni episodi avvenuti durante la puntata speciale del programma “Porta a Porta”, andata in onda su Rai Uno lo scorso 23 giungo per commentare i risultati del referendum sulla Brexit.
“Il conduttore della trasmissione Bruno Vespa – scrive il capogruppo azzurro a Montecitorio – non ha tenuto conto dei princìpi cardine su cui dovrebbe basarsi il servizio pubblico radiotelevisivo, cioè la correttezza, la completezza, l’imparzialità e il pluralismo dell’informazione, e non ha rispettato alcuna deontologia professionale, riguardo agli ospiti politici, presenti in trasmissione”.
“In particolare, il conduttore non ha presentato correttamente il finanziere Davide Serra, omettendo di dichiarare la sua vicinanza al premier Renzi. Ne è scaturito uno scontro nel quale il giornalista Vespa, mancando completamente di rispetto al sottoscritto, ospite della trasmissione, dichiarava quanto segue: ‘Onorevole Brunetta sta impazzendo? Sta parlando una persona, stia al suo posto … lei non ha il diritto…, che titolo ha…, chi è lei per decidere chi parla e chi no…?!’. Il sottoscritto aveva semplicemente rilevato che il conduttore non aveva evidenziato la vicinanza politica al premier Renzi del finanziere Davide Serra (suo finanziatore, relatore in varie edizioni della Leopolda e consulente finanziario molto discusso), chiedendo quindi a Vespa una maggior trasparenza e chiarezza in tal senso, nei confronti del pubblico. Vespa ha ulteriormente replicato, offendendo il sottoscritto e parlando di ‘propaganda politica’, quando invece, il suo comportamento è stato in completa violazione delle più elementari norme proprie della deontologia giornalistica, oltreché del buonsenso”.
“La senatrice Barbara Lezzi del M5S, interrotta nel suo intervento dal direttore del Tg1 Orfeo, lo definiva direttore di Pd1. Orfeo, chiedeva sostanzialmente a Vespa di essere difeso; a quel punto il conduttore si avvicinava alla postazione di Orfeo, affermando, ‘Che devo fare? La prendo a schiaffi?’. Si sono verificati una serie di comportamenti inaccettabili da parte del conduttore, completamente irrispettosi degli ospiti presenti in studio e in violazione dei princìpi, già richiamati, di pluralismo, imparzialità e completezza dell’informazione”.
Il presidente dei deputati azzurri chiede di sapere se i vertici Rai (Campo Dall’Orto e Maggioni) siano a conoscenza dei fatti esposti e se non ritengano urgente fornire gli opportuni chiarimenti circa la gestione della puntata in questione di ‘Porta a Porta’, anche attraverso un’audizione del giornalista Rai Bruno Vespa presso la Commissione parlamentare di vigilanza, organo di controllo del servizio pubblico radiotelevisivo.
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Vespa? E’ il simbolo di un’epoca che è finita
Posted by fidest press agency su domenica, 26 giugno 2016
“Il governo Renzi non arriverà al referendum costituzionale ed è inutile che la Rai continui a far sentire lui, la Boschi e Napolitano favorevoli al sì, dando un`informazione malata: gli italiani lo bocceranno e faranno voltare pagina al Paese”.
Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati in un’intervista a “Il Tempo”, e a proposito della discussione con Bruno Vespa, l`altra sera a “Porta a Porta”, sulla non esauriente presentazione del finanziere Serra, precisa: “Vespa è il conduttore di quella trasmissione, non il padrone. Lui ha violato la deontologia professionale, io glielo ho fatto notare e si è infuriato. Quando si resta troppo allo stesso posto si perde il senso della realtà”.
“Il referendum costituzionale? C`è un vastissimo arco di forze politiche, culturali e istituzionali che sono per il no. Da Sinistra italiana al MoVimento 5 Stelle, a tutto il centrodestra: se noi contassimo i voti potenziali di questi partiti saremmo già al 65-70 per cento. Va aggiunto al voto di questi partiti quella quota di Pd, vedi D`Alema, apertamente schierata per il no. Sul fronte dei sondaggi siamo già oggi tra il 54 e il 60 per cento a favore del no. Ma l`informazione viene manipolata dalla Rai e dai privati, infatti gli ultimi dati AgCom dimostrano che l`informazione televisiva privilegia il sì, a cui è stato dedicato il triplo dei tempi rispetto al no. In ogni caso Renzi se ne andrà a casa, credo anche prima del referendum di ottobre, e occorrerà fare una riflessione istituzionale su come rifare la legge elettorale e poi andare a votare. Le forze che costituiscono il fronte del no hanno la responsabilità di mettersi d`accordo, a livello parlamentare, per una legge elettorale che riscriva totalmente l`Italicum, che non sarebbe più applicabile a un sistemabicamerale quale sarebbe dopo il no”.
Sul tema Brexit molti si sono sentiti traditi dall`informazione. “È stata condizionata dall`economia e dalla finanza anglosassoni, dalla borsa e dai poteri forti economici e finanziari. Questo la dice lunga sullo stato della libertà dell`informazione nel mondo globalizzato. Anche la trasmissione dell`altra sera con Bruno Vespa era tutta costruita sul Remain. Non c`era equilibrio”. E quando è apparso Davide Serra, lei ha voluto fare una precisazione. “Ma certo, con tutti i finanzieri italiani che stanno a Londra, Bruno Vespa ha scelto, legittimamente, Davide Serra. E va bene, questo fa parte delle prerogative del conduttore, il problema è che era anche suo dovere spiegare che quel finanziere è noto in Italia per essere amico del presidente del Consiglio, suo relatore alle Leopolde e di essere anche suo legittimo finanziatore. Serra è un punto di riferimento tecnico-culturale del presidente del Consiglio. Non dirlo viene meno alla deontologia professionale e del servizio pubblico. Quando l`ho fatto rilevare io la reazione di Vespa è stata surreale e allucinante, ha avuto il coraggio di dirmi: lei stia al suo posto. Se l`è presa come se non fosse tenuto a spiegare nulla a nessuno, lui è un conduttore, non il padrone della trasmissione. E io ho ricevuto la solidarietà dall`Italia intera, compresi alcuni consiglieri di amministrazione Rai. La rete si è scatenata contro di lui. Per Bruno Vespa, in ogni caso bravissimo giornalista, è finita un`epoca”, conclude Brunetta.
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Italia: Deficit di leadership
Posted by fidest press agency su domenica, 29 luglio 2012
La grossa fortuna di Berlusconi non è quella che noi tutti immaginiamo, anche se non è di certo una parte irrilevante come l’avere grandi risorse economiche ed essere il patron delle televisioni private italiane, tutt’altro, ma è di avere un uomo del taglio di Gianni Letta. Questo abruzzese ha raccolto la dote migliore della sua regione nell’essere fermo nelle sue idee ma un buon ascoltatore per quelle degli altri e .la capacità di sintesi che hanno permesso più volte di conciliare i pareri divergenti o di smussare quelli più spigolosi. Di certo Bruno Vespa, allorché ad una domanda precisa di un suo intervistatore, a fronte dei clamori della politica spettacolo che assordano i nostri uditi e annebbiano gli occhi, che gli ha chiesto se vi sarà lo spazio per un dialogo tra i partiti che non sia una rissa ma un modo civile di mettersi attorno a un tavolo, la sua risposta è stata, senza esitazione, affermativa e sotto sotto, c’è da scommetterci, pensava di certo a Letta. Questi è l’uomo giusto al posto giusto per compiere quel miracolo che ci possa permettere di traghettare la disastrata Italia verso un riparo meno precario. Un aiuto a Letta è venuto di certo dalla piccola incruenta rivoluzione compiuta, forse inconsapevolmente dagli italiani, che hanno di fatto penalizzato alcuni partiti della destra e della sinistra passando dal centro. Ma questo dialogo in pratica non si restringe a pochi soggetti ma tende semmai a ridimensionarne il peso e ad indurli alla ricerca d’intese che permettano loro di restare nel gioco. Abbiamo, tra l’altro, tre “grilli parlanti”, alquanto scavezzacolli, ma con trestili diversi. Ci riferiamo a Casini e a Di Pietro e a beppe grillo e che pur collocati in posizioni diverse danno spettacolo con le loro dichiarazioni. Casini non piace tanto agli italiani perché ci ricorda il primo della classe. Sempre puntuale a precisare, a saperla lunga su tutto, a indottrinare gli sprovveduti ascoltatori. Di Pietro, invece, sa tanto del ragazzo cresciuto in campagna, un po’ confuso e confusionario nell’esprimersi ma genuino nelle intenzioni e alla pari del suo “cugino abruzzese”,(Gianni Letta) da buon molisano, ha le sue convinzioni e le tiene ben salde. Nell’immaginario popolare restano, comunque, il “saputello” e “l’inquirente” che stempera la sua severità con un tocco di furbizia contadina. Completa il trittico Beppe Grillo, l’enfant prodige che da contemporaneo tribuno del popolo tuona nelle piazze d’Italia contro il malgoverno e fa alzare le sue quotazioni politiche in termini di consensi elettorali, come ci dicono i recenti sondaggi d’opinione.
Il tutto affonda in una logica tutta italiana, nella nostra storia passata vissuta sui compromessi e che oggi vanno, rivisti e riscritti se vogliamo uscire dal pantano in cui ci troviamo. Lo richiede l’elettore e i suoi segnali sono inequivocabili nonostante i suoi salti umorali. Lo richiede il mondo economico, finanziario, giudiziario e dei grand commis dello Stato, per quanto abbiano saputo avvantaggiarsi sino ad oggi colmando il vuoto che la politica aveva lasciato nella sua ingovernabilità e indecisione nell’assumere impegni precisi in politica economica, nel welfare, nel lavoro, nella giustizia e nella scuola, lo richiede la comunità internazionale che ha vincolato l’Italia a patti di stabilità e che con la moneta unica non si può permettere sbavature anche e solo da parte di uno dei suoi componenti. E riscrivere un patto per gli italiani guardando al futuro significa interpretare il sogno dei nostri padri per una società di uguali e votata alla solidarietà. Significa forse sentirsi meno furbi e meno inclini all’arte di arrangiarsi poiché non è con gli espedienti che riusciremo a testimoniare il nostro ideale di cultura e di civiltà di cui ne traiamo in ogni momento ispirazione guardando il nostro passato. (Riccardo Alfonso fidest@gmail.com)
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Adesione della Croazia all’U.E.
Posted by fidest press agency su giovedì, 16 febbraio 2012
“Ho chiesto di intervenire a titolo personale per lasciare un segno, che è il segno di un ricordo di carattere morale. Io sono cittadino italiano e lo sono perché mia madre, che veniva dalla dolce terra dell’Istria, scelse di essere italiana; perché mio nonno, che era stato volontario nella Grande Guerra, scelse di essere italiano. Io ho ben chiaro che vi sono, e lo dico da patriota e da europeo, le ragioni dell’integrazione europea, ho ben chiari gli interessi economici e commerciali e mi rendo perfettamente conto di cosa sia la cooperazione, la collaborazione con la Croazia”. Lo dichiara il coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, Roberto Menia, nel corso della discussione alla Camera dei Deputati sull’adesione della Croazia all’Unione Europea. “È certo detto che la Croazia di oggi è cosa ben diversa da quella di Tito – prosegue il coordinatore di Fli – ma rispetto alla mia storia personale mi trovo di fronte a un muro mai abbattuto e un interrogativo di carattere morale mi si pone. I presidenti di Italia, Croazia e Slovenia, nel 2010, durante il concerto di Riccardo Muti, hanno simboleggiato la riconciliazione, ma era anche un atto di ipocrisia perché il gesto di inginocchiarsi sulla grande foiba di Basovizza non l’hanno compiuto”, evidenzia Menia.“Per quelli che hanno lasciato tutto dall’altra parte del confine, terre, morti e ricordi, è una questione mai risolta. L’ultima legge che facemmo, circa 10 anni fa, sugli indennizzi ha liquidato un ulteriore acconto, ma l’indennizzo definitivo non arriverà mai. La Croazia ha ereditato tutti i frutti delle rapine titoiste e non ha mai restituito nulla. È colpa anche di noi italiani se perdiamo la memoria nazionale. Dubrovnik – precisa il coordinatore di Fli – è in realtà l’antica Ragusa, la quinta repubblica marinara, Split è in realtà Spalato, la città di Diocleziano, e molti non sanno che a Pola c’è un’arena romana più antica del Colosseo”. “E Bruno Vespa non trova di meglio che invitare a “Porta a Porta” una storica revisionista. Questo è un fatto di coscienza, è per questo che mi astengo, essendo un segno di coerenza di fronte al mio popolo e alla mia storia”, conclude Menia.
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Non siamo ancora un Paese normale
Posted by fidest press agency su giovedì, 8 dicembre 2011
“Queste son cose che nemmeno Monti potrà riformare. Questo Paese ha odio verso i moderati e l’informazione moderata. Siamo un Paese ideologicamente violento, purtroppo”. Così Bruno Vespa, ospite di “24 Mattino” su Radio 24, reagisce alle polemiche sulla presenza a “Porta a Porta” del premier Mario Monti, alla prima apparizione in un talk-show da quando è premier. “I moderati sono la maggioranza nel Paese, ma l’informazione moderata è in larghissima minoranza – continua Vespa – e si fa questa guerra. Non si capisce perché il presidente del Consiglio non possa venire in una trasmissione nella quale son venuti cinque premier in 16 anni, nella quale ha telefonato il Papa e nella quale lo stesso Monti ha partecipato a settembre con Napolitano”.
Per Vespa le polemiche di questi giorni sono dettate in parte dall’invidia: “Questa componente c’è, la vedo da quando sono nato – ha detto -. Quando scrissi il primo libro di successo a qualche collega venne anche un colpo. Lasciamo stare, dovrei fare il nome di persone che non ci sono più. Ebbi incoraggiamenti per scrivere il primo libro, ma quando scrissi il secondo e vendetti 100mila copie alcuni miei grandi illustri colleghi non apprezzarono molto. Qualcuno arrivò a togliermi il saluto. Qual è stata la mia colpa? Fare un invito, e la colpa di Monti è stata di accettarlo. Io e Mario Monti ci conosciamo da tantissimi anni, è stato ospite varie volte, come tutti si è trovato bene perché a ‘Porta a Porta’ nessuno potrà mai dire di essere stato imbrogliato, di avere avuto trappole o di essere cascato nel fosso, non è un caso che sono venuti tutti”.
Vespa risponde a Corrado Stajano che sul Corriere della Sera ha lanciato un appello a Monti perché rinunci ad apparire stasera in tv: “Corrado Stajano vive ancora nel clima della guerra civile, dunque peggio per lui – ha replicato Vespa -. Perché dovrebbe esserci discontinuità? Se uno dà un’intervista al Corriere della Sera non dà l’intervista a un giornale che esiste da 120 anni? In America i presidenti sono andati nei talk-show con gli stessi conduttori. Jay Leno, che fa un programma da 17 anni come me, ha abbracciato e baciato Obama e applaudiva alle sue battute. Immagini cosa succederebbe in Italia se facessi una cosa del genere. Siamo ipocriti, siamo ideologicamente violenti e questa è una delle anomalie del Paese”.
Vespa ha replicato piccato anche alle accuse di voler proseguire la politica-show, come nel caso della puntata del 2001 in cui Berlusconi firmò il celebre contratto con gli italiani: “Tutti i conduttori avrebbero fatto la fila per farsi firmare il contratto con gli italiani. Fu un colpo giornalistico notevolissimo. C’è bisogno di spiegarlo? Berlusconi aveva deciso di fare un’uscita mediatica e non fu facile convincerlo a farla in seconda serata, invece che in prima. Quella è un’immagine di dieci anni fa, dopo venne Prodi che mi pare non abbia avuto nessun disagio a entrare in uno studio profanato dal contratto con gli italiani. Nello stesso studio facemmo il confronto Prodi-Berlusconi. Se non li ha avuti Prodi questi problemi perché dovrebbe averli un signore garbato come Monti? La discontinuità deve entrare nella testa di certa gente. La politica show – ha proseguito Vespa – nacque nel 1994 con Berlusconi che disse ‘l’Italia è il Paese che amo’, fece un partito in tre mesi, decretò la fine della prima Repubblica. E appena nominato segretario del Pds D’Alema chiamò un istituto di sondaggi, la Swg, per mettersi sulla stessa linea. La Swg lavora dal ’94 con il Pds e le sue successive evoluzioni. Lì è stato il cambio di passo, non nel 2001”.
Infine una replica a chi accusa Vespa di non fare le domande incisive: “Sto sempre aspettando che mi suggeriscano le domande che non ho fatto. La prima domanda che farò a Monti? Non ne ho la più pallida idea, certe volte penso alla prima domanda sulla sigla del programma”. (Maria Luisa hioda)
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“Il viaggio in Italia: 150 anni di emozioni”
Posted by fidest press agency su lunedì, 13 giugno 2011
Roma, 16 giugno 2011 ore 10.00 Complesso del Vittoriano Sala Zanardelli Piazza dell’Ara Coeli Da sempre il viaggio in Italia ha costituito una tappa fondamentale, un’emozione imprescindibile, nella vita di poeti, artisti, scrittori, filosofi e scienziati. Per chiunque venga nel Bel Paese, infatti, è un’emozione continua la scoperta del nostro immenso patrimonio storico, artistico, ambientale; un’emozione continua la scoperta, ovunque si vada, di gioielli d’arte, perle di paesaggi dai mari ai monti ai laghi; un’emozione continua la scoperta di musei, chiese, palazzi storici, reperti archeologici; un’emozione continua la scoperta della nostra cucina, dei nostri sapori e profumi. E il Convegno “Il viaggio in Italia: 150 anni di emozioni”, promosso dal Ministro del Turismo On. Michela Vittoria Brambilla, attraverso le varie voci dei diversi interventi vuole mettere in luce proprio la bellezza, l’emozione del viaggio in Italia nei suoi differenti aspetti. Introduce:
On. Michela Vittoria Brambilla, Ministro del Turismo
Coordina i lavori: Bruno Vespa
Interventi:
Giordano Bruno Guerri, Presidente del Vittoriale degli Italiani
Maria Teresa Benedetti, Storica dell’arte
Filippo Maria Battaglia, Giornalista e scrittore
Heinz Beck, Chef del Ristorante La Pergola Rome Cavalieri
Mario Morcellini, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sapienza Università di Roma
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La partita dei veleni: Pdl-Pd 4 a 1
Posted by fidest press agency su venerdì, 3 giugno 2011
Berlusconi: “Siamo ancora in partita”. Se ci rifacciamo alle dichiarazioni del nostro presidente del consiglio intervistato subito dopo i risultati delle amministrative dobbiamo rilevare che la debacle elettorale non lo ha scosso più di tanto. Per lui la partita è iniziata con quattro risultati elettorali positivi, nel corso di questi ultimi anni, e aver perso oggi significa che lui è ancora “in partita”. I suoi avversari devono ancora rimontare la china. Gli altri incontri “calcistico-politici” potrebbero essere la prossima tornata referendaria e poi ancora le politiche. E saremmo, comunque, se perde anche questi appuntamenti con gli elettori, a 4 a 3 a suo favore. Nel frattempo dovremmo restare incollati al televisore per pendere dalle labbra di chi per anni non ha fatto che farci promesse irrealizzate:
Ricordate il contratto con gli italiani firmato durante la trasmissione televisiva “Porta a porta” condotta da Bruno Vespa nell’aprile 2001, cioè 10 anni fa? Vediamone i punti che dovevano essere realizzati in cinque anni (2001-2006).
• Tasse: riduzione delle aliquote a due, 23% fino a 100mila euro e 33% oltre i 100mila euro. Obiettivo non raggiunto.
• Disoccupazione: dimezzamento del tasso di disoccupazione. Si doveva raggiungere il 4,8%, oggi siamo all’8,5%. Obiettivo non raggiunto.
• Pensioni: la minima a 520 euro mensili. Oggi e’ 467 euro mensili. Obiettivo non raggiunto.
• Criminalità: diminuzione dei reati. In dieci anni i reati sono aumentati del 21%. Obiettivo non raggiunto.
• Grandi opere: apertura per il 40% delle opere finanziate. Oggi le opere realizzate e cantierate arrivano al 23%. Obiettivo non raggiunto.
E non finisce qui. Abbiamo avuto la riforma della scuola: e come è finita? Molto male e lo ricordano i precari, gli insegnati di ruolo, gli studenti, le famiglie perché sono mancati i fondi per realizzarla e si sa che le nozze non si fanno con i fichi secchi. E la riforma della giustizia? Non si va oltre le leggi ad personam. E la disoccupazione giovanile? Cresce perché manca una seria politica di rilancio e d’investimenti nell’industria, nel terziario e nelle infrastrutture. Cosa si inventerà ora il nostro presidente? Un altro contratto con gli italiani? Nulla di tutto questo: un altro “fumus” con la nomina del segretario del suo partito, come di solito fa un presidente scegliendo il suo segretario tutto fare. Ma siamo sempre a 4 a 1 ed è quello che conta per lui e dovrebbe contare anche per noi. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)
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Diretta Tv: Centocinquanta
Posted by fidest press agency su domenica, 13 marzo 2011
Roma 15 marzo ore 12.00 Sala A viale Mazzini, 14 (entrata via Pasubio, 7) – Conferenza stampa per la presentazione di Centocinquanta in diretta dal Teatro Delle Vittorie in Roma con Pippo Baudo Bruno Vespa Regia di Cristiano D’Alisera “Centocinquanta” è il programma che Rai 1 dedica ai 150 anni dell’unità d’Italia. Un viaggio attraverso il nostro Paese dal 1861 ad oggi, per raccontare i fatti e le storie che hanno caratterizzato questo periodo storico: da Garibaldi a Mussolini, da Cavour a De Gasperi, da Petrolini a Totò e, ancora, dal velocifero alla Ferrari, dal valzer alla discomusic, dal telegrafo al telefono cellulare In onda su Rai 1, mercoledì 16 marzo ore 21.10
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Forza Lamberto e forza Milo
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 gennaio 2011
Lettera al direttore. Ogni giorno ormai, immancabilmente, Lamberto Sposini e Milo Infante, facendo spietata concorrenza a Bruno Vespa e ad Alessio Vinci, dedicano le loro trasmissioni di “approfondimento” a squallide vicende di cronaca nera. Non converebbe loro alternarle con le squallide vicende che riguardano il Cavaliere? A mio parere avrebbero due vantaggi: accrescerebbero gli ascolti, e renderebbero un buon servizio agli italiani che non leggono i giornali, e non sanno neppure bene che cosa sia il Bunga bunga. Per ottenere il massimo dell’audience, potrebbero realizzare meravigliose ricostruzioni. Forza Lamberto e forza Milo! (Attilio Doni)
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Natuzza agli onori degli altari
Posted by fidest press agency su venerdì, 5 novembre 2010
Lettera al direttore. Mercoledì sera, 3 novembre, Bruno Vespa ha dedicato la trasmissione alla terza delle sue passioni: miracoli e stimmate. La prima, stando al numero di trasmissioni che vi dedica, è costituita dai fattacci di cronaca nera. La seconda, alla politica. L’altra sera si parlava di Natuzza Evolo. L’immagine che è stata mostrata più di sovente è stata quella piuttosto raccapricciante delle stimmate sul corpo di Natuzza. Tra gli illustri invitati: Luisa Corna e Walter Nudo. C’era poi un vescovo, un giornalista, ed altri, ma, come sempre accade nelle trasmissioni vespine dedicate a temi religiosi, era assolutamente assente una voce cristiana che potesse dimostrare che le stimmate sono teologicamente un assurdo. E’ impossibile, infatti, attribuire a Dio un intervento che produca effetti negativi (piaghe dolorose e sanguinolenti) sul corpo delle sue creature. Sarebbe come bestemmiare. La piaghe le producono gli uomini. Ma chi era Natuzza? Era una persona analfabeta che del Vangelo aveva capito assai poco. Analfabeta, ma capace di ricorrere a piccole furbizie: «Io ripeto solo quello che l’angelo mi dice. Ad esempio se una mamma mi chiede: “Di che è morto mio figlio?”, e dice questo per provarmi, l’angelo mi risponde: “Lei lo sa già”, ed io dico a quella persona: “Voi lo sapete” » (Natuzza Evolo e gli Angeli – don Marcello Stanzione). Oppure furbetto era l’angelo? Ma come descriveva Natuzza gli angeli con i quali aveva tanta familiarità? Diceva che erano “bambini bellissimi, luminosi, sollevati da terra”. L’esito del processo canonico è scontato. Natuzza salirà agli onori degli altari. Ma è cristianesimo questo? (Miriam Della Croce)
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Le due facce di Bruno Vespa
Posted by fidest press agency su lunedì, 1 novembre 2010
Lettera al direttore. Gentile dott. Bruno Vespa, giovedì sera non sono stato costretto, come altre volte, a cambiare immediatamente canale; non l’ho visto, infatti, languidamente abbracciato al plastico di una casa, né ho visto la fotografia di una minorenne uccisa, né qualche presunto strumento di morte tra le sue mani. Si parlava di un argomento serio, degno di un giornalista serio: il mistero sul silenzio di Pio XII nei riguardi dei crimini nazisti. Suppongo che gli ascolti siano stati inferiori a quelli delle serate precedenti, ed io capisco che gli ascolti siano importanti per un conduttore televisivo, ma vuol mettere la differenza tra il Vespa dell’altra sera e il Vespa di Cogne e di Avetrana? Lei è persona ormai conosciutissima, scrive libri, riesce a condurre anche trasmissioni serie, ad invitare Paolo Mieli, anziché i soliti “opinionisti” annoiati, che bisogno ha quindi di qualche ascolto in più? Perché insistere sui fattacci di cronaca nera? Conviene alla sua immagine? Magari, dimenticando la sua devozione a Berlusconi, su una tragedia converrebbe che lei, aquilano, ogni tanto tornasse: quella della sua città abbandonata. Calerebbe l’audience? Pazienza. Ne varrebbe la pena, giacché potrebbe derivarne un bene per gli aquilani. Ma le serate dedicate all’orrore a chi fanno bene? (Attilio Doni)
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Bruno Vespa: giornalista o uomo di spettacolo?
Posted by fidest press agency su venerdì, 15 ottobre 2010
Lettera al direttore. Il 1 marzo 2010 un noto quotidiano pubblica una lettera che critica l’aquilano Bruno Vespa, per essersi dimenticato (dopo tante trasmissioni al tempo del terremoto) della sua amata città abbandonata, e lui, sullo stesso giornale, subito replica che durante una trasmissione dedicata allo scandalo delle grandi opere, se n’era invece ricordato. In questi giorni su diversi quotidiani sono state pubblicate diverse lettere di critica (non solo a lui) per la solita abitudine di tuffarsi su tristissimi fatti di cronaca nera per fare spettacolo, e lui ( ma non solo lui) non fa arrivare nessuna replica. Come mai? Del resto, non replicò neppure quando furono in molti a muovergli critiche per le interminabili trasmissioni sulla morte atroce di un bimbetto. Chi può dimenticarlo, mentre teneva tranquillamente in una mano un mestolo e nell’altra uno scarpone e indugiava nel descrivere il modo con cui il piccolo poteva essere stato ucciso? Come mai nessuna replica allora, e nessuna replica oggi? Come mai? (Elisa Merlo)
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I “silenzi” di Bruno Vespa
Posted by fidest press agency su sabato, 27 febbraio 2010
Lettera al direttore. Dal centro storico dell’Aquila, chiuso in uno inspiegabile isolamento, a distanza di dieci mesi dal terremoto non è stata spostata una pietra. Come mai l’aquilano Bruno Vespa, che al tempo della tragedia, tante serate dedicò alla sua amata città, non ha dedicato una trasmissione a questa negligenza, presentandosi magari in trasmissione con una bella carriola piena di macerie? Non se n’era accorto, e magari deciderà di farlo adesso in occasione della protesta? Oppure teme di dispiacere a qualcuno? (Elisa Merlo)
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“Roma punta sui turismi”
Posted by fidest press agency su venerdì, 30 ottobre 2009
A parlare il Vicesindaco di Roma. “Per il rilancio del turismo, la Capitale ha puntato principalmente sull’ampliamento dell’offerta turistica – ha detto Cutrufo nel corso del dibattito sui parchi a tema moderato da Bruno Vespa che si è svolto oggi al Tempio di Adriano al quale ha partecipato il Ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla. “Il secondo polo turistico della Capitale è la risposta ad una richiesta pressante che arriva dal turismo contemporaneo, e punta ad intercettare segmenti mai presi in considerazione fino ad ora. Il Secondo polo turistico peraltro è già in realizzazione per il 40%, con investimenti messi in campo di oltre 3 miliardi provenienti dai privati e che vedrà l’investimento complessivo, per il completamento della sua realizzazione, di otto miliardi di euro. I tempi di realizzazione sono previsti tra i 24 ed i 60 mesi – spiega Cutrufo. Le prime opere che si completeranno sono il centro convegnistico dell’Eur che avrà come fulcro la nuvola di Fuksas, l’acquario sotto il laghetto dell’Eur, l’ampliamento del marina di Ostia, la costruzione del nuovo porto turistico di Fiumicino, l’inizio dei lavori dell’aeroporto. Le altre realizzazioni si dividono in progetti approvati come il Parco da tema sul cinema, importanti infrastrutture, le centralità urbanistiche; infine progetti da approvare il Gran Premio di Formula Uno, il rifacimento del waterfront di Ostia, il parco a tema sull’impero romano. Quest’ultimo potrebbe essere uno dei parchi a tema più importanti del mondo, come certificato da una ricerca degli otto istituti più importanti, con una capacità di attrazione di circa 10 milioni di visitatori”.
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Vespa costa troppo per il CdA Rai
Posted by fidest press agency su sabato, 24 ottobre 2009
Il Consiglio d’Amministrazione della Rai ha rimandato a mercoledì prossimo la disamina del rinnovo contrattuale di Bruno Vespa, considerato dai vertici di viale Mazzini troppo oneroso. L’accordo che lega il giornalista alla società radiotelevisiva pubblica fino ad agosto 2010 prevede attualmente un minimo di un milione e duecentomila euro per cento puntate di Porta a Porta. Un compenso che per il nuovo contratto avrebbe dovuto subire un aumento del ventidue percento. I consiglieri Angelo Maria Petroni e Nino Rizzo Nervo hanno quindi chiesto il rinvio dell’esame del rinnovo contrattuale al direttore generale della Rai Mauro Masi, al fine di riconsiderarne i termini. Vespa si è giustificato sostenendo che l’adeguamento al rialzo è dettato dall’inflazione decennale di cui non si sarebbe tenuto conto in alcuni elementi dei vecchi contratti e alla presenza di ventisei trasmissioni in più rispetto all’accordo precedente. “Sono cifre da capogiro – ha commentato Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti -, soprattutto se si pensa che più volte a Porta a Porta lo stesso Vespa ha parlato del problema del precariato e della gente che stenta anche ad arrivare a fine mese. Sarebbe una cifra congrua e giusta – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – se si ricordasse di essere abruzzese devolvendo la metà del suo stipendio alle vittime del terremoto”.
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