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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘cancro’

Le strategie del Piano europeo per la lotta contro il cancro

Posted by fidest press agency su venerdì, 28 aprile 2023

Riunito a Roma il consorzio che partecipa a Can.heal (41 organizzazioni di 17 Paesi) | Saranno estese iniziative in corso a livello nazionale per promuovere l’applicazione della genomica allo scopo di migliorare sia diagnosi e terapia per i pazienti oncologici sia la comprensione della predisposizione individuale a sviluppare determinati tipi di tumore | Il ruolo centrale dell’Italia con la Rete del Ministero della Salute (Alleanza Contro il Cancro)Affinché i pazienti possano effettivamente beneficiare delle strategie del Piano europeo di lotta contro il cancro, diagnosi e cura andranno affrontate in maniera concertata: è questo l’obiettivo principale di “Can.heal: Building the EU Cancer and Health Genomics Platform” progetto di cui gli stakeholders europei stanno discutendo in Istituto Superiore della Sanità nella conferenza dal titolo “High-level Stakeholder Conference – Reducing Disparities Across the European Union” organizzata da Alleanza Contro il Cancro, la Rete del Ministero della Salute che nell’iniziativa riveste ACC un ruolo prominente in qualità di coordinatore dell’intero ramo clinico e leader del workpackage dedicato a prevenzione e diagnosi precoce. Il braccio clinico del progetto, che risponde al bando per ‘Cancer Diagnostic and Treatment for All’, è incentrato sull’applicazione clinica della tecnologia NGS e sull’identificazione di percorsi implementativi che facilitino l’armonizzazione nell’interpretazione dei dati e nelle decisioni terapeutiche, in modo da impiegare gli stessi approcci diagnostici e/o terapeutici a pazienti che abbiano profili comparabili in tutta Europa, e permettere una migliore consulenza ai familiari circa la suscettibilità individuale al cancro, Nel ramo clinico di cui Alleanza Contro il Cancro è coordinatore così come nel workpackage dedicato a prevenzione e diagnosi precoce, di cui è leader, saranno sfruttati strumenti e risultati ottenuti in altri progetti chiave della Rete, come GerSom e oncNGS per consentire di affrontare il tumore quanto prima possibile nella sua storia clinica. A Can.heal partecipano in qualità di affiliated entities di ACC quattro soci: IFO-IRE, Fondazione Policlinico Gemelli, Humanitas e IEO. Responsabili del progetto sono Ruggero De Maria, Presidente di ACC, Patrizio Giacomini (IFO-IRE), Maurizio Genuardi (Fondazione Policlinico Gemelli), Giovanni Tonon (Humanitas) e Luca Mazzarella (IEO).

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Cancro del colon-retto

Posted by fidest press agency su giovedì, 27 aprile 2023

Un modello di intelligenza artificiale (IA) progettato in collaborazione dalla Harvard Medical School e dalla National Cheng Kung University di Taiwan potrebbe supportare i medici nel prognosticare e trattare i pazienti con cancro del colon-retto. «La nostra IA esegue compiti che i patologi umani non possono svolgere sulla base della sola visualizzazione delle immagini» afferma Kun-Hsing Yu, professore associato di informatica biomedica all’Istituto Blavatnik dell’Harvard Medical School che ha guidato un team di patologi, oncologi e informatici biomedici. «Solo guardando al microscopio le immagini di cellule tumorali del colon-retto biopsiate dal paziente la nostra IA è in grado di prevedere con precisione non solo l’aggressività del tumore, ma anche la sopravvivenza con e senza recidiva e la terapia ottimale» scrivono gli autori su Nature Communications, aggiungendo che disporre di uno strumento che risponda a queste domande potrebbe supportare medici e pazienti a fronteggiare una malattia che spesso si comporta in modo diverso anche tra persone con profili simili che ricevono lo stesso trattamento. L’IA descritta nell’articolo è stata addestrata con i dati di quasi 2.000 pazienti con cancro del colon-retto provenienti da diverse coorti che insieme comprendono più di 450.000 partecipanti. Durante l’addestramento i ricercatori hanno fornito informazioni su età, genere, stadio del cancro e prognosi dei pazienti, oltre che sui profili genomici, epigenetici, proteici e metabolici dei diversi tumori. Terminato l’addestramento, gli autori hanno verificato il funzionamento dell’IA nel “mondo reale” alimentandola con una serie di immagini mai viste in precedenza di campioni tumorali di diversi pazienti.Così facendo, i ricercatori hanno scoperto che il modello è stato in grado di predire con precisione la sopravvivenza dei pazienti dopo la diagnosi e quanti anni sarebbero stati liberi dal cancro. Non solo: l’IA ha anche previsto come un singolo individuo potrebbe rispondere a diverse terapie a seconda delle mutazioni geniche che rendono il cancro più o meno incline alla progressione. «Oltre che essere sottoposto a ulteriori conferme, il modello subirà anche aggiornamenti periodici con nuovi dati man mano che arrivano, in modo che le sue prestazioni non restino indietro» conclude Yu. (fonte Doctor33)

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Cellule staminali contro il cancro

Posted by fidest press agency su martedì, 18 aprile 2023

Secondo il Ministero della Salute al decreto ministeriale del 18 novembre 2009 (aggiornato nel 2014) “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo – dedicato. (09A15290) (GU Serie Generale n.303 del 31-12-2009)” per oltre 70 patologie è consolidato l’uso per il trapianto di cellule staminali ematopoietiche, con comprovata documentazione di efficacia e per le quali è opportuna la raccolta dedicata di sangue cordonale tra questi il linfoma non-Hodgkin. Questo linfoma rappresenta un gruppo eterogeneo di tumori che colpiscono in genere la popolazione adulta e anziana e in Italia rappresentano circa il 3% di tutte le neoplasie. L’incidenza è in aumento e le stime dei Registri Tumori AIRTUM per il 2020 parlano di 7.000 nuovi casi tra gli uomini e di 6.100 tra le donne.Sono neoplasie che colpiscono le cellule del sistema immunitario, i linfociti, che difendono il nostro organismo dagli agenti esterni, la malattia si verifica quando la struttura cellulare del corpo muta. Nel tempo, questo può portare a cellule sovradimensionate che sbilanciano il sistema corporeo o a tumori che si sviluppano da cellule in eccesso.L’opzione terapeutica con maggior successo è rappresentata dal trapianto autologo dedicato di cellule staminali da midollo osseo, sangue periferico o meglio ancora da cordone ombelicale.Le cellule staminali ematopoietiche da cordone ombelicale rappresentano circa il 4% delle cellule presenti nel sangue cordonale e costituiscono la principale fonte di cellule staminali immature e con una notevole capacità di differenziarsi in una qualsiasi cellula del sangue e riprodursi per poter ripristinare il sistema immunitario, con un basso o quasi nullo rischio di rigetto e recidiva Cytotechnology (2015) 67:387–396]. Le cellule staminali ematopoietiche si trovano nel midollo osseo e nel sangue periferico costituendone lo 0,01-1%, delle cellule presenti, e non esiste un buon modo per separarle dalle altre cellule [Cytotechnology (2015) 67:387–396]. Quando vengono eseguite infusioni di midollo osseo e globuli periferici si ottengono un numero esiguo di cellule staminali che sono terapeutiche insieme a molte altre cellule che, invece, non lo sono. Il trapianto autologo di cellule staminali consiste nella somministrazione di chemioterapia associata o meno a radioterapia seguita da una rinfusione delle cellule staminali del paziente stesso. La vera sfida dei ricercatori riguarda l’aumento dei campioni a disposizione che secondo i dati del centro nazionale del sangue sono bassi, nell’ultimo anno solo il 2,5% delle coppie ha deciso di donare le cellule staminali del cordone ombelicale. “L’unico modo per aumentare i campioni a disposizione della comunità è unire le forze attraverso un modello ibrido, dove il pubblico e privato collaborano per la tutela del patrimonio biologico delle famiglie. – spiega Luana Piroli direttore generale e della raccolta di In Scientia Fides – Questo modello di raccolta è già attivo da tempo in paesi come Inghilterra e Germania con un obiettivo comune, la salvaguardia del cittadino con la messa in sicurezza di un patrimonio biologico e soprattutto una regolamentazione del settore. Riteniamo sia dunque indispensabile un confronto a livello governativo”.

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In Europa il 32% delle morti per cancro negli uomini e il 16% nelle donne sono associati alle disuguaglianze socioeconomiche, in particolare a bassi livelli di istruzione e reddito

Posted by fidest press agency su sabato, 4 febbraio 2023

Le persone meno istruite e più povere adottano stili di vita scorretti, eseguono con scarsa frequenza gli screening, non accedono ai sistemi sanitari e troppo spesso arrivano alla diagnosi di tumore in fase già avanzata. Queste disparità sono meno evidenti nei Paesi che presentano sistemi sanitari universalistici come il nostro, in grado di garantire le cure a tutti. L’Italia, però, deve colmare il divario nell’adesione ai programmi di screening che ancora permane fra Nord e Sud. Serve un grande piano di sensibilizzazione per recuperare queste lacune. Inoltre, nel nostro Paese, più del 50% del tempo di ogni visita oncologica è assorbito da adempimenti burocratici. Per questo gli specialisti chiedono di assumere personale che possa occuparsi di questi aspetti. Ma vi sono aree su cui servono interventi urgenti, a partire dalla sensibilizzazione dei cittadini sui corretti stili di vita. Nel 2022, in Italia, sono state stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro. Il 40% dei casi può essere evitato agendo su fattori di rischio modificabili. In particolare il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio, associato all’insorgenza di circa un tumore su tre e a ben 17 tipi di neoplasia, oltre a quella del polmone. Le differenze sociali nel fumo, che vedono più esposte le persone con minori risorse economiche o basso livello di istruzione, nel nostro Paese si mantengono nel tempo ampie e significative, a fronte di una riduzione che coinvolge di più gli individui meno svantaggiati”. Un’altra forte criticità, che rischia di compromettere la qualità delle cure, riguarda gli adempimenti burocratici che assorbono più della metà del tempo di ogni visita oncologica. “Una ricerca svolta in 35 strutture ospedaliere, per un totale di 1469 pazienti visitati, ha mostrato che, durante un appuntamento, per 11 minuti dedicati alla visita della persona, ulteriori 16 vengono spesi per la compilazione di moduli, prenotazione di appuntamenti, visite, esami, letti e poltrone per ricoveri o day hospital, prescrizioni, invio di e-mail – spiega Rossana Berardi, membro del Direttivo Nazionale AIOM -. Un dato che probabilmente è addirittura sottostimato, perché molti centri dedicano giorni fissi a queste attività”. “La scarsità dei clinici è diventata una vera emergenza, causata da molti fattori: la pandemia, il numero chiuso delle Facoltà di Medicina mantenuto per troppi anni, l’alto numero di pensionamenti e il blocco del turnover – continua la Prof.ssa Berardi –. Le Regioni potrebbero affrontare questa situazione e liberare i clinici dalle attività burocratiche. Come AIOM proponiamo un modello di affiancamento di nuovo personale agli oncologi. Figure amministrative e paramediche, biologi o data manager in grado di supportare il personale sanitario durante le visite, per accorciarne la durata e aumentarne il numero. (abstract)

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Giornata mondiale contro il cancro

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 febbraio 2023

4 febbraio 2023 Ridurre le diagnosi di tumore del 40% e di morte del 50% è possibile adottando stili di vita più sani: un obiettivo raggiungibile, a patto di fare della prevenzione un patrimonio comune, basata sui dati e su indicazioni scientificamente validate su come intervenire sulle proprie abitudini. È il messaggio lanciato da Santagostino Monitoring – Osservatorio sulla Salute, un gruppo di studio che riunisce un pool di data scientist e professionisti sanitari per produrre ed elaborare dati e ricerche sul tema della sanità, della prevenzione, del benessere, promosso da Santagostino. Il primo passo da compiere per ridurre la possibilità di sviluppare neoplasie è adottare uno stile di vita equilibrato. Fumo, alcool, sedentarietà, scorretta alimentazione sono tra le cause più comuni di tumore. Il fumo, in particolare, rappresenta il principale fattore di rischio: viene associato all’insorgenza di circa un tumore su tre, non solo al polmone, tra quelli attribuibili a fattori di rischio evitabili nel 2019. I dati della sorveglianza PASSI mostrano che, nel biennio 2020-2021 in Italia, 1 persona su 4 (25%) è affetta da tabagismo: la maggioranza degli adulti 18-69enni non fuma (59%) o ha smesso (17%). Altro rischio per la salute sono il peso eccessivo (3 adulti su 10 sono in sovrappeso e 1 su 10 obeso nel biennio 2020-2021, con prevalenza al Sud Italia) e il consumo di alcool, tra cui il binge drinking, ovvero l’assunzione di 5 o più unità alcoliche in un’unica occasione per gli uomini e 4 per le donne, fenomeno che riguarda l’8% delle persone. Il consumo eccessivo di alcool è maggiore nei residenti del Nord Italia.Si stima che nel 2019 gli scorretti stili di vita siano stati responsabili di 4.450.000 morti per cancro in tutto il mondo, vale a dire il 44,4% di tutti i decessi per patologie oncologiche (il 50,6% negli uomini e il 36,3% nelle donne). Il 36,9% di queste morti sono conseguenza di neoplasie a carico del polmone, della trachea e dei bronchi, il 14,2% del colon-retto e il 18,5% di esofago, stomaco e fegato. Cambiare abitudini, migliorare gli stili di vita si può. Effettuare controlli regolari permette di diagnosticare precocemente molte neoplasie, favorendo cura e guarigione. Per alcuni tumori come ad esempio i tumori al seno, al collo dell’utero e al colon-retto esistono screening specifici, dedicati alle fasce di popolazione più a rischio. “Le analisi del sangue”, spiega Roncadin, “sono un primo strumento, utile non solo per avere un quadro generale della salute del paziente, ma anche per intercettare i marker tumorali. Il PSA per il tumore alla prostata, il CA125 per il carcinoma dell’ovaio e il CEA, legato al carcinoma del colon-retto. È bene chiarire che un risultato positivo di questi esami non significa necessariamente una diagnosi di tumore, ma stimola un ulteriore approfondimento”. A questo indirizzo https://salute.santagostino.it/giornatacancro dal 4 all’11 febbraio i pazienti interessati (ovviamente previo consulto con il proprio medico curante) potranno prenotare l’esame di laboratorio che poi verrà erogato gratuitamente in una delle sedi del Santagostino, sino a esaurimento disponibilità. Il vademecum del Centro Studi SantagostinLo è scaricabile a questo link:https://salute.santagostino.it/giornatacancro

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I numeri del cancro in Italia

Posted by fidest press agency su domenica, 18 dicembre 2022

Roma, 19 dicembre 2022, ore 11 Ministero della Salute (Auditorium), Lungotevere Ripa 1. Il volume sarà presentato in una conferenza stampa con gli interventi di Saverio Cinieri (Presidente Nazionale AIOM), Fabrizio Stracci (Presidente AIRTUM), Diego Serraino (Direttore, SOC Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano), Paola Mantellini (Direttrice Osservatorio Nazionale Screening), Guido Mazzoleni (Azienda Sanitaria di Bolzano, Registro Tumori di Bolzano, Referente SIAPeC-IAP), Maria Masocco (Responsabile PASSI e PASSI D’Argento, ISS) e Giordano Beretta (Presidente Fondazione AIOM). Interverrà il Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci. È prevista anche la diffusione in streaming dell’evento. La registrazione è obbligatoria e va effettuata prima dell’inizio dell’evento. un’analisi a 360 gradi sui numeri del cancro relativi all’anno in corso permette a tutti gli attori della sanità di pianificare al meglio gli interventi necessari. Quanti sono i nuovi casi di tumori stimati nel 2022? Quanti saranno i decessi? Qual è la sopravvivenza? Quante persone vivono dopo la diagnosi? Sono alcune delle domande a cui risponde il volume “I numeri del cancro in Italia 2022”, il censimento ufficiale in grado di offrire una panoramica aggiornata sui numeri delle neoplasie relativi all’anno in corso. Questa pubblicazione, firmata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e dalla Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP), rappresenta un appuntamento annuale, indispensabile sia per gli addetti ai lavori che per i cittadini per conoscere l’impatto dei tumori con i dati epidemiologici relativi agli ultimi 12 mesi.

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I numeri del cancro in Italia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 dicembre 2022

Roma, 19 dicembre 2022, ore 11 Ministero della Salute (Auditorium), Lungotevere Ripa 1. n’analisi a 360 gradi sui numeri del cancro relativi all’anno in corso permette a tutti gli attori della sanità di pianificare al meglio gli interventi necessari. Quanti sono i nuovi casi di tumori stimati nel 2022? Quanti saranno i decessi? Qual è la sopravvivenza? Quante persone vivono dopo la diagnosi? Sono alcune delle domande a cui risponde il volume “I numeri del cancro in Italia 2022”, il censimento ufficiale in grado di offrire una panoramica aggiornata sui numeri delle neoplasie relativi all’anno in corso. Questa pubblicazione, firmata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e dalla Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP), rappresenta un appuntamento annuale, indispensabile sia per gli addetti ai lavori che per i cittadini per conoscere l’impatto dei tumori con i dati epidemiologici relativi agli ultimi 12 mesi. Sono previsti gli interventi di Saverio Cinieri (Presidente Nazionale AIOM), Fabrizio Stracci (Presidente AIRTUM), Diego Serraino (Direttore, SOC Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano), Marco Zappa (Osservatorio Nazionale Screening, ONS, ISPRO Firenze), Guido Mazzoleni (Azienda Sanitaria di Bolzano, Registro Tumori di Bolzano, Referente SIAPeC-IAP), Maria Masocco (Responsabile PASSI e PASSI D’Argento, ISS) e Giordano Beretta (Presidente Fondazione AIOM).

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I numeri del cancro in Italia

Posted by fidest press agency su lunedì, 12 dicembre 2022

Roma, 15 dicembre 2022, ore 11.30 Ministero della Salute (Auditorium), Lungotevere Ripa 1. Il volume sarà presentato in una conferenza stampa con gli interventi di Saverio Cinieri (Presidente Nazionale AIOM), Fabrizio Stracci (Presidente AIRTUM), Diego Serraino (Direttore, SOC Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano), Marco Zappa (Osservatorio Nazionale Screening, ONS, ISPRO Firenze), Guido Mazzoleni (Azienda Sanitaria di Bolzano, Registro Tumori di Bolzano, Referente SIAPeC-IAP), Maria Masocco (Responsabile PASSI e PASSI D’Argento, ISS) e Giordano Beretta (Presidente Fondazione AIOM). È stato invitato il Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci. Un’analisi a 360 gradi sui numeri del cancro relativi all’anno in corso permette a tutti gli attori della sanità di pianificare al meglio gli interventi necessari. Quanti sono i nuovi casi di tumori stimati nel 2022? Quanti saranno i decessi? Qual è la sopravvivenza? Quante persone vivono dopo la diagnosi? Sono alcune delle domande a cui risponde il volume “I numeri del cancro in Italia 2022”, il censimento ufficiale in grado di offrire una panoramica aggiornata sui numeri delle neoplasie relativi all’anno in corso. Questa pubblicazione, firmata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e dalla Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP), rappresenta un appuntamento annuale, indispensabile sia per gli addetti ai lavori che per i cittadini per conoscere l’impatto dei tumori con i dati epidemiologici relativi agli ultimi 12 mesi. È prevista anche la diffusione in streaming dell’evento. La registrazione è obbligatoria e va effettuata prima dell’inizio dell’evento

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Cancro tiroideo, variabilità di incidenza e mortalità nelle varie aree del mondo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 novembre 2022

Il tumore maligno più frequente del sistema endocrino è quello tiroideo, con incidenza circa tre volte superiore nelle donne che negli uomini. «A partire dagli anni ’80 è stato osservato un aumento dell’incidenza di questa patologia, prevalentemente dei piccoli carcinomi papillari, mentre la mortalità è rimasta stabile» rileva Federica Presciuttini, Medicina interna – Area Medica e delle Specialità Mediche, Azienda USL Umbria 2. «Questa tendenza è stata principalmente attribuita alla sovra-diagnosi, che ormai sta diventando un problema di salute pubblica di rilevanza globale».Per studiare questo fenomeno, segnala, sono stati valutati i dati GLOBOCAN 2020 [il GLOBOCAN è un progetto dell’IARC (International Agency for Research on Cancer), che ha lo scopo di fornire stime sull’incidenza e sulla mortalità per ogni specifico tumore e per ogni Paese, in base all’età e al sesso], da cui sono state estratte le stime sull’incidenza e sulla mortalità dei tumori tiroidei nel 2020. Entrambe le stime, spiega Presciuttini, sono state presentate in base al sesso e all’età per i 185 Paesi del mondo, per le 20 Regioni del mondo definite secondo la classificazione delle Nazioni Unite e secondo i diversi livelli (basso, medio, alto e molto alto) di indice di sviluppo umano (HDI = Human Development Index [l’HDI è un indice comparativo dello sviluppo dei vari paesi, calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo pro-capite. È divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un Paese]). Le stime GLOBOCAN 2020 forniscono un resoconto della situazione del cancro della tiroide nel mondo, osserva Presciuttini. «I risultati dimostrano come l’incidenza di tumore tiroideo sia maggiore nei Paesi con HDI alto e molto alto rispetto a quelli in cui tale indice è basso o medio, mentre rimane invariata la mortalità. Anche analizzando le varie Regioni del mondo, si nota come all’interno dei diversi Paesi esistano sostanziali variabilità geografiche nell’incidenza del tumore tiroideo, come in India e in Cina, dove emergono tassi di incidenza maggiori nelle aree urbane (con maggiore accesso ai servizi sanitari) rispetto a quelle rurali» sottolinea. A discapito della sovra-diagnosi, va segnalato l’alto tasso di mortalità registrato in alcune aree, in particolare nelle isole dell’Oceano Pacifico, che potrebbe essere legato all’esposizione a radiazioni ionizzanti, causata dall’esecuzione di test atomici tra il 1966 e il 1996. In queste zone i dati GLOBOCAN registrano un basso rapporto incidenza/mortalità, che va tenuto in considerazione. (abstract by Doctor33)

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La profilazione estesa può cambiare la lotta al cancro

Posted by fidest press agency su domenica, 18 settembre 2022

Un solo test è in grado di ricercare e analizzare oltre 340 mutazioni, con vantaggi diretti per almeno il 40% dei pazienti. Nel dettaglio, il 56% dei pazienti che hanno effettuato la profilazione molecolare estesa della loro neoplasia è stato al centro della discussione da parte di un gruppo multidisciplinare. Di questi, oltre la metà ha avuto la possibilità di ricevere immediatamente o, dopo una terapia scelta dal Centro di riferimento, farmaci a bersaglio molecolare o immunoterapia. Inoltre, nel 18% dei casi il test ha fornito indicazioni utili a correggere la chemioterapia, identificata come la migliore prima di conoscere il risultato della profilazione estesa, e il 12% ha avuto la possibilità di accedere ad altri studi presenti nel nostro Paese. In conclusione, circa il 40% dei pazienti ha ottenuto opportunità terapeutiche aggiuntive dalla profilazione genomica estesa, rispetto alla valutazione delle sole mutazioni note per la possibile associazione con farmaci a bersaglio molecolare. Inoltre, nel 16% dei casi, è stata identificata un’alterazione della cellula tumorale presente nell’intero organismo e che predispone all’insorgenza del cancro. Quest’ultimo è il punto di partenza per eseguire, a cascata, una consulenza oncogenetica per ricercare questa mutazione anche tra gli altri familiari e, quindi, aprire un ombrello protettivo su tutta la famiglia. Sono questi i principali risultati emersi dallo studio “Rome Trial”, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Università di Roma La Sapienza e dalla Fondazione per la Medicina Personalizzata. I dati sono presentati al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), che si chiude oggi a Parigi. “Nell’oncologia di precisione deve essere superato l’assioma mutazione/farmaco – afferma il Prof. Paolo Marchetti, Direttore Scientifico IDI di Roma, Ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza di Roma e Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata -. È necessario studiare nell’insieme quante più alterazioni possibili per comprendere non solo il possibile bersaglio, ma anche le sue vie di interazione. Con il nostro studio abbiamo analizzato oltre 780 pazienti di diversi centri della Penisola. Abbiamo dimostrato che un’ampia profilazione genomica all’interno di uno specifico Molecular Tumor Board (MTB), cioè un gruppo multidisciplinare, determina vantaggi importanti per quei malati che possono ricorrere a farmaci a bersaglio molecolare o all’immunoterapia, indipendentemente dalla sede iniziale della neoplasia e dalla disponibilità di studi preliminari di attività”.

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Cancro epatico: il tumore silenzioso

Posted by fidest press agency su sabato, 3 settembre 2022

Il tumore del fegato è stato anche chiamato “tumore silenzioso” perché, soprattutto nelle fasi iniziali non dà alcun segno ma quando la malattia si diffonde iniziano a comparire sintomi peraltro poco specifici, che possono presentarsi anche in malattie del tutto diverse. Il tumore primitivo del fegato è il sesto più frequentemente diagnosticato al mondo, con circa 841.000 nuovi casi segnalati nel 2018. Inoltre, è la terza causa più comune di mortalità cancro-correlata nel mondo, con oltre 780.000 decessi nel 2018. Con una sopravvivenza a cinque anni del 18%, il cancro al fegato è il secondo tumore più letale dopo il cancro al pancreas. Sulle nuove frontiere di cura nel tumore del fegato è intervenuto Andrea Dalbeni della UOC di Medicina Generale per lo Studio e il Trattamento della Malattia Ipertensiva dell’AOUI di Verona: “Nuovi approcci terapeutici sono oggi disponibili da trattamenti chirurgici, loco-regionali a nuove terapie sistemiche con combinazioni di immunoterapia e TKI in nuove modalità di “treatment stage migration” e con terapie destinate a diventare sempre più personalizzate. Il team multidisciplinare che prevede le figure dell’epatologo, internista, chirurgo, oncologo, radiologo, endoscopista, costituisce oggi il miglior approccio nella gestione del paziente con tumore del fegato ed epatopatia cronica sottostante”. Renato Romagnoli, Professore Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Chirurgia 2U, Centro Trapianto Fegato AOU Città della Salute e della Scienza, Torino ha sottolineato l’importanza dello screening nei pazienti epatopatici noti e l’attenzione ai fattori di rischio di epatopatia nella popolazione generale. Bruno Daniele, Direttore di Oncologia medica dell’Ospedale del Mare di Napoli, ha fatto una distinzione tra pazienti con eziologia virale e pazienti con eziologia non virale, sottolineando l’importanza di mettere in campo un’opera di sensibilizzazione tra gli specialisti per scrinare quei pazienti con rischio anche di epatocarcinoma. “Allora ecco diventa ancora più fondamentale che tutti i PDTA, che ribadiscono l’importanza della multidisciplinarietà, diventino una realtà più concreta – ha sottolineata Sara Lonardi, Direttore f.f. dell’Oncologia 3 presso IRCCS Istituto Oncologico Veneto di Padova -. La mia impressione è che in Italia oggi PDTA e gruppi multidisciplinari siano tra le parole più abusate e male utilizzate degli ultimi anni. Deve essere fatta una riflessione su qual è il ruolo dei centri di riferimento, su cosa significa gruppo multidisciplinare, e credo che invece sia proprio la precocità e l’unitarietà della presa in carico che possono dare la chiave per allungare la sopravvivenza e migliorare la qualità di vita. Tutto questo a isorisorse non siamo più in grado di farlo, dobbiamo chiedere un aiuto. Nella complessità che cresce, dobbiamo essere consapevoli che devono aumentare le competenze e le persone in termini numerici”. (abstract) http://www.motoresanita.it

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Farmaci attivati dalla luce per combattere il dolore da cancro

Posted by fidest press agency su sabato, 27 agosto 2022

Il dolore è uno dei problemi più importanti per alcuni pazienti oncologici. Anche se quello che viene definito “dolore di fondo” può essere controllato da farmaci oppioidi come la morfina, a volte si verificano episodi rapidi e improvvisi di sofferenza molto intensa, definiti BTP (BreakThrough cancer Pain). Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Molecular Sciences apre ora la porta alla possibilità di dare sollievo a questi pazienti attraverso l’optofarmacologia, in altri termini utilizzando farmaci attivati dalla luce.La ricerca è stata condotta, su modelli animali, dal Laboratorio di Neurofarmacologia dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, l’Università “Luigi Vanvitelli” di Napoli e l’Istituto di Chimica Avanzata della Catalogna di Barcellona, in Spagna. Il concetto di base è di somministrare farmaci che circolano nel corpo senza produrre alcun effetto ma che si “svegliano” quando vengono illuminati da una sorgente luminosa.Il farmaco sperimentato in questo studio, in particolare, regola l’attività del recettore mGlu5, appartenente alla categoria dei recettori metabotropici del glutammato (elementi cruciali nella trasmissione di segnali tra le cellule del sistema nervoso). La molecola è già nota per la sua azione analgesica, ma i suoi effetti collaterali ne impediscono l’utilizzo.“Per questo motivo – dice Serena Notartomaso, biologa nel Laboratorio di Neurofarmacologia del Neuromed e prima autrice del lavoro scientifico, assegnataria di un Progetto Giovani Ricercatori finanziato dal Ministero della Salute – l’idea è di ‘ingabbiare’ il farmaco all’interno di una struttura molecolare capace di dissolversi quando viene esposta a una determinata frequenza luminosa. In questo modo la molecola può circolare in tutto il corpo senza avere alcun effetto fino a che non viene illuminata, cosa che otteniamo attraverso un LED impiantato in una specifica regione del cervello, il talamo, cruciale nella trasmissione degli impulsi dolorosi. A questo punto, in pochi millisecondi, il farmaco sarà attivato, ma esclusivamente in quel punto, senza arrecare alcun effetto sul resto dell’organismo”.Grazie a questa tecnica i ricercatori sono riusciti a ottenere un’azione analgesica estremamente rapida. “Naturalmente – dice Ferdinando Nicoletti, Professore Ordinario di Farmacologia, Università Sapienza, Roma e Responsabile del Laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto IRCCS Neuromed, Pozzilli – saranno necessarie ulteriori ricerche prima di giungere a una applicazione concreta negli esseri umani. Quello a cui si sta pensando è di impiantare dei LED all’interno del corpo, controllabili dall’esterno. Il paziente potrebbe semplicemente attivare il farmaco attraverso un interruttore”. (fonte: Raffaella Marino ADNKRONOS COMUNICAZIONE)

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Il cancro del pancreas è la terza causa di morte nei Paesi occidentali

Posted by fidest press agency su venerdì, 22 luglio 2022

L’elevato indice di mortalità (il 95% a 5 anni dalla malattia) è legato ad una diagnosi e sintomi tardivi, ad un accertamento della malattia insoddisfacente e all’inefficacia della terapia. Nel 10% dei casi, il tumore è associato a malattie genetiche e a familiarità.Alcune studi internazionali hanno dimostrato che è possibile fare una diagnosi precoce di una popolazione a rischio, utilizzando lo screening come metodo e la risonanza magnetica nucleare (Rmn) come migliore strumento sul piano costi-benefici. Ma solo la certezza dell’efficacia ne giustificherebbe una pratica clinica estesa a tutta la popolazione.Da qui, l’avvio di un “Trial controllato sull’efficacia dello screening del cancro al pancreas” presso l’ospedale Arnas Civico di Palermo, messo a punto dal team della Medicina interna 1, diretta da Alberto Maringhini, in collaborazione con l’Ordine dei medici provinciale guidato dal presidente Toti Amato, consigliere nazionale della Fnomceo.“Lo studio – ha spiegato il direttore Maranghini – nasce da due premesse: aumento della mortalità per cancro al pancreas e la necessità di salvare vite, selezionando in Sicilia i soggetti più a rischio di lesioni precancerose e tumori solidi localizzati per valutare benefici, rischi e costi dello screening e della sorveglianza. L’obiettivo è migliorare la sopravvivenza di un paziente o salvargli la vita”.Una volta censiti, ha continuato Maringhini spiegando il percorso “i pazienti saranno randomizzati, ovvero divisi in due gruppi per sorteggio e visitati. Un gruppo sarà sottoposto ogni anno, per 2 anni, a Rmn e ColangioRmn, l’altro farà solo un esame ecografico dell’addome. Sulla base del numero di carcinomi scoperti e la percentuale di sopravvivenza dei soggetti del primo gruppo, rispetto al secondo, si deciderà se proseguire l’osservazione per altri 3 anni”. “Purtroppo, la sorveglianza – ha proseguito – non può essere estesa a tutta la popolazione per due ragioni. La prima è che durante lo screening vengono rilevate lesioni, la cui natura benigna o maligna non è mai chiara da una prima osservazione. Succede che alcuni dei pazienti con lesioni benigne si debbano sottoporre ad indagini invasive, in certi casi anche ad intervento chirurgico, che possono causare morbilità e mortalità. Inoltre, alcune lesioni potrebbero essere identificate tardivamente, senza quindi migliorare la percentuale di sopravvivenza. La seconda ragione riguarda i costi. La diagnostica prevista sottrarrebbe molte risorse alla cura di altre malattie o ad altre necessità altrettanto importanti. La nostra indagine mira perciò ad un trial controllato per salvare quante più vite possibile”. Queste le categorie, oggetto di censimento, da sottoporre a screening: i soggetti che hanno avuto in famiglia almeno due casi di tumore al pancreas; pazienti affetti dalla sindrome di Peutz-Jeghers o dalla sindrome di Lynch; portatori di mutazione Jolie (tumori familiari della mammella, dell’ovaio e del pancreas). E ancora, soggetti con sindrome familiare da mole-melanoma atipici multipli, pazienti affetti da Atassia-teleangectasia, o da pancreatite ereditaria. https://prevenireiltumoredelpancreas.it/

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La chirurgia si conferma fulcro della cura nel cancro dello stomaco

Posted by fidest press agency su martedì, 5 aprile 2022

E’ attuabile con tecniche mininvasive ma il futuro dei trattamenti punta deciso all’immunoterapia nelle fasi avanzate di malattia, intervallata alla chemioterapia. Si moltiplicano gli studi di genetica molecolare per differenziare i diversi tipi istologici di tumore gastrico e arrivare ad un’oncologia di precisione.I massimi esperti italiani di tumori gastrici, riuniti in una Tavola rotonda promossa in diretta streaming su Facebook e YouTube dall’Associazione “Vivere senza stomaco si può”, approfondiscono le tendenze e le novità emerse al recente International Gastric Cancer Congress di Houston, che si aggiungono alle cure già presenti per queste patologie. Il cancro dello stomaco è la quinta neoplasia più comune, la quarta causa di morte per tumore. Nel 2020 sono state un milione le nuove diagnosi di tumore gastrico nel mondo con 770.000 decessi; in Italia 23.000 le nuove diagnosi e circa 8.500 i decessi. Attualmente 82.400 sono le persone viventi dopo una diagnosi di cancro dello stomaco (Fonte: I numeri del cancro in Italia 2020 – 2021).Il cancro dello stomaco è associato a prognosi sfavorevole, due le criticità in Italia: la mancanza di diagnosi precoce e di percorsi diagnostico-terapeutici definiti in Centri di riferimento dotati della necessaria esperienza.

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Gli ultimi decenni hanno visto grandi progressi nella comprensione della biologia del cancro

Posted by fidest press agency su sabato, 2 aprile 2022

Progressi nelle tecnologie genomiche, profilazione del tumore a livello della singola cellula, caratterizzazione funzionale dei geni, potenziata dall’avvento del cosiddetto “bisturi genetico”, il CRISPR/Cas9, una sorta di forbice molecolare in grado di rieditare il genoma della cellula, e che facilita l’identificazione di bersagli terapeutici. Rendere la target therapy efficace anche per i bersagli tumorali più ostici, è un obiettivo ambiziosissimo che richiede un grande impegno in tre ambiti principali: chimica farmaceutica, biologia molecolare e studi clinici. Uno sforzo senza precedenti si sta facendo con la ricerca traslazionale che può trasformare le scoperte scientifiche in pratica clinica. “I nostri giovani ricercatori – osserva Marina Cerimele, Direttore Generale degli IFO – hanno dato in occasione del workshop, una idea molto dettagliata della ricerca traslazionale applicativa che si conduce al Regina Elena, mettendo anche in mostra le loro altissime qualità professionali oltre agli entusiasmanti risultati raggiunti.”

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Codacons su acrilammide e cancro

Posted by fidest press agency su domenica, 20 marzo 2022

Acrilammide, a molti probabilmente il nome non dice quasi nulla, ma si tratta di una sostanza che si forma naturalmente negli alimenti amidacei durante la normale cottura ad alta temperatura. La principale reazione chimica che ne è la causa è nota come “reazione di Maillard”, la stessa reazione chimica che conferisce ai cibi l’aspetto abbrustolito e li rende più gustosi. Purtroppo, studi condotti con animali di laboratorio hanno dimostrato il legame tra l’aumento del rischio di sviluppare tumori e l’esposizione all’acrilammide, a dosi molto elevate. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato l’acrilammide tra i “probabili cancerogeni per l’uomo”, mentre l’EFSA (l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare), pur dichiarando che il rischio è molto basso, invita a limitarne il consumo. Codacons: “Un recentissimo studio condotto dall’Università Federico II di Napoli e Roma San Raffaele su 90 campioni di baby food ha evidenziato una concentrazione molto alta in quasi tutti i prodotti, in particolare modo nei biscotti. (fonte: Codacons Lombardia

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Alleanza Contro il Cancro

Posted by fidest press agency su domenica, 20 marzo 2022

La radiomica – interpretazione quantitativa di biommagini tramite l’utilizzo di software specifici – è anche ricerca pediatrica, finalizzata al miglioramento della qualità del percorso diagnostico e terapeutico dei piccoli pazienti. Il Working Group di Radiomica di Alleanza Contro il Cancro, gruppo di lavoro della Rete Oncologica Nazionale fondata dal Ministero della Salute, ha infatti sviluppato, nell’ambito di uno studio congiunto che coinvolge ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Istituti associati alla Rete – un modello predittivo per il neuroblastoma, il tumore solido extracranico più frequente nei bambini diagnosticata prima del sesto anno di vita nel 90% dei casi, con un’incidenza di circa 1/70.000 nella popolazione di riferimento. Per definire il corretto iter diagnostico-terapeutico di questa malattia, è fondamentale studiarne specifici biomarcatori tissutali che ne descrivono aspetti biologici chiave, come l’amplificazione dell’oncogene MYCN. Queste procedure di caratterizzazione sono generalmente eseguite utilizzando frammenti di tessuto tumorale, ottenuti mediante biopsie. «Per affiancare la diagnostica tradizionale e ridurne l’invasività, ove possibile, è stato realizzato un modello radiomico che consente di predire l’esistenza di alcune mutazioni del tumore, utilizzando le immagini TAC di stadiazione di malattia» spiega Luca Boldrini, coordinatore scientifico del WG Radiomica di Alleanza Contro il Cancro. «Queste immagini – prosegue – vengono sempre acquisite nella fase diagnostica in avvio del percorso di cura del piccolo paziente e la loro analisi radiomica ci consente di trarne il massimo vantaggio, potenzialmente accelerando i tempi e riducendo anche i costi della fase diagnostica. Il modello predittivo che abbiamo realizzato grazie al grande lavoro dei colleghi del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e del Dipartimento di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù rappresenta il primo contributo di ricerca europeo su questa tematica e s’inserisce in un ambito di grande innovazione a livello mondiale». Una vera e propria biopsia virtuale, quindi, che oltre a ridurre l’invasività arricchisce il tradizionale processo diagnostico radiologico di numerose informazioni quantitative che l’occhio ed il cervello umano non possono percepire o gestire ottenendo caratterizzazioni dei tessuti in esame normalmente impossibili con gli approcci tradizionali. http://alleanzacontroilcancro.it

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I deputati chiedono una strategia dell’UE più efficace per sconfiggere il cancro

Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 febbraio 2022

Bruxelles. Poiché oltre il 40 % di tutti i tumori è prevenibile mediante azioni coordinate “in relazione ai determinanti della salute di carattere comportamentale, biologico, ambientale, professionale, socioeconomico e commerciale”, i deputati chiedono misure di prevenzione efficaci a livello nazionale ed europeo, fondate su competenze scientifiche indipendenti. Le misure raccomandate includono il finanziamento di programmi che incoraggiano le persone a smettere di fumare. Nel testo si evidenzia anche che il consumo nocivo di alcol è un fattore di rischio per molti carcinomi differenti, e si chiede di inserire nell’etichettatura delle bevande alcoliche informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol. Il Parlamento chiede inoltre l’adozione di sistemi europei di etichettatura obbligatori sulla parte anteriore delle confezioni dei prodotti alimentari e la fissazione di valori limite di esposizione professionale per almeno 25 altre sostanze. Tra le altre principali raccomandazioni contenute nella relazione figurano: · garantire il “diritto all’oblio” (in base al quale gli assicuratori e le banche non dovrebbero tenere conto della storia clinica delle persone affette da cancro) a tutti i pazienti dell’UE dieci anni dopo la fine del trattamento (e fino a cinque anni per i pazienti che sono stati diagnosticati prima dei 18 anni di età); · aggiungere altri tipi di cancro (oltre al cancro al seno, al collo dell’utero e al colon-retto) al nuovo programma di screening sostenuto dall’UE; · assicurare una maggiore trasparenza del settore farmaceutico, in particolare per quanto riguarda le componenti di definizione dei prezzi, i criteri di rimborso e i prezzi netti dei medicinali nei diversi Stati membri.

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Covid e cancro: individuata caratteristica dei pazienti oncologici

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 dicembre 2021

Forti evidenze scientifiche indicano che il COVID-19 ha un esito clinico *particolarmente sfavorevole nei pazienti oncologici. I Ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) in collaborazione con colleghi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria S’Andrea, Facoltà di Medicina e Psicologia di Roma, hanno cercato di aggiungere un tassello alla comprensione dei meccanismi alla base di questo fenomeno attraverso una ricerca che è andata a valutare numerosi parametri in cellule immunitarie circolanti nei tre seguenti gruppi di pazienti: pazienti affetti solo da patologia tumorale, pazienti con COVID-19 senza cancro e pazienti con COVID-19 e cancro. Il risultato dello studio infatti è molto intrigante. L’analisi genomica ha permesso di identificare uno specifico profilo di espressione genica dei linfociti di pazienti COVID-19 con cancro, a prescindere dal tipo di tumore (tumori solidi ed ematologici). La coorte studiata è rappresentativa di diversi tipi di cancro e i risultati sono altamente riproducibili I geni identificati dai ricercatori sono influenzati da molecole che regolano la risposta infiammatoria e la proliferazione cellulare. “Ulteriori risultati originali sono stati ottenuti nei pazienti COVID-19, con malattie tumorali dal gruppo dei ricercatori dell’Azienda Ospedaliero Universitaria S’Andrea- evidenzia la Prof.ssa Rita Mancini. Questi risultati fanno emergere un potenziale ruolo del gene HRAS e della carenza acuta di ormone tiroideo nella proliferazione tumorale nei pazienti COVID-19 con malattia severa.” Queste scoperte originali potranno aprire nuove strade di indagini dirette a sviluppare nuove strategie per affrontare le vulnerabilità immunologiche specifiche del sottogruppo di pazienti COVID-19 affetti da cancro, e per meglio definire le correlazioni tra COVID-19 e malattie neoplastiche. La vaccinazione alla popolazione procede rapidamente e i pazienti affetti da cancro sono tra i soggetti fragili che hanno la priorità. Assistiamo oggi a una riduzione dei pazienti gravi di COVID-19 anche fra i malati di cancro. Tuttavia, è evidente che non tutti i pazienti oncologici rispondono correttamente alla vaccinazione, in particolare, i pazienti onco-ematologici, sottoposti a diversi trattamenti. E’ pertanto di notevole e attuale importanza studiare i meccanismi molecolari e raccogliere più informazioni possibili sull’interazione tra il virus SARS-CoV-2 e le malattie tumorali. Lo studio è stato svolto all’interno del progetto COMETA finalizzato, tra i vari obiettivi, a misurare l’impatto della pandemia su pazienti fragili e ottenere migliori risultati clinici con il supporto dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

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In Italia ogni anno circa 270mila cittadini sono colpiti dal cancro

Posted by fidest press agency su lunedì, 26 luglio 2021

Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. Da qui la proposta di Paolo Pronzato, Direttore Oncologia Medica IRCCS San Martino, Genova e Coordinatore DIAR Oncoematologia Regione Liguria: parlare di cancro come di una malattia cronica, senza banalizzazioni. “Una malattia cronica particolare”, ha precisato nel corso del webinar ‘ONCOnnection IL PAZIENTE AL CENTRO? DAL LABIRINTO ASSISTENZIALE AD UNA RETE DI SERVIZI ORGANIZZATA’, promosso da Motore Sanità. ”Non è come le altre, come ad esempio l’ipertensione arteriosa, perché il paziente oncologico richiede di essere osservato dall’oncologo e dal team multidisciplinare molto frequentemente. Quando noi immaginiamo la territorializzazione di certi servizi oncologici e pensiamo di portare la terapia oncologica più vicina, la portiamo in ospedali più piccoli, perché al di fuori dell’ospedale è praticamente impossibile ricreare quelle condizioni di sicurezza e di appropriatezza per quanto riguarda la somministrazione dei farmaci oncologici. Però è ben vero che, essendo la malattia diventata cronica, essendoci una incidenza estremamente elevata, parti del percorso devono essere fatte sul territorio, fuori dall’ospedale. Per esempio con accessi alle cure intermedie, con il potenziamento dell’assistenza domiciliare, con lo spostamento al di fuori dell’ospedale di funzioni che vanno completamente ripensate”. Oggi lo scenario cambia per una serie di motivi: sempre più frequentemente, sia come diagnosi di esordio, sia come diagnosi nel decorso di malattia, si verifica il cosiddetto scenario della malattia oligometastatica, come ha spiegato bene Pierfranco Conte, Direttore SC Oncologia Medica 2 IRCCS Istituto Oncologico Veneto, Padova – Coordinatore Rete Oncologica Veneta: “significa un paziente che è in buone condizioni, che ha un carico di malattia seppur metastatico relativamente limitato e che, se inserito in un programma di approccio multidisciplinare, può per certe patologie tumorali ambire a un “programma terapeutico curativo” in presenza di metastasi. Ormai abbiamo molti esempi, come tumori del polmone con metastasi cerebrali che guariscono. Esiste una frazione crescente anno dopo anno di pazienti metastatici, dove l’obiettivo diventa oggi obbligatoriamente la guarigione. Perseguibile se, noi oncologi per primi, cominciamo a discutere queste situazioni in maniera multidisciplinare. Non vengono guariti dai soli farmaci, ma dall’integrazione di farmaci nuovi e potenti con radioterapie mirate, interventi chirurgici mini invasivi, terapie radiologiche interventistiche e così via”.

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