Al cinema dal 3 novembre.Il film esplora l’intricata e avventurosa esistenza di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, già una popstar al suo tempo, raccontato nelle sue profonde contraddizioni e nelle oscurità del suo impenetrabile tormento. Ribelle e inquieto, devoto e scandaloso, indipendente e trasgressivo, il Caravaggio che Placido mette in scena è un artista maledetto dal talento assoluto, ma soprattutto una rockstar ante litteram, un rebel without a cause costretto ad affrontare gli inquietanti risvolti di una vita spericolata – con le sue donne e i suoi demoni – in cui genio e sregolatezza convivono per regalarci un personaggio fuori dal tempo e un’icona affascinante e universale. Nei panni del celebre pittore Riccardo Scamarcio, affiancato da un cast internazionale composto da Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Tedua, Vinicio Marchioni e Lolita Chammah, ai quali si aggiungono Alessandro Haber, Moni Ovadia, Brenno Placido, Maurizio Donadoni, Lorenzo Lavia, Gianfranco Gallo e tanti altri. http://www.dimillamacchiavelli.com
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“L’ombra di Caravaggio” di Michele Placido
Posted by fidest press agency su sabato, 3 settembre 2022
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Vittorio Sgarbi: Ecce Caravaggio
Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 giugno 2021
Da Roberto Longhi a oggi collana i Fari, pp. 248, 20 euro, illustrato Editore: La Nave di Teseo. Un’indagine su Caravaggio in cui si dà conto, per la prima volta, in modo molto sistematico, documentato e con un ricco apparato iconografico, dell’ultimo straordinario ritrovamento caravaggesco, L’Ecce Homo, a Madrid. Ma è anche l’occasione di percorrere un viaggio avventuroso ed entusiasmante nei labirinti, rivalità, furbizie che hanno accompagnato la riscoperta di Caravaggio.Ogni stagione ha il suo Caravaggio. Questa è la più propizia, perché l’apparizione dell’Ecce Homo a Madrid è stata accompagnata da un coro di consensi senza precedenti per un’opera apparsa dal nulla. Non capitava da tempo che un dipinto mettesse d’accordo gli studiosi, imponendosi con una evidenza inequivocabile. A partire da questa data, il 1951, il nome di Caravaggio si infiamma ancora una volta, accendendo i desideri del mercato e dei critici, che si affannano a individuarne di nuovi, anche laddove, essi, Caravaggio non sono. E a disconoscerne altri che Caravaggio potrebbero essere, a volte anche con grande furbizia.
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Vittorio Sgarbi: Il punto di vista del cavallo. Caravaggio
Posted by fidest press agency su sabato, 23 gennaio 2021
Collana le Onde, pp. 160, 14 euro Ritorna in una nuova edizione uno dei testi più amati del critico d’arte ferrarese, curatore della mostra attualmente in corso al Mart di Rovereto, Caravaggio e i contemporanei. “Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.” dall’Introduzione di Vittorio Sgarbi. (Editore La nave di Teseo)
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Uffizi: Un dipinto restaurato e un libro per capire Caravaggio
Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019
Al centro della doppia iniziativa, vi è la tela ‘La cattura di Cristo’, copia del capolavoro che il Merisi aveva eseguito nel 1602 per il nobile romano Ciriaco Mattei: un’opera a lungo considerata perduta ma, in anni recenti, riconosciuta da molti nel dipinto oggi esposto alla National Gallery of Ireland di Dublino. Quanto alla copia, realizzata con tecnica sopraffina da un ignoto contemporaneo del maestro, è stata per molto tempo ignorata e ‘snobbata’ dagli studiosi, per essere addirittura allontanata all’inizio del Novecento dalle raccolte di Palazzo Pitti e consegnata in deposito esterno, prima alla Prefettura di Pistoia, poi a Firenze alla Caserma Baldissera dell’Arma dei Carabinieri, per arredarne le sedi istituzionali.
Ora, restaurata e sottoposta a studi di esperti e storici dell’arte, la replica della Cattura riemerge dall’oblio: non solo è da oggi esposta nella sala di Berenice di Palazzo Pitti (la stessa dove risplende da qualche giorno, dopo dieci anni di oblio, la Madonna della Gatta di Federico Barocci), ma è diventata anche protagonista di un libro ad essa dedicato (‘La Cattura di Cristo da Caravaggio. Un recupero per le Gallerie degli Uffizi’), curato da Gianni Papi e Maria Sframeli ed edito da Sillabe, che ne ricostruisce la storia e racconta i dettagli del suo recupero.
Grazie alle accurate ricerche che costituiscono il cuore del volume, è stato possibile accertare la provenienza della tela dal castello lorenese di Commercy: dallo stesso luogo, ha svelato la lettura degli inventari, arrivarono molti altri quadri ad arricchire le collezioni granducali fiorentine, primo fra tutti uno dei capolavori di Rubens, I quattro filosofi (esposto nella Galleria Palatina) la cui origine era rimasta finora nell’ombra.
“Una nuova prova della grande generosità e del grande amore per Firenze degli Asburgo-Lorena – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – i quali, sia con il trasferimento a Firenze di loro opere di assoluto rilievo dalle loro residenze e anche dalla capitale, Vienna, sia attraverso successive campagne di acquisti d’arte, talvolta di intere raccolte nobiliari, incrementarono il valore degli Uffizi e di Palazzo Pitti in maniera rilevante”.
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22° Terra di Siena International Film Festival: cerimonia premiazione
Posted by fidest press agency su domenica, 30 settembre 2018
Siena Si è svolta il 29 settembre 2018, al Palazzo Chigi Saracini dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena, la cerimonia di premiazione del 22° Terra di Siena International Film Festival – una vetrina internazionale che ha ottenuto quest’anno anche il prestigioso riconoscimento dell’UNESCO ‘per l’alto valore culturale e artistico della manifestazione’. Durante la premiazione presenti in sala, fra gli altri, l’attore britannico Vincent Riotta, che ha ricevuto il premio alla carriera “Seguso Award” e l’attrice Stefania Sandrelli, premiata quale “Personaggio dell’Anno”; riconoscimenti anche a diverse altre personalità, tra cui l’attrice Francesca Inaudi, Sebastiano Somma e il campione del mondo Paolo Rossi.
Per l’edizione 2018, il Festival ha assegnato il premio Miglior Documentario all’opera “CARAVAGGIO, la potenza della luce” prodotta dalla Delta Star Pictures e curata dal regista e produttore Jordan River. L’opera è davvero inedita, perché esplora la dimensione spirituale del grande Caravaggio; per la prima volta, infatti, un documentario su Caravaggio cerca di entrare in alcuni dei lati più reconditi dell’animo umano, attraverso i suoi più importanti capolavori. I testi sono stati curati dalla scrittrice e sceneggiatrice Michela Albanese, mentre la narrazione è stata affidata a Salvatore Audia, professionista originario di San Giovanni in Fiore che viene da alcune esperienze di teatro, ma che da anni lavora come speaker (oltre una dozzina di opere) e dirige da tempo vari programmi radiofonici.
Il documentario coinvolge sin da subito perché penetra nella potenza dei dipinti, e si rimane letteralmente estasiati da certi bagliori eterni, che solo un capolavoro può rivelare. Un viaggio inedito nell’arte delle vere meraviglie del celebre artista: l’olio su tela, grazie alla luce che colpisce l’oscurità delle ombre, diventa in questo documentario quasi un sacramento dell’anima. La società di produzione ha annunciato che l’opera sarà presto in distribuzione all’estero, in USA e Regno Unito, tramite uno dei più grandi gruppi distributivi al mondo.
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Arezzo scopre Manara, biografo di Caravaggio
Posted by fidest press agency su domenica, 30 settembre 2018
Arezzo Dal 13 ottobre 2018 all’8 gennaio 2019, Arezzo ospita una mostra di assoluto rilievo, dal taglio inedito e originale dove, per la prima volta, viene presentata la seconda parte della graphic novel di Milo Manara, dedicata alla vita di Michelangelo Merisi. Gli spazi della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea (Piazza San Francesco, 4) accoglieranno in anteprima assoluta le quasi 100 tavole dove l’artista veronese racconta il grande maestro del Seicento e la sua esistenza avventurosa.Il talento, la passione e gli eccessi di quel genio artistico, diventano occasione per il ritorno di Manara al fumetto. Nascono così due volumi (prodotti per l’editore francese Glénat e pubblicati in Italia da Panini), frutto di un’interessante e ricca sceneggiatura. Il primo intitolato La tavolozza e la spada è del 2015 mentre il secondo, La grazia è in uscita per il 2019 ed è anticipato dalla mostra di Arezzo. La bellezza, nonché il profondo significato espresso da questa sorta di moderna epopea figurativa, viene idealmente paragonata alle più antiche biografie del Caravaggio, quelle che vennero scritte e pubblicate al suo tempo. La mostra curata da Claudio Strinati in collaborazione con Claudio Curcio, rievoca, accanto al più recente biografo del sommo pittore, le personalità dei primi biografi. Così nella mostra entrano in scena anche gli antichi autori che per primi hanno affiancato il Caravaggio compreso Bartolomeo Manfredi il pittore che, unico tra tutti, viene considerato dagli antichi come il primo seguace per eccellenza del maestro. In occasione della mostra di Arezzo, la Galleria degli Uffizi ha infatti concesso il prestito di uno dei più grandi capolavori del Manfredi, la disputa di Cristo tra i dottori del tempio dove rifulge chiaramente il significato profondo dell’arte caravaggesca nel Seicento.Altre opere, poi, affiancano il capolavoro del Manfredi tra cui si profila una vera e propria sorpresa destinata a fornire nuove e sorprendenti scoperte inerenti alla biografia del Caravaggio La mostra Manara, biografo di Caravaggio, è un progetto della Fondazione Guido d’Arezzo ed è realizzata in collaborazione con il Comune di Arezzo, DIALOGUES Srls, COMICON con il contributo di Conad del Tirreno, Estra e Coingas. La mostra è aperta dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Chiusa il lunedì. Il biglietto è acquistabile nella sede della mostra. Ingresso 5 euro, gratuito per i minori di 12 anni.
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“Caravaggio: La potenza della luce”
Posted by fidest press agency su martedì, 25 settembre 2018
Siena giovedì 27 settembre 2018 alle ore 16:30 al 22° Terra di Siena International Film Festival. Per l’occasione saranno presenti Jordan River, produttore della Delta Star Pictures, e la scrittrice Michela Albanese, che ha collaborato alla scrittura dei testi.
Un’opera che esplora la dimensione spirituale del grande Caravaggio attraverso i suoi più importanti capolavori. Per la prima volta, un documentario su Caravaggio esplora alcuni dei lati più reconditi dell’animo umano. Prodotta dalla Delta Star Pictures, l’opera quasi penetra la potenza dei dipinti, e si rimane letteralmente estasiati da certi bagliori eterni, che solo un capolavoro può rivelare. Un viaggio inedito nell’arte delle vere meraviglie del celebre artista: l’olio su tela, grazie alla luce che colpisce l’oscurità delle ombre, diventa quasi un sacramento dell’anima.
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Caravaggio: la “Vocazione di san Matteo”
Posted by fidest press agency su venerdì, 30 marzo 2018
Roma. La Vocazione di san Matteo (1599–1600), collocata nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, affronta il tema della decisione dell’uomo di fronte a Dio. Caravaggio si concentra sulla dialettica luce/ombra, sul suo ruolo simbolico, contribuendo a fare emergere una nuova visione del mondo. Il fondo oro del Medioevo, simbolo della gloria divina che avvolge la realtà umana, si trasforma in un raggio di luce che appare e scompare all’improvviso. La grazia di Dio illumina ogni uomo, ma è solo un passaggio della durata di un istante. Ogni decisione umana si decide in questo qui e ora. Dopo questo momento decisivo, di massima intensità esistenziale, l’uomo è chiamato alla responsabilità etica nella storia. La presenza di Dio diventa la scoperta delle sue tracce nei sentieri del mondo. Il testo di Andrea Dall’Asta delinea un’analisi della dimensione simbolica della luce nell’arte dall’età paleocristiana a quella gotica, dal Rinascimento al Barocco, con un’attenzione particolare ad artisti come Piero della Francesca, Tiziano, Caravaggio e Vermeer, in un’interdisciplinarietà tra arte e architettura, teologia e filosofia.
Il risultato è un’inedita e originale “storia” della luce, centrale per comprendere la nostra contemporanea visione del mondo occidentale. In un progressivo passaggio nei secoli da una luce teologica a una luce fisica che sarà poi indagata dagli Impressionisti, questo suggestivo racconto diventa interrogazione sul senso più profondo del mistero della vita.
La luce, infatti, rappresenta un’esperienza diretta e quotidiana per l’uomo: fa vivere forme e colori, individua gli oggetti dando loro volume e profondità, creando relazioni. Tuttavia, in una costante dialettica tra vita e morte, gloria e dramma, è da sempre anche un potente simbolo della presenza del divino che illumina la storia umana.
Orari di apertura museo: giovedì e venerdì, 10-13 sabato e domenica, 11-18.30
venerdì 30 e sabato 31 marzo 2018: chiuso domenica 1 aprile 2018 (Pasqua): chiuso
lunedì 2 aprile (Lunedì dell’Angelo): aperto con orario festivo (11-18.30)
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Caravaggio e la pittura del seicento
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 febbraio 2018
Firenze Aprono le otto sale al primo piano dell’ala di Levante degli Uffizi con un nuovo allestimento, dedicate a Caravaggio e alla pittura seicentesca. Otto sale dai nomi suggestivi: Tra realtà e magia, Caravaggio e Artemisia, Caravaggio: La Medusa, Caravaggio: Il Bacco, Lume di notte, Rembrandt e Rubens, Galileo e i Medici, Epica Fiorentina. La parte del leone la fa ovviamente Caravaggio, indiscusso fulcro della pittura di quel secolo caratterizzato da passionalità forti, simbolismi e novità spesso estreme. Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, con la collaborazione di Anna Bisceglia (curatrice della pittura toscana del Seicento), Francesca de Luca (pittura del Cinquecento) e Maria Matilde Simari (pittura italiana ed europea del Seicento), ha voluto creare qui un percorso museale che offra un doppio binario di “lettura” delle opere esposte tenendo quindi conto delle differenti esigenze dei visitatori e del bisogno di approfondimento di una consistente parte di loro. Si parlava di passionalità e senza dubbio il colore scelto per i pannelli delle sale lungo il corridoio (per non intervenire definitivamente sull’originale colore vasariano) e per le pareti delle sale interne (dalla 96 alla 99), non poteva che essere il rosso. Un rosso non fiammante ed esagerato, un rosso che si trova spesso nelle stoffe e nei parati rappresentati nei quadri di quegli anni, studiato su un modello tessile dell’epoca e realizzato con pigmenti naturali utilizzati già nel ‘600. Un rosso deciso eppure, verrebbe di dire, un po’ “filtrato”.Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt afferma: “Il nuovo allestimento si basa su un approccio tematico e artistico che ispira e stimola la curiosità del visitatore, trasportato così nell’atmosfera del tempo e nella storia delle collezioni medicee. L’intenzione è di creare un’esperienza intellettuale sia per i non specialisti, che per gli esperti della materia. Grazie all’accostamento di pittura fiorentina e del resto d’Italia, con dipinti d’oltralpe, si recupera lo spirito internazionale del gusto dell’epoca, aperto a suggestioni provenienti da ogni paese”.
“Si è cercata riaprendo la ampie finestre a lunetta una combinazione di luce artificiale e luce naturale – dichiara l’architetto Antonio Godoli che con Nicola Santini ha curato l’allestimento museografico e il progetto illuminotecnico, messo in opera grazie al generoso contributo degli Amici degli Uffizi e della consorella americana, Friends of the Uffizi – l’accento cromatico nei toni del rosso cinabro su pannelli indipendenti e staccati dalle pareti, precede e introduce alle sale propriamente espositive dove il colore è presente in maniera diffusa; invece nelle sale che si affacciano sul piazzale degli Uffizi, la zona espositiva è circoscritta e definita con pannelli dipinti, quasi uno spazio autonomo e a se stante dal percorso, attraverso le porte in successione, verso l’attuale uscita dal museo”. “Tra realtà e magia” è la prima sala; vi si trovano i lavori di artisti ancora cinquecenteschi ma che già si discostano dai canoni manieristici. Francesca de Luca, curatrice della pittura del ‘500, chiarisce che “si tratta di esempi di pittura di ispirazione naturalistica del cinquecento maturo. E’ una campionatura, necessariamente non sistematica, dei diversi approcci al naturale con cui gli artisti dell’area padana hanno cercato di superare l’artificio eccessivo del cosiddetto Manierismo tosco-romano.” Si è potuto dar anche conto di alcuni temi non convenzionali ma giocosi come il curioso Uomo con scimmia di Annibale Carracci, o popolareschi o venati di elementi simbolici ed enigmatici che possono far capire le caratteristiche del bacino culturale in cui è avvenuta la formazione del Caravaggio: è il caso dell’Allegoria di Ercole (che è stata ritenuta in passato anche una scena di stregoneria) dei fratelli Dossi e dell’enigmatica Maga che strangola un putto, di attribuzione incerta (Jacopo Ligozzi o Scuola Emiliana) che presenta sul colletto della donna un oscuro ricamo con scritto ZAF ARF. Nella sala che segue (“Caravaggio e Artemisia”) un bellissimo David e Golia di Guido Reni fronteggerà in giugno, al ritorno dalle mostre di Milano e Forlì, il Sacrificio di Isacco di Caravaggio, fino ad allora sostituito dalla copia antica dell’Incredulità di San Tommaso del Merisi; nella stessa sala la Decapitazione di Oloferne di Artemisia Gentileschi.
Nella Sala della Medusa il magnifico scudo da parata dipinto da Caravaggio è esposto in una nuova teca sullo sfondo di un grande pannello rosso. Alle pareti, oltre all’Armida di Cecco Bravo, donato recentemente dalla sezione americana degli Amici degli Uffizi, segnaliamo la statua romana di Minerva con la testa della figura mitologica sul petto e il quadro della testa coronata dai serpenti di Otto Marsaeus e nei secoli passati attribuito a Leonardo da Vinci e ammirato dai viaggiatori come uno dei più famosi quadri degli Uffizi. È dedicata alla natura morta la sala successiva: intorno al Bacco di Caravaggio due Dispense dell’Empoli, un vaso di fiori di Carlo Dolci e una natura morta di Velazquez dagli evidenti richiami caravaggeschi. “A lume di notte” si intitola la sala successiva dedicata alla rappresentazione di scene illuminate da candele: al centro la Natività di Gherardo Delle Notti (Gerard van Honthorst) in cui la luce che definisce i partecipanti alla scena è in realtà emanata direttamente dal Bambino. Intorno, fra gli altri, l’Annunciazione di Matthias Stamer e la Carità romana di Bartolomeo Manfredi. I massimi maestri della pittura europea dell’epoca si susseguono infine nella sala successiva di questo percorso. “I volti ritratti da Rembrandt, Rubens e Van Dyck in dipinti di piccolo e grande formato costituiscono una successione di opere giustamente celebri che riunite sono un insieme emozionante, denso di spunti per riflettere sulla grande pittura del Seicento che fu soprattutto europea per la vivace circolazione delle idee e per i molti e continui contatti tra artisti e committenti che non si curavano poi molto dei confini territoriali – dice Maria Matilde Simari, curatrice della pittura italiana ed europea del Seicento – . Da queste sale ci si augura che possa affiorare non solo l’esaltazione di alcuni capolavori, ma soprattutto la possibilità di intuire, anche per il visitatore frettoloso, alcuni aspetti salienti di un secolo straordinario, un secolo di circolazione culturale, di novità artistiche, di curiosità verso la realtà quotidiana e verso un mondo che si rivelava sempre più vasto e complesso”.
Alla ritrattistica europea è accostata quella fiorentina. Giganteggiano nella sala successiva il Ritratto di Galileo Galilei e il monumentale triplice ritratto di Cosimo II, Maria Maddalena d’Austria e il figlio Ferdinando II, ambedue di Giusto Sustermans. Il triplice ritratto contiene una curiosità legata a un piccolo mistero. La granduchessa indossa un fermacapelli circolare sul quale splende un grosso diamante giallo: è il celebre “Fiorentino”, un diamante di 138 carati che Ferdinando I aveva acquistato nel 1601 e aveva fatto tagliare a Venezia. Questa gemma venne portata a Vienna dai Lorena, e non se ne ha più notizia dagli inizi dell’Ottocento.
Nell’ultima sala del percorso, “Epica fiorentina”, spiccano un teatrale Rinaldo e Armida di Cesare Dandini, che si ispira al poema del Tasso, e una piccola e preziosa Santa Caterina d’Alessandria di Francesco Furini. “I temi letterari tratti dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso – spiega Anna Bisceglia, curatrice della pittura toscana del Seicento – sono in assoluto i soggetti di maggiore successo a Firenze nella prima metà del secolo, e piacevano sia per l’aspetto di moderna favola mitologica sia per la simbologia morale che si leggeva nelle storie di eroi ed eroine di entrambi quei poemi cavallereschi” .(Non siamo in grado di pubblicare le foto in quanto sono coperte da copyright)
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Caravaggio nel patrimonio del F.E.C. Il Doppio e la Copia
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 giugno 2017
Roma mercoledì 21 giugno 2017, ore 11.00 Palazzo Barberini via delle Quattro Fontane, 13 Intervengono: Flaminia Gennari Santori, Direttore delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica Angelo Carbone, Direttore Centrale Fondo Edifici di Culto Giulia Silvia Ghia, curatrice della mostraLe Gallerie Nazionali di Arte Antica e il F.E.C. (Fondo Edifici di Culto) presentano nella sede di Palazzo Barberini la mostra Caravaggio nel patrimonio del F.E.C. Il Doppio e la Copia, a cura di Giulia Silvia Ghia.Il Fondo Edifici di Culto, che ha sede presso il Ministero dell’Interno, amministra un ingente patrimonio storico-artistico costituito da oltre 800 chiese, con le innumerevoli opere d’arte in esse custodite. Il Fondo provvede alla conservazione, tutela e valorizzazione di tale patrimonio.La mostra a Palazzo Barberini che celebra i 30 anni del F.E.C., presenta quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione e La Flagellazione di Cristo.
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Caravaggio e i caravaggeschi nell Italia meridionale
Posted by fidest press agency su lunedì, 22 Maggio 2017
Otranto, Castello Aragonese 11 giugno – 24 settembre 2017 Conferenza stampa e inaugurazione sabato 10 giugno ore 18.30. Dopo lo straordinario successo della mostra dedicata a Steve McCurry nell’estate 2016, il Comune di Otranto e Civita Mostre organizzano, dall’11 giugno al 24 settembre 2017, nei suggestivi ambienti del Castello Aragonese una mostra dedicata a Caravaggio e ai pittori caravaggeschi che hanno operato nell’Italia meridionale. Tutte le opere esposte provengono dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, che custodisce il lascito di quello che è stato il più importante storico dell’arte italiano ma anche uno straordinario collezionista.
Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970) è una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo. Alla pittura del Caravaggio (Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Milano 1571 – Porto Ercole 1610) e ai suoi seguaci, i cosiddetti caravaggeschi, ha dedicato una vita di studi, a partire dalla tesi di laurea sul Caravaggio del 1911. Si trattò, a quella data, di una scelta pioneristica, tanto all’epoca il pittore era uno dei “meno conosciuti dell’arte italiana”. Longhi seppe da subito riconoscere la portata rivoluzionaria della pittura del Merisi, così da intenderlo come “il primo pittore dell’età moderna”.
Nella sua dimora fiorentina – villa Il Tasso –, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche, che furono per lui occasione di ricerca e di studio. Tra queste il nucleo più importante e significativo è senza dubbio quello che comprende le opere del Caravaggio e dei caravaggeschi, formatosi attorno al Ragazzo morso da un ramarro del Merisi, da lui acquistato verso il 1928. Il dipinto, che risale all’inizio del soggiorno romano di Caravaggio, all’incirca nel 1596-1597, colpisce innanzitutto per la resa del brusco scatto con cui il giovane si ritrae improvvisamente per il morso di un ramarro, quasi come in una istantanea fotografica, ma anche per la “diligenza” con cui ha reso il brano della natura morta con la caraffa e i fiori, un genere pittorico riportato a dignità autonoma proprio dal Caravaggio.Nella mostra, curata da Maria Cristina Bandera, direttrice scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, accanto al Caravaggio sono esposti i dipinti dei suoi seguaci meridionali o attivi nell’Italia del Sud, che fanno parte della stessa collezione e offrono una efficace testimonianza del significato storico della sua pittura. Grandi capolavori possono ritenersi cinque tele che raffigurano gli Apostoli, del giovane Jusepe de Ribera e la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, il principale caravaggesco napoletano. Il profondo radicamento dell’esempio del maestro nell’arte napoletana è attestato dal David di Andrea Vaccaro e dal drammatico San Girolamo del Maestro dell’Emmaus di Pau. Nelle opere di Matthias Stom, a lungo attivo in Sicilia, si materializza una perfetta sintesi tra la cultura nordica di partenza – legata al caravaggismo olandese – e la pittura italiana. Sono inoltre presentate inoltre opere di Lanfranco, del Maestro dell’Annuncio ai pastori, di Filippo Napoletano e di Giacinto Brandi. Il percorso si conclude con due capolavori di Mattia Preti, l’artista che più di ogni altro contribuisce a mantenere per tutto il Seicento la vitalità della tradizione caravaggesca.È infine prevista la proiezione del film di Mario Martone dal titolo L’ultimo Caravaggio (durata 40‘), realizzato nel 2004. La cinepresa del grande regista scompone e riassembla dettagli rubati ora ai dipinti di Caravaggio, ora ai quartieri popolari e alle estreme periferie di Napoli, ricostruendo così, con un linguaggio che parla anche al nostro tempo, la vicenda artistica ed umana del Caravaggio nei suoi ultimi anni, vissuti nell’Italia meridionale.La mostra, unitamente a quella di Roberto Cotroneo, sarà accessibile al pubblico con il biglietto di ingresso del Castello Aragonese, che consente di visitare tutti gli ambienti della fortezza, dai sotterranei agli allestimenti dedicati alla storia della città. (foto caravaggio)
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Mostra “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio”
Posted by fidest press agency su venerdì, 3 febbraio 2017
Sansepolcro, Museo Civico 12 febbraio – 4 giugno 2017 Anteprima stampa Sabato 11 febbraio ore 11.00 si inaugura a Sansepolcro, negli spazi espositivi del Museo Civico, la mostra “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio” che apre una ricca stagione espositiva, che proseguirà da giugno con la mostra “Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo”. Da febbraio a novembre la visita del museo sarà dunque l’occasione per ammirare importanti opere dei grandi maestri dell’arte italiana in dialogo con i capolavori di Piero della Francesca.Con il rientro a Sansepolcro della Madonna della Misericordia, dopo il successo dell’evento milanese a Palazzo Marino, il Museo Civico torna a essere al centro dell’offerta culturale con la mostra: “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio”, che sarà aperta al pubblico dal 12 febbraio al 4 giugno.
La mostra presenta un inedito accostamento tra Caravaggio e Piero della Francesca, che a prima vista potrebbe sembrare azzardato. Eppure, le motivazioni emergono se si guardano i due artisti, tra loro così lontani e diversi, nel segno di Roberto Longhi. Entrambi, infatti, furono studiati e ‘riscoperti’ dallo storico dell’arte già a partire dai suoi anni formativi.
Roberto Longhi (1890-1970) è una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo e fondamentali sono stati i suoi studi sul Caravaggio, su Piero della Francesca e sugli artisti operosi in quella che chiama, con un titolo parlante, ‘Officina Ferrarese’.
Del Caravaggio Longhi fu ‘scopritore’ moderno, lucido studioso e collezionista, tanto da acquisire per la propria “raccolta” intorno al 1928 il Ragazzo morso da un ramarro. La tela, dipinta verso il 1595, è certamente uno dei più significativi capolavori giovanili di Caravaggio, che con i suoi splendidi dettagli di natura morta e straordinari effetti luministici coglie, quasi come in un’istantanea fotografica, il momento un cui il giovane si ritrae improvvisamente per il morso di un ramarro.
Su Piero della Francesca Longhi scrisse nel 1927 una monografia tuttora imprescindibile, anticipata dal lucidissimo saggio del 1914, “Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana”, fondamentale per l’innovativa lettura del pittore di Borgo Santo Sepolcro, visto dallo storico dell’arte non solo nella sua “ascendenza” fiorentina, ma anche, e soprattutto, nella sua “discendenza” veneziana, quello di Antonello da Messina e di Giovanni Bellini. A ideale apertura della mostra il meraviglioso Polittico della Misericordia, protagonista della recente mostra natalizia di Palazzo Marino a Milano e riportato di recente nel suo assetto originario all’interno del Museo Civico di Sansepolcro.La tavola di Ercole de’ Roberti Ritratto di giovane, che reca nel verso un Ritratto di giovane donna – appartenente a una collezione privata – viene esposta in mostra a testimonianza della “discendenza, per quanto evoluta e ormai incrociata di veneto”, del profilo “nitido” del giovane dai profili di Piero, come ebbe a riconoscere Longhi nel volume Officina ferrarese del 1934.
Accanto al Caravaggio, alla tavola di Ercole de’ Roberti, e al polittico di Piero della Francesca, saranno esposti documenti provenienti dall’archivio, dalla biblioteca e dalla fototeca della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi.“Nel segno di Roberto Longhi. Piero e Caravaggio” è curata da Maria Cristina Bandera, Direttore Scientifico della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, è promossa dal Comune di Sansepolcro ed organizzata da Civita Mostre.Il catalogo della mostra, edito da Marsilio, comprende saggi di Maria Cristina Bandera e di Mina Gregori e un’antologia di brani di Roberto Longhi sulle opere esposte. Un efficace allestimento, progettato da Corrado Anselmi, valorizzerà la ricchezza delle opere esposte nel contesto del museo.
La mostra successiva, dedicata a Luca Pacioli tra Piero della Francesca e Leonardo, che sarà aperta al pubblico dal 10 giugno al 5 novembre, intende celebrare i 500 anni dalla morte del grande matematico. Vi saranno esposti tra gli altri un disegno di Leonardo conservato nel Castello Sforzesco e un dipinto del suo allievo Giampietrino, concesso dal Museo Poldi Pezzoli (foto: caravaggio)
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Consegna al ministro Franceschini il primo volume di “Caravaggio, genio d’Europa”
Posted by fidest press agency su sabato, 21 gennaio 2017
Il Presidente e l’Amministratore Delegato della casa editrice UTET Grandi Opere, Fabio Lazzari e Marco Castelluzzo, insieme all’Amministratore Delegato di Cose Belle d’Italia, Mauro Gilardi hanno consegnato oggi al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, la prima copia del volume Caravaggio, genio d’Europa per la collana di UTET Grandi Opere “Visioni impossibili”, nell’ambito della quale sono già stati pubblicati analoghi volume dedicati a Giotto, Beato Angelico e Botticelli.
Il volume è stato affidato alla cura di Rossella Vodret, autrice di numerosi studi su Caravaggio e curatrice di molteplici mostre caravaggesche, già Soprintendente speciale per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Roma dal 2009 al 2012. Il volume è corredato da 125 immagini fotografiche a altissima definizione e da 10 tavole applicate realizzate con stampa a getto d’inchiostro a 12 colori su tela prodotta dalla cartiera tedesca Hanehmuhle con particolari di alcuni dipinti. In allegato è disponibile la scheda editoriale completa, una foto dell’incontro e l’immagine della copertina del volume.
“Editoria e arte, due grandi eccellenze italiane, si incontrano in questo volume che illustra, grazie a una stampa a altissima definizione, il fascino e la maestria di uno dei più grandi autori della storia dell’arte europea. Rigore scientifico, narrazione efficace, cura editoriale e apparato iconografico rendono il libro un prezioso tassello della opera critica dedicata a Caravaggio”. Così il Ministro Franceschini al termine dell’incontro.
La pubblicazione è il frutto della collaborazione tra diverse realtà editoriali, quali UTET e FMR, e il gruppo Cose Belle d’Italia. (foto:
caravaggio)
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Ciclo de cine Caravaggio y los pintores del norte
Posted by fidest press agency su giovedì, 11 agosto 2016
Madrid Museo Thyssen-Bornemisza Paseo del Prado, 8, 13 y 20 de agosto a las 19.30h. Sábado, 13 de agosto a las 19.30h: Mamma Roma, dirigido por Pier Paolo Pasolini. Sábado, 20 de agosto a las 19.30h: Caravaggio, l’ultimo tempo, dirigido por Mario Martone. Entrada gratuita hasta completar el aforo. Más información: http://www.museothyssen.org (foto Caravaggio)
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Exposición Caravaggio y los pintores del Norte
Posted by fidest press agency su martedì, 12 luglio 2016
Madrid del 2 de julio al 20 de agosto de 2016 Salón de actos del Museo Thyssen-Bornemisza Paseo del Prado, 8, Entrada gratuita hasta completar el aforoEl Instituto Italiano de Cultura de Madrid colabora con el Museo Thyssen-Bornemisza de Madrid en el Ciclo de cine organizado con motivo de la exposición Caravaggio y los pintores del Norte del Museo Thyssen-Bornemisza de Madrid.
Sábado 13 de agosto a las 19h30h: Mamma Roma dirigido por Pier Paolo Pasolini.
Sábado 20 de agosto a las 19.30h: Caravaggio, l’ultimo tempo dirigido por Mario Martone. (foto: caravaggio)
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“Caravaggio e i Caravaggeschi”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 marzo 2016
Tokyo The National Museum of Western Art until 12 giugno 2016 la mostra di Caravaggio più grande mai organizzata fuori dall’Italia e che per la prima volta svela la celebre “Maddalena in estasi”, di recente attribuzione grazie alla storica dell’arte Mina Gregori. Già 20 mila i visitatori nella prima settimana di apertura, dal 1 marzo ad oggi, per l’esposizione che mette insieme 11 capolavori del grande Maestro e oltre 40 dipinti di altri artisti del suo tempo in un gioco complesso di confronti, influenze, dialoghi e rivalità. La mostra “Caravaggio and His Time: Friends, Rivals and Enemies” rientra negli eventi che celebrano il 150° Anniversario del Trattato di Amicizia tra Giappone e Italia e anticipa molte mostre d’arte giapponese in Italia, tra cui “Domon Ken” all’Ara Pacis di Roma a maggio, “Capolavori della scultura buddista giapponese” alle Scuderie del Quirinale a luglio e “Hokusai, Hiroshige, Utamaro” a Palazzo Reale di Milano a settembre. Come spiega l’Ambasciatore italiano a Tokyo Domenico Giorgi “La mostra dedicata a Caravaggio si colloca tra gli eventi più significativi organizzati quest’anno per celebrare il 150mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone e rappresenta per il pubblico giapponese, che tanto apprezza l’arte italiana, un’occasione unica di ammirare il percorso artistico del pittore e il suo impatto sull’arte europea.”
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Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio
Posted by fidest press agency su sabato, 23 gennaio 2016
Roma Galleria Nazionale d’Arte Antica – Roma – Palazzo Corsini Fino al 15 febbraio 2016. L’esposizione, nata da un’idea del critico d’arte Vittorio Sgarbi e dello studioso Giorgio Leone, direttore della Galleria Corsini, è uno straordinario omaggio ad uno dei più celebri pittori del Seicento, nato in Calabria e conosciuto come il Cavalier Calabrese. La mostra, curata da Giorgio Leone, consta di ventidue capolavori provenienti da prestigiose istituzioni europee e italiane: dal Musée des Beaux-Arts di Carcassonne agli Uffizi, dalla Galleria Nazionale di Cosenza alla Pinacoteca di Brera e da alcune collezioni private italiane, londinesi e svizzere. Tra le opere esposte segnaliamo: il Soldato del Museo Civico di Rende, il Sinite Parvulos, il Tributo della moneta di Brera, il Tributo della Galleria Corsini, la Negazione di Pietro di Carcassonne, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, il Salomone sacrifica agli idoli e la Morte di Catone. L’esposizione è accompagnata dal ciclo di conferenze Incontri con Mattia Preti, che proseguirà con altre interessanti proposte. L’iniziativa è organizzata dal Segretariato Regionale MiBACT per la Calabria, diretto da Salvatore Patamia e dal Segretariato Regionale MiBACT per il Lazio, guidato da Daniela Porro. La mostra è stata finanziata dalla Regione Calabria nell’ambito del programma degli eventi celebrativi per il IV centenario della nascita di Mattia Preti. (foto: mattia preti)
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Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio
Posted by fidest press agency su sabato, 31 ottobre 2015
Roma Galleria Nazionale d’Arte Antica – Palazzo Corsini Fino al 18 gennaio 2016 si potrà ammirare nella straordinaria cornice della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Roma la mostra Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio dedicata ad uno dei pittori più celebri del Seicento, vanto della Calabria e universalmente noto come il Cavalier Calabrese.
La mostra nasce da un’idea del famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi e dallo studioso Giorgio Leone, direttore della Galleria Corsini ed è organizzata dal Segretariato Regionale MiBACT per la Calabria, diretto da Salvatore Patamia e dal Segretariato Regionale MiBACT per il Lazio, guidato da Daniela Porro.
L’esposizione, curata da Giorgio Leone, consta di ventidue capolavori provenienti da prestigiose istituzioni europee e italiane: dal Musée des Beaux-Arts di Carcassonne agli Uffizi, dalla Galleria Nazionale di Cosenza alla Pinacoteca di Brera e da alcune collezioni private italiane, londinesi e svizzere. Tra le opere esposte segnaliamo: il Soldato del Museo Civico di Rende, il Sinite Parvulos, il Tributo della moneta di Brera, il Tributo della Galleria Corsini, la Negazione di Pietro di Carcassonne, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, il Salomone sacrifica agli idoli e la Morte di Catone. L’iniziativa romana contribuirà notevolmente ad accrescere l’attenzione verso un artista calabrese che ha lasciato ai posteri opere d’arte di inestimabile valore.
La mostra è stata finanziata dalla Regione Calabria nell’ambito del programma degli eventi celebrativi per il IV centenario della nascita di Mattia Preti.
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Retrieving Caravaggio
Posted by fidest press agency su lunedì, 14 Maggio 2012
Toronto Thursday, May 17, 2012 – 6:30pm Istituto Italiano di Cultura – 496, Huron St., Free admission. The Italian Cultural Institute of Toronto and the Dominican Institute of Toronto present the lecture Retrieving Caravaggio by Dr. Marius Zerafa, O.P. (2012 Aquinas Visiting Scholar at the Faculty of Theology, University of St. Michael’s College). Rev. Dr. Marius Zerafa, O.P. (S.T.L., Lect. Th., A.R. Hist. S., Dr. Sc.Soc) is a noted and extraordinary scholar, art historian and restorer. Dr. Zerafa is the founder of the Museum of Fine Arts in Valletta, Malta. He is former Curator and Director of the Malta Museums. While Director of Museums Dr. Zerafa masterminded the retrieval of Caravaggio’s only signed piece, St. Jerome, which had been stolen from St. John’s Co-Cathedral. His book “The Caravaggio Diaries” is an account of this adventure capturing the mystery and intrigue surrounding the theft. He is Chair of the Archdiocese of Malta’s Commission for Sacred Art and Vice-President of the Malta Arts Biennale. Dr. Zerafa is a lecturer at the Pontifical University of St. Thomas Aquinas, Rome.
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il Caravaggio “romano”
Posted by fidest press agency su venerdì, 18 febbraio 2011
Nella puntata di sabato 19 febbraio del magazine di Rai Educational dedicato all’arte e alla cultura (Rai Tre, ore 16:20), ospite in studio il direttore dell’ente che propone una mostra inedita. Caravaggio è senza dubbio l’artista più ricercato e discusso dell’ultimo secolo. Asso mediatico e superstar del botteghino, Michelangelo Merisi appassiona i fruitori d’arte oltre che per la sua geniale metodologia pittorica, anche per lo stile di vita anarchico che lo ha fatto diventare il punto di riferimento di una società appassionata alle biografie come fossero sceneggiature di film noir. Oggi a soddisfare la curiosità dei più ci pensa una mostra organizzata nella Capitale presso l’Archivio di Stato (“Caravaggio a Roma. Una vita dal vero”, fino al 15 maggio) che ricostruisce in maniera inequivocabile il periodo romano dell’artista, da sempre al centro di dubbi, buchi temporali e contraddizioni. «Nella mostra proponiamo un corpus di documenti unico relativo agli anni che l’artista visse a Roma – spiega Eugenio Lo Sardo, direttore dell’Archivio di Stato e ideatore della mostra, ospite nello studio di Art News– E’ stato un lavoro difficilissimo visto che Caravaggio non lasciò moltissime tracce di sè: si pensi, ad esempio, che non era abituato a firmare o a siglare con una data le proprie opere». Il merito principale delle carte esposte è quello di stabilire con certezza l’arrivo del pittore in città: «La maggior parte degli storici più autorevoli, tra cui Longhi, – conferma Lo Sardo – lo faceva risalire al 1589: grazie ai documenti raccolti la data è stata posticipata di ben sei anni al 1595». Dai materiali viene fuori anche un’immagine diversa dal consueto Michelangelo Merisi violento e attaccabrighe: quella di un uomo compassionevole, sensibile all’universo femminile e vicino al mondo di disperati ed emarginati che finirono per diventare i protagonisiti delle sue opere. Il restauro dei documenti non è stata un operazione facile sia da un punto di vista tecnico, gli inchiostri acidi nel corso del tempo hanno corroso la carta sbriciolandola, che pratico, vista la necessità di fondi. «Abbiamo ottenuto soldi da società, banche, industrie, singoli privati – conclude Lo Sardo – Ma per portare avanti i nostri progetti dovremo puntare al mercato internazionale e non limitarci all’Italia che oggi non è sufficientemente grande».Nato nel 2006, Art News è il magazine settimanale di Rai Educational che si occupa di arte e cultura in onda il sabato pomeriggio su Rai Tre. Maria Paola Orlandini, autrice del programma con Luigi Ceccarelli e Vincenzo Sferra, conduce la trasmissione coadiuvata da esperti quali Claudio Strinati, Antonio Paolucci, Cristiana Perrella, Demetrio Paparoni.
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