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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Posts Tagged ‘case’

Case green. Dopo voto Parlamento europeo il governo usa il metodo ‘balneari’

Posted by fidest press agency su sabato, 18 marzo 2023

Dopo il voto del Parlamento europeo dell’attuazione delle normative green sulla casa a partire dal 2030, il governo sta forse pensando come provare a buttar fumo sul tutto senza prendere posizione ufficiale di contrarietà. E’ il metodo “balneari”, ampiamente sperimentato, che va avanti da anni e che, nonostante norme chiare e sentenze definitive altrettanto chiare, consente ancora oggi l’illegalità degli affitti demaniali sulle coste italiane.A confermarci questo metodo è il capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa, Tommaso Foti, per il quale l’Italia non sarebbe pronta a far fronte alle norme che riguardano gli immobili residenziali (1), anche per evitare un aumento speculativo dei costi della materie prime utili ai restauri. A parte che non si capisce perché questa speculazione non potrebbe manifestarsi anche con lo slittamento al 2040… che si tratti di una strategia politica modello “balneari” è una delle caratteristiche tipiche di un modello di governo incentrato sulla gestione del presente, da cui trarre solo consenso: non cambiare nulla per contentare corporazioni e posizioni di rendita. Metodo con cui si nasconde mancanza di prospettive per il domani, abbandonando quest’ultimo a se stesso e alla casualità di un’economia che non si è in grado di navigare.Non è un caso, per esempio, che le uniche innovazioni positive per i consumatori che si sono registrate in questi ultimi mesi (calo dei prezzi energetici) sono solo frutto del contesto internazionale ed europeo. Non solo, ma anche le uniche forme di aiuto ancora in corso, quando non sono state annullate come l’azzeramento delle accise sulla benzina, sono solo retaggio dei governi precedenti. Siamo solo agli inizi di questa ennesima bagarre del nostro governo con l’Ue, dopo quelle in corso contro le etichette alimentari europee (Nutriscore) e la conversione delle produzioni di motori a combustione. 1 – Entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali privati già esistenti dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni più tardi sarà obbligatorio passare alla classe D. Una promozione che richiede un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Per arrivare alle emissioni zero al 2050. Per gli immobili nuovi gli obblighi scattano dal 2028, che diventa 2026 per gli edifici pubblici o a gestione pubblica. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Piemonte: Case e ospedali di comunità: una cabina di regia per dare voce ai territori

Posted by fidest press agency su venerdì, 23 dicembre 2022

Saranno 48 sul territorio metropolitano le strutture di prossimità – ovvero case e ospedali di comunità – individuate dalla Regione Piemonte che andranno a rafforzare il sistema territoriale della sanità e del welfare grazie ai fondi del Pnrr: un insieme di servizi che dovrebbe decongestionare il sistema sanitario e offrire un approccio più integrato al benessere dei cittadini.Individuare le strutture rappresenta un importante punto di partenza che deve però andare di pari passo con la modulazione dei servizi offerti ai cittadini: per questo la Città metropolitana di Torino ha avviato un tavolo di confronto con le quattro ASL dell’area metropolitana e i rispettivi Direttori generali, i presidenti delle Conferenze dei sindaci, la Città di Torino e le sigle sindacali Cgil Cisl Uil sull’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalle Missione 6 e 5 (Sanità e Welfare) del Pnrr. “L’obiettivo dell’accordo” ha spiegato la consigliera Valentina Cera, che per la Città metropolitana gestisce la cabina di regia sul tema “è condividere una strategia comune per il ridisegno della sanità territoriale a partire dall’opportunità offerta dai fondi del Pnrr”. Cera ha sottolineato l’importanza che sia l’Ente di area vasta a coordinare questo lavoro: “Su tutti i territori devono esserci per tutti i cittadini eque possibilità di accessibilità ai servizi., E questo comporta anche mettere in campo ragionamenti che investono non solo sanità e servizi sociali, ma, per fare un esempio, il sistema dei trasporti”. “Case e ospedali di comunità” ha precisato la Consigliera metropolitana “sono servizi che guardano alla cura della persona nel suo complesso, integrando dimensioni diverse: su questo indirizzo deve proseguire il confronto con la Regione Piemonte che recepisca le istanze dei territori”.

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Valorizzare le case con l’home staging

Posted by fidest press agency su sabato, 3 settembre 2022

Valorizzare gli immobili allo scopo di trovare rapidamente l’acquirente perfetto e concludere l’affare rapidamente e bene. Ecco riassunto in poche parole ciò che fa l’home stager, figura sempre più richiesta dal settore immobiliare perché rappresenta un vero e proprio “booster” per le vendite: nel nostro Paese, infatti, le case oggetto di home staging infatti si vendono quattro volte più velocemente rispetto alla media. Non stupisce quindi che sempre più persone decidano di diventare home stager, ma attenzione: «A fronte di ottime prospettive di business e di un investimento iniziale contenuto, affermarsi nel settore richiede una preparazione solida in numerose discipline. Non ci si può improvvisare e l’attività va pianificata attentamente». Ad affermarlo è Fosca de Luca, homestager e redesigner attiva da oltre vent’anni, autrice di saggi sull’argomento e fondatrice dell’Accademia Italiana di Staging & Redesign. La sua scuola in 7 anni di attività è diventata punto di riferimento in Italia del settore e punta a formare professionisti completi e in grado di portare avanti un’attività remunerativa. «Nel primo semestre 2022 – continua de Luca – abbiamo formato 58 nuovi Home Stager per gli immobili da vendere e 37 ReDesigner di interni specializzati nel progettare e arredare B&B e case vacanza. Una delle caratteristiche della professione, infatti, è che una volta acquisite le basi, si possono intraprendere diverse specializzazioni, perché il mercato immobiliare richiede competenze diversificate. Solo quest’anno sono abbiamo già avuto circa 70 allievi che hanno seguito i vari corsi in marketing immobiliare, strategie per vendere, fotografia di Interni, carta da parati, Feng Shui».Il programma è online: https://stagingeredesign.school/calendario-corsi-per-diventare-home-stager/

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Domanda di case in calo

Posted by fidest press agency su sabato, 16 luglio 2022

Questi primi sei mesi del 2022 vedono un mattone ancora di segno più. Infatti, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, i prezzi salgono di un ulteriore 1%. Secondo i dati elaborati da Immobiliare.it Insights, business unit di Immobiliare.it specializzata in studi di mercato, a giugno la cifra richiesta per l’acquisto di una abitazione a livello nazionale è stata di 2.063 euro al metro quadro.Il Nord si conferma il motore propulsivo del Paese, in particolare è il Nord Est a performare meglio anno su anno, con un aumento dei prezzi pari al 3,5%. Il Nord Ovest si ferma ad un +2,7%. Situazione di sostanziale stabilità per il Centro e il Sud (+0,1% entrambi). Male invece il confronto con i primi sei mesi del 2021 per le Isole, che vedono un calo nel valore delle case dell’1,4%.

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Nel 2021 calano i prezzi delle case del 3%, ma è boom della domanda

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 gennaio 2022

Il prezzo richiesto per le case usate in vendita in Italia è calato del 3% rispetto a 12 mesi fa, secondo un rapporto pubblicato da idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico. A fine dicembre 2020 l’acquisto di una casa nel nostro Paese aveva un costo di 1.744 euro al metro quadro, contro i 1.692 euro attuali. Nell’ultimo trimestre l’indice dei prezzi si è attestato a -0,3 punti. La curva dei prezzi ha segnato cali nella maggior parte dei mercati analizzati nonostante la crescita della domanda di immobili sul portale sia più che raddoppiata (+122%) rispetto al periodo pre-Covid, arrivando a toccare livelli mai visti prima. Il trend negativo delle quotazioni immobiliari ha investito 14 regioni italiane su 20: Marche (-9,9%) davanti ad Abruzzo (-6,7%), Lazio e Umbria (entrambe -5,9%) sono le regioni dove i proprietari hanno ridimensionato maggiormente le loro aspettative negli ultimi 12 mesi. Ribassi superiori alla media del periodo anche per Calabria (-5,2%), Puglia (-5,1%), Campania (-4,5%), Piemonte (-3,9%), Lombardia (-3,8%) e Campania (3,2%). Dal lato opposto gli incrementi più significativi riguardano il Trentino Alto Adige (5,9%) e la Valle d’Aosta (3,9%).Sempre il Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta fanno registrare i prezzi d’offerta più elevati a livello regionale, rispettivamente con 2.580 e 2.428 euro al metro quadro. Segue su terzo gradino del podio la Liguria (2.383 euro/m²), quindi Toscana (2.244 euro/m²) e Lazio (2.000 euro/m²). I prezzi delle case in Lombardia (1.761 euro/m²) si collocano sopra il valore medio nazionale di 1.692 euro, al di sotto del quale troviamo 14 regioni, dall’Emilia Romagna (1.655 euro/m²) a scendere fino agli 853 euro della Calabria, la regione più economica davanti al Molise (872 euro/m²).

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Prezzi case, continua il calo a novembre: -0,3%

Posted by fidest press agency su sabato, 4 dicembre 2021

Diminuiscono ancora i prezzi delle case usate, che hanno registrato un calo dello 0,3% a novembre attestandosi a 1.691 euro/m2, secondo l’ultimo indice dei prezzi di idealista. I dati elaborati dall’Ufficio Studi del portale leader per sviluppo tecnologico in Italia evidenziano un calo del 2,6% su base annua.A livello regionale sono undici i contesti che seguono una tendenza negativa. Al primo posto troviamo le Marche (-2,2%), poi Sardegna (-2,1%), Molise (-2,1%) e Umbria (-2%). A seguire: Abruzzo (-1,8%), Veneto (-1,5%), Calabria (-1,3%), Campania (-1,2%) Piemonte (-1,1%) e Puglia (-1%). La Sicilia (-0,7%) è l’unica regione a registrare un calo inferiore all’1%. La regione in cui i prezzi al metro quadro sono più alti è il Trentino-Alto Adige con i suoi 2.568 euro. La seguono Liguria (2.387 euro/m²), Valle d’Aosta (2.366 euro/m²), Toscana (2.230 euro/m²) e Lazio (2.000 euro/m²). Sotto la soglia dei 2mila euro le restanti regioni, i cui prezzi al metro quadro vanno degradando fino agli 852 euro della Calabria. Su 106 province monitorate, sono ben 75 quelle che presentano valori al ribasso. Prima è Macerata (-5,2%), seguita da Gorizia (-4,5%) e Lodi (-3,6%). All’estremo opposto, le province i cui prezzi sono cresciuti maggiormente a novembre sono Bolzano (3,2%), Udine (2,8%), Lucca (2,2%), Trieste e Isernia (entrambe su del 2%). Nella top 5 delle province italiane con i prezzi più elevati al metro quadro, spicca Bolzano (3.977 euro/m²) davanti a Savona (2.959 euro/m²). Seguono più distanziate Lucca (2.895 euro/m²), Firenze (2.760 euro/m²), Milano (2.667 euro/m²) e Imperia (2.570 euro/m²). All’opposto, i mercati più economici sono Biella (583 euro/m²), Caltanissetta (695 euro/m2) e Isernia (746 euro/m2). Capoluoghi Prezzi in calo in 77 su 107 capoluoghi monitorati a novembre, trascinati in terreno negativo da Pordenone (-4,4%), Cremona (-3,5%), Napoli e Frosinone (entrambe -2,7%). In controtendenza, Trieste (2,9%) guida l’andamento rialzista davanti a Vicenza (1,9%), Imperia e Como (entrambe su dell’1,7%). Tutti i principali mercati segnano una battuta d’arresto a novembre, oltre alla succitata Napoli, anche Milano (-1,4%), Torino (-0,6%) e Roma (0,1%) sono in calo. In termini annuali la sola Milano segna un saldo positivo con un incremento dei prezzi pari all’1,4%. All’insegna delle svalutazioni le altre piazze, dall’1,7% di Roma al 3,8% di Torino, fino al tonfo di Napoli (-10,8% negli ultimi 12 mesi). Venezia (4.405 euro/m²) e Milano (4.064 euro/m²) sono sempre al top delle quotazioni del mattone. Dal lato opposto della classifica dei valori immobiliari, Biella (651 euro/m²) è il capoluogo più economico davanti a Caltanissetta (759 euro/m²) e Ragusa (770 euro/m²). Il report completo è consultabile al seguente link: https://www.idealista.it/sala-stampa/report-prezzo-immobile/

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Manovra: Nardi, superbonus resti anche per le case singole

Posted by fidest press agency su martedì, 26 ottobre 2021

“Mi auguro che il governo voglia riproporre il superbonus nella formula attuale, che comprende anche gli immobili unifamiliari, le ville e le case singole”. Lo dichiara la presidente della commissione Attività produttive della Camera, Martina Nardi. “Le case singole – spiega la presidente Nardi – sono prevalenti nelle città di provincia e nelle aree interne. Non credo che il governo voglia penalizzare questi territori a vantaggio delle grandi città. Tutti i bonus, compresi quelli per gli interventi antisismici e per le facciate, sono un fattore determinante dell’aumento di pil. E il Paese ha bisogno di crescere”.

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Allarmante aumento 60 per cento vendite case all’asta

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 febbraio 2021

Covid. La Pietra (FdI): allarmante aumento 60 per cento vendite case all’asta. Occorre cambio di passo governo. “Oggi sono stati presentati i dati sulla vendita all’asta delle abitazioni, relativi al secondo semestre del 2020. Sono dati allarmanti con un incremento di oltre il 60 per cento rispetto ai primi sei mesi dell’anno. Uno spaccato che evidenzia come la crisi economica provocata dalla pandemia abbia avuto un impattato negative sulle famiglie, infatti dai dati si evidenzia che oltre i due terzi delle abitazioni hanno un valore sotto i 100mila euro, mettendo in luce come le fasce di reddito medio basse siano come sempre le più colpite”.Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra.”Nelle casistiche – sottolinea La Pietra – entrano anche alberghi e residenze di pregio, a testimoniare come il comparto turistico sia fra i più colpiti. Ma il dato politicamente più preoccupante sono l’inefficacia dei provvedimenti messi in atto dal precedente governo per il sostegno alle famiglie. Non bastano i proclami e le richieste di ‘un gesto d’amore alle banche’ per bloccare i pagamenti dei mutui e lo stop alle procedure di esecuzione. Occorre un vero cambio di passo dal nuovo governo – conclude La Pietra – per tutelare il bene primario degli italiani rappresentato dalla loro casa”.

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Le case all’asta in Italia

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 agosto 2020

Sono state rilevate al 30 giugno 2020,ben 9.262 (di cui 120 sono le procedure che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili) con un calo del 60 per cento rispetto a dicembre 2019. Lo rivela il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea.«I numeri registrati in questo ultimo rapporto, segnato dal Covid 19 – spiega il Prof. Sandro Simoncini, docente di urbanistica e di economia delle imprese all’università Uninettuno e direttore scientifico del Centro Studi – fotografano una situazione di sofferenza che viene da lontano, per cui non è azzardato ipotizzare che la stagnazione di medio-lungo periodo possa accentuare il fenomeno nel prossimo futuro, condannandoci a numeri ancora più severi. Inoltre, ed è forse questo il motivo di maggiore allarme, anche le aree storicamente più solide del panorama economico italiano, si pensi al Nord-Est o al versante ligure, sembrano a loro volta esposte alla crisi. Il Veneto è la prima regione in Italia per immobili residenziali all’asta e la Liguria la prima sul versante della attività turistiche». E’ dunque la fascia di reddito meno abbiente a pagare il tributo più rilevante alla crisi: il 67% delle case in vendita (quasi due su tre) ha un prezzo inferiore ai 100mila euro, percentuale che sale fino all’88% se si prendono in esame anche gli immobili il cui prezzo è compreso tra 100mila e 200mila euro, molto probabilmente appartenuti a impiegati, piccoli imprenditori, artigiani e commercianti.Più della metà degli immobili residenziali in vendita dunque (4.725 unità) si concentra nel Nord del Paese. A guidare la classifica per la prima volta c’è il Veneto (1.517). A seguire la Lombardia (1.395), la Toscana (1.063 immobili), il Lazio (793) e il Piemonte (763).A livello di Province, invece, spiccano le 852 case all’asta a Vicenza. Seguono Roma (583), Ancona (397), Imperia (278) e Alessandria (234). Sul versante turistico ricettivo le strutture all’asta sono 120. Imperia è la città con più alberghi in vendita (11). E’ bene ricordare che molti istituti bancari hanno potenziato gli strumenti finanziari ad hoc per procedere all’acquisto: chi in questo momento è in grado di comperare, può realizzare dei veri e propri affari con la possibilità di farsi seguire da un tecnico o da un professionista del settore.
Tra le numerose vendite all’asta non mancano gli immobili di pregio, anche se di numero inferiore rispetto al passato, come un ex monastero del Settecento con sale affrescate (si tratta di Villa Covoni a Fiesole in provincia di Firenze con una base d’asta di oltre 6 milioni di euro); una villa neoclassica sul lago Maggiore (Villa Faraggiana, con una base d’asta di 5 milioni e 400mila) e infine il castello di Torre a Decima di Pontassieve in provincia di Firenze le cui origini risalgono al XII secolo (base d’asta 7 milioni e 500mila euro).

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Immobili. La Pietra (FdI): preoccupante aumento case all’asta

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 febbraio 2020

“Durante il convegno promosso dal centro studi Sogeea sono emersi dati molto preoccupanti: il primo è che il numero delle case all’asta è aumentato del 25 per cento rispetto all’anno precedente; l’altro è che oltre il 65 per cento di quegli immobili hanno un valore entro i 100mila euro. Il che vuol dire che è la classe media, quella costituita da lavoratori, artigiani e commercianti, la più colpita da questa tendenza” così il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra, intervenendo alla presentazione in Senato del ‘Rapporto semestrale delle aste immobiliari’ elaborato dal Centro studi Sogeea.
“L’aumento di questo fenomeno rappresenta un problema non soltanto di carattere economico ma anche sociale, ed è fondamentale aprire una riflessione. La casa per gli italiani non è soltanto un rifugio economico, ma un valore dove si custodisce la propria famiglia. E’ evidente che non è possibile continuare ad agire con norme che tutelino soltanto chi acquista lasciando soli coloro che, anche a causa della crisi economica, vedono la propria casa messa all’asta. Fratelli d’Italia è già intervenuta su questa delicata problematica presentando un disegno di legge a prima firma del senatore Urso sui ‘Crediti deteriorati e prime case all’asta’, ma si può fare di più. Ad esempio, prevedendo la costituzione di un fondo di garanzia che possa sostenere i debitori in particolari condizioni di difficoltà” conclude il senatore La Pietra.

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Mutui casa: quali gli effetti delle nuove politiche BCE?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019

Milano, settembre 2019. Nuovo Quantitative Easing, taglio dei tassi sui depositi presso l’Eurotower e aumento della durata delle Tltro; sono questi alcuni dei punti principali tracciati da Draghi relativamente al nuovo programma di politiche monetarie adottato dalla Banca Centrale. Ma quali i possibili effetti su mutuatari e aspiranti mutuatari italiani? Ecco l’analisi Facile.it e Mutui.it.L’annuncio di un nuovo Quantitative Easing per una durata indefinita, insieme alla volontà della BCE di mantenere i tassi “ai livelli attuali o più bassi” fino all’avvicinamento dell’obiettivo inflazionistico (2%) è una buona notizia per tutti coloro che hanno già sottoscritto un finanziamento. «Chi ha un mutuo variabile potrà continuare a godere delle condizioni estremamente favorevoli del mercato per un periodo ancora più lungo di quanto non ci si aspettasse anche solo qualche giorno fa», spiega Ivano Cresto, responsabile mutui di Facile.it. «Chi ha un mutuo a tasso fisso, invece, potrebbe approfittare di una nuova finestra per surrogare il proprio finanziamento e ridurre così il peso degli interessi. Guardando ai tassi attuali, chi ha sottoscritto un mutuo a gennaio 2019, surrogandolo oggi potrebbe risparmiare 500 euro l’anno di interessi». La volontà della BCE di continuare a iniettare denaro nel sistema e adottare una politica espansiva per un lungo periodo di tempo è una buona notizia anche per tutti coloro che stanno valutando l’acquisto di un immobile. Da un lato l’allungamento della durata delle Tltro, che potrebbe aumentare la capacità delle banche aderenti di finanziare l’economia reale; dall’altro il nuovo Quantitative Easing, che potrebbe contribuire ad abbassare il costo di finanziamento per le banche italiane e che, a loro volta, potrebbero scegliere di ridurre gli spread applicati ai nuovi mutui. Da questo punto di vista, un segnale incoraggiante è arrivato già ieri, dopo l’annuncio della BCE, con lo spread italiano sceso al di sotto dei 140 punti base; qualora i valori dovessero restare a lungo su livelli così bassi, questo potrebbe generare un effetto virtuoso con conseguenze positive per le tasche dei futuri mutuatari.Se da un lato le misure sono una buona notizia lato offerta, bisogna considerare che questo ulteriore taglio dei tassi nasce dall’esigenza di rilanciare un’economia europea considerata in difficoltà. Le misure annunciate dalla BCE potrebbero quindi non essere sufficienti a dare un nuovo impulso alla domanda di mutui in Italia. «In questa prima parte dell’anno i tassi dei mutui sono calati facendo segnare nuovi record storici eppure, secondo i dati ufficiali, le richieste di finanziamento sono diminuite», spiega Cresto. «Un segnale evidente – così come sottolineato dallo stesso Draghi – di come le politiche monetarie della BCE, da sole, non siano sufficienti a rilanciare la domanda e ora spetta alle politiche fiscali adottate dai singoli stati stimolare il mercato».

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Nuovi aumenti per le case in affitto a studenti

Posted by fidest press agency su sabato, 24 agosto 2019

Per gli studenti fuori sede anche quest’anno è giunto il momento di cercare una stanza in affitto e fare i conti con i prezzi in costante aumento. Se nel 2018 non in tutte le città universitarie si registravano rincari, i dati del 2019 vedono crescere i costi in tutti i principali centri. Secondo l’analisi di Immobiliare.it, l’unica eccezione è rappresentata da Bari, dove si rileva un lieve calo del 2% rispetto all’anno scorso, mentre il record degli aumenti spetta a Bologna, dove per una singola la cifra richiesta è aumentata del 12% in un anno.
Milano si conferma la città più cara in cui vivere da fuori sede. Per una camera nel capoluogo meneghino si chiedono mediamente 573 euro, prezzo aumentato del 6% rispetto al 2018 a fronte di una domanda che continua a crescere (+5% su base annua). Il secondo posto è ormai un pari merito: dopo il boom dei prezzi dell’ultimo anno, Bologna ha praticamente raggiunto i costi di Roma (rispettivamente 447 e 448 euro al mese).Con aumenti che oscillano fra il 2% e l’8%, si aggirano sui 300 euro le cifre richieste nelle altre città: si passa dai 353 euro di Torino ai 306 euro al mese di Pavia. Il dato relativo all’andamento della domanda rivela che il Sud è sempre meno ambito dai fuori sede, tanto che Bari e Palermo sono le uniche due città delle 14 prese in considerazione a registrare un calo delle ricerche. Nonostante offrano ottime occasioni di risparmio, sono sempre meno gli studenti e i lavoratori fuori sede disposti a condividere una stanza con un’altra persona. La domanda di posti in doppia è infatti in calo ovunque, a eccezione di Bologna, dove invece è cresciuta del 9% a causa degli importanti aumenti dei costi degli affitti.

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Americani, tedeschi e inglesi, sono i primi a voler comprare casa in Italia

Posted by fidest press agency su martedì, 23 luglio 2019

Ai primi posti sempre la Toscana e la Puglia, ma si è registrato un boom di richieste per la Sicilia. Questo è il risultato del report semestrale che la Gate-away.com – il portale immobiliare italiano esclusivamente dedicato agli stranieri che vogliono comprare case italiane – presenta ogni anno a luglio. Dopo aver analizzato i dati dei primi 6 mesi del 2019 e averli messi a confronto con quelli dello stesso periodo del 2018, anche questa volta si può parlare di una crescita dell’interesse per l’Italia, da parte degli stranieri, che si attesta all’1,3%.“Ricordo che il mese di gennaio del 2018 lasciava presagire un anno record – commenta Simone Rossi, General Manager di Gate-away.com – registrammo un +44,89% rispetto a gennaio 2017. Ma poi, con l’instabilità di Governo e, soprattutto, il rischio Italexit, nel mese di maggio 2018 arrivammo a -7,31% (sempre rispetto al 2017). Il panorama di questo inizio 2019, invece, riequilibra di fatto l’andamento di crescita. Se nei primi mesi (gennaio, febbraio e marzo) abbiamo registrato un leggero segno meno rispetto alle cifre record di inizio 2018, da aprile a giugno le domande hanno ripreso a crescere, raggiungendo anche +28.9% a maggio”.Una prima novità di questi primi sei mesi del 2019 è la crescita di domande per regioni come la Sicilia (+43,96%), l’Abruzzo (+18,36%), l’Umbria (+31,46%) e la Calabria (+40,03%) che si posizionano rispettivamente al quinto, sesto, settimo e nono posto nella classifica delle 10 regioni più ambite, in cui da anni, spicca al primo posto la Toscana, che subisce una lieve flessione del 10,15%. Seguono Puglia, Lombardia (a cui fa da traino la zona del Lago di Como, che resta la più richiesta a livello italiano), Liguria, all’ottavo posto il Piemonte e al decimo la Sardegna.
Le nazioni da cui provengono più richieste sono gli Usa (17,97% sul totale); la Germania (13,04%), Regno Unito (12,42%), l’Italia, ovvero acquirenti esteri che inviano richieste dal territorio italiano, (8,22%) e Francia (6,83%).Anche se le case indipendenti sono preferite ad appartamenti, la richiesta di questi ultimi è cresciuta dell’11,06% rispetto allo scorso anno, offrendo più opportunità a coloro che hanno appartamenti da vendere. Oltre il 66% delle richieste riguarda abitazioni completamente ristrutturate o già abitabili, mentre sono il 13,63% quelle per case da ristrutturare. Il nuovo rappresenta il 8,67% delle richieste in arrivo su Gate-away.com.Nel primo semestre del 2019 crescono le richieste per immobili con un prezzo inferiore ai 100 mila euro e quelle sopra i 500 mila euro (settore lusso). Il valore medio degli immobili richiesti rispetto al totale delle istanze è pari a 353,885 euro mila euro.

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Aumenta dramma case all’asta

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 luglio 2019

“I dati diffusi in Senato nel corso della presentazione del Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, evidenziano un quadro sempre più allarmante con un aumento delle case all’asta. E’ la spia di una crisi che Fratelli d’Italia da tempo denuncia e rispetto alla quale più volte ha solleticitato interventi. In particolare in Senato ho presentato un disegno di legge, che consenta ai titolari di prima casa posta all’asta di potersi riappropriare del bene con una procedura concordata con la banca. Si tratta di una soluzione pratica che, da un lato, risolve un dramma sociale e, dall’altro, consente alle banche di liberarsi di un patrimonio immobiliare che pesa negativamente sui propri bilanci. Per questo chiedo che sia rapidamente calendarizzato, per poter approvare in tempi brevi un provvedimento che gli stessi dati confermano che non è più rinviabile”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso.

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Ristrutturazioni Casa: per il 2019 arrivano anche il Bonus Verde e il Sisma Bonus

Posted by fidest press agency su sabato, 13 aprile 2019

Anche per quest’anno è stata prorogata nella nuova legge di bilancio 2019 l’agevolazione fiscale che permette al contribuente di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute per interventi di restauro, manutenzione e messa in sicurezza di un immobile. Ma non solo: quest’anno arrivano anche i nuovi bonus casa.Per tutto il 2019, infatti, i contribuenti potranno beneficiare della detrazione 50% sulle spese di ristrutturazione edilizia, sostenute e pagate con bonifici parlanti e fino al limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare, oltre ai Bonus mobili (ed elettrodomestici) e all’Ecobonus. La legge di bilancio 2019 riconferma il bonus mobili che include la possibilità di acquistare arredamento e anche e elettrodomestici per l’immobile oggetto dell’agevolazione.Si tratta di agevolazioni in vigore ormai dal 2012, prorogate per tutti i lavori di ristrutturazione casa effettuati fino al fino al 31 dicembre 2019. Oltre alla proroga dei bonus fiscali già esistenti, sono state introdotte anche tante altre novità. A partire dal nuovo Bonus verde che permette la detrazione del 36% (per un massimo di spesa pari a 5.000 euro) sui lavori di sistemazione di giardini, terrazzi e balconi anche condominiali, e i lavori di recupero di giardini d’interesse storico.Introdotto inoltre il così detto Sismabonus, con una detrazione che arriva al 100% per la diagnosi sismisca e fino al 75% per gli interventi di adeguamento antisismico sulle parti comuni degli edifici ubicati nelle zone ad alto rischio.Non solo: per quanto riguarda l’Ecobonus 2019, le detrazioni fiscali sono state rinnovate e anche modulate in base al livello di efficientamento energetico ottenuto con l’intervento edilizio, e inoltre è anche stata ampliata la tipologia d’interventi agevolabili, facendo rientrare nel nuovo Ecobonus 2019 anche i lavori rimozione dell’amianto dai tetti.
Inoltre, sempre nell’ottica di stimolare gli investimenti per aumentare l’efficienza energetica dell’abitazione, è stato introdotto anche il nuovo Bonus infissi 2019, che permette di usufruire della detrazione al 50% delle spese sostenute per acquistare ed installare nuovi infissi e finestre.In più, i contribuenti potranno utilizzare le detrazioni IRPEF del 50% anche sulle spese sostenute per l’acquisto di zanzariere con schermatura solare (Bonus zanzariere) e per installare le tende da sole (Bonus tende da sole).Per saperne di più rimandiamo a questo articolo dedicato alle Agevolazioni e Detrazioni Fiscali sul sito di Edilcostruzioni, dove è possibile trovare anche i documenti ufficiali 2019 dell’agenzia delle Entrate.

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Torna a salire il numero delle case all’asta

Posted by fidest press agency su martedì, 29 gennaio 2019

Il numero delle case all’asta in Italia è aumentato del 21,8% in sei mesi: le procedure attualmente in corso sono infatti 17.899 a fronte delle 14.701 rilevate a luglio 2018. Si tratta del primo incremento dopo un biennio di costante calo: il valore assoluto si mantiene comunque assai distante dal picco registrato all’inizio del 2017, quando gli immobili residenziali in vendita forzata ammontavano a 33.304 unità. Lo riferisce il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea. Come accaduto costantemente in tutte le precedenti rilevazioni, la maggioranza delle abitazioni all’asta ha un prezzo iniziale di vendita assai contenuto: il 68% di esse non supera i 100.000 euro, quota che sale addirittura fino all’89,3% se si prendono in esame anche quelle comprese nell’intervallo tra 100.000 e 200.000 euro. Considerato che si tratta nella stragrande maggioranza di immobili appartenenti a cittadini che non sono riusciti a fare fronte a un impegno finanziario, di solito il mutuo per l’acquisto della prima casa, si conferma come gli anni della crisi abbiano colpito con particolare severità le fasce di reddito medio-basse, costrette in molti casi a sacrificare il bene-rifugio per eccellenza.Il dato rilevato non è però geograficamente uniforme. A trascinare l’inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni è stato il Mezzogiorno: le procedure nelle isole maggiori sono aumentate del 49,6%, passando da 1.476 a 2.207, mentre quelle nelle regioni continentali hanno fatto registrare un balzo in avanti addirittura del 68%, attestandosi a quota 3.399 rispetto alle 2.023 di luglio 2018. Sostanzialmente stabile il Centro Italia (3.441 gli immobili attualmente all’asta contro i 3.284 di sei mesi fa), mentre al Nord si è verificato un incremento più sensibile ma comunque contenuto (8.852 le abitazioni al momento in vendita a fronte delle 7.918 dell’ultima rilevazione, +11,8%).Un quinto del totale delle case si trova in Lombardia (3.721), la regione che ne conta di più con ampio margine rispetto a Sicilia (1.815), Lazio (1.671), Veneto (1.669) e Piemonte (1.562). Si attestano al di sopra del muro delle mille unità anche la Campania (1.096) e la Toscana (1.007). A livello di province, invece, spiccano le 1.047 abitazioni in vendita di Catania, che precede Roma (935), Bergamo (856), Brescia (677), Torino (660), Pavia (645) e Padova (547).

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Il numero delle case all’asta in Italia è diminuito del 25,2% in sei mesi

Posted by fidest press agency su domenica, 8 luglio 2018

Le procedure in corso sono infatti 14.701, a fronte delle 19.650 rilevate lo scorso gennaio. Si tratta del terzo calo consecutivo del comparto, che nell’ultimo anno e mezzo ha registrato un vero e proprio crollo: rispetto all’inizio del 2017, quando aveva raggiunto le 33.304 unità, il totale delle abitazioni in vendita forzata è sceso del 55,9%. Il decremento riguarda sostanzialmente tutte le fasce di prezzo degli immobili in maniera uniforme.Lo riferisce il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea.
Rimane invece costante, come accaduto in tutti i precedenti studi, la preponderanza sul mercato di immobili di non particolare pregio: il 68,2% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, quota che sale addirittura fino all’88,8% se si prendono in esame anche le abitazioni dell’intervallo tra 100.000 e 200.000 euro. Ancora una volta, quindi, viene confermato che gli anni della crisi hanno colpito soprattutto gli appartenenti alle fasce di reddito medio-basse, costretti in molti casi a sacrificare il bene-rifugio per eccellenza, la prima casa, per non essere riusciti a fare fronte a un impegno finanziario.Il dato non è però geograficamente uniforme. Il Centro del Paese ha fatto registrare un calo sostanzialmente in linea con quello nazionale (-31,9%), frutto dell’arretramento delle procedure dalle 4.822 di gennaio alle attuali 3.284. Clamorosi balzi all’indietro per il Mezzogiorno (-55,6%) e per le Isole (-60,3%), che si attestano rispettivamente a 2.023 e 1.476 abitazioni all’asta a fronte delle 4.554 e 3.716 di inizio anno. In totale controtendenza il Nord della Penisola, in cui si osserva una crescita del 20,8%: le vendite forzate sono infatti passate da 6.558 a 7.918, sfiorando il valore rilevato nell’estate 2017. Anche nel Settentrione, comunque, si assiste a più fenomeni contemporaneamente. Se, ad esempio, il Piemonte (1.549 procedure) e l’Emilia-Romagna (588) si attestano su valori assai prossimi a quelli di sei mesi fa, gli incrementi di Lombardia (2.822, +25,2%) e Veneto (2.444, +54,5%), due tra le regioni italiane a maggior propulsione economica e imprenditoriale, non possono far sorridere. Insieme rappresentano oltre un terzo delle case attualmente all’asta e la Lombardia da sola si guadagna una fetta del mercato pari a un quinto. In netto calo, anche se con numeri assoluti molto più contenuti rispetto ad altre realtà, il dato delle vendite forzate in Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Valle d’Aosta.Solo altre due regioni superano il migliaio di procedure: il Lazio, che ne conta 1.705, e la Sicilia, che invece ne mette assieme 1.274. A seguire c’è la Toscana con 839, mentre nel Mezzogiorno si segnalano le 565 case in vendita della Campania e le 562 della Puglia. A livello di province, invece, spiccano le 1.254 abitazioni all’incanto di Padova, che precede Brescia (910), Roma (906), Catania (750), Torino (693) e Bergamo (490).
«Il terzo calo consecutivo del dato nazionale, tra l’altro il più rilevante delle recenti serie storiche, fa sì che si possa iniziare a considerare strutturale il ritorno del numero delle vendite forzate immobiliari a valori fisiologici per il nostro Paese – spiega l’ing. Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro Studi –. Ragionevole ipotizzare che, essendo il mercato delle aste la fotografia di una situazione di precarietà venutasi a creare anni addietro, l’onda lunga delle sofferenze bancarie abbia esaurito i suoi effetti più disastrosi e stia pian piano rientrando in una dimensione più governabile. Sotto questo aspetto altri indicatori fanno ben sperare.

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Firecomms Wins German Patent Infringement Case

Posted by fidest press agency su venerdì, 18 Maggio 2018

Firecomms Ltd (“Firecomms” or “the Company”), announced today that it has won a patent infringement action brought by Avago Technologies General IP (Singapore) Pte. Ltd. (“Broadcom”) against Firecomms in Germany. On April 13, 2018, the District Court of Munich issued a judgment stating that Firecomms’ RedLink® products FR05MHIR and FR10MHIR do not infringe the German designation of Broadcom’s European Patent No. 1 511 198 B1 (“patent 198”), the charges brought by Broadcom should be dismissed and that Broadcom should bear the costs of the dispute.“The Munich Court has upheld Firecomms long held position that it does not infringe patent 198 and has rejected Broadcom’s arguments to the contrary,” said Dr John D. Lambkin, the Company’s managing director. “We have throughout this long process been resolute in defending the veracity of our own technology and today I am grateful to the Munich Court for its considered and detailed judgement,” he added.Dr Lambkin also thanked Firecomms’ customers saying, “Firecomms also very much appreciates the steadfast support of key customers during the course of this action and I am absolutely delighted that their trust in us has been fully justified. We look forward to continuing to grow our engagements with customers around the world.”
Firecomms (www.firecomms.com) is a leader in the manufacture of plastic fibre optic solutions and optical transceiver modules. The Company pioneered the commercialisation of resonant cavity light emitting diodes (RCLEDs) which are today used in the RedLink® industrial POF transceivers as well as the connectorless OptoLock® and LC families of products. Firecomms’ customers deploy these transceiver products in a wide range of power and energy, industrial control, medical and consumer applications. Firecomms Ltd. is headquartered in Cork, Ireland.s.

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Affitti case: Tornano a crescere i canoni

Posted by fidest press agency su sabato, 25 novembre 2017

mappa3Dopo lo stallo del 2016 (-0,2%), i canoni di locazione in Italia sono tornati a crescere del 2,6% (+4,1% per le case arredate) con Cagliari (+12,0%), Genova (11,4%) e Venezia (+9,1%) che segnano gli incrementi maggiori e Catanzaro (-10,0%), Palermo (-7,2%), Perugia (-5,3%), Roma (-4,1%) e Firenze (-1,4%) che si muovono in controtendenza. E’ quanto emerge dal Rapporto sulle locazioni 2017 di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione con circa 300 agenzie, elaborato con il supporto scientifico di Nomisma.“Nel 2017 – afferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – il mercato delle locazioni ritorna più vivace e dinamico, con canoni in crescita soprattutto per monolocali, trilocali e quadrilocali (+2,8% ciascuno), anche se non in egual misura in tutte le città. Sotto il profilo fiscale, ormai oltre il 90% dei proprietari opta per la cedolare secca, prevalentemente associata (nel 64,5% dei casi) ai contratti a canone concordato”.In linea anche con la ripresa economica, a Milano i canoni di locazione sono cresciuti dello 0,8%, ma l’incremento arriva anche al +8% per le abitazioni arredate. Il capoluogo meneghino nel 2014 era stato il primo ad anticipare il trend al rialzo dei canoni (+6,7% sul 2013), proseguito anche nel 2015 (+2,4%) e 2016 (+1,7%). Secondo le rilevazioni di Solo Affitti, di segno opposto risulta l’andamento dei valori dei canoni nella Capitale; il segno meno è più marcato per gli immobili arredati (-5,5%). Segno – fanno notare da Solo Affitti – che molti romani, non riuscendo più a sostenere canoni elevati, sono costretti a ripiegare o su case maggiormente periferiche o su metrature più piccole.Dopo il calo dell’anno scorso (-5,4%), sono tornati a salire gli affitti anche a Bari (+8,3%). Allo stesso modo a Campobasso, dove lo scorso anno si era registrata una contrazione dei canoni del 4,9%, quest’anno si assiste a una decisa inversione di tendenza (+7,8%)*. L’incremento più marcato è quello dei prezzi d’affitto a Cagliari, dove si registra un +12,0%; crescono anche i prezzi a Genova (+11,4%) e a Bologna, la cui crescita si attesta a +7,7%.Dal 2009 al 2014 i canoni medi di locazione sono sempre diminuiti, con punte più elevate nel 2012 (-6%)* e 2013 (-4,5%). Nel 2015 (+1,7%)* è ripartita la crescita dei prezzi che, dopo il rallentamento dello scorso anno, prosegue anche quest’anno. Negli ultimi 9 anni il costo mensile delle abitazioni ha raggiunto il suo minimo nel 2014 (507 euro) e i livelli attuali (528 euro) sono ben lontani dai valori del 2009 (587 euro).
I prezzi della locazione. Per una casa ammobiliata si pagano mediamente 586 euro al mese, il costo sale di 11 euro in presenza di un garage. Il Rapporto sulle locazioni di Solo Affitti evidenzia un classifica 2allargamento della forbice dei canoni medi tra Roma (789 euro) e Milano (938 euro), che quest’anno arriva a 149 euro (era 108 euro nel 2016). Tra i capoluoghi con i canoni più elevati ci sono anche Firenze (652 euro)*, Venezia (631 euro), Trento (591 euro), Bologna (589 euro) e Napoli (572 euro). I prezzi più bassi sono a Catanzaro (327 euro), seguita da Perugia (356 euro), Potenza (367 euro), Campobasso (391 euro) e Palermo (393 euro).Sempre più lavoratori, studenti e turisti scelgono l’affitto. Secondo il Rapporto sulle locazioni di Solo Affitti, scende dal 55,9% del 2016 al 47,5% di quest’anno la quota di inquilini che sceglie la casa in affitto come “abitazione principale”. Cresce, invece, la quota di lavoratori in trasferta (dal 27% al 30,3%) e degli studenti (dal 16,2% al 20,1%), che cercano appartamenti di grandi dimensioni per vivere in condivisione, determinando un incremento dei prezzi dei trilocali. Quasi triplicata la quota di chi sceglie gli affitti brevi (dallo 0,8% al 2,1%), per turismo, trasferte occasionali o per assistere famigliari ricoverati in ospedali di città diverse da quelle di residenza.
Nei prossimi mesi il numero dei contratti di affitto dovrebbe crescere nella maggior parte dei capoluoghi, con un andamento più dinamico nelle aree urbane centrali. I canoni si stabilizzeranno, gli eventuali incrementi riguarderanno soprattutto le zone centrali e semicentrali. (grafico case)

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Affitti brevi: novità sulla tassazione

Posted by fidest press agency su venerdì, 11 agosto 2017

case al mareDallo scorso Giugno anche per le locazioni brevi tra privati/persone fisiche -stipulate generalmente per uso turistico- è applicabile la tassazione con la cedolare secca in alternativa a quella ordinaria, grazie alla conversione in legge del decreto 50/2017 (Legge 96/2017).Si tratta di contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata fino a 30 giorni inclusi quelli dove è prevista la fornitura di biancheria e/o di pulizia, stipulati da persone fisiche direttamente o tramite agenzie o siti di intermediazione (come Airbnb o Booking). Sono interessati i contratti stipulati tra persone fisiche, sia il locatore che il locatario, che agiscono al di fuori dell’eventuale attività di impresa esercitata. Non sono coinvolti quindi i contratti stipulati con una ditta, impresa, professionista, etc.Si ricorda che i contratti di locazione di durata inferiore ai 30 giorni non devono essere registrati e quindi non è dovuta imposta di registro, ma i redditi che ne derivano sono soggetti ad irpef.A regime ordinario i redditi da affitto vengono tassati in sede di dichiarazione dei redditi applicando l’irpef sull’importo più alto tra il canone (annuo) di locazione ridotto del 5% e la rendita catastale (art.37 del TUIR, Dpr 917/86).
Dal 1 Giugno 2017 -per la precisione per i contratti stipulati da tale data- a questi redditi si può applicare in alternativa e in via opzionale la cedolare secca con aliquota 21%. Stessa cosa per i contratti di sub-locazione e di comodato non gratuito aventi le stesse caratteristiche. L’opzione per la cedolare secca può essere trasmessa all’Agenzia delle entrate tramite il modello Rli oppure direttamente in sede di dichiaraizone dei redditi. Trattandosi di contratti non soggetti a registrazione obbligatoria la compilazione è semplificata.In alternativa la tassa sostitutiva può essere pagata dagli intermediari (agenzie o siti) intervenuti nella conclusione del contratto se questi si occupano anche della riscossione dei canoni di affitto o intervengono nei pagamenti, tramite applicazione di una ritenuta d’acconto sui canoni stessi, con modello F24 ed utilizzando il codice tributo appositamente creato “1919” entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui è stata effettuata. In questo caso gli intermediari operano come sostituti d’imposta e quanto pagato figura come a+cconto se il locatore/beneficiario non ha esercitato l’opzione per la cedolare.Gli intermediari inoltre devono comunicare annualmente all’Agenzia delle entrate i dati dei contratti di affitto breve stipulati a seguito del loro intervento. Chi incassa i canoni o interviene nel pagamento degli stessi è tenuto anche a incassare la tassa di soggiorno per conto del Comune (Dl 78/2010 art.14 c.16). (Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo)

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