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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Posts Tagged ‘continuità’

La continuità assistenziale dei malati di Covid-19

Posted by fidest press agency su domenica, 3 Maggio 2020

E’ fondamentale per garantire un percorso di cure dall’inizio della malattia sino alla guarigione, e anche nella fase dei controlli successivi. Quello che e’ emerso in queste settimane e’ stata la difficolta’ non solo nella gestione dei sintomatici ricoverati, ma anche di quelli gestiti a casa o che una volta dimessi devono fare ritorno al proprio domicilio. Il Policlinico Gemelli di Roma, insieme alla Regione Lazio, ha siglato un accordo per gestire un albergo con il fine di garantire una ospedalita’ protetta per tutti questi malati, non facendoli tornare nelle loro case. La spiega nel dettaglio all’agenzia di stampa Dire Christian Barillaro, responsabile della Centrale di Continuita’ assistenziale del Gemelli. Barillaro spiega, tra l’altro: “”Abbiamo ad oggi 162 posti letto disponibili, siamo arrivati ad occuparne anche 140. La gestione parte dalla Centrale di Continuita’ Assistenziale del Gemelli e dalla Centrale operativa della Asl, in modo integrato. Il territorio e l’ospedale lavorano insieme, garantendo in maniera simultanea la presa in carico di questi pazienti. La gestione e’ della Fondazione Policlinico Gemelli, che ha messo in campo i presidi di tecnico-assistenza, la parte infermieristica, garantisce la presenza di specialisti e anche la fornitura dei pasti e la sanificazione delle stanze”. Riguardo la riabilitazione invece ha spiegato: “”Ad oggi purtroppo non e’ stata ancora prevista la riabilitazione
poiche’ e’ tutto nuovo e i sistemi devono essere modificati e validati. Sicuramente la riabilitazione e’ un aspetto da valutare, anche perche’ non sono chiari gli esiti di questa malattia e quindi se e’ necessaria una riabilitazione respiratoria, ma anche altro. Abbiamo notato che sono pazienti che vengono fuori da una lunga ospedalizzazione per cui un intervento di tipo riabilitativo motorio e anche una riabilitazione respiratoria potrebbero supportare una migliore ripresa” (Fonte Agenzia Dire)

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La continuità operativa ai tempi del Coronavirus

Posted by fidest press agency su sabato, 28 marzo 2020

Il “rischio di discontinuità” di un’attività (o di un processo) è per definizione la combinazione della probabilità che l’attività si interrompa con l’effetto prodotto dall’interruzione.In letteratura si trovano molti esempi “classici” di cause di discontinuità: il black-out, l’evento meteo, l’incendio, il terremoto, il danno strutturale, l’interruzione della catena di fornitura, lo sciopero.La pandemia è sempre stata una minaccia considerata a livello puramente teorico, soprattutto fuori dal mondo anglosassone nel quale invece – ricordando i costi assicurativi patiti in epoca coloniale a causa degli effetti della scarsa igiene e dei frequenti contatti fra popoli diversi – ha goduto sempre di una certa considerazione nelle valutazioni di impatto sul business.
All’inizio del 2020, con l’entrata in scena del Coronavirus, il mondo è cambiato forse irreversibilmente, a partire dalla consapevolezza delle persone, siano essi cittadini, lavoratori, imprenditori, governanti.Tutti indistintamente ci siamo resi conto che per evitare danni maggiori rispetto a quelli subiti semplicemente per non aver diffuso immediatamente l’allarme del contagio, bisognava innanzitutto rimanere a casa (il cosiddetto “distanziamento sociale”), per i fortunati che se lo potevano permettere, e mandare al contempo al fronte un esercito eterogeneo, fatto di medici e infermieri in trincea, ma anche di poliziotti, vigili, farmacisti, autisti di mezzi pubblici e commessi di supermercati in seconda linea (paragoni e terminologia bellica adottati nel seguito suonano tragicamente appropriati). Il peggior incubo di un generale: non sapere quanti soldati e quali armi ha il nemico, neppure esattamente dov’è. E qui veniamo al concetto di “continuità operativa”, che nel mondo ISO (International Organization for Standardization) è formalmente definito come “capacità di un’organizzazione di mantenere la consegna di prodotti e servizi a livelli accettabili predefiniti a seguito di una interruzione”. Nell’ipotesi di pandemia un’organizzazione deve garantire:
La ridondanza delle risorse umane, in termini di quantità e di competenze, sia per non abbandonare la trincea (il processo primario), che per non far mancare l’appoggio dalle retrovie (i processi di supporto);
L’accesso ad infrastrutture produttive o di servizio alternative;
La disponibilità di fornitori alternativi, in caso di “default” dei principali;
Un adeguato dimensionamento delle scorte, per gestire i primi momenti di interruzione fino al ristabilimento della supply chain;
La definizione di canali e di modalità di comunicazione adeguate all’evento, perché l’informazione è uno strumento vitale per fronteggiare le crisi.
Senza essere esperti di piani di business continuity, abbiamo così sperimentato sulla nostra pelle di cittadini l’esigenza di avere in casa una linea Internet per “restare connessi” e fare smart working, una scorta di legumi, latte e farina, una bottiglia di Amuchina … tutto ciò che etichettavamo come “manie” di un nonno esageratamente previdente è diventato in alcuni casi il rimpianto di “non averci pensato prima”. Anche gli ospedali e le comunità: come hanno rimpianto di non avere scorte di mascherine o di bombole di ossigeno, presto diventate merce rara per l’indisponibilità sul mercato.E il Governo, e la Protezione Civile: solo la grande capacità italiana di dare il massimo nei momenti più bui ha consentito di radunare in un giorno una task force di 300 medici con 7.900 candidature, in un momento in cui montava la polemica per i troppi medici mandati in trincea con la sola mascherina.Anche le imprese – e fra esse TÜV Italia – sono dovute correre ai ripari non tanto per mantenere l’operatività, ma anche solo per non affondare. Abbiamo partecipato senza orario al lavoro corale di definizione ed applicazione di regole operative emergenziali che ci hanno permesso di continuare a “fare audit” e a dare risposte ai clienti.Quale lezione ci lascerà il Coronavirus sul tema della “continuità operativa”, ai singoli, alle comunità, alle imprese, ai governi? Sicuramente la consapevolezza di dover individuare anticipatamente gli scenari di interruzione che possono verificarsi nella nostra organizzazione, valutandone il peso e l’impatto. Di conseguenza, pianificare la risposta per non restare schiacciati dall’evento e riuscire a governare la continuità. Da ultimo, ma non meno importante, a riconoscere anticipatamente i prodromi dell’evento per attivare, rapidamente, la risposta. Ma su questo torneremo a “guerra” finita.

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Come possiamo assicurare continuità didattica con le scuole chiuse?

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 marzo 2020

Il progetto Pearson Kilometro Zero nasce per supportare la scuola in un momento in cui le attività didattiche in presenza sono interrotte in tutta Italia, e prevede numerose iniziative e proposte a supporto di docenti e studenti, con l’obiettivo di assicurare la continuità didattica anche fuori dalle aule attraverso l’utilizzo del digitale. La sospensione delle attività in scuole e atenei del Paese, ha reso quanto mai attuale la riflessione su modalità di apprendimento alternative: fondamentale, in questo senso, è l’utilizzo del digitale, che permette di ideare soluzioni adattabili, personalizzabili e fruibili in remoto. Per questo, Pearson Italia, casa editrice leader mondiale nel settore education, ha costruito un’offerta di prodotti e servizi interamente digitali, per fare lezione e continuare ad imparare anche fuori dalle aule scolastiche.
La proposta a 360° di “Kilometro zero” vuole supportare prima di tutto i docenti, attraverso risorse didattiche digitali per ciascuna area disciplinare – da condividere con gli studenti –, video-lezioni e materiali interattivi per organizzare la lezione in remoto e proseguire l’attività di insegnamento. Si arricchisce, inoltre, l’offerta per aggiornarsi dedicata agli insegnanti: un ciclo di webinar gratuiti su “Insegnare e formarsi a distanza”, con focus sulle metodologie per l’insegnamento in remoto; ore di formazione in digitale certificata sui temi più attuali della didattica; incontri con autori e approfondimenti sulle novità editoriali e i prodotti Pearson in modalità live-streaming. In più, per i docenti di inglese, è prevista un’area dedicata, con webinar, video e materiali formativi in lingua. Agli studenti viene data la possibilità di affrontare nuovi argomenti, approfondire e ripassare tramite i prodotti digitali Pearson per lo studio a distanza – MYAPP, Libro liquido e Didastore –, con migliaia di contenuti integrativi, aiuti allo studio ed esercizi interattivi.
Tutti i libri di testo Pearson hanno infatti a disposizione un Didastore, tramite il quale i docenti possono creare classi virtuali, assegnare testi, video ed esercizi ai loro studenti, ricevere i loro feed-back e monitorare le loro attività. Tutto questo in maniera semplice e veloce. I libri hanno inoltre una versione digitale liquida, che si adatta a qualunque dispositivo, con video sintesi e materiali multimediali di supporto allo studio. Prevedono infine MyApp, l’app Pearson per lo studio, che permette, inquadrando i QRcode presenti nelle pagine del libro cartaceo, di accedere a centinaia di risorse integrative. Tutti ausili, questi, che possono consentire ai docenti di svolgere un’attività didattica a distanza e agli studenti di affrontare lo studio con un supporto al loro fianco. Il tutto senza necessità di un computer connesso a Internet, che molti non possiedono: è sufficiente un cellulare per studiare in autonomia. Per gli studenti delle scuole superiori, sono inoltre previsti nelle prossime settimane video lezioni d’autore e webinar gratuiti su moltissime tematiche.
Pearson è in prima linea per supportare docenti e studenti in questa situazione, garantendo la possibilità di fare didattica di qualità e la costruzione di percorsi di apprendimento completi. In questo, il digitale si dimostra strumento fondamentale e insostituibile, per fare scuola a distanza in attesa di tornare alla normalità. (fonte: https://it.pearson.com/kilometro-zero.html)

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Annuncio del ministro Fioramonti: “Provvedimento per la continuità didattica”

Posted by fidest press agency su martedì, 17 dicembre 2019

“Nel decreto-scuola varato alla Camera, e ora al Senato, abbiamo già inserito un articolo sulla continuità didattica: tutti coloro che vinceranno il concorso ordinario e straordinario dovranno rimanere presso la sede di inserimento per almeno cinque anni”. L’annuncio del ministro Lorenzo Fioramonti, rilanciato dalla stampa specializzata, non può essere accolto positivamente dal giovane sindacato. Sugli altri provvedimenti annunciati dal titolare del Miur (“Bisogna dare la possibilità di introdurre meccanismi già possibili con l’attuale normativa come i bonus per gli affitti e i buoni per fare la spesa”, ha aggiunto Fioramonti) c’è un cauto apprezzamento di Anief, ma anche la consapevolezza che il personale scolastico, a iniziare da quello fuori sede, non ha bisogno di “gettoni”, ma di un sostegno economico reale e di potersi ricongiungere alla famiglia d’origine se lo desidera.
Contro lo spettro del blocco quinquennale Anief si è più volte espressa. Il vincolo di permanenza per cinque anni, senza la possibilità di trasferimento è una disposizione incostituzionale, approvata nel 2011, con la Legge 106, e modificata dal Parlamento, grazie sempre alla denuncia del giovane sindacato, nel 2013, con la Legge 128/13 quando si riportò a un triennio il blocco dei trasferimenti. Per via del vincolo quinquennale si potrebbe ripetere la stessa ingiustizia perpetrata nei confronti dei docenti ingabbiati dalle diverse procedure di reclutamento e di mobilità attuate all’indomani dell’approvazione della legge 107/2015, voluta dal governo Renzi.

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Forme uniche della continuità nello spazio

Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 novembre 2019

La notizia che nei giorni scorsi, presso la casa d’aste Christie’s di New York, è stato venduta l’opera bronzea di Umberto Boccioni (1882-1916) Forme uniche della continuità nello spazio per 16 milioni 165mila dollari (diritti compresi), pari a 14 milioni e 636.903 euro, dà, di riflesso, enorme lustro alla Galleria nazionale di Cosenza. Nelle sale espositive di Palazzo Arnone, infatti, i visitatori possono ammirare gratuitamente una versione “gemella” della preziosa opera del grande scultore reggino donata alla Galleria nazionale di Cosenza dal mecenate Roberto Bilotti. L’opera è uno dei bronzi numerati, realizzati tra il 1971 e 1972 su commissione del direttore della galleria d’arte “La Medusa” di Roma, Claudio Bruni Sakraischik. Forme uniche della continuità nello spazio è stata modellata su un calco del 1951 di proprietà del conte Paolo Marinotti, il quale, nel frattempo, aveva ottenuto l’originale dalla vedova di Filippo Tommaso Marinetti, ritenuto il fondatore del movimento futurista. La celebre scultura è stata concepita da Boccioni nel 1913 ed è oggi raffigurata anche sul retro dei venti centesimi di euro, proprio quale icona del Futurismo che più di tutte ha influenzato l’arte e la cultura del XX secolo. Il manufatto originale è in gesso e non è stato mai riprodotto nella versione in bronzo nel corso della vita dell’autore. Quella presente nella Galleria nazionale di Cosenza, dunque, rappresenta un’autentica rarità che aspetta solo di essere goduta, insieme ai tanti altri tesori artistici e storici esposti negli spazi di Palazzo Arnone. La Galleria Nazionale di Cosenza, il cui referente è lo storico dell’arte Faustino Nigrelli, è afferente al Polo museale della Calabria, guidato dalla dottoressa Antonella Cucciniello.

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La Ministra dell’Agricoltura, un colpo al cerchio e uno alla botte per dare continuità al sistema

Posted by fidest press agency su lunedì, 16 settembre 2019

Di Pasquale Di Lena. La nuova ministra, una volta chiusa la pubblicità del vestito e del suo passato di bracciante, mostra subito con chi sta: i padroni dei semi e degli Ogm; le multinazionali e la finanza, sponsor dei trattati internazionali, in particolare il Ceta, che l’Europa ha già approvato, ma perché quest’approvazione diventi definitiva ha bisogno della ratifica di ogni stato membro. Trattati, propagandati come vantaggiosi per l’esportazione dei nostri prodotti, che sono e rappresentano una vera disgrazia per la sovranità nazionale del nostro Paese e di tutti gli altri costituenti l’Unione europea. Non a caso la modifica della Costituzione, promossa da Renzi per conto di chi voleva eliminare, con la modifica di un numero esagerato di articoli, ostacoli per fare andare avanti processi utili e necessari per il sistema neocapitalista, l’espressione vera di questi trattati. Non a caso, l’attuale ministra, già sindacalista della Cgil e comunista, prima vicina a D’Alema, poi a Bersani e, nel Pd, con Renzi, che l’ha indicata prima sottosegretaria e, con il governo conte 2, Ministra. Come dire che la sua memoria di lotte per i braccianti e il mondo del lavoro è parte di un passato ormai lontano, visti i danni creati da Renzi e il suo governo, di cui la Ministra era parte, al mondo del lavoro.Ora si capisce meglio perché l’agricoltura non è un punto centrale del governo, ma solo una delega in bianco nelle mani della ministra. Si capisce anche la tanta pubblicità causata da un vestito, neanche tanto strano, e da un titolo di studio, che può far parlare solo chi non ha altro da dire e gode delle sue stupidità. Una pubblicità che ha fatto diventare la ministra una protagonista alla quale, a questo punto, non si può contestare più niente. Una Ministra che ha già cominciato a rilasciare le sue dichiarazioni, alcune interessanti, come quelle al “Sana di Bologna” riguardante il biologico, e la volontà di approvare subito il testo di legge già predisposto ed all’attenzione del Parlamento, e, prima o subito dopo, contraddirsi con l’Ogm e il Ceta, che, con il biologico contrastano fortemente. Il biologico, sempre più una necessità per l’agricoltura di questo nostro Paese, la prima grande innovazione, per uscire dalle logiche e dai processi, deleteri per la fertilità del terreno e per l’intero territorio, dell’agricoltura industriale, che ha mostrato tutto il suo fallimento nel momento in cui, con il solo obiettivo della quantità a tutti i costi, chiude con il domani.
In questo senso – è la nostra impressione – le idee della Ministra sono molto chiare, proprio nel momento in cui appaiono contrapposte, come dire un colpo al cerchio e un colpo alla botte solo per dare continuità a un percorso espresso e segnato da politiche neoliberiste, le stesse che hanno aperto la forbice delle disuguaglianze e, che ogni giorno, invece di chiudersi, si apre sempre di più. Sta qui, ed è quello che diciamo anche alla nuova Ministra, la necessità e urgenza di “Attuare la Costituzione”, perché si possa aprire quello spiraglio che lascia intravedere il domani, che vuol dire il futuro delle nuove generazioni.

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Scuola: Nel 2018 ancora provvedimenti tra continuità e controriforma

Posted by fidest press agency su sabato, 5 gennaio 2019

Anno controverso tra licenziamenti e mancate assunzioni, concorsi riservati per gli insegnanti e stabilizzazioni per le Rsu, aumenti di stipendio e impoverimento dei salari, ricorsi e contro-ricorsi dove una sentenza dell’Adunanza Plenaria prima viola il giudicato poi è rimessa in discussione, mentre 50 mila maestre garantiscono la continuità didattica, tra annunci in campagna elettorale e nei social smentite dai fatti. Anief diventa rappresentativa dopo trent’anni di blocco nel comparto. Ecco la tabella mese per mese dei principali provvedimenti.Tanti provvedimenti, tutti non risolutivi, alcuni aprono un nuovo contenzioso con la probabile procedura d’infrazione della UE per l’abuso dei contratti a termine nonostante i nuovi concorsi. Salta la copertura dello stipendio di 66 mila supplenti di sostegno per il biennio 2020/21, mentre si torna al vecchio sistema di reclutamento, senza riaprire il doppio canale, con l’abbandono della formazione iniziale universitaria. Si avvia la stabilizzazione dei co.co.co. delle cooperative senza i 40 mila Ata precari a tempo determinato. Si lasciano senza speranza di reclutamento gli 80 mila docenti supplenti con 36 mesi di servizio che aspettavano un concorso riservato, mentre almeno 10 mila maestre dovranno sperare ancora in una nuova pronuncia della Plenaria o della Cassazione, per salvaguardare il proprio posto. Dopo tanti annunci nei social, poche le novità sugli organici, peraltro, nei licei musicali dovute al commissariamento del Miur ottenuto dall’Anief che diventa rappresentativa alle elezioni RSU.Per combattere la piaga del precariato, Anief continua le battaglie in tribunale per salvaguardare le immissioni in ruolo, a partire dai maestri con diploma magistrale, e per far stabilizzare e risarcire tutti i lavoratori che hanno dovuto sottoscrivere contratti a termine per anni e anni. Il giovane sindacato ha chiesto anche il rinvio del merito di tutti i ricorsi pendenti sulle GaE, nelle more di una nuova pronuncia dell’Adunanza Plenaria prima e di quelle delle SS.UU. della Cassazione sull’annullamento della sentenza n. 11 della stessa Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre 2017. Inoltre ha attivato nuovi ricorsi avverso i bandi dei tre concorsi banditi per la scuola secondaria, per la scuola dell’infanzia e primaria e per DSGA contestando l’esclusione di migliaia di precari.La principale novità del 2018, dopo dieci anni di blocco economico e normativo, è stata la sottoscrizione del CCNL del comparto Istruzione e Ricerca, il 19 aprile 2018, con timidi aumenti stipendiali lontani dall’aumento del costo della vita (un terzo), e innovazioni normative riguardanti le relazioni sindacali e le materie della contrattazione integrativa. Certamente il 2018 sarà ricordato anche per il superamento della soglia minima del 5%, tra dato elettorale e dato associativo, dell’Anief che muta il quadro dei soggetti sindacali rappresentativi, dopo trent’anni, e dall’incapacità della politica di risolvere il semplice problema del riconoscimento del valore abilitante del diploma magistrale ai fini dell’accesso ai ruoli conseguito prima dell’avvio dei corsi di laurea in scienze della formazione primaria. Il 2018 è stato anche l’anno dei paradossi proprio per la mancata riapertura delle GaE, con il licenziamento di docenti assunti in ruolo dopo il superamento dell’anno di prova e con il raddoppio delle cattedre andate deserte durante le ultime convocazioni estive per l’immissione in ruolo nonostante i due concorsi riservati banditi per assumere gli insegnanti, a cui aggiungere un nuovo concorso per i co.co.co della Provincia di Palermo, per Dirigente scolastico e per DSGA.

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Ordine farmacisti: rinnovo nel segno della continuità

Posted by fidest press agency su martedì, 16 gennaio 2018

farmaciaSi sono concluse ieri le elezioni per il rinnovo del Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. La consultazione, che ha registrato una partecipazione del 99 per cento, ha confermato, per il prossimo triennio, la compagine uscente che vede il Senatore Andrea Mandelli presidente, il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri vicepresidente, Maurizio Pace segretario e Mario Giaccone tesoriere. Un risultato che testimonia l’apprezzamento e la piena adesione alla politica federale attuata sin qui, volta all’evoluzione del ruolo del farmacista all’interno della sanità italiana, che ha conseguito in questi anni importanti obiettivi – dall’implementazione del modello della farmacia dei servizi all’istituzione del dossier farmaceutico – ma ha anche imposto all’attenzione della comunità scientifica internazionale l’apporto dei farmacisti italiani all’evoluzione della pharmaceutical care, attraverso il progetto I-MUR promosso dalla FOFI. “In una fase delicata come quella attuale” ha dichiarato il Senatore Andrea Mandelli “nella quale si prospetta un profondo mutamento dello scenario in cui operano, a tutti i livelli, i farmacisti italiani, questa compattezza della professione è fondamentale per proseguire nell’opera di innovazione che abbiamo condotto, a tutela dei professionisti ma soprattutto a tutela del cittadino e della qualità delle cure”. Per il Senatore D’Ambrosio Lettieri “la professione farmaceutica ha un ruolo di rilievo, tra l’altro, nella sfida per garantire la sostenibilità del servizio sanitario, che vede nella presenza capillare delle farmacie di comunità e nelle competenze professionali del farmacista un prezioso patrimonio per garantire una l’universalità, l’efficacia e l’equilibrio economico dell’assistenza”. “Aver creato le condizioni perché il farmacista possa svolgere un ruolo sempre più centrale nel sistema salute richiede un impegno sempre maggiore anche sul fronte della formazione e dell’aggiornamento, e della salvaguardia dei livelli occupazionali” ha commentato Maurizio Pace. “L’efficacia del lavoro svolto dalla Federazione trova conferma in questo risultato elettorale. La professione si sente realmente rappresentata dal dinamismo e dalla capacità di proposta della dirigenza pronta a continuare, pur con il necessario ricambio generazionale, nel programma seguito finora” ha dichiarato Mario Giaccone. Gli altri componenti del Comitato Centrale della FOFI sono: Andrea Carmagnini; Vitaliano Corapi; Luciano Diomedi; Giovanni Gerosa; Maximin Liebl; Paolo Manfredi; Roberto Pennacchio; Gianfranco Picciau; Giovanni Zorgno. Al Collegio dei Revisori dei Conti sono stati eletti: Florindo Cracco; Antonino D’Alessandro; Andrea Giacomelli e Ferdinando Foglia (supplente).

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Percorsi di continuità assistenziale

Posted by fidest press agency su martedì, 19 settembre 2017

ospedale-bergamo-papaBergamo Martedì 19 settembre 2017, ore 8.30 – 13.00 Centro congressi Giovanni XXIII, viale Papa Giovanni XXIII 106, presentazione di uno studio sulle persone affette da malattie croniche in Lombardia sono 3,5 milioni, pari a circa il 30% della popolazione. Tra queste, 600mila sono in condizione di cronicità sociosanitaria. La presa in carico di tali situazioni è cruciale. Per questo, le Direzioni Sanitaria e Sociosanitaria di ATS Bergamo, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest, organizzano la mattinata di studi «Percorsi di Continuità assistenziale. Territorio – Ospedale – Territorio: riflessioni su un dialogo tra modelli», in programma martedì 19 settembre dalle ore 8.30 alle 13.00 presso il Centro Congressi Giovanni XXIII in viale Papa Giovanni XXIII a Bergamo.
Obiettivo: condividere metodi e strumenti adottati da diversi sistemi regionali per garantire ai pazienti la continuità nelle cure, nel pieno rispetto della dignità delle persone, della centralità del ruolo della famiglia e dell’equità di accesso ai servizi socio sanitari. In particolare, saranno presentati, oltre al modello dell’ASST della provincia di Bergamo, i casi dell’Azienda USL Toscana Centro con Monica della Fonte e Cecilia Pollini e dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.2 Bassa Friulana Isontina con Mara Pellizzari.A commentare sfide e prospettive di tali modelli: Giorgio Barbaglio, Direttore Sanitario ATS Bergamo, Paola Obbia, Azienda Sanitaria Locale CN1 e Associazione Infermieri di Famiglia e di Comunità e Gavino Maciocco, Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Firenze.«Le malattie croniche nella provincia di Bergamo incidono per più del 70% sulla spesa sanitaria globale Per questo abbiamo adottato un provvedimento quadro che prevede la segnalazione precoce dei pazienti fragili e l’attivazione di percorsi protetti per persone che necessitano di una presa in carico e di un accompagnamento, con l’istituzione di un servizio dedicato in ogni struttura. Ma non solo, abbiamo approfondito alcune attività connesse alla continuità assistenziale ospedale – territorio con l’intento di elaborare e condividere con tutti i soggetti accreditati e contrattualizzati un percorso di dimissioni protette e di presa in carico integrata. Attività che illustreremo nel corso della mattinata, riflettendo anche sulle pratiche attivate in altri territori, attraverso una logica partecipativa» – anticipa la dott.ssa Mara AZZI, Direttore Generale ATS Bergamo, che aprirà i lavori del convegno.

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Caso Renzi: Dimissioni o continuità?

Posted by fidest press agency su martedì, 13 dicembre 2016

matteo renzidi Vincenzo Olita. Ci risiamo, per molti analisti, se il Paese vive una crisi politica e il referendum costituzionale è stato sconfitto la responsabilità è del neoliberismo selvaggio e delle ricette liberali del governo che” hanno prodotto milioni di nuovo poveri “.
Il binomio liberismo-disastro renziano lo si rintraccia in ogni settore, comparto e risvolto dell’azione governativa.
Insomma Renzi come una sorta di nuova Thatcher, purtroppo così non è stato a meno che non si vogliano confondere accettabili intendimenti e buoni annunci riformatori con contenuti il più delle volte irrilevanti, come la buona scuola, la riforma della P.A., il job act o accattivanti, in puro stile grillino, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento di costi, innocue soppressioni.
La sconfitta del governo è anche nella dicotomia tra buone intenzioni e incapacità di esercitare una leadership convincente e coerente, capace di aggregare un gruppo dirigente e non yes men, incauti sul piano culturale oltre che politico.
Come non ricordare le costanti affermazioni dell’on. Simona Bonafè e della ministra Boschi sul progetto di riforma costituzionale: “E’ così perchè ce lo chiede la gente”, siamo andati vicino al “Gott mit uns”. Come sorvolare sull’ insipiente ruolo dei ministri Giannini, Lorenzin, Poletti, Guidi, Galletti, tanto per non citarne altri? Questo è il passato, ma il futuro è ancora nelle mani di Renzi e nella sua personale capacità di analisi.Amici e consiglieri avrebbero dovuto prospettare il danno di immagine e di credibilità provocato da dimissioni, seguite immediatamente da un palese ed esuberante attivismo politico. Amici disinteressati e capaci consiglieri, in queste ore, dovrebbero suggerire un accettabile tasso di discontinuità nella compagine governativa. Amici e consiglieri sinceri dovrebbero sconsigliare l’ingresso nel governo di signori “chi? ” Pera, Urbani, Saverio Romano; al riguardo siamo il Paese in cui basta rilasciare una fantasiosa intervista per ritrovarsi leader di mai nascenti formazioni politiche, Parisi e Passera, Pisapia e Sala, Pizzarotti e Tosi insegnano. Ma se amici e consiglieri validi scarseggiano, Renzi il suo futuro politico dovrà salvaguardarlo da solo, ci riuscirà se saprà dare spessore e concretezza alle sue dimissioni lontano da interessate sirene, altrimenti, con una strategia di continuità ad ampio spettro, la sua rivincita politica sarà irrimediabilmente compromessa. (fonte Società Libera http://www.societalibera.org)

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Medici di continuità assistenziale

Posted by fidest press agency su martedì, 12 aprile 2016

doctor man

C’è contesa tra Fimmg e Smi sul futuro dei medici di continuità assistenziale dopo che l’Atto d’Indirizzo per la convenzione ventila la sostituzione con il 118 del servizio tra le 24 e le 8. Pina Onotri segretario del Sindacato Medici Italiani non esclude né tagli alle postazioni né rischi occupazionali, specie tra chi rinnova la convenzione a tempo determinato ogni 6 mesi od ogni anno, e sarebbe il 40% dei 12 mila medici di continuità assistenziale. Smi ha bocciato l’atto ed ha aperto una petizione su change.org che ha già raccolto 3 mila firme, anche di comuni cittadini.Il segretario Fimmg Continuità Assistenziale Tommasa Maio replica con un comunicato sul sito http://www.fimmg.org: nessuno perderà il posto, «i medici di CA entreranno con i colleghi di assistenza primaria nel ruolo unico della medicina generale, uscendo dall’isolamento logistico organizzativo e informativo in cui operano, chiamati troppo spesso e impropriamente a supplire alle carenze assistenziali di altri sistemi». Maio ricorda il contesto di insicurezza che ha portato Fimmg a documentare 60 aggressioni di cui 50 negli ultimi 10 anni, 3 omicidi e 7 violenze sessuali. E ricorda che l’aggancio alla medicina primaria è fortemente voluto dai medici “di guardia”: al 71°congresso Fimmg lo scorso ottobre da un sondaggio interno su medici di continuità assistenziale (65%) e assistenza primaria (32%) era emerso che l’obiettivo di tutti è proprio lavorare a stretto contatto. L’86% dei medici di CA non ha mai partecipato a progetti che prevedevano scambi di informazioni online con i medici di assistenza primaria, ma ci tiene. Al punto che il 78% dei campioni attribuisce un valore tra 8 e 10 alla qualità della relazione tra medici nell’Aft. E in tre casi su quattro preferirebbe svolgere nell’Aft compiti di risk management (86%), audit (73%); piacciono meno dimissioni protette (65%) assistenza domiciliare (62%) diagnostica (64%) prestazioni di particolare impegno (62%). Onotri si mette dalla parte del cittadino. «La gente deve sapere che la medicina generale di notte e festivi incide per 0,75 centesimi di euro annui – 0,3% della spesa sanitaria totale – assicurando una copertura per prestazioni che evitano altrettanti passaggi al pronto soccorso o interventi delle ambulanze del 118, le quali devono occuparsi anche delle emergenze stradali (e se de medicalizzate costano il doppio dell’auto medica). Mi chiedo perché lo stato dovrebbe pagare più medici per svolgere compiti nella stessa fascia oraria. Inoltre in convenzione è già prevista l’integrazione oraria dei medici di CA ma non si è fatta per assenza di risorse aggiuntive. Mi chiedo anche, nei paesini della Calabria o della Gallura chi interverrà la notte, da dove, in quali tempi? E chi coordinerà gli interventi in fascia diurna? Se sarà il coordinatore delle Aft i pazienti assistiti da medici fuori bacino non avranno gli stessi diritti degli altri. A proposito di coordinatori, se si prevede una convenzione a isorisorse in cui però questi “primari” avranno un quantum in più, da qualche parte si dovrà tagliare. Noi non vogliamo che paghino i pazienti».Ribatte Fiorenzo Corti responsabile comunicazione Fimmg che è errato ragionare come se le ore oggi lavorate tra le 24 e le 8 fossero o soppresse o distolte per svolgere di giorno gli stessi compiti fissati dal 1978 ad oggi per i medici di assistenza primaria. «Con la riforma del Ssn si pose fine alle doppie occupazioni dei medici ospedalieri che facevano i mutualisti al pomeriggio, le visite ambulatoriali sul territorio divennero appannaggio del medico di famiglia, e visitavamo i “sani fino a prova contraria”. Trentotto anni dopo, moltissimi di questi sani sono malati cronici e vanno assistiti diversamente con carichi di lavoro molto aumentati che richiedono coordinamento di professionalità e di medici del territorio. La medicina proattiva ha bisogno di tutte quelle ore di giorno: senza i colleghi di continuità assistenziale il cambiamento non si può fare, e magari si apre la strada a infermieri professionali e strutture private accreditate. Non ci sono soldi? Le disponibilità seguono l’attività, dove ci sono cose da fare poi arrivano». (Mauro Miserendino – Doctor33) (foto doctor)

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Riforma nella continuità

Posted by fidest press agency su lunedì, 14 novembre 2011

 

Vaticano

Image by MikiAnn via Flickr

Vaticano II e anticonciliarismo Pietro Cantoni – Sugarco – 2011 – pp. 160 – € 16,00 scontato 14,40 Secondo l’ermeneutica della rottura – che ha goduto spesso «della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna» – con il Concilio ha avuto inizio una nuova Chiesa, relegando quella del passato tra i rottami della storia. In realtà quello che il Concilio ha inteso fare è una riforma, in cui il passato continua ad essere rispettato ed amato, e l’immutabile deposito della fede, cioè il Vangelo, viene riproposto in modo rinnovato, purificato, ed arricchito nella sua comprensione e formulazione. Alcuni però, in gran parte scandalizzati dall’arbitrario predominio dell’ermeneutica della discontinuità, spesso accompagnato da una retorica altisonante, prepotente e vuota, hanno reagito interpretando ogni novità conciliare come una rottura con la Tradizione della Chiesa, giungendo così ad un aperto «anticonciliarismo», come lo stesso papa ha definito questa reazione speculare e sbagliata.

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Sciopero Auchan Torino

Posted by fidest press agency su martedì, 21 dicembre 2010

Torino 23 la Flaica Cub di Torino ha proclamato uno sciopero dell’intera giornata all’interno dell’Ipermercato Auchan di Torino sito in Corso Romania 460. Lo sciopero, votato dall’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Ipermercato, è stato proclamato a seguito dell’atteggiamento assunto dall’azienda che negli ultimi mesi ha continuato a produrre iniziative unilaterali nell’organizzazione del lavoro. Spostamenti di reparto con chiari intenti punitivi, imposizione di orari spezzati e di contratti che prevedono la flessibilità oraria dei dipendenti si sono susseguiti in questi mesi con continuità. Contrariamente a quanto previsto dal CCNL, le RSU elette a maggio all’interno dell’Ipermercato, non sono  state consultate su nessuna di queste iniziative dell’azienda.
Auchan Torino  ha scelto una linea autoritaria nei confronti dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali interne, evitando il confronto e imponendo le sue scelte organizzative.
Tale scelta è stata compiuta da Auchan a partire dalle elezioni RSU del maggio  di quest’anno che hanno visto la vittoria della lista Flaica CUB con quasi il 50% dei voti di lavoratori e lavoratrici. Ricordiamo, poi, che lo sciopero del 23 è proclamato per richiedere all’azienda un accordo interno che eviti la più triste delle conseguenze dell’ultimo rinnovo del CCNL: il lavoro domenicale obbligatorio. Siamo infatti convinti che il lavoro domenicale debba restare una libera scelta del lavoratore e della lavoratrice e non una costrizione voluta dall’azienda. La domenica è l’unico giorno che il dipendente della grande distribuzione può dedicare a sé stesso, agli affetti, alla famiglia. Ora questa norma ci impedisce di gioire anche quel giorno della compagnia di amici e familiari e consegna la nostra vita intera al lavoro. Su queste motivazioni abbiamo indetto uno sciopero difficile, sotto Natale, spinti dalla necessità di ritrovare uno spazio per la nostra voce e le nostre esigenze.

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25 anni con La Nuova Pesa

Posted by fidest press agency su martedì, 26 ottobre 2010

Roma fino al 7/12/2010 via del Corso, 530 Centro Culturale La Nuova Pesa Anniversario d’arte e di amicizia Stefano Di Stasio, Marilu’ Eustachio, Andrea Fogli, Pietro Fortuna, Felice Levini, H.H. Lim, Vittorio Messina, Mariano Rossano, Giuseppe Salvatori, Salvo.  a cura di Laura Cherubini  Giusto 25 anni fa Simona Marchini dava inizio alla sua attività di gallerista e di promotrice di iniziative legate alla musica, al teatro e alla letteratura, inaugurando il Centro Culturale La Nuova Pesa, in continuità e in omaggio alla storica galleria fondata dal padre, Alvaro Marchini, nel 1959, e la cui attività si protrasse fino al 1976.  La scena artistica e culturale degli anni in cui Simona Marchini “riapre” la Nuova Pesa e’ dominata dal cosiddetto pensiero “postmoderno” che seguiva le posizioni fortemente ideologiche e di schieramento che avevano fino ad allora caratterizzato la cultura europea. Proprio per questa esigenza di interpretare un cambiamento e di ricercare nuove consapevolezze, Simona Marchini ospiterà una serie di dibattiti, dalla filosofia alla poesia, con il contributo di allora giovani intellettuali, oggi tra i piu’ stimati del panorama nazionale e internazionale. Nel corso della sua lunga attività espositiva, La Nuova Pesa ha ospitato numerosissimi artisti, diversi o affini tra loro per poetiche e per generazioni: di ciascuno di loro si darà testimonianza in un volume di prossima pubblicazione affidato a Laura Cherubini per la parte storico-artistica e ad Arnaldo Colasanti per la parte letteraria. La pubblicazione infatti, fornirà una ricca e dettagliata ricostruzione anche per quel che riguarda l’eterogenea identità disciplinare e culturale della galleria, articolata mediante un’ibridazione di personalità operanti nei diversi settori della arti che al progetto della galleria hanno partecipato attivamente.
Per festeggiare questo anniversario Simona Marchini presenterà un ciclo di mostre (da considerarsi come un’unica mostra in cinque tappe che copriranno l’intero arco della stagione), anch’esso a cura di Laura Cherubini, che non ha l’ambizione di esaurire interamente le presenze artistiche, ne’ di selezionarle per appartenenza o prossimità di scelta poetica quanto, piuttosto, di restituire il senso di un’attività che si e’ alimentata della sua personale curiosità intellettuale e ricerca artistica, oltre che di amicizia reciproca con gli artisti. (Immagine: Renato Guttuso e Pierpaolo Pasolini)

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Incontro nuovo A.D. Unicredit – Falcri Confsal

Posted by fidest press agency su mercoledì, 6 ottobre 2010

Dichiarazione stampa del Segretario Generale della Falcri Confsal Aleardo Pelacchi dopo l’incontro con il nuovo A.D. di Unicredit, Federico Ghizzoni: “Nella giornata odierna il Segretario Generale della Falcri Confsal, Aleardo Pelacchi, ed il Segretario Nazionale di riferimento del gruppo Unicredit, Angelo Peretti, hanno incontrato il nuovo Amministratore Delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni”. “Abbiamo preso atto con piacere, soggiunge -Aleardo Pelacchi, – che il gruppo Unicredit intende procedere nella linea della continuità, secondo indicazioni programmatiche fortemente focalizzate sulla vicinanza al territorio ed al suo tessuto sociale ed economico. Il nostro auspicio è che, anche in presenza del piano di esodi in discussione, si possano e si vogliano creare nuove opportunità occupazionali a servizio del territorio e della sua clientela, in coerenza con le linee strategiche del progetto One4C, riconfermate dal nuovo Amministratore Delegato”.

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Maurice Sartre-Alain Tranoy: Il Mediterraneo antico

Posted by fidest press agency su venerdì, 23 aprile 2010

L’obiettivo di quest’opera è quello di illustrare la storia e l’evoluzione dei paesi e dei popoli che, dalla Grecia alla Penisola Iberica e dall’impero cartaginese alla Gallia, si affacciavano sulle rive del Mediterraneo dal III secolo a.C. al III secolo dopo Cristo. Un viaggio che mostra tutte le continuità, le correnti di scambio e gli influssi intercorsi tra quelli che sono in realtà due bacini che formano un unico mare di complessità culturali. La storiografia ha troppo spesso dissociato o peggio ancora omologato le diverse aree considerate da questo studio. Alla luce di una stimolante e nuova impostazione avanzata dagli autori, la storia del mondo ellenistico orientale risulta strettamente connessa con i primi sviluppi di Roma e con le trasformazioni del versante marino occidentale. Focalizzando così la lettura dei fenomeni attorno agli apporti dell’ellenismo e della civiltà romana, alla diffusione della città, all’idea specifica di amministrazione del territorio e allo sviluppo delle infrastrutture di scambio, questo libro mette l’accento sulle specificità regionali e sulle diverse forme di cultura. La tesi più rilevante formulata è, tuttavia, quella dell’unità stabilita da Roma: un’unità che conferì al Mediterraneo una coesione e un assetto civile frutto dell’incontro tra Oriente e Occidente; sebbene si trattasse pur sempre di un’organicità problematica e talora controversa. L’approccio critico di Sartre e Tranoy risulta, pertanto, il più congeniale a questo carattere oggettivamente problematico del Mediterraneo Antico. Ne scaturisce uno studio appassionante che, sulla base di preziosi documenti e informazioni dall’accesso difficile, fornisce un impareggiabile quadro d’insieme e costituisce un insostituibile strumento di conoscenza di quest’area cruciale del mondo. Maurice Sartre-Alain Tranoy Pagine: 288 ISBN 978-88-497-0583-6 Prezzo: € 22,00 Besa editrice
Maurice Sartre è professore di Storia Antica all’Université de Tours.  Alain Tranoy è professore di Storia Romana all’Université de Poitiers.

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Aggressione a Roma alla guardia medica

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2010

Roma. Il servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica), “registra” un ennesimo episodio di aggressione. E’ accaduto  intorno alle 16 a Roma, nella postazione di via delle Pispole (Tor Bella Monaca) dove, Flora G., dottoressa di turno nella sede romana, si è dovuta barricare in una stanza della struttura sanitaria, per difendersi dalle minacce di morte da parte di un malvivente che ha fatto irruzione nella postazione. Tutto è iniziato telefonicamente. L’uomo, infatti, ha contattato in primis il servizio di Continuità Assistenziale che, com’è noto, viene filtrato dalla Centrale di Ascolto. E, proprio da un operatore della Centrale di Ascolto, Flora G. ha ricevuto la segnalazione della chiamata del paziente, che necessitava della prescrizione di un antibiotico. Come da prassi, la dottoressa ha quindi richiamato l’uomo, spiegandogli che avrebbe dovuto recarsi in ambulatorio per ritirare la ricetta medica. Un servizio che, invece, l’utente pretendeva direttamente a domicilio. Così, quando si è sentito negare la possibilità di ottenere la prescrizione direttamente a casa, è andato su tutte le furie, iniziando ad inveire contro la professionista. Una rabbia che, di lì a poco, lo ha spinto a recarsi direttamente nella postazione di Continuità Assistenziale dove, un collega di Flora G., di fronte al perpetrarsi delle minacce, ha cercato di tutelare l’incolumità della donna, impedendo all’aggressore di entrare nella struttura. Ma, vedendosi negare l’accesso, l’uomo ha finto un malore, inscenando uno svenimento. I medici sono quindi intervenuti, cercando di soccorrerlo, ma dandogli anche la possibilità di accedere nei locali. Una volta dentro, il malvivente si è scagliato nuovamente contro la dottoressa che è riuscita a rifugiarsi in una stanza della struttura, bloccando ulteriormente la porta con il peso di alcuni mobili. Solo allora Flora G. ha potuto chiamare i carabinieri, che sono intervenuti sul posto. La dottoressa è stata portata in ospedale per accertamenti e in stato di shock.
“Siamo arrabbiati e sconcertai di fronte all’ennesimo episodio di aggressione nei confronti dei medici di continuità assistenziale – dichiara Pina Onotri, segretario organizzativo del Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (SMI) – E, in particolare, ai danni della collega, che non è nuova a questo tipo di esperienza, in quanto lavora in una delle zone più disagiate della Capitale.Con rammarico bisogna sottolineare che, nonostante lo Smi-Lazio abbia presentato un protocollo sulla sicurezza delle Guardie Mediche all’Assessorato delle Pari Opportunità del Comune di Roma, offrendo la più totale collaborazione, lo stesso documento è rimasto ‘lettera morta’.Dobbiamo aspettare il prossimo stupro o il prossimo omicidio affinchè qualcosa venga fatto?”

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I “Riuniti” per le cure palliative

Posted by fidest press agency su sabato, 20 marzo 2010

Bergamo. Gli Ospedali Riuniti sono stati individuati dalla Regione Lombardia come centro di riferimento regionale per lo sviluppo di una rete per le cure palliative pediatriche in Lombardia, in virtù dell’esperienza praticamente unica in Italia che l’Ospedale di Bergamo ha maturato in questo settore.  Il progetto recentemente approvato dalla Regione Lombardia si pone l’obiettivo di assicurare su tutto il territorio regionale un sistema di cure palliative pediatriche qualificato e in grado di fornire continuità assistenziale. Per realizzarlo, la Regione ha recepito un documento tecnico e un documento di indirizzo per la formazione: il primo definisce percorsi organizzativi differenziati per assicurare una risposta integrata e globale ai bisogni dei pazienti, il secondo fornisce linee di indirizzo per la crescita delle conoscenze e delle competenze necessarie alla gestione dei bambini con malattie croniche inguaribili. Entrambi sono il frutto del lavoro del Gruppo di Approfondimento Tecnico per le cure palliative pediatriche, di cui Gianbattista Cossolini, primario del reparto di Cure Palliative degli Ospedali Riuniti, fa parte e in cui ha portato la sua pluriennale esperienza in questo settore.  L’ospedalizzazione domiciliare per gli adulti è realtà a Bergamo da oltre un anno, quando, alla fine del 2008, in alternativa al ricovero in Hospice, il paziente può usufruire al proprio domicilio dell’assistenza dell’équipe dell’Unità di Cure Palliative degli Ospedali Riuniti, reperibile 24 ore su 24.  Accanto ai Riuniti la Regione Lombardia ha nominato altri 7 centri di riferimento in altrettanti ospedali lombardi. Gli Spedali Civili di Brescia, gli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano, il San Gerardo di Monza, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Istituto Neurologico Besta di Milano, il San Matteo di Pavia e l’Istituto “Eugenio Medea” di Bosisio Parini. Tre i compiti fondamentali affidati agli otto centri di riferimento: assicurare una presa in carico multidisciplinare del bambino, modulata in base alla patologia e all’età, prediligere l’assistenza domiciliare del ricovero e, se non è possibile, prevedere il ricovero in ambienti dedicati e protetti, valorizzare tutte le figure professionali coinvolte, prevedendo anche una formazione specifica.

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Piano dimensionamento scuola romana

Posted by fidest press agency su lunedì, 14 dicembre 2009

“Esprimo soddisfazione per l’approvazione del piano di dimensionamento da parte della Regione Lazio che ha recepito, anche a seguito del parere positivo degli uffici regionali dell’Assessorato all’Istruzione della Regione Lazio, della Provincia e dell’Ufficio Scolastico Regionale, la proposta di razionalizzazione della rete scolastica del Comune di Roma. Finalmente si dà avvio ad un percorso che permetterà di ridisegnare in maniera sempre più coerente la mappa delle scuole secondo i bisogni  del territorio e le esigenze delle famiglie, andando  verso la costituzione di istituti comprensivi che consentono una maggiore continuità educativa degli alunni ed un più efficiente utilizzo sia delle risorse umane che delle dotazioni strumentali quali palestre, laboratori e mense. Una maggiore continuità educativa per gli alunni consente anche di poter rivolgere particolare attenzione a tutte quelle realtà che necessitano di interventi mirati e di una puntuale  programmazione  in termini di progettualità, come nel caso degli alunni stranieri.  L’accorpamento della scuola elementare “Pisacane”  con la scuola media “Pavoni”, che da anni si è contraddistinta per grande sensibilità verso i temi dell’accoglienza e dell’integrazione, non può che andare in questa direzione. Come Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche proseguiremo con azioni volte a favorire una maggiore integrazione degli alunni non italiani, come l’istituzione di un Albo dei mediatori culturali per le scuole, il rinnovo del progetto “Fratelli d’Italia” per l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, e come l’accordo di rete, avviato lo scorso anno, confidando in una maggiore adesione da parte dei dirigenti scolastici e del Municipio competente alle linee di indirizzo del Ministero dell’Istruzione, finora disattese, in merito all’equa distribuzione degli alunni non italiani nelle classi” . E’ quanto dichiara l’assessore capitolino alle Politiche Educative Scolastiche, Laura Marsilio.

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Le sedi di continuità assistenziale

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 dicembre 2009

Il Sindacato dei Medici Italiani della Puglia esprime profonda solidarietà  e sostegno alla collega aggredita lo scorso 30 novembre presso la postazione di continuità assistenziale di Rignano Garganico. Lo Smi-Puglia evidenzia, altresì, l’urgenza della messa in sicurezza di tutte le sedi dell’ex guardia medica dislocate sul territorio regionale. Un’operazione di restyling non più rinviabile, sottolineano i sindacalisti, affinchè vengano concretamente tutelati gli operatori sanitari. Con particolare riferimento alle dottoresse costrette a svolgere il proprio turno, da sole, in paesi sperduti della provincia, con tutti i rischi del caso. “In primis lo Smi-Puglia intende rivolgere la propria solidarietà alla collega vittima della brutale violenza – dichiara Anna Lampugnani, responsabile nazionale continuità assistenziale e segretario regionale Smi- Puglia – A tal proposito il Sindacato dei Medici Italiani ritiene estremamente grave e vergognoso che si verifichino, puntualmente, episodi di efferata violenza nei confronti dei medici addetti al succitato servizio; ma è altrettanto inaccettabile che, nonostante i reiterati fatti di cronaca, nessuno faccia nulla per rendere definitivamente sicure le sedi dell’ex guardia medica. Anzi, proprio in relazione all’episodio in questione, il maggior sindacato rappresentativo dei medici di medicina generale, attraverso una nota stampa, ha colto l’occasione per riproporre discutibili soluzioni in materia di continuità assistenziale: ovvero la chiusura delle medesime postazioni, per mettere gli operatori sanitari della continuità assistenziale a completo servizio dei medici di famiglia. Per quale motivo, invece, non si procede con la messa in sicurezza di strutture sanitarie in condizioni critiche ormai da svariati anni? Parliamo di un servizio indispensabile per i cittadini; svolto con grande abnegazione da professionisti sempre più spesso in balia di aggressioni e pericoli di ogni genere.

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