Sarà Cristina Concas a guidare la nuova area Bpo Crediti di Smart Paper, società di Minsait (Gruppo Indra), leader italiana nella reingegnerizzazione dei processi e nelle attività di Business Process Outsourcing (BPO) evoluto. Manager di grande esperienza in ambito bancario, Cristina Concas è specializzata nelle operations e nei processi legati al credito con una specifica competenza sulla parte Mutui, sia origination che post-vendita. Prima di occuparsi di servizi avanzati e Bpo ha ricoperto ruoli di responsabilità operativa in importanti realtà italiane e internazionali come Barclays e Gruppo Cedacri. Cristina Concas affiancherà Sonia Bineri che è a capo della neocostituita Business Unit Finance con cui il gruppo spagnolo sta allargando anche al settore bancario e assicurativo italiano la sua offerta di servizi innovativi di BPO per cui è tra le aziende leader nel mondo. Da poco più di un anno Smart Paper è stata acquisita da Minsait, la società che raggruppa il business IT e di Digital Transformation del Gruppo Indra. L’accordo ha consentito alle due società di unire le forze e proporsi al mercato con un’offerta integrata “end-to-end”. Le prime dieci banche spagnole e quattro delle dieci più grandi banche dell’America Latina si sono affidate a Minsait per esternalizzare le loro operazioni. L’azienda offre più di 90 tipi di processi di business bancario e supporto per la gestione di più di 21,5 milioni di carte di pagamento all’anno. Grazie ai suoi servizi, ha raggiunto una cifra di più di 2,5 miliardi di euro di frodi evitate. Minsait ha un’offerta completa di gestione end-to-end nel segmento dei servizi ipotecari, con i propri strumenti e soluzioni per l’intera gamma di servizi in tutta la catena delle operazioni di gestione dei mutui (dalla origination alla post-vendita fino alla collection).
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Cristina Concas alla guida dell’area Crediti di Smart Paper
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 settembre 2022
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Dl Aiuti “Allargamento platea dei soggetti per la cessione dei crediti edilizi, ottimo traguardo”
Posted by fidest press agency su sabato, 9 luglio 2022
“La modifica per la cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi con un emendamento al Dl Aiuti, approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, è un ottimo traguardo raggiunto poiché le banche potranno finalmente cedere il credito a tutti i soggetti diversi da consumatori o utenti e non saranno vincolate, invece come prevedeva il Dl del mese di maggio, a cedere il credito a favore dei soli clienti professionali privati.” Lo dichiara il Senatore Vincenzo Presutto Vicepresidente vicario del gruppo Insieme per il Futuro e membro della Commissione Bilancio. Presutto continua: “Pertanto, in questo modo si amplia la possibilità di vendere i pacchetti non solo dalle banche alle imprese ma anche alle partite iva individuali. In questo modo la platea dei soggetti si allarga a quelli non rientranti nella definizione di consumatori o utenti che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa cedente”.Il Senatore conclude: “Si tratta pertanto di una variazione che vuole riavviare il mercato dei crediti e rimediare al blocco dei cantieri che ha messo in difficoltà migliaia di imprese, una concreta ed importante possibilità per ridare un forte stimolo alla nostra economia e per limitare ripercussioni sui livelli occupazionali nel comparto edile. In piena crisi energetica, inoltre, il superbonus permette di fare interventi che alleviano di molto le bollette delle famiglie supportandone i bilanci e consentendo di fare gli interventi necessari per migliorare la qualità dei loro edifici e della loro vita.”
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Asia: in aumento +60% perdite crediti su fatture commerciali B2B, secondo Atradius
Posted by fidest press agency su martedì, 5 luglio 2022
Preoccupa il forte aumento dei crediti inesigibili nel contesto delle operazioni commerciali tra fornitori asiatici e aziende clienti sui mercati nazionali ed esteri. Nel difficile contesto economico e commerciale, le aziende dei principali mercati asiatici puntano il dito sui maggiori costi di gestione degli insoluti, cui si aggiungono i costi di accesso a finanziamenti esterni, a protezione della liquidità aziendale dalle sempre più frequenti perdite su crediti derivanti dai mancati incassi delle fatture commerciali sul mercato domestico ed all’export. A peggiorare la situazione sono le fatture commerciali non saldate da oltre 90 giorni dalla scadenza originaria della fattura, che ben presto si trasformano in perdite su crediti nonostante i numerosi tentativi di recuperare il pagamento. Chiaro indicatore della situazione di liquidità aziendale a rischio, è il significativo aumento dei crediti incagliati che non è stato possibile più recuperare (+ 60% rispetto ai risultati del sondaggio 2021). È questa la principale preoccupazione riferita dalle aziende intervistate in sette mercati asiatici (Cina, Hong Kong, India, Indonesia, Singapore, Taiwan e Vietnam) e negli Emirati Arabi Uniti, nell’ultima edizione del “Barometro sui comportamenti di pagamento in Asia – giugno 2022” condotto da Atradius, tra i leader mondiali nel settore dell’assicurazione del credito commerciale, fideiussioni e recupero crediti in Italia ed all’estero. Da Taiwan arriva il segnale più allarmante, con un numero di crediti inesigibili quasi tre volte superiore a quello rilevato nel precedente sondaggio di Atradius, e ora pari all’8% del valore totale delle fatture B2B. Anche le aziende di Hong Kong e Singapore riferiscono pesanti contraccolpi derivanti dall’aumento dei crediti inesigibili, con una crescita media per entrambi i Paesi del 50%. Altro mercato colpito dal fenomeno è l’Indonesia, con crediti inesigibili in ascesa del 40%. In Vietnam, per la prima volta inserito tra i Paesi oggetto di analisi, le imprese locali hanno riportato una carenza di liquidità causata sia dai crediti inesigibili pari al 6% del valore totale delle fatture commerciali tra aziende. Ulteriore preoccupazione per le aziende che operano nell’attuale difficile contesto economico e commerciale, è la difficoltà a recuperare i profitti nel momento in cui subiscono forti ricadute dalla cancellazione dei crediti incagliati. Il sondaggio Atradius evidenzia che nel continente asiatico il 20% in più delle aziende rispetto all’anno precedente ha segnalato una maggiore disponibilità a concedere credito ai propri clienti. Questo segnale mostra che esistono condizioni di mercato molto competitive e che le aziende fanno fatica ad ottenere ricavi aggiuntivi che compenserebbero le perdite dovute ai crediti inesigibili. Dall’indagine emerge inoltre che la capacità di stare al passo con la domanda (33%) e la resilienza della stessa domanda (25%) sono ulteriore fonte di preoccupazione delle aziende fornitrici operanti sui principali mercati asiatici per i prossimi mesi. Tuttavia, queste criticità hanno generato una maggior consapevolezza nella maggioranza delle aziende sull’importanza della gestione strategica del rischio di credito commerciale, con una società su due, tra quelle intervistate, che ha dichiarato di voler assicurare i crediti commerciali per mitigare l’impatto che il rischio di credito del cliente potrebbe avere sulla propria azienda. L’ultima edizione del Barometro Atradius sui comportamenti di pagamento in Asia è scaricabile gratuitamente dal sito web del Gruppo Atradius (sezione pubblicazioni). Il report fornisce un’analisi approfondita su come le aziende nei mercati chiave in Asia abbiano gestito i rischi di inadempienza nei pagamenti nelle vendite a credito con i clienti B2B.
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Con limiti a circolazione crediti imposta governo fa regalo a grandi banche
Posted by fidest press agency su giovedì, 27 gennaio 2022
“Le anticipazioni del cosiddetto decreto Sostegni ter, che prevedono la limitazione nella circolazione dei crediti di imposta, rappresentano l’ennesima dimostrazione che il cosiddetto governo dei migliori è rimasto in sintonia solamente con i grandi player finanziari e le grandi imprese, ignorando le PMI, e soprattutto gli utenti, che verrebbero fortemente penalizzati dalla limitata concorrenza. È di tutta evidenza, infatti, che la possibilità di una sola cessione del credito rappresenti un regalo alle grandi Banche ed ai -General contractor- di maggiori dimensioni, che monopolizzano il mercato, e quindi finiranno per determinare il prezzo di cessione senza più concorrenza. Ridurre sensibilmente gli attori che entrano in gioco nelle fasi di acquisizione del credito significa, peraltro, non solo diminuirne la convenienza per i cittadini, che appunto pagherebbero un prezzo più alto per l’anticipazione, ma anche rendere più difficile lo stesso assorbimento degli importi di spesa conseguenti all’applicazione dei super bonus, vanificando la portata espansiva per l’economia nazionale. Insomma, ancora variazioni incomprensibili in corso d’anno, che confondono i cittadini e la programmazione dell’attività imprenditoriale, e che provocano un’alterazione della concorrenza nel settore edile e nel settore finanziario; il tutto a nocumento dei cittadini e delle PMI italiane. E se ciò accadesse per l’incapacità del governo di controllare la regolarità delle transazioni, sarebbe ancora più grave”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro.
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Jones Day con Banca Akros e Banco BPM in una cartolarizzazione di crediti commerciali
Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 dicembre 2021
Jones Day ha assistito Banca Akros (nel ruolo di arranger) e Banco BPM (nei ruoli di investitore senior, account bank e sponsor) nella strutturazione di una operazione di cartolarizzazione avente ad oggetto crediti commerciali originati da un primario player operante nel settore della commercializzazione di acciaio e altri materiali non ferrosi nei confronti dei propri clienti in varie giurisdizioni europee.L’operazione è stata realizzata tramite l’emissione, da parte di una società veicolo costituita ai sensi della legge 130/1999, di più classi titoli asset-backed a ricorso limitato con struttura c.d. “partly-paid” che sono stati sottoscritti da una pluralità di investitori fra cui Banco BPM (quale investitore senior) e Trinity Fund per il tramite di P&G SGR (quale investitore junior). Jones Day ha assistito Banca Akros in qualità di arranger e Banco BPM in qualità di investitore senior, sponsor e account bank per gli aspetti di diritto italiano della cartolarizzazione con un team composto dal partner Vinicio Trombetti e da Fabio Maria Guidi, Maddalena Catello e Cristina Savoca. I profili fiscali dell’operazione sono stati curati dagli of counsel Luca Ferrari e Carla Calcagnile. Gli aspetti di diritto svizzero dell’operazione sono stati curati dallo studio legale Bernasconi, Martinelli, Alippi & Partners con un team composto dal partner Fabio Alippi e da John Dell’Oro e Tania Naef.Nel contesto dell’operazione sono stati coinvolti anche gli uffici legali interni di Banca Akros e Banco BPM con un team composto da Maria Teresa Guerra, Raffaele Carfora, Olga Primiani, Fernando Apa e Roberto Rambelli.Nel contesto dell’operazione, Zenith Service S.p.A. ha agito nei ruoli di master servicer, rappresentate dei portatori dei titoli, agente di calcolo, portfolio agent e corporate servicer, mentre The Bank of New York Mellon SA/NV, Milan Branch ha agito in qualità di paying agent della cartolarizzazione.
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Cia, no a Far West su crediti carbonio
Posted by fidest press agency su venerdì, 8 ottobre 2021
I mercati volontari dei crediti di carbonio si stanno rapidamente diffondendo nel mondo e possono valere dai 38 ai 58 mld per l’agricoltura Ue, secondo stime della Commissione. Si tratta di strumenti finanziari che si inseriscono nell’ambito del Protocollo di Kyoto per compensare le emissioni generate dai diversi settori produttivi. Nonostante i proclami, in Italia mancano ancora regole chiare sul riconoscimento dei servizi ecosistemici dell’agricoltura, con il sequestro della C02 immagazzinata dai terreni e dalle coltivazioni arboree. In America la compravendita è avviata e Biden pianifica la creazione di una banca che faciliti il mercato delle pratiche ecosostenibili in cui gli agricoltori mettono all’asta i loro crediti, equivalenti a tonnellate di carbonio organico catturato. Questi crediti vengono, quindi, commercializzati diventando opportunità di guadagno per le aziende rurali. Si viene, così, incontro alle grandi corporation che hanno necessità di compensare le proprie emissioni di gas serra con azioni di rimboschimento e piantumazione messe in opera dai farmer Usa. Cia-Agricoltori Italiani guarda con grande interesse a queste nuove opportunità offerte dalla rivoluzione green, ma chiede una regolamentazione chiara per evitare frodi (vendite multiple) e speculazioni finanziarie. In Italia, infatti, a differenza di altri Paesi europei, non c’è ancora una normativa o linee guida su come si generano e commercializzano questi crediti. Servono con urgenza protocolli che ne garantiscano trasparenza ed efficacia. Cia ricorda il caso di Microsoft che dopo aver attivato negli Usa un deal per acquisire un importante quantitativo di crediti da aziende agricole, ne ha rifiutati più di 5 milioni per un deficit nei sistemi di misurazione e reporting dei benefici climatici. Secondo il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, la strada da fare è ancora lunga: “La gestione sostenibile dei terreni può avere un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Il sistema di certificazione dovrà definire degli standard di contabilizzazione del sequestro di carbonio per ogni tipologia di azienda agricola e quali saranno le modalità con cui gli agricoltori riceveranno le premialità. Le questioni che si aprono sono complesse –chiosa Scanavino-, i nuovi strumenti finanziari riusciranno ad attrarre una massa critica di aziende o potranno beneficiarne solo pochi grandi agricoltori in grado di adottare le tecnologie necessarie al monitoraggio della riduzione di emissioni? E, soprattutto, le nostre aziende agricole riceveranno crediti anche per tutto quello che hanno fatto in passato per ridurre le emissioni di gas serra?”. Come ultimo spunto di riflessione, Scanavino auspica, infine, che l’agricoltura non sia ridotta nel futuro a mero elemento di compensazione, a vantaggio del contributo del bilancio del carbonio per l’industria manifatturiera, ma vada sempre considerata una componente strategica essenziale dell’economia del nostro Paese.
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Richieste credito famiglie italiane
Posted by fidest press agency su domenica, 6 giugno 2021
Il mese di maggio 2021 ha confermato il trend di recupero delle richieste di credito da parte delle famiglie italiane rispetto ai volumi pre Covid, già in atto da qualche mese. Nello specifico, la componente dei mutui immobiliari fa segnare un +39,3% mentre i prestiti, nel complesso di personali più finalizzati, vedono una crescita del +34,2% rispetto al corrispondente mese del 2020. In questa fase di incertezza va però segnalato come gli italiani continuino a privilegiare piani di rimborso più lunghi, con il 79,2% delle richieste che prevede una durata superiore ai 15 anni, e un valore della rata non eccessivamente impattante rispetto al reddito disponibile, con i mutui al di sotto dei 150.000 Euro che rappresentano il 70,7% del totale. Più nel dettaglio, l’importo medio richiesto nel mese di maggio si è attestato a 139.109 Euro. Nello specifico, le richieste di finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, articoli di elettronica e di arredamento, ecc. hanno fatto registrare un incremento del +31,3% rispetto al corrispondente periodo del 2020. Andamento sostanzialmente speculare per i prestiti personali, che fanno segnare un balzo del +38,7%.Un’ulteriore evidenza del ritrovato clima di fiducia riguarda l’importo medio dei finanziamenti richiesti, che nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati si è attestato in maggio a 9.472 euro, in crescita (+9,8%) rispetto al valore di maggio 2020. Nello specifico dei prestiti finalizzati, l’importo medio richiesto si è attestato a 7.209 euro (+14,7% rispetto alla corrispondente rilevazione del 2020), mentre per i prestiti personali è risultato pari a 12.851 euro (+4,3%).
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Crediti alle imprese agricole
Posted by fidest press agency su sabato, 29 Maggio 2021
“Le aziende agricole potranno sommare alla garanzia del Fondo per le Piccole e Medie Imprese, gestito da Mediocredito Centrale, anche altre garanzie, come quella ipotecaria, tipica del settore primario. Ciò è previsto dal Sostegni Bis dove abbiamo fortemente voluto che il cumulo di garanzie, attualmente consentito solo per il settore turistico-immobiliare ai sensi del Decreto Liquidità, fosse esteso al comparto primario che basa la propria attività appunto su una base immobiliare e necessita, per questo, di investimenti a lunga scadenza”. Lo dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura, che al Mipaaf da sottosegretario del Governo Conte II ha portato avanti il ‘Progetto Credito’. “Raggiungiamo oggi – prosegue – un ulteriore importante risultato per il comparto primario dopo il traguardo dell’accesso diretto al Fondo PMI gestito da Mediocredito Centrale, introdotto dal MoVimento 5 Stelle nel Decreto Cura Italia, che ha permesso finanziamenti ad agricoltura e pesca per oltre 3 miliardi di euro da luglio 2020 a oggi. Nel settore agricolo, caratterizzato da bassi indici di sofferenza rispetto agli altri settori produttivi, l’accoppiamento tra garanzia ipotecaria e una bassa garanzia del Fondo PMI renderà fattibili tutte quelle operazioni creditizie complesse, a lunga scadenza, destinate agli investimenti cosiddetti ‘durevoli’. Sono investimenti che affrontano gli elementi cruciali del rilancio delle aziende agricole: l’aumento della ‘dimensione’, l’innovazione di processo e di prodotto, la green economy, il passaggio generazionale”. “L’innovazione nel campo delle garanzie – aggiunge L’Abbate -, insieme alla attivazione dei ‘Regolamenti in Esenzione’ da parte del Fondo PMI, renderanno tutto il comparto delle garanzie pubbliche in grado di supportare il rinnovamento delle imprese agricole”. ‘Il motto, che rivendico con orgoglio, è sempre lo stesso: l’agricoltura non è la cenerentola che chiede nuovi sostegni bensì uno dei settori in grado di guidare il rilancio dell’economia nazionale alla sola condizione di ricevere strumenti idonei al suo sviluppo. Il credito, grazie all’effetto leva e per la verifica che impone ai progetti imprenditoriali, assume valore centrale in questo importante ruolo assegnato al settore primario” conclude.
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Richieste di crediti da parte delle famiglie
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 febbraio 2021
Dopo le pesanti flessioni che hanno segnato il 2020, il nuovo anno si è aperto con una contrazione del numero di richieste di finanziamenti da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali contribuite sul Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF): la componente dei mutui immobiliari fa segnare un -6,6% malgrado la vivacità delle surroghe, mentre i prestiti nel complesso vedono un calo pari a -13,1% rispetto al corrispondente mese del 2020.In scia con quanto era stato registrato nella seconda parte del 2020, le famiglie stanno adottando un atteggiamento estremamente cauto, rinviando i propri progetti di spesa e riducendo di conseguenza anche la propensione a richiedere un finanziamento: nel mese di gennaio le richieste di prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi si caratterizzano infatti per un calo del -1,4% rispetto al corrispondente mese del 2020, a fronte del ben più marcato -27,1% fatto segnare dai prestiti personali.Un’ulteriore evidenza che emerge dallo studio di CRIF riguarda l’importo medio dei finanziamenti richiesti, che nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati nel primo mese dell’anno si è attestato a 9.431 Euro, sostanzialmente invariato rispetto al valore del gennaio 2020. Dopo il calo fatto segnare nell’ultima parte del 2020, anche a gennaio le richieste di mutui e surroghe restano in territorio negativo, facendo segnare una flessione del -6,6% malgrado il comparto benefici ancora di una dinamica positiva dei mutui di sostituzione, sostenuti da condizioni di offerta vantaggiose. Per quanto riguarda la distribuzione per classe di durata dei mutui, invece, anche il mese di gennaio ha visto gli italiani orientarsi verso piani di rimborso più lunghi, con più del 79% delle richieste che prevede una durata superiore ai 15 anni.“La perdurante incertezza riguardo i tempi di ritorno a una situazione di normalità, acuita anche dall’instabilità dello scenario politico, sta frenando le decisioni degli italiani relativamente ai consumi, specie quelli di beni durevoli o non strettamente indispensabili, e all’investimento sulla casa” – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF – Per il comparto del prestiti le previsioni per l’anno in corso restano positive, con un progressivo recupero delle richieste favorito dall’auspicato miglioramento dell’attività economica, mentre la dinamica dei mutui potrebbe confermarsi in territorio negativo anche nei prossimi mesi”.
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Intelligenza artificiale e blockchain al servizio dello smaltimento dei crediti deteriorati
Posted by fidest press agency su giovedì, 3 dicembre 2020
Creare una piazza digitale dei crediti deteriorati che contribuisca ad ampliare e “democratizzare” il mercato, dando piena trasparenza degli asset e riducendo così la distanza tra chi deve vendere e chi vuole acquistare NPE. Una piattaforma che, anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della blockchain, aumenti l’efficienza del sistema e permetta di smaltire rapidamente il flusso di nuovi default generato dall’impatto del Covid sull’economia italiana, valutabile in circa 100-150 miliardi di nuovi NPE nei prossimi anni. È in questa direzione – oggi suggerita anche dalla BCE – che si è mossa Cerved, tra i principali operatori italiani nel fornire alle aziende e alle istituzioni italiane strumenti e competenze per il business development, la credit information e il credit management, attraverso la sua divisione Cerved Credit Management. La nuova piattaforma digitale a supporto della compravendita di crediti, anche singoli, targata Cerved è già attiva su Markagain, una vetrina virtuale in cui investitori selezionati e accreditati possono vedere i crediti e gli asset disponibili che le società del Gruppo Cerved hanno in gestione in forza delle proprie attività di servicing, valutarne i documenti, approfondire quelli più interessanti per il proprio business ed eventualmente concludere, con il supporto di un team specialistico dedicato, l’attività di compravendita degli asset o dei crediti. Markagain non è un portale che nasce ex novo, bensì l’ampliamento e la riqualificazione di un sito già esistente per la vendita di asset industriali, immobili e beni di lusso a cui ora vengono affiancati i crediti deteriorati, che diventeranno l’asse portante della piattaforma: l’obiettivo è di superare un miliardo di NPE disponibili nella piattaforma entro il primo trimestre del 2021. Una grande piazza virtuale per valorizzare al massimo i portafogli gestiti da Cerved Credit Management, accelerando il recupero dei crediti e garantendo a chi vende – soggetti istituzionali, banche, fondi – un ritorno adeguato.La piattaforma digitale rappresenta dunque un importante strumento a supporto della compravendita dei crediti, permettendo la pubblicizzazione e lo scambio fluido delle informazioni con i player di mercato. Ma il cuore del servizio continua ad essere basato sulla professionalità dei team dedicati di Cerved, che sono specializzati nella gestione di transazioni e operano con successo (oltre 2 miliardi di valore nominale dei crediti ceduti negli ultimi 24 mesi) nel settore delle cessioni e degli acquisti di credito, attraverso due diligence approfondite.Tutto il servizio, fin dal fase iniziale di accreditamento al sito, è supportato da processi informatici sicuri e risorse dotate di competenze specifiche, che assicurano il miglior risultato per il cedente e la garanzia di una gestione dei dati efficiente: accesso riservato e verificato esclusivamente per operatori professionali e specializzati, team di professionisti Cerved dedicato al progetto, trasparenza ed efficienza delle interazioni, completezza delle informazioni e supporto informatico sono, infatti, le caratteristiche principali di Markagain.
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Un accordo in favore delle aziende per il recupero dei crediti sui mercati internazionali
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 ottobre 2020
SACE SRV, società di SACE specializzata nei servizi di recupero crediti all’estero, e CRIBIS, società del Gruppo CRIF, leader in Italia nei servizi per la gestione del credito commerciale e lo sviluppo del business in Italia e all’estero, annunciano la sottoscrizione di un importante accordo di collaborazione per supportare al meglio le aziende italiane nella gestione e nel recupero dei crediti commerciali insoluti sui mercati internazionali.Con questa partnership, CRIBIS promuoverà alle imprese clienti il servizio di recupero crediti esteri che sarà svolto da SACE SRV, beneficiando in maniera sinergica delle competenze e dell’esperienza della società nel settore del recupero dei crediti commerciali all’estero e soprattutto in geografie emergenti e complesse. Un aspetto, quest’ultimo, che potrà essere fondamentale per le stesse imprese, in una congiuntura globale particolarmente complicata a causa dell’emergenza Covid-19 e dei suoi impatti, economico-finanziari e commerciali.“Siamo molto orgogliosi di proporre al mercato questa partnership con CRIBIS, per mettere a disposizione di un numero crescente di aziende italiane un’esperienza di oltre 40 anni nel recupero dei crediti sui principali mercati emergenti ed extraeuropei. Queste geografie, infatti, hanno un grado di complessità tale da richiedere il supporto di un operatore altamente specializzato come SACE SRV, in grado di operare a livello globale grazie ad una vasta e consolidata rete di uffici e partner locali – ha dichiarato Valerio Ranciaro, Direttore Generale di SACE SRV -. Il servizio di recupero crediti è e sarà sempre più strategico per le imprese italiane: un’attività in crescita, considerando che solo nell’ultimo anno siamo stati al fianco di oltre 30.000 aziende, recuperando 50 milioni di euro di crediti”.“E’ una partnership molto importante. La qualità dei servizi che diamo ai nostri clienti è da sempre una priorità assoluta e questa partnership con SACE SRV aiuterà tante aziende a raggiungere i propri obiettivi. Sono oltre 15.000 le aziende, dai leader di mercato alle PMI, che utilizzando i servizi di CRIBIS per la gestione del credito commerciale. Molte di queste si rivolgono a CRIBIS anche per essere supportate nel processo di internazionalizzazione e la gestione dei crediti è un fattore molto importante per la crescita all’estero di un’azienda. Con la partnership con SACE pensiamo di aggiungere un tassello fondamentale alla nostra offerta per lo sviluppo dell’Export ed essere ancora più vicini ai nostri clienti” ha dichiarato Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS.
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Le imprese italiane hanno bisogno di crediti
Posted by fidest press agency su giovedì, 4 giugno 2020
Dallo studio emergono chiari segnali della voglia di ripartire da parte delle imprese italiane. Nello specifico il numero delle richieste di credito presentate nelle ultime settimane rispetto a quella compresa tra il 9 e il 15 marzo, quando sono entrate in vigore le misure di lockdown per contenere la diffisione della pandemia, hanno fatto registrare una violenta impennata, con un +290% in quella compresa tra il 27 aprile e il 3 maggio e rispettivamente un +247% e un +249% nelle due successive.Entrando maggiormente nel dettaglio, per quanto riguarda i Mutui immobiliari, dopo aver visto le richieste delle imprese quasi dimezzarsi nella 13^ settimana dell’anno, a partire dalla settimana iniziata il 20 aprile le richieste sono balzate al 285% rispetto alla settimana di riferimento, per arrivare poi ad un picco pari a 826% in quella compresa tra il 27 aprile e il 3 maggio e ripiegare parzialmente nelle due successive (rispettivamente al 608% e al 505%). Per quanto riguarda invece i prestiti personali, l’andamento mostra un recupero più veloce e organico, con volumi di richieste che già nella settimana del 30 marzo erano tornati sui valori precedenti il lockdown, salvo poi andare ben oltre il 150% nelle ultime 3 settimane di osservazione. Dinamica molto diversa dalle precedenti, invece, è quella fatta registrare dai prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi. Nello specifico, questa forma tecnica è quella che più di tutte ha risentito della chiusura delle attività disposta dal Governo per fronteggiare la diffusione dell’epidemia, con una evidente debolezza perdurata per oltre un mese e facendo segnare un picco negativo del 19%. La dinamica in atta fa però emergere un chiaro recupero, con i volumi che nelle ultime settimane di osservazione si sono attestati rispettivamente al 150% e al 213% rispetto a quelli della settimana indice.
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Si negano crediti perché 400 miliardi non esistono
Posted by fidest press agency su sabato, 25 aprile 2020
“La Banca popolare di Bari attraverso il suo sito internet sta informando gli utenti che non può ‘accogliere ulteriori domande’ sui prestiti garantiti dallo Stato fino a 25mila euro previsti dal decreto di inizio aprile, e questo perchè ‘le richieste hanno superato il plafond messo a disposizione dalla Banca’. Davvero molto strano visto che il presidente Conte ha annunciato che con gli stanziamenti del decreto liquidità il sistema bancario sarebbe stato in grado di garantire una liquidità di 200 miliardi di euro. Senza considerare gli altri 200 miliardi per l’export garantiti da Sace. Qui allora c’è qualcuno che sta barando: la Banca popolare di Bari che annuncia di aver superato il plafond oppure il presidente del Consiglio che ha dichiarato risorse che non ci sono? Purtroppo, la verità la conosciamo e l’ha ammessa sia la Banca d’Italia e sia l’Abi in audizione nella Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario e cioè che questi 400 miliardi annunciati dal governo per le famiglie e le imprese non ci sono. Dal miliardo stanziato dal decreto liquidità al massimo si potrà produrre un credito di 30 miliardi. Siamo di fronte all’ennesima legge truffa verso gli italiani di questo governo”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, capogruppo di FdI nella Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
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Possibilità di compensare i crediti di imposta
Posted by fidest press agency su giovedì, 23 aprile 2020
L’Associazione Italiana Dottori Commercialisti – sollecita al Governo l’assunzione di due interventi concreti: la possibilità di compensare i crediti di imposta, anche prima dell’invio della dichiarazione dei redditi; l’applicazione di ritenute in misura ridotta per i lavoratori autonomi con dipendenti e collaboratori.La prima proposta sulla possibilità di compensare i crediti di imposta – peraltro già contenuta nel documento del CNDEC e Confindustria del 10 marzo scorso ma successivamente scomparsa dal dibatto pubblico – meriterebbe di essere ripresa e approvata rapidamente.Il punto 13 del citato documento chiedeva infatti la: “la sterilizzazione dell’articolo 17, comma 1, ultimo periodo, D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241 (come modificato dall’articolo 3, comma 1, del D.L. 26 ottobre 2019, n. 124, conv. dalla L. 19 dicembre 2019, n. 157) limitatamente alla compensazione dei crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle imposte sostitutive delle imposte sui redditi e all’imposta regionale sulle attività produttive, per importi superiori a 5.000 euro annui, che attualmente è subordinata alla previa presentazione della dichiarazione annuale da cui emerge il credito”.Si chiede quindi la sospensione per l’anno 2020, di una norma introdotta lo scorso ottobre, che sin dalla sua proposizione ha generato moltissime perplessità e che oggi appare totalmente fuori contesto.La possibilità di sospendere da oggi questo meccanismo costituirebbe per molti contribuenti ossigeno finanziario concreto ed immediato. Gli eventuali abusi sulle compensazioni indebite – quelli che la norma asseriva di voler combattere – saranno puniti e con la giusta severità, ma oggi è fondamentale sostenere la liquidità di tutti i contribuenti. Le attuali difficoltà operative e le doverose estensioni del calendario fiscale non fanno che aggiungere un elemento a favore della misura qui proposta. Un secondo tema che l’Associazione ritiene importante è quello delle ritenute dei lavoratori autonomi (tra cui, ovviamente, anche i professionisti) e, a questo proposito, intendiamo rendere due riflessioni.In primo luogo, si chiede di eliminare la condizione prevista dall’articolo 19 del DL Liquidità, che limita la possibilità di incassare i compensi al lordo della ritenuta ai soli soggetti che “nel mese precedente non abbiano sostenuto spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato”. Non si capisce davvero per quale ragione non sia meritevole di analogo supporto il professionista o lavoratore autonomo che, pur nei limiti non ampissimi, del fatturato o dei compensi previsti come requisito preliminare dalla norma (400 mila euro nel periodo d’imposta precedente), magari abbia uno o più dipendenti e che da questa liquidità potrebbe ricevere una mano concreta proprio per pagare i loro stipendi in questi mesi complicati.Rimane il fatto però che la norma citata ha certamente un ambito di intervento di breve respiro, la ritenuta incassata andrà poi comunque versata entro il prossimo luglio.Appare quindi necessaria l’introduzione di una norma di sistema. Ci pare infatti che sia giunto il momento di estendere ai professionisti con dipendenti la medesima previsione attualmente concessa agli agenti di commercio e quindi la possibilità di chiedere l’applicazione di una ritenuta in misura ridotta. È una proposta che AIDC avanza da molti anni e contenuta anche nel citato documento CNDCEC-Confindustria del 10 marzo scorso che al punto dieci riportava: “riduzione della base imponibile su cui commisurare la ritenuta a titolo di acconto dell’IRPEF per i lavoratori autonomi che dichiarano ai loro committenti che nell’esercizio della loro attività si avvalgono in via continuativa dell’opera di dipendenti o di terzi, in analogia a quanto previsto dall’articolo 25-bis del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 per le ritenute sulle provvigioni inerenti a rapporti di commissione, agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e procacciamento di affari.”
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Contributi assistenziali a supporto della liquidità e crediti agevolati
Posted by fidest press agency su domenica, 12 aprile 2020
Sono queste le ulteriori linee di intervento per garantire sostegno economico-finanziario agli iscritti nella fase di emergenza Coronavirus che la Cassa Dottori Commercialisti ha definito, alle quali si aggiungeranno altre iniziative probabilmente già con il CdA convocato tra pochi giorni.A fronte di uno stanziamento di 15 milioni di euro la Cassa ha deliberato, in particolare, la pubblicazione di un avviso per il riconoscimento di contributi assistenziali per gli iscritti per contratti di finanziamento sottoscritti nel periodo compreso dal 23 febbraio a fine 2020. A beneficiare dell’intervento saranno gli iscritti con un reddito relativo al periodo di imposta 2019 non superiore ai 50mila euro secondo i requisiti specificati sul sito della Cassa.“Dopo aver prorogato la sospensione dei versamenti sino al 31ottobre, con questa iniziativa – spiega Walter Anedda, Presidente della Cassa Dottori Commercialisti – puntiamo a supportare l’accesso al credito dei colleghi in difficoltà, garantendo loro un aiuto, compensando il costo di ricorso al prestito bancario, nell’ottica di preservare la propria attività”.L’Ente previdenziale ha, inoltre, deliberato l’adesione all’iniziativa promossa da Cassa Depositi e Prestiti, con l’impiego di 1 milione di euro, per favorire le esigenze di garanzia per l’accesso al credito e sta procedendo alla sottoscrizione di convenzioni con alcuni istituti bancari per la concessione di condizioni favorevoli a supporto della liquidità degli iscritti.“Dobbiamo avere presente – ha aggiunto Anedda- che la Cassa può fare leva su un Fondo Assistenziale di circa 40 milioni di euro, la cui quantificazione non dipende da scelte del Consiglio di Amministrazione o dell’Assemblea dei Delegati e, per tale motivo, dobbiamo essere estremamente responsabili nel calibrare gli interventi. Dobbiamo fronteggiare prioritariamente questo momento di carenza di liquidità (che di certo non si risolve elargendo 600 euro a pioggia su 70.000 colleghi) preservando anche capienza per gli interventi che dovremmo fare tra qualche mese, avendo la consapevolezza che per molti studi professionali gli effetti negativi dell’epidemia si manifesteranno nel prossimo futuro”.Per favorire lo svolgimento dell’attività professionale in questo periodo, è stata anche prevista l’estensione a tutti gli iscritti, a prescindere dalla anzianità d’iscrizione, del bando per la richiesta di contributi per l’acquisto di beni strumentali, già prorogato fino al 30 aprile. Fonte: http://www.cnpadc.it
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Rimborsi dei crediti IVA del 2020
Posted by fidest press agency su martedì, 25 febbraio 2020
Quanto sta accadendo per i rimborsi dei crediti IVA del 2020 dimostra che l’innovazione digitale, da sola, non produce risultati se non è accompagnata da una gestione in grado di metterla al servizio dei cittadini.Tra le richieste dell’Agenzia delle Entrate a chi ha presentato la dichiarazione IVA, c’è l’invio di copia delle fatture di acquisto e vendita di cui l’Agenzia è già in possesso. Tutte le fatture, infatti, devono ormai essere elettroniche e sono acquisite dai sistemi digitali in automatico. La richiesta delle copie cartacee, dopo aver imposto l’adempimento della fatturazione elettronica, è quindi un controsenso. Noi di Soggetto Giuridico crediamo che la digitalizzazione della pubblica amministrazione debba porsi l’obiettivo di semplificare adempimenti e procedure, migliorando la trasparenza e l’efficienza della macchina burocratica. Nel suo piano di innovazione, il Governo ha ribadito che per essere al servizio del cittadino la pubblica amministrazione non deve più richiedere le informazioni che già possiede.Se questo non accade, il rischio è di vanificare i vantaggi offerti dal digitale e di moltiplicare invece di ridurre gli adempimenti. L’innovazione tecnologica dovrebbe contribuire a diminuire il costo che la burocrazia fa pesare sulle aziende e non viceversa. Si tratta di un fardello rilevante, che secondo recenti stime raggiunge in Italia il valore di 3,2 miliardi di euro.
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Recupero crediti troppo insistenti e con spese enormi: cosa fare?
Posted by fidest press agency su sabato, 15 febbraio 2020
Pagare con un po’ in ritardo e vedersi raggiungere da una richiesta di svariate decine di euro a titolo di “spese recupero crediti” magari senza nemmeno aver ricevuto un sollecito. O anche saltare una rata e vedersi braccati come un fuggitivo. E’ -purtroppo- la norma nel mondo del credito al consumo, ma ci si può difendere. Gli interessi di mora e le “spese recupero crediti” di banche e finanziarie sono veri e propri numeri al lotto per accalappiare quanto più danaro possibile nonostante siano fuori legge come sancito dall’Arbitro Bancario che impone la restituzione della parte (la gran parte, se non tutta) che eccede il tasso massimo di usura. Insomma, ci provano confidando sulla scarsa informazione della clientela. I pochi che lasciano perdere le assurde richieste di spese, invece, quasi sempre la scampano. Peggio ancora i comportamenti dei recupero crediti che sono soliti tempestare di telefonate non solo a casa e sul lavoro, ma anche parenti e perfino i vicini di casa cui chiedono informazioni! Il Garante Privacy, a partire dal Provvedimento del 30/11/2005 (https://sosonline.aduc.it/ scheda/recupero+crediti+sono+leciti+comportamenti+lesivi_9860.php), ha espresso il principio secondo cui occorre rivolgersi al solo debitore ed agli eventuali garanti escludendo chiunque altro come familiari, datori di lavoro e vicini di casa. Le richieste debbono essere improntate al massimo rispetto della persona, quindi non si può – come purtroppo accade – sommergerla di telefonate o sms o lasciare messaggi a chiunque non sia l’interessato, con lo scopo di far fare loro brutta figura. Per essere risarciti occorre rivolgersi ad un Giudice, mentre al Garante Privacy si può segnalare il mancato rispetto della legge da parte dei soggetti in questione, in modo da poterli vedere anche sanzionati sul versante amministrativo.
Nei casi peggiori si può presentare un denuncia-querela corredata di prove. E’ possibile considerare il reato di molestie e disturbo alla persona che prevede la pena della reclusione fino a sei mesi o l’ammenda fino a 516 euro. A supporto si ha la sentenza di Cassazione 25033 del 22/6/2012 che ha preso in esame il caso di un debitore subissato di telefonate. Possono esserci anche i presupposti per il reato di violenza privata. Inoltre, nel caso in cui i comportamenti portino ad uno stato di ansia e paura, la società ed il dipendente sono passibili di condanna ai sensi della Legge 38 del 23/4/2009 per atti persecutori (stalking) con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Anche in questo caso occorre provare gli atti persecutori e il conseguente stato di disagio grave che costringe a modificare in peggio le proprie abitudini di vita (ad esempio non rispondendo più al telefono, cambiando numero, evitare determinati orari, ecc.). Prima della denuncia-querela è possibile chiedere al questore un ammonimento ai sensi dell’art. 8 della medesima legge. (Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc)
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Cerved-La Scala: 100 euro di crediti bloccati in società fallite
Posted by fidest press agency su domenica, 21 aprile 2019
Un portafoglio di 100 euro di crediti bloccati in società fallite potrebbe valere 27 euro nei tribunali più efficienti e solo 5 in quelli più lenti; l’equivalente fermo in esecuzioni immobiliari varrebbe fino a 60 euro a Trieste, il foro più rapido, ma appena 8 euro a Locri. Nel complesso, il valore netto stimato delle sofferenze sul mercato si attesta a circa 25 miliardi di euro se si valuta con la prospettiva di un investitore specializzato in NPL (il 26% del valore lordo, pari a quasi 100 miliardi a fine 2018), mentre dal punto di vista delle banche, che possono finanziarsi a tassi decisamente più favorevoli, risulterebbe pari a 34,5 miliardi. Secondo le elaborazioni di Cerved e La Scala questo valore potrebbe aumentare in modo consistente se tutti i tribunali si uniformassero per efficienza a quello di Trieste: 12 miliardi in più (37 in totale) nell’ottica di un investitore e 8,3 miliardi in più in quella di una banca.Sono alcune delle evidenze contenute nel Report “La durata dei fallimenti e delle esecuzioni immobiliari e gli impatti sui NPL” appena rilasciato da Cerved, data-driven company specializzata nell’analisi e nella gestione del rischio di credito, e la società tra avvocati La Scala.“Valutare l’impatto dei tempi di durata delle procedure, esecutive e fallimentari, significa verificare la capacità del sistema di smaltire l’arretrato accumulato, l’incidenza delle riforme legislative, il miglioramento delle singole fasi del processo e, non ultimo, la concentrazione geografica e numerica dell’efficienza o inefficienza. I dati analizzati confermano un trend positivo e un’inversione di rotta determinata anche dalle recenti riforme: si inizia a recuperare l’arretrato e migliora la produttività degli uffici giudiziari. Il futuro delle procedure potrebbe essere sempre più vicino alle medie europee”, hanno dichiarato le partner di La Scala Società tra Avvocati Tiziana Allievi, Responsabile del Team Esecuzioni Immobiliari, e Luciana Cipolla, Responsabile del Team Concorsuale.“Velocità ed efficienza sono i principi che dovrebbero guidare l’attività di recupero dei crediti – commenta Valerio Momoni, direttore Marketing e Business development di Cerved -. La lentezza in questo processo, effettiva o anche solo percepita, riduce il valore dei crediti deteriorati con impatti importanti sui bilanci delle banche e sull’economia dell’intero Paese”.Infatti, nonostante gli indubbi miglioramenti dei numeri della giustizia civile (le cause pendenti sono diminuite del 3,1%, per un totale di circa 3 milioni 460mila fascicoli giacenti), nel 2018 i tempi di chiusura delle procedure fallimentari rimangono lunghi e fortemente differenziati sul territorio: in media è necessario attendere 7,1 anni per la chiusura di un fallimento (4 mesi in meno del 2017), con un gap che va da circa 4 nei tribunali più efficienti, in genere al Nord, a oltre 15 nei meno performanti. I tempi di chiusura per le esecuzioni immobiliari nel 2017 sono in media di 5 anni, con una forchetta molto estesa che va da 2 a quasi 17 anni di attesa. Discrepanze che si ripercuotono in maniera significativa sul valore dei crediti deteriorati.I dati analizzati da Cerved e La Scala relativi alle procedure fallimentari e alle esecuzioni immobiliari confermano un quadro in miglioramento, favorito dalle riforme intraprese dal legislatore a partire dal biennio 2005-2006, in particolare l’introduzione delle aste telematiche. Ora si tratta di applicare correttamente le Linee guida del CSM con le buone prassi in materia di esecuzioni immobiliari e il nuovo Codice della crisi d’impresa, che riformerà la disciplina fallimentare.
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Crediti deteriorati: le banche devono mitigare il rischio di potenziali perdite
Posted by fidest press agency su giovedì, 21 marzo 2019
Bruxelles. Il Parlamento ha approvato con 426 voti favorevoli, 151 contrari e 22 astensioni delle nuove misure legislative per mitigare il rischio di possibili e futuri “non performing loans” (NPL), accumulati in seguito alla recessione provocata dalla crisi finanziaria del 2008. Tali misure contribuiranno a rafforzare l’Unione bancaria, a preservare la stabilità finanziaria e la redditività delle banche e a incoraggiare i prestiti, che creano posti di lavoro e crescita in tutta Europa.Gli NPL, o crediti deteriorati, sono prestiti con oltre 90 giorni di ritardo o che difficilmente potranno essere interamente rimborsati. Per integrare le norme esistenti sui fondi propri, il Parlamento ha votato l’introduzione di livelli minimi comuni per le coperture delle perdite.Ogni banca dovrà riservare una somma di denaro per coprire le perdite causate da prestiti futuri che potrebbero andare in sofferenza. I requisiti di copertura per le banche varieranno a seconda della garanzia di protezione del credito degli NPL (credito assistito da garanzie reali o scoperto). Si terrà conto anche del tipo di garanzie utilizzate, ad esempio nel settore immobiliare.Le nuove norme, che sono già state concordate in via informale con i Ministri UE, si applicheranno solo ai crediti deteriorati ritirati dopo l’entrata in vigore del regolamento.
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Crif: Programma potenziamento organici
Posted by fidest press agency su sabato, 23 febbraio 2019
CRIF – società globale specializzata in sistemi di informazioni creditizie e commerciali e soluzioni per la gestione del credito, con headquarter a Bologna e oltre 4.400 professionisti che operano in sedi dislocate in più di 30 paesi di 4 continenti – prosegue anche nel 2019 i piani di potenziamento dell’organico per sostenere progetti di sviluppo globale dell’azienda.A conclusione del biennio 2017-2018, che per le sole società italiane ha visto l’inserimento in organico di circa 350 dipendenti e più di 300 tirocinanti, per l’anno in corso sono infatti previste 150 nuove assunzioni, al netto delle sostituzioni e degli inserimenti legati all’avviamento di nuovi progetti. I nuovi inserimenti sono previsti principalmente per le sedi di Bologna e Milano ma 30 dei nuovi assunti avranno come sede di lavoro il CRIF Campus di Varignana, nel comune di Castel San Pietro alle porte di Bologna, dove nel 2018 è stato inaugurato un nuovo polo operativo che già oggi ospita un centinaio di dipendenti che stanno sperimentando un’esperienza di smart work di riferimento per l’intera community aziendale, italiana ed internazionale.Per le nuove assunzioni CRIF focalizzerà la ricerca principalmente su profili di Business Analyst, Data Analyst, Data Scientist, Consultant, Software Developer tecnologia .net e java, System Engineer, Network Engineer e Project Manager che verranno inseriti nelle aree:
– BUSINESS ANALYSIS: chi lavora in quest’area si occupa di gestire il ciclo di vita dei prodotti/servizi CRIF. Dallo studio di fattibilità fino all’analisi funzionale, interfacciandosi sia con il mercato per coglierne le esigenze che con i colleghi dell’Information Technologies per lo sviluppo SW.
– CONSULTING: chi lavora in quest’area si occupa di gestire progetti di consulenza riguardanti l’implementazione di strategie/policy di analisi e valutazione del credito, di pianificazione commerciale e di marketing presso banche, istituti finanziari e imprese.
– SALES: chi lavora in quest’area si occupa di promuovere i prodotti/servizi CRIF presso la clientela, assicurando una elevata soddisfazione del cliente.
– INFORMATION TECHNOLOGY: chi lavora in quest’area si occupa dello sviluppo informatico dei progetti/prodotti, nel rispetto dei tempi/costi pianificati e delle specifiche di sicurezza definite a livello aziendale.
In linea generale i candidati ideali sono in possesso di una laurea triennale o magistrale in finance, ingengeria gestionale, ingegneria infomatica, data science e business informatics, matematica e fisica. Completano il profilo una buona conoscenza della lingua inglese, un approccio smart, innovativo e proattivo al lavoro, oltre alla capacità di pensare fuori dagli schemi e di essere goal oriented.
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