A cura di Gareth Payne, Head of Credit & Alternative Fixed Income Client Portfolio Management di Pictet Asset Management.La gamma di opportunità di investimento nel debito privato europeo è in crescita grazie alle aziende più piccole della regione, sempre più ricettive a questa forma di finanziamento.In genere, queste imprese sono di proprietà di famiglie o singoli imprenditori e storicamente si sono affidate a prestiti bancari o a capitale di private equity. I primi sono relativamente economici, ma dotati di poca (o nessuna) flessibilità. Inoltre, non forniscono alcun supporto che permetta di favorire la crescita aziendale. A paragone, il private equity offre potenzialmente molto valore, ma a costo di una perdita dell’indipendenza e del controllo. Il debito privato, quindi, può essere considerato il compromesso perfetto tra i due, uno strumento che una nuova generazione di imprenditori sta iniziando ad apprezzare.I fondi di direct lending possono offrire una guida strategica e operativa (che nel nostro caso comprende anche le questioni ambientali, sociali e di governance), ma non gestiscono le aziende né impongono cosa dovrebbero fare. Inoltre, possono offrire la flessibilità e il supporto necessari a trasformare una piccola impresa in un’azienda leader del settore. Dal punto di vista degli investitori, tale coinvolgimento può portare un certo grado di “alpha operativo”: un aumento ulteriore dei rendimenti grazie all’aiuto alla crescita dell’attività in cui si è investito.Le opportunità di nicchia sono difficili da cogliere in un mercato finanziario in cui le informazioni sono accessibili per tutti. Il direct lending alle società europee della fascia medio-bassa del mercato è una proposta allettante con un profilo di rischio/rendimento molto interessante, in particolare nelle attuali condizioni di mercato. Supportati da gestori dotati delle giuste competenze, di esperienza e di una presenza locale, gli investitori possono accedere a un’asset class a basso rischio con rendimenti solidi anche in un contesto macroeconomico incerto. Riteniamo che il credito (in particolare quello privato) stia attraversando la sua epoca d’oro.
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Un mercato in crescita
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023
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Connettività fattore determinante nella crescita economica italiana
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023
Cradlepoint, leader mondiale nelle soluzioni di rete wireless 5G e LTE gestite dal cloud, ha pubblicato i risultati del Rapporto State of Connectivity in Europe in collaborazione con Censuswide. Secondo lo studio, le aziende europee potrebbero perdere miliardi di euro, in quanto il 74% delle imprese ha dovuto affrontare almeno 2 ore di inattività alla settimana. Secondo Statista un’ora di fermo può costare 332.600 euro, il che rappresenta un costo enorme per le economie europee. Inoltre, i problemi di connettività hanno comportato maggiori costi operativi per il 47% delle aziende e il 33% ha dichiarato di aver perso potenziali vendite a causa di problemi di rete. Secondo l’indagine, la scarsa connettività ha portato un quinto (21%) delle aziende europee a perdere talenti a causa del suo impatto. Una sfida sempre più ardua per le aziende che si trovano ad affrontare un mercato del lavoro già difficile da gestire. Inoltre, è emerso che le imprese concordano in larga misura sul fatto che una migliore connettività aumenterebbe la loro resilienza agli eventuali contraccolpi futuri, con il 90,5% che riconosce che le aiuterebbe a gestire le potenziali sfide economiche, sociali e politiche. Anche in Italia il 51% delle imprese considera il 4G/5G vitale per la propria organizzazione e il 57% ritiene che il miglioramento della connettività rappresenti un fattore chiave per le tecnologie emergenti nelle aziende. La mancanza di investimenti non frena solo le imprese: l’80% degli intervistati dichiara che la scarsa connettività impedisce agli studenti di sviluppare le competenze necessarie per avere successo in un’economia moderna, un dato che in Italia raggiunge l’83%. Il Rapporto State of Connectivity in Europe si basa sui risultati di una ricerca Censuswide condotta su oltre 3.000 intervistati in Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Italia. Gli intervistati erano proprietari di aziende, dirigenti e senior manager di aziende con oltre 250 dipendenti; tutti erano decisori in campo tecnologico. I settori verticali considerati in questo rapporto sono stati: Edilizia, Arte e Cultura, Istruzione, Finanza, Sanità, Risorse Umane, IT e Telecomunicazioni, Legale, Produzione e Servizi di pubblica utilità, Commercio al dettaglio, Ristorazione e Tempo libero, Viaggi e Trasporti, Governo, Primi soccorritori, Trasporti pubblici, Automotive, Gestione degli edifici, Supply Chain e Logistica, Marittimo e Agricoltura. Cradlepoint offre la libertà di connettere persone, luoghi e cose, rendendo possibili nuove esperienze, abilitando nuove modalità di lavoro e risultati di business migliori, ovunque. I suoi uffici internazionali si trovano in Europa, India, Canada, America Latina, Asia e Oceania. http://www.cradlepoint.com/it-it/
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Libri: Il mercato stabilizza la crescita
Posted by fidest press agency su sabato, 20 Maggio 2023
In un mercato che stabilizza la crescita rispetto ai livelli prepandemia grazie alla vitalità dell’offerta editoriale, con un incremento sui primi quattro mesi del 2019 del 17% (vendite di narrativa e saggistica, esclusa la scolastica), le librerie fisiche consolidano la loro posizione come primo canale di vendita dei libri (53,8%). Nuovo calo dell’online (41,5%) e leggero recupero della grande distribuzione, che si attesta al 4,7%. Va comunque ricordato che, nel 2019, l’online aveva solo il 27% del mercato. “I dati che presentiamo oggi – ha spiegato il responsabile dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Giovanni Peresson – ci dicono due cose: la prima è che la crescita del mercato che si era innescata già a fine 2020 non era un fenomeno passeggero, ma una tendenza di lungo periodo che attesta e stabilizza il libro a valori di vendite superiori a quelli del prepandemia. Questo anche grazie a un’offerta editoriale capace di intercettare nuovi bisogni e nuovi pubblici. La seconda è che questo risultato viene perseguito tenendo bassi i prezzi, nonostante la crescita dei costi aziendali per materie prime ed energia. Le case editrici sono consapevoli della delicatezza e fragilità di un mercato della lettura sensibile ai minimi cambiamenti, ma certamente le ridotte variazioni dei prezzi di vendita, nonostante un’inflazione dell’8%, sono una scelta molto impegnativa soprattutto per gli editori più piccoli con meno capacità finanziarie”. Le vendite di varia nelle prime sedici settimane sono state pari a 473,2 milioni, le copie vendute sono 31,2 milioni. L’incremento rispetto ai primi quattro mesi del 2019 è stato del 17% a valore e del 15,6% a copie. Rispetto al 2022, la variazione rispetto al corrispondente periodo dell’anno è del -0,2% a valore e del -1,2% a copie. I marchi editoriali nella fascia di venduto oltre i 5 milioni sono cresciuti nelle vendite del 37,7% rispetto al 2019. Quelli tra 1 e 5 milioni sono cresciuti del 25,3%, quelli sotto il milione del 5,4%. L’inflazione corre, i prezzi di copertina no. Gli editori non trasferiscono l’inflazione in libreria, limitando gli incrementi dei prezzi di copertina. A fronte di un aumento generale dei prezzi su base annua dell’8,3% ad aprile, il prezzo medio di copertina del venduto è cresciuto dell’1,1%. Il dato delinea una tendenza di più lungo periodo: nell’aprile 2022 i prezzi erano aumentati dell’1,5% a fronte di un’inflazione del 5,8%. Se prima della pandemia (aprile 2019) il prezzo medio di copertina del venduto era 14,78 euro, oggi siamo a 15,16 euro: meno di 50 centesimi in più. La narrativa oltre il 50%. La top ten dei libri più venduti nei primi quattro mesi (vedi allegato), disegna un panorama dove convivono libri-evento (biografie reali), saggistica di cultura, romance, titoli trainati da trasposizioni cinematografiche e premi letterari, fenomeni social, Tik Tok in particolare. Va comunque sempre ricordato che il peso dei titoli più venduti è relativo in un mercato sempre più plurale: la quota dei primi 100 titoli rappresenta il 9,4% del mercato a valore e l’8,7% a copie. In maggioranza, gli italiani leggono narrativa come romanzi, fumetti, libri per bambini (50,7%), mentre saggistica e manualistica non universitaria copre il restante 49,3% delle vendite. Nel 15,3% dei casi, sono stati comprati titoli usciti nei primi 4 mesi dell’anno, il resto è composto da catalogo (84,7%). Chi sale e chi scende. La narrativa italiana cresce del 17,3% rispetto al 2019 e del 2,5% rispetto al 2022. Quella straniera cresce del 21,7% rispetto al 2019, mentre cala del 4,2% sul 2022. I fumetti triplicano rispetto al 2019 (più 195,8%) ma calano del 12,1% rispetto al 2022. Bambini e ragazzi crescono del 19,4% rispetto al 2019 e calano dello 0,8% sul 2022. La saggistica generale, comprese le biografie, cresce del 14,1% sul 2019 e del 7,2% sul 2022. La saggistica specializzata cresce del 3,2% sul 2019 e cala del 7,3% sul 2022, la manualistica non accademica, che comprende le guide di viaggio e i libri di cucina, cresce dell’11,6% sul 2019 e del 10,8% rispetto al 2022. Iniziano ad affermarsi i titoli di autrici italiane che sono passati da un valore di vendita di 1,1 milioni del 2019 a 6,0 milioni del 2023 (più 451%). La saggistica di cultura (divulgazione storica e scientifica, politica, reportage, critica letteraria, linguistica, filosofia, psicologia, scienze sociali) totalizza 81,3 milioni di euro di vendite nei primi quattro mesi del 2023, in calo dell’1,7% rispetto l’anno precedente ma comunque in crescita del 9,3% rispetto al 2019. La saggistica religiosa cresce del 17,3% rispetto al 2022 e del 14,5% rispetto al 2019. Le guide di viaggio e l’editoria turistica nell’ultimo anno hanno avuto un balzo del 44,1%, pur non essendo ancora tornate ai valori del 2019. L’editoria d’arte, che aveva anch’essa sofferto delle misure sanitarie e la ridotta mobilità, totalizza 11,1 milioni di vendite, in crescita del 3,5% sul 2022 e dell’8,8% sul 2019. Tuttavia, nel conteggio non sono considerate le vendite nei bookshop di musei e mostre museali. (abstract by AIE al Salone del Libro
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Commento Comgest: Crescita cinese e settori
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 Maggio 2023
By Jasmine Kang, Analista e Gestore del fondo Comgest Growth China di Comgest. L’economia cinese ha intrapreso un percorso di recupero e di crescita nel primo trimestre del 2023, dopo che Pechino ha messo la parola fine alla sua politica “zero Covid”. Le attività economiche e la vita quotidiana stanno progressivamente tornando alla normalità. A marzo l’indice PMI dei servizi e l’indice PMI manifatturiero hanno continuato a salire dopo aver toccato a febbraio i massimi degli ultimi dieci anni. Ciò detto, la ripresa dei consumi è stata più graduale perché ci vuole tempo per ripristinare la fiducia dei consumatori.Nelle “Due sessioni” concluse di recente, in cui gli organi legislativi e gli organi politici consultivi si sono incontrati per rendere noti gli obiettivi economici top down e gli obiettivi politici, l’obiettivo di crescita del PIL è stato fissato al 5% per il 2023. La direzione complessiva delle politiche da attuare è pro-occupazione, pro-sviluppo e pro-aziende private. L’ulteriore allentamento della politica sul settore immobiliare ha iniziato a sostenere le vendite immobiliari che, in una fase successiva, dovrebbero supportare a loro volta la ripresa dei consumi. Nonostante il mercato avesse sperato in un pacchetto di stimoli su più ampia scala, noi abbiamo apprezzato la scelta del governo di definire un obiettivo più sostenibile con politiche più oculate.I risultati di Tencent nel quarto trimestre del 2022 sono stati superiori alle attese; un forte contributo ai fini della performance è giunto dal brillante settore pubblicitario grazie ai progressi sugli account video. Vista la riemissione delle licenze per i videogame, Tencent guarda con ottimismo sia al lancio di nuovi giochi, sia alla migliorata monetizzazione del suo attuale portafoglio. Siamo fiduciosi nella ripresa generalizzata dell’attività di Tencent.Alibaba ha pubblicato risultati solidi, con una redditività superiore alle attese grazie alla sua efficace strategia di ottimizzazione dei costi. La crescita del GMV (valore lordo delle merci) nell’e-commerce dovrebbe ritornare in territorio positivo a marzo. Con una mentalità sempre più “pro-crescita”, Alibaba si aspetta un minor recupero del margine dalle strategie di risparmio dei costi. Il piano di riorganizzazione dell’azienda, che consente alle sue filiali di cercare finanziamenti esterni e di esplorare le offerte pubbliche iniziali (IPO), ha inviato un segnale positivo al mercato per lo sblocco del valore del titolo. Rimaniamo positivi sulle prospettive della quota di mercato dell’e-commerce e sulla sua valutazione.Wuxi Biologics ha registrato un solido aumento dei ricavi (+37%) e degli utili netti (+22%) nel secondo semestre del 2022. Tuttavia, le previsioni di crescita del 30% sono inferiori alle attese e hanno portato alla revisione al ribasso degli utili a breve termine. Noi crediamo che il management sia conservativo. Visto il clima di continue tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti, il titolo ha subito altre perdite. Abbiamo approfittato di questa fase di debolezza per rafforzare la posizione in portafoglio.In prospettiva, prevediamo che il 2023 sarà un anno di ripresa e di riaccelerazione della crescita. La ripresa molto probabilmente non avverrà rapidamente, soprattutto sul fronte dei consumi. A breve termine, i settori che beneficeranno direttamente della riapertura dell’economia saranno i viaggi, i servizi offline, i beni voluttuari e quelli correlati al settore immobiliare. A lungo termine, siamo entusiasti dei settori che porteranno la Cina alla prossima fase di crescita. Vediamo interessanti opportunità di crescita in settori come il manifatturiero avanzato, i materiali avanzati, la green economy, i semiconduttori, i consumi, i veicoli elettrici e il settore sanitario. Alcuni di questi hanno già beneficiato dell’intensificarsi delle tensioni geopolitiche. Inoltre, la Cina vanta un contesto inflativo stabile dove ci sono margini per ulteriori misure espansive a sostegno della ripresa. Rimaniamo concentrati al massimo sull’individuazione di società di tipo “quality growth” che prenderanno parte alla prossima fase dello sviluppo della Cina. Le attuali valutazioni del mercato rimangono interessanti per gli investitori di lungo periodo.
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Pil, Petrucci (FdI): la crescita oltre le previsioni merito delle azioni intraprese dal Governo
Posted by fidest press agency su martedì, 16 Maggio 2023
“L’aumento delle stime di crescita del PIL italiano nel 2023, da +0,8% a +1,2%, comunicato dalla Commissione Europea, è una buona notizia per la nostra economia, per le imprese e per i cittadini. Un dato che ci pone ai vertici in Europa e che rappresenta, senza tema di smentita, la dimostrazione del lavoro serio e concreto che il governo Meloni sta portando avanti, andando ben oltre ogni aspettativa e cancellando le manovre di distrazione che giornalmente la sinistra cerca di attuare per mascherare i risultati che non è stata in grado di ottenere in passato. Un esecutivo finalmente capace di assecondare e non ostacolare i processi di crescita e il sistema produttivo italiano, come provano anche i dati sulla disoccupazione, in calo costante. Siamo pronti ad affrontare con fiducia le sfide economiche del futuro, per una crescita ancora più marcata in unione alla riduzione del debito pubblico”.
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Manifattura pugliese: fatturato in crescita o stabile per quasi 8 imprese su 10
Posted by fidest press agency su martedì, 9 Maggio 2023
La manifattura si conferma elemento trainante per il tessuto industriale pugliese, che continua a emergere nonostante le sfide legate al contesto economico internazionale. Un settore che, dal 23 al 25 novembre 2023 si incontrerà presso la Nuova Fiera del Levante a Bari per la seconda edizione pugliese di MECSPE, la più importante fiera italiana della manifattura e dell’industria 4.0 organizzata da Senaf, al fine di valorizzare le eccellenze locali e mettendo in evidenza il processo di innovazione in atto nel Sud e Centro Italia. I numeri dimostrano come la filiera pugliese della manifattura goda di ottima salute. Secondo il più recente Osservatorio MECSPE, nel III quadrimestre 2022 quasi otto aziende pugliesi su 10 hanno visto il proprio fatturato crescere o rimanere stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; l’84% giudica da sufficiente ad alto il livello di soddisfazione relativo all’andamento della propria azienda e più di 7 imprese su 10 indicano adeguato il proprio portafoglio ordini, con un aumento di +21 p.p. rispetto al quadrimestre precedente.Il 23 novembre, durante l’inaugurazione della fiera, verranno presentati i nuovi dati dell’Osservatorio MECSPE sull’andamento dell’industria manifatturiera. Un’importate occasione per fare un bilancio sul mercato e sulle sue potenzialità, ma anche sulle sfide e i rischi, che il comparto dovrà affrontare.
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Fumetti, la crescita del 2022 trainata dai manga
Posted by fidest press agency su martedì, 9 Maggio 2023
Torino 18 maggio alle 15 nella Sala Lisbona, nell’incontro “Il mercato del fumetto in Italia” in collaborazione con Aldus Up, programma finanziato dalla Commissione Europea attraverso Europa Creativa.Interverranno Claudia Bovini (Starcomics), Giovanni Mattioli (Bonelli), Daniele Mariani (Mondadori Retail), Mattero Bianchi (Libreria Hoepli), Giovanni Albertini, (Librerie Feltrinelli), Marco Schiavone (Edizioni BD) e Giovanni Peresson (Ufficio Studi AIE), moderati da Luca Valtorta (Repubblica). L’iniziativa si inserisce nel ciclo di incontri che l’Associazione Italiana Editori ha dedicato al mondo del fumetto, con le ricerche presentate a Più libri più liberi, Lucca Comics&Games e alla Bologna Children’s Book Fair.
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Inflazione: ad aprile il tasso torna a crescere all’8,3%
Posted by fidest press agency su giovedì, 4 Maggio 2023
Dopo una breve tregua, il tasso di inflazione torna a crescere ad aprile: secondo le stime preliminari si attesta all’8,3%, con un aumento del +0,5% su base mensile. A spingere al rialzo il tasso di inflazione sono soprattutto i prezzi dei beni energetici non regolamentati. Purtroppo, tale andamento conferma quello che, da tempo, sottolineiamo: la necessità di mantenere obiettività e cautela, invitando a non cantar vittoria ad ogni minimo accenno di ribasso. È importante evidenziare, infatti, come con l’inflazione a questi livelli le ricadute per le famiglie siano estremamente onerose: secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori pari a 2.473,40 euro annui a famiglia.Non dimentichiamo che tali aumenti non hanno un impatto uguale per tutti: pesano in misura maggiore per le famiglie meno abbienti. Un dato che non fa altro che aumentare le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: in tal senso è urgente che il Governo affronti questa vera e propria emergenza, attraverso la definizione di politiche di contrasto alle disuguaglianze e di sostegno alle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa.Queste ultime, infatti, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici: secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 48% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,6%).È necessario adottare misure tempestive per invertire questo andamento, avviando interventi mirati al sostegno dei redditi e del potere di acquisto delle famiglie. Il taglio del cuneo fiscale va in questa direzione, ma sarebbe necessario renderlo strutturale: limitare l’intervento a solo 5 mesi è insufficiente e rappresenta l’ennesima misura spot. Anche sul fronte dell’energia sarebbe necessario ripristinare la sterilizzazione degli oneri di sistema sulla bolletta elettrica, eliminata prematuramente. Le risorse necessarie per tali operazioni possono e devono essere reperite attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, disponendo anche un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.
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Inflazione in crescita nonostante la grancassa del governo
Posted by fidest press agency su giovedì, 4 Maggio 2023
Il calo dell’inflazione dei mesi scorsi aveva fatto inappropriatamente esultare il governo ché le sue politiche sarebbero state all’altezza della situazione contribuendo a rendere meno onerosa la vita dei consumatori. Questo nonostante il calo fosse dovuto non certo alle politiche italiane, ma all’andamento dei mercati energetici europei ed internazionali che si era “sfiammato” dopo i noti aumenti dei mesi precedenti. E infatti non appena il mercato energetico non regolamentato è cresciuto (da +18,9% a +26,7%), ecco che l’inflazione, nonostante gli assestamenti al basso di tanti altri beni e servizi, è ripartita verso l’alto, da +7,6% del mese precedente a +8,3%.Siamo quindi in una situazione in cui le politiche governative contano pochissimo. Contano le decisioni extraterritoriali e, soprattutto, quello che decidono i singoli attori, energetici del mercato libero in questo caso. Aggiungendo anche che i cali inflazionistici dei mesi precedenti non hanno affatto contribuito ad un ribasso diffuso, visto che – alimentari e servizi soprattutto – hanno seguito loro logiche basate sull’accaparramento occasionale e sul recupero dei deficit passati (anche per covid). Il governo, al momento, sta rispondendo con alcuni tagli temporanei (sei mesi) di tasse per un totale di 3 miliardi. Se pensiamo che, ben prima delle vicende energetiche degli ultimi mesi, nel 2015 il governo Renzi fece un taglio strutturale di 10 miliardi, mentre il governo Draghi nel 2021 fece altrettanto taglio strutturale di 8 miliardi…. tagliarne solo 3 per soli sei mesi ci mostra l’inadeguatezza delle politiche in corso. Per cui, con un’inflazione per la quale il governo non è in grado di ridurre il danno, è impensabile che lo stesso governo possa aiutarci a farci meno male.All’ordine del giorno non ci sono intenzioni ribassiste dei prezzi da parte di chi aumenta incurante del mercato ma pensando solo al proprio tornaconto corporativo. Così come non ci sono detassazioni governative credibili. E la situazione energetica europea ed internazionale sembra al momento solo stabile e su un livello alto rispetto a prima dell’invasione russa dell’Ucraina. La situazione politica ed economica non sembra prossima a cambiare (e, comunque, con eventuali vantaggi molto al di là nel tempo), in Italia ed in Europa, per cui al consumatore non resta che attrezzarsi per una lunga traversata del deserto. Chi promette o dice altrimenti senza fatti precisi, sta solo cercando consenso come con le tante bugie che abbiamo sentito nell’ultima campagna elettorale delle politiche. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it
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Capital Group: Healthcare: caratteristiche difensive ma con uno sguardo alla crescita
Posted by fidest press agency su giovedì, 20 aprile 2023
A cura di Christophe Braun, Investment Director di Capital Group. Il settore sanitario è noto da tempo per le sue caratteristiche difensive. Negli ultimi 25 anni, quando i mercati azionari sono scesi di almeno il 15%, il settore sanitario ha sempre offerto un riparo agli investitori. Uno dei principali fattori di resistenza è stata la persistente domanda di prodotti e servizi sanitari, a dispetto di quanto accadeva in ambito economico. Questo è stato particolarmente vero per Big Pharma; tuttavia, come abbiamo appreso durante il COVID, ci sono molti altri tipi di produttori, come le aziende biotecnologiche, che si concentrano sulla scienza che sta alla base della soluzione di problemi sanitari complessi. Il settore è ampio, ricco di innovazioni e di opportunità di investimento a lungo termine. In un contesto di grande incertezza del mercato, l’idea di avere una protezione con una certa crescita non potrebbe essere più tempestiva.Un momento cruciale a cui possiamo ricollegare questa ventata innovativa è la decodifica del genoma all’inizio del 2000. Se guardiamo agli anni ’90, tutti i farmaci erano per lo più compresse. Tra la fine degli anni Novanta e gli anni Duemila abbiamo assistito a un’enorme rivoluzione, con l’introduzione di farmaci per la terapia genica e proteica, che ha rappresentato un importante passo avanti nel successivo decennio di innovazione. Oggi, ciò che è davvero entusiasmante è il numero di nuovi farmaci e tecnologie che stiamo vedendo realizzarsi.Mentre la digitalizzazione inizia a svolgere un ruolo sempre più importante nella strategia aziendale di molte aziende sanitarie, un’area in cui possiamo già vedere molti cambiamenti è il modo in cui queste aziende iniziano a interagire con i propri clienti. Il COVID ha normalizzato il processo di vendita dei farmaci attraverso i canali virtuali e questa tendenza è proseguita anche dopo la fine della pandemia e il ritorno dei rappresentanti negli ospedali. Anche i social media stanno iniziando a svolgere un ruolo fondamentale. Un esempio interessante da sottolineare è quello di Biohaven, che ha ingaggiato Khloe Kardashian, con oltre 300 milioni di follower su Instagram, come voce e portavoce del suo farmaco per l’emicrania Nurtec.Lo sviluppo di farmaci che dispongono di un determinato periodo di tempo prima di perdere l’esclusività del brevetto, e quindi la gestione dei generici in arrivo, è una situazione a cui l’industria farmaceutica è abituata. Ciò che è insolito al momento è che nella seconda metà del decennio, tra il 2025 e il 2030, soprattutto nel settore biofarmaceutico statunitense, si sta registrando un numero significativo di “patent cliff” per le grandi aziende. Per questo motivo, gli investitori sono alquanto preoccupati al momento, il che è comprensibile. Sebbene i multipli del settore all’inizio dello scorso anno (2022) fosse molto compresso a causa di questo fenomeno, dovremmo considerare tutto ciò come una parte normale del ciclo di vita. Di solito, se si guarda alle grandi aziende farmaceutiche, il 50% dei loro ricavi proviene dalla pipeline interna e un altro 50% dallo sviluppo del business. Siamo convinti che questa situazione continuerà: nei prossimi anni inizieremo a vedere una ripresa dello sviluppo commerciale. Inizieremo anche a vedere una ripresa delle pipeline produttive interne.Con il rallentamento della crescita, l’aumento del costo del capitale e la riduzione delle valutazioni delle società tecnologiche meno redditizie, ci aspettiamo che i dividendi possano rappresentare un contributo più significativo e stabile ai rendimenti totali. Pertanto, i titoli che pagano dividendi (tra cui molte società del settore sanitario) rappresentano opportunità di investimento sempre più interessanti. Senza dubbio l’innovazione sta alimentando la crescita a lungo termine del settore sanitario e, sebbene vi siano diversi rischi a breve termine, la chiave per identificare i vincitori a lungo termine del settore sanitario è un approccio società per società. Questo perché non tutte le innovazioni avranno successo. D’altro canto, l’identificazione di un prodotto o di un servizio innovativo potrebbe guidare una strategia d’investimento per anni, con conseguente crescita degli utili e flussi di cassa reali.
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Eurozona: previsioni di crescita nettamente positive per tutto l’anno
Posted by fidest press agency su domenica, 16 aprile 2023
A cura di Alvaro Sanmartin, Chief Economist, Amchor. Il calo dei prezzi delle materie prime rispetto all’anno scorso, la forte espansione fiscale e la forte accelerazione dei salari sono significativi venti favorevoli per la domanda aggregata e quindi rendono quasi inevitabile che la Bce sia costretta ad aumentare ulteriormente il tasso di deposito, forse al 3,5%, e a mantenerlo a tale livello per un periodo di tempo sufficientemente lungo. La politica monetaria restrittiva della Bce contribuirà a moderare la domanda aggregata nell’area euro nella seconda metà dell’anno e questo, insieme al fatto che anche nel nostro continente le aspettative di inflazione rimangono ben ancorate, renderà possibile che la crescita dei salari rimanga entro limiti ragionevoli. Grazie a un andamento ragionevole delle politiche salariali nell’Eurozona e a politiche di fissazione dei prezzi sufficientemente prudenti da parte delle imprese europee, l’inflazione di fondo nell’Eurozona potrebbe raggiungere il picco prima dell’estate. Alla luce di questi elementi, la crescita economica dell’Eurozona nel 2023 dovrebbe rimanere complessivamente in territorio nettamente positivo.
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TCW – La Cina e i paesi emergenti saranno il motore della crescita globale nel 2023
Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 aprile 2023
A cura di Anisha A. Goodly, Managing Director, Emerging Markets – Portfolio Specialist, TCW In prospettiva, riteniamo che i rendimenti dei paesi emergenti saranno in gran parte guidati da differenti fattori. In primis, l’inflazione statunitense e la politica della Fed. I dati statunitensi rimangono solidi e non ci sono segnali significativi di un rallentamento dell’economia nel breve termine. Per questo motivo, oltre a prevedere ulteriori rialzi dei tassi, il mercato ha prezzato tassi più alti più a lungo, con tagli dei tassi sempre più lontani. Data l’entità del ribasso dei tassi a febbraio – ovvero 50 punti base (bps) in più nel rendimento del Treasury a 10 anni – riteniamo che la maggior parte di questo movimento sia probabilmente già avvenuta e, anche se il breve termine sarà probabilmente volatile, saremmo orientati a trarre vantaggio da ulteriori ribassi dei tassi per aggiungere duration. Nel nostro scenario di base, prevediamo ancora una lieve recessione negli Stati Uniti, ma riconosciamo che i rischi sono tanto più bassi quanto più la Fed dovrà aumentare i tassi. In seconda battuta, riteniamo che la Cina sia pronta per una forte ripresa nel 2023 e che questa crescita si trasmetterà al resto del mondo attraverso il commercio, il turismo e le materie prime, con altri mercati emergenti destinati a beneficiarne in modo particolare.. Infine, lo spread dell’EMBI Global Diversified è di circa 442 punti base e riteniamo che il fair value sia compreso nell’intervallo 400-450 punti base. Al di sopra dei 450 punti base, e in particolare al di sopra dei 500 punti base, saremmo propensi ad aggiungere rischio, a ridurre, invece, il rischio se gli spread si trovano all’interno dei 400 punti base. Dal punto di vista del rendimento complessivo, l’EMBI Global Diversified si colloca al 92° percentile rispetto alla storia, il che significa che solo nell’8% dei casi negli ultimi due decenni i rendimenti sono stati superiori. Le società emergenti high yield si collocano al centro della fascia di spread rispetto alle high yield statunitensi. In particolare, dopo il Covid le società dei mercati emergenti hanno ridotto la leva finanziaria a un ritmo molto più rapido rispetto ai loro omologhi statunitensi, il che ha spinto gli spread relativi per turno di leva finanziaria a livelli interessanti su base storica. In conclusione, nel breve termine, i dati economici statunitensi domineranno probabilmente il sentiment del mercato, il che probabilmente aumenterà la volatilità, ma potrebbe presentare opportunità di aggiungere rischio in caso di sell-off dei tassi. Nel medio-lungo termine, riteniamo che i mercati emergenti saranno sostenuti dalla ripresa della Cina e dai rendimenti interessanti rispetto ai dati storici. Tuttavia, la differenziazione all’interno dell’asset class rimane fondamentale alla luce delle variazioni di una serie di fattori, tra cui il contesto politico, la qualità del credito e la duration. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)
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Intermonte: la divisione Investment Banking continua a crescere
Posted by fidest press agency su giovedì, 30 marzo 2023
Raffaele Ciccarelli entra come Managing Director e Head of Financial Sponsors. Intermonte – investment bank indipendente specializzata in capital markets, M&A advisory, intermediazione istituzionale e ricerca sul mercato italiano – annuncia l’ingresso di Raffaele Ciccarelli in qualità di Managing Director e Head of Financial Sponsors. In questo ruolo Raffaele avrà il compito di gestire le relazioni con i principali investitori di private equity operanti in Italia, facendo leva sulla posizione di leadership di Intermonte nel segmento delle medie imprese italiane, verso le quali c’è una forte e crescente focalizzazione da parte di investitori italiani ed internazionali. Raffaele Ciccarelli riporterà a Fabio Pigorini, Amministratore Delegato Responsabile dell’Investment Banking, e lavorerà in coordinamento con le funzioni di Equity Capital Markets ed M&A di Intermonte, guidate rispettivamente da Eugenio Anglani e Giorgiantonio De Giorgi.La nomina di Ciccarelli rappresenta un ulteriore passo nella crescita della divisione Investment Banking di Intermonte che, nonostante l’impatto che il contesto geopolitico e macroeconomico ha avuto sulle attività delle maggiori banche d’affari a livello globale, ha chiuso il 2022 con ricavi sostanzialmente stabili grazie ad un significativo aumento delle attività di M&A, contribuendo per circa il 30% ai ricavi totali netti del Gruppo. Raffaele Ciccarelli ha una consolidata esperienza nel mercato M&A in Italia, maturata negli oltre dieci anni trascorsi presso Vitale & Co, dove era Managing Director, prendendo parte a numerose operazioni di M&A mid-market sia domestiche sia cross-border, che hanno coinvolto fondi di private equity italiani ed internazionali.
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GAM: Investire nel lusso può essere un trampolino per la crescita
Posted by fidest press agency su martedì, 28 marzo 2023
Commento a cura di Swetha Ramachandran, Investment Director, Luxury Equities di GAM I fattori trainanti nel lungo periodo per il settore del lusso, come l’ascesa della classe media in Asia, persistono. Milioni di persone entrano continuamente a far parte della classe media su scala globale, nonostante lo stop momentaneo della pandemia. Entro la fine del decennio crediamo che tre economie asiatiche da sole, ovvero Cina, India e Indonesia, rappresenteranno circa il 30% dei consumi globali del ceto medio, a cui si sommano anche altri mercati emergenti come Brasile e Messico. La situazione è molto cambiata rispetto a 10 anni fa, quando erano soprattutto i Paesi sviluppati a concentrare i consumi della classe media. Il consumo di beni voluttuari è strettamente connesso alla formazione di una classe media.Torna l’interesse per i beni di lusso anche nei mercati sviluppati, in particolare tra i consumatori a più alto reddito che tipicamente acquistano prodotti di lusso e che sono in grado di resistere alle pressioni inflazionistiche. Le aziende registrano un rinnovato interesse da parte dei consumatori locali in Europa, mentre i consumatori americani hanno contribuito molto ai successi del settore dal 2021: cambiano i gusti con un ritrovato interesse per la moda e i gioielli rispetto alle generazioni più anziane che preferiscono invece spendere per la casa e l’automobile.Il consumatore medio appartenente alla Generazione Z, che spesso viene a contatto con questo mondo attraverso i videogiochi o il metaverso, ha solo 15 anni quando inizia a comprare beni di lusso. I marchi stanno ampliando le fasce di prezzo per attirare i consumatori più giovani, con scarpe da ginnastica e abbigliamento sportivo, e considerano il metaverso come la nuova frontiera del prossimo decennio e oltre. È significativo, inoltre, che più il consumatore che si avvicina al lusso è giovane, più a lungo resterà fedele a questa categoria di prodotti. Ciò significa che in media il lifetime value, ovvero i ricavi che un’azienda può aspettarsi da un cliente delle nuove generazioni nel corso del rapporto, oggi è maggiore rispetto a dieci anni fa.In Cina, i consumatori nati dopo gli anni ‘90, ovvero l’equivalente della Gen Z ad Occidente, rappresentano già circa il 50% delle vendite del lusso. La motivazione di questa generazione e di quella seguente è l’autoricompensa, per cui i beni di lusso sono un modo per autopremiarsi. Entro il 2030 il potere di acquisto dei consumatori più giovani in India e nel Sud-est asiatico verosimilmente aumenterà, di conseguenza anche la domanda del lusso in questi mercati crescerà.Il potere di determinazione del prezzo di vendita, ovvero la capacità di un’azienda di aumentare i prezzi senza causare un calo della domanda, è stato un tema importante per il settore del lusso nel 2022 a fronte dell’impennata dell’inflazione. L’inflazione sembra ora in calo, ma queste aziende non faranno marcia indietro sui guadagni ottenuti. Si tratta di un settore in cui le aziende evitano sconti e riduzioni di prezzo per mantenere il massimo valore del marchio. Ci aspettiamo dunque che conservino i vantaggi degli aumenti cumulativi dei prezzi, anche se d’ora in poi gli incrementi saranno più modesti.Il tasso di crescita composito annuo (CAGR) del settore negli ultimi 25 anni è stato del 6% circa all’anno, dunque oltre il Pil dell’Eurozona e il Pil globale. Questo dipende principalmente dal fatto che il settore viene trainato dalla componente del Pil globale in più rapida crescita, ovvero i consumi del ceto medio. Inoltre, il settore del lusso offre agli investitori un’esposizione alla crescita dei mercati emergenti, ma al costo del capitale e con la governance di un mercato sviluppato.L’anno scorso l’hospitality di lusso, che sostanzialmente si riferisce al settore alberghiero, ha raddoppiato la crescita. Il livello di partenza era indubbiamente molto basso per via della pandemia, tuttavia, man mano che le persone vorranno fare nuove esperienze con la ripresa della mobilità torneranno eventi e festeggiamenti e in generale si ricomincerà a viaggiare, gli alberghi, così come vini e liquori, potranno beneficiarne molto. È importante sottolineare che la performance delle aziende che appartengono a una stessa categoria può essere estremamente variegata; pertanto, nel settore del lusso in particolare la selezione dei titoli attiva bottom-up sarà fondamentale.Mentre le valutazioni di questo settore sono scese nell’ultimo anno, gli utili, rappresentati dai margini, sono in aumento e i fondamentali in miglioramento. In breve, non crediamo che le buone notizie siano già state scontate nelle valutazioni attuali, che non tengono conto del potenziale di recupero della Cina. Crediamo che le azioni del lusso continueranno a reagire alle previsioni di aumento degli utili. Inoltre, lo stato patrimoniale del settore presenta una buona liquidità che lo protegge dagli effetti dei rialzi dei tassi di interesse, oltre a offrire l’opzionalità di sfruttare il capitale in eccesso per fusioni e acquisizioni, crescita organica o di restituirlo agli azionisti attraverso dividendi e riacquisti di azioni proprie. (abstract by http://www.verinieassociati.com)
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Capital Group: 3 opinioni sul futuro dell’investimento orientato alla crescita
Posted by fidest press agency su martedì, 28 marzo 2023
A cura di Martin Romo, Gestore di portafoglio azionario di Capital Group. I titoli growth hanno sovraperformato nel 2022: su questo non c’è dubbio. Ma quali sono gli ambiti più promettenti e come prepararsi al meglio al prossimo “mercato rialzista”? 1. L’intelligenza artificiale ha ormai raggiunto un punto di inflessione Gli usi innovativi dell’IA si stanno diffondendo ovunque. Aziende come Microsoft utilizzano la tecnologia IA per differenziare le proprie offerte e assicurare ai clienti una maggiore produttività. Microsoft ha già rilasciato una versione di prova limitata del suo motore di ricerca Bing che sfrutta ChatGPT, un chatbot sviluppato in collaborazione con OpenAI. Inoltre, ha annunciato di voler includere questa tecnologia nella sua diffusissima suite di software Office, nella piattaforma Teams e nel servizio di code development GitHub. L’adozione su larga scala dell’IA richiederà un’enorme potenza di calcolo, che favorirà i servizi cloud e l’industria dei semiconduttori. Nvidia, che sviluppa semiconduttori e hardware di calcolo, sfrutta già l’IA per migliorare la velocità di sviluppo dei propri prodotti e ha recentemente annunciato una partnership per la distribuzione di questa tecnologia insieme a Microsoft. 2. Le realtà “pick and shovel” favoriscono la crescita in tutti i settori.Quando i capitali affluiscono in un settore, gli investimenti tendono ad aumentare, creando a loro volta nuove opportunità per i fornitori di quel settore. Sono le società che chiamiamo “pick-and-shovel”, letteralmente “pala e piccone”, cioè quelle che forniscono i materiali di cui fa uso l’intero settore piuttosto che il prodotto finale vero e proprio. Basti pensare a quanto denaro è confluito nelle attività di ricerca e sviluppo (R&S) nel settore sanitario. Questo fenomeno in atto ormai da alcuni anni ha registrato un’impennata durante la pandemia. Le compagnie farmaceutiche che hanno sviluppato con successo vaccini contro il COVID e trattamenti antivirali, come Pfizer e Moderna, hanno accumulato liquidità. 3. I campioni globali si rafforzano con l’indebolimento del dollaro A nostro avviso, ci sono buone probabilità che questa tendenza possa continuare, semplicemente perché il ciclo di rialzo delle azioni statunitensi e del dollaro US sta durando da molto tempo. Per le società al di fuori degli Stati Uniti, la forza del dollaro tende ad essere un vento contrario. A un certo punto, però, crediamo che la Federal Reserve dovrà tagliare i tassi. E quando lo farà, il dollaro potrebbe tornare a indebolirsi. Siamo quindi ottimisti sulle prospettive d’investimento globale. A prescindere dal buon andamento delle economie europee e asiatiche, in quelle regioni ci saranno grandi aziende con solide prospettive di business.Oggi pensiamo che alcune realtà al di fuori degli Stati Uniti si siano rese conto dell’opportunità che offrono a livello globale. Sono tornate a concentrarsi sulla generazione di valore per gli azionisti in un periodo molto più vantaggioso per la loro valuta. In altre parole, come nel basket, il mondo sta recuperando punti e le superstar non si trovano necessariamente solo negli USA, ma anche in altri paesi. Un esempio su tutti è ASML, leader mondiale nella fornitura di apparecchiature di produzione per i semiconduttori più avanzati. La sede aziendale è nei Paesi Bassi. ASML ha sviluppato una tecnologia esclusiva per la realizzazione di chip avanzati. Con l’espansione della sua quota di mercato, ha investito in modo aggressivo nell’ulteriore sviluppo del suo vantaggio tecnologico. Al momento, molti titoli legati ai chip stanno accusando delle perdite e il settore fatica a gestire l’eccesso di offerta. In un’ottica pluriennale, però, riteniamo che il settore sia ben posizionato per una forte ripresa ciclica. Un altro esempio è rappresentato dalla ricerca farmacologica. Novo Nordisk ha sviluppato terapie per il trattamento del diabete e dell’obesità. Anche in questo caso, l’interesse per l’azienda non ha tanto a che fare con la possibilità che i mercati europei superino quelli statunitensi, quanto piuttosto con la diffusione del diabete e dell’obesità a livello mondiale e il potenziale di migliorare la vita dei pazienti. Riteniamo, in conclusione, che la chiave per navigare in mercati volatili sia una combinazione di pazienza, esperienza e prospettiva a lungo termine. Se guardiamo al futuro e ci concentriamo su temi d’investimento sostenibili che dureranno anche nei prossimi anni, intravediamo molte opportunità all’orizzonte. L’investimento growth è rallentato, ma non è certo finito. Cercare di investire in società con prospettive di forte crescita nel lungo termine è importante oggi come non mai. Queste società, infatti, non solo tendono a sopravvivere alle flessioni del mercato, ma riescono anche a rafforzarsi. Abstract by http://www.verinieassociati.com
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Giappone: Il focus per il 2023 sarà sulla crescita reale
Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023
By Richard Kaye, Gestore del fondo Comgest Growth Japan di Comgest. Nel complesso, se il 2022 è stato l’anno in cui gli investitori hanno cercato di inserire il Giappone tra i trend globali ai quali non apparteneva, il 2023 potrebbe e dovrebbe essere l’anno in cui tutti ricorderemo dove si trovano crescita reale e opportunità nel mercato giapponese.In questo anno appena iniziato, l’economia e il mercato azionario giapponese presentano alcuni punti di forza reali, che non appartengono ai settori favoriti dalla rotazione verso il comparto value. A nostro avviso, il top 1% delle aziende giapponesi, come Dexerials, Lasertec, Sysmex, Toray e Sumitomo Metal, offre tecnologie uniche nel campo della diagnostica, dell’aerospaziale o dei veicoli elettrici. I cambiamenti nelle società giapponesi, come l’ingresso di un maggior numero di donne nella forza lavoro, stanno portando alla razionalizzazione dei settori ormai sorpassati, all’evoluzione degli stili di vita e all’accelerazione degli sforzi già avanzati del Paese nel campo delle energie rinnovabili.Tra le aziende che mirano a cogliere queste tendenze di crescita vi sono Recruit, una società di risorse umane che aiuta le donne a rientrare nel mondo del lavoro; NTT Data, una società di servizi e consulenza IT che beneficia della spinta all’efficienza digitale in Giappone dopo il Covid-19; Renova, fornitore di energia rinnovabile con sede a Tokyo.Inoltre, il Giappone vanta la crescita del PIL indicata dal consenso più elevata tra le economie sviluppate per il 2023, la politica monetaria più accomodante (se si confrontano i tassi di interesse di base delle principali banche centrali) e un percorso sulla governance in netto miglioramento. Le società giapponesi sono ancora poco analizzate rispetto alle altre società globali e, di conseguenza, gli investitori potrebbero ancora trovare delle opportunità tra le società leader, ancora incomprese.Il lato negativo è che il Giappone si trova in una situazione geopolitica tesa ed è vulnerabile all’interruzione delle catene di approvvigionamento globali poiché dispone di poche risorse naturali. Per far fronte a questi problemi, il Giappone sta aumentando le spese militari e sta stipulando contratti di fornitura a lungo termine.Infine, nel 2023 prevediamo che il mercato azionario giapponese continuerà a dimostrarsi una buona base di partenza per investire in Asia. Le sue aziende sono fortemente esposte al mercato pan-asiatico in quanto fornitori di tecnologie chiave, dall’automazione alle apparecchiature per semiconduttori, dai motori per veicoli elettrici alle soluzioni diagnostiche . A nostro avviso, il Giappone ha dei brand di consumo aspirazionali più solidi rispetto al resto dell’Asia, grazie alla sua storia, alla sua posizione geografica e alla sua economicità, con punteggi elevati per quanto riguarda la liquidità, la governance, la solidità dei bilanci e la storia delle società quotate.
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Farmacie e parafarmacie, crescita del 12,6% in dieci anni
Posted by fidest press agency su martedì, 14 marzo 2023
Cresce, tra il 2012 e il 2022, la presenza sul territorio di farmacie e parafarmacie, a fronte di un processo che non si arresta di desertificazione di attività commerciali e servizi. Il numero di negozi continua a diminuire, con una tendenza più marcata nei centri storici rispetto alle periferie. A pesare, in parte, c’è stata la crisi sanitaria, economica ed energetica, mentre sembrano meno colpiti settori più legati alle tecnologie e ai servizi, tra cui quelli abitativi, che segnano un incremento. Il quadro emerge dal Report dell’Ufficio Studi di Confcommercio – realizzato su 120 Comuni medio-grandi, di cui 110 capoluoghi di provincia e 10 Comuni non capoluoghi di media dimensione – dal titolo “Demografia d’impresa nelle città italiane”. A essere rilevato dal Rapporto, giunto alla sua ottava edizione, è la perdita, tra il 2012 e il 2022, di oltre 99mila attività di commercio al dettaglio, non compensata dalla crescita della presenza straniera nel commercio – sia come numero di imprese (+44mila), sia come occupati (+107mila) – o delle altre attività – alberghi, bar e ristoranti toccano +10.275 unità. Per il rapporto, va detto, da un punto di vista di tenuta economica, “rimane fondamentale l’omnicanalità, cioè l’utilizzo anche del canale online, che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con le vendite passate da 16,6 miliardi nel 2015 a 48,1miliardi nel 2022”. Ma tale “elemento ha contribuito alla desertificazione commerciale, anche se rimane un’opportunità per il commercio fisico tradizionale”. In parallelo anche il Delivery ha sempre più rilievo: “La crescita dei servizi di ristorazione rappresenta il riflesso di fenomeni socio-economici più complessi, come la progressiva sostituzione di pasti preparati in casa con pasti acquistati attraverso delivery presso attività di somministrazione con asporto. La quantificazione di questo processo di sostituzione è ancora incerta, ma la sua dimensione è indiscutibilmente rilevante e crescente”. (abstract) fonte: farmacia33 by Francesca Giani
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Spazio, Cirielli: Diplomazia scientifica per la crescita
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 marzo 2023
“L’Italia è la sesta potenza spaziale del mondo e oggi il business spaziale è imponente. La Farnesina vuole, da un lato, potenziare le imprese e il settore universitario con la diplomazia spaziale e quindi la cooperazione sul tema; dall’altro, difendere le proprie risorse umane che devono trovare una società pronta e offrire lavoro per le professionalità ad alta competenza tecnologica”. Lo ha dichiarato il Vice Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, con delega alla Spazio, on. Edmondo Cirielli, nell’ambito della Conferenza delle Addette e degli Addetti Scientifici e Spaziali 2023 in corso a Padova. “Due saranno i fattori che nei prossimi anni daranno un vertiginoso impulso economico e accademico al mondo dell’aerospazio: purtroppo la guerra in Ucraina, che ha dimostrato quanto la difesa e la sicurezza siano focalizzate verso lo spazio; e il progetto della Nasa – al quale l’Italia partecipa – “Artemis”, ideato per riportare in maniera permanente l’uomo sulla Luna”, ha concluso Cirielli.
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PIMCO: La crescita della domanda e la scarsità dell’offerta sosterranno le materie prime nel 2023
Posted by fidest press agency su venerdì, 3 marzo 2023
A cura di Greg Sharenow, Portfolio Manager Commodities and Real Assets, Lewis Hagedorn, Portfolio Manager Commodities e Jennifer Ziehe, Strategist Real Return di PIMCO. Gli investitori potrebbero chiedersi per quanto tempo i mercati delle materie prime potranno sostenere il rally in atto dalla primavera del 2020. L’aumento dei tassi di interesse e la decelerazione della crescita (e la potenziale recessione) nei principali mercati sviluppati saranno i probabili venti contrari del 2023. Tuttavia, la rapida riapertura della Cina e la crescita della domanda a livello globale post pandemia, oltre ai fattori legati all’offerta, tra cui la persistente scarsità delle scorte e l’incertezza legata alla guerra tra Russia e Ucraina, rafforzano l’ipotesi che i prezzi delle materie prime continuino a rimanere elevati anche nel prossimo anno.Un fattore chiave che ha sostenuto la forza del mercato delle materie prime negli ultimi anni è la significativa scarsità dell’offerta in molti settori, che secondo le nostre previsioni persisterà. Questa tendenza è determinata in parte dalla ripresa della domanda globale e dalle condizioni climatiche avverse che hanno colpito importanti colture, ma soprattutto dalla scarsità di investimenti nell’offerta. Il risultato finale è un basso livello di scorte nei settori dei metalli di base, dell’agricoltura e del petrolio.La Russia è una fonte di volatilità e incertezza, ma nel nostro scenario base la Russia rimarrà probabilmente un catalizzatore per l’aumento dei prezzi delle materie prime.Il contesto macroeconomico dovrebbe sostenere ampiamente le materie prime nel 2023. Sebbene i rialzi dei tassi delle banche centrali abbiano frenato la crescita dei mercati sviluppati, la riapertura della Cina offre i presupposti per un’ampia compensazione – la Cina ha una influenza notevole, data la quantità di materie prime utilizzate nella sua economia. Gli effetti della riapertura della Cina, insieme al perdurare di livelli bassi di scorte, forniscono un’ampia spinta di fondo, ma è probabile che i singoli settori delle materie prime subiscano impatti diversi sui prezzi:Energia, in particolare i prodotti petroliferi raffinati: I primi segnali indicano che i viaggi verso, da e all’interno della Cina probabilmente rimbalzeranno nel 2023, anche se non ancora ai livelli pre-pandemici. Nel corso del tempo, ciò dovrebbe stimolare una maggiore domanda di benzina, gasolio e carburante per aerei, sostenendo i prezzi.Agricoltura: In generale siamo ottimisti per quanto riguarda il settore dell’agricoltura, dove i problemi di approvvigionamento hanno sostenuto l’aumento dei prezzi che probabilmente non diminuiranno molto nel 2023. Diversi anni di condizioni meteorologiche avverse hanno danneggiato i raccolti in molte regioni; a ciò si aggiunge la guerra in Ucraina, uno dei principali produttori. Le scorte sono scarse in gran parte della catena di approvvigionamento, nonostante durante gli anni di pandemia la Cina non sia stata un grande acquirente, il che suggerisce una potenziale vulnerabilità quando l’economia cinese si riprenderà. Molto dipenderà dal clima dell’emisfero settentrionale durante la prossima estate. Date le scarse condizioni iniziali del terreno, i prezzi saranno probabilmente più vulnerabili a eventuali sviluppi meteorologici avversi.Metalli industriali: Le scorte dichiarate sono piuttosto basse. Anche se non ci aspettiamo un’impennata del settore manifatturiero cinese – i lockdown hanno danneggiato più i servizi che il settore manifatturiero e la domanda di esportazioni rimane debole – la ripresa del settore immobiliare dovrebbe aiutare la domanda di metalli. Ciò detto, gran parte del settore dei metalli ha già prezzato la riapertura della Cina.Oro: Storicamente, la Cina è stata uno dei principali acquirenti di oro e ciò potrebbe favorire una spinta ai prezzi nel 2023. Tuttavia, viste le notevoli performance recenti, riteniamo che l’oro sia costoso ai livelli attuali e ci aspettiamo che l’aumento dei rendimenti reali possa pesare sui prezzi dell’oro quest’anno.In qualsiasi contesto, un’allocazione in materie prime può fornire diversificazione e una solida copertura contro l’inflazione all’interno di un portafoglio d’investimento. Come abbiamo visto negli ultimi due anni, i portafogli di investimento tradizionali possono essere vulnerabili agli aumenti inattesi dell’inflazione. Le materie prime possono offrire una solida copertura contro l’inflazione. Considerando le nostre prospettive complessivamente costruttive sul settore, in particolare su quello energetico e agricolo, riteniamo che vi siano validi motivi per detenere materie prime e che, anche, il “costo” atteso per coprirsi dal rischio di inflazione attraverso un’allocazione in materie prime appaia basso.
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