Le stime preliminari Istat sull’inflazione di aprile registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +6,5% del mese precedente -1).Il rallentamento è essenzialmente dovuto al calo della crescita dei beni energetici (da +50,9 di marzo a +42,4% di aprile), che riescono a tamponare la crescita dei Beni alimentari (da +3,9 a +5,4%) e dei trasporti (da +1,0 a +5,1%).Evidentemente qualcosa sta funzionando con le politiche governative di riduzione del danno. Ci potremmo e dovremmo aspettare di più, visto che son tante le crisi individuali ed aziendali che aumentano. Ma considerato che siamo in un’economia di mercato e che in questo mercato ci sono “strutturalmente” tanti profittatori, economici e politici, il fatto che i numeri ci indichino “stabilità nella crisi” potrebbe voler dire che non siamo messi tanto male. Ottimisti filo-governativi ideologici? Covid, energia, guerra… vanno presi sul serio e, anche se si può discutere su perché la politica ci ha portato a questo punto, occorre riconoscere che non siamo messi peggio grazie ad una fermezza che, almeno al momento, ha bloccato la deriva economica: presenza e partecipazione e implementazione dell’Unione europea. Non dimentichiamoci che nell’attuale maggioranza ci sono forze politiche che fino a poco tempo fa, ed oggi a singhiozzo, vorrebbero portarci fuori dell’Ue, dell’euro e abbracciare le politiche della Russia di Putin.Se abbiamo chiara questa situazione e la riduzione del danno che queste politiche riescono a procurarci, sarà bene tenere saldo un principio: NON ABBANDONARE L’ECONOMIA DI MERCATO, rifuggendo da qualunque politica di calmieri, monopoli, imposizioni … il cui effetto, apparentemente benigno nell’immediato per i consumi, con la crisi economica che ne deriverebbe sarebbe l’avvio di un ulteriore sfascio economico e sociale. Questa scelta di mercato, è bene sottolineare, implica che anche singoli e famiglie devono ragionare in questo modo. Non solo chiedendo assistenza e agevolazioni ma, senza farsi abbagliare dall’inflazione percepita (dove operano molti politici sfascisti) rispetto a quella reale, ingegnandosi verso forme di nuove economie famigliari e lavorative. François-Marie Arouet http://www.aduc.it
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Inflazione appare stabile. Qualcosa funziona nella riduzione del danno
Posted by fidest press agency su martedì, 3 Maggio 2022
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Bollette alle stelle confermate. Organizzarsi per ridurre il danno
Posted by fidest press agency su venerdì, 31 dicembre 2021
Ora che l’Autorità per l’energia ha confermato quello che tutti sapevano, cosa succede? Arera: gli aumenti della bolletta elettrica , al saldo dei “tamponi” finora approvati e applicati dal governo, saranno “solo” del 55%, mentre quelli del gas del 41,8%. E’ bene ricordare che si tratta di aumenti del mercato di maggior tutela, quello dove le tariffe sono stabilite dalla stessa Arera, e che non intaccano il mercato libero, che talvolta, per l’occasione e non solo, fa anche proposte interessanti (da valutare con molta attenzione –. Aumenti che non intaccano le famiglie disagiate che usufruiscono dei bonus sociali.Quindi succede che la situazione è identica a quella del giorno prima. Con: – il governo che cerca di aumentare gli stanziamenti tampone (tra quelli approvati e quelli in cantiere si sfondano 11 miliardi); – partiti di governo e di opposizione che chiedono ulteriori stanziamenti, senza specificare dove dovrebbero essere presi e come rimediare alle voci di bilancio da cui sono stornati; – associazioni di categorie varie tutte in allarme; – associazioni consumatori che sembra vivano su un altro Pianeta e paventano scioperi della bolletta contro il governo che non darebbe abbastanza soldi . – la certezza (che spesso viene dimenticata) che aumento dei prezzi dell’energia significa aumento dei prezzi di ogni tipo di prodotto e servizio e conseguente calo del potere di acquisto dei consumatori, già con stipendi tra i piu bassi del mondo cosiddetto ricco. Tutto questo mentre tra chi governa e chi legifera impazza il confronto su Mario Draghi nonno/presidente della Repubblica o sempre capo del governo: surreale perché di fronte a problemi reali (energia costosa e carenza della stessa, emergenza sanitaria ed economica) si deviano energie per minare l’unica certezza che abbiamo in questo periodo: la solidità del governo in carica, solidità senza la quale ogni pur timido, precario e insufficiente tentativo per ridurre il danno , viene trasferito nel “confronto agitato” tra partiti aspiranti al potere… costi quel che costi . Non ce lo possiamo permettere! Per questo crediamo che sia determinante una migliore e più parsimoniosa organizzazione di quanto abbiamo. Sì che nessuno muoia di freddo o per eccessivo consumo di cibo non-cotto o per bancarotta anche individuale: in modo che anche le imprese che creano servizi e prodotti non siano “costrette” a far lievitare alle stelle qualunque loro realizzazione. La realtà è simile all’emergenza covid. Occorrono: provvedimenti che non possono essere solo di storni di soldi (per i quali crediamo essere già al limite e, comunque, insufficienti alla bisogna), campagne di informazione, interventi mirati contro sprechi e abusi; una grande campagna di ri e nuova educazione all’uso e al consumo energetico, individuale ed aziendale (8). E per farlo non riusciamo a pensare ad altro che ad un governo di unità nazionale come l’attuale, e non la rissa partitica che, nonostante il valore del nonno/presidente, non potrebbe essere altrimenti. COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC http://www.aduc.it
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Covid-19, dopo la dimissione ospedaliera in aumento la prevalenza di danno d’organo
Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 aprile 2021
Non solo i polmoni, ma anche altri organi sono coinvolti nella malattia da Sars-CoV-2 e i tassi di prevalenza dei danni, raggruppati sotto il termine di disfunzione multiorgano, sembrano in aumento tra i dimessi dall’ospedale dopo un’infezione da questo Coronavirus rispetto alla popolazione generale. Ecco quanto emerge da uno studio pubblicato sul British Medical Journal, primo autore Daniel Ayoubkhani dell’Office for National Statistics, Government Buildings di Newport, Regno Unito. «Sappiamo che Covid-19 può causare gravi problemi respiratori, ma può colpire anche altri organi e sistemi all’interno del corpo, inclusi cuore, reni e fegato» spiegano gli autori, ricordando che i sintomi persistenti per più di 12 settimane dopo la malattia da Covid-19 fanno parte della cosiddetta sindrome post-Covid, nota anche come long-Covid, ma che il modello a lungo termine del danno d’organo post-infettivo non è ancora chiaro.Per approfondire l’argomento i ricercatori britannici dell’Ufficio per le statistiche nazionali in collaborazione con l’University College di Londra e l’Università di Leicester hanno confrontato i tassi di disfunzione multiorgano in 47.780 ricoverati in ospedale in Inghilterra con Covid-19 e dimessi vivi entro il 31 agosto 2020, confrontandoli con un gruppo di controllo formato da coetanei della popolazione generale. «In un follow-up medio di 140 giorni quasi un terzo dei dimessi dopo il Covid-19 acuto è stato di nuovo ricoverato, e più di 1 su 10 è deceduto dopo la dimissione» precisa Ayoubkhani, aggiungendo che i tassi di malattie respiratorie, cardiovascolari e diabete sono aumentati in modo significativo nei pazienti Covid-19, con 539, 66 e 29 nuove diagnosi per 1.000 anni-persona, rispettivamente maggiori di 27, 3 e 1,5 volte rispetto a quanto osservato nei controlli. E in un editoriale di commento Manoj Sivan dell’Università di Leeds e Leeds Teaching and Community NHS Trusts, scrive: «Il Covid lungo è un esempio urgente di come i fornitori di servizi sanitari devono gestire la multimorbilità, concentrandosi sui sintomi multisistemici riferiti dai pazienti e sulle loro esigenze riabilitative con programmi di gestione individualizzati. Oggi la necessità più urgente è imparare quale sia la miglior cura multidisciplinare, grazie ai dati sul mondo reale e alle esperienze dei pazienti, da sempre parte importante nella lotta alla disuguaglianza nell’accesso all’assistenza sanitaria». (fonte Doctor33)
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Danno economico per le 3 Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 aprile 2020
Le CNA di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna pubblicano i primi dati dell’Osservatorio economia e territorio realizzato questa volta sull’impatto economico delle misure di contrasto all’epidemia da Covid19. Ad elaborarlo come di consueto il Centro Studi Sintesi di Mestre (VE) che ha messo in luce, oltre a una comparazione dei dati tra le tre Regioni che da sole producono il 40 per cento del PIL nazionale, i focus regione per regione. Dalla visione complessiva delle tre regioni emerge chiaramente come la somma delle sospensioni, il 34 per cento delle imprese italiane, abbia portato alla compromissione di 114 miliardi di euro di fatturato e alla messa a rischio di 171,3 miliardi di euro di export, pari al 50 per cento di tutte le perdite nazionali nei passati 2 mesi. Lo stop ha determinato, sempre nelle tre regioni, la sospensione dal lavoro per oltre 3milioni e 910mila lavoratori di cui oltre 1milione e 435mila impiegati nel manifatturiero. “Appare chiaro – dicono i tre Presidenti di Veneto, Alessandro Conte, Emilia-Romagna Dario Costantini e Lombardia Daniele Parolo – come sia necessario avviare quanto prima la Fase 2. Crediamo inoltre che la riapertura in sicurezza debba tener conto delle specificità del comparto artigiano. L’attivazione di protocolli di sicurezza specifici regionali deve essere inserita in un quadro chiaro nazionale al fine di evitare ulteriore confusione. Riteniamo inoltre – spiegano i Presidenti – che questa indagine, sviluppata su tre regioni che da due mesi sono in prima linea per affrontare l’emergenza covid19, possa rappresentare uno strumento utile per gli amministratori regionali che saranno chiamati ad intervenire con misure di sostegno strutturali in base alle specificità dei territori”. Con riferimento specifico alla situazione della Lombardia, il Presidente di CNA Lombardia Daniele Parolo è netto: “Non abbiamo più tempo. Le nostre imprese devono poter ripartire in sicurezza o il conto economico che il Covid 19 ci presenterà sarà salato, forse paragonabile a quello in termini di vite umane per i suoi effetti sociali di medio e lungo periodo. La società globale va ripensata, i Governi nazionali e la governance europea possono e devono riservare maggiore attenzione al sistema diffuso e capillare delle produzioni manifatturiere dei territori. Di questi giorni è la fuga in avanti di alcune ATS territoriali sulle regole per la gestione in sicurezza della fase – 2. E’ una deriva pericolosa, serve unità, così come chiediamo tempestività e lealtà al sistema creditizio nell’attuazione del Decreto Liquidità.”
Il Segretario di CNA Lombardia, Stefano Binda, aggiunge: “La Regione Lombardia faccia buon uso delle sue competenze e della sua forza istituzionale: alle nostre imprese non servono fughe in avanti sul terreno delle regole per la riapertura, ci occorre invece in queste ore un autorevole azione di coordinamento con il Governo e un incremento del peso economico delle pur apprezzabili misure di supporto già annunciate nei giorni scorsi. Misure di supporto capillare in conto capitale, anche con piccoli importi, di 5-10 mila euro, per singola impresa, costituirebbero un segnale apprezzabile e un’iniezione di fiducia.”
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Centrale Rischi, diritto al risarcimento del danno per erronea segnalazione
Posted by fidest press agency su mercoledì, 6 novembre 2019
La Centrale dei Rischi (CR) è un sistema informativo sull’indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie (intermediari). La Centrale dei Rischi ha l’obiettivo di migliorare il processo di valutazione del merito di credito della clientela, favorendo l’accesso al credito per la clientela “meritevole”. Per questo motivo, una eventuale segnalazione alla Centrale Rischi può comportare serie difficoltà per l’accesso ad un nuovo credito. Pertanto, in caso di erronea segnalazione alla Centrale Rischi della Banca di Italia, il soggetto erroneamente segnalato ha diritto al risarcimento del danno. La Cassazione ha evidenziato che l’attività di segnalazione rientra sia nell’ambito dell’articolo 2050 del Codice civile, dovendosi qualificare come pericolosa l’attività di trasmissione dei dati alla Centrale Rischi, sia nell’ambito dell’articolo 1218 del Codice civile. In entrambi i casi l’esercente deve dimostrare – per andare esente da responsabilità – di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. Riguardo poi la prova del danno subito, la Cassazione precisa che in tema di illecita segnalazione alla Centrale Rischi il pregiudizio si indentifica sempre in un danno conseguenza, cioè in un accadimento connesso alla lesione di una situazione protetta e non può essere configurato quale danno in re ipsa (Cassazione, sentenza n. 7494/2018, Cassazione, sentenza n. 31537/ 2018; Cassazione, Sezioni Unite, sentenza del 22 luglio 2015, n. 15350). Ciò significa che il danno richiesto (ad esempio il discredito, il danno all’immagine, etc.) va sempre allegato e provato, sia nell’an che nel quantum. Va anche dimostrato il nesso di causalità tra la condotta della banca ed il pregiudizio subito (Cassazione, ordinanza dell’8 ottobre 2019, n. 25037). (Antonella Pedone, legale, consulente Aduc)
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Dieselgate e danno ambientale
Posted by fidest press agency su domenica, 6 ottobre 2019
Mentre negli Stati Uniti nei giorni scorsi si è proceduto all’ennesimo arresto di un dirigente FCA coinvolto nella vicenda del dieselgate, mentre in Germania le procure hanno posto sotto accusa i vertici Volkswagen e comminato alla Daimler una sanzione di 870 milioni di Euro, in Italia, i procedimenti relativi a tale vicenda, proseguono con grande lentezza e con esiti alquanto insoddisfacenti.Al di là dei tempi, estremamente lunghi, per l’incidente probatorio e per la fissazione dell’udienza preliminare, quello che ci preoccupa maggiormente è il capo di imputazione prospettato: la frode in commercio.Un reato che espone l’azienda ad un’ipotesi di sanzioni prevista dal DLgs231/2001 che ammonterebbero sino ad un massimo di 750.000 euro, cifra del tutto irrisoria se confrontata a quanto avvenuto in altri paesi.Emerge, inoltre, come sia stato del tutto marginalizzato quello che a nostro avviso è l’elemento principale del processo e che va valutato con nuovi occhi alla luce dei cambiamenti climatici che hanno destato allarme in tutto il mondo: il danno all’ambiente.Promuovere come ecologiche auto inquinanti non danneggia solo i cittadini, ingannati nell’acquisto e danneggiati nel consumo di carburanti, ma crea un vero e proprio vulnus all’ambiente e alla salute pubblica. Per questo la Federconsumatori, che si costituirà parte civile nel processo, chiederà che venga inserito fra i capi di imputazione anche quello per disastro ambientale.
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Referendum e smentite
Posted by fidest press agency su martedì, 6 dicembre 2016
E’ terminata la campagna e il voto referendario con una buona percentuale di votanti (65,47%) e una netta vittoria del NO (59,11%) rispetto al SI (40,89%). Ora si aprira’ un’altra campagna, quella per la modifica delle legge elettorale che impegnera’ buona parte del prossimo anno. Alcuni considerazioni ci appaiono doverose.
Sono state smentite le indagini demoscopiche che prevedevano un testa a testa (forse e’ il caso di rivedere i metodi di indagine) e che avevano fatto gridare al “Paese spaccato a meta’” (come se fosse un danno), ai brogli dei voti “oriundi” (ora non se ne parla piu’), al mezzo milione di schede “trovate” con il SI contrassegnato, al segno della matita che si poteva cancellare, ecc.
Tutte notizie smentite, il che ci fa riflettere sul grado di ostilita’ ai valori cognitivi. Credere a quello che circola nei nuovi sistemi di comunicazione (es. Facebook) ricorda la fede riposta nei vecchi sistemi di comunicazione (tv, radio, giornali). Abbiamo piu’ volte detto che i giornali servono a vedere che giorno e’, e i tg a sentire le notizie meteo (quando ci azzeccano); possiamo estendere le valutazioni ai nuovi sistemi di comunicazione. L’informazione va conquistata utilizzando la corteccia cerebrale. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)
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Il diritto privato delle Sezioni Unite
Posted by fidest press agency su martedì, 22 novembre 2016
Roma Venerdì 25 Novembre 2016, ore 10:00 Dipartimento Studi Aziendali, Aula 9 Via Silvio D’Amico 77. L’iniziativa “Il diritto privato delle Sezioni Unite” nasce da un gruppo di docenti di diverse Università italiane con lo scopo di contribuire a valorizzare il rapporto “rinnovato” tra dottrina e giurisprudenza nello sviluppo del diritto civile. Ciò attraverso il dibattito e il confronto sulle questioni più controverse e di “massima importanza” rimesse alla decisione delle Sezione Unite della Corte Suprema di Cassazione, quali composizioni collegiali giudicanti di vertice, massima espressione della giurisprudenza italiana. Il 25 novembre 2016 – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – l’Università degli Studi Roma Tre – Dipartimento di Studi Aziendali ospita il Primo Incontro sul tema “Il danno alla persona”, con particolare riferimento a due recenti pronunce delle Sezioni Unite: l’una (sentenza n. 25767 del 22 dicembre 2015) sulla risarcibilità del danno da vita indesiderata; l’altra (sentenza n. 15350 del 22 luglio 2015) sulla risarcibilità del danno da perdita della vita (c.d. danno tanatologico). L’Incontro di Studio intende contribuire a verificare – attraverso il fondamentale, costante dialogo tra dottrina e giurisprudenza – se tali pronunce siano destinate a porsi come un punto fermo o se ci sia ancora qualcosa da aggiungere alla riflessione. L’evento è accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Roma per n. 3 crediti formativi.
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Sabato e domenica la quarta tappa del primo tour nazionale WALCE con test della spirometria gratuiti
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2015
Una sigaretta gigante campeggerà per tutto il weekend in via VIII febbraio 1848: una struttura alta 3 metri e lunga 14, con all’interno un vero e proprio percorso multimediale di prevenzione e informazione sui danni arrecati dal fumo e test spirometrico gratuito. “Esci dal tunnel. Non bruciarti il futuro” approda domani nel centro storico di Padova, quarta tappa (dopo Torino, Bari e Milano) del tour nazionale di sensibilizzazione sul tumore al polmone organizzato da WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe), l’associazione europea dedita ai pazienti affetti dalla neoplasia e ai loro familiari. “Abbiamo lanciato il progetto in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco e dopo aver incontrato i cittadini, i media e le istituzioni di Torino, Bari e Milano, siamo qui a Padova, a fianco delle Istituzioni, per ribadire con forza quanto sia importante la prevenzione e quali sono i gravi danni causati dal fumo, attivo e passivo – spiega la prof.ssa Silvia Novello, presidente di WALCE Onlus e docente nel Dipartimento di Oncologia Polmonare presso l’Università di Torino. L’iniziativa sarà inaugurata sabato mattina alle 10.00 con il taglio del nastro, e proseguirà fino a domenica pomeriggio. Tutte le attività sono gratuite e aperte al pubblico dalle 10 alle 19 nelle due giornate: si parte dal totem posacenere in ingresso, si passa al desk per l’esame spirometrico, si può parlare con lo pneumologo e con l’oncologo e ricevere opuscoli informativi e gadget. “Le malattie respiratorie correlate al tabacco sono in sensibile aumento in tutte le fasce d’età, anche tra i non tabagisti: – spiega il prof. Pierfranco Conte, coordinatore tecnico scientifico della Rete Oncologica Veneta – irritazione a occhi e naso, mal di testa, secchezza della gola, vertigini, nausea, tosse e malattie respiratorie più gravi come la bronchite cronica o la bronco-pneumopatia ostruttiva. Inoltre, respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei decessi per tumore del polmone, che nel 2014 ha colpito 40mila persone”. La campagna ha il patrocinio di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Fondazione Insieme Contro il Cancro, Healthy Foundation, AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri), dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari, della Società Italiana di Chirurgia Toracica (SICT), della Rete Oncologica Veneta, dell’Istituto Oncologico Veneto IRCCS di Padova e del Comune di Padova – Città Sane. “Il fumo fa male è una verità dimostrata e l’assunzione costante e prolungata nel tempo di tabacco incide sulla durata della vita media – sottolinea il vicesindaco di Padova, Eleonora Mosco – E’ necessario sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi al tabagismo. L’invito pertanto che rivolgo a tutti coloro che sono ostaggio di questo brutto e deleterio vizio, è di smettere di fumare, per se stessi e per gli altri. Mi rivolgo in particolare ai tantissimi giovani che negli ultimi anni, secondo i sondaggi, sono accaniti consumatori di tabacco sfuso, più economico delle sigarette. Il compito di tutti noi è dunque quello di tenere alta l’attenzione su questo tema di vitale importanza per la salute, puntando sulla prevenzione universalmente riconosciuta come l’arma più efficace nella lotta a tante patologie. Come Amministrazione sosteniamo con orgoglio il progetto Esci dal tunnel, non bruciarti il futuro, che farà tappa a Padova questo week-end ringraziando gli oncologi e pneumologi che scenderanno in piazza contro i danni del fumo”.
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Danno da vacanza rovinata: Che fare?
Posted by fidest press agency su martedì, 21 luglio 2015
Il danno da vacanza rovinata, inteso come disagio psicofisico da mancata realizzazione di una vacanza programmata, è quel pregiudizio al benessere psichico materiale che il turista soffre per non aver potuto godere in tutto o in parte della vacanza quale occasione di piacere, svago e riposo, essendo la stessa intesa come periodo di rigenerazione delle proprie energie psico-fisiche.Le aspettative del turista in molte occasioni vengono frustrate a causa di carenze o imprecisioni informative dovute al livello della qualità dell’alloggio, dei trasporti e dei servizi che non corrispondono allo standard promesso con l’acquisto del pacchetto turistico “tutto compreso”.E’ bene dunque fare chiarezza su tali aspetti della normativa che disciplina i c.d contratti di viaggio (limitando l’analisi ai c.d. pacchetti turistici, crociere/vacanze tutto compreso, vale a dire quelli che ricomprendono almeno due tra i seguenti elementi: trasporto, alloggio, servizi in corso di viaggio). Il Codice del Turismo, con l’art. 47 co. 1 D.lgs. n. 79/2011 prevede la possibilità di accordare al turista un risarcimento del danno da vacanza rovinata a causa dell’inadempimento dell’organizzatore, prevedendo “Nel caso in cui l’inadempimento o inesatta esecuzione delle prestazioni che formano oggetto del pacchetto turistico non sia di scarsa importanza ai sensi dell’articolo 1455 del codice civile, il turista può chiedere, oltre ed indipendentemente dalla risoluzione del contratto, un risarcimento del danno correlato al tempo di vacanza inutilmente trascorso ed all’irripetibilità dell’occasione perduta”.
Le prestazioni oggetto del contratto devono essere conformi alla proposta contrattuale visionata dal consumatore (opuscolo informativo) ed in base alla quale ha effettuato la scelta (artt. 36-38 Cod. Tur.). Dunque, a titolo meramente esemplificativo: la sistemazione presso una data struttura alberghiera con determinate caratteristiche, il volo di andata e ritorno con una determinata compagnia ed un piano voli predeterminato, guida turistica e/o autoveicoli o natanti per le escursioni in loco e così via.In linea generale, laddove uno dei servizi che contrattualmente il tour operator si era impegnato a prestare manca in tutto o in parte, se viene eseguito con modalità diverse rispetto a quanto previsto nell’offerta e/o nel contratto, l’organizzatore è tenuto a risponderne. In ogni caso, infatti, il tour operator è responsabile dei terzi prestatori dei servizi compresi nel programma di viaggio (art. 43 Cod. Tur.).Il medesimo principio vale nel caso in cui, in conseguenza dell’inadempimento, si verificano danni alla persona, come nel caso non infrequente di sinistro stradale durante uno spostamento in loco previsto nel programma di viaggio (art. 44 Cod. Tur). In tal modo il consumatore turista è agevolato per avere un unico referente contrattuale, l’organizzatore che ha predisposto il pacchetto di viaggio da lui acquistato (direttamente o tramite un’agenzia di viaggi, che svolge il ruolo dell’intermediario nella vendita). Il mancato godimento della vacanza si configura, dunque, come un danno strettamente legato all’inesatta ovvero alla mancata esecuzione delle obbligazioni derivanti dal contratto di vendita del pacchetto turistico, che legittima il turista a richiedere il risarcimento.Innanzitutto la Corte si è pronunciata in maniera positiva su una questione centrale: nell’ipotesi di inadempimento o inesatta esecuzione del contratto rientrante nella disciplina che regola i “pacchetti turistici”, il danno non patrimoniale da vacanza rovinata – inteso quale pregiudizio conseguente alla lesione dell’interesse del turista di godere pienamente del viaggio organizzato come occasione di piacere e di riposo, e quindi, quando non vengano in rilievo lesioni all’integrità psicofisica tutelate dall’art. 32 Cost. – è risarcibile ai sensi dell’art. 2059 cod. civ. (“il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge”).Sono, infatti, due le voci di danno da prendere in considerazione: il pregiudizio economico (gli esborsi ulteriori sostenuti dal viaggiatore) ed il danno morale dovuto alla delusione ed allo stress subiti a causa del disservizio.La Corte ha ricordato che il fondamento è proprio nella c.d. vacanza rovinata (Cass. 4 marzo 2010, n. 5189) e che, la stessa Corte di Cassazione, con sentenza 20 marzo 2012, n. 4372, ha cassato una decisione che lo aveva negato, affermando che la risarcibilità di tale danno “è prevista dalla legge, oltre che costantemente predicata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea“.Infatti, la Corte di Giustizia, già nel 2002 (sentenza 12 marzo 2002, n. 168), pronunciandosi in via pregiudiziale sull’interpretazione dell’art. 5 della direttiva sui pacchetti turistici (n. 90/314/CEE), aveva affermato che il suddetto articolo “deve essere interpretato nel senso che in linea di principio il consumatore ha diritto al risarcimento del danno morale derivante dall’inadempimento o dalla cattiva esecuzione delle prestazioni fornite in occasione di un viaggio tutto compreso”, mettendo in evidenza che nel settore dei viaggi turistici si segnalano spesso “danni diversi da quelli corporali”, “al di là dell’indennizzo delle sofferenze fisiche” e che “tutti gli ordinamenti giuridici moderni (riconoscono)..un’importanza sempre maggiore alle vacanze”.Ma con questa sentenza la Cassazione ha fatto un ulteriore passo in avanti, ritenendo sufficiente la prova fornita dai turisti circa l’inadempimento dell’operatore turistico e, in conseguenza di ciò, ha accolto anche la richiesta di risarcimento del danno morale (oltre a quello patrimoniale).Una questione pratica di non scarsa rilevanza attiene alla convenienza o meno di chiamare in giudizio solo il tour operator o anche l’agenzia di viaggi. Ci sono sentenze che hanno affermato che si instaura un rapporto trilaterale tra consumatore, agenzia di viaggi (intermediario) e tour operator (organizzatore).
Come scelta difensiva, si ritiene consigliabile chiamare entrambi i soggetti.Ai fini pratici, quindi, cosa può e deve fare il consumatore nel caso in cui uno dei servizi prenotati manchi in tutto o in parte o sia sensibilmente differente da quanto promesso?Il consumatore dovrà fare un reclamo immediatamente (mandando subito un fax o una PEC all’agenzia di viaggi o al tour operator) contestando la prestazione non conforme al contratto. Questo per consentire all’agenzia e all’operatore di porre rimedio tempestivamente. Successivamente, una volta rientrato, se non è stato posto rimedio, si dovrà procedere con reclamo formale per raccomandata a/r, chiedendo anche i danni.Infatti, un problema, ormai superato dalla giurisprudenza, ha riguardato l’art. 98 cod. cons. cioè il termine per il reclamo che il consumatore deve inoltrare al tour operator o all’agenzia. L’art. 98 cod. cons., ora art. 46 del cod.tur., infatti recita:
1. Ogni mancanza nell’esecuzione del contratto deve essere contestata dal turista, mediante tempestiva presentazione di reclamo affinché l’organizzatore, il suo rappresentante locale o l’accompagnatore vi pongano tempestivamente rimedio.
2. Il turista può altresì sporgere reclamo mediante l’invio di raccomandata o di altri mezzi che garantiscono la prova dell’avvenuto ricevimento, all’organizzatore o all’intermediario, entro dieci giorni lavorativi dalla data di rientro nel luogo di partenza.
Si era posto quindi un problema di interpretazione, perché nel primo comma è previsto che ogni contestazione debba essere effettuata senza ritardo mentre nel secondo comma c’è il termine di dieci giorni.
La giurisprudenza ha ritenuto che l’art. 98 comma 1 è applicabile nel momento in cui il consumatore debba contestare un singolo inadempimento del pacchetto turistico (ad es. suite con idromassaggio, la suite c’è ma manca la vasca idromassaggio), quindi si riferisce ad un singolo inadempimento e all’inesatta esecuzione del contratto. In tal caso, il consumatore deve tempestivamente contestare tale circostanza perché deve dare la possibilità al tour operator e all’agenzia di viaggi di poter adempiere e quindi offrire un’alternativa al consumatore insoddisfatto.
Diverso è il caso del consumatore che agisce per il risarcimento del danno da vacanza rovinata previsto dal secondo comma. Il termine di dieci giorni, secondo l’orientamento della Suprema Corte di Cassazione -che sul punto si è espressa in senso favorevole al consumatore (cfr. Cass. 297/2011)- non rappresenta un termine di decadenza dal diritto ad essere risarciti. Di conseguenza, la contestazione può essere successiva a condizione che avvenga entro il termine di tre anni per danni alla persona. Se però l’inadempimento attiene il servizio di trasporto, il termine di prescrizione è di 18 o 12 mesi a seconda se si tratta, rispettivamente, di danni alla persona o alle cose (trovando applicazione in tal caso la regola generale di cui all’art. 2951 c.c.).
Pertanto, l’omessa presentazione del reclamo non pregiudica la possibilità di esperire la domanda giudiziale di risarcimento, ma potrà al massimo essere posta a fondamento di un presunto concorso di colpa da parte del turista danneggiato, ai sensi dell’art. 1227 del Codice Civile. (Smeralda Cappetti, legale Aduc)
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Corruzione e pubblica amministrazione
Posted by fidest press agency su giovedì, 19 marzo 2015
Secondo un’indagine del Censis, piu’ di 4 milioni di italiani sono ricorsi ad una raccomandazione per ottenere un’autorizzazione o accelerare una pratica; e 800 mila di questi avrebbero pagato una mazzetta. Si tratta di dati che riteniamo bassi perche’, per quanto sofisticati e anonimi possano essere stati i metodi del Censis per raccoglierli, si tratta comunque di informazioni che l’utente medio di un servizio della Pubblica Amministrazione sarebbe recalcitrante a fornire, non per disonesta’ congenita’ di questo cittadino ma per disaffezione diffusa nei confronti di tutto cio’ possa avere a che fare con lo Stato: discorso medio: “a che serve, tanto non cambia nulla, anzi, magari peggiora per il mio prossimo certificato…”. Non ce ne vogliano i presunti alfieri della legalita’, ma pur se non ci siamo rassegnati nel sognare e operare per un Paese in cui i numeri del Censis possano essere ancora piu’ microscopici, non siamo in grado di cancellare dalle nostre osservazioni quello che tocchiamo con mano vibrante tutti i giorni, grazie alle centinaia di segnalazioni e testimonianze che i cittadini ci fanno. Abbiamo quindi sviluppato un’analisi, quella della riduzione del danno. Che non e’ solo quella che ogni utente medio fa su stesso facendosi raccomandare o pagando una tangente per avere meno danni dai blocchi e dalla lentezza della Pubblica Amministrazione, ma potrebbe essere anche quella di concepire meccanismi diversi di funzionamento di questa amministrazione: la legalizzazione della mazzetta, che dovrebbe ovviamente chiamarsi in modo diverso; ma che potrebbe entrare nei bilanci di previsione del cittadino medio che ha bisogno di un’autorizzazione o di un certificato senza penare mesi e mesi e code e contro-code. Anche questa legalizzazione rientrerebbe nella riduzione del danno. Quella che uno Stato fa su se stesso: la presa d’atto della propria incapacita’ di essere al totale servizio dei cittadini basandosi solo su principi di lealta’ e fede di servizio, basandosi solo sugli stipendi che da’ ai propri impiegati e funzionari. Uno Stato che, finalmente senza ipocrisia verso se stesso e i propri amministrati, stabilisce che i suoi addetti al funzionamento debbano e possano far pagare il proprio servizio in virtu’ di una loro libera contrattazione con l’utente. Un modo questo (con certi limiti) di poter anche contenere gli stipendi di questi dipendenti.
Non sarebbe una grande novita’, visto che anche oggi se, per esempio, si vuole un qualche certificato con una certa urgenza, si deve pagare di piu’. Solo che, mentre oggi questi soldi delle urgenze vanno nelle casse dello Stato, con la legalizzazione della mazzetta questi importi sarebbero appannaggio dei singoli impiegati/funzionari e della loro capacita’ di contrattazione. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)
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Sì al danno esistenziale anche in assenza del biologico
Posted by fidest press agency su venerdì, 17 gennaio 2014
Importantissima sentenza della Corte di Cassazione in materia di risarcibilità di danni ed in particolare del danno alla vita di relazione. Dopo le famose sentenze del 2010 che avevano messo in discussione questa voce di danno, arriva la sentenza n. 531 del 14 gennaio 2014 della Suprema Corte che stabilisce come il pregiudizio esistenziale possa essere liquidato anche in assenza di danno biologico.
Per la corte di legittimità il giudice è quindi tenuto a riconoscere il risarcimento alla famiglia della vittima quando l’incidente, che nella fattispecie era avvenuto sul lavoro, ha alterato profondamente l’assetto dei rapporti personali.
I giudici della terza sezione civile, nel caso di specie hanno rigettato il ricorso di una ditta individuale che era stata condannata a risarcire la famiglia di un giovane operaio che era rimasto gravemente ferito in seguito a una rovinosa caduta da un’impalcatura. Nonostante l’archiviazione in sede penale sia i giudici di merito, che infine quelli di legittimità con la decisione in questione, hanno confermato il risarcimento del danno morale ed esistenziale.
È a dir poco interessante la lunga motivazione, con cui i giudici di Piazza Cavour hanno chiarito, con una sentenza la cui portata, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, segna un a dir poco significativa nuova riapertura circa il dibattito sul danno alla vita di relazione o esistenziale che dir si voglia, che «la mancanza di danno biologico (qual è stato ritenuto, nella specie, per i due genitori) non esclude la configurabilità in astratto di un danno morale soggettivo (da sofferenza interiore) e di un danno dinamicorelazionale, quale conseguenza, autonoma, della lesione medicalmente accertabile, che si colloca e si dipana nella sfera dinamico-relazionale del soggetto». E, nel caso in cui il fatto lesivo abbia profondamente alterato il complessivo assetto dei rapporti personali all’interno della famiglia, provocando, come è stato ritenuto nella fattispecie, una «rimarchevole dilatazione dei bisogni e dei doveri ed una determinante riduzione, se non annullamento, delle positività che dal rapporto parentale derivano, il danno non patrimoniale consistente nello sconvolgimento delle abitudini di vita del genitore in relazione all’esigenza di provvedere perennemente ai (niente affatto ordinari) bisogni del figlio, sopravvissuto a lesioni seriamente invalidanti, deve senz’altro trovare ristoro nell’ambito della tutela ulteriore apprestata dall’art. 2059 cod. civ. in caso di lesione di un interesse della persona costituzionalmente protetto».
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La Cassazione riconosce nuovamente il danno «esistenziale»
Posted by fidest press agency su giovedì, 8 agosto 2013
In caso di sinistro mortale ai congiunti superstiti si presume come voce di danno a prescindere da quello morale La morte di una persona cara costituisce di per sé un fatto noto dal quale desumere che i familiari più stretti hanno patito una sofferenza tale da cambiare la loro vita
Un’importante inversione di rotta nella giurisprudenza della Suprema Corte, si spera definitiva, che s’inserisce nel dibattito giurisprudenziale e dottrinario circa l’ammissibilità di voci di danno diverse dal “biologico” e dal “morale”, seppure non autonome, nella categoria di quello non patrimoniale. Per tali ragioni Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene doveroso segnalare la sentenza 18659/13, pubblicata il 6 agosto dalla Corte di Cassazione. I giudici della terza sezione civile, partendo dall’assunto che il danno esistenziale non costituisce una «categoria autonoma» di pregiudizio non patrimoniale, ma resta comunque «un sintagma ampiamente invalso nella prassi giudiziaria», ritengono che questo tipo di lesione dev’essere risarcita ai congiunti della vittima del sinistro stradale anche se in loro favore è stato riconosciuto anche il danno morale, laddove quest’ultima voce non sia espressamente estesa anche ai profili relazionali, ma risulti limitata a compensare il patema d’animo conseguente al sinistro. In tal senso, gli ermellini rilevano una circostanza che dovrebbe ritenersi inequivocabile, ma che forse una giurisprudenza troppo restrittiva aveva escluso, ossia che la morte di una persona cara costituisce di per sé un fatto noto dal quale desumere secondo quanto stabilito dall’articolo 2727 del codice civile, che i parenti di chi è morto nell’incidente stradale hanno patito una sofferenza interiore tale da cambiar loro la vita e a indurli quindi a scelte esistenziali che diversamente non avrebbero compiuto. E nella causa per il risarcimento spetta al danneggiante dimostrare l’inesistenza di un pregiudizio siffatto. Nel dettaglio, é stato rigettato il motivo di ricorso incidentale proposto dall’assicurazione contro la liquidazione del danno esistenziale in favore di genitori e fratelli del giovane che era deceduto a causa di un’assurda gara fra automobilisti su una strada di provincia, sfida improvvisata alla quale era del tutto estranea l’incolpevole vittima. Nella fattispecie, risulta confermata la sentenza della Corte d’Appello che aveva riformato la sentenza di primo grado per l’appunto riconoscendo ai congiunti superstiti della vittima del sinistro anche il danno esistenziale. L’atto di citazione nel quale era stato richiesto il risarcimento di «tutti i danni», fra i quali quelli «materiali, biologici e morali» ha fatto rientrare anche quella voce nel petitum. In tal senso, stabiliscono i giudici del Palazzaccio, non conta che gli attori abbiano domandato soltanto in sede di conclusioni il cosiddetto “danno esistenziale”. É sufficiente chiedere prima il risarcimento di tutti i danni e poi specificare in corso di causa i peculiari aspetti che tali pregiudizi hanno assunto nel caso particolare. Bocciata, quindi, l’eccezione della compagnia assicurativa circa la mancata prova del danno esistenziale. L’uccisione di un parente a causa di un incidente stradale determina il danno non patrimoniale nei confronti dei prossimi congiunti. Significativa, peraltro, é la motivazione dei giudici di Piazza Cavour nello spiegare che la lesione del vincolo parentale viola il diritto all’intangibilità della sfera degli affetti reciproci e della solidarietà che connota la famiglia nucleare; si tratta, infatti, di un valore protetto dalla Costituzione laddove la comunità familiare costituisce il luogo dove si esplica la personalità di ciascuno attraverso la quotidianità della vita.In definitiva: il danno esistenziale costituito dall’alterazione delle abitudini di vita da parte degli stretti congiunti si presume, senza necessità di dimostrare caso per caso l’intensità dell’affetto. Ma v’é di più: doveva essere l’assicurazione a fornire la prova contraria.
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Spread a danno del popolo italiano
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 dicembre 2011
“Chiarissimo Professor Monti, se oggi i giovani e i non giovani si trovano quasi nell’impossibilità di trovare lavoro e iniziano a lavorare, forse, a 30-35 anni; se si vedono innalzare l’età contributiva a 41-42 anni; e se si sommano questi due dati si ottiene che un lavoratore andrebbe in pensione a circa 75 anni; e si considera che l’età media, in Italia, è di 74-76 anni; esaminati questi dati, ecco il risultato: si tutelano i conti economici e delle Banche a danno del futuro dei nostri giovani. Così l’On. Scilipoti, segretario politico del Movimento di Responsabilità Nazionale, in riferimento alla manovra economica di 30 miliardi. “Questo Governo, che non è espressione del Popolo Sovrano – continua il deputato MRN – aumenta l’IVA, ripropone il ritorno (maggiorato) dell’ICI, aumenta i nuovi estimi catastali a + 60 %, ma non taglia tutti gli enti inutili che gravano come un macigno sul bilancio dello Stato”. “Bisogna invece chiudere immediatamente tutti gli enti inutili – conclude l’On. Scilipoti – eliminare l’ICI sulla prima casa e dare più soldi a chi lavora”. (Dott. Giuseppe Cuschera)
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Alitalia: risarcimenti piccoli azionisti
Posted by fidest press agency su sabato, 8 ottobre 2011
La nebulosa vicenda inerente la privatizzazione di Alitalia, che per dirla a parole del capofila degli interessati, l’avvocato leccese Francesco Toto, sarebbe “la truffa del secolo magistralmente organizzata dall’on. Silvio Berlusconi in danno dei cittadini” non convince nessuno, men che meno moltissimi piccoli risparmiatori che investirono tutto dando fiducia alle promesse dell’allora premier in pectore on. Berlusconi alla vigilia delle scorse elezioni politiche del 2008 e che dopo la (a dir poco) farraginosa operazione si ritrovarono con un pugno di mosche in mano al posto delle azioni possedute e quindi dei risparmi investiti. È di poco inferiore a 25.000.000,00 di euro la somma che decine di azionisti di minoranza, rappresentati e difesi dall’avvocato Francesco D’Agata e dallo stesso avvocato Francesco Toto (anch’egli azionista Alitalia), chiedono all’on. Silvio Berlusconi, ed ora anche in solido al Ministero dell’Economia e delle Finanze, a titolo di risarcimento dei danni subiti per il ritenuto illecito smembramento ed il sostanziale fallimento dell’ex compagnia aerea di Stato. I legali hanno deciso di ricorrere all’istituto della mediazione introdotto di recente dal decreto legislativo 28/2010 sotto la forte spinta dell’ex Ministro di Giustizia on. Angelino Alfano, ed hanno provveduto a depositare le dettagliatissime e motivate istanze presso la sede di Lecce del “Centro Nazionale di Mediazione e Conciliazione –Aprile Group S.r.l.”. La questione, come è noto, si dipana tra un processo civile incardinato nel 2009 innanzi al tribunale monocratico di Lecce ed una denuncia-querela, trasmessa per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Roma (che attende udienza innanzi al GIP per la prevista discussione in camera di consiglio), nei confronti del premier Berlusconi, proposta dall’avv. Francesco Toto. Il mediatore incaricato di gestire la controversia, dott. Massimo Aprile, ha già fatto sapere che già da oggi provvederà a convocare le parti per l’incontro che quasi certamente si terrà entro la fine del mese corrente.
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Statua Wojtyla: I danni
Posted by fidest press agency su sabato, 1 ottobre 2011
Il Sovrintendente di Roma, Umberto Broccoli, ha seguito personalmente le verifiche effettuate dai tecnici della Sovrintendenza sulla statua dedicata a Wojtyla poco tempo dopo l’avvenuto sfregio. L’area è stata messa subito in sicurezza e la scritta, al momento, è stata coperta. Lunedì il restauratore procederà ad un piccolo intervento di restauro a pulizia. «Ringrazio le unità operative del decoro urbano, la Polizia Roma Capitale ed il servizio controllo e monitoraggio della Sovrintendenza, che si è rivelato efficace ancora una volta per la tutela delle opere d’arte. Come hanno dimostrato le immagini riprese dalle telecamere della Sala Sistema Roma, immediatamente consegnate alla Polizia Scientifica e alla Polizia Roma Capitale, quello operato ai danni della statua è un atto vandalico che, compiuto in meno di due secondi, viene recuperato con interventi accurati i cui costi gravano sulle casse di Roma Capitale e, dunque, sulle tasche dei cittadini» lo ha dichiarato il Sovrintendente ai Beni culturali di Roma Capitale, Umberto Broccoli.
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Costi politica: rinvio tattico
Posted by fidest press agency su sabato, 2 luglio 2011
“Abbattere i costi della politica? Dopo gli annunci strombazzati, il governo ha rinviato, sine die. Così come il goloso che rimanda la dieta sempre al lunedì, di non si sa bene quale anno però” lo dichiarano in una nota congiunta, Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo IDV alla Camera e Silvana Mura, deputata di IDV e membro dell’ufficio di presidenza. “Al danno, però, si aggiunge la beffa visto che, per tagliare quello che tutti sanno, vogliono addirittura istituire un’apposita commissione che potrebbe avere i suoi costi, come da tradizione “italica” aggiungono. “Il Pdl ha anche preteso il rinvio dell’esame del bilancio della Camera, per il quale Italia dei Valori aveva predisposto 4 ordini del giorno: Abolizione dei vitalizi degli ex deputati; rilevazione delle presenze dei deputati in commissione ai fini del calcolo della diaria; abolizione di tutte le auto blu della Camera dei Deputati, con l’esclusione di quella in dotazione al presidente della Camera, Gianfranco Fini; pubblicazione da parte dei gruppi parlamentari dei rendiconti relativi ai contributi ottenuti dalla Camera. Ovviamente, a luogo e tempo debito torneremo alla carica” spiegano Borghesi e Mura. “Intanto li sfidiamo sul primo vero provvedimento di tagli ai costi della politica, presentato da IDV e che sarà discusso martedì prossimo, ovvero, l’abolizione delle province. Sarà il primo vero banco di prova della volontà non solo della maggioranza ma di tutto il Parlamento a fare qualcosa di concreto sul fronte dei costi della politica” concludono Borghesi e Mura.
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Turismo: perplessità sul nuovo codice
Posted by fidest press agency su martedì, 21 giugno 2011
“Un minestrone di norme che forse complicherà la vita dei consumatori”. E’ questo il giudizio di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’ Unione Nazionale Consumatori (UNC), in riferimento all’entrata in vigore, il 21 giugno, del decreto legislativo n. 79 del 23 maggio 2011, il così detto Codice del turismo. “Tra le novità più attese avrebbe dovuto esserci il riconoscimento per danno da vacanza rovinata -afferma il Segretario generale- ma si tratta di un bluff: per essere risarciti il tour operator dovrà averla fatta davvero grossa e non è tutto. Il risarcimento sarà correlato al tempo di vacanza inutilmente trascorso e all’irripetibilità dell’occasione perduta, tenendo conto della motivazione del viaggio: ciò significa che sarà più difficile rispetto al passato ottenere il risarcimento da disservizi turistici”. “Si è tentato di fare chiarezza in un settore che, nonostante la crisi, dovrebbe restare il motore del nostro Paese -conclude l’avvocato Dona- ma il Ministro Brambilla si è affidata a redattori troppo fantasiosi, invece di consultare le parti interessate. Adesso attendiamo con preoccupazione l’estate 2011 che sarà il banco di prova perfetto per il nuovo regolamento”. Ricordiamo che al Turismo è dedicata una sezione del progetto “Guarda che ti riguarda” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico.
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Poste: domande di conciliazione
Posted by fidest press agency su sabato, 18 giugno 2011
Al via il Tavolo di Conciliazione. Poste Italiane ha definito d’intesa con le Associazioni dei consumatori modalità e tempi per la presentazione delle domande di conciliazione per il rimborso a favore dei cittadini che hanno subito danni a causa dei problemi informatici avvenuti nei giorni scorsi negli uffici postali. La procedura di conciliazione sarà gratuita. L’azienda ha confermato ai rappresentanti dei consumatori la propria volontà di riconoscere un rimborso a tutti coloro che abbiano subito un danno documentabile tra il 1° e il 10 giugno. Poste Italiane e le Associazioni hanno fissato i termini di presentazione delle domande di conciliazione: i cittadini potranno richiedere il rimborso a partire dal 1° luglio fino al 31 dicembre prossimi consegnando le domande direttamente negli uffici postali o presso le Associazioni dei consumatori. I moduli saranno a disposizione negli uffici postali, presso le sedi delle associazioni e potranno essere scaricati dal sito http://www.poste.it. e da quelli delle stesse associazioni. Le richieste saranno poi valutate caso per caso al tavolo di Conciliazione che sarà composto da un rappresentante dell’azienda e dal rappresentante dell’Associazioni scelta dal cliente. Al termine del dibattito, Poste Italiane ha preso atto delle richieste presentate dalle Associazioni dei consumatori e si è offerta di formulare una serie di proposte da riservare ai pensionati come ulteriore gesto di attenzione dell’azienda verso questa fascia di clientela. Le associazioni che hanno siglato l’accordo sono:
Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Arco, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori.
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Mancata tutela risparmiatori obbligazioni argentine
Posted by fidest press agency su sabato, 12 marzo 2011
“Dopo nove anni, ci sono ancora 80.000 cittadini italiani che subiscono il grave comportamento della Repubblica Argentina, ostinata a non far fronte ai suoi doveri di civiltà”. Così il segretario nazionale del Movimento di Responsabilità Nazionale, On. Dott. Domenico Scilipoti, in riferimento al grave danno perpetrato colpevolmente dall’Argentina e subito dai singoli cittadini ma anche dal sistema Italia, nel suo insieme, per più di 20 Miliardi di Euro, con le obbligazioni argentine. E prosegue dicendo: “370.000 italiani hanno scambiato i titoli nel 2005 e 2010, non perché le offerte fossero minimamente accettabili, ma perché minacciati a non poter fruire più di alcun miglioramento ed abbandonati da ogni istituzione pubblica e privata, cedendo quindi solo alla disperazione”. “Si ha notizia – prosegue l’On. Scilipoti – che il Ministro degli Affari Esteri On. Frattini si appresti, a fine Marzo, a visitare Buenos Aires per il ristabilimento dei rapporti sospesi, pensando, in modo errato, che la soluzione delle obbligazioni argentine sia avviata, ma é assolutamente il contrario. E’ doveroso pensare che una nazione, come l’Argentina, con 38 milioni di abitanti, un territorio 9 volte l’Italia, pari a tutta l’Europa Unita, con risorse naturali immense in tutti i campi, con oltre il 90% di persone di origine europea, non possa minimamente essere perdonata per la sua volontà di non pagare e non per l’impossibilità a farlo. Infatti ha, tra l’altro, più di 50 miliardi di dollari nella Banca BIS di Basilea. Si deve ricordare che vi sono numerose sentenze definitive contro l’Argentina e da essa non rispettate, a favore di nostri cittadini e nostre Società presso tribunali con giurisdizioni scelte da quel paese, come la Corte Costituzionale di Germania, la Corte di Appello di Francoforte, la Corte di Appello di New York ed il Tribunale Arbitrale ICSID della Banca Mondiale a Washington”. Conclude l’On. Scilipoti (MRN): “E’ doveroso intervenire in tutte le sedi opportune, ad iniziare da quelle diplomatiche, e con adeguati modi severi, affinché questa vergognosa ingiustizia venga a cessare, cominciando con il prospettare la sua espulsione dal G-20, dove si rispettano le regole, e con il pretendere che vengano pagati i paesi del Club di Parigi, tra cui l’Italia”.
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