Roma Sabato 22 aprile alle 21 Domenica 23 aprile alle 18 presso Isola 104 Via Dante De Blasi 104 A cura di e con Laura Nardi Collaborazione artistica di Simone Faucci e Amandio Pinheiro. Consulenza storica e antropologica di Elio De Michele e Roberta Tucci. Marionette di Francesca Turrini. “Il diario di Irene Bernasconi” è uno spettacolo tratto dal diario omonimo, pubblicato all’interno del libro “I granci della marana. Irene Bernasconi e la Casa dei Bambini di Palidoro”, a cura di Elio Di Michele, autore insieme a Lorenzo Cantatore, Ezio Di Genesio Pagliuca, Hilda Girardet, Marta Mattiuzzo, Nina Quarenghi, Laura Rossin, Egildo Spada e Marcello Teodonio (Edizione Il Formichiere).Irene Bernasconi è una piccola maestra del Canton Ticino, formatasi a Ginevra con educatori come Claparède, uno dei massimi pedagogisti tra ‘800 e ‘900 e “patentata” presso l’Unione Femminile di Milano nel nuovissimo Metodo Montessori.Nel dicembre del 1915, a 29 anni, Irene lascia “la famiglia cara” e il patrio Ticino, “spinta da un sentimento umanitario” per fare scuola “in un posto dove non voleva andare nessuno, fra gente primitiva, bisognosa d’affetto; fra bambini anche sporchi, scalzi, stracciati: bambini vicini alla terra”, nella “Casa dei bambini secondo il metodo Montessori” di Palidoro.I suoi piccoli scolari sono figlie e figli dei guitti, popolazione semi nomade, veri paria della campagna, i più umili, i più sfruttati, i più miserabili lavoratori della terra, che, lasciate le case della Ciociaria, giungevano a Palidoro in autunno per poi fuggirsene all’inizio dell’estate, scacciati dallo spettro della temibile malaria. Il suo diario rappresenta uno straordinario e sconosciuto documento storico, prova del grande laboratorio pedagogico quale sono state le scuole dei contadini dell’Agro Romano a cui hanno partecipato nomi illustri – mariologi, intellettuali e educatori – quali Angelo Celli, Sibilla Aleramo, Ettore Marchiafava, Giambattista Grassi, Alessandro Marcucci.
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Il diario di Irene Bernasconi
Posted by fidest press agency su martedì, 18 aprile 2023
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Teatro: Il diario di Anne Frank
Posted by fidest press agency su giovedì, 19 gennaio 2023
Roma dal 27 gennaio al 12 febbraio 2023 Teatro Belli piazza Santa Apollonia, 11a orario spettacoli venerdì ore 21,00 sabato ore 19.00, domenica ore 17,30. Prezzi: Interi € 20,00 – Ridotti € 15,00. Dopo il grandissimo successo del suo debutto nel gennaio 2020, torna in scena per il terzo anno consecutivo con la regia di Caro Emilio Lerici. La vicenda inizia con Otto Frank, unico sopravvissuto, che ritrova nella soffitta il Diario tenuto da sua figlia Anne (Raffaella Alterio). Mentre inizia a leggere, come evocate dalle pagine del Diario, riprendono vita le vicende della famiglia Frank nella Amsterdam occupata dai nazisti. E’ il 1942: la famiglia Frank è ebrea, e i tedeschi danno la caccia agli ebrei di casa in casa. Prima del tragico finale, Anne vivrà due anni nel rifugio segreto, vedendo il cielo solo la notte, da una piccola finestra, con la compagnia della sua famiglia, della famiglia Van Daan e del dottor Dussel. Con una scenografia che si sviluppa su due livelli e quattro ambienti, lo spettacolo è strutturato come un lungo piano sequenza, in cui i dieci attori ci raccontano, in una coralità scenica e narrativa, la loro quotidianità, in un sottile confine ed equilibrio tra tragedia e leggerezza. Le circostanze, inusuali e inimmaginabili, mostrano caratteri diversi e contrastanti, egoismi e simpatie, paura e speranza, e lo sbocciare di un giovane amore. E anche se la fine è imminente e certa, fino all’ultimo Anne conserva la sua voglia di vivere e la sua fiducia nell’umanità: «…continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo…» In scena, insieme a Raffaella Alterio, Roberto Attias, Francesca Bianco, Eleonora Tosto, Beatrice Coppolino, Vinicio Argirò, Tonino Tosto, Susy Sergiacomo, Fabrizio Bordignon e Roberto Baldassari. I commoventi canti tradizionali ebraici che accompagnano la vicenda sono cantati da Eleonora Tosto. Considerato uno dei capolavori del teatro del ‘900, e Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1956, Il Diario di Anne Frank, nel suo debutto al Teatro Belli nel 2020, ha registrato un grandissimo successo di pubblico e di critica, e un successo di particolare rilievo soprattutto negli oltre 2500 studenti delle scuole di Roma e provincia che vi hanno assistito.Lo spettacolo ha ricevuto il patrocinio dalle principali istituzioni ebraiche: UCEI – Unione della Comunità Ebraiche Italiane, Fondazione Museo della Shoah, Centro Ebraico Italiano “G. E. V. Pitigliani”, l’Associazione Progetto Memoria, l’Associazione Figli della Shoah e il MEIS, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
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“Irene F. Diario di una borderline – 10 anni dopo”
Posted by fidest press agency su sabato, 6 novembre 2021
E’ il sequel del precedente, fortunato romanzo di Cardi “Irene F. Diario di una borderline”, uscito nella prima edizione italiana nel 2011. Irene F. Diario di una borderline negli ultimi 10 anni è stato tradotto e pubblicato all’estero (Spagna, Argentina, Canada, Francia) e presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica.Esattamente 10 anni dopo, sbarca in libreria – il 4 novembre 2021, pubblicato da Santelli Edizioni, distribuito da Messaggerie Libri – il sequel di “Irene F. Diario di una borderline”: “Irene F. Diario di una borderline – 10 anni dopo” è il decimo romanzo di Eugenio Cardi ed è un romanzo (liberamente tratto da una storia vera) di denuncia sociale contro il triste e diffusissimo fenomeno dell’abuso sessuale infantile (da statistiche, per almeno l’80% dei casi l’abuso sessuale infantile/minorile accade tra le pareti domestiche per mano di uno strettissimo familiare). Sia il primo romanzo che il sequel, pongono l’accento sul rapporto causa/effetto esistente tra l’abuso sessuale infantile e l’insorgenza di un disturbo di personalità, rapporto oramai alquanto acclarato nell’ambito psichiatrico. La storia di Irene F. è incredibilmente simile a quella di molte altre donne e a quella di Valérie Bacot, processata per aver ucciso con un sol colpo di pistola il suo patrigno Daniel Polette, patrigno che nel corso di lunghissimi e tormentati anni aveva costretto Valérie a subire abusi sessuali e violenze di ogni genere, giungendo perfino a costringerla a prostituirsi. Valérie, che rischiava l’ergastolo, è uscita trionfalmente pochissimo tempo fa tra gli applausi degli astanti dall’aula di tribunale nel quale si svolgeva il processo. Irene F. proviene da una famiglia della media borghesia torinese: un padre disadattato e alcolista, una madre fredda e anaffettiva, un fratello minore di un paio d’anni. Nel momento in cui il padre viene a mancare anzitempo il patrigno si inserisce nel nucleo familiare riuscendo a penetrare le deboli difese di Irene, la quale ritiene di poter consumare così, ovvero concedendo il proprio corpo al patrigno abusante, la sua amara vendetta nei confronti della madre. Il romanzo di Cardi vede la prefazione di Alessandro Antinelli, giornalista e telecronista RAI che abbiamo avuto modo di apprezzare professionalmente durante gli ultimi campionati di calcio europei trionfalmente vinti dalla Nazionale di calcio italiana.
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Hildegard De Stefano: Diario musicale
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 marzo 2021
Collana le Onde, pp. 122, 12 euro. Da una straordinaria violinista, formatasi tra Milano e Vienna, e protagonista della serie La Compagnia del cigno, una straordinaria testimonianza in prima persona del potere della musica e della sua capacità di cambiarci la vita. In contemporanea, un album musicale omonimo. “La Scuola Civica, qualche anno prima di venire ammessa in Conservatorio. Piccola, ero venuta a prendere mia sorella con nostra madre. Un Maestro era entrato nella stanza e aveva appoggiato con cura sul pianoforte un violino rosso scuro, segnato in più punti. Lui e l’altro insegnante lo guardavano con devozione. Uno strumento francese vecchio di più di due secoli. Un oggetto che guardavo con timore, simile a un animale morto, a un fossile. I riccioli parevano ora la testa di un serpente, ora una lingua srotolata dalla gola di una creatura mostruosa, ora degli occhi ciechi. Poi il Maestro lo aveva imbracciato e aveva suonato due lunghe note. Il fossile sapeva cantare! Il suono ti apriva qualcosa nel petto, poco sotto il cuore. La bambina si chiedeva se era l’uomo capace di produrre quella meraviglia o il violino. Forse l’arco, che tracciava l’aria con quel gesto? Avrei compreso solo molti anni dopo. Lo strumento contiene il canto, le mani del musicista sanno liberarlo.” – Hildegard De Stefano
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Renia Spiegel, Elizabeth Bellak, Il diario di Renia 1939 – 1942
Posted by fidest press agency su martedì, 26 gennaio 2021
«Ho solo voglia di un amico. Di qualcuno a cui poter parlare delle mie inquietudini e gioie quotidiane. Qualcuno che provi quel che provo io, che creda a quel che gli dico e non riveli mai i miei segreti. Nessuna persona potrebbe mai essere un’amica così, ed è per questo che ho deciso di cercare un confidente sotto forma di diario».Inizia così uno dei più straordinari e importanti documenti storici sulla Shoah, rinvenuto in una cassetta di sicurezza, dove è stato custodito per settant’anni. Pagine dense delle riflessioni di una ragazza, Renia Spiegel, nata il 18 giugno 1924 a Uhryn´kowce, nella Polonia sudorientale, da una famiglia ebrea di estrazione borghese. (Neri Pozza Editore)
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Tahar Ben Jelloun: Diario di un criminologo
Posted by fidest press agency su giovedì, 30 aprile 2020
Collana gli Squali, trad. Egi Volterrani, pp. 56, euro 1.99 (La Nave di Teseo editore) “Questo è il mio lavoro. Faccio il criminologo. Arrivo dopo la morte, più veloce dei becchini, più calmo della polizia, più sereno dei parenti della vittima.”Il protagonista di questa storia è un uomo giusto, o almeno spera di esserlo, perché in terra di Camorra le parole hanno la stessa importanza delle azioni che si compiono. Nelle strade di un’infanzia senza innocenza, intrappolata nella violenza, dove la scuola non riesce a salvare tutti, fare il criminologo significa vivere quotidianamente il peso dell’ingiustizia. Analizzare la scena di un delitto, interrogare un baby-killer, quando si può morire per pochi soldi o per sbaglio, significa non perdere il coraggio e la speranza.
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Renia Spiegel: Il diario di Renia 1939 – 1943
Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019
(In uscita il 23 gennaio) Renia Spiegel nacque il 18 giugno 1924 a Uhryn´kowce, da una famiglia ebrea di estrazione borghese, e crebbe nella tenuta di suo padre sul fiume Dniester vicino al vecchio confine rumeno, insieme a una sorella di otto anni più giovane di lei, Ariana.
Nell’agosto 1939, a seguito dell’invasione nazista della Polonia, Renia venne separata dalla madre e dalla sorella Ariana, che si rifugiarono a Varsavia, e si trasferì nel piccolo appartamento dei nonni a Przemys´l. Mentre la guerra infuriava, Renia iniziò un diario: «Ho solo voglia di un amico. Di qualcuno a cui poter parlare delle mie inquietudini e gioie quotidiane. Qualcuno che provi quel che provo io, che creda a quel che gli dico e non riveli mai i miei segreti. Nessuna persona potrebbe mai essere un’amica così, ed è per questo che ho deciso di cercare un confidente sotto forma di diario».
Inizia così un documento straordinario, in cui vengono raccolte le speranze e i sogni di una ragazza adolescente: dalle banali vicissitudini di scuola ai segreti con le amiche, fino all’amore per Zygmunt Schwarzer, figlio di un importante medico ebreo.
Quando nel luglio 1942 venne istituito il ghetto di Przemys´l, Renia vi si trasferì insieme ad altri 24.000 ebrei. Dopo circa due settimane, Schwarzer fece evadere segretamente Renia dal ghetto e nascose lei e i suoi genitori nella soffitta della casa di uno zio, per aiutarli a evitare la deportazione nei campi di concentramento. Successivamente un informatore anonimo riferì del nascondiglio alla polizia nazista, che giustiziò la diciottenne Renia insieme ai genitori di Schwarzer, il 30 luglio 1942. La madre, la sorella e Schwarzer sopravvissero alla guerra ed emigrarono negli Stati Uniti, portando con loro il diario di Renia e mantenendolo segreto, fino ad oggi. Traduzione dal polacco a cura di Anna Blasiak e Marta Dziurosz Traduzione in italiano di Alessandra Maestrini e Clara Nubile Euro 18,00 336 pagine.Neri Pozza Editore.
Renia Spiegel è nata da una famiglia ebrea in Polonia nel 1924. Ha iniziato il suo diario all’inizio del 1939, poco prima dell’invasione della Polonia da parte degli eserciti tedesco e sovietico. Nel 1942 fu costretta a trasferirsi in un ghetto, ma fu fatta evadere di nascosto dal suo fidanzato e si nascose in una soffitta con i genitori di lui. Fu scoperta dalla Gestapo e assassinata il 30 luglio 1942.
Elizabeth Bellak (nata Ariana Spiegel), nata nel 1930, è stata un’attrice bambina un tempo soprannominata «La Shirley Temple polacca». Nel 1942 lei e sua madre fuggirono a Varsavia, e poi in Austria, arrivando infine a New York City, dove vive oggi. Ha conservato il diario della sorella per 70 anni, finché sua figlia ha voluto leggerlo e si è battuta per tradurlo e pubblicarlo negli Stati Uniti.
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RENIA SPIEGEL, Il diario di Renia 1939 – 1943
Posted by fidest press agency su sabato, 14 dicembre 2019
Renia Spiegel nacque il 18 giugno 1924 a Uhryn´kowce, da una famiglia ebrea di estrazione borghese, e crebbe nella tenuta di suo padre sul fiume Dniester vicino al vecchio confine rumeno, insieme a una sorella di otto anni più giovane di lei, Ariana. Nell’agosto 1939, a seguito dell’invasione nazista della Polonia, Renia venne separata dalla madre e dalla sorella Ariana, che si rifugiarono a Varsavia, e si trasferì nel piccolo appartamento dei nonni a Przemys´l. Mentre la guerra infuriava, Renia iniziò un diario: «Ho solo voglia di un amico. Di qualcuno a cui poter parlare delle mie inquietudini e gioie quotidiane. Qualcuno che provi quel che provo io, che creda a quel che gli dico e non riveli mai i miei segreti. Nessuna persona potrebbe mai essere un’amica così, ed è per questo che ho deciso di cercare un confidente sotto forma di diario».
Inizia così un documento straordinario, in cui vengono raccolte le speranze e i sogni di una ragazza adolescente: dalle banali vicissitudini di scuola ai segreti con le amiche, fino all’amore per Zygmunt Schwarzer, figlio di un importante medico ebreo.
Quando nel luglio 1942 venne istituito il ghetto di Przemys´l, Renia vi si trasferì insieme ad altri 24.000 ebrei. Dopo circa due settimane, Schwarzer fece evadere segretamente Renia dal ghetto e nascose lei e i suoi genitori nella soffitta della casa di uno zio, per aiutarli a evitare la deportazione nei campi di concentramento. Successivamente un informatore anonimo riferì del nascondiglio alla polizia nazista, che giustiziò la diciottenne Renia insieme ai genitori di Schwarzer, il 30 luglio 1942. La madre, la sorella e Schwarzer sopravvissero alla guerra ed emigrarono negli Stati Uniti, portando con loro il diario di Renia e mantenendolo segreto, fino ad oggi.
Traduzione dal polacco a cura di Anna Blasiak e Marta Dziurosz Traduzione in italiano di Alessandra Maestrini e Clara Nubile. Euro 18,00 /336 pagine Neri Pozza editore.
Renia Spiegel è nata da una famiglia ebrea in Polonia nel 1924. Ha iniziato il suo diario all’inizio del 1939, poco prima dell’invasione della Polonia da parte degli eserciti tedesco e sovietico. Nel 1942 fu costretta a trasferirsi in un ghetto, ma fu fatta evadere di nascosto dal suo fidanzato e si nascose in una soffitta con i genitori di lui. Fu scoperta dalla Gestapo e assassinata il 30 luglio 1942.
Elizabeth Bellak (nata Ariana Spiegel), nata nel 1930, è stata un’attrice bambina un tempo soprannominata «La Shirley Temple polacca». Nel 1942 lei e sua madre fuggirono a Varsavia, e poi in Austria, arrivando infine a New York City, dove vive oggi. Ha conservato il diario della sorella per 70 anni, finché sua figlia ha voluto leggerlo e si è battuta per tradurlo e pubblicarlo negli Stati Uniti.
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I casti pensieri di Mussolini affidati al suo secondo diario
Posted by fidest press agency su lunedì, 20 agosto 2018
Interessante, a questo punto potrebbe essere la conoscenza in diretta del parere del “capo” proprio nel momento più delicato dei rapporti internazionali e interni del fascismo con gli italiani. Ne erano consapevoli gli storici e con essi il convincimento di quanti ritenessero che il Duce curasse una sorta di diario sui giorni ed i mesi del suo governo e delle sue iniziative personali. Mi riferisco, nello specifico agli anni dal 1935 al 1939.
In proposito si afferma che tali scritti esistevano realmente e che in proposito il Duce fece uso di una penna stilografica. Il prof. Brian Sullivan, incaricato di verificare l’attendibilità di quelle annotazioni, si convinse che il “falsario” fosse lo stesso capo del fascismo! La spiegazione, in sé sorprendente, si spiega nel fatto che Mussolini ritenne utile riscrivere le sue “memorie” a Salò, dopo aver consegnato all’ambasciatore giapponese la sua prima versione, nel tentativo di salvarsi l’immagine dall’inevitabile severo giudizio storico dei posteri. Questi fogli fecero la loro apparizione nel 1981. Ricordiamo, per la cronaca, che, due anni prima, comparvero i diari finti di Hitler. Ma è una sorta di telenovela dato che di tanto in tanto qualcuno crede di aver trovato i veri diari di Mussolini coevi al tempo in cui li avrebbe scritti. Non ultimo è stato il ritrovamento di Dell’Utri nel 2006, ma anche in questa circostanza quelli che prevalgono restano i dubbi d’autenticità.
La circostanza del ritrovamento dei diari nel 1981 fu ricordata, qualche anno dopo dal giornalista inglese Collin Simpson del “London Times. Egli in proposito scrisse. “La prima traccia dei diari la trovai in Sardegna dove alcuni fogli mi furono mostrati dagli attori Virginia McKenna e da suo marito Bill Travers. Furono subito fatti esaminare allo storico Mack Smith che li ritenne credibili”. Ma non tutti gli esperti furono dello stesso parere. Il grafologo Roy L. Davis osservò: “la mano di Mussolini aveva una tendenza a destra, quella del diario, invece, mostrava una propensione a sinistra. Il ritmo delle due mani è differente. La mano di Mussolini è più angolosa e sussultante di quella che aveva scritto il diario”.
Davis, a questo punto, incalza. Procede con altre osservazioni fra le lettere maiuscole e le parole d’uso comune, le differenze fra le mani e via dicendo. Per lui, alla fine, non vi sono dubbi. E’ improbabile che la scrittura dei diari appartenesse a Mussolini. Lo rimbecca l’esperto del British Museum Nicolas Barker il quale arriva alla definitiva conclusione che i diari sono veri. (Riccardo Alfonso)
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Diario di un pellegrino – Vangelo e Zen
Posted by fidest press agency su venerdì, 8 giugno 2018
Milano Domenica 10 giugno 2018 – ore 16 Chiesa di Sant’Alessandro – Piazza Sant’Alessandro Renato Corti, Vescovo Cardinale; Jiso Forzani, Monaco dello Zen e Autore della prefazione del libro; Luciano Mazzocchi, Sacerdote missionario e Autore del libro.Luciano Mazzocchi, Missionario Saveriano, ha vissuto tra il 1963 e il 1982 in Giappone. Rientrato in Italia, si è dedicato alla formazione dei giovani missionari e alla promozione del dialogo interreligioso nelle Chiese locali. Nel 1994, con Jisō Forzani, monaco e missionario dello Zen, dà inizio, a Galgagnano (LO), alla “Stella del Mattino”, laboratorio di dialogo tra Vangelo e Zen. Un confronto di alcuni anni con la Congregazione per la Dottrina della Fede si conclude con l’approvazione dell’allora prefetto cardinale Joseph Ratzinger (1999). Dal 2005 al 2014 è cappellano della comunità cattolica giapponese della diocesi di Milano. Nel 2008, con alcuni amici, fonda l’Associazione “Vangelo e Zen” (Desio – MB). È autore di diversi libri. Con Paoline ha pubblicato Delle onde e del mare. L’avventura di un cristiano in dialogo con lo Zen (20143) e Pensieri di vita. Ascoltando il creato (20162).
Ora torna in libreria con il volume Passi, in cui presenta meditazioni ispirate da alcuni avvenimenti di questi ultimi anni. Si tratta di testi brevi, che prendono spunto narrativo, spesso, dalla cronaca di episodi di vita quotidiana vissuta o da riflessioni personali dell’autore, a volte, dalle letture dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Gli argomenti sono i più diversificati e trovano unità nello sguardo di fede con cui vengono considerati, in dialogo costante, secondo la formazione dell’autore, tra Vangelo e Zen. Qualche titolo illuminante: Il giovane senza dimora, L’amore non è protagonismo, Le mani sporche di Dio, La compostezza zen, L’Io credente, l’Io non credente, Poporoya.Scrive l’autore nell’introduzione: “In queste pagine evoco riflessioni e meditazioni che alcuni avvenimenti di questi ultimi anni, dal 2009 a oggi, hanno suscitato nella mia coscienza. La coscienza di una persona è ovviamente limitata; tuttavia è solo nel limite della propria coscienza che prende forma il qualcosa che ciascuno di noi può offrire, di veramente suo, all’immenso cammino dell’universo. Ogni giorno mi siedo in zazen, la meditazione secondo la tradizione dello Zen, come atto di comunione con il fondo calmo che soggiace nelle cose che si agitano in superficie. Ogni giorno celebro l’eucaristia e, nutrito da quel pane e irrorato da quel vino, sperimento la presenza di Dio che nutre l’universo affamato e assetato. Avrei potuto riordinare queste annotazioni suddividendole secondo un filo logico; ma ho scelto di seguire la successione cronologica. Il tempo contiene una logica più reale che non quella elaborata dalla mente umana. Al benevolo lettore di questa raccolta di note, un invito: se trova una frase che ritiene utile per il suo cammino di vita, la lasci macerare nei giorni che passano. Quando tutto sarà dimenticato, quella frase sarà diventata energia della sua vita”.
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Gesù più forte della camorra
Posted by fidest press agency su martedì, 10 aprile 2012
Latina 11 aprile, alle ore 18, presso LA LIBRERIA FELTRINELLI (Via A. Diaz, 10) presentazione del libro “Gesù è più forte della camorra – I miei sedici anni a Scampia fra lotta e misericordia” scritto da Don Aniello Manganiello con Andrea Manzi (Rizzoli). Interviene l’autore Don Aniello Manganiello, prete anticamorra già parroco a Scampia che, nel 2010, nonostante le raccolte firme, le fiaccolate e le petizioni di duemila fedeli, è stato trasferito da Scampia al quartiere Trionfale di Roma, ufficialmente per “motivi di avvicendamento”. Per far luce dentro di sé e insofferente a questa imposizione, Don Aniello, dopo tre mesi, ha deciso di prendere un periodo di riflessione, un anno sabbatico, durante il quale ha redatto il libro e ha cominciato a girare l’Italia e ad incontrare i giovani per parlare della sua esperienza. Ci sono due modi di intendere la missione apostolica in un territorio difficile come Scampia: uno è chinare la testa, non esporsi, parlare solo se interrogati; l’altro è quello del padre guanelliano Don Aniello e cioè vivere fianco a fianco con gli abitanti del quartiere e condividere i problemi, spostandosi sempre a piedi perché “in macchina non può verificare se il tuo passo è cadenzato su quello dei ragazzi”. Sin dal primo giorno Don Aniello presta aiuto ai malati di Aids e ai tossicodipendenti, conduce battaglie sociali a favore di famiglie troppo frettolosamente etichettate come malavitose, visita le case dei camorristi e li ascolta, ne ottiene la fiducia e talvolta vede compiersi delle conversioni. Diventa così un personaggio scomodo: nel quartiere è oggetto di continue minacce, fuori si fa nemici nell’Amministrazione pubblica e negli alti ranghi ecclesiastici, a suo giudizio non sufficientemente impegnati – nonostante i proclami – verso i più deboli. Nel 2010 la congregazione dei padri guanelliani rompe gli indugi e decide di allontanarlo dal “suo” rione riportandolo a Roma, nel quartiere Prati. Il libro è il diario in prima linea di quei 16 anni. Una testimonianza necessaria per capire cosa significa nascere, vivere e morire a Scampia.
L’autore di origini campane, dai primi anni Novanta a settembre 2010 è stato parroco di Santa maria della Provvidenza, a Scampia (Napoli). Il suo trasferimento ha suscitato le proteste della gente e ha avuto una grande eco mediatica.
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Diario di un viaggio impossibile
Posted by fidest press agency su venerdì, 22 ottobre 2010
Siena 23 ottobre Teatro dei Rozzi ore 21 in replica domenica 24 ottobre Asciano, Museo Civico di Palazzo Corboli ore 17 M i c h e l e B e n u z z i – B a c h. Diario di un viaggio impossibile Musiche di J. S. Bach (1685-1750) Il giovane clavicembalista Michele Benuzzi eseguirà una selezione delle trascrizioni bachiane per cembalo della musica strumentale italiana e francese e propone il suo Bach attraverso un gran tour impossibile solo apparentemente, rintracciato nella geografia interiore del grande compositore.
Cominciava così An Italian voyage (1635) di Richard Lassels, per stimolare il desiderio del Grand Tour nei nobili nord-europei, con il miraggio di una trasformazione interiore raggiungibile osservando direttamente la cultura italiana e le vestigia dell’antichità. Ma se i giovani rampolli viaggiano come novelli Ulisse, Bach trascorre la sua esistenza spostandosi all’interno di una circoscritta regione della Germania. Come Penelope, Bach resta in patria a tessere la tela di un personale universo sonoro, assimilando attraverso la trascrizione e le improvvisazioni le esperienze di compositori del passato e di altri luoghi. Trascrivendo la musica degli italiani, Bach compie un viaggio nel loro paesaggio sonoro, seguendone il tentativo di descrivere il mondo degli affetti e le posture dell’anima. Per le visite guidate “Teatri del sacro” Lo spazio del sacro nell’architettura barocca a Siena domenica 24 ottobre Chiesa di San Vigilio ore 11 visita a cura dello storico dell’arte Alessando Bagnoli. La Chiesa di San Vigilio fu fondata per volere della famiglia Ugurgieri, ed è ricordata a partire dal XII secolo. Tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XIX fu officiata prima dai Gesuiti e poi dai Vallombrosani, che la dotarono della facciata odierna. La chiesa ha il soffitto ornato di quindici grandiosi comparti del pittore senese Raffaello Vanni con cornicioni intagliati e rosoni messi riccamente a oro. Le cappelle e gli altari sono di ricchi e fini marmi. (michele)
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Il diario di Bobby Sands
Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 luglio 2010
Roma 15 luglio ore 18.30 presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento europeo in via IV Novembre 149 Roma, sarà presentato il libro Il diario di Bobby Sands. Storia di un ragazzo irlandese. di Silvia Calamati, Laurence McKeown e Denis O Hearn edito da Castelvecchi Editore. Il libro racconta la storia del ragazzo di Belfast divenuto simbolo della lotta per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord: Bobby Sands detenuto per quattro anni nel terribile carcere di Long Kesh, muore.
nel maggio 1981, a soli 27 anni, dopo 66 giorni di sciopero della fame. A un mese dalla pubblicazione del rapporto Silville sulla strage di Bloody Sunday, dalle scuse e dall’ammissione del Governo di Londra sull’uso ingiustificato e ingiustificabile delle armi da parte dei paracadutisti inglesi che in quella domenica del 1972 a Derry uccisero 14 manifestanti cattolici, la questione irlandese torna finalmente di attualità. Una guerra mai conclusa, 3700 morti, ma che l’Europa e il mondo sembrano aver dimenticato.Intervengono Roberta Angelilli, Vicepresidente del Parlamento europeo, Tommaso Della Longa giornalista esperto della questione irlandese e Silvia Calamati, autrice del libro.
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Il diario di Bobby Sands
Posted by fidest press agency su domenica, 11 luglio 2010
Roma 15 luglio ore 18.30 Ufficio del Parlamento europeo Sala delle Bandiere Presentazione del libro Il diario di Bobby Sands edito da Castelvecchi Editore Dibattito sulla questione irlandese Intervengono Angelilli, Mellone, Della Longa e Calamati
Il libro racconta la storia del ragazzo di Belfast divenuto simbolo della lotta per l indipendenza dell Irlanda del Nord: Bobby Sands detenuto per quattro anni nel terribile carcere di Long Kesh, muore nel maggio 1981, a soli 27 anni, dopo 66 giorni di sciopero della fame. A un mese dalla pubblicazione del rapporto Silville sulla strage di Bloody Sunday, dalle scuse e dall’ammissione del Governo di Londra sull’uso ingiustificato e ingiustificabile delle armi da parte dei paracadutisti inglesi che in quella domenica del 1972 a Derry uccisero 14 manifestanti cattolici, la questione irlandese torna finalmente di attualità. Una guerra mai conclusa, 3700 morti, ma che l Europa e il mondo sembrano aver dimenticato. Intervengono Roberta Angelilli, Vicepresidente del Parlamento europeo, Andrea Mellone di Radio Rai, Tommaso Della Longa giornalista esperto della questione irlandese e Silvia Calamati, autrice del libro.
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Contare i passi
Posted by fidest press agency su martedì, 1 giugno 2010
Dai Pirenei all’ Oceano sul Cammino di Santiago di Carla de Bernardi Una promessa fatta a se stessa tanto tempo prima: percorrere quasi ottocento chilometri a piedi. Destinazione, Santiago de Compostela. Ma da dove partire, con chi andare? E quale percorso seguire? Tappa dopo tappa la protagonista svela tutti i segreti del Cammino di Santiago, da Saint Jean Pied de Port a Finisterre: gli angoli più nascosti, gli albergues per i pellegrini, notizie, curiosità e ricette delle culture e dei luoghi incontrati, le difficoltà da superare. Ma racconta anche, e soprattutto, del processo di raffinazione dell’anima attraverso il quale arriverà a conoscere la parte più nascosta di se stessa, e dell’incontro, meraviglioso e destabilizzante, con lo Spirito del Cammino. A metà strada tra diario personale e libro di viaggio, quest’opera metterà il lettore nelle condizioni di organizzare, e amare, un perfetto Cammino di Santiago.Pagine 304 Euro 17,00 Codice 20026T EAN 978-88-425-4561-3
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Diario di guerra
Posted by fidest press agency su martedì, 30 marzo 2010
Con gli alpini in Montenegro 1941-1943 di Vito Mantia. Un alpino ventenne, partito per il Montenegro con il battaglione «Feltre» nell’ottobre del 1941, annota su un taccuino le cronache di quei lunghi mesi di sofferenze. Mesi di guerriglia senza fronti e senza orari, tormentati da atrocità tali da indurre le autorità a un lungo, colpevole silenzio riguardo al fronte balcanico. Nel suo diario – completo di documentazione fotografica – Vito Mantia con grande sensibilità testimonia l’orrore di una guerra quasi dimenticata, ispirato non solo dagli eventi bellici in sé, ma anche e soprattutto dal vivo desiderio di dimostrare lo spirito con il quale gli alpini li hanno affrontati: senso del dovere, fratellanza, solidarietà vera, amor di patria. (Pagine 102 Euro 9,00 Codice 14147W ISBN 978-88-425-4438-8)
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Mostra: I AM
Posted by fidest press agency su giovedì, 4 marzo 2010
Roma 8 – 26 marzo 2010 Via Raffaele Cadorna, 28 vernice ore 17 Con la mostra I am, RossoCinabro vuole mettere in scena opere che hanno come tema la trasformazione di elementi autobiografici in esperienza estetica. ‘Le ragioni che mi hanno spinto a dedicare questo tema all’autobiografia è il chiedermi qual è la relazione degli artisti con la vita. Ponendoci le stesse domande e avendo le stesse paure, ci sono più paralleli tra noi tutti che differenze. Alcuni lavori autobiografici costruiscono una storia compiuta attraverso l’unione di piccole storie o esperienze; altri mostrano solo l’aspetto soggettivo dell’artista, come percepisce il mondo o come vede la vita. Alcuni, partendo da tecniche di documentazione anche comuni, come il diario, la corrispondenza epistolare, le foto di famiglia o più semplicemente i ricordi, creano dei lavori che costituiscono vere e proprie narrazioni. Alcune opere permettono anche di pensare al modo in cui ognuno di noi riflette su sé stesso, a come documentiamo i nostri atti, a come conserviamo, dipingiamo o rappresentiamo le cose che sono importanti nella vita. Vivendo in un periodo molto esibizionista nella quale i confini tra il privato e il pubblico, anche nella nostra vita, sono sempre in movimento, trovo interessante osservare come gli artisti definiscono questi confini’. Opere di: Annick Solange Augier, Serena Basei, Elena Candoli, Federica Di Carlo, Gianpiero De Gruttola, Giuseppe Dente, Cristiana Di Meo, Nino Ninotti, Silvio Pancheri, Mauro Romano, Umberto Salmeri, Carlotta Schiavio, Shiribia, Pasquale Varvicchio A cura di Cristina Madini (Immagine: Play the game, Ophelia acquerello su carta 80×100 di Federica Di Carlo)
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Teatro: diario di un pazzo
Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 marzo 2010
Roma Teatro Ghione dal 9 al 21 marzo Via delle Fornaci 37, per la regia di Livio Galassi Diario di un pazzo (che amava Shakespeare) di Anna Mazzamauro da Nikolaj Gogol Adattamento musicale, Direzione musicale e Fisarmonica: Riccardo Taddei Violino: Claudio Merico Coreografa: Ermanna Mandelli Costimi: Grazziella Pera Si ispira al “Diario di un pazzo” di Nikolaj Gogol, il nuovo intenso lavoro scritto ed interpretato da Anna Mazzamauro, dal titolo “Diario di in pazzo (che amava Shakespeare)”, in scena al ll racconto è un viaggio nella doppiezza, nella schizofrenia di un uomo niente affatto particolare; l’iter di un attore frustrato – dal non essere mai riuscito a realizzare le proprie ambizioni – a tal punto da smarrire identità e ragione. L’infinita amarezza e crudeltà del destino del protagonista, che amava Shakespeare, è annegata nell’ironia e nella comicità che fanno di questo personaggio l’archetipo dei “non eroi”.
Il testo di Anna Mazzamauro nasce proprio nel 2009 – anno del bicentenario della nascita di Gogol’ – per celebrare il grande scrittore e drammaturgo russo e soprattutto il suo legame con Roma e l’Italia. Il 25 marzo del 1837 infatti Gogol’ arriva a Roma e il grande scrittore russo s’innamora della città eterna e come lui stesso dichiara trova “la patria della sua anima”, il luogo dove “la sua anima viveva prima ancora che [venisse] alla luce”. A Roma – dove respirando l’aria che “faceva venire voglia di trasformarsi in un gigantesco naso, con narici grosse come secchi” per “farci entrare almeno 700 angeli” – Gogol’ è veramente felice come scrittore e come uomo. Ama Roma e il popolo italiano, dotato di grandissimo senso estetico, ammira la natura dell’Italia e la sua arte. Per Gogol’ il teatro era un’arte sublime, di grande rilievo sociale., un’arte della quale Anna Mazzamauro è oggi Maestra e che mette a completa disposizione del pubblico che da sempre la ama in questo suo testo “Diario di un pazzo (che amava Shakespeare)”, ospirato proprio al “Diario di un pazzo” di Nikolaj Gogol. In contemporanea con lo spettacolo, dal 9 marzo sarà in libreria il libro dal titolo “Adattiamoci” di Anna Mazzamauro, edito da Graus Editore. (mazzamauro)
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Diario di Terra santa
Posted by fidest press agency su martedì, 26 gennaio 2010
Nel 1980-81 don Andrea Santoro compì il suo primo, prolungato soggiorno in Terra Santa. A contatto con i luoghi in cui visse Gesù, annotò sui suoi quaderni le tappe della sua crescita spirituale. Per la prima volta, ora, queste pagine straordinarie sono a disposizione dei lettori. di don Andrea Santoro Edizioni San Paolo 224 + 8 pagine € 16,00
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