Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Posts Tagged ‘difesa’

Difesa e sicurezza per tutti

Posted by fidest press agency su giovedì, 29 dicembre 2022

“La difesa della sicurezza coincide con il senso di libertà di ognuno di noi perché non c’è libertà senza sicurezza. Il dovere dello Stato è quello di proteggere soprattutto le fasce più deboli della popolazione ed è questo il mandato che Fratelli d’Italia ha ricevuto dai cittadini: garantire la sicurezza perché la difesa della democrazia non è uno spot, è l’eredità per chi come noi è cresciuto ricordando Falcone, Borsellino e tutti i martiri dello Stato caduti per combattere le mafie”. Lo ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini durante la dichiarazione sul voto di fiducia a Montecitorio. “Sul dl Rave è stato detto di tutto, addirittura che con questo provvedimento sarà difficile riunirsi, che verrà esteso per limitare le manifestazioni politiche, che si vogliono applicare norme liberticide o norme atte a reprimere il dissenso. A tutto questo ha risposto il nostro Presidente Giorgia Meloni, la notizia che sta passando in secondo ordine è che i rave si possono fare – aggiunge Ruspandini – basta dotarsi di Partita iva, chiedere i permessi, dotarsi di un piano di sicurezza, avere una cassa fiscale e soprattutto si chiede che siano rispettati i diritti degli utenti ma anche di chi lavora nel popolo della notte. Stiamo combattendo fenomeni che generano un giro d’affari di 2 milioni di euro in qualche giorno in soldi contanti e in questa Aula molti erano contrari all’uso del contante”. Conclude Ruspandini: “Sono numerosi i casi di stupro e violenze consumati nei rave party illegali e molti signori hanno potuto agire indisturbati. Noi vogliamo combattere i raduni che mettono in pericolo la vita dei giovani e che non hanno nulla a che vedere con la voglia sacrosanta del diritto a fare festa, noi non ci sottraiamo a parlare di giovani perché è per noi che votano”.

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Difesa: Cgil-Cisl-Uil Pa a Crosetto, rilanciare assunzioni e ruolo personale civile

Posted by fidest press agency su venerdì, 25 novembre 2022

“Un piano straordinario di assunzioni di dipendenti civili, pari a 9.000 unità, capace di ripianare la perdita di professionalità, in particolare nell’area tecnico/operativa e industriale”. Sono le richieste che i coordinatori nazionali Ministero della Difesa di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, Francesco Quinti, Roberto De Cesaris, Massimo Ferri, Franco Volpi e Carmela Cilento, avanzano al Ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel ribadire “l’esigenza di incontrare quanto prima il ministro”. “Nonostante la riduzione a 20.000 unità da conseguire entro il 2024, alla fine dell’anno i dipendenti civili saranno appena 14.000 rendendo non rinviabile le iniziative di ripianamento dell’organico, unitamente al differimento degli effetti della legge 244/12 al 2030, come già approvato per il personale militare”, specificano, proseguendo: “Come è poi noto l’anno scorso, dopo 4 anni di assegnazione e promesse di stabilizzazione, sono state sottratte al personale civile risorse pari a 21 milioni di euro, finanziate dal bilancio della Difesa, per il parere del Mef contrario nonostante queste risorse siano necessarie a garantire la continuità delle attività rese a supporto dello strumento militare”. “La Legge di Bilancio offre ora la possibilità di restituire al Ministero della Difesa i 21 milioni di euro sottratti al personale civile. La medesima urgenza è da attribuirsi al provvedimento che vuole determinare, dopo 20 anni, l’autonomia gestionale negli stipendi dell’Agenzia Industria Difesa: anche in questo caso è palese il rischio di compromettere attività preziose, attribuendo all’AID compiti inizialmente non previsti e in assenza delle necessarie risorse umane che neppure l’assegnazione improvvisa di personale militare delle ultime ore, potrà ripianare”, concludono i coordinatori.

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Ucraina. Fazzolari (FdI): Anche Vaticano chiaro su diritto legittima difesa ucraini

Posted by fidest press agency su giovedì, 18 agosto 2022

“Sulla guerra in Ucraina e l’invio di armi il cardinale segretario di Stato della Santa Sede Parolin ha sottolineato, nella sua intervista a Limes, che il ‘catechismo della Chiesa cattolica prevede la legittima difesa’ e che ‘i popoli hanno il diritto di difendersi, se attaccati’. Parolin ha anche specificato che la ‘legittima difesa armata va esercitata all’interno di alcune condizioni’ e che una di queste è che ‘l’uso delle armi non provochi mali e disordini più gravi di quelli da eliminare’. Il cardinal Parolin ha espresso in modo estremamente autorevole una posizione che coincide con quella espressa, ovviamente in altri termini, da Fratelli d’Italia e dal suo presidente Giorgia Meloni fin dallo scoppio della guerra d’aggressione avviata dalla Federazione Russa ai danni dell’Ucraina. Fin dal 24 febbraio abbiamo ritenuto fosse giusto aiutare Kiev a difendersi dall’attacco russo, anche con l’invio di armi, per una ragione molto semplice: il principio della legittima difesa non vale soltanto nel caso in cui un privato cittadino venga aggredito dentro casa ma anche nel campo del diritto e delle relazioni internazionali. Se uno Stato viene attaccato e invaso da un altro, questo ha tutto il diritto di opporre una difesa armata, anche con l’assistenza di Stati terzi. Un principio fondamentale nel diritto internazionale che serve per difendere il più debole e che è giusto ricordare soprattutto a chi sostiene che la resa incondizionata di Kiev doveva essere la sola risposta e l’unica via per mettere fine al conflitto”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari.

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Le 3 “d” del futuro: decarbonizzazione, difesa e deglobalizzazione

Posted by fidest press agency su martedì, 19 aprile 2022

A cura di Natasha Ebtehadj, Gestore azionario globale di Columbia Threadneedle Investments. La pace è come il cemento: i suoi effetti non sempre sono visibili, ma tengono insieme il tutto. È il fondamento della geopolitica e dei mercati, che sono stati scossi profondamente dagli eventi inattesi delle ultime settimane, le cui ripercussioni verranno probabilmente avvertite anche negli anni a venire. Le sanzioni economiche imposte di recente alla Russia hanno un impatto diretto piuttosto limitato sui nostri portafogli e sui mercati azionari globali – a fine 2021, la nostra strategia di punta, Global Select, non aveva alcuna esposizione diretta alla Russia, da cui traeva meno dell’1% dei suoi ricavi. Inoltre, la Russia rappresentava appena lo 0,4% del nostro benchmark azionario mondiale. Tuttavia rileviamo molti impatti secondari che si riflettono nei portafogli azionari globali.I mercati si stanno muovendo per inglobare nei prezzi l’impatto sugli utili dell’aumento dell’inflazione e dei costi delle materie prime. In tale contesto, una delle posizioni in portafoglio, Ecolab (azienda di prodotti per la pulizia e l’igiene), ha deciso un temporaneo aumento di prezzo nel tentativo di coprire i rincari degli input. A nostro avviso, sono le aziende di questo tipo – caratterizzate da un solido pricing power e da capacità di produzione flessibili – ad essere meglio posizionate per affrontare le sfide inflazionistiche ed è su queste società che il team azionario globale si concentrerà per individuare le potenziali opportunità di investimento.In qualità di investitori a lungo termine, il nostro obiettivo è sempre quello di guardare oltre il “rumore” per intravedere il mondo che ci aspetta. Al di là della nuova ondata di inflazione proveniente dalle filiere produttive e dalle materie prime, sono tre i temi destinati a perdurare oltre l’impennata inflazionistica iniziale: decarbonizzazione, difesa e deglobalizzazione.La spesa per la difesa è un’altra area che a nostro avviso vedrà un incremento nei prossimi anni. Ciò avverrà sia a livello governativo che in seno alle imprese private interessate ad aumentare la spesa per la sicurezza informatica. La guerra cibernetica è una dimensione relativamente recente all’interno di un conflitto fisico più ampio, ma è verosimile aspettarsi un aumento di questo tipo di attacchi contro le società private, coinvolte nel conflitto tramite i boicottaggi contro la Russia. Il potenziamento della protezione degli asset digitali delle imprese sarà probabilmente un altro trend che acquisterà slancio per via della guerra e i fornitori di servizi di cybersicurezza svolgeranno un ruolo cruciale. L’ultimo tema è quello della deglobalizzazione, inaugurato dall’ex presidente statunitense Donald Trump nel 2018 con la sua guerra commerciale con la Cina. Questo scontro, esacerbato dalla pandemia, potrebbe venire “cementato” dalla guerra in Ucraina. Nel breve termine, è probabile che i continui intoppi lungo le filiere produttive si tradurranno in un’ulteriore diversificazione di fornitori e impianti di produzione e in un migliore allineamento tra luoghi della produzione e della domanda. In un orizzonte temporale molto più esteso, l’uso di sanzioni economiche contro la Russia, e in primis la decisione finora inedita di usare il dollaro come arma contro uno Stato membro del G20, congelando l’accesso della Russia a USD 630 miliardi di riserve valutarie, avrà quasi certamente ripercussioni sull’economia globale. Quando i mercati cercano di incorporare il cambiamento nei prezzi, emergono sempre delle opportunità. I vantaggi della gestione attiva ci consentono di spostarci sui titoli che a nostro avviso hanno scontato un rischio eccessivo e di restare concentrati su queste opportunità, individuando le aziende maggiormente in grado di adattarsi al nuovo contesto.

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Eroica difesa di Mariupol entra nella storia

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 aprile 2022

“Mariupol doveva cadere dopo poche ore, già il 24 febbraio. Circondata, senza rifornimenti, con i difensori in netta inferiorità numerica. Contro ogni previsione, ogni logica, ogni legge della natura un pugno di eroi ucraini difende la città da 47 giorni. Ed entra nella storia”. Lo scrive su Twitter il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari.

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Difesa: Rojc (Pd), senza sicurezza non c’è protezione sociale

Posted by fidest press agency su giovedì, 31 marzo 2022

“L’invasione dell’Ucraina ha cambiato il mondo e mostrato i rischi cui sono esposti Paesi incapaci di garantire la sicurezza, che coincide con l’interesse nazionale e senza la quale non c’è nemmeno protezione sociale. Sono incomprensibili e pericolosi irrigidimenti di principio che mettano in crisi o anche solo in difficoltà il Governo: la crisi energetica e i riflessi sull’economia non sono distinti dalla guerra e dalle tensioni con la Russia. Ora più che mai è fondamentale il valore dell’unità nazionale e del rispetto degli accordi internazionali, su tutti i settori inclusa la difesa”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd), in merito al ddl Ucraina e agli impegni del Governo sulle spese per la difesa.

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L’Europa deve essere autosufficiente anche nella difesa

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 marzo 2022

“Oggi l’Europa si accorge di aver consegnato il suo sostentamento a delle Nazioni autocratiche a causa di una costante delocalizzazione delle produzioni e scarsa visione strategica nella politica energetica. La sconsiderata guerra di aggressione mossa da Putin verso l’Ucraina ha suonato, su tutti i livelli, la sveglia a tutto il continente. La costituzione di una forza armata europea è un passo importante e necessario, serve un sistema integrato di difesa capace di coordinarsi con la Nato e rappresentare una sempre maggiore autonomia europea. Quella di Putin è una guerra contro l’Ucraina con lo scopo di destabilizzare e dividere l’Occidente conquistando territori fondamentali per le forniture cerealicole e per l’energia. Le nostre democrazie devono incamminarsi a passo svelto verso la frontiera di una maggiore autonomia. Solo così potranno tutelare fino in fondo gli interessi delle rete di nazioni libere dell’Europa e evitargli di legare il proprio destino a dittature inaffidabili che possono impazzire all’improvviso seguendo il delirio degli autocrati di turno. La difesa integrata europea è un passo importante e necessario, così come la rilocalizzazione delle produzioni sul continente”. Lo ha dichiarato il deputato FDI e vicepresidente della Camera Fabio Rampelli nel suo intervento a RaiNews24.

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Difesa fitosanitaria in ortofrutticoltura biologica

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 gennaio 2022

Di Massimo Benuzzi – Vincenzo Vacante. Negli ultimi anni l’agricoltura biologica in Italia si è avvicinata ai due milioni di ettari coltivati diventando così una nuova opzione produttiva che associa sapientemente la scelta ecologica a quella imprenditoriale. Per questo diventa sempre più indispensabile conoscere le metodologie e i mezzi scientificamente e tecnicamente validi, pensati per un’agricoltura professionale, innovativa e sostenibile. La prima parte del manuale illustra i nuovi mezzi per la difesa fitosanitaria messi a disposizione negli ultimi anni, mentre la seconda illustra le strategie di difesa oggi concretamente applicabili in agricoltura biologica sulle principali colture ortofrutticole. La trattazione utilizza un approccio tecnico-scientifico reso fruibile da parte di tecnici e operatori agricoli grazie all’uso di un linguaggio semplice e accessibile.€ 42,00 – Edagricole di New Business Media srl Pagine 470 – formato 17 x 24 cm http://www.edagricole.it Massimo Benuzzi si è laureato in Scienze Agrarie presso l’Università di Bologna dove ha fatto parte del gruppo di ricerca di Giorgio Celli e si è da sempre occupato di lotta biologica in aziende private che sviluppano tecnologie alternative alla chimica; è attualmente Direttore Tecnico di Biogard. È co-autore di alcuni manuali e di almeno un centinaio di pubblicazioni.Vincenzo Vacante è Professore ordinario di Entomologia generale e applicata e specialista in Acarologia agraria e in Lotta biologica e integrata. Ha insegnato presso diverse Università italiane e istituzioni europee. È autore di oltre 250 pubblicazioni, tra cui diversi lavori monografici in lingua italiana e inglese.

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Covid-19, i geloni associati all’infezione sono causati dalle difese dell’organismo

Posted by fidest press agency su sabato, 23 ottobre 2021

Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Dermatology, la patologia cutanea simile ai geloni stagionali associata all’infezione da Covid (CLL, nella sigla inglese per chilblain-like lesions) sarebbe causata da specifici meccanismi messi in atto dall’organismo per combattere il virus. «Durante la pandemia di COVID-19 è stata segnalata con una certa frequenza la presenza di lesioni simili ai geloni, potenzialmente correlata all’infezione da SARS-CoV-2, ma la sua fisiopatologia di base non è chiara» afferma Laure Frumholtz, dell’Hôpital Saint-Louis di Parigi, prima autrice dello studio.Frumholtz e colleghi hanno cercato di comprendere l’attivazione del sistema endoteliale e immunitario della pelle e del sangue nella CLL confrontando i dati di pazienti con questo problema con quelli di controlli sani e di persone con geloni stagionali, definiti come geloni sporadici indotti dal freddo. Lo studio ha coinvolto 50 pazienti con CLL. L’analisi dei dati ha mostrato che i modelli istologici erano simili e le firme trascrittomiche si sovrapponevano nei pazienti con CLL e in quelli con geloni stagionali, e che in entrambi si notava una polarizzazione dell’interferone di tipo I e una firma del gene citotossico-natural killer. La CLL era caratterizzata da una maggiore deposizione tissutale di IgA e da un’attivazione trascrittomica più significativa dei fattori del complemento e dell’angiogenesi rispetto ai geloni stagionali. Gli esperti hanno osservato nella CLL una risposta immunitaria sistemica associata agli anticorpi citoplasmatici antineutrofili IgA nel 73% dei pazienti, oltre a un’elevata firma ematica dell’interferone di tipo I rispetto ai controlli sani. Infine, utilizzando biomarcatori ematici correlati alla disfunzione e all’attivazione endoteliali e all’angiogenesi o alla mobilizzazione delle cellule progenitrici endoteliali, gli autori hanno confermato la disfunzione endoteliale nella CLL. «I nostri risultati supportano l’ipotesi che nella CLL si presenti un loop di attivazione con alterazione endoteliale e infiltrazione immunitaria di cellule citotossiche e di tipo I IFN-polarizzate che portano a manifestazioni cliniche» concludono gli esperti. (fonte Doctor33)

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Difesa informatica: i deputati chiedono una politica comune UE

Posted by fidest press agency su venerdì, 8 ottobre 2021

In una risoluzione adottata giovedì, i deputati affermano che una politica comune di ciberdifesa e una cooperazione a livello UE per la creazione di capacità informatiche militari comuni sono elementi essenziali per lo sviluppo di un’Unione europea della difesa. Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del 2021, la Presidente della Commissione ha sottolineato la necessità di una politica dell’UE in materia di ciberdifesa. Secondo i deputati, è essenziale superare l’attuale frammentazione e complessità dell’architettura informatica globale all’interno dell’UE e sviluppare una visione comune per raggiungere la sicurezza e la stabilità nel ciberspazio.Il Parlamento raccomanda quindi l’istituzione di un’unità congiunta per il ciberspazio per superare la mancanza di condivisione delle informazioni tra le istituzioni, gli organi e le agenzie UE e garantire una rete di informazione sicura e rapida.Il testo è stato approvato con 591 voti favorevoli, 65 contrari e 26astensioni.Indipendenza tecnologica, innovazione e investimenti. Sottolineando il frequente carattere “a duplice uso” (civile e militare) delle capacità informatiche, i deputati accolgono con favore il piano d’azione della Commissione sulle sinergie tra l’industria civile, della difesa e dello spazio. Diversamente da altri settori militari, l’infrastruttura utilizzata per “creare” il ciberspazio è per gran parte gestita da entità commerciali con sede principalmente al di fuori dell’UE e ciò comporta una dipendenza industriale e tecnologica da terzi. L’UE dovrebbe potenziare la propria sovranità tecnologica, stimolare l’innovazione e investire maggiormente nelle capacità di difesa informatica e nel personale.Inoltre, i deputati reputano fondamentale la cooperazione informatica UE-NATO e chiedono risposte congiunte e coordinate agli attacchi informatici, incluse sanzioni contro gli attori ostili. I deputati sono poi preoccupati per il comportamento sistemico aggressivo dimostrato in particolare da Cina, Russia e Corea del Nord, compresi numerosi attacchi informatici contro istituzioni governative e aziende private.Nella risoluzione si fa infine riferimento allo scandalo dello spyware Pegasus come esempio di un atto di spionaggio che ha colpito un gran numero di giornalisti, attivisti dei diritti umani, rappresentanti eletti e altri cittadini dell’UE.Il relatore Urmas Paet (Renew, ET) ha affermato: “Negli ultimi anni c’è stata una continua crescita delle operazioni informatiche dolose. L’Unione e i Paesi UE devono rafforzare le loro capacità di difesa per rispondere con successo a queste minacce informatiche. Pertanto, è di fondamentale importanza rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE e le istituzioni, la NATO, gli Stati Uniti e gli altri partner strategici”.

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Contratti: Fp Cgil, in trattativa rinnovo Sicurezza e Difesa

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 settembre 2021

“Abbiamo iniziato ad entrare nel merito di alcuni istituti che riguardano la parte normativa del contratto di lavoro e non possiamo che cogliere con favore il fatto che alcune delle proposte presenti nella piattaforma presentata dalla Fp Cgil siano state accolte dalla parte pubblica, ma c’è ancora molta strada da fare e per questo abbiamo ribadito la necessità di inserire ulteriori integrazioni su temi di fondamentale importanza“. Questo il commento della Fp Cgil al termine della riunione di oggi sul rinnovo del contratto del personale del comparto Sicurezza e Difesa. “Grazie alle nostre pressanti richieste – prosegue la Fp Cgil – finalmente entrano a far parte della discussione tutele fondamentali per le donne vittime di violenza di genere, per i genitori che hanno necessità di assistere i figli, per quelli che necessitano di fruire del congedo e dei riposi solidali e per i lavoratori che vengono trasferiti d’ufficio. Abbiamo inoltre chiesto ulteriori integrazioni su temi che continuano ad essere ignorati dalla controparte e che riteniamo imprescindibili, come i diritti per le unioni civili, equiparati a quelli previsti per il matrimonio, per la parità di genere e per il sostegno alla famiglia. Auspichiamo di poter chiudere l’accordo nel minor tempo possibile per consentire ai lavoratori di questo comparto di ricevere i meritati aumenti salariali, ma per fare questo serve un’accelerazione della parte pubblica nell’elaborazione delle proposte e nella quantificazione dei costi delle stesse”, conclude la Fp Cgil.

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Contratti: Fp Cgil, serve complessivo rinnovo per Sicurezza e Difesa

Posted by fidest press agency su sabato, 31 luglio 2021

“Vogliamo il rinnovo di un contratto definito in tutte le sue parti: quella delle relazioni sindacali, quella normativa e, infine, quella economica. Rispetto al passato rinnovo oggi non abbiamo limiti temporali oggettivi e bisogna essere consapevoli che la parte economica deve essere il risultato delle scelte che faremo sulla parte normativa”. Questo il commento della Fp Cgil al termine della riunione di oggi sul rinnovo del contratto di lavoro del personale non dirigente del comparto sicurezza e difesa.“Le relazioni sindacali – spiega il sindacato – dovranno dare il segno tangibile di un rinnovato valore del confronto tra le parti, come sancito nel patto del 10 marzo, aumentando la democrazia e la partecipazione. Dobbiamo dare voce ai lavoratori in divisa, consentendogli di eleggere a suffragio universale i propri rappresentanti all’interno di ciascuna unità operativa e dando la possibilità di poter revocare la propria adesione al sindacato in qualunque momento. Come dobbiamo fornire strumenti per prevenire il fenomeno del burn out e quello dei suicidi, ad esempio con comitati paritetici che possano fare analisi, studi di fattibilità e proposte che possano migliorare il benessere organizzativo sui posti di lavoro. Dobbiamo inoltre rafforzare la contrattazione decentrata e il ruolo del dirigente sindacale in ogni istituto penitenziario”.Nella parte normativa, prosegue la Fp Cgil, “dobbiamo adeguare a questo mondo del lavoro quelli che sono i diritti di cittadinanza evoluti nel tempo: le unioni civili, la parità di genere, le ferie solidali, i congedi per le donne vittime di violenza e per la genitorialità. Per non dimenticare il tema del patrocinio per la tutela legale, della copertura assicurativa Inail e della previdenza complementare, che dovrà essere esigibile dal primo gennaio 2022 anche per i lavoratori di questo comparto”.Affrontati questi capitoli, continua il sindacato, “possiamo ragionare sulla parte economica, che è il risultato delle scelte che si fanno sulla parte normativa. Voler discutere oggi di quanto spendiamo sul salario fondamentale e quanto sull’accessorio significherebbe non consentire di utilizzare il contratto per risolvere i problemi dei lavoratori. Dobbiamo verificare se le risorse economiche appostate sono sufficienti per consentire gli adeguamenti tabellari, la modifica degli istituti previsti, la revisione del sistema indennitario e per regolamentare la retribuzione del lavoro straordinario. Tempo e covid non devono condizionare questa trattativa, dobbiamo fare un confronto vero e approfondito”, conclude la Fp Cgil.

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Contratto comparto sicurezza e difesa

Posted by fidest press agency su sabato, 31 luglio 2021

Nel previsto incontro che si è tenuto nella mattinata odierna la delegazione della parte pubblica ha fornito una indicazione delle somme stanziate e degli aumenti medi per il personale di ciascuna delle amministrazioni del comparto Sicurezza e Difesa. La rappresentanza sindacale ha invero osservato che in assenza del dato disaggregato sulle singole poste disponibili non sarebbe stato possibile svolgere riflessioni finalizzate a ragionare della eventuale ripartizione sulle singole voci retributive, ed ha pertanto chiesto che in occasione del prossimo incontro siano preventivamente fornite le tabelle elaborate dai tecnici dei dicasteri di riferimento. È comunque emerso con chiarezza che le risorse stanziate non consentano di poter immaginare che l’imprescindibile adeguamento del trattamento economico fondamentale possa essere accompagnato ad una altrettanto indifferibile revisione del complessivo impianto normativo che dovrebbe, in linea di principio, assicurare il riconoscimento della specificità al personale del Comparto Sicurezza e Difesa. Specificità che si traduce in maggiore operatività al servizio dei cittadini. Un settore che, negli oltre dieci anni trascorsi dall’ultimo effettivo confronto negoziale che aveva portato alla definizione di un comunque perfettibile accordo sui fondamentali istituti accessori, registra non solo un notevole divario tra l’assetto normativo ordinamentale e le radicalmente mutate condizioni di lavoro del settore, ma pure un inaccettabile disallineamento con fondamentali istituti tra gli stessi addetti al Comparto e quelli di cui beneficiano i lavoratori di altri comparti del pubblico impiego. Una situazione che richiede, prima ancora dell’inserimento dei nuovi indispensabili istituti a tutela della genitorialità, della salute, di quella legale ed erariale, un intervento perequativo di tutti gli istituti che oggi, anche per la differente interpretazione che forniscono le Amministrazioni di appartenenza, trovano una diversa applicazione con gravi sperequazioni. Parliamo insomma di indennità accessorie ingessate ai livelli fissati nel 2008, che non possono essere ritenute compatibili con gli accresciuti carichi di lavoro ed esposizione al rischio professionale incontrato dagli operatori nella quotidianità, anche per il sistematico ricorso allo straordinario, con il quale si cerca di tamponare l’emorragia degli organici imponendo carichi di lavoro usurante al personale, per giunta pagando l’ora di straordinario meno del lavoro ordinario accumulando ritardi di anni per la liquidazione delle somme dovute o, come nel caso del personale militare, negando totalmente il pagamento con norme che ancora prevedono la cancellazione del credito maturato per le ore effettuate. La riflessione partecipata alla parte pubblica è stata corroborata anche dalla constatazione di una sostanziale assenza di fondamentali tutele, tra cui quelle sanitarie e legali, e del disconoscimento dei diritti di genitorialità che, diversamente dagli altri pubblici dipendenti, il personale del Comparto Sicurezza e Difesa si vede sistematicamente negare dalla rigidità interpretativa delle amministrazioni di riferimento. E tutto questo a tacere dello sconcertante ritardo nell’attuazione della previdenza complementare che in prospettiva produrrà irreparabili penalizzazioni nel trattamento pensionistico. Uno sconfortante contesto che induce a ritenere prioritaria e pregiudiziale la discussione intorno alle questioni squisitamente normative, anche per poter incrementare la parte economica attraverso meccanismi di defiscalizzazione degli accessori, atteso che in assenza del raggiungimento dell’intesa sulle quali non vi sono margini per poter immaginare di sottoscrivere l’accordo sulla parte meramente retributiva. In chiusura è stato ribadito che pur volendo arrivare il prima possibile ad una ipotesi di accordo, l’obiettivo primario che le OO.SS. e i CoCer perseguono è la tutela reale del personale rappresentato sottolineando come ciò può avvenire solo attraverso gli istituti normativi rivendicati. Ecco perché questo contratto deve essere considerato il contratto soprattutto normativo che deve chiudere al meglio la necessaria stagione dei diritti e delle tutele che le donne e gli uomini in uniforme attendono tra troppi anni.La parte pubblica, nel sottolineare di aver preso atto di tutte le questioni rappresentate e della necessità di entrare nello specifico di ognuna, ha aggiornato la riunione a venerdì 30 p.v. che avverrà prima con le OO.SS. delle Forze di polizia civili, poi con i CoCer di quelle militari e a seguire con quelli delle Forze Armate.

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Poliziotto si difende sparando e viene messo sotto accusa: è la legge

Posted by fidest press agency su sabato, 26 giugno 2021

“La legge parla chiaro. La magistratura inquirente che ha messo sotto accusa il poliziotto che ha sparato un colpo contro il ghanese armato di coltello sta minacciando lo Stato di diritto. L’uso delle armi da parte di un pubblico ufficiale è previsto e autorizzato quando “vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’Autorità e comunque di impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona”. È l’articolo 53 del codice penale. A questo punto, lo si abolisca. Non si può consentire che un servitore dello Stato venga messo sotto accusa perché compie il proprio dovere normativamente previsto. Ci piacerebbe oltretutto che Ministro degli Interni e Capo della Polizia si complimentassero pubblicamente con l’agente che ha fatto il proprio dovere per fermare l’aggressore”.E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi. E la Presidente Meloni soggiunge: “«Quello che sta accadendo all’agente della Polizia di Stato è del tutto surreale. Dopo che è partita l’indagine a suo carico per “atto dovuto”, cade anche l’accusa di tentato omicidio per il ghanese ferito. L’atto dovuto non è indagare un poliziotto che fa il suo lavoro. L’atto dovuto è quello compiuto dal poliziotto, così come sarebbe dovuta essere la tutela dello Stato nei suoi confronti. Massima solidarietà all’agente. Ha protetto la comunità: andrebbe premiato, invece di essere sottoposto a tutto ciò». Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Il caso dell’agente indagato a Roma – dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni – per i fatti della stazione Termini che dovrà anticipare le spese legali, mentre il cittadino straniero autore dell’aggressione col coltello avrà le spese legali pagate dallo Stato, è un paradosso che va assolutamente risolto per non demotivare ulteriormente le nostre forze dell’ordine nell’esercizio del proprio lavoro”.”Il ministro dell’Interno – sottolinea Balboni – non ha fatto altro che confermare con la sua risposta che siamo in netto ritardo per la dotazione del taser alle forze di Polizia. Non basta aver confermato che le procedure in corso faranno alla fine arrivare queste armi e anche le body cam agli agenti, perché intanto chi continua a stare in prima linea sono sempre loro”.”L’ampio risalto che ha avuto il caso dell’uomo di nazionalità ghanese che, nei pressi dell’uscita della stazione Termini di Roma, brandendo un coltello da cucina e visibilmente alterato, ha terrorizzato i passanti, minacciandoli, costringendo l’agente di Polizia a sparargli alle gambe per neutralizzarlo – conclude Balboni – ha riproposto il tema della dotazione del taser in modo prepotente. Il ministro Lamorgese ha fornito una risposta che ci lascia solo parzialmente soddisfatti ma ciò che è più grave ha taciuto su quali iniziative intende assumere per evitare che l’iscrizione nel registro degli indagati di agenti che fanno il loro dovere possa provocare ulteriore demotivazione del personale in servizio, già duramente provato dalla scarsezza dei mezzi a disposizione”.

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“Difendiamo i prodotti italiani. Presto iniziative in tutte le piazze d’Italia”

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 Maggio 2021

Parte – o meglio, riparte – da Viterbo la battaglia di Fratelli d’Italia contro il NutriScore, il sistema di etichettatura “a semaforo” dei prodotti alimentari che l’Unione Europea vorrebbe rendere obbligatoria in tutti gli stati membri.L’iniziativa è stata presentata questa mattina dal senatore e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura FdI, Luca De Carlo, dal deputato Mauro Rotelli, e dai responsabili del settore agricoltura di Fratelli d’Italia della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, rispettivamente Roberto Bedini e Pietro Narduzzi.A ribadire la posizione del partito è stato il senatore De Carlo: “Già a febbraio dello scorso anno alla Camera presentammo una mozione per impegnare il Parlamento a dirsi fermamente contrario a questo sistema. Stava passando sotto silenzio l’avanzata di questo provvedimento che sarebbe una vera mazzata per le produzioni italiane, riconosciute un’eccellenza a livello mondiale e proprio per questo osteggiate e temute dalle altre nazioni e dalle multinazionali”. Ad avvalorare queste parole, De Carlo ha poi ribadito come l’italian sounding – l’imitazione di prodotti italiani tramite ad esempio nomi storpiati, riferimenti geografici o immagini di monumenti e luoghi della nostra nazione – costi all’Italia circa 100 miliardi di euro all’anno e come l’agricoltura italiana sia al sesto posto mondiale tra quelle più sostenibili: “È universalmente riconosciuto come dietro a un prodotto con bandiera italiana ci sia grande qualità, frutto di anni di attenzione, di lavoro e di ricerca. Ora le grandi multinazionali vorrebbero punire tutto questo, a vantaggio di cibi che sanno poco di terra e molto di laboratorio e che possono essere facilmente costruiti per rientrare nei parametri del semaforo verde di NutriScore, che peraltro è altamente discriminatorio perchè non considera le diverse necessità e abitudini alimentari di un italiano rispetto a quelle di un cittadino del Nord Europa; se ne stanno accorgendo anche in Spagna, nazione tra le primi sostenitrici di questo sistema”. “Noi siamo per la biodiversità ambientale e umana, per il coniugare tradizione e innovazione”, ha concluso De Carlo. “Per questo, da qui partirà una campagna contro il NutriScore che toccherà tutte le piazze d’Italia per far capire ai cittadini quali sono i rischi per la nostra agricoltura, per la nostra tradizione e per la nostra economia. Dobbiamo far capire l’importanza di salvaguardare il prodotto italiano, anche in sede europea”.

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Pa: Fp Cgil, doverosa iniziativa Brunetta su contratto Sicurezza e Difesa

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 Maggio 2021

“L’iniziativa del Ministro Brunetta, che ha deciso di convocare per il 14 maggio i Ministri di Giustizia, Interno, Difesa ed Economia e Finanze per un incontro in sede politica con lo scopo di reperire ulteriori risorse per il rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa, è doverosa e va nella direzione da noi auspicata, rappresentando un punto cruciale per la prosecuzione del confronto”. Questo il commento della Fp Cgil dopo l’annuncio del Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, in merito al rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa.Le risorse stanziate fino ad oggi, prosegue il sindacato, “non ci consentono di definire il contratto nella sua interezza. Servono infatti risorse economiche per continuare la rivalutazione delle retribuzioni tabellari, solo avviata con il contratto 2016/2018 dopo 10 anni di blocco, e poi quelle per riconoscere finalmente la previdenza complementare alle donne e agli uomini in divisa, a oltre vent’anni dall’introduzione del sistema contributivo. Va poi completata la revisione delle indennità, il trattamento di missione, l’istituto del buono pasto e della retribuzione delle prestazioni di lavoro straordinario. Tutti obiettivi che con le risorse della legge di bilancio 2021 non sono realizzabili”.In più, rimarca il sindacato, “il contratto della Polizia Penitenziaria dovrà rinnovare la parte normativa, affrontando temi da troppo tempo trascurati, come la genitorialità, la formazione, il diritto allo studio, le ferie solidali, il congedo per le donne vittima di violenza, le libertà sindacali, la tutela per le gravi patologie e i diritti delle unioni civili. Per non dimenticare poi il tema della sicurezza, in particolare il contrasto al fenomeno suicidario, e quello della disparità di genere. L’incontro del 14 maggio diventa di fondamentale importanza, poiché se i ministri interessati non trovano le risorse necessarie sarà impossibile garantire la giusta attenzione che le donne e gli uomini in divisa meritano, soprattutto dopo essere stati in prima linea anche durante la pandemia”, conclude la Fp Cgil.

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Rampelli: In difesa della lingua italiana

Posted by fidest press agency su sabato, 8 Maggio 2021

“Plaudiamo all’iniziativa del Comune di Soncino che, a seguito di una mozione presentata dalla consigliera di Fratelli d’Italia Federica Brizio e approvata, ha sostituito le parole scritte in inglese, contenute negli atti amministrativi, in lingua italiana. Ritengo sia una battaglia di civiltà, tant’è che dall’inizio del mio mandato di vicepresidente della Camera ho richiesto agli uffici che gli atti ufficiali siano espressi in italiano, compresi quelli che arrivano da Palazzo Chigi e dai ministeri. E proprio nella giornata dedicata a Dante Alighieri, di cui quest’anno si celebra il settimo centenario della morte, abbiamo presentato due proposte di legge – una costituzionale e l’altra ordinaria – per inserire la tutela della lingua italiana in Costituzione. Fa piacere che di recente anche il presidente Draghi si sia lamentato per l’abuso della lingua inglese atti che legge pubblicamente e nel nostro vocabolario. Noi lo denunciamo da anni. La lingua italiana va tutelata e valorizzata, è veicolo della nostra identità e della nostra cultura. Sollecito nuovamente il Governo a esprimere nella nostra lingua madre visto che la comprensibilità degli atti è lo strumento fondamentale della democrazia. Il presidente Draghi, che si è già mostrato sensibile al tema, imprima una svolta anche stilistica al governo che presiede”. E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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La salute del mondo passa dalla difesa dei più fragili

Posted by fidest press agency su sabato, 30 gennaio 2021

Domenica 31 gennaio AIFO celebra la 68^ Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra (GML). La Giornata si svolge dal 1954 nell’ultima domenica di gennaio, su iniziativa di Raoul Follereau, benefattore e profeta dei malati di lebbra, per denunciare l’emarginazione in cui vivevano milioni di persone. Oggi la lebbra è stata ridimensionata, grazie ai progressi della medicina, ma colpisce ancora oltre 200.000 persone all’anno, lasciando in molte di loro i segni della disabilità, circa 3 milioni circa secondo l’OMS. Ciò rende, il più delle volte, queste persone emarginate da paure e pregiudizi che non sono stati ancora del tutto sconfitti.La lebbra, benché oggi sia perfettamente curabile, si sviluppa ancora in regioni povere e dove è carente la sanità di base in grado di prevenire il contagio e l’insorgere della malattia. Non a caso India e Brasile, che da soli rappresentano il 70 % dei casi di lebbra nel mondo, sono anche i due paesi che, dopo gli Stati Uniti, hanno più casi e decessi a causa del Covid-19.AIFO, da sessant’anni attiva nella cooperazione socio sanitaria nel mondo, ha imparato molto dalla lebbra, impegnandosi nella cura delle persone, nel promuovere la medicina di base, nel rafforzare le comunità affinché possano prendere in mano il proprio destino. L’obiettivo è l’inclusione sociale delle persone emarginate, anche a causa di una disabilità, o minacciate di violenze (ad esempio le donne, i gruppi minoritari o discriminati) attraverso pratiche economiche (come i gruppi di auto aiuto) e sociali (come l’educazione e la formazione professionale).Non a caso nei paesi dove è presente, con l’insorgere della pandemia, AIFO si è trovata subito in prima linea per fare informazione, per diffondere i mezzi di prevenzione e per sostenere materialmente le persone più fragili davanti allo sconvolgimento delle condizioni economiche provocate dalle misure per contenere i contagi.AIFO prosegue in questo modo il lavoro che l’ha vista impegnata in altre emergenze sanitarie, come l’Ebola, al sostegno della fondamentale sanità di base. AIFO gestisce in questo momento 52 progetti di aiuto sanitario. Ogni anno cura più di 320.000 ammalati, dei quali oltre 250.000 colpiti dalla lebbra. https://www.aifo.it/diffondi-in-rete-la-gml/

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Difesa. Rauti (FdI): Italia non investe e punta a ribasso. Risorse modeste e inadeguate

Posted by fidest press agency su sabato, 5 dicembre 2020

“Mentre la Turchia punta – notizia confermata oggi da tutte le agenzie stampa – sulla produzione dei droni per potenziare l’export e la capacità sul campo nonché per perseguire gli scopi di difesa del suo territorio e di quello dei suoi alleati, l’Italia non investe e gioca al ribasso. Purtroppo , infatti, nel Documento Programmatico pluriennale di Difesa (DPP) 2020/22 non ci sono , ad esempio, progetti avanzati contro gli aereomobili a pilotaggio remoto (APR) e per i progetti presenti , relativi a 14 sistemi di contrasto ai mini droni , i finanziamenti sono appena sufficienti per supportarne i primi 7. Complessivamente le risorse previste rappresentano soltanto un primo simbolico e modestissimo passo e certamente non bastano a fronteggiare una minaccia crescente e che si evolve così velocemente . L’industria nazionale della Difesa dovrebbe , invece, essere impiegata e finanziata massicciamente per progetti e prototipi adeguati a contrastare questo tipo di minaccia, rappresentata dall’impiego malevolo dei droni . Un metodo spregiudicato di fare la guerra – come dimostrato in alcuni scenari , quali la Siria e l’Armenia e non solo- nei quali l’impiego degli APR ha condizionato le sorti dei conflitti a vantaggio dei loro possessori e relativi alleati. È preoccupante la proliferazione dei mini droni – favorita anche dal basso costo di realizzazione – e la difficoltà per le armi contraeree – pensate per jet veloci – di individuarli. Lo spazio aereo si profila sempre più come futuro ambiente operativo ed è necessario investire subito per il potenziamento degli strumenti di difesa e per la tutela della sicurezza , in un’ottica di integrazione interforze”. Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, capogruppo in Commissione Difesa.

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Difesa: servono più investimenti per cogliere sfide dominio cibernetico e spaziale

Posted by fidest press agency su sabato, 14 novembre 2020

“Oggi nel corso dell’Audizione informale del Capo di Stato maggiore della Difesa, gen. Enzo Vecciarelli, nell’ambito dell’esame del Documento programmatico pluriennale per la Difesa (DPP) per il triennio 2020-2022 ho sottolineato che per Fratelli d’Italia i finanziamenti sono inadeguati, soprattutto per la parte degli investimenti e resta il problema del disallineamento nel budget nazionale della Difesa, rispetto al target della Nato del 2 per cento del Pil per i Paesi membri dell’Alleanza. Inoltre, necessita attenzione particolare per il fronte del dominio cibernetico e quello spaziale, vera frontiera delle future contese geopolitiche; il nostro Paese dovrebbe dotarsi di un numero maggiore di satelliti per l’osservazione della terra ed attrezzarsi nella direzione di disporre in futuro di costellazioni, anche di sistemi ottici, in grado di contribuire alla superiorità e competitività informativa, garanzia di sovranità nazionale”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia nella Commissione Difesa del Senato, Isabella Rauti.

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