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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°87

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Il tempo è una dimensione immaginaria?

Posted by fidest press agency su domenica, 27 dicembre 2020

Potremmo considerarlo tale, secondo la teoria della relatività? La risposta non è di quelle facili da digerire. Dovremmo in primis chiederci come può la teoria della relatività affermare che lo spazio e il tempo appartengono l’uno al mondo fisico e l’altro al mondo immaginario. L’uno al mondo esterno e l’altro al mondo interno dell’osservatore. C’è chi potrebbe considerare tale aspetto un puro formalismo matematico o limitarsi alle parole di Sant’Agostino quando affermava che lui sapeva ma non riusciva a spiegarlo agli altri come se improvvisamente la memoria avesse subito un blackout. Forse perché le parole sono tratte, quasi sempre, dall’esperienza quotidiana e usate per poter riconoscere, ricordare e trasferire ad altri le cose percepibili ma non certo delle identità immaginarie. Forse potrebbe farlo la memoria dove si agitano i ricordi e dove potremmo essere pronti a cogliere i messaggi provenienti da quel misterioso regno dell’immateriale. Forse anche a nostra insaputa e restare nel subconscio. Se solo percorressimo questa via della conoscenza dovremmo, semmai, appropriarci di certe tecniche di meditazione orientali quali lo Yoga e Zen ma anche di raccoglimento cristiano per far emergere informazioni poste in condizioni di schermatura sensoriale. Parlo, ovviamente, di fenomeni di telepatia, di precognizione, bilocazione e psicocinesi. E lo sanno bene fisici di grande valore come Putham, Targ, Jahn e Feynman dell’università di Princeton e altri. Ma mi si obietta: ma il tempo non si misura con gli orologi così come lo spazio si misura con i regoli? E allora dov’è il mondo immaginario formulato dalla teoria della relatività? Bisogna, allora, considerare l’invariante metrico della relatività speciale per ragionare in questo modo: Se noi ignoriamo l’esistenza del tempo nel dominio dello spazio calcolando la distanza spaziale invariante, a partire dalle due distanze misurate dall’osservatore, ovvero quella euclidea e l’altra immaginaria, ne deriva che in questo invariante metrico sono considerati tre tipi di spazio: uno reale esterno all’osservatore, uno immaginario, interno all’osservatore con i suoi pensieri e ultimo uno spazio complesso, in combinazione dei due, in cui albergano gli invarianti e la realtà assoluta. Lo stesso accade con il tempo con uno interno all’osservatore, uno esterno, che altro non è che il tempo che ci mette la luce a percorrerlo, ed infine un tempo complesso, in combinazione dei due, dove albergano gli invarianti e la realtà assoluta. A questo punto il dilemma non sta nel chiedersi perché il tempo sia immaginario e lo spazio reale, ma perché tempo e spazio possiedono una parte immaginaria ed una parte reale. (Riccardo Alfonso)

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“Sul Covid il governo trascura la dimensione locale”

Posted by fidest press agency su giovedì, 29 ottobre 2020

“C’è un grave scollamento tra governo centrale e realtà territoriali che si manifesta, ad esempio, quando alcuni ministri sminuiscono l’apporto del trasporto locale o della scuola alla pandemia o sottovalutano le ripercussioni di alcuni provvedimenti sul tessuto sociale e produttivo”.E’ quanto rileva Domenico Mamone, presidente dell’Unsic, sindacato datoriale ramificato in tutta Italia. “Dalle nostre tremila sedi territoriali la denuncia è unanime: dall’alto manca l’ascolto alle istanze locali – continua Mamone. “Alcuni provvedimenti adottati con il Dpcm denotano proprio un dialogo governativo limitato alle Regioni e a qualche organizzazione di rappresentanza: mentre, sul territorio, sanità, scuole e uffici vivono un caos quotidiano, accentuato dalla burocrazia”.L’Unsic ricorda, ad esempio, di aver espresso già ad agosto i timori per la riapertura delle scuole superiori dal 14 settembre. “Oggi ricerche internazionali, come quella di Edimburgo, e recenti studi, come quello di Bucci-Viola, ci stanno dando ragione. Avevamo proposto di far partire le superiori a fine ottobre, recuperando il mese a giugno e di adottare da subito la didattica a distanza, investendo in nuove tecnologie e formazione per i docenti anziché negli inutili banchetti, tra l’altro molti non ancora consegnati. Oggi una scuola che non funziona è la croce di docenti, genitori e studenti”. Il sindacato rileva, però, anche l’assenza di soluzioni oggettive da parte dei partiti di opposizione, chiusi nella protesta, e indica proprio nell’ambito locale la ricerca di soluzioni. “La riduzione dei contagi passa per la medicina territoriale, per il rafforzamento delle Asl anche con operazioni di sburocratizzazione, per il contact tracing, per interventi mirati, per lo smart working, per le scuole in Dad. Tutto ciò che, purtroppo, non è stato fatto da maggio ad oggi, con il governo che sta inseguendo il virus. Aprirsi maggiormente ai territori è ormai una necessità incontrovertibile per attenuare la gravità della situazione”.

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Raggi: “Offerta formativa strutturata per creare scambio effettivo tra dimensione scolastica e professionale”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 settembre 2020

Roma. Anche quest’anno Roma Capitale propone agli istituti di istruzione secondaria l’edizione aggiornata del “Catalogo dei servizi e delle attività” a cura del Dipartimento Turismo, Formazione Professionale e Lavoro, pensato per la partecipazione degli studenti dell’ultimo triennio ai “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” (PCTO).“Lo scopo è quello di dare ai ragazzi l’occasione di formarsi mentre studiano, coniugando esperienza sul campo e orientamento al mondo del lavoro. L’offerta messa a punto mira a concretizzare uno scambio effettivo tra la dimensione scolastica e quella professionale”, dichiara la Sindaca Virginia Raggi.Sono 12 i percorsi disponibili: spaziano dalla consapevolezza nell’affrontare un colloquio di lavoro all’informazione turistica sui social network, passando per i laboratori di comunicazione e creazione dei piani d’impresa. Le attività proposte, supervisionate da personale esperto e tutor, partiranno indicativamente a novembre prossimo e si concluderanno nel mese di maggio 2021, secondo modalità di partecipazione a distanza oppure in presenza, a seconda delle disposizioni normative vigenti.Le scuole interessate potranno aderire al progetto fino al 22 ottobre, consultando il Catalogo e compilando il modulo d’iscrizione pubblicati a questo link:https://www.comune.roma.it/web/it/dipartimento-turismo-formazione-professionale-e-lavoro-progetti.page?contentId=PRG645439

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La diversa dimensione umana nell’età del declino psico-fisico

Posted by fidest press agency su sabato, 5 settembre 2020

È un aspetto del mutato rapporto esistente tra l’uomo contemporaneo, della società evoluta, con l’ambiente e il lavoro. In tale ambito molte attività sono tipicamente sedentarie e tendono a ridurre la possibilità dell’organismo di condurre una vita più dinamica. È una circostanza che incide maggiormente sugli anziani.
Ciò spiega, probabilmente, il perché taluni tendono a partecipare intensamente alle attività della comunità locale oltre a continuare a prestare il proprio contributo dopo il pensionamento e a farlo, per lo più, nell’ambito delle organizzazioni non governative. Alla fine, dovremmo augurarci che diventi una regola. Se si riuscirà a coinvolgere una percentuale più ampia degli anziani, in buone condizioni di salute, nel volontariato e negli altri settori dell’economia sociale, si verrà ad avere uno strumento fondamentale d’attivazione delle strategie d’invecchiamento.
Prepararsi a una vita più lunga, più operosa e di qualità e andare in pensione in modo più graduale per afferrare l’opportunità di contribuire in modo attivo alla vita sociale, sono altrettanti fattori che garantiscono un’ottimizzazione della fiducia per se stessi e per l’autodeterminazione, lungo tutto il tratto della terza età. Ciò potrebbe compensare il progressivo e inevitabile calo delle facoltà intellettive dell’anziano. Concorrerebbe a diminuire il grado di dipendenza nei rapporti familiari e nella società in senso lato. D’altra parte, oggi vi sono non pochi motivi che dovrebbero indurre gli addetti ai lavori a una seria riflessione sui temi che riguardano l’invecchiamento e al modo da renderlo meno dipendente dall’assistenza sanitaria, favorendo la prevenzione e, sull’altro fronte, riducendo sensibilmente il carico previdenziale. È un aspetto che oggi è maggiormente attuabile con lavori in part-time o domiciliabili attraverso l’homeworking, teleworking e lo smartworking.
Il recupero d’efficienza, del resto, ha una sua indubbia componente psicologica. Pensiamo, ad esempio, al trauma che l’anziano affronta per una semplice caduta. La stessa persona si può trasformare da anziano, attivo e pieno di fiducia, in un individuo molto dipendente e con una salute in rapido declino.
L’accesso, a questo punto, a buoni servizi di riabilitazione può impedire che la situazione diventi drammatica per sé e per i familiari, che l’hanno in carico, e per le stesse strutture che sono proposte all’assistenza ordinaria, sia in termini economici sia in attrezzature e quanto altro. In ogni caso le capacità degli anziani non si possono solo definire virtuali. Essi costituiscono un notevole serbatoio di risorse, anche se fino ad ora il tutto è stato riconosciuto e mobilitato in misura poco efficiente. D’altra parte, non ci allontana dalla realtà affermare che tutte le generazioni possono trarre vantaggio dai cambiamenti di politiche che consentono agli anziani di realizzarsi e rimanere più efficienti, motivandoli in tal senso. La prima risposta può essere quella di diminuire fortemente il loro grado di dipendenza e di disabilità. In questo modo si potrà collaborare alla riconciliazione, tra la chiara aspirazione degli anziani di vivere più a lungo, in buone condizioni di salute, e le legittime preoccupazioni della società riguardo alla necessità di minimizzare i costi dovuti all’invecchiamento demografico. Se, a questo punto, mi concentro maggiormente sull’aspetto dell’invecchiamento fisiologico, posso affermare subito che esso non deve essere considerato malattia a dispetto di una certa letteratura. Si tratta, semmai, di un continuum d’adattamenti omeostatici compensatori legati in buona parte anche all’alimentazione. Uno squilibrio quantitativo o qualitativo della stessa e ancor più un errore nutrizionale delle cellule (permeabilità di “membranae” post recettoriale, deficit di ATP, ecc.) può provocare uno stato di malattia che potrei definire cronico.
Il primo dubbio deriva dall’incertezza sui tempi che presiedono al cambiamento del fabbisogno proteico nell’invecchiamento. Sta di fatto che Watkin nel 1978 ha dimostrato che il turnover delle proteine nell’anziano si riduce in rapporto al calo della massa proteica muscolare, ma è del tutto simile a quello del giovane adulto se espresso per unità di massa magra. Ciò l’ha portato alla conclusione che il fabbisogno proteico giornaliero ottimale per l’anziano è di gr. 0,80/kg di peso corporeo ideale. Nello stesso tempo il bilancio azotato diviene negativo se la quota proteica scende sotto i gr. 0,55/kg/die nell’uomo e di 0,42/kg/die della donna. È una condizione che, purtroppo, non trova riscontro pratico dato che la media, per quanto mi è dato di sapere, delle persone anziane non raggiunge la quota di assunzione proteica minimale e riscontrabile con livelli dell’albumina, della prealbumina e della transferrina in difetto.
Altre ricerche fanno dipendere il deficit proteico dal basso reddito finanziario dei soggetti anziani. Vi è, inoltre, chi sostiene che lo stato nutrizionale non è dipendente dall’età per se stessa, ma dalle condizioni psichiche soggettive, ambientali e socio-economiche. In linea di massi-ma, si può ritenere che gli introiti proteici animali minimi di sicurezza siano di 0,55 gr/kg/die nell’uomo e di 0,42 gr/kg/die nella donna in equilibrio metabolico. Questi valori diminuiscono dopo gli 80 anni del 16% nei soggetti auto-sufficienti e del 28% nei non-autosufficienti.
Qui non si tratta solo di prendere in considerazione alcuni aspetti nutrizionali, penalizzando gli altri ma di vederla nel loro insieme. Se noi, ad esempio, sotto il profilo dell’azione ipocolesterolemizzante e ipotrigliceridemizzante, trattassimo solo l’apporto delle proteine di soia ci troveremmo spiazzati nei confronti degli aminoacidi vegetali che, per altro, hanno lo stesso valore energetico e calorico di quelli animali ed entrano nella sintesi delle proteine dell’uomo, anche se la carne ha un più elevato valore biologico che acquista significante importanza in particolari circostanze in varie epoche dello sviluppo e nel mantenimento delle funzioni vitali dell’essere umano.
Da questo nasce l’opportunità d’introdurre nell’alimentazione umana anche elementi d’origine animale con funzione di “alimenti protettivi”. Sappiamo, d’altra parte, che l’eccesso di proteine vegetali va a scapito, tanto nella prima infanzia quanto nella vecchiaia, della nutrizione cerebrale e quindi nell’attività del sistema nervoso centrale (triptofano, serotonina, tirosina, DOPA, noradrenalina, istidina, oppiacei, releasing-factors: GnRH, RH, ecc., ormoni diencefalici (adiuretina) ed ipofasari ecc., del sistema scheletrico (sintesi della matrice proteica sotto controllo insulinico e del GH, calcificazione dello stesso: calcitonina, vit. D3, della costellazione endocrina tirosina e tetrajodotiroxina) ecc. Va ad aggiungersi la circostanza che non è ancora del tutto chiarito il rapporto tra la nutrizione “globale” e le necessità dei singoli organi ed apparati. Traguardo ultimo sarà, nel bambino il raggiungimento di un armonico sviluppo cerebrale, nell’adulto il mantenimento di una fisiologica attività cellulare, nell’anziano l’equilibrio omeostatico che garantisce il benessere psico-fisico e l’autosufficienza totale fino all’esaurirsi della “carica vitale” geneticamente determinata. Altri fattori che influenzano lo stato nutrizionale dell’anziano sono l’abbandono della vita attiva, la difficoltà di procurarsi il cibo (dieta monotona, cibi conservati ecc.), la ridotta attività motoria (osteoporosi, obesità relativa ecc.) l’eventuale assunzione di farmaci anoressizzanti a cause di male assorbimento intestinale, di perdita di elettroliti e di oligoelementi, di acqua, la diminuzione dell’olfatto e del gusto e dell’anoressia. Quest’ultima è strettamente collegata con la disponibilità d’aminoacidi, che intervengono nella neuro-modulazione dell’appetito. Se si tiene presente che gli anziani, oltre ai fattori esogeni di carenza, possono essere portatori di malattie croniche pauci o asintomatiche – dalla stipsi alla diarrea, alle bronchiti croniche, ecc – causa di ipermetabolismo o di carenza di assorbimento, è opportuno portare la quota proteica giornaliera anche al 12-15% dell’introito totale, salvo particolari controindicazioni (nefropatie, gotta, ecc.). La patologia di mancanza proteica cronica nell’anziano da cause ambientali o organiche, secondo l’espressione del Lanzola, può essere correlata a uno o più momenti patogenetici. (redazionale)

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“Letteratura e nuovi media. Come la scrittura cambia dimensione” di Paolo Massari

Posted by fidest press agency su giovedì, 14 novembre 2019

Roma Venerdì 22 Novembre 2019 | h. 21:00-22.30 San Giovanni Battista dei Fiorentini Piazza dell’Oro 4 Prosegue il ciclo di appuntamenti dell’associazione culturale cattolica romana MEIC (Movimento ecclesiale di impegno culturale). Il prossimo si terrà venerdì 22 novembre 2019 alle 21:00, presso la suggestiva Basilica di San Luigi Battista dei Fiorentini, sede del Battesimo di Gesù, capolavoro di Ercole Antonio Raggi, e porrà al centro della scena l’autore e saggista Paolo Massari, Dottore di Ricerca in Letteratura italiana presso La Sapienza, che presenterà il libro “Letteratura e nuovi media. Come la scrittura cambia dimensione”. Si tratta dello sviluppo degli studi dottorali dell’autore il quale afferma: «La letteratura occupa uno spazio minimo nella dimensione infinita e inesauribile dei social media. Ho avuto interesse a conoscerlo e capirlo sia perché sono rimasto sorpreso dalla sua stessa esistenza, sia perché si trattava di un campo di indagine totalmente inesplorato, instabile e con una riserva possibile di risposte ma soprattutto di domande» (cito dall’intervista apparsa su twletteratura.org): «I social media rappresentano una fonte preziosa per la divulgazione della letteratura, ma anche per le interazioni con essa, e quindi anche per le riscritture, le parodie, le imitazioni. Infatti, ciò che ha affascinato soprattutto l’autore sono state le interazioni con la scrittura: «L’obiettivo era proprio tracciare una prima panoramica di particolari fenomeni di linguaggio e forme di scrittura che esistono solo in quanto conseguenze della letteratura e che riguardano in prima persona autori e lettori». Questo cambiamento delle interazioni tra autori e lettori è in fondo il cuore della ricerca che trova due grandi colonne in Facebook e Twitter: entrambi i social mostrano grande potenzialità, forse non ancora del tutto sfruttata e sarà l’autore a indicarci alcune potenziali prospettive. È interessante che autori di primissima fascia – come Christian Raimo e Michela Murgia, le cui interviste sono nel libro – stanno sempre più sfruttando al comunicazione diretta con i loro lettori attraverso i social quasi al punto da creare una costante cornice a quanto loro vivono e scrivono. Ad accompagnare Paolo Massari nel racconto del suo lavoro ci sarà Vincenzo Lisciani Petrini, docente di italiano e latino e anche lui Dottore di Ricerca in Letteratura Italiana alla Sapienza (i due hanno conseguito il titolo nello stesso ciclo).

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Nuove misure per dare impulso alle competenze chiave, alle competenze digitali e alla dimensione europea dell’istruzione

Posted by fidest press agency su venerdì, 19 gennaio 2018

european commissionBruxelles. Dando seguito al vertice di Göteborg, la Commissione europea ha adottato oggi nuove iniziative per migliorare le competenze chiave e le competenze digitali dei cittadini europei, per promuovere valori comuni e la conoscenza del funzionamento dell’Unione europea nelle scuole.
Le nuove proposte giungono appena due mesi dopo che i capi di Stato e di governo europei hanno parlato di istruzione, formazione e cultura al vertice di Göteborg del novembre 2017 e mirano a ridurre le disuguaglianze socioeconomiche, sostenendo nel contempo la competitività, al fine di costruire un’Europa più unita, più forte e più democratica.Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: “Le iniziative odierne mirano a fornire alle persone gli strumenti affinché possano vivere pienamente e per costruire economie e società caratterizzate da equità e resilienza. Dobbiamo garantire che l’istruzione porti frutti a tutti nell’intera Europa e che ognuno sia in grado di adattarsi ai cambiamenti e trarne vantaggio: si tratta di un aspetto di importanza vitale per la crescita sostenibile e la competitività dell’Europa e lo sarà sempre più in futuro. Siamo pronti a sostenere gli Stati membri e collaborare con loro affinché tutto ciò diventi realtà.”Tibor Navracsics, Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, ha dichiarato: “I sistemi di istruzione e formazione europei devono trasmettere a persone provenienti dai contesti più diversi le competenze giuste per progredire e prosperare nella vita professionale, ma anche per metterle in grado di svolgere attivamente il proprio ruolo di cittadini attivi. Dobbiamo saper convogliare il potenziale dell’istruzione per promuovere la coesione sociale e il senso di appartenenza. A tal fine dobbiamo partire dai nostri valori comuni e garantire che l’istruzione permetta agli studenti di vivere l’identità europea in tutta la sua diversità e di conoscere meglio l’Europa, gli altri paesi europei e sé stessi.” Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, ha dichiarato: “L’era digitale sta permeando tutti gli aspetti delle nostre vite: la necessità di fare attenzione alla trasformazione digitale non si limita a coloro che lavorano nelle tecnologie dell’informazione. La carenza di competenze digitali è un fenomeno reale. Mentre il 90% dei lavori del futuro richiedono determinate competenze in campo digitale, il 44% degli europei non possiede neanche le abilità di base. Il piano d’azione per l’istruzione digitale che proponiamo oggi aiuterà gli europei, gli istituti e i sistemi di istruzione a prepararsi meglio a vivere e lavorare in società sempre più digitali.” Le nuove proposte saranno anche discusse al primo Vertice europeo dell’istruzione che il commissario Navracsics ospiterà il 25 gennaio a Bruxelles, dedicato al tema “Porre le basi dello spazio europeo dell’istruzione – Per un’istruzione innovativa, inclusiva e basata sui valori”. Le tre iniziative proposte dalla Commissione sono:
1. Una raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente: prendendo le mosse dalla raccomandazione relativa alle competenze chiave adottata nel 2006, la nuova proposta contiene aggiornamenti importanti che riflettono la rapida evoluzione verificatasi nel frattempo nell’insegnamento e nell’apprendimento. Essa mira a un migliore sviluppo delle competenze chiave delle persone di qualsiasi età durante tutto l’arco della vita e a fornire orientamento agli Stati membri su come pervenire allo scopo. Si sottolinea in particolare la promozione dello spirito imprenditoriale e della mentalità orientata all’innovazione, al fine di liberare il potenziale personale, la creatività e lo spirito di iniziativa. La Commissione raccomanda inoltre misure volte a promuovere le competenze in scienze, tecnologie, ingegneria e matematica (gli ambiti STEM) e a motivare un maggior numero di giovani a intraprendere carriere in tali ambiti. Le proposte avanzate oggi rientrano nella risposta all’esigenza di migliorare urgentemente i sistemi di istruzione europei per far fronte alle numerose sfide rivelate dalla più recente indagine PISA. Più in generale, le misure aiuteranno gli Stati membri a preparare meglio i discenti ai cambiamenti dei mercati del lavoro e alla cittadinanza attiva in società globali più differenziate, mobili e digitali.
2. Un piano d’azione per l’istruzione digitale che delinea in quali modi l’UE può aiutare cittadini, istituti e sistemi di istruzione a prepararsi meglio a vivere e lavorare in un’era di rapidi cambiamenti digitali mediante:un migliore impiego delle tecnologie digitali per l’insegnamento e l’apprendimento; lo sviluppo delle competenze e delle abilità digitali necessarie per vivere e lavorare in un’era di trasformazioni digitali e il miglioramento dell’istruzione mediante una previsione e un’analisi dei dati più attente.
3. Una raccomandazione del Consiglio sui valori comuni, l’istruzione inclusiva e la dimensione europea dell’insegnamento: tale iniziativa propone modi in cui l’istruzione può aiutare i giovani a comprendere l’importanza dei valori comuni sanciti dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea e a farli propri. Gli obiettivi perseguiti sono rafforzare la coesione sociale e contribuire a contrastare l’avanzata del populismo, della xenofobia, del nazionalismo fonte di divisioni e della diffusione di notizie false. Tale proposta potenzia inoltre l’istruzione inclusiva per promuovere l’istruzione di qualità per tutti gli studenti insieme alla dimensione europea dell’insegnamento, in modo che a scuola si possano conoscere anche il patrimonio comune e la diversità dell’Europa, oltre a comprendere il funzionamento dell’UE. A sostegno di tali obiettivi la Commissione adotterà misure per aumentare gli scambi virtuali tra le scuole, in particolare tramite la riuscita rete e-Twinning, e per stimolare la mobilità nell’ambito del programma Erasmus+.

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La dimensione sociale dell’Europa

Posted by fidest press agency su domenica, 5 marzo 2017

europeRoma lunedì 20 marzo presso la Sala dell’ABI in Piazza del Gesù 49 L’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, con il supporto del Centro Studi e Ricerche IDOS, ha realizzato la pubblicazione del volume La dimensione sociale dell’Europa. Dal Trattato di Roma ad oggi.
50 rappresentanti del mondo sociale e di quello della ricerca hanno esaminato i più importanti temi del processo di integrazione, sia negli aspetti problematici che in quelli positivi, al fine di favorire un dibattito argomentato e fruttuoso.

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Le mie lettere a Monti

Posted by fidest press agency su domenica, 12 febbraio 2012

Prof. Mario_Monti

Image via Wikipedia

Giorni fa rispondendo ad una mia lettrice ho fatto riferimento ad una mia iniziativa che si è tradotta nello scrivere ben 15 lettere al presidente Monti sui temi di grande attualità e sul modo di pervenire alla crescita competitiva del sistema paese e alla possibilità d’indicare una via diversa ai soliti rimedi da manuale che un’economia capitalista ha scritto e riscritto nei suoi “testi sacri”. La prima domanda che mi sono posto è se la mia iniziativa non fosse un atto di arroganza e di presunzione considerato l’autorevolezza del mio interlocutore rispetto alle mie limitate conoscenze in materia di economia, di bilanci e quanto altro. Poi ho pensato agli esempi che la storia sottopone alla nostra riflessione riguardo personaggi che sono stati in grado d’indicare, tra la diffidenza di tanti, una strada nuova e dimostrare che si può imboccare e percorrerla con successo anche se non si è versati nella disciplina affrontata. Ecco perché non ho ceduto ai limiti che mi riconosco ma, semmai, ho sperato di non essermi imbattuto in colui che possa aver tratto dalla sua dottrina economica un rigido ed esclusivo simulacro. Intendo dire che il “modello capitalistico” che da tempo abbiamo affinato ed esaltato oggi presenta tutti i suoi limiti e se continuiamo ad accettarlo è perché siamo convinti che non vi è alternativa. Possiamo, invece, fare qualcosa di diverso, ma dovremmo anche avere l’apertura mentale per recepirne il messaggio e sperimentarne il percorso senza preclusioni ideologiche. E’ questa la sfida non da poco in quanto ci tocca esplorare un terreno sconosciuto e i timori possono essere tanti ma anche gli interessi e i privilegi acquisiti sono duri a morire.
Quindici lettere non sono di certo riassumibili in poche righe. Mi limito in questa circostanza ad indicare gli argomenti che a mio avviso sono più significativi.
Il primo in assoluto, se non altro per il dibattito che è in atto in queste ore, è quello del lavoro. Oggi la discussione sembra incentrarsi su tre punti cruciali: l’art. 18 indicato come la salvaguardia per il posto di lavoro, l’età pensionabile e il posto fisso. A mio avviso sono dei falsi problemi. Se noi partiamo dal riconoscere un diritto che è quello del lavoro, poiché è un imperativo che ci consente di vivere e di prosperare, allora dovremmo orientarci in modo diverso. Dovremmo partire dal presupposto che si debba stabilire con i lavoratori una regola che consenta loro ogni 10 anni di contributi di percepire una rendita pari al 20% della media retributiva percetta in detto periodo di tempo. Consideriamo i vantaggi di questo percorso che mette i lavoratori nella possibilità di avere una base, via via, sempre più consistente, economicamente parlando, per affrontare le variabili della vita (disoccupazione, riconversione del lavoro, corsi di aggiornamento e specializzazione, malattie invalidanti, ecc.). Da qui ci caliamo in un altro diritto: quello della salute. In proposito dobbiamo uscire dall’equivoco assistenza pubblica o privata. Se riconosciamo il primato della salute dobbiamo convenire che il problema sta a monte: la salute è un bene universale e la prevenzione universale a questo punto diventa un suo punto vitale. Anche qui abbiamo indicato una ricetta e spiegato come pervenirvi. Per il viatico migratorio un altro progetto è quello di consentire una crescita della ricchezza dei ceti meno abbienti, nelle aree depresse, con uno scambio di conoscenze con la costruzione delle cosiddette “cittadelle del sapere”. Altre soluzioni sono state indicale sul fronte delle questioni carcerarie, della sicurezza, della giustizia, della difesa, della lotta al lavoro in nero, dell’evasione fiscale, ecc. In tutto questo va precisato che non è tutta farina del mio sacco e che molti spunti sono venuti leggendo, partecipando, ascoltando quanto è stato detto e scritto in proposito, ma che hanno avuto scarsissima audience, per non dire nulla più per interessi partigiani che per intima convinzione. Convengo, quindi, che un modello di società nuova esiste già anche se i nostri occhi non riescono a riconoscerla per tale, abbagliati come siamo da interessi personali e corporativi. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)

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Le dimensioni territoriali di Roma

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 settembre 2011

Bene ha fatto il Sottosegretario Francesco Giro a sottolineare a Nicola Zingaretti che Roma rappresenta qualcosa di diverso sul territorio nazionale. Le dimensioni territoriali di Roma, i suoi quasi 3 mln di abitanti ai quali si aggiungono circa 500 pendolari al giorno, le sue competenze, il suo ruolo di sede di diverse istituzioni, la pone su un livello decisamente diverso. Nonostante ciò e le parole di Giro, la Capitale continua ad essere trattata come un qualsiasi ente locale. Tant’è che nella manovra non si parla più della riduzione dei parlamentari mentre qualche mese fa lo stesso Parlamento senza batter ciglio ha ridotto da 60 a 48 il numero dei consigliere comunali delle grandi città, come se gli eletti dal popolo per preferenza nella città fossero il vero costo della politica. A questa barzelletta non ci crede nessuno, i cittadini per primi, infatti sul numero dei consiglieri nelle assemblee comunali nessuno ha mai avuto nulla da obiettare, sia perchè vengono scelti direttamente dalla gente con l’espressione della preferenza sia perchè sono presenti sul territorio e vicini ai problemi della gente. Di tutto questo non si è tenuto conto, si è fatta un’operazione spot che priverà di rappresentanza il territorio romano, i quartieri e i municipi, il risparmio non c’entra nulla anche perchè parliamo di cifre bassissime. Sembrerebbe da un calcolo fatto che 12 consiglieri comunali costino all’anno allo Stato quanto un parlamentare, quindi a Roma, Napoli, Milano, Torino e Firenze si è preferito tagliare un’intera classe dirigente facendo fuori 60 consiglieri, invece di soli 5 parlamentari, ovviamente è un esempio per far capire che a parità di costo almeno per una volta sarebbe stato riconosciuto il nostro lavoro. Invece no, anzi, in tutti i dibatti si è sempre detto che i consiglieri di Roma Capitale vogliono aumentare il loro numero, falso, abbiamo chiesto di rimanere 60, così come è oggi, proprio in virtù di quello che rappresentiamo, della grandezza del territorio e delle maggiori competenze che dovrebbero essere assegnate a Roma Capitale. Purtroppo in questo clima di anti politica e di crisi questo passaggio potrebbe essere letto come una difesa della casta, ma visto che i consiglieri eletti nei comuni d’Italia tutto sono fuorchè una casta credo che davanti a tali disparità sia giusto far sentire la nostra voce e quella di chi ci ha eletto. Questo quanto dichiara Federico Rocca Consigliere del PdL di Roma Capitale. (On. Federico Rocca)

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Göran Schildt: Vent’anni di mediterraneo

Posted by fidest press agency su martedì, 31 Maggio 2011

Poco dopo la Seconda guerra mondiale, l’autore, noto storico dell’arte e scrittore finlandese, famoso per i suoi resoconti di viaggio, partì dalla Svezia insieme alla moglie alla volta del Mediterraneo. Era qualcosa di più di una vacanza, era un modo per ritrovare, dopo l’atroce conflitto, un senso alla vita. In queste pagine Schildt riepiloga i momenti più significativi di quei viaggi e anticipa in tutta la sua drammatica dimensione e attualità il problema del degrado ambientale e delle condizioni di vita e la difficoltà per trovare uno spazio in cui l’individuo possa avere un minimo di semplicità, di genuinità e di libertà. Pagine 348 Euro 15,00 Codice 17795T EAN 978-88-425-4799-0. Mursia editore.

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Cervello umano: tra virtuale e reale

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 Maggio 2011

“Entro il 2023 potremo trovare nuove cure per le malattie mentali con un simulatore che riprodurrà integralmente un cervello umano, emozioni comprese”: Henry Markram, del Brain Mind Institute dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna, lo sostiene con convinzione, nel corso della presentazione italiana di HBP – Human Brain Project, progetto di dimensioni europee che si propone di riprodurre un “cervello artificiale” grazie all’uso di supercalcolatori. Il cervello umano si comporta come un computer super performante, energeticamente autonomo, capace di ripararsi da solo e di auto apprendere. La scienza, allo stato attuale, ha compreso moltissimi aspetti del funzionamento del cervello, e dall’altra parte ha sviluppato macchine di calcolo potentissime. Mettendo insieme le conoscenze che i ricercatori hanno acquisito ed acquisiranno sul funzionamento delle molecole, dei neuroni, dei circuiti neuronali e quelle sui più potenti database attualmente sviluppati grazie alle tecnologie ICT, si può costruire un simulatore biologicamente molto dettagliato dell’intera attività del cervello umano.
Gli studi nel settore sono già piuttosto avanzati, grazie agli elevati livelli tecnologici oggi disponibili e alla solida base costituita dai precedenti studi di Markram: nel 2007, la sua equipe era riuscita a modellizzare il funzionamento biologico di 10mila neuroni della corteccia cerebrale dei topi; l’obbiettivo dello HBP, sfruttando i progressi negli algoritmi di modellizzazione e nella tecnologia, è quello di riuscire a costruire un modello dei 100 miliardi di neuroni di un cervello umano su un solo supercomputer. Un risultato che permetterebbe di trovare nuove cure e trattamenti innovativi per le principali disfunzioni e malattie degenerative del sistema nervoso, come Alzheimer, Parkinson, Epilessie, e Schizofrenia.
L’Italia è attualmente presente con sei ricercatori nel gruppo di oltre 150 scienziati che stanno lavorando alla predisposizione della proposta di finanziamento per il progetto HBP. I rispettivi enti di appartenenza (Politecnico di Torino, Università di Pavia, Università di Firenze, LENS e CNR con gli istituti di Scienze e Tecnologie della Cognizione (Roma), di Biofisica (Palermo) e di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (Roma) hanno dato vita ad un “cluster” nazionale che si propone di ricoprire un ruolo di primo piano nella predisposizione e, successivamente, nell’esecuzione del progetto, sia mettendo a disposizione l’eccellenza delle proprie competenze e risorse scientifiche multidisciplinari, sia impegnandosi per reperire un’adeguata dotazione economica pubblica per il cofinanziamento dell’iniziativa, clausola essenziale per l’ingresso del nostro Paese nel progetto. Un progetto che potrebbe portare a benefici sociali enormi. Questi modelli aiuteranno infatti a comprendere le cause profonde delle malattie neurologiche e a diagnosticarle già dai primi sintomi, quando è più facile curarle. Sarà anche più semplice e meno costoso sperimentare l’effetto di nuovi farmaci, limitando la sperimentazione animale ed umana. Questi rilevanti risultati medici avranno anche delle conseguenze importanti dal punto di vista economico, considerato che le malattie neurologiche costituiscono una delle principali voci di spesa nei bilanci della sanità dei paesi europei. Un risultato altrettanto considerevole del progetto sarà di dare impulso a una straordinaria rivoluzione tecnologica, con la realizzazione (già in una fase intermedia) di sistemi artificiali intelligenti, sempre più capaci di interazioni e relazioni con gli esseri umani e di esprimere risposte e comportamenti intelligenti. Nuovi robot, computer e sistemi interattivi potranno così aiutarci nell’apprendimento, nelle cure o nell’accudimento di disabili e anziani, e anche ad allenare le nostre abilità più complesse, come la leadership o la capacità di cooperazione.
“Il LENS e l’università di Firenze si occuperanno della messa a punto di un tomografo ottico per la ricostruzione dell’intera rete del cervello con un dettaglio mille volte superiore alle tecniche esistenti, tipo la Risonanza magnetica Nucleare” ha asserito Francesco Pavone, referente per il progetto per l’Università di Firenze.
“Il gruppo di ricerca dell’Università di Pavia in associazione con l’IRCCS Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino, porterà alla generazione del primo modello computazionale realistico del cervelletto.
Michele Migliore, referente del progetto per l’IBF del CNR, ha spiegato che “il laboratorio di Neuroscienze Computazionali dell’ Istituto di Biofisica (Palermo) metterà a disposizione dello HBP le proprie competenze di Multiscale modeling di neuroni e reti di neuroni realistiche, Simulazioni di sinapsi e meccanismi di plasticità sinaptica, Modelli di simulazione di disfunzioni e patologie del sistema nervoso centrale”.
“L’Istituto di Ricerca sulla Popolazione e le Politiche Sociali del CNR è molto attento alla ricerca scientifica e alle tecnologie che hanno impatto sulla società e sulle persone. E’ in questa direzione che si colloca l’adesione allo Human Brain Project, iniziativa che affronterà almeno tre grandi sfide scientifiche rivolte a migliorare la vita delle persone: comprendere il cervello umano e le malattie neurologiche, definire nuove macchine computazionali più simili al cervello umano e definire nuovi modelli computazionali in grado di riconoscere e processare la complessità della realtà che è intorno a noi.

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Centri urbani calabresi

Posted by fidest press agency su sabato, 23 aprile 2011

On. Franco Laratta (PD): “Il governo Berlusconi si ritira sempre più dai piccoli e medi centri urbani. Dopo il taglio delle autonomie scolastiche e la soppressione di scuole primarie e secondarie, dopo la chiusura e il forte ridimensionamento degli ospedali di piccola e media dimensione ad opera del presidente Scopelliti, a rischio sono ora alcuni importanti uffici pubblici come l’Inps. Una cosa inaccettabile che rischia di creare ulteriori condizioni di abbandono dei comuni calabresi. Intanto per il prossimo anno scolastico si annunciano ulteriori ridimensionamenti di istituti scolastici di primo e secondo grado. A rischio anche gli uffici pubblici e le scuole di diversi comuni calabresi. Chiediamo al governo nazionale e alla giunta regionale di fermare la mortificazione dei centri urbani calabresi e dei cittadini che saranno sempre più costretti a fare mille sacrifici per studiare, informarsi, curarsi ed avere un minimo di servizi pubblici. questo è quello che sa fare la destra al governo nazionale e regionale!”

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Quale scienza per il XXI secolo?

Posted by fidest press agency su domenica, 9 gennaio 2011

Albert Einstein

Image via Wikipedia

L’evo moderno per la scienza parte dalla meccanica classica di Galilei-Newton, si dispiega con la relatività di Einstein ed oggi tende ad affrontare “l’insondabile” cercando di ridurre sempre più lo spazio che ci divide con l’ignoto che va oltre le stelle e va oltre la nostra vita. Non vi è dubbio che il principio di relatività di Einstein formulato nel 1905 è l’effettivo classico giro di boa della scienza contemporanea. Con lui abbiamo digerito non senza qualche difficoltà di comprensione il modo di stabilire una profonda connessione tra spazio e tempo o cronotopo a quattro dimensioni, l’uso della geometria degli iperspazi, cioè a più di tre dimensioni. Senza voler avere la pretesa di addentrarmi in una materia certamente affascinante ma altrettanto ostica per i nostri palati di non addetti ai lavori posso semplicemente dire che il vero segreto sulle origini della vita, intendo nella forma scientifica testata, resta inaccessibile, anche se la fantascienza più volte vi soccorre con teorie suggestive ma che hanno il solito difetto di non essere provate di là di ogni ragionevole dubbio. Penso, ad esempio, all’Universo e al problema cosmologico. “Le difficoltà della cosmologia – osserva Giuseppe Arcidiacono – derivano dal fatto che noi non possiamo muoverci liberamente nello spazio e nel tempo e quindi ci dobbiamo limitare ad osservare l’universo.” Questa impotenza della scienza di produrre dal sapere scientifico un sistema di verità definitive, ma di procedere solo per tentativi ed errori ci da la misura dei complessi problemi che sono a monte e delle sfide che noi abbiamo lasciate ai posteri, sia pure ad torto collo. Posso solo aggiungere l’interessante riflessione che ho proposto nel mio libro “Le ombre” dove la risposta sui temi della vita e della morte pur non trovando una spiegazione definitiva in termini scientifici in un certo qual modo li affianca con una conversazione da me avuta con una “entità” che vi appare e vi scompare e che sembra volermi dire che esiste una attiguità di mondi paralleli che la nostra vista non riesce ad individuare, colta da cecità spaziale, e che la loro interdipendenza ci rende meno soli nell’universo ma non ci spiega il perché dei nostri errori e delle nostre malvagità se non come uno specchio delle “cattive brame” che spettatori di una immaginaria platea assistono allo spettacolo che noi offriamo loro con trame da film degli orrori. Siamo i guitti dell’universo, ma specializzati in parti drammatiche. Forse la scienza potrà renderci tutto ciò più consapevoli o escluderlo in modo definitivo. Forse è proprio questo l’altro giro di boa che ci attendiamo. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)

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Torino: elezioni comunali

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 dicembre 2010

Sono molto dispiaciuto per la decisione del prof. Profumo di rinunciare alla candidatura a Sindaco di Torino. La sua disponibilità era importante per rinnovare un legame virtuoso tra la politica e quel vasto mondo dell’economia, della cultura, dell’impegno sociale che sente il dovere civico di lavorare  per la città.  Si tratta di un’esperienza già percorsa nel 1993, che ha contribuito ai successi del centro sinistra torinese di Castellani e di Chiamparino, e che poteva essere riproposta nei termini nuovi di una convergenza sul progetto della Torino del futuro. Una Torino aperta alla dimensione internazionale, nodo delle grandi sfide tecnologiche ed industriali del mondo, punto di eccellenza della capacità di integrare innovazione e solidarietà. Il Rettore del Politecnico era la figura adatta per  interpretare questo progetto, e per assicurargli una guida autorevole e prestigiosa.  Pur manifestando in più occasioni stima nei confronti di altri possibili candidati, ho sempre ritenuto che la sfida del centro sinistra torinese, e in particolare del PD, fosse quella di un disegno alto, che non rinunciava alle prerogative della politica, ma non le rinchiudeva nell’orizzonte degli schieramenti interni e della competizione personale.  Ho lavorato per realizzare questo obiettivo. Devo prendere atto che sono prevalse nel partito opinioni differenti, diffidenze ed ostilità, e che la confusione delle voci che blandivano o minacciavano hanno avuto peso nella decisione definitiva del prof. Profumo.  La lettera del Rettore fornisce molte indicazioni, di metodo e di merito, sulle cose da fare. Ed è certamente preziosa la sua disponibilità a continuare a lavorare al progetto per Torino. Una disponibilità che bisogna raccogliere subito per l’urgenza del lavoro programmatico che attende il centro sinistra. La lettera è caratterizzata tuttavia da una diffidenza  nei confronti della politica che mi sembra ingiustificata. Non è mai stato in discussione, almeno nella mia opinione, il profilo “civico” della candidatura del prof. Profumo, la necessità di lavorare per costruire un laboratorio di idee e di impegno che potesse dare vita ad una lista rappresentativa di mondi ed ambienti non impegnati  nei partiti, che, accanto ai partiti, si candidasse a governare la città. E le convergenze ampie delle forze politiche di centro sinistra e di forze di centro  sulla possibile candidatura del prof. Profumo contribuivano a rafforzare la sua caratteristica di “federatore” di un ampio arco di forze disponibili a fare  del programma il punto di verifica e l’elemento su cui costruire la coalizione politica.  Le cose sono andate diversamente, ed ora si apre una fase nuova.  Non ho dubbi che i partiti, e il PD in particolare, sapranno formulare una proposta in grado di costruire il futuro della città, e ritessere su di essa un rapporto con la società civile. Ho sempre ritenuto sbagliata, e anche un po’ strumentale, la contrapposizione tra politica e società civile. Ho messo in guardia più volte dal rischio che il legittimo orgoglio di partito suggerisse una presuntuosa autosufficienza, e allo stesso modo sono convinto che nei partiti ci sono visione, competenza, spirito di servizio. Temo la separatezza della politica, ma anche l’enfasi sul ruolo della società civile. Bisogna tornare alla collaborazione ed al lavoro comune, per riproporre l’esperienza virtuosa rappresentata dal buon governo di Torino.  In questa prospettiva il PD ha una grande responsabilità. Abbiamo deciso di svolgere le primarie di coalizione, non soltanto per rispetto della norma statutaria, ma per confermare un modello di partito aperto che affida ai suoi elettori decisioni fondamentali nella individuazione della classe dirigente. Conta tuttavia il modo in cui il partito si presenta alle primarie, la capacità di selezionare attraverso un approfondito dibattito interno la sua offerta politica e di collegare le candidature ad opzioni strategiche ed a specifiche caratterizzazioni programmatiche. In questo ci vengono incontro le regole che ci siamo dati: la sottoscrizione delle candidature tra i nostri iscritti sarà il primo banco di prova per gli esponenti del PD per verificare progetti, proposte e radicamento nel partito e nella società torinese.

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Le famiglie e i mezzi di comunicazione

Posted by fidest press agency su martedì, 26 ottobre 2010

Roma 6 novembre 2010 Pontificia Università della Santa Croce (Piazza S. Apollinare, 49) Il compito educativo della famiglia nell’ambito della dimensione religiosa, l’influenza dei mezzi di comunicazione e la sfida educativa che ne consegue saranno al centro della Giornata di studio su Famiglia ed educazione religiosa nel contesto dei media, organizzata per il prossimo 6 novembre dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare della Pontificia Università della Santa Croce, in collaborazione con il Forum delle Associazioni Familiari. Gli organizzatori partono dal presupposto che i mezzi di comunicazione rappresentano “un fattore caratteristico della cultura attuale non solo dal punto di vista formale, per essere cioè modi nuovi di comunicare, ma anche per la capacità creativa di forgiare e diffondere stili di vita, di esaltare o avvilire i valori etici”. Infatti, per propria specifica funzione “si pongono oggi come punto di cerniera tra persona e società e rivestono un ruolo rilevante anche nel processo educativo”. La Giornata vuole pertanto offrire uno spunto di riflessione su come “la famiglia sia fortemente condizionata dall’immagine che i media offrono della Chiesa, dei problemi etici, della religiosità” nel momento di trasmettere i valori religiosi, e indicare una delle vie d’uscita che hanno a che fare inevitabilmente con il compito educativo. Perché “educare i figli alla libertà e all’autonomia di pensiero dipende anche dal modo di affrontare i mezzi di comunicazione, di conoscerli e di imparare a farne uso”. All’incontro prenderanno parte il prof. Norberto Gonzàlez Gaitano, docente di Opinione Pubblica presso la Pontificia Università della Santa Croce, il prof. Tonino Cantelmi, psichiatra, Presidente dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, l’ing. Franco Olearo, Segretario Generale della Fondazione Perseus e membro del Comitato di Revisione Cinematografica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e il prof. Francesco Belletti, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari. La giornata prevede anche la presentazione di alcune iniziative digitali a servizio della famiglia.Il programma è disponibile sul sito http://www.issra.it, dove è anche possibile effettuare l’iscrizione online.

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Vinzela: Ghenomenos

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 Maggio 2010

Benevento fino 31/5/2010 Piazza Castello, Rocca dei Rettori, Sale Museo La mostra, realizzata con il patrocinio della Provincia di Benevento, presenta un ciclo di venticinque tele realizzate appositamente per gli spazi della Rocca dei Rettori.  Il titolo Ghenomenos – che in greco si traduce con divenire, venire al mondo – vuole alludere alla dimensione di trasformazione e di passaggio che contraddistingue ogni singola opera, a un processo in fieri dallo stato inconscio dell’artista e della materia stessa, che prende vita in una galleria di personaggi catturati in un preciso istante temporale.  Questa modalità tecnica di operare trova analogie con i processi fotografici. In ogni tela infatti, l’artista riproduce frammenti di realtà quotidiana che attingono dal mondo mediatico, da internet, dalla televisione, dai giornali, dal proprio vissuto emozionale e dalla pura immaginazione, rivelando una capacità tecnica e compositiva in bilico tra figurazione e astrazione.  Le aspre pennellate con le quali Vinzela plasma i suoi soggetti, mescolando anatomie e sfondi prospettici, immortala una commedia umana apparentemente comune ma che cela una profonda tensione emotiva e psicologica. La forte accentuazione cromatica utilizzata mediante linee spesse e incisive, cosi’ come il senso del movimento che fa vibrare le forme, altera e stravolge il tessuto iconografico, lasciando emergere al suo stato piu’ puro la dimensione spirituale ed inconscia della realtà. (vinzela)

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Russia cristiana: ieri e oggi

Posted by fidest press agency su sabato, 10 aprile 2010

Cinquant’anni fa, esattamente nel gennaio 1960, usciva il primo numero di una rivista dal titolo programmatico: «Russia cristiana ieri e oggi». I promotori erano tre sacerdoti studiosi e appassionati dell’Oriente ortodosso: Romano Scalfi, Nilo Cadonna e Pietro Modesto. In quegli anni non si parlava di Russia bensì solamente di Unione Sovietica. Perciò quel titolo si collocava decisamente fuori dal coro, era una precisa dichiarazione d’intenti: nell’epoca della guerra fredda, in cui tutto girava attorno alla politica, questa piccola rivista non metteva a tema l’Unione Sovietica, superpotenza e patria del socialismo, ma rivendicava il primato della dimensione religiosa del popolo russo e della sua cultura, che si era incarnata in una tradizione letteraria ed artistica senza pari. Alla base c’era la convinzione che quella fosse la vera chiave per comprendere anche il mondo contemporaneo. Anche la vita della Chiesa, sotto questo sguardo, mostrava la sua fondamentale unità e apriva a un ecumenismo sostanziale fondato sulla testimonianza di fede e il martirio. Da allora la rivista, che col tempo è stata ribattezzata «L’Altra Europa» e infine «La Nuova Europa», allargando i propri interessi all’Est europeo, è cresciuta, passando dalle 32 pagine iniziali alle 106 attuali, si è arricchita di immagini e colori, di temi d’attualità. Ma il fil rouge della cultura spirituale è rimasto il suo asse portante. Che si è mostrato così produttivo da generare un’ulteriore certezza: che la grande cultura russa, nel suo radicamento cristiano, rappresenta una sorta di chiave per comprendere l’uomo e la storia contemporanei.

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“Un liberale attento alla realtà”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 aprile 2010

Roma, 9 aprile dalle 9,10 alle 14 sala del Tempio di Adriano – Piazza di Pietra Fondazione Luigi Einaudi per studi di politica ed economia Fondazione David Hume Centro Einaudi Seminario di studi su Ralf Dahrendorf Un liberale attento alla realtà”con la collaborazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Apre il convegno: Roberto Einaudi a nome dei presidenti degli enti organizzatori. ore 9,35 – Saluto di Elisabetta Olivi, Rappresentanza in Italia della Commissione europea ore 9,50 –Proiezione filmato su Dahrendorf. Seguono le relazioni di Piero Ostellino: “Libertà e conflitto”. Guy Verhofstadt*: “Europa: un progetto da completare,” Dino Cofrancesco: “Dahrendorf, gli intellettuali e il costruire la libertà”. Csilla Hatvany: “Libertà e dimensione globale”. Carlo Scognamiglio Pasini: “Economia di mercato e globalizzazione regolata”. Si passa, poi, agli interventi e alle testimonianze di Giuseppina De Sanctis, Valerio Zanone, Beatrice Rangoni Machiavelli, Luca Anselmi, Pier Luigi Barrotta, Vincenzo Ferrari, Luca Diotallevi, Giacomo Marramao, Raffaello Morelli,  conclude: Franco Chiarenza

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Perchè Rol affascina sempre?

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 marzo 2010

Torino 12 marzo 2010, alle ore 18,00presso il Salone delle Feste del Circolo Ufficiali dell’Esercito, Palazzo Pralormo, corso Vinzaglio 6, conferenza nell’ambito degli “Aperitivi culturali”. L’iniziativa è proposta dall’Associazione Immagine per il Piemonte propone l’Aperitivo culturale sul tema: Perchè rol affascina sempre? Il mito intramontabile del grande Sensitivo rivive nei nuovi libri di Maria Luisa Giordano. Dopo le parole di apertura del Gen. Div. Franco Cravarezza, Comandante Regione Militare Nord, “padrone di casa”, seguono le testimonianze di: Massimo Introvigne, sociologo, direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni; Bruno Quaranta, TuttoLibri “La Stampa” e Alberto Sinigaglia, giornalista de “La Stampa”. Interviene la scrittrice Maria Luisa Giordano, autrice dei best-sellers in nuova edizione: Rol mi parla ancora, Rol e l’altra dimesione, Lo scarabeo di giada. Modera: Vittorio G. Cardinali, Presidente dell’Associazione Immagine per il Piemonte. Nicolò  Bongiorno, regista, figlio dell’indimenticabile Mike, presenta alcune sequenze del suo documentario Gustavo Rol, un mondo dietro al mondo, Medusa (2008). È una collaborazione tra Associazione Immagine per il Piemonte, Comando Regione Militare Nord e Ananke Edizioni.
Maria Luisa Giordano ha seguito Gustavo Rol da vicino, accompagnandolo per anni nelle sue frequenti visite a malati e sofferenti, restandogli accanto mentre dipingeva o conversava con personaggi famosi della cultura e dello spettacolo (Adriana Asti, Federico Fellini, Valentina Cortese, Franco Zeffirelli, ecc.), partecipando, con stupore ed emozione, agli esperimenti organizzati in casa.  In Rol e l’altra dimensione, Maria Luisa Giordano ci mostra un Gustavo Rol inedito, inconsueto, eccezionale nella vita privata come in quella pubblica, capace di sorprendere continuamente se stesso e gli altri.
Questo è il 4° appuntamento dedicato dall’Associazione Immagine per il Piemonte onlus alla vita e alle opere di Gustavo Adolfo Rol. Il primo si è tenuto il 26 marzo 1999 al Centro Congressi dell’Unione Industriale nell’ambito delle attività dell’Anno Culturale 1999 per la presentazione del volume di M. L. Giordano, Rol mi parla ancora. Testimonianze dall’Aldilà (Sonzogno). Il secondo, del 15 giugno 2000, riguardava il volume uscito dall’abile penna della Giordano, La stanza delle meraviglie: romanzo ispirato dal sensitivo Gustavo Rol edito per i tipi della Piemme di Casale e presentato all’Auditorium della Banca Popolare di Novara in piazza San Carlo. Il terzo, gennaio 2001, si è tenuto all’Unione Industriale in collaborazione con Sonzogno, Rol e l’altra dimensione.

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Lorenzo Mattotti: Sul paesaggio

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 marzo 2010

Bologna fino al 9/4/2010 p.zza Cavour 2 Galleria Stefano La mostra vedrà la presenza di una cinquantina di opere tra disegni e dipinti sul tema del paesaggio, tratti da diversi periodi dell’artista bresciano, tra cui Appunti sul paesaggio, Altrove, Foreste. In questa prima personale bolognese le opere di Mattotti si presentano con la loro forza visionaria e trovano la massima intensità nelle campiture di colore, nei cupi bianco e nero, negli intricati grovigli di linee delle sue vedute. Il paesaggio per Mattotti è un esercizio dello sguardo, uno spazio in cui si riflette la dimensione interiore dell’autore e dei suoi personaggi.  La mostra e’ stata organizzata in occasione di BilBolBul 2010 – Festival Internazionale di Fumetto in collaborazione con Hamelin Associazione Culturale. Lorenzo Mattotti, nato nel 1954 a Brescia, e’ considerato uno dei maggiori illustratori contemporanei. (paesaggio)

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