Roma 7 febbraio 2023, dalle 15.00 alle 18.30. Esperienza Europa-David Sassoli Piazza Venezia 6c, In vista del voto del 9 febbraio in commissione Industria, ricerca ed energia, l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo organizza un evento-dibattito sulla direttiva UE sull’efficienza energetica delle case. L’evento sarà anche un momento di confronto sulle misure in materia di energia per l’immobiliare tra gli attori istituzionali nazionali ed europei e i rappresentanti del settore.Il relatore per il Parlamento europeo, il verde irlandese Ciàran Cuffe, la relatrice ombra per il gruppo ID Isabella Tovaglieri (Lega) e il rappresentante dell’Italia presso la UE, l’ambasciatore Piero Benassi, illustreranno gli ultimi sviluppi del percorso legislativo della direttiva in ambito europeo. Questo aspetto verrà approfondito anche, successivamente, dagli eurodeputati Massimiliano Salini (PPE-FI), Beatrice Covassi (S&D-PD), Ignazio Corrao (Verdi/ALE), Nicola Procaccini (ECR-FdI) e Tiziana Beghin (M5S).I saluti del ministro dell’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e di quello alle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso introdurranno, invece, il panel sullo scenario immobiliare italiano in cui il sottosegretario della presidenza del Consiglio Alessandro Morelli e il consigliere alle politiche di bilancio del Presidente del Consiglio Renato Loiero si confronteranno con i rappresentanti del settore. Tra questi: Gilberto Dialuce, presidente di ENEA, Alessandra del Verme, direttrice dell’Agenzia del Demanio, Alfonso Pallavicini, presidente dell’Associazione europea case storiche, Francesco Burrelli, presidente ANACI e vicepresidente Remind, e Gabriele Scicolone, presidente città metropolitane Remind e Ad Artelia Italia.L’evento sarà aperto da Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e da Paolo Crisafi, presidente di Remind, e conclusi dall’intervento di Tommaso Accetta, presidente Giovani Remind.
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Direttiva efficienza energetica per le case e le politiche europee sull’immobiliare
Posted by fidest press agency su domenica, 5 febbraio 2023
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Recepimento della direttiva copyright
Posted by fidest press agency su lunedì, 8 novembre 2021
“Il recepimento della direttiva copyright da parte del governo, avvenuto ieri con un decreto legislativo, segna la fine di un lungo percorso, dapprima con il coinvolgimento di tutte le istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio) e poi in Italia con un intenso dibattito in sede parlamentare e di Governo. Un percorso che ci ha impegnati con le nostre proposte fin dall’inizio, quasi sette anni fa con i primi studi di impatto della Commissione europea” spiega il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi.“Le nuove tecnologie hanno ridisegnato i consumi culturali e, con essi, la fruizione delle opere coperte da diritto d’autore. In questo contesto – conclude Levi – , la Direttiva europea e il suo recepimento in Italia segnano un punto di riferimento significativo nel rapporto tra i titolari dei diritti e le piattaforme web attraverso cui i cittadini accedono alle opere dell’ingegno”.
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Direttiva Copyright
Posted by fidest press agency su domenica, 26 settembre 2021
“L’Associazione Italiana Editori (AIE) ha sostenuto con convinzione la Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale in tutto il suo lungo percorso dai primi studi di impatto, de lontano 2015, all’iter legislativo europeo, ai primi passi del processo di attuazione in Italia. L’abbiamo ritenuta un passaggio importante per la valorizzazione dei diritti d’autore nei mercati digitali e per riequilibrare la distribuzione del valore tra titolari dei diritti e piattaforme web. Anche per questo, siamo molto preoccupati per l’introduzione nello schema di decreto per il recepimento della direttiva di modifiche contrarie ai trattati internazionali e alla stessa direttiva e che, in alcuni casi, portano di fatto all’abolizione del diritto d’autore in Italia” ha riferito il presidente di AIE Ricardo Franco Levi oggi in audizione alle Commissioni riunite VII (Cultura, Scienza e Istruzione) e IX (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera. Lo schema di decreto all’attenzione del Parlamento, infatti, è diverso rispetto al testo sottoposto a consultazione pubblica e licenziato al termine dei lavori del Comitato Consultivo Permanente sul Diritto D’autore del Ministero della Cultura, lo scorso luglio. “Ci preoccupa che, all’ombra di un dibattito acceso sui due articoli più noti della Direttiva, quello sui diritti connessi degli editori di giornali e quello sull’equa distribuzione del valore prodotto dalle piattaforme web utilizzando contenuti protetti, non vi sia attenzione su altri aspetti, finora ritenuti pacifici su cui si sono innestate alcune modifiche dell’ultimo minuto che sono devastanti non solo per l’industria editoriale, ma per l’intera industria culturale del paese.” In particolare AIE giudica con preoccupazione il nuovo articolo 70-ter della legge sul diritto d’autore, che regola la possibilità per università, enti di ricerca e istituti di tutela del patrimonio culturale di utilizzare testi, dati, musiche, audiovisivi, immagini protette dal diritto d’autore al fine di applicare algoritmi di intelligenza artificiale a fini di ricerca scientifica. La Direttiva autorizza la produzione di una copia delle opere, necessaria per eseguire le analisi, e questo orientamento era presente in tutte le versioni precedenti della norma di recepimento. Nel testo inviato alle Camere è spuntata anche la possibilità di “comunicazione al pubblico” di quanto copiato, il che significa che si liberalizza, per esempio, la diffusione libera in rete di intere collezioni di ebook, o di articoli di riviste, o di annate di quotidiani, o banche dati di musiche o audiovisivi: “Rendere pubblici i contenuti riprodotti nel text and data mining è in evidente violazione della stessa Direttiva e di tutti i trattati internazionali sul diritto d’autore. Senza che sia un’esagerazione, equivarrebbe all’azzeramento del valore dei diritti d’autore su qualsiasi contenuto culturale. Operazione condotta mentre si è chiamati a recepire una Direttiva che ha come obiettivo primario quello di rafforzarlo!” Lo schema di decreto, per come è stato riscritto, prevede che tutti gli autori che contribuiscono alla creazione di un’opera siano remunerati proporzionalmente ai ricavi che derivano dallo sfruttamento dei diritti d’autore. “Nel settore librario – ricorda Levi – gli autori che contribuiscono a un’opera possono essere centinaia, si pensi alle edizioni scolastiche, con testi, immagini, grafici, esercizi, contenuti digitali aggiuntivi… Inoltre, si prevede un obbligo di rendicontazione trimestrale e non più annuale, come è nella direttiva e come avviene in tutto il mondo nei confronti di tutti gli autori. L’insieme rende la norma impossibile da applicare”, spiega Levi, “con l’aggravante sono introdotte sanzioni amministrative molto pesante per la mancata applicazione dell’impossibile, sanzioni anch’esse assenti dalla Direttiva, e mai proposte in nessuna sede italiana o europea, ma comparsi improvvisamente nei testi finali.” “Ci auguriamo – conclude Levi – che si torni al testo originario, approvato dal Comitato tecnico del Ministero, aderente alla lettera e soprattutto allo spirito della Direttiva e che costituisce un punto di equilibrio tra valorizzazione dei diritti, incentivi all’innovazione e garanzie per gli utilizzatori di una più ampia diffusione dei contenuti culturali”.
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Direttiva europea sul copyright in Italia
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 aprile 2021
“Il via libera definitivo del Senato alla Legge di delegazione europea è un passo decisivo verso il recepimento in Italia della direttiva copyright: uno strumento essenziale per garantire la produzione e lo sviluppo dei contenuti culturali online”. E’ il commento del Presidente di Confindustria Cultura Italia, Innocenzo Cipolletta in merito all’approvazione definitiva della legge di delegazione Europea 2019-2020 che, all’articolo 9, prevede l’attuazione della direttiva Ue 2019/790 a tutela del diritto d’autore.“Abbiamo apprezzato – prosegue Cipolletta – l’impegno di tutte le forze politiche che hanno spinto al massimo per arrivare a questo snodo fondamentale per la tutela dei contenuti nel mondo digitale. È una svolta decisiva che dà il giusto riconoscimento al valore dell’industria creativa e che mette il Governo italiano nelle condizioni di dare al nostro Paese regole capaci di fare del digitale uno strumento di crescita per tutti tutelando il lavoro creativo, gli autori e tutti gli attori del comparto”.“Per l’intera industria culturale – conclude Cipolletta – il voto di ieri rappresenta un passaggio importante che ora va seguito dall’effettiva implementazione dell’articolato comunitario nella legge italiana sul diritto d’autore. E’ essenziale preservare quanto stabilito a Bruxelles e lavorare con attenzione e in un’ottica di tutela della creatività e del suo sviluppo nelle parti della direttiva che dovranno essere espletate attraverso il recepimento nel nostro ordinamento”.
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Le opportunità della nuova direttiva europea SRD II sui diritti degli azionisti
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 giugno 2020
Gli investitori previdenziali nelle società quotate vogliono contare di più, esercitando oltre ai diritti di intervento e di voto in assemblea anche le nuove responsabilità alle quali sono chiamati dalla normativa europea. E in questo loro nuovo crescente coinvolgimento nella vita e nella governance delle società anche i criteri ESG sono destinati ad avere un peso sempre maggiore.Quali gli sono gli effetti della nuova normativa per gli emittenti, per gli investitori istituzionali e per le società di gestione? Achille Coppola, presidente del Centro di tutela degli azionisti istituzionali, in apertura ha sottolineato il peso sempre più rilevante degli investitori previdenziali nell’economia e ha sostenuto la necessità di una loro partecipazione attiva ai mercati regolamentati. Giuseppe Santoro, presidente di Assodire, l’Associazione degli investitori responsabili costituita da tre grandi Casse di previdenza libero professionali – ingegneri e architetti (Inarcassa), avvocati (Cassa Forense) e medici (Enpam) – ha testimoniato il percorso dell’Associazione e ha parlato chiaramente di impegno di scopo, come azionisti, per il rispetto da parte delle società investite dei criteri di etica finanziaria così come di governance (composizione dei consigli di amministrazione, management indipendenti, e così via) e di ambiente, confermando la scelta ESG. Ivonne Forno, amministratore del Centro di tutela degli azionisti istituzionali, ha indicato la Direttiva SRD II come importante occasione per i fondi pensione complementari, per compiere un passo in avanti verso un ruolo attivo come investitori di lungo termine nel segno di governance e sostenibilità. Di visione di lungo periodo dell’investimento ha parlato anche Simona Bonomelli, parimenti amministratore del Centro, la quale ha sottolineato l’indipendenza dei singoli investitori non solo nell’analisi e nella scelta delle società in cui investire ma anche nella partecipazione attiva, attraverso il voto di lista, come amministratori indipendenti. L’approccio strategico di lungo termine e la scelta ESG, in un contesto di trasparenza, sono alla base dell’impegno di Eurizon quale investitore asset manager, come testimoniato da Cristina Ungureanu, responsabile della funzione corporate governance. Trasparenza, azionariato attivo, dialogo tra investitore e governance della società, ha sottolineato, fanno già parte del percorso di Eurizon. Infine, Fabio Bonomo, head of corporate affairs di Enel, ha illustrato l’esperienza consolidata di una grande società emittente. Gli assetti proprietari di Enel, ha spiegato, hanno reso da tempo necessario un engagement continuativo con investitori e gestori, anche al fine di assicurare un adeguato consenso in sede assembleare.Tirando le somme del dibattito il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello, anche quale vicepresidente del Centro, ha sottolineato che la strada è tracciata e che sui temi del webinar il Centro stesso e Assoprevidenza continueranno un percorso che appare virtuoso, da sviluppare in collaborazione con tutti quanti già vi stanno lavorando, mettendo a fattor comune le diverse esperienze maturate.
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La direttiva “copyright” va recepita nel più breve tempo possibile
Posted by fidest press agency su domenica, 17 Maggio 2020
In particolare il recepimento dell’articolo 15, che prevede la possibilità per gli editori di giornali di negoziare accordi con le piattaforme per la remunerazione dell’utilizzo dei contenuti prodotti, aiuterebbe gli editori nel confronto con le piattaforme digitali e gli “over-the-top”. Esiste un forte squilibrio nella distribuzione del valore che la produzione dei contenuti editoriali genera per gli OTT e i ricavi percepiti dagli editori. Spesso i contenuti editoriali vengono sfruttati dalle piattaforme digitali senza che venga riconosciuto alcun compenso ai titolari dei diritti, fenomeno che colpisce l’industria editoriale e il lavoro di tanti operatori dell’informazione e che rappresenta una violazione della sovranità digitale italiana. Lancio, quindi, un appello affinchè il parlamento italiano possa recepire al più presto l’articolo 15 della direttiva “copyright”, così da definire le condizioni della utilizzazione dei contenuti da parte delle piattaforme digitali, e garantire, riequilibrando il divario di valore fra i profitti delle piattaforme digitali e delle aziende editoriali, agli editori di ottenere una giusta remunerazione e difendere i giornalisti e il loro lavoro, considerata anche la difficile fase per il settore. Per rendere più efficace la norma, infine, va previsto espressamente che, in caso di mancato accordo entro un termine predisposto, ci sia un intervento dell’Autorità di settore per la definizione delle condizioni, anche economiche, dell’uso dei contenuti da parte delle piattaforme digitali. Ho presentato una risoluzione in commissione per sostenere gli editori, in cui, appunto, si chiede al governo di accelerare il processo di recepimento, in particolare le normative riguardanti i diritti connessi di editori, giornalisti e autori, la conseguente remunerazione e la responsabilità delle piattaforme per violazioni del diritto d’autore relative a materiali postati dagli utilizzatori.”Così in una nota Federico Mollicone, deputato capogruppo di FDI in commissione Editoria e responsabile Innovazione del partito.
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Coronavirus: Unc, direttiva Viminale contrasta con l’Ocdpc n. 646
Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 marzo 2020
“La Direttiva n. 14606 dell’8 marzo 2020, pubblicata finalmente sul sito del ministero degli Interni, è in palese contrasto con l’Ocdpc n. 646 dell’8 marzo 2020 della Protezione civile ed interpreta in modo molto più restrittivo quanto prevede il DPCM 8 marzo 2020, persino sui motivi di salute” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Mentre nella Direttiva del ministro dell’Interno ai Prefetti per l’attuazione dei controlli nelle aree a contenimento rafforzato, si stabilisce che rileveranno, ai fini della verifica delle motivazioni dello spostamento dei lavoratori “elementi documentali comprovanti l’effettiva sussistenza di esigenze lavorative, anche non indifferibili”, mentre le situazioni di necessità sono quelle in cui “lo spostamento è preordinato allo svolgimento di un’attività indispensabile per tutelare un diritto primario non altrimenti efficacemente tutelabile”, nell’Ocdpc n. 646 dell’8 marzo 2020 della Protezione civile, per quanto non ancora pubblicata in Gazzetta, ma disponibile sul sito e resta nota da tutti gli organi di informazione, si stabilisce che, il DPCM 8 marzo 2020 “non vieta alle persone fisiche gli spostamenti su tutto il territorio nazionale per motivi di lavoro, di necessità o per motivi di salute”.
“Una bella differenza. La Direttiva, oltre a introdurre l’ipotesi di lavoro non indifferibile e di diritto primario non altrimenti tutelabile, pone vincoli molto più restrittivi persino per la salute. Non basta, infatti, che il cittadino debba fare un esame o una terapia medica, ma prevede che l’interessato per potersi spostare, deve “sottoporsi a terapie o cure mediche non effettuabili nel comune di residenza o di domicilio”. Insomma, non si è nemmeno liberi di scegliere l’ospedale dove fare la terapia, se posso farla dove risiedo!!!” prosegue Dona.”Siccome la Direttiva ribadisce che la veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata ex post, e che quindi, non basta la compilazione del modulo fatta in buona fede per salvarsi, è inaccettabile che il Dpcm 8 marzo sia scritto in modo così generico e poco chiaro, da lasciare così ampia discrezionalità nella sua interpretazione, tanto che persino Protezione Civile e Viminale lo interpretano in modo così differente” prosegue Dona.”Ribadiamo, quindi, che, fino a che non si chiarirà quali devono essere le comprovate esigenze lavorative o le situazioni di necessità, a nessun cittadino che si sta recando al lavoro, salvo per chi viola la quarantena, potrà mai essere imputato il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, ossia l’art. 650 del Codice penale” conclude Dona.
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Direttiva copyright con aziende web e editori
Posted by fidest press agency su domenica, 8 marzo 2020
“Nel corso del ciclo di audizioni sulla proposta di legge di istituzione sulla commissione d’inchiesta sulla disinformazione online viene confermata l’urgenza dell’affermazione della sovranità digitale italiana verso gli “over-the-top” come Google. Le misure di contrasto di Google verso i contenuti d’odio sono il nuovo tribunale del pensiero? Chi decide cosa è pubblicabile o meno? Non vorremmo che, con la giustificazione del contrasto al cosidetto “hate speech”, si superi il diritto costituzionalmente tutelato della libertà di espressione. Le condizioni d’uso delle piattaforme non possono superare le norme costituzionali. Apprezziamo, infine, la disponibilità dell’azienda al recepimento italiano della direttiva sul copyright, chiarendo i punti critici con il parlamento e le categorie delle imprese editoriali, e, per questo, riteniamo necessaria l’apertura di un tavolo di concertazione da parte del ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo congiuntamente al dipartimento per l’Editoria, delle parti coinvolte nel recepimento della direttiva sul diritto d’autore. E’ necessario, quindi, che in caso di mancato accordo tra le parti, ci possa essere un intervento dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni per definire le condizioni, anche economiche, della utilizzazione dei contenuti da parte delle piattaforme digitali, così da garantire, riequilibrando il divario di valore, alle aziende editoriali di ottenere la giusta remunerazione per il proprio lavoro e difendere i giornalisti e il loro lavoro.” Così il deputato FDI responsabile Innovazione del partito e primo firmatario dell’unica proposta di legge dell’opposizione per la costituzione della commissione di inchiesta sulle fake news, deputato Federico Mollicone.
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Direttiva UE sull’efficienza energetica degli edifici
Posted by fidest press agency su sabato, 22 febbraio 2020
È stata resa pubblica la bozza del recepimento in Italia della Direttiva 2018/844 che modifica ed integra la Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD). Sul recepimento si esprimono le Associazioni Kyoto Club, Legambiente e Renovate Italy in una lettera al Governo in cui sottolineano come il nostro Paese debba fare scelte coraggiose senza bisogno di decisioni dilatorie. Chiedono perciò che il recepimento avvenga correttamente nei contenuti (adeguatamente al testo della Direttiva), nei modi (tramite convocazione degli stakeholder, alla quale saremo felici di portare i nostri contributi) e nei tempi (almeno entro la fine del presente anno). (fonte: Ufficio stampa Kyoto Club)
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Direttiva europea sul divieto della plastica
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 aprile 2019
La direttiva prevede che tutti gli Stati membri dovranno vietare, entro il 2021, l’uso di prodotti plastici monouso più frequentemente rinvenuti in mare come posate (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), piatti, cannucce, cotton fioc in plastica non biodegradabili, bastoncini di plastica per palloncini, tazze in polistirolo espanso e contenitori per alimenti. Gli Stati membri dovranno, inoltre, garantire che almeno il 50% degli attrezzi da pesca contenenti plastica, smarriti o abbandonati, venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio almeno del 15% entro il 2025. Tutte misure che serviranno a ridurre la mole dei rifiuti di plastica in mare del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.Per Marevivo è necessario vietare anche i bicchieri di plastica. Si tratta di prodotti usa e getta che si ritrovano spesso in spiaggia e rappresentano circa il 20% dei rifiuti marini. L’associazione ritiene fondamentale che il Governo inserisca, nell’atto di recepimento della direttiva comunitaria, anche il divieto dell’uso dei bicchieri di plastica, così come già previsto per altri prodotti. Un’integrazione che consentirebbe al nostro Paese di essere all’avanguardia e che sarà di certo considerata positivamente dalla Commissione Europea.«Ho scelto di sostenere questa associazione – dichiara Andy Bianchedi, Cavaliere del mare di Marevivo – perché ne condivido le finalità e le modalità che portano ad azioni con risultati concreti. Mi sto battendo insieme a Marevivo per l’eliminazione della plastica monouso, supportando la campagna #StopSingleUsePlastic. Non si spiega perché i bicchieri non siano stati inseriti nella normativa, solo in Italia ne consumiamo tra i 6 e i 7 miliardi all’anno, è assurdo pensare di continuare così. Occorre vietare anche i bicchieri, la Direttiva europea è ancora migliorabile».
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Copyright: “una convinta approvazione della direttiva”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 20 marzo 2019
Bruxelles L’industria culturale e creativa italiana, in tutte le sue componenti, si muove unita per dire SI alla direttiva copyright, in agenda nella seduta dell’Europarlamento a fine marzo. E chiede agli europarlamentari italiani – con una lettera congiunta (in allegato) – “una convinta approvazione della Direttiva comunitaria che favorirà lo sviluppo dei contenuti nell’era digitale nel rispetto del diritto d’autore. (…) Un voto importante a tutela del nostro DNA di italiani ed europei, creatori e coltivatori di emozioni”.
Ben diciannove le associazioni firmatarie, rappresentative di tutte le componenti industriali e creative del settore culturale: 100autori – Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva, AFI – Associazione Fonografici Italiani, AIE – Associazione Italiana Editori, ALI – Associazione Italiana Librai, ANAC- Associazione Anazionale Autori Cinematografici, ANART – Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi e Teatrali, ANEM – Associazione Nazionale Editori Musicali, ANES – Associazione Nazionale Editoria di Settore, CCI – Confindustria Cultura Italia, Confindustria Radio TV – Associazione dei media televisivi e radiofonici italiani, EMUSA – Editori Musicali Associati, Federazione Autori, FEM – Federazione Editori Musicali, Federazione Carta e Grafica, FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana, INDICAM – Istituto Centro Marca per la lotta alla contraffazione, Nuovo IMAIE – Nuovo Istituto Mutualistico per la Tutela dei diritti degli artisti interpreti ed esecutori, PMI – Produttori Musicali Indipendenti, Writers Guild Italia – Sindacato degli scrittori di cinema, tv e web.“L’Italia creativa – proseguono le associazioni – produce 48 miliardi di euro di fatturato, dà lavoro a un milione di persone e rappresenta un patrimonio di eccellenza per il nostro Paese e per l’Europa. (…) L’Italia vanta un passato creativo e culturale prestigioso, unico al mondo. Un patrimonio conservato e nutrito da autori, registi, interpreti, giornalisti, fotografi, editori, scrittori, musicisti, grafici, librai, artisti, bibliotecari, pittori, redattori, fonici, addetti alle luci, costumisti, e dalle centinaia di altre figure professionali che, con talento e passione, quotidianamente operano nelle industrie creative e culturali e che, con la rivoluzione digitale, necessitano di particolare attenzione e tutela. (…) La Direttiva sostanzialmente (…) aggiorna la normativa vigente al mutato contesto tecnologico ed economico-sociale, per dare una giusta remunerazione al lavoro di autori, artisti, imprese e del milione di persone che vi lavorano. In altre parole: rafforza autori, imprese e lavoratori europei nei confronti di giganti del web d’Oltreoceano e aumenta le garanzie degli utenti finali nei confronti di entrambi”.“La creatività è il cuore e il cervello di questo Paese, che deve pensare al proprio futuro e tornare ad essere messaggero di arte e bellezza in Europa e nel mondo. Ci appelliamo a Voi – concludono – affinché siate testimoni orgogliosi di questo patrimonio”.
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Direttiva copyright: FIEG, Riffeser “Apprezzamento per il voto”
Posted by fidest press agency su giovedì, 13 settembre 2018
Strasburgo. “Esprimo il mio apprezzamento per l’esito del voto di Strasburgo sulla Direttiva copyright e ringrazio gli europarlamentari per il senso di responsabilità dimostrato. È un passaggio importante, che consente a questa legge di proseguire il suo iter di approvazione verso una più efficace difesa del diritto d’autore nello spazio digitale contemporaneo.”
Così il Presidente della FIEG, Andrea Riffeser Monti, commenta l’approvazione da parte del Parlamento europeo della proposta della Commissione europea di riforma del diritto d’autore che introduce il principio di remunerazione degli editori e dei giornalisti per la distribuzione in Internet degli articoli di giornale. “È l’affermazione di un principio a tutela dei valori democratici europei di una stampa libera e indipendente e a garanzia della centralità del suo ruolo nella società contemporanea.” Da Strasburgo, il Presidente dell’ENPA, Carlo Perrone, evidenzia come la riforma oggi approvata dal Parlamento europeo “preserverà l’indipendenza dei giornali per le generazioni future. Non riguarda, quindi, solo la modernizzazione del diritto d’autore ma la sua funzione fondamentale nelle nostre democrazie.” “Proteggere i prodotti editoriali significa rafforzare il valore delle imprese – prosegue Riffeser – “Tutelare le genialità di ciascuno, potenziare la capacità di innovare, sperimentare nuove forme di comunicazione. Oggi il Parlamento europeo ha dato un segnale chiaro di riconoscimento della informazione professionale come presidio di informazione affidabile e verificata, unico argine ai rischi di una deriva della diffusione delle fake news.”
“Continueremo a collaborare con le istituzioni europee nella delicata fase dei negoziati – conclude Riffeser Monti – con l’obiettivo di realizzare in tempi rapidi una riforma equilibrata e aderente al mutato contesto tecnologico e digitale. Una riforma che, ne siamo certi, incoraggerà forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti sui contenuti editoriali e i fornitori di servizi innovativi che riproducono ed elaborano i contenuti protetti da tali diritti.”
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Direttiva di riforma del copyright
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 settembre 2018
Bruxelles Il 12 settembre a Strasburgo il Parlamento Europeo voterà sulla direttiva di riforma del copyright. Con una lettera aperta pubblicata a partire da oggi sui giornali italiani, la FIEG-Federazione Italiana Editori Giornali e l’ENPA, l’associazione degli editori europei, chiedono ai Parlamentari europei di votare a favore dell’introduzione di un “diritto connesso” per gli editori di giornali, così come previsto dall’articolo 11 della proposta di Direttiva Ue sul diritto d’autore nel mercato unico digitale.L’introduzione di un diritto connesso tutelerebbe l’informazione professionale, libera e indipendente in Italia e in Europa, consentendo a tutte le aziende editoriali, indipendentemente dalla loro dimensione, di ottenere la giusta remunerazione per il proprio lavoro. All’appello degli editori italiani ed europei si uniscono le associazioni dei giornalisti europei e l’intera filiera dei produttori di contenuti, schierati a difesa del diritto d’autore online e della centralità della stampa nella società civile.
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Parlamento europeo: Direttiva sul diritto d’autore
Posted by fidest press agency su giovedì, 14 giugno 2018
Bruxelles. “Abbiamo il timore che l’eventuale approvazione della Direttiva sul copyright in discussione a Bruxelles al Parlamento europeo non solo non salverà i bilanci dei grandi editori (dai quali, invece, sarebbe forse lecito aspettarsi un cambiamento dei modelli di business che venga incontro alle esigenze dell’utenza), ma anche che possa limitare oltre misura la facilità di accesso alle informazioni online soprattutto a discapito dei consumatori (oltre che dei piccoli editori indipendenti e delle start up)”. Con queste parole Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, annuncia di aver scritto agli eurodeputati che voteranno il prossimo 21 giugno la Direttiva sul diritto d’autore nel mercato digitale.
Le preoccupazioni maggiori riguardano nello specifico gli articoli 11 e 13 della Direttiva, i quali rischiano di comportare la chiusura degli aggregatori (come già avvenuto in Spagna con Google News, ma anche con realtà come Planeta Ludico, NiagaRank, InfoAliment e Multifriki), andando paradossalmente a colpire il pluralismo e la diffusione delle notizie, nonché (con l’articolo 13) di obbligare le piattaforme di condivisione online ad attivare filtri preventivi, trasformandole in censori.“La nostra associazione -commenta Dona- sta studiando da mesi il problema con la campagna #pocheparole che fa riferimento alle poche parole di uno snippet (la breve descrizione che accompagna un link con la funzione anticiparne il contenuto): il tema è capire se gli strumenti proposti da Bruxelles segnano una strada giusta per garantire, da una parte, una informazione di qualità e, dall’altra, la facilità di accesso alle news. Nelle scorse settimane abbiamo diffuso un test per indagare sul grado di consapevolezza dei consumatori dal quale è emerso che l’86% dei consumatori digitali non ha mai sentito parlare della proposta di Direttiva o comunque non ne conosce neanche vagamente i contenuti. Un altro dato che merita approfondimento è che il 93% dei consumatori italiani ritiene internet un canale fondamentale di informazione e un italiano su due (il 49%) lo riconosce come il proprio strumento di informazione principale (scarica il report completo). Il dato è confermato anche dalla video inchiesta che abbiamo realizzato indagando sulle abitudini di reperimento e condivisione delle informazioni dei consumatori (guarda il video) ai quali abbiamo anche chiesto di fare un appello ai deputati europei (guarda il video). Alla luce di questi dati, emerge chiaramente l’importanza del web come strumento di informazione, unitamente alla necessità degli utenti di poter accedere alle notizie in forma intermediata e di poterle condividere per restare aggiornati”. “Ci appelliamo quindi al senso di responsabilità di chi voterà questa Direttiva -conclude l’avvocato Dona- chiedendo ai parlamentari, ai quali abbiamo mandato i risultati della nostra indagine, di salvaguardare la libertà della Rete e il diritto dei consumatori ad un’informazione libera e accessibile”.
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Applicazione della direttiva Bolkestein
Posted by fidest press agency su sabato, 26 Maggio 2018
Fratelli d’Italia ha depositato alla Camera una proposta di legge per risolvere definitivamente l’annosa questione delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo che negli ultimi anni, sotto la scure di una errata applicazione della direttiva Bolkestein, ha generato allarme e bloccato gli investimenti in un settore che conta più di 30mila aziende balneari con il loro indotto nonché un numero significativo di imprese di altro genere, dai porticcioli turistici ai cantieri navali che spesso operano su aree demaniali.”Con questa proposta – spiegano i deputati Riccardo Zucconi e Carlo Fidanza, primi firmatari insieme alla Presidente del partito Giorgia Meloni e al Capogruppo Fabio Rampelli – intendiamo fare né più né meno di quello che hanno fatto altre nazioni europee, che hanno tutelato le loro imprese senza incorrere in sanzioni comunitarie. Proponiamo quindi di estendere la durata delle concessioni in essere di 75 anni, proprio come hanno fatto in Spagna. Prevediamo inoltre un regime di evidenza pubblica soltanto per le nuove concessioni, che potranno avere una durata tra i 20 e i 30 anni determinata dai comuni”. “Fratelli d’Italia – concludono gli esponenti di FdI – è al fianco delle imprese e del lavoro italiano, che devono essere difesi dagli appetiti di multinazionali e capitali poco trasparenti. Se c’è la volontà politica questo testo può essere approvato in poche settimane senza particolari problemi ed essere successivamente difeso in sede Ue dal governo che verrà, ponendo così fine ad una annosa questione che sta minando un settore trainante del nostro turismo”.
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Direttiva pagamenti e novità per le carte: nuova scheda pratica di Aduc
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 febbraio 2018
A Gennaio 2018 è entrato in vigore il decreto di recepimento della Direttiva europea “Psd2” (payment services directive) che ha aggiornato le regole relative ai sevizi di pagamento, conti e carte in ambito europeo nella cosiddetta “area SEPA” (area pagamenti unica europea), adeguando inoltre le normative italiane al regolamento europeo che disciplina il tetto delle commissioni sui pagamenti con carte.
Alcune regole sono state semplicemente riscritte con aggiornamenti non sostanziali, altre sono nuove.Tra quelle nuove rileviamo le più importanti:
– l’obbligo per gli emittenti di carte di pagamento di preavvisare i clienti prima della loro iscrizione al CAI -la cenrale d’allarme interbancaria- a causa per esempio di un debito relativo all’utilizzo di una carta di credito o di una carta revolving non andato a buon fine, dando loro la possibilità di pagare evitando l’iscrizione;
– abbassamento da 150 a 50 euro della franchigia di “responsabilità” nel caso di utilizzo indebito della carta di pagamento a seguito di furto o smarrimento, stante la regolare segnalazione del fatto alla banca o altro istituto di emissione con blocco dello strumento. Si tratta in pratica della massima perdita sopportabile dal cliente nel caso ovviamente in cui non venga ravvisato un suo comportamento fraudolento o incauto in termini di conservazione della carta stessa (o dei suoi codici di utilizzo).
– nuovi limiti alle commissioni interbancarie sulle carte di debito e prepagate: per ogni singolo utilizzo commissione non superiore a 5 centesimi di euro in combinazione con una percentuale massima dello 0,2% del valore dell’operazione.Per i micropagamenti -di importo inferiore a 5 euro- da Aprile 2018 dovranno essere applicate commissioni inferiori rispetto alle altre operazioni di pagamento.Altre novità arriveranno in futuro, dopo l’adozione di decreti tecnici con ampi termini di adeguamento per le banche. Si tratta di un nuovo metodo di identificazione del cliente più stringente -detta “autenticazione forte” e della possibilità di affidare singoli ordini di pagamento o accessi alle informazioni sui propri conti a prestatori di servizi di pagamento diversi da quello presso il quale si ha il conto corrente.Si fa presente in ultimo che i clienti titolari di contratti attivi al Gennaio 2018 -precisamente al 13/1/18- dovranno essere preavvisati dalla propria banca -o altro istituto di pagamento- relativamente alle novità introdotte a seguito del recepimento della nuova Direttiva entro il 12 Marzo 2018, con una comunicazione scritta o effettuata mediante altro supporto durevole accettato preventivamente.
Il cliente, lo ricordiamo, ha conseguentemente il diritto di recedere senza spese dal contratto entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione, con applicazione in sede di liquidazione del rapporto delle condizioni preesistenti. ( Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo)
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Sentenza della Corte di Giustizia europea sugli OGM
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
La sentenza della Corte di Giustizia europea sugli OGM fa riferimento a un quadro giuridico ormai superato. Così Greenpeace commenta la sentenza emessa oggi.
Dalla fine del 2015, con le modifiche alla Direttiva europea che regola gli OGM, l’Italia fa parte ufficialmente della maggioranza dei Paesi UE che ha vietato la coltivazione di mais OGM sul territorio nazionale. “Applicare il principio di precauzione è quanto ci si aspetta da governanti responsabili, e per questo è da lodare il decreto interministeriale italiano che, basandosi appunto su questo principio, vietò il rilascio in ambiente di mais OGM MON810, prevenendo così la contaminazione certa di ambiente e coltivazioni convenzionali e biologiche” commenta Federica Ferrario, responsabile agricoltura sostenibile Greenpeace Italia. “Il principio di precauzione è uno dei cardini dell’Unione europea. Ha come scopo quello di garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Non di danno conclamato, ma appunto di rischio. Per questo ci viene invidiato in tutto il mondo”. Le tossine Bt prodotte dal mais OGM sono potenzialmente in grado di danneggiare non solo i parassiti del mais, ma anche altri insetti non bersaglio, tra cui farfalle, coccinelle e, se i residui raggiungono corsi d’acqua, anche organismi acquatici. Nei Paesi in cui delle piante Bt vengono coltivate, i parassiti diventano a loro volta resistenti alle tossine Bt, con conseguenti “perdite economiche sostanziali per gli agricoltori”, secondo un’analisi delle coltivazioni di OGM pubblicata dall’Accademia nazionale statunitense delle Scienze.
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Orari lavoro medici, direttiva Ue elusa. In aumento i ricorsi
Posted by fidest press agency su sabato, 26 novembre 2016
Il 25 novembre 2015 entrava in vigore la direttiva europea sugli orari di lavoro che imponeva all’Italia negli ospedali pubblici i riposi obbligatori di 11 ore tra un turno di lavoro e l’altro. A un anno, gli ospedali sotto organico reggono grazie al lavoro fuori turno e le Asl spendono per gli straordinari. Le segnalazioni di violazioni alla normativa Ue crescono. Il pool di avvocati Consulcesi, che organizza le azioni giudiziarie verso lo stato, ne ha ricevute oltre 7 mila. E anche se per il 2017 il governo afferma che sbloccherà il turnover per stabilizzare i precari e varerà nuove assunzioni, in corsia nulla è cambiato. Un sondaggio di Anaao Lombardia conferma che il 40% dei medici non riposa le 11 ore tra un turno e l’altro nelle 24 ore e il 30% lavora oltre le 48 ore settimanali. «Mi fa piacere che i colleghi si muovano. E’ una situazione indecente», commenta Enrico Reginato, presidente della Fems, Federazione Europea dei Medici Specialisti, che per primo segnalò la questione-Italia alla Commissione di Bruxelles. «E’ chiaro che i ricorsi non avranno risposte definitive in tempi brevi e finiranno in Cassazione: lo vediamo per una situazione analoga, la mancata applicazione della direttiva europea agli ex specializzandi negli anni Ottanta. L’Avvocatura dello Stato, cavillando cavillando, ha allungato processi che dovevano neppure essere fatti, fino a far scattare la Legge Pinto, che impone allo Stato di risarcire il cittadino per l’eccessiva durata dei processi (e dopo i processi, ora partiranno richieste di altri risarcimenti). Ma si tratta di difendere un diritto del medico, e anche del paziente. Del resto, l’Europa non è stata fulminea nell’intervenire; l’Italia poi si è presa un anno per adeguare le piante organiche e non lo ha fatto; ora è passato un altro anno. Io ho inviato un nuovo sollecito alla Commissione Ue segnalando la norma lucana, poi respinta, che non riconosceva la direttiva e l’inerzia del governo».
Le aziende sanitarie affermano di far fatica a pagare anche gli straordinari… «A quanto vedo, gli ospedali sono a un bivio. Il contratto prevede 34 ore settimanali più 4 di formazione che vengono giocoforza sacrificate all’assistenza. La direttiva Ue dice che si può arrivare a 48 ore a settimana. Le dieci ore di differenza vanno retribuite come straordinari. O recuperate, ma se un’azienda non ha organico sufficiente come fa?»
Dottor Reginato, che farebbe se fosse l’Aran per raddrizzare le cose? «L’Aran è un’agenzia negoziale che gioca con le carte che le dà il Governo. Se quest’ultimo non sblocca il turnover e non rivede la distribuzione dei finanziamenti le cose non cambieranno. Oggi si parla tanto di referendum che cambierà la sanità, ma a 20 anni dalla legge Bindi occorrerebbe una nuova riforma, che tra l’altro combattesse la corruzione. Non siamo il paese Ue più spendaccione, la Germania ha 8 letti per mille abitanti e noi stiamo scendendo sotto i 3, diventa difficile ricoverare; però devo anche segnalare che paesi come il Portogallo in tempi grami hanno migliorato la loro sanità, diminuito la mortalità infantile, dando più peso ai medici. In Italia ci sono margini di efficienza se combattiamo certi fattori “ambientali”, non se diamo meno spazi ai sanitari».
Perché se è l’azienda sanitaria a violare la legge il ricorso si promuove contro lo Stato? «Lo Stato dovrebbe dare alle regioni e alle aziende sanitarie i mezzi e le normative per assumere. Ad ogni modo, sempre prendendo ad esempio le sentenze della Cassazione sulla direttiva Ue relativa alle specializzazioni, i Magistrati hanno attribuito allo Stato in senso lato -fosse la Presidenza del Consiglio o il Ministero o l’Università- la responsabilità di rispondere alle istanze dei medici italiani. Sempre di soldi pubblici si tratta. Mettersi in sicurezza prima costerebbe molto meno che risarcire». (Mauro Miserendino fonte doctor33)
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Direttiva anti-evasione: PE chiede un tasso effettivo d’imposta del 15% su reddito estero delle società
Posted by fidest press agency su domenica, 5 giugno 2016
Strasburgo martedì 7 giugno Votazione: mercoledì 8 giugnIl Parlamento voterà sula proposta della Commissione per una direttiva anti-evasione mercoledì, dopo il dibattito del giorno precedente. La proposta, sulla quale i deputati sono solo consultati, vuole colmare le lacune giuridiche sfruttate dagli evasori per aggirare le imposte sulle società. I deputati dovrebbero chiedere limiti più rigorosi sulle detrazioni per i pagamenti degli interessi e un tasso effettivo di imposta sulle società del 15% sul reddito estero.La direttiva anti-evasione riflette il piano d’azione dell’OCSE per limitare l’erosione della base imponibile e lo spostamento dell’utile e segue le raccomandazioni fatte dal Parlamento lo scorso novembre (rapporto TAXE 1) e dicembre con le raccomandazioni giuridiche redatte da Anneliese Dodds (S&D, UK) e Luděk Niedermayer (PPE, CZ).Secondo questo principio, le imposte dovrebbero essere pagate nel luogo in cui sono realizzati i profitti e dovrebbero esserci misure giuridicamente vincolanti per bloccare i metodi più comunemente utilizzati dalle aziende per l’evasione fiscale. Il Parlamento propone inoltre definizioni di termini come “organizzazione stabile”, “paradisi fiscali”, “sostanza economica minima”, “prezzi di cessione” e altre finora suscettibili di interpretazioni diverse.
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Banche:direttiva Ue mutui
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 febbraio 2016
Nella riunione del CNCU, l’organo rappresentativo delle associazioni dei consumatori, l’Unione Nazionale Consumatori chiederà al ministero dello Sviluppo Economico di aprire un confronto di merito sulla nuova direttiva Ue sui mutui con il ministero dell’Economia e con tutti gli altri soggetti in campo, in particolare Abi e, ovviamente, le altre associazioni di consumatori.
“Un confronto che finora è incredibilmente mancato, nonostante fosse ormai una procedura consolidata dal 2007, dall’accordo per eliminare le penali sull’estinzione anticipata sui mutui a quello per la sospensione delle rate per le famiglie in difficoltà” ha dichiarato il Prof. Stefano Cherti, consulente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Un tavolo che va aperto ancor di più in questa occasione, considerato che lo schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva 2014/17/UE, oltre a recepirla solo parzialmente, presenta innumerevoli punti critici” ha proseguito Cherti.
In particolare, l’associazione evidenzia, tra gli altri, la gravità del terzo comma dell’art. 120-quinquiesdecies, secondo il quale “le parti del contratto possono convenire espressamente, al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore la restituzione o il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della vendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito, fermo restando il diritto del consumatore all’eccedenza”.
“E’ grave e pericoloso sia che ci possa essere una modifica successiva alla conclusione del contratto, in barba al principio cardine pacta sunt servanda, sia che si parli di inadempimento del consumatore, senza specificarne la gravità, ad esempio se con riferimento all’art. 1455 del codice civile, ossia un inadempimento che non ha scarsa importanza per la banca o all’art. 40 del Testo unico bancario, ossia dopo che ci sia stato un ritardato pagamento di almeno sette volte, anche non consecutive” ha proseguito Cherti.
“Fare passi indietro nell’unico campo nel quale, grazie alle lenzuolate Bersani, c’è stata un’effettiva liberalizzazione, sarebbe un autogol clamoroso” ha concluso Cherti.
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