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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘diritto’

Governo Meloni e il diritto primario alla salute

Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 aprile 2023

“Dopo decenni di chiacchiere, tagli e confusione arriva la chiave di volta, il potenziamento della medicina territoriale per dare ai ‘codici verdi’ un’alternativa all’intasamento dei pronto soccorso. Dobbiamo tuttavia ricordare che il disastro di questi anni è stato nel taglio dei posti letto a fronte di una medicina di prossimità che non spiccava il volo e a pagarne le conseguenze fatalmente è stata appunto la rete dell’emergenza, un errore macroscopico cui si aggiunge quello clamoroso sulla programmazione del fabbisogno di medici e personale sanitario”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.“Vale la pena constatare – ha aggiunto- che è stato fin qui destinato alla sanità il 6% del Pil, a fronte di una media Ocse del 7,2%, mentre i posti letto in Italia sono 3,14 ogni 1000 abitanti, a fronte di una media Ocse di 4,5. Il riordino su cui lavora il governo Meloni sarà fondamentale per garantire il diritto primario alla salute”.“Dunque, a fronte di una capacità di creare nuova ricchezza e con le risorse del Pnrr, – ha puntualizzato il vicepresidente- sarà possibile recuperare il divario con le altre nazioni Ocse, investire sulle specializzazioni e abolire l’attuale sistema del numero chiuso per garantire un diverso accesso alle Facoltà di Medicina, realizzare la rete di medicina del territorio, decongestionare i pronto soccorso, abbattere le liste d’attesa, dare dignità professionale e retributiva a medici e infermieri della sanità pubblica. Obiettivi finalmente chiari – ha concluso Rampelli – per i quali lavoreremo alacremente”.

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Pillole di diritto. Separazione e divorzio: potrà essere fatto contestualmente

Posted by fidest press agency su sabato, 11 marzo 2023

Per i coniugi che intendessero separarsi e successivamente divorziarsi è stata introdotta una importante novità: si potrà proporre con lo stesso atto davanti allo stesso giudice la domanda di separazione giudiziale ed il divorzio contenzioso, in maniera contestuale, a condizione che gli atti introduttivi, siano completi con l’allegazione di tutti i fatti e i mezzi di prova. Col nuovo rito della riforma Cartabia infatti si può proporre contestualmente la domanda di separazione giudiziale e di divorzio contenzioso.Vi sono tuttavia due requisiti di procedibilità per la domanda di divorzio: passaggio in giudicato della sentenza parziale di separazione e cessazione ininterrotta della convivenza. La competenza per territorio sarà quella del Tribunale di residenza del minore, e in mancanza di figli minori, quella del convenuto. By Smeralda Cappetti, legale, consulente Aduc http://www.aduc.it

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Pillole di diritto. Separazione coniugi: cosa succede in caso di mutuo cointestato

Posted by fidest press agency su domenica, 5 marzo 2023

I pagamenti delle rate del mutuo cointestato effettuati prima della separazione da uno dei coniugi in via esclusiva non sono ripetibili.I suddetti pagamenti sono riconducibili, infatti, ad un adempimento dell’obbligo di contribuzione alle esigenze della famiglia in misura proporzionale alle proprie sostanze, previsto dall’articolo 143 cod. civ. Sono infatti irripetibili, almeno in via generale e astratta, tutte le attribuzioni che risultano eseguite dai coniugi per concorrere a realizzare un progetto di vita comune: l’erogazione, pur se eccessiva, si presume connessa alla convivenza, fino a prova contraria che deve fornire chi pretende la restituzione.È quanto emerge dall’ordinanza 5385/23, pubblicata il 21 febbraio dalla terza sezione civile della Cassazione https://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll verbo=attach&db=snciv&id=./20230221/snciv@s30@a2023@n05385@tO.clean.pdf Smeralda Cappetti, legale, consulente Aduc Fonte http://www.aduc.it

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Diritto d’autore: soddisfazione de L’Eco della Stampa per il Regolamento AgCom

Posted by fidest press agency su sabato, 28 gennaio 2023

“Avere come riferimento il nuovo Regolamento AGCOM è un sollievo e una soddisfazione”, afferma il Presidente de L’Eco della Stampa spa, Paola Frugiuele. Dopo un ampio confronto con tutti i portatori di interesse sul tema, AGCOM ha deliberato il Regolamento che determina i criteri dell’equo compenso per l’utilizzo online di pubblicazioni di carattere giornalistico anche per le “imprese di media monitoring e di rassegna stampa”, così espressamente definite dal nuovo Art.43-bis LDA (Legge sul Diritto d’Autore). “L’Eco della Stampa ha illustrato in dettaglio la propria attività e i servizi di media monitoring di cui si avvalgono Istituzioni ed Aziende. – precisa Paola Frugiuele – L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha così manifestato grande capacità di ascolto e di attenzione al settore. Siamo sicuri che vigilerà non solo sulla tutela della libertà di espressione e del pluralismo dell’informazione, valori che la nostra azienda ha sposato fin dalla sua fondazione, ma anche per bilanciare il potere contrattuale durante eventuali negoziati tra editori e imprese di media monitoring con equilibrio e rigore”. In particolare, per la determinazione del compenso, i criteri sono considerati da AGCOM cumulativamente e secondo un ordine decrescente di rilevanza, ponendo al primo posto il numero di articoli rilanciati da una certa testata¸ magari con una differenziazione dell’equo compenso in base alla tipologia dell’articolo (fonte online, articolo con riproduzione riservata, articolo senza riproduzione riservata). A questo proposito AGCOM non fornisce ancora indicazioni specifiche ma è importante il riferimento del Regolamento alle “pratiche consolidate di mercato”, ovvero alla positiva esperienza del Repertorio Promopress presieduto da Fabrizio Carotti, di fatto la collecting agency di FIEG con cui anche L’Eco della Stampa collabora con reciproca soddisfazione. Un Regolamento utile e necessario, quindi, per tutti i soggetti coinvolti, che contribuirà ad uno sviluppo equilibrato dell’intero ecosistema della produzione dei contenuti.

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Migrantes: il 13 dicembre la presentazione del “Diritto d’Asilo”

Posted by fidest press agency su sabato, 10 dicembre 2022

Roma. Sarà presentato martedì 13 dicembre, dalle ore 9,00, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana, il Rapporto “Il Diritto d’asilo report 2022 – Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”. Alla presentazione interverranno il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei; il Presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e Fondazione Migrantes, l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Mons. Gian Carlo Perego; il Rettore della Pontificia Università Gregoriana, P. Mark Andrew Lewis, le curatrici del volume Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti e alcuni degli autori moderati da Alessandra Ciurlo della Facoltà di Scienze Sociali della PUG.

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Includere il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE

Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 luglio 2022

In una risoluzione sulla decisione della Corte suprema statunitense di abolire il diritto all’aborto negli Stati Uniti e la necessità di tutelare il diritto all’aborto e la salute delle donne nell’UE, i deputati chiedono di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Il testo, non legislativo, è stato approvato con 324 voti favorevoli, 155 contrari e 38 astensioni.I deputati affermano che occorre presentare al Consiglio una proposta intesa a modificare l’articolo 7 della Carta poiché “ogni persona ha diritto all’aborto sicuro e legale” e attendono che il Consiglio europeo si riunisca per convocare una Convenzione per la revisione dei trattati, come già ribadito nella risoluzione del 9 giugno.I deputati esprimono piena solidarietà e sostegno alle donne e alle ragazze negli Stati Uniti, nonché a coloro che sono coinvolti nella prestazione e nella promozione del diritto e dell’accesso all’assistenza legale e sicura all’aborto in circostanze così difficili, e chiedono al Congresso degli Stati Uniti di approvare un progetto di legge che tuteli l’aborto a livello federale.I deputati esprimono inoltre preoccupazione per un possibile aumento del flusso di denaro per finanziare gruppi anti-genere e anti-scelta nel mondo, anche in Europa ed esortano i Paesi UE a depenalizzare l’aborto, a eliminare e combattere le rimanenti restrizioni giuridiche, finanziarie, sociali e pratiche in alcuni Stati membri.I Paesi UE dovrebbero garantire l’accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti, a servizi di assistenza sanitaria prenatale e materna, alla pianificazione familiare volontaria, a servizi adatti ai giovani, nonché alla prevenzione, al trattamento e al sostegno nella lotta all’HIV, senza discriminazione alcuna. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero intensificare il loro sostegno politico a favore dei difensori dei diritti umani e dei prestatori di assistenza sanitaria che lavorano per far progredire la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti (Sexual and reproductive health and rights – SRHR).

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Diritto aborto. Firenze ingrata e senza memoria storica

Posted by fidest press agency su domenica, 26 giugno 2022

L’aborto clandestino era una tragica realtà negli anni 70 del secolo scorso, in mano a ginecologi (spesso dichiarati anti-abortisti) che si arricchivano (per le donne ricche) e mammane e fattucchiere varie per le altre. Conseguenze sanitarie e psicologiche di vario tipo. Correva l’anno 1975, Firenze, via Dante da Castiglione, un villino attrezzato in clinica clandestina preso in affitto da Giorgio Conciani e dal Partito Radicale. Da tutta Italia arrivavano donne che abortivano, l’appuntamento per tutte era al piazzale Michelangelo, segno distintivo il settimanale L’Espresso sotto il braccio, dopo che quasi tutte erano passate dai consultori del Cisa (essenzialmente Firenze e Milano) per le prime informazioni. Chi aveva, dava un contributo di 100mila lire, altrimenti era gratis, e con un pulmino 600 multipla si trasferivano alla clinica, attrezzata con materiale importato clandestinamente, essenzialmente dalla Francia. I primi di gennaio, su segnalazione di un settimanale di estrema destra, la polizia fece irruzione e lì scoppio mediaticamente e politicamente il caso aborto: arresti vari nel Partito radicale e Cisa, lungo carcere per il medico liberale/radicale Giorgio Conciani, clandestinità per altri. Il socialista/radicale Loris Fortuna aveva depositato una proposta di legge per cancellare l’aborto come reato contro la stirpe e legalizzarlo. Il Partito Radicale e il Cisa continuavano la loro attività organizzando voli charter per accompagnare le donne ad abortire a Londra o organizzavano “cliniche volanti”, attività sempre autodenunciate come disobbedienza civile. Così si arrivo all’approvazione della legge, che poi gli antiabortisti sottoposero a referendum e gli italiani respinsero l’abrogazione. Questa breve storia di come l’aborto sia diventato un diritto in Italia, ha una città simbolo, Firenze. La determinazione e disponibilità di diverse persone (radicali soprattutto, e poi liberali, socialisti, Lotta Continua, etc) che pagarono con galera e/o conseguenze giudiziali durate anche decenni. Oggi, dopo la sentenza Usa che ha cancellato il diritto federale ad abortire, i media, e le discussioni un po’ dovunque, sono sull’aborto. Tutte con un grande difetto: la considerazione che in Italia il diritto ci sia, mentre lo è sulla carta e non nella realtà .La gravità della situazione si esprime nella città simbolo, Firenze, pronta sempre a vantare (giustamente) se stessa per la propria storia, ma che non solo ha cancellato questa storia, ma dove nella regione Toscana di cui è capoluogo, non muove dito per una delle peggiori violenze che si sta consumando contro il diritto ad abortire: città e regione guidata da maggioranza abortista che in questi giorni si indigna per quanto accade in Usa, che fa gestire un’Asl in provincia di Pisa da una ginecologa antiabortista. Tra tutti i media locali (quattro cartacei) solo uno fa parlare alcuni fiorentini di aborto: due contrari che però vogliono mantenere la legge e una favorevole… ma niente sulla legge inapplicata, solo teoria disgiunta dalla realtà. Un mondo, una città, una regione che sembra dimenticarsi (vergognarsi?) di una storia che, al pari di quella del Rinascimento, ha marcato e marca l’umanità. Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it

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Stati Uniti, la Corte Suprema abolisce il diritto all’aborto dopo 50 anni

Posted by fidest press agency su venerdì, 24 giugno 2022

Stamattina la Corte Suprema degli Stati Uniti ha abolito la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, revocando il diritto all’aborto. “L’aborto presenta una profonda questione morale. E la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto” si legge nella sentenza. Sei giudici, tre dei quali nominati dall’ex presidente Donald Trump, hanno votato a favore e tre – Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer – contro. “Tristemente, molte donne hanno perso oggi una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo” hanno dichiarato i tre giudici contrari alla decisione. Gli Stati potranno ora decidere autonomamente. E’ probabile che quasi la metà renderà l’aborto illegale. Davanti alla sede della Corte Suprema intanto cresce la protesta, con un numero di manifestanti che aumenta di minuto in minuto. (fonte Pressenza International press agency)

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Il diritto all’aborto sicuro e legale deve essere protetto

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 giugno 2022

Bruxelles. Il PE condanna il deterioramento dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva delle donne nel mondo, compresi gli Stati Uniti e alcuni Paesi UE, e chiede un accesso sicuro all’aborto. Il Parlamento incoraggia il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e la sua amministrazione a garantire l’accesso all’aborto sicuro e legale. I deputati ribadiscono l’appello al governo del Texas di abrogare rapidamente la legge 8 del Senato e chiedono a diversi altri Stati americani con leggi analoghe di allineare la loro legislazione con i diritti umani delle donne tutelati a livello internazionale.I divieti e le altre restrizioni all’aborto colpiscono in modo sproporzionato le donne in condizioni di povertà, affermano i deputati, che sottolineano che le donne che, a causa di ostacoli finanziari o logistici, non possono permettersi di recarsi in cliniche per la salute riproduttiva di Stati o paesi limitrofi, corrono maggiori rischi di subire procedure non sicure e potenzialmente letali.Il Servizio europeo per l’azione esterna, la Commissione e tutti i Paesi UE dovrebbero compensare qualsiasi eventuale riduzione dei finanziamenti degli Stati Uniti a favore della salute sessuale e riproduttiva (Sexual and reproductive health and rights – SRHR) a livello mondiale, nonché sostenere con forza e conferire priorità all’accesso universale all’aborto sicuro e legale nelle loro relazioni esterne.Il Parlamento propone di offrire un rifugio sicuro a tutti i professionisti del settore medico che potrebbero essere a rischio di persecuzione giudiziaria o di altro tipo.I deputati esortano i Paesi UE a depenalizzare l’aborto, eliminare e combattere gli ostacoli all’aborto sicuro e legale, all’accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi SRHR, senza discriminazione alcuna. Il personale medico non deve negare alle donne l’assistenza all’aborto per motivi religiosi o di coscienza, poiché ciò mette a repentaglio la vita della paziente.La Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe votare la revoca della protezione garantita a livello federale sul diritto all’aborto. Ciò consentirebbe a ogni stato americano di decidere autonomamente se limitare o vietare l’aborto.Pressoché tutti i decessi derivanti da aborti non sicuri si verificano in paesi in cui l’aborto è gravemente limitato. Secondo le stime, il numero annuo di decessi materni negli Stati Uniti dovuti ad aborti non sicuri aumenterebbe del 21% entro il secondo anno successivo all’entrata in vigore di un divieto.

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“In Sicilia, la spesa per il diritto alla salute oggi vale 800 milioni di euro”

Posted by fidest press agency su lunedì, 2 Maggio 2022

Dalla debolezza comunicativa della scienza, che ha generato un corto circuito tra medici, politica e Paese in tempi di pandemia, creando disorientamento nel 48% degli italiani (dato Censis), all’aspetto economico del Sistema sanitario regionale e nazionale, tema cruciale e in controtendenza rispetto ad un passato di mancati investimenti. Mai come oggi, infatti, l’Italia dispone di fondi così considerevoli per far ripartire la sanità: 200 miliardi di risorse, di cui 800 milioni assegnati alla Sicilia. Uno shock positivo di fondi previsti dal Pnrr, ma senza un quadro complessivo dello stato dell’arte, considerato che non c’è traccia di un piano occupazionale per il personale sanitario. Queste le prime direttrici del portale http://www.siciliamedica.it (diretto dal giornalista Maurizio Scaglione con il contributo del partner tecnico MarcoMedia) e dell’Osservatorio comunicazione ed economia in sanità (Oces) composto da autorevoli esperti: garantire ai cittadini il diritto ad una corretta informazione e analizzare lo stato dell’arte della sanità regionale per produrre, come organi sussidiari dello Stato, linee di indirizzo di investimenti efficaci, da suggerire al governo della Regione, nell’ambito della “missione 6” del Pnrr, destinata al potenziamento della medicina territoriale e la digitalizzazione dei servizi sanitari. Le due iniziative, messe in campo dagli Omceo siciliani, sono state presentate stamattina a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo, dai nove presidenti provinciali degli ordini, alla presenza di molte autorità del panorama istituzionale, regionale e nazionale, vertici delle Asp e delle Aziende ospedaliere, esponenti del mondo scientifico, accademico e dell’associazionismo.Per la prima volta gli ordini del territorio hanno abbandonato il proprio “silos” per farsi rete e condividere i primi due obiettivi cruciali e mirati. Produrre messaggi univoci, grazie al portale dei medici, per generare comportamenti sociali e istituzionali uniformi, provando ad arginare la cosiddetta infodemia, definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come la “sovrabbondanza di informazioni provenienti da fonti diverse, che rende difficile per le persone trovare fonti e indicazioni affidabili quando ne hanno bisogno”. E intervenire, attraverso l’analisi dei dati dell’Osservatorio, sul Piano operativo regionale che stabilisce la distribuzione nel territorio delle strutture sanitarie finanziabili, gli investimenti per la sicurezza e la sostenibilità degli ospedali, la digitalizzazione e le grandi apparecchiature, oltre che la costruzione o riconversione di strutture ospedaliere, poliambulatoriali e di raccordo tra ospedale e territorio. Una spesa per il diritto alla salute che oggi vale 800 milioni di euro e che va indirizzata e monitorata.

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Incontro: Il diritto allo studio in carcere

Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 aprile 2022

’Università di Parma 12 maggio 2022. All’incontro, che si svolgerà dalle 13 alle 15, parteciperanno Franco Prina, Presidente della Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli penitenziari (l’organismo della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane dedicato allo studio in carcere), Vincenza Pellegrino, Delegata del Rettore ai rapporti con gli Istituti penitenziari di Parma, Francesca Vianello ed Elton Kalika dell’Università di Padova. L’appuntamento chiuderà la rassegna Tra diritto e società. La questione penitenziaria, un ciclo di sei seminari interdisciplinari su tematiche carcerarie promossi dal Dipartimento di Giurisprudenza, Studî politici e internazionali dell’Università di Parma. Gli incontri sono ideati e organizzati da Fabio Cassibba e Chiara Scivoletto, docenti rispettivamente di Diritto penitenziario e di Criminologia in Ateneo.

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Hans Kelsen: Che cos’è la dottrina pura del diritto?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 20 aprile 2022

Collana krisis diretta da Massimo Cacciari e Natalino Irti, pag. 160, 17 euro introduzione e curatela di Tommaso Gazzolo “Che cos’è la “dottrina pura del diritto”, il nome sotto il quale Hans Kelsen ha pensato la propria filosofia giuridica? A questa domanda prova a rispondere il testo qui presentato per la prima volta al lettore in traduzione italiana. Come la forma interrogativa stessa del titolo mostra, il tentativo da parte di Kelsen di fornire una “sintesi”, una sistemazione definitiva dei principi fondamentali della sua teoria, non è separabile dalla critica continua della medesima, dalla sua costante messa in questione. Dire che cosa sia la dottrina pura, per il suo autore, significa sempre ed anche continuare ad interrogarla, esattamente come avviene in queste pagine che costituiscono una del- le testimonianze più chiare di tale movimento interno al suo pensiero. Questo libro costituisce una introduzione ed un invito a conoscere i lineamenti essenziali della dottrina pura di Kelsen e, al contempo, un testo che forse meglio di qualsiasi altro fa luce sulla continua “crisi” della sua filosofia del diritto.”

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Rassegna Tra diritto e società. La questione penitenziaria

Posted by fidest press agency su lunedì, 14 marzo 2022

Parma martedì 15 marzo la seconda edizione della rassegna Tra diritto e società. La questione penitenziaria, un ciclo di seminari interdisciplinari promossi dal Dipartimento di Giurisprudenza, Studî politici e internazionali dell’Università di Parma dedicati alle tematiche carcerarie.I sei incontri sono ideati e organizzati da Fabio Cassibba e Chiara Scivoletto, docenti, rispettivamente, di Diritto penitenziario e di Criminologia in Ateneo, e si rivolgono in primis alle studentesse e agli studenti iscritti ai corsi di laurea del Dipartimento. Il primo appuntamento è fissato per martedì 15 marzo alle 15 su Teams (urly.it/3hz98) e tratterà della Giustizia riparativa. Da utopia a programma. I relatori saranno Marco Bouchard, Presidente di Rete Dafne Italia, Giovanni Ghibaudi, Presidente del Comitato nazionale dei mediatori esperti in giustizia riparativa e Isabella Mastropasqua, Dirigente del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia. Il secondo seminario, in programma giovedì 31 marzo alle 15 e intitolato Le infinite riforme. Il carcere e la città, vedrà la partecipazione di Stefano Anastasia, della Conferenza dei Garanti per le persone private della libertà personale, Giuseppe Mosconi dell’Università di Padova e Giacinto Siciliano, Direttore della Casa Circondariale di San Vittore di Milano. Si proseguirà mercoledì 13 aprile alle 15 per trattare di “Carcere duro” e diritti fondamentali del detenuto. Dialogheranno sul tema Pasquale Bronzo, di Sapienza Università di Roma, Veronica Manca, avvocata del coordinamento di «Diritto di difesa» e Gabriele Terranova, Presidente della Camera penale di Prato. Il quarto appuntamento, previsto per martedì 26 aprile alle 15, sarà dedicato a La sicurezza e l’uso legittimo della forza. Il tavolo dei relatori sarà composto da Pietro Buffa, Provveditore del Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria della Lombardia, Cosima Buccoliero, Direttrice dell’Istituto penale minorile ‘C. Beccaria’ di Milano, Alessandro Maculan, dell’Università di Padova e Angelo Napolitano, Dirigente di Polizia penitenziaria presso la Casa Circondariale di Pavia. Il penultimo incontro è in programma mercoledì 4 maggio alle 15. Si parlerà di Sex offenders e “infami”: i bisognosi di protezione dentro e fuori dal carcere. Il tema verrà affrontato da diverse prospettive professionali: ne tratteranno Laura Cesaris, Università di Pavia e Garante dei detenuti della Provincia di Pavia, Monica Dotti e Paolo De Pascalis, del Centro LDV dell’Azienda USL di Modena, Fabio Gianfilippi, del Tribunale di Sorveglianza di Spoleto e Silvia Merli, presidente del ClPM Emilia di Piacenza. Il ciclo si chiuderà giovedì 12 maggio alle 13 con un appuntamento su Il diritto allo studio in carcere. Pensare il futuro. Quest’ultimo seminario si svolgerà in presenza presso il teatro degli Istituti penitenziari di Parma (via Burla) e vedrà la partecipazione di Franco Prina, Presidente della Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli penitenziari (l’organismo della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane dedicato allo studio in carcere), che dialogherà con Vincenza Pellegrino, Delegata del Rettore ai rapporti con gli Istituti penitenziari di Parma e con Francesca Vianello ed Elton Kalika, dell’Università di Padova. Questo appuntamento richiede la prenotazione, secondo le indicazioni contenute nella locandina.Per l’importanza dei temi trattati e per la competenza dei relatori coinvolti tutti gli appuntamenti (in modalità webinar, su piattaforma Teams) saranno aperti alla partecipazione libera dei professionisti, degli operatori, degli studenti degli istituti scolastici superiori e della cittadinanza tutta.Il Coordinamento scientifico dell’iniziativa è curato da Fabio Cassibba e Chiara Scivoletto.La segreteria organizzativa è affidata a Virginia Oddi e Ettore Crippa. L’accesso è libero.

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Il diritto delle donne ad essere accompagnate dal proprio partner

Posted by fidest press agency su venerdì, 10 dicembre 2021

;”Cammina veloce verso il Senato l’emendamento della deputata del Movimento 5 Stelle, Stefania Mammì, che riguarda il diritto delle donne ad essere accompagnate dal proprio partner, o in sua assenza da un parente, nel corso delle visite, esami e controlli prenatali, normati dall’articolo 14 del decreto legislativo 151/2001. Gli stessi, infatti, potranno usufruire di un apposito permesso lavorativo, nel caso in cui le visite siano previste in orario di lavoro.”Alcuni mesi fa il mio emendamento, il 4.55 all’articolo 4, lettera D del DL Family Act, è stato approvato dalla Commissione Affari sociali in sede referente -spiega l’On.Mammì – poi il passaggio in Aula e il vaglio della Ragioneria di Stato e l’inserimento nel testo definitivo del ddl ora in discussione al Senato. Una misura a cui tenevo davvero molto, che vede attuata le pari opportunità nei controlli prenatali, dove anche i papà potranno essere presenti usufruendo di un apposito permesso lavorativo, nel caso in cui le visite siano previste in orario di lavoro. Sono soddisfatta per aver contribuito ad aiutare le donne nella fase più delicata della loro vita, facendo riconoscere un diritto importante e delicato per la coppia che si appresta a conoscere lo stato di salute del nascituro”, conclude la deputata pentastellata, Stefania Mammì.

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Diritto alla dolce morte: il suicidio assistito. Il caso Mario

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 novembre 2021

Abbiamo più volte parlato, direttamente e non, del suicidio assistito. Il caso del DJ Fabo e il processo penale che ha visto imputato Marco Cappato. Ogg, dop la decisione della Consulta, per la prima volta in Italia si parla di applicazione – so che il termine può essere considerato orribile – della dolce morte.L’associazione Luca Coscioni ha divulgato la dichiarazione rilasciata da Mario, ovvero il primo malato ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito dopo che il Comitato Etico si è espresso a favore così come previsto dalla Consulta.Chi è Mario? E’ un uomo, di 43 anni, ormai da 11 anni paralizzato dalle spalle ai piedi a causa di un incidente stradale.L’iter che Mario ha affrontato è stato lungo e difficoltoso, e solo grazie alla pronuncia della Consulta a seguito dello scalpore del caso Cappato è potuto giungere ad un epilogo diverso dal solito.Da oltre un anno Mario si era rivolto alla propri Azienda Ospedaliera chiedendo verifica delle proprie condizioni di salute così che potesse accedere, del tutto legalmente, al farmaco che può porre fine alle sue sofferenze.Mario, quindi, ha sin da subito seguito l’iter e le regole stabilite dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 242/2019.L’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche (ASUR), ha rifiutato di sottoporre Mario alla visita richiesta e quest’ultimo che si è quindi rivolgeto al Tribunale di Ancona.Sono state necessarie due diffide legali all’ASUR Marche, per accedere al Comitato etico, che ha confermato il possesso dei requisiti per l’accesso legale al suicidio assistito.Si tratta per il momento della vittoria, sicuramente importante, riportata nel corso di una battaglia, posto che sarà sempre il Tribunale di Ancona a dover decidere se Mario potrà assumere il medicinale richiesto.Il Comitato Etico, oltre a dover verificare se Mario avesse o meno i requisiti previsti dalla Legge ha anche valutato il farmaco. Per quest’ultimo sono state sviluppate perplessità legate, secondo quanto si legge in una Nota divulgata dalla Regione Marche, “alle modalità e sulla metodica del farmaco che il soggetto avrebbe chiesto (il tiopentone sodico nella quantità di 20 grammi, senza specificare come dovesse essere somministrato ndr)”.Nessun dubbio, invece, sul fatto che Mario sia affetto da una patologia irreversibile e che egli sia perfettamente in grado di intendere e volere. Il dubbio è se il farmaco indicato sia effettivamente appropriato a garantire una morte senza sofferenza.Quali sono le condizioni necessarie per avere l’assenso da parte del Comitato etico? Il soggetto deve essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitali; deve essere affetto da una patologia irreversibile; la quale deve essere fonte di sofferenze intollerabili; e deve essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Cosa succederà adesso? L’Avvocato Filomena Gallo, legale di Mario, ha dichiarato che procederà a rispondere all’Asur Marche e al Comitato etico in merito alle modalità di attuazione della scelta, in modo che la sentenza Costituzionale e la decisione del Tribunale di Ancona vengano rispettate. E per tale ragione dichiara l’Avvocato Gallo: “ Forniremo, in collaborazione con un esperto, il dettaglio delle modalità di auto-somministrazione del farmaco idoneo per Mario, in base alle sue condizioni. La sentenza della Corte costituzionale pone in capo alla struttura pubblica del servizio sanitario nazionale il solo compito di verifica di tali modalità previo parere del comitato etico territorialmente competente” Una volta chiarito quest’ultimo punto Mario potrà scegliere quando morire e potrà farlo nella sua casa. Qualora dovesse cambiare idea, anche all’ultimo momento, sarà liberissimo di farlo. Sarà infatti lui stesso, attraverso l’uso del dito mignolo della mano destra, ad auto-somministrarsi il farmaco letale, senza l’intervento di nessun medico.La scelta di Mario di attendere che l’Italia fosse pronta Si ritiene giusto dover precisare che nell’agosto del 2020 Mario era riuscito ad avere l’ok dalla Svizzera per poter morire là, dove il suicidio assistito è consentito. Sara Astorino, legale, consulente Aduc

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Lombardia: “Chiesti i fondi per garantire il diritto allo sport ai minori affetti da disabilità psico-fisiche”

Posted by fidest press agency su venerdì, 30 luglio 2021

Da più di un anno a causa della pandemia i giovani e giovanissimi lombardi hanno perso il diritto allo sport, un elemento essenziale di crescita e di sostegno alla loro salute psico-fisica. E a soffrirne di più sono stati ancora una volta i più fragili, perché spesso mancano gli strumenti per garantire l’esercizio di questo diritto a tutti. Ma la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, adottata il 13 dicembre 2006 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, all’art. 7, assicura ai bambini con disabilità il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali su base di eguaglianza con gli altri bambini e all’articolo 30 impegna gli Stati membri a incoraggiare la partecipazione delle persone con disabilità alla vita culturale, alle attività ricreative, al tempo libero e allo sport, sancendo, in tal modo, un riconoscimento specifico al valore di tali attività.Per dare attuazione ai diritti riconosciuti dall’ONU si è attivata l’opposizione a Palazzo Pirelli. Il Consigliere regionale del M5S Lombardia Gregorio Mammì dichiara: “Per trasformare le parole in fatti servono fondi: ecco perché ho depositato un emendamento al bilancio regionale per chiedere di stanziare 150mila euro per l’acquisto di mezzi, strumenti e ausili necessari per consentire la pratica di attività sportive alle persone affette da disabilità psico-fisiche, con particolare riguardo ai soggetti di giovane età. Perché per passare a una accezione di sport inteso come vero e proprio diritto, occorre contribuire concretamente per ridurre l’incidenza delle menomazioni psico-fisiche che ostacolano il pieno raggiungimento di questo obbiettivo, dotando coloro che ne hanno necessità dei mezzi necessari”.

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Stato di diritto e Ungheria: il problema di Orban sono i soldi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Ci si chiede perché il premier ungherese, Viktor Orban, ha progressivamente alzato il livello di tensione verso l’Ue. La risposta è semplice: i soldi.Orban ha un disperato bisogno di fondi in vista delle elezioni del prossimo anno. Mentre l’attenzione dei media si focalizzava sulla legge anti comunità arcobaleno, il premier firmava accordi per oltre 5 miliardi di euro con imprese cinesi e per la costruzione del primo campus universitario in Europa finanziato con 1,3 miliardi cinesi. Fondi che non hanno i controlli di quelli comunitari. Infatti, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha collocato l’Ungheria al primo posto, tra i 27 paesi comunitari, per irregolarità fiscali. In cambio dei finanziamenti cinesi, Orban si è astenuto dal sottoscrivere le dichiarazioni dell’Ue contro la repressione a Hong Kong e agli Uiguri, una etnia perseguitata dalle autorità cinesi. Dunque, bando alle illusioni, a Orban non interessa la comunità arcobaleno, ma agita leggi e referendum in funzione antieuropea e procinese.Però, oltre che furbi, occorre essere politicamente intelligenti e capire la trappola del debito cinese: se non restituisci il prestito si prende l’opera. L’esempio dell’ Africa e, più da vicino, del Montenegro, dovrebbe insegnare qualcosa: Pechino detiene un quarto del debito montenegrino e ora reclama la proprietà delle opere costruite con fondi cinesi. Più chiaro di così! Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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Diritto di trasferimento ai docenti di ruolo

Posted by fidest press agency su domenica, 18 luglio 2021

Lo ha affermato nel corso del question time il senatore di Fratelli d’Italia Tiziana Drago. “Da anni – sottolinea Drago – tra novemila e tredicimila docenti di ruolo, secondo quanto si apprende incrociando i dati ISTAT e del CCNI, presentano domanda di trasferimento interprovinciale ma solo una minima percentuale di queste domande viene soddisfatta a causa di un meccanismo poco chiaro e poco efficiente di assegnazione. La difficoltà di rientrare nelle sedi di provenienza penalizza non solo ma soprattutto le donne e le famiglie dei docenti, costrette ad una vita condizionata dal lavoro fuori sede, questo è dunque anche un problema di diritti civili non rispettati”. “Ulteriori evidenti criticità – osserva Drago – derivano dai metodi di lavorazione delle pratiche di pensionamento del personale docente: il flusso di informazioni che dovrebbe avvenire tra Sidi (Sistema informatizzato del Miur) e l’Inps, secondo un ordine di priorità e tenendo conto dell’effettiva disponibilità dei posti destinati alla mobilità, avviene non rispettando una cronologia logica e consequenziale, tanto che l’Inps dovrebbe riuscire a comunicare al MIUR i dati riferiti ai pensionamenti del personale docente in anticipo rispetto alla scadenza della presentazione delle domande di mobilità e conseguentemente prima che il SIDI venga chiuso. Ciò non avviene, in quanto le pratiche dei pensionamenti vanno lavorate successivamente alla presentazione della domanda di mobilità”.”La risposta del ministro Bianchi – conclude Drago – è stata del tutto insoddisfacente. Allo stato attuale delle cose, per l’anno scolastico 2021/2022, solo il 25 per cento delle domande relative ai posti assegnati alla mobilità verrà soddisfatto. Ancora una volta non vi è stata chiarezza in merito alla volontà di aprire ad una fase straordinaria di mobilità. Anzi il non dire ne indica la direzione. Ormai anche il potere giudiziario non ha più potere. Ci sono, poi, le sentenze del Consiglio di Stato: nn. 2270, 8872, 8873 e 8874 del 2019; n. 881 del 2020. Tutte hanno censurato l’utilizzo dell’algoritmo del Miur servito per immissioni in ruolo e trasferimenti della 107/15. Ci sono, inoltre, una ventina di sentenze del Tar del Lazio”.

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Diritto dei lavoratori e nuovo accordo sulla Pac

Posted by fidest press agency su giovedì, 1 luglio 2021

Con il nuovo accordo sulla Pac i Governi europei hanno inferto un duro colpo al progetto di realizzare il Green Deal e rivoluzionare il nostro sistema produttivo – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. L’Italia può tuttavia mostrare maggiore ambizione e dare l’esempio, a partire dalle aree in cui gli Stati mantengono maggiore discrezionalità come quella della condizionalità sociale. Il compromesso raggiunto prevede infatti che l’applicazione di quest’ultima sia volontaria nel periodo 2023-2025. Una formula che attribuisce agli Stati membri piena responsabilità in materia. Ripartire dalla condizionalità sociale significa riaffermare i diritti dei lavoratori e rafforzare il contrasto di fenomeni come il caporalato. Un obiettivo che dovrebbe essere condiviso sia da quanti elogiano il compromesso sulla Pac, sia da quanti lo hanno duramente criticato perché del tutto insufficiente a promuovere la transizione ecologica – spiega Tiso. L’Italia ha già fatto molto in questo campo, ma la battaglia contro lo sfruttamento dei braccianti non è ancora vinta, come spesso rivelano le cronache dal nord al sud del Paese.Un’altra occasione per mostrare maggiore ambizione e diventare un esempio virtuoso in Europa è il Piano strategico nazionale che l’Italia, come gli altri Stati membri, dovrà redigere entro il 31 dicembre 2021. Oltre all’indispensabile semplificazione burocratica, nel lavoro di programmazione il Governo italiano è chiamato a promuovere una consultazione quanto più ampia possibile e a sfruttare ogni margine di manovra disponibile per fissare obiettivi più avanzati di quelli che l’Europa ha partorito dopo un lungo e faticoso negoziato.

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Sassoli a von der Leyen: la Commissione applichi il regolamento sullo stato di diritto

Posted by fidest press agency su sabato, 26 giugno 2021

Il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli ha scritto oggi alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiedendo alla Commissione di adempiere agli obblighi previsti dai trattati dell’UE per garantire il rispetto dello stato di diritto in tutti gli Stati membri.In apertura della sessione plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles, il Presidente Sassoli ha affermato:“Come indicato dalla nostra risoluzione del 10 giugno 2021, ho scritto alla Presidente della Commissione, a nome del Parlamento europeo e sulla base dell’articolo 265 del TFUE, per invitare la Commissione ad adempiere ai suoi obblighi di custode dei trattati e a garantire la piena e immediata applicazione del regolamento relativo alla condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto”.“Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni Stati Membri che devono essere sanzionate”.“Naturalmente, in assenza di reazioni da parte della Commissione nei tempi assegnati dai Trattati, agiremo contro di essa alla Corte di Giustizia”.

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