Roma. Il Recovery fund non porterà crescita ma maggiore disoccupazione. Ne è convinto Luca Ripamonti, presidente nazionale di Federimpreseitalia.Si parla tanto in questo periodo di Recovery Fund, il cui significato letterale è “fondo di recupero”. Il finanziamento di questo fondo per ripartire avviene attraverso una raccolta di liquidità da parte dell’Europa con l’emissione di particolari “Recovery Bond”.Il primo ministro Draghi ne parla in termini entusiastici :”…Potremo dare il via a investimenti senza precedenti…” Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel già a maggio 2020 ha dichiarato che il fondo è “mirato ai settori e alle aree geografiche dell’Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti”. A sentire parlare politici, riviste di settore, si tratta della Panacea Paneuropea per la soluzione dei problemi di occupazione e ripresa. Eppure associazioni di categoria come Federimpreseitalia, vedono il Recovery fund con il fumo agli occhi, e interviene al riguardo proprio il presidente nazionale Luca Ripamonti. “Il primo Ministro Draghi parla di 750 Mld di Euro di recovery fund, peccato che fonti interne molto attendibili, riferiscono un importo di circa la metà, ovvero 350 Mld di euro, cioè lo 0,16 % del Pil. Questo importo da un punto di vista macroeconomico è niente. E mentre Draghi si affanna a contrabbandare queste chimere, il Pil dell’Italia si avvicina ad un deficit del 15%.Tra un anno, quando l’Italia dovrà far quadrare i conti, secondo le rigide regole dell’Unione europea, per ridurre un deficit del 15%, ci vorranno come minimo 10% di tagli, che inevitabilmente ricadranno su sanità, pensioni, scuola”, dice il presidente di Federimpreseitalia.Eppure il primo ministro Draghi, ha chiarito i punti del Recovery fund, e sono previsti investimenti per la sanità, per la scuola.“Si parla di investimenti di 45 Mld per la digitalizzazione, 36 Mld per la sanità, ma questi soldi saranno impiegati per acquistare tecnologia che sostituirà le persone, non per assumerne di nuove. Voglio ricordare cosa ha detto il professor De Masi dell’Università La sapienza in una recente intervista. Oggi l’intelligenza artificiale non solo sta sostituendo operai nelle fabbriche, ma arriva a sostituire giornalisti, dentisti, chirurghi. La tecnologia nell’ultimo anno, ha fatto progressi superiori a quelli degli ultimi 15 anni. Sono totalmente d’accordo con il professor De Masi e ribadisco che se qualcuno pensa che il recovery fund porterà soldi e benessere agli italiani si sbaglia di grosso”.Quindi secondo lei il primo ministro Draghi ci sta prendendo in giro?“Mario Draghi è un oligarca dell’unione europea. Gli oligarchi si amano. Gestiscono il potere e il denaro e così decidono la sorte di milioni di cittadini credendo sempre di saper fare la cosa migliore. Qualcuno si ricorderà Michail Borisovi? Chodorkovskij, oligarca russo. Pensava di poter aiutare milioni di persone, in buona fede sicuramente ma come è andata a finire poi si è visto.Ma quindi secondo lei cosa si potrebbe fare di meglio?“Tra qualche mese, quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti ci sarà un’impennata dei disoccupati e di nuovi poveri. Il professor De Masi parla di almeno 15 milioni di poveri in Italia. Non ci saranno nuove imprese pronte a dar lavoro. Le imprese sono allo stremo. Per aiutare davvero le imprese dovrebbero essere erogati sostegni ‘veri’ non quelle farse del decreto sostegni. Ma vi rendete conto che a un impresa che si avvale del decreto sostegni, se è fortunata gli arriveranno nella migliore di ipotesi 5.000 euro, come risarcimento delle perdite per il Covid!! E con 5000 euro un impresa cosa ci fa? Paga utenze e affitto per sei mesi, forse. In più ora riaprono con dei limiti che sono a dir poco demenziali: ristoranti all’aperto, coprifuoco fin dalle 22, E perché i contagi non si possono trasmettere prima delle 22? E perchè non permettere le consumazioni al chiuso se vengono rispettate delle distanze? Non mi sembra che gli esercenti non si siano adeguati prontamente ad apportare le misure preventive richieste”.Le prospettive di una ripresa effettiva sembrano quindi ancora molto lontane secondo il presidente della Federimpreseitalia.“Da parte nostra attendiamo di vedere se in previsione dello sblocco licenziamenti sarà prevista una manovra di contenimento a questa possibile emergenza”, conclude Luca Ripamonti.
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Federimpreseitalia: “Il Recovery fund non porterà crescita ma maggiore disoccupazione”
Posted by fidest press agency su domenica, 2 Maggio 2021
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Disoccupazione: tasso al 10,2%. Quella giovanile tocca quota 31,6%
Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 aprile 2021
Sono estremamente allarmanti i dati diffusi oggi dall’Istat sull’andamento dell’occupazione nel nostro Paese.A febbraio il tasso di disoccupazione si attesta al 10,2%. Ancor più preoccupante il dato relativo alla disoccupazione giovanile che tocca quota 31,6%, con un aumento di 2,6 punti su febbraio 2020, ovvero prima delle restrizioni determinate dalla pandemia.È evidente come le misure adottate finora per fronteggiare la crisi e la perdita di lavoro si stiano dimostrando insufficienti: a confermarlo non solo i dati odierni sulla disoccupazione, ma anche quelli relativi ai principali indicatori economici, dalla produzione ai consumi.“La pandemia ha determinato una situazione di emergenza unica nel suo genere, che solo con misure straordinarie e adeguate potremo superare.” – afferma Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori. Misure che non si limitino, però, ad affrontare la fase emergenziale, ma che gettino anche le basi per il necessario sviluppo futuro. Rilancio dell’occupazione, investimenti per la ricerca, per lo sviluppo tecnologico, per la modernizzazione: questi i provvedimenti di cui il Paese ha urgente bisogno, al fianco di una seria e determinata lotta alle disuguaglianze che in questa crisi si sono fatte ancora più profonde e discriminatorie. Un piano che non può prescindere dal contributo delle parti sociali e delle associazioni che rappresentano i cittadini, per costruire insieme un rilancio più equo e sostenibile per tutti.
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La disoccupazione giovanile sale al 22%
Posted by fidest press agency su sabato, 3 aprile 2021
Milano. Sono 20mila gli occupati in meno nel 2020 a Milano, pari al -1,3% rispetto all’anno precedente. È l’effetto del Covid-19, che ha colpito l’economia della città più di altri territori, anche a causa di una presenza maggiore dei servizi alla persona e delle attività legate all’accoglienza e al turismo. Sebbene a Milano, a differenza di quanto si rileva per l’Italia e la Lombardia, il calo sia stato più contenuto rispetto al picco registrato in occasione della crisi del 2009, quando gli occupati sono scesi di 33mila unità.La grande differenza nell’impatto di questa crisi sul mercato del lavoro è che la diminuzione dell’occupazione si accompagna con una riduzione della disoccupazione: sono oltre 4mila in meno i disoccupati nel capoluogo lombardo, con una conseguente discesa del tasso di disoccupazione al 5,7% (dal 5,9% nel 2019). Diminuzione degli occupati e al contempo dei disoccupati sono solo apparentemente in contraddizione: questo avviene quando aumentano gli inattivi, quasi 50mila in più nel 2020 che scoraggiati rinunciano a cercare una nuova occupazione. Nel 2009, invece, la perdita di occupazione si era quasi totalmente tradotta in disoccupazione.Il clima di incertezza, le chiusure, la limitata attività di molti settori produttivi, maggiori carichi familiari, limitazioni agli spostamenti e, in generale, tutte le difficoltà emerse nel corso della pandemia hanno sicuramente alimentato una spirale di sfiducia nel mercato del lavoro e ingrossato le fila di quanti, dopo aver perso un impiego, hanno rinunciato a cercarne un altro.Inoltre, più in linea con le tendenze nazionali, l’impatto della perdita di occupazione a Milano avviene quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti (-19 mila). Ed è verosimile, tenuto conto del blocco dei licenziamenti e delle evidenze su base regionale e nazionale che anche a Milano i più colpiti siano stati i rapporti di lavoro a termine, a causa del fermo prolungato delle attività causato dalla pandemia.Stringendo lo sguardo sui settori, la maggiore perdita occupazionale si concentra nei comparti che hanno riscontrato le maggiori flessioni in termini di fatturato e attività: quasi -18mila occupati nel commercio, alberghi e ristoranti e -9mila circa nei servizi.Al contrario, aumentano i lavoratori nell’industria (+4mila) e nel settore residuale che include logistica, costruzioni e agricoltura (+3mila).Particolarmente colpiti dalla crisi Covid sono i giovani: nella media del 2020 il tasso di occupazione tra i 15 e i 24 anni scende al 18,9% (dal 21,4% nel 2019) e in parallelo il tasso di disoccupazione giovanile sale al 22,0% (dal 18,1%), invertendo bruscamente la progressiva diminuzione dal picco del 34,1% toccato nel 2014. Un anno di pandemia restituisce dunque per Milano la fotografia di un mercato del lavoro condizionato dalle conseguenze dello shock registrato dal sistema economico, con più penalizzati i lavoratori a tempo determinato, i giovani e i settori del commercio, degli alberghi e della ristorazione, e con ricadute sul piano della tenuta sociale da monitorare con attenzione.
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Gli ultimi dati sulla disoccupazione diffusi dall’Istat preoccupano tutti
Posted by fidest press agency su giovedì, 11 febbraio 2021
E’ evidente come sia necessario mettere in contatto la domanda con l’offerta di lavoro, che pure c’è e va supportata. Serve, in particolare, trovare il dipendente giusto considerando non solo l’esperienza ma anche la personalità. Secondo un’analisi di Jobtech, prima agenzia per il lavoro digitale, a fasce d’età diverse corrispondono attitudini e peculiarità più marcate: mentre i Millennials sono più metodici e amanti del lavoro in team, i più giovani, nella cosiddetta Generazione Z, si rivelano più flessibili ma insicuri sul lavoro. L’indagine, condotta su 1000 profili in ricerca attiva di lavoro in Italia, ha permesso di scoprire che l’inserimento di una risorsa della Generazione Z garantisce una maggior flessibilità oraria e di attività, ma espone potenzialmente ad una maggiore insicurezza nel prendere decisioni, soprattutto a fronte di responsabilità. I Millennials, dal canto loro, sono più propensi a mantenere un clima positivo sul posto di lavoro e preferiscono uno stile lavorativo più metodico ed organizzato rispetto agli altri. La Generazione X offre una maggior stabilità emotiva sul luogo di lavoro e ottime capacità organizzative, che vengono richieste da parte dei candidati anche alle aziende a cui si offrono. (By Vittoria Giannuzzi)
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Covid, disoccupazione giovanile in rialzo
Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 gennaio 2021
Stando a un rapporto Istat pubblicato il luglio scorso, l’Italia è il terzo peggior Paese europeo per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. Guardando ai dati del 2019 si scopre infatti che in Europa la media della disoccupazione giovanile, tenendo in considerazione i giovani tra i 15 e i 29 anni, è del 12,5%; in Italia questa percentuale è del 22,2%, con punte del 53,6% in Sicilia e in Campania. “La situazione di partenza non era rosea per i giovani italiani, ed è peggiorata ulteriormente con la pandemia sanitaria” spiega Carola Adami, co-fondatrice di Adami & Associati, società italiana di head hunting che offre anche servizi di CV writing e di consulenza alla carriera. “Se il tasso di disoccupazione negli ultimi mesi è risultato stabile, va sottolineato che quello relativo alla disoccupazione giovanile è invece cresciuto, arrivando al 30,3% in base alle ultime rilevazioni”.Sono quindi tantissimi i giovani in cerca di lavoro.Molto seguita sui social la Adami & Associati è tra le realtà più importanti a livello nazionale non solo per la selezione dei talenti, ma anche per la consulenza alla carriera e per il servizio di ottimizzazione di curriculum vitae e profilo LinkedIn.A frenare le persone in cerca di lavoro è quindi molto spesso non la mancanza di competenze o di esperienze professionali, quanto invece la poca efficacia degli strumenti con i quali ci si candida presso le aziende: l’importanza della prima impressione, data dal curriculum vitae, non va mai sottovalutata.
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Il tasso di disoccupazione ad Agosto scende al 9,7%
Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 ottobre 2020
A rilevarlo è oggi l’Istat, che sottolinea però che la diminuzione delle persone in cerca di lavoro su luglio è pari a 23 mila unità e riguarda donne e ultra venticinquenni.Sale, invece, il tasso di disoccupazione giovanile, che si porta al 32,1%.Questo andamento mostra le criticità emerse durante e dopo il lockdown sul piano del lavoro: non è un caso se proprio le donne hanno smesso in larga misura la ricerca di occupazione.Questa analisi richiama l’attenzione sulla necessità e l’urgenza di un’azione decisa per rilanciare l’economia, l’occupazione, ma anche per rendere più eque e accessibili le modalità di lavoro. Gli andamenti riscontrati in questi mesi descrivono una condizione di grave sofferenza in cui versano le famiglie e l’intera economia, a cui è necessario rispondere con rapidità e determinazione.La crisi determinata dalla pandemia configura un grave scenario di ingiustizia sociale, ripercuotendosi in misura maggiore sulle famiglie meno abbienti, deve essere affrontata con provvedimenti efficaci.A tale proposito, oltre ad investire in ricerca, innovazione e sviluppo, è più che mai necessario sfruttare tutte le possibilità messe in campo a livello europeo, nonché per dare nuove prospettive di crescita al Paese.
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Lavoro: disoccupazione al 9,7%
Posted by fidest press agency su martedì, 8 settembre 2020
Sono appena stati diffusi i dati Istat sul tasso di disoccupazione, che nel mese di luglio sale al 9,7%. Il dato è in aumento del +0,5% rispetto al mese scorso e del +0,1% rispetto a luglio 2019. I disoccupati aumentano del 5,8%. La situazione appare ancora più grave se si considera che la disoccupazione giovanile raggiunge quota 31,1%, con un incremento del +3,2% su base annua.Si tratta dell’ennesima rilevazione negativa di queste settimane, che va ad aggiungersi ai drammatici dati sul PIL pubblicati ieri dall’Istituto di Statistica.Gli andamenti riscontrati in questi mesi descrivono una condizione di grave sofferenza in cui versa la nostra economia, a cui è necessario rispondere con rapidità e determinazione.La crisi determinata dalla pandemia configura un grave scenario di ingiustizia sociale, ripercuotendosi in misura maggiore sulle famiglie meno abbienti, deve essere affrontata con provvedimenti efficaci. A tale proposito, oltre ad investire in ricerca, innovazione e sviluppo, è più che mai urgente concretizzare in tempi brevi tutti i progetti e le iniziative già finanziati e che tuttavia non sono ancora operativi. A ciò si aggiunge la necessità di ristrutturare l’intero sistema economico dando nuovo slancio all’occupazione, contrastando le disuguaglianze, ricostruendo un sistema sanitario pubblico, universalistico e inclusivo e definendo politiche redistributive.
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Istat: disoccupazione all’8,8%. Quella giovanile al 27,6%
Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 agosto 2020
Il tasso di disoccupazione a luglio si riporta a quota 8,8%, con un aumento del +0,6% rispetto a maggio.Torna a crescere in maniera preoccupante la disoccupazione giovanile, che aumenta al 27,6% con un rialzo di +1,9 punti rispetto al mese precedente.A perdere il lavoro sono soprattutto le donne, penalizzate durante la fase del lockdown che ha messo in evidenza il profondo gender gap esistente nel nostro Paese, in ambito lavorativo e no. Diminuiscono anche i posti fissi.Una crescita allarmante e grave, specialmente se si considera che i dati odierni, diffusi dall’Istat, sono ancora falsati dalle misure adottate dal legislatore che, con il decreto Rilancio ha esteso il divieto dei licenziamenti collettivi e per giustificato motivo oggettivo per un totale di 5 mesi, prorogando quindi al 17 agosto la scadenza inizialmente prevista dal Cura Italia al 17 maggio. La situazione è già difficile e drammatica oggi, non osiamo immaginare cosa potrà avvenire alla scadenza di tale provvedimento.
Per questo si rende sempre più urgente e vitale disporre con urgenza misure concrete che diano risposte ai cittadini in termini reddituali e occupazionali.Far fronte alla crisi determinata dal Covid-19 significa aiutare l’intero sistema economico a reggere i contraccolpi del lockdown, dei cambiamenti avvenuti nei mercati internazionali, in quelli finanziari e nella composizione della domanda, ma significa anche e soprattutto ridefinire l’intero sistema produttivo per renderlo capace di affrontare le sfide poste dalla nuova fase storica che ci troviamo ad affrontare. In questi termini è impensabile non sfruttare e ricorrere a tutte le risorse necessarie per far ripartire il Paese, Mes compreso: impiegare i 36 miliardi per costruire un nuovo sistema sanitario universalistico, inclusivo e pubblico, operazione che va fatta a prescindere dal ricorso a tale strumento, significherebbe poter destinare maggiori fondi all’avvio di investimenti urgenti per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo. Investimenti indispensabili per dare nuove prospettive al Paese e alle famiglie, a cui vanno garantite politiche redistributive, di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze.
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Lavoro: disoccupazione ferma al 9,7%, in aumento quella giovanile
Posted by fidest press agency su lunedì, 13 gennaio 2020
L’Istat ha pubblicato i dati relativi alla disoccupazione a novembre, che resta stabile al 9,7%.La disoccupazione giovanile risale, invece, al 28,6%.Un andamento che sottolinea, ancora una volta, le necessità di interventi più incisivi e decisi in direzione di un rilancio dell’occupazione nel nostro Paese, attraverso lo stanziamento di investimenti necessari per la crescita, lo sviluppo tecnologico, la ricerca e la modernizzazione delle infrastrutture.Il Paese si trova ancora in una fase di incertezza che deve essere superata assumendo scelte coraggiose, che diano uno slancio decisivo all’economia. Scelte di cui, purtroppo, ancora non si vede traccia.Il bonus per le famiglie e il taglio del cuneo fiscale, seppur ancora insufficiente, sono solo i primi passi per rilanciare il potere di acquisto delle famiglie, presupposto indispensabile per determinare una ripresa della domanda interna e, per questa via, della produzione.Tutto ciò si rende ancora più necessario alla luce dei costi stimati in aumento nel 2020 (il nostro Osservatorio ha previsto una stangata di +630,65 Euro).“Se veramente si vuole imprimere una svolta a tale andamento e proiettare il Paese verso la crescita, quel che serve è un piano straordinario per creare nuova occupazione stabile e di qualità e gettare così le basi salde per la ripresa economica.” – afferma Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori.
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Lavoro: la disoccupazione torna a crescere
Posted by fidest press agency su domenica, 1 settembre 2019
Nella situazione di incertezza che caratterizza l’attuale fase politica del Paese il calo della disoccupazione registrato dall’Istat non rappresenta certo un segnale rassicurante.
Nel dettaglio il tasso di disoccupazione sale al 9,9%, con un aumento del +0,1% rispetto al mese scorso, quando si cantava prematuramente vittoria per il tasso più basso dal 2012.
Anche la disoccupazione giovanile torna a crescere, salendo al 28,9%, con un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto a luglio.Questi dati dimostrano come l’Italia stia attraversando un momento delicato e critico, che richiede la massima responsabilità da parte delle forze politiche e scelte coraggiose in direzione di un rilancio dell’economia.“È giunto il momento di stanziare gli investimenti necessari per la crescita, lo sviluppo tecnologico, la ricerca e la modernizzazione delle infrastrutture, che diano uno slancio decisivo all’economia.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori. – “Allo stesso tempo, soprattutto alla luce delle recenti tendenze registrate nel mercato del lavoro, si rende sempre più urgente un intervento per il taglio del cuneo fiscale, per creare nuova occupazione stabile e di qualità e gettare basi stabili per la ripresa economica.”
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Istat: a maggio disoccupazione giovani giù al 30,5%
Posted by fidest press agency su lunedì, 1 luglio 2019
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, a maggio il tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) scende al 30,5%, in calo di 0,7 punti rispetto al mese precedente.”Dati indubbiamente positivi! Anche se la disoccupazione giovanile resta a livelli imbarazzanti, sopra il 30%, una soglia non degna di un Paese civile, si registra un miglioramento sia su base mensile che annuale” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Il fatto, poi, che il tasso di disoccupazione cali sotto la doppia cifra, attestandosi al 9,9%, per quanto sia più un traguardo psicologico che altro, è certo una buona notizia” conclude Dona.”L’unico rischio è che si tratti di dati contingenti, occasionali, visto che non ci pare che la riduzione della disoccupazione dipenda da un rialzo significativo della produzione industriale, scesa in aprile dello 0,7% su base mensile e dell’1,5% su base annua o delle vendite al dettaglio. Vedremo, quindi, nei prossimi mesi se siamo di fronte ad una vera inversione di tendenza oppure no” conclude Dona.
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Istat: tasso disoccupazione aprile stabile al 10,2%
Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2019
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, il tasso di disoccupazione ad aprile rimane stabile al 10,2%.”Nessun miglioramento! Ma stabilità, in questo caso, significa che non si fanno passi avanti. Ci preoccupa, poi, il rialzo mensile della disoccupazione giovanile che si attesta al 31,4%, salendo in un solo mese di 0,8 punti percentuali, pur restando sotto ai picchi del 2014. Infine, gli occupati a termine salgono rispetto a marzo dello 0,4%, contro il +0,1% dei permanenti, ossia di quelli che avrebbero dovuto beneficiare delle modifiche legislative introdotte dal Governo Conte” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Il problema è che le riforme del lavoro servono a poco fino a che la domanda ristagna. Il Governo deve rilanciare la capacità di spesa del ceto medio. Fino a che i consumi restano al palo, le imprese non vendono ed il tasso di disoccupazione resta ancora a livelli troppo alti” conclude Dona.
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Dalla disoccupazione allo scoraggiamento
Posted by fidest press agency su venerdì, 31 agosto 2018
Al primo trimestre 2018, le persone inattive che ritengono di non riuscire a trovare lavoro e quindi non lo cercano – gli scoraggiati – in Italia sono 1.489.000 (dati Istat). Come il lavoro è una parte essenziale dell’identità e del ruolo sociale, così, in modo complementare, la disoccupazione agisce profondamente sulla vita delle persone, colpendone non solo la dimensione professionale ma anche quella psicologica ed esistenziale. Dalla disoccupazione si rischia di scivolare in una condizione di scoraggiamento, in una spirale negativa che porta alla perdita di speranza e motivazione che rende ancora più difficile il rientro nel mondo del lavoro. L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna vuole suonare un campanello di allarme perché, con la consapevolezza e gli interventi mirati, si spezzi il circolo vizioso. (fonte: Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna)
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Disoccupazione: dati Istat falsati?
Posted by fidest press agency su lunedì, 15 Maggio 2017
“Il Governo deve prendere atto di quanto emerso dalle verifiche della BCE. L’emergenza lavoro in Italia è più grave di quanto dicono i dati Istat poiché basati su inadeguati calcoli statistici. Addirittura è sufficiente aver lavorato un’ora in una settimana per essere registrati tra gli occupati ai fini del calcolo del tasso di disoccupazione. Non si tiene inoltre conto di quanti hanno smesso di cercare un lavoro perché demoralizzati dall’assenza di domanda e del gran numero di “sottoccupati” che non per scelta lavora part-time. Ho presentato un’ urgente interrogazione al Ministro Poletti per sollecitare serie politiche del lavoro di contrasto in particolare alla disoccupazione giovanile, che negli anni ha continuato a crescere mettendo in luce un peggioramento strutturale che diventa sempre più difficile da curare ”. E’ quanto dichiara il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Walter Rizzetto, vicepresidente della commissione Lavoro.
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Presentazione del volume: “Senza lavoro La disoccupazione in Italia dall’Unità a oggi”
Posted by fidest press agency su giovedì, 27 aprile 2017
Roma Venerdì 28 Aprile 2017, ore 11:00 Dipartimento di Scienze della Formazione, Aula 4 Via Principe Amedeo 184 Presentazione del volume Senza lavoro. La disoccupazione in Italia dall’Unità a oggi, Laterza, 2016 di Manfredi Alberti. Interverranno Carlo Felice Casula, Rocco Marcello Postiglione Modererà Luca Tedesco.
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Disoccupazione giovanile: I 5 consigli per trovare lavoro nel 2017 nonostante le difficoltà
Posted by fidest press agency su sabato, 4 febbraio 2017
“L’era del tutto è dovuto non esiste più, né quella del posto fisso – spiega Chiara Grosso, presidente e CEO di FourStars, società accreditata dal Ministero del Lavoro e specializzata nei tirocini formativi – Possiamo vedere però questa situazione in positivo, come opportunità per fare esperienze diverse, mettersi in gioco, non avere paura di perdere un lavoro e trovarne un altro, potendosi reinventare senza timore. Per fare questo in primis consiglio di potenziare la conoscenza delle lingue straniere. Essere in grado di parlare in inglese in maniera fluente è davvero fondamentale, ma è altresì importante avere la capacità di parlare una terza lingua. Molto importante è anche cominciare a svolgere degli stage sin dal primo anno di università, per presentarsi ai futuri colloqui con un background lavorativo già solido e appetibile agli occhi dei recruiter”.Ma tutto questo non basta, servono anche altre qualità ed esperienze per avere maggiori probabilità di trovare lavoro nel corso del 2017: “Sarà importante anche lavorare su se stessi, concentrandosi su alcune delle soft skills più importanti come l’adattabilità, la capacità relazionale e la flessibilità, che faciliteranno non di poco l’ingresso nel mondo del lavoro. Altro aspetto fondamentale sono le esperienze all’estero, vissuti in grado di arricchire moltissimo il bagaglio culturale e lavorativo del candidato, ad esempio in paesi come gli USA, la Cina e la Gran Bretagna. L’ultimo dei miei 5 consigli, che mi sento di dare ai giovani per trovare lavoro nel 2017, è un motto: esigere, ma non pretendere – conclude Chiara Grosso – Una buona filosofia di vita per centrare gli obbiettivi che si sono prefissati per il loro futuro”. (foto: chiara grosso)
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Lavoro: disoccupazione giovanile risale al 39,4%
Posted by fidest press agency su lunedì, 9 gennaio 2017
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, nel mese di novembre aumentano i disoccupati (+5,7%, pari a +165 mila) rispetto ad un anno prima. Sale anche il tasso di disoccupazione giovanile, che in un solo mese registra un balzo di 1,8 punti percentuali, attestandosi al 39,4 per cento. “Questi dati dimostrano che nessuna riforma del lavoro può funzionare fino a che i consumi restano al palo e questo per la semplice ragione che fino a che le famiglie non acquistano, le imprese non vendono e non necessitano, quindi, di lavoratori aggiuntivi” sostiene Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “E’ evidente, quindi, che fino a che i consumi delle famiglie salgono dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1,2% su base annua, non si va da nessuna parte. Semmai ripartono a funzionare gli impianti ed i lavoratori già occupati smettono di restare con le braccia incrociate” conclude Dona.
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Disoccupazione: il governo gioca con la verità
Posted by fidest press agency su venerdì, 2 settembre 2016
Il governo, con la complicità dei principali mezzi di informazione, continua ad utilizzare i numeri sulla disoccupazione in modo distorto e propagandistico. Infatti, – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – i dati sull’aumento della forza lavoro (+0,3% rispetto al mese di giugno) in realtà sono relativi in gran parte a regolarizzazioni di rapporti di lavoro già esistenti e non, come invece vorrebbe far credere l’esecutivo, al formarsi di nuovi impieghi. In tutta questa storia – continua Tiso – gli unici numeri autentici sono quelli relativi alla crescita della disoccupazione giovanile (ora al 39,2%).
Come Confeuro – conclude Tiso – chiediamo ancora una volta, e a gran voce, un piano nazionale contro la disoccupazione che abbia al centro lo sviluppo delle potenzialità del mondo agricolo. Solo in questo modo infatti, puntando sulle eccellenze italiane, sarà possibile dare un futuro ai giovani del Bel Paese.
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I cittadini europei per più azioni Ue contro terrorismo, disoccupazione ed evasione fiscale
Posted by fidest press agency su lunedì, 4 luglio 2016
Un maggior interventismo dell’Unione europea in materia di lotta al terrorismo, contrasto alla disoccupazione ed evasione fiscale, ma anche un Unione europea che faccia di più per risolvere la crisi dei migranti, per proteggere le proprie frontiere esterne e per la tutela dell’ambiente.Queste le risposte degli intervistati in un sondaggio speciale dell’Eurobarometro pubblicato oggi dal Parlamento Europeo. Ai cittadini è stato chiesto se fossero favorevoli o contrari a nuovi interventi da parte dell’UE in quindici aree tematiche Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 27969 cittadini europei intervistati tra il 9 e il 19 aprile 2016 (1033 i cittadini italiani coinvolti). Il campione è stato designato in maniera tale da essere rappresentativo del totale della popolazione europea.
In Europa
Per tredici delle 15 aree tematiche prese in esame, i cittadini europei vogliono un’Unione europea più attiva (gli italiani chiedono più azioni da parte dell’Ue in tutte le quindici aree).Secondo il campione che ha preso parte al sondaggio, le priorità in questo momento sono la lotta al terrorismo (82%) e il contrasto alla disoccupazione (77%). Il 40% dei cittadini europei crede che il rischio di nuovi attacchi terroristici sia alto.Le tre misure proposte dal Parlamento Europeo che gli intervistati ritengono più urgenti sono la prevenzione dei finanziamenti a organizzazioni terroristiche (42% del campione), gli atti volti a estirpare le radici del terrorismo e della radicalizzazione (41%) e a rafforzare i controlli lungo le frontiere esterne dell’Unione (39%).Inoltre, il 75% del campione si è espresso in maniera favorevole nei confronti della possibilità di maggiori azioni UE nel campo dell’evasione fiscale. Il 74% degli intervistati ha detto lo stesso per quanto riguarda l’immigrazione, il 71% per la protezione delle frontiere esterne e il 67% per la protezione ambientale.Tre cittadini europei su quattro (il 75%) hanno inoltre dichiarato che quello che li unisce è più importante di quello che li divide.
In Italia
Per gli italiani, la lotta al terrorismo e alla disoccupazione vengono giudicate di pari importanza: in entrambi i casi, l’88% degli intervistati dichiara di volere un maggiore intervento da parte dell’UE.In un momento in cui l’immigrazione rimane un tema al centro del dibattito europeo, l’85% degli italiani esprime un parere favorevole a che l’Ue faccia di più in materia. Pareri simili anche per quanto riguarda l’evasione fiscale (79%) e la protezione delle frontiere esterne (78%).La nostra infografica interattiva permette di consultare i risultati del sondaggio per area tematica, o per Stato Membro.
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Disoccupazione giovanile
Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 aprile 2016
Con un quarto dei ragazzi al mondo senza lavoro – tra i rischi presi in considerazione dal Global Opportunity Report 2016 – la disoccupazione giovanile è quello che preoccupa di più, offrendo al contempo le maggiori opportunità per il mercato. È quanto emerge dallo studio condotto a livello globale da DNV GL, dal Global Compact delle Nazioni Unite e da Monday Morning.
L’indagine – che ha coinvolto oltre 5.500 rappresentanti del mondo delle aziende, del governo e della società civile – prende in esame alcuni dei rischi più pressanti di oggi con l’obiettivo di evidenziare le opportunità di business ad essi correlate, nel rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite.
Tra i rischi analizzati, la disoccupazione giovanile (42%) si posiziona in cima alla lista, precedendo quelli legati all’accelerazione delle emissioni dai trasporti (21%), la crisi mondiale del cibo (14%), la resistenza ai farmaci salvavita (15%) e la perdita della biodiversità degli oceani (8%).
Non sorprende, visto che i giovani che oggi non stanno né studiando, né lavorando sono 75 milioni. I tassi di disoccupazione hanno raggiunto valori allarmanti, soprattutto in Medio Oriente (27%) e Nord Africa (28%) e la situazione europea, con punte oltre il 20%, certo non rincuora. Luca Crisciotti, CEO di DNV GL – Business Assurance, ha commentato: “Le cause di questa situazione non vanno ricercate solo nella recessione economica. Siamo di fronte a un nuovo mondo del lavoro caratterizzato da incertezza, crescente robotizzazione, rapidi cambiamenti e tassi di disoccupazione che rimangono alti anche quando l’economia cresce. È necessario ripensare modelli e sistemi, anche per le aziende, che altrimenti perderanno una generazione di consumatori”.
Seppur possa sembrare un paradosso, la disoccupazione giovanile porta con sé opportunità di mercato che aspettano di essere colte: dall’incubazione dell’imprenditoria giovanile, allo sviluppo del mercato del lavoro digitale, al coordinamento di domanda e offerta.
Incubare l’imprenditoria giovanile. Si stima che per ogni dollaro speso in favore di programmi a sostegno dell’imprenditoria giovanile, si generino 3 dollari a livello di gettito fiscale. Il rapporto è di 1:10, invece, se si considera che ogni dollaro messo a disposizione per i giovani imprenditori viene moltiplicato dieci volte nel fatturato del business in cui viene impiegato. Favorire l’imprenditoria giovanile, incubandola all’interno delle aziende stesse, non rappresenta solo un’opportunità per poter contare su nuove idee e per diversificare, ma una forma di investimento.
Mercato del lavoro digitale. L’83% dei datori di lavoro in Canada e Stati Uniti lamenta la mancanza di sviluppatori di software; mentre il giro d’affari dell’outsourcing per il 2016 sarà di 200 miliardi di dollari. Scommettere sul digitale per sviluppare piattaforme capaci di mettere in contatto talenti e richiesta di lavoro o delocalizzazione in aree svantaggiate è un’esigenza pressante.
Coordinare competenze e mercato. Nel 2020 mancheranno 40 milioni di lavoratori con istruzione terziaria, nelle economie in via di sviluppo ne mancheranno 45 milioni con istruzione secondaria e ci saranno 95 milioni di lavoratori con istruzione di base in più rispetto a quelli che servono. È evidente la necessità di puntare allo sviluppo di progetti di scouting e coordinamento, tutoring e formazione per un mercato che si prospetta dalle dimensioni immani. Il responso da parte dei partecipanti al sondaggio è unanime. Le aziende giocheranno un ruolo di primo piano per il cambiamento. Se in passato ci si aspettava che a rivoluzionare i sistemi fossero governi e politica, ora la prospettiva cambia. I cambiamenti arrivano dal basso, con aziende e rappresentanti della società civile come attori principali.
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