Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Posts Tagged ‘disservizi’

Roma. Al cimitero Flaminio bagni chiusi e cassonetti stracolmi

Posted by fidest press agency su giovedì, 3 novembre 2022

Sui cimiteri capitolini il 2 novembre sta passando con un degrado che regna sovrano. Si intravedono all’orizzonte appalti milionari su cui chiederemo trasparenza e professionalità perchè siamo stanchi delle speculazioni sui morti e sui loro cari. Ne discuteremo giovedi 3 novembre in aula Giulio Cesare prima chiedendo all’assessore Alfonsi e al sindaco Gualtieri cosa hanno fatto su questi temi dopo un anno di amministrazione e poi discutendo la delibera sulla polizia cimiteriale. Nel frattempo, Ama, per far fronte alla situazione di grave sotto organico del proprio personale, a cominciato ad assumere degli interratori-seppellitori anche oltre i vincitori di concorso. Alcuni subito sarebbero stati assegnati a servizio di polizia mortuaria, quindi non solo con una diversa mansione, ma per di più destinati a un servizio che risulterebbe essere appaltato ad una azienda esterna. Chiederemo conto in aula anche di questo perché ove tale circostanza dovesse essere accertata, è doveroso allora interrogarsi su quali siano le mansioni effettivamente assegnate a tale nuovo personale, con conseguente spreco di risorse pubbliche, reso ancora più grave dall’attuale momento di rilevante carenza di personale in AMA. Siamo fortemente preoccupati di queste modalità classiche di una sinistra e di un Pd già in campagna elettorale sulla pelle dei romani” lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio, che ha depositato un’interrogazione orale in discussione per il prossimo 3 novembre.

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I disservizi della rete stradale italiana

Posted by fidest press agency su martedì, 12 luglio 2022

L’estate prende campo e si intensificano così le occasioni per gli italiani di mettersi in viaggio. L’inchiesta sulla sicurezza stradale svolta da Altroconsumo ha raccolto la valutazione degli automobilisti riguardo alle strade che percorrono abitualmente. Dopo l’analisi sui comportamenti e abitudini dei cittadini alla guida pubblicata lo scorso marzo, sotto la lente in questo caso le condizioni delle strade urbane ed extraurbane, nonché delle autostrade del nostro Paese, che ogni giorno vengono percorse da milioni di persone. I guidatori hanno espresso il loro grado di soddisfazione sulle strade che percorrono in automobile. Gli aspetti che irritano maggiormente i rispondenti sono i ricorrenti lavori e il traffico presenti in autostrada, pessimo secondo gli automobilisti lo stato del manto stradale in città e nelle strade extraurbane.Nel mese di maggio l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha sanzionato Autostrade per l’Italia per non aver ridotto i pedaggi sulla rete, a fronte dei forti disagi: non si tratta della prima sanzione ad ASPI da parte dell’Autorità. A causa dei mancati interventi di manutenzione obbligatoria tra il 2009 e il 2018, Autostrade ha cercato di recuperare terreno in questi ultimi due anni con l’apertura di nuovi cantieri, aumentando in parallelo i prezzi dei pedaggi. Il risultato è che i costi dei transiti autostradali sono aumentati del 28%.Per questo motivo, già nel 2020 Altroconsumo ha provveduto a segnalare le gravi carenze nella manutenzione delle infrastrutture all’Antitrust, che poi nel 2021 ha imposto una sanzione da 5 milioni di euro ad Autostrade per i forti disagi causati alla viabilità. Dopo l’intervento dell’Autorità, l’Organizzazione ha deciso di avviare una class action nazionale per ottenere da Autostrade il risarcimento di parte dei pedaggi pagati dagli automobilisti negli ultimi 10 anni a fronte dei mancati investimenti, azione a cui hanno ad oggi preaderito 80.382 persone su altroconsumo.it. I giudizi peggiori sono rivolti alle strade provinciali e statali, il 54% si dice insoddisfatto, anche per le strade extraurbane l’aspetto più critico risulta la condizione del manto stradale, seguito dalla segnaletica insoddisfacente. L’indagine è stata svolta tra giugno e luglio 2021 su un campione di automobilisti di età compresa tra 18 e 74 anni.

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Bonus mobilità e disservizi per i rimborsi

Posted by fidest press agency su venerdì, 22 gennaio 2021

Nei giorni scorsi è stata avviata la nuova fase del Bonus Mobilità, in cui torna quindi per gli utenti la possibilità di chiedere il rimborso per l’acquisto biciclette, monopattini, segway, hoverboard e servizi per la mobilità condivisa. Peccato però che, così come accaduto nei mesi scorsi, il fantomatico “clickday” sul sito dedicato alle agevolazioni sia partito di nuovo all’insegna dei disservizi e delle ormai note interminabili code online. Anche stavolta la procedura prevede una “coda” virtuale, che tuttavia risulta così prolungata da impedire, almeno ad un numero consistente di utenti, l’accesso stesso al bonus. Molti cittadini hanno rilevato e continuano a riscontrare importanti problematiche, sia per i tempi di attesa che per i disservizi di natura tecnica: episodi che ci riportano a quanto già accaduto mesi fa e che appaiono quindi a dir poco paradossali proprio perché assolutamente prevedibili. Perché nelle scorse settimane il servizio non è stato potenziato, in modo da evitare i problemi già riscontrati? La domanda, almeno per ora, resta senza risposta.Il dato più preoccupante è costituito dal fatto che la vicenda del Bonus Mobilità non costituisce un caso isolato, anzi: in questi mesi si sono susseguiti numerosi blackout dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione, con disagi importanti – basti pensare al crash del sito INPS all’inizio di aprile o al recentissimo blocco del cashback di Stato – ulteriormente aggravati dalla attuale emergenza sanitaria. I risultati fallimentari ottenuti fino ad ora dimostrano che, evidentemente, è necessario rinunciare alla modalità del cosiddetto “clickday” per la presentazione di istanze e richieste di agevolazioni. “I malfunzionamenti e i blackout che si ripresentano dimostrano la necessità di potenziare i servizi digitali della Pubblica Amministrazione: in assenza di interventi strutturali e mirati, il cittadino si vede di fatto privato di tutti i vantaggi connessi ad un servizio online che dovrebbe appunto semplificare le procedure e consentire agli utenti di risparmiare tempo ed energie” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori.

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La compagnia telefonica deve risarcire i disservizi sull’utenza

Posted by fidest press agency su sabato, 22 febbraio 2020

Se la linea telefonica è malfunzionante non sempre la vincono le compagnie telefoniche, spesso restie a risarcire i danni subiti agli utenti conseguenti a causa delle loro condotte. Per la Cassazione con l’ordinanza 3996/20 depositata dalla terza sezione civile in data odierna, infatti, è possibile ottenere il ristoro dei pregiudizi subiti se ricorrono determinate condizioni in ossequio ad alcuni basilari principi di diritto civile. Nella fattispecie, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato da un colosso delle telecomunicazioni contro un’azienda che l’aveva citata per i danni patiti a causa dell’inadempimento del contratto di utenza stipulato, in quanto le linee telefoniche non funzionanti avevano creato non pochi disservizi e compromesso l’esercizio dell’attività aziendale. La compagnia telefonica era stata condannata dalla Corte d’Appello di Roma in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Velletri, a risarcire l’azienda. I giudici di legittimità nel rigettare le doglianze del ricorso in questione hanno ricordato che «in tema di prova dell’inadempimento di una obbligazione, il creditore che agisca per la risoluzione contrattuale, per il risarcimento del danno o per l’adempimento deve provare la fonte (negoziale o legale) del suo diritto e il relativo termine di scadenza, limitandosi poi ad allegare la circostanza dell’inadempimento della controparte, mentre al debitore convenuto spetta la prova del fatto estintivo dell’altrui pretesa, costituito dall’avvenuto adempimento, ed eguale criterio di riparto dell’onere della prova è applicabile quando è sollevata eccezione di inadempimento ai sensi dell’articolo 1460 Cc». Peraltro, rilevano gli ermellini che quando viene dedotto «l’inesatto adempimento dell’obbligazione, al creditore spetta la mera allegazione dell’inesattezza dell’adempimento, gravando ancora una volta sul debitore la prova dell’esatto adempimento, quale fatto estintivo della propria obbligazione». All’azienda telefonica non resta che risarcire il danno e pagare anche le spese legali. Un’ordinanza che in ossequio ai richiamati fondamentali principi civilistici, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, costituisce un altro importante precedente che riequilibra il rapporto tra utenti e società di telefonia, troppo spesso sbilanciato a favore di quest’ultime. Quindi, non bisogna temere di agire contro questi colossi quando sono inadempienti e causano danni risarcibili perché è possibile dimostrare in giudizio i loro comportamenti e quantificare i pregiudizi subiti in conseguenza di tali condotte. (Giovanni D’AGATA)

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Disagi gelo e Fs: E’ l’Italia, fratello…

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 febbraio 2018

Le Ferrovie dello Stato si scusano con gli utenti del loro servizio e promettono maggiore impegno per le prossime volte. Colpa -dicono- della sottovalutazione dell’importanza delle scaldiglie. E cosi’ ci consoliamo e siamo più sereni. Sono le stesse affermazioni che avevamo ascoltato nel 1956 (i nostri genitori), 1985 e 2012 (grandi e storiche nevicate), inframmezzate da altre di più modesta entità, ma di cui abbiamo tutti più o meno ricordi non molto edificanti.
Non ci saremmo aspettati niente di diverso. Alle Ferrovie sanno che l’arroganza tipo “dovevate starvene a casa” non paga, e quindi, in perfetto stile americano, ecco le scuse. Con una differenza non di poco conto: nel grande Paese oltreoceano quando vengono fatte le scuse, in genere seguono cambiamenti radicali ai vertici delle aziende colpevoli di un nefasto avvenimento. Non ci immaginiamo neanche lontanamente che nel ostro Paese possa accadere altrettanto. Noi, utenti, ovviamente non lo chiediamo, visto che si tratta di società per azioni private e non di Stato, e quindi non siamo azionisti delusi delle performance della società in cui abbiamo investito. Ma gli azionisti della spa Ferrovie, che ne pensano? Basta solo guadagnare o c’e’ un metodo civico di farlo? Ma che razza di discorsi facciamo… “metodo civico di guadagnare”… nel libero mercato ognuno fa come crede, spetta poi agli utenti decidere di premiare o meno il servizio… Ma c’e’ un MA,
maiuscolo: l’azionista unico di Ferrovie dello Stato spa e’ il ministero dell’Economia e delle Finanze, quindi noi italiani. Miracoli delle privatizzazioni e liberalizzazioni all’italiana. Non solo. Ma il servizio di questa spa e’ pressocche’ monopolista in quasi tutte le zone del Paese. Quindi: noi contribuenti italiani siamo azionisti di una societa’ privata, ma non abbiamo nessun potere di dire la nostra come azionisti. Almeno, se non fosse una spa privata, ma direttamente dello Stato, avremmo potuto dire la nostra come cittadini. Ma non e’ cosi’.
Dovrebbe essere percio’ l’azionista unico di Fs a prendere provvedimenti sul management e sui dirigenti per evitare il cattivo servizio e il cattivo uso dei propri soldi. Siamo sicuri che non lo fara’.Alle prossime scuse. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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Roma: Ancora disservizi idrici

Posted by fidest press agency su sabato, 2 settembre 2017

aceaAncora famiglie costrette per giornate intere senza acqua. Come se non bastasse, ora Acea annuncia un piano di riduzione delle pressioni della rete idrica nelle ore notturne nei Comuni di Roma e Fiumicino per combattere l’emergenza siccità.La situazione climatica, quest’estate, è stata assolutamente critica. La prolungata siccità, che sembra non avere fine, unita a una a dir poco inefficiente gestione dell’acqua, ha creato una lunga serie di disagi con cui i cittadini continuano a fare i conti.
Qual è la responsabilità di Acea in questa emergenza idrica? E’ evidente che la straordinaria siccità ha avuto un ruolo predominante, ma l’azienda che avrebbe dovuto effettuare una serie di interventi volti ad aumentare la propria disponibilità d’acqua, ha gestito nel peggiore dei modi le risorse idriche. Immani perdite e continui guasti, camuffati con inutili tentativi di “rattoppo” e, soprattutto, migliaia di segnalazioni di cittadini accuratamente ignorate dall’azienda che continua a non prendersi le proprie responsabilità, nascondendosi dietro un dito. A giugno, le Associazioni Consumatori chiedevano all’amministratore delegato di Acea, Lanzalote, un incontro urgente in vista della particolare situazione climatica e delle più che probabili criticità.Incontro mai avvenuto a causa del rifiuto dell’amministratore che ha preferito rimandare in quanto, a suo dire, non aveva ancora chiaro il punto della situazione. Codici avrebbe voluto presentare un documento tecnico con le proposte per la valorizzazione e l’efficientamento dell’azienda, considerata la nostra presenza storica sul territorio e in virtù del rapporto privilegiato con i consumatori, grazie al quale siamo perfettamente a conoscenza dei punti deboli e delle criticità di una gestione che troppo spesso ha causato, e continua a farlo, ingenti danni ai cittadini. Alla vigilia del cambio ai vertici dell’azienda, con la chiusura definitiva della stagione Irace- Tomasetti, Codici auspicava la costruzione di un nuovo Cda basato su trasparenza innovazione e partecipazione. Speravamo che la scelta ricadesse su esperti del settore e persone che conoscessero a fondo le problematiche della città. Invece così non è stato e in questo il Comune, proprietario dell’azienda, è assolutamente responsabile. La situazione di Acea è nota a tutti e da sempre. Si tratta di un problema risaputo e strutturale che riguarda, da anni, soprattutto le zone periferiche e di provincia, ma che soltanto ora, riguardando direttamente la città di Roma, pare aver assunto il giusto peso che merita. Nelle zone del basso Lazio la chiusura notturna delle rete idrica è prassi aziendale consolidata da sempre, interi comuni senza acqua, anche per molti giorni, e nessuno a vigilare sulla situazione. L’autorità (AEEGSI) avrebbe dovuto vigilare e tenere strettamente sotto controllo la gestione dell’azienda idrica, piuttosto che eseguire provvedimenti a suo favore.
Bisogna chiarire di chi sono le responsabilità di questo disastro.
Codici annuncia esposto alla Procura, chiamando in causa Acea, ATO, Comune di Roma, Autorità per l’energia e Regione Lazio. E’ necessario dare delle risposte a tutti i consumatori costretti da tempo a subire disagi immani, affinché situazioni del genere siano, in futuro, scongiurate.

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Codici e Aeci avvieranno una campagna contro i disservizi causati da Acea ai cittadini

Posted by fidest press agency su venerdì, 25 agosto 2017

aceaRoma Alla luce della “crisi idrica” a Roma e dintorni, che per alcuni è apparsa tale per altri invece non esiste, né sussiste, Codici si chiede perché si sia arrivati a questa situazione emergenziale, soprattutto alla luce del piano di investimenti idrico che la municipalizzata di settore, ovvero Acea, avrebbe dovuto fare. Il Gruppo gestisce il servizio idrico integrato a Roma e Frosinone e nelle rispettive province ed è presente in altre aree del Lazio, in Toscana, Umbria e Campania.
Gli investimenti nel 2016 sono stati pari a 230,4 milioni di euro (+ 12,7% rispetto al 2015), ma qualora volessimo sapere se sono stati fatti e come sono stati ripartiti nel dettaglio, ebbene dovremmo inoltrare una richiesta formale di accesso agli atti, come faremo.
Infatti sul sito della Segreteria tecnico operativa ATO 2 ad esempio, sono riportati gli investimenti (fino al 2011), ma relativi a macroaree come: depurazione, reti idriche, nuovi allacci idrici, senza che venga specificato il Comune, il Municipio all’interno del Comune, il tipo di intervento nel dettaglio, insomma è molto generico per non dire fumoso. Dunque, siccome gli investimenti vengono remunerati in tariffa sia che vengano effettivamente fatti o meno, e quindi il solito bancomat, ovvero il consumatore paga per questo senza poi usufruire di un servizio degno di questo nome, Codici chiede di sapere se e dove sono stati fatti gli investimenti da Acea. Anche perché, se a Roma ci troviamo in questa situazione disastrosa con tubature colabrodo e una dispersione della rete idrica che arriva fino al 44%, superando più del doppio la percentuale consentita, significa che gli investimenti non sono stati fatti o sono stati fatti in modo da tamponare, senza alcuna visione di lungo periodo, come invece dovrebbe essere quella di un piano di investimenti sul settore idrico.

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La burocrazia e l’arroganza ci ammazzano. Casi fiorentini e non solo

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 dicembre 2016

buche firenzeOgni giorno ci sono i nostri amministratori che ci rassicurano sul loro operato e il loro impegno per farci vivere meglio. E noi ci stiamo molto attenti, anche perche’ sono le apparenti piccole cose del nostro quotidiano che ci fanno capire bonta’ e onesta’ di chi abbiamo scelto perche’ ci amministri. Oggi vogliamo portare, al di la’ dei confini della specifica citta’, un fatto che sta accadendo a Firenze: un concentrato di inezia, burocrazia e ignoranza, dove l’amministratore locale non ci pensa proprio a riconoscere il proprio torto, e quindi ristabilire il rapporto di fiducia coi suoi amministrati, ma insiste nel far finta che il problema non esista, che e’ marginale, che “lui ha cose piu’ importanti a cui pensare”, e bla bla… insomma un concentrato di mala-amministrazione.
Nei giorni scorsi nella citta’ di Firenze aveva fatto notizia una transenna che erano tre anni che era in piazza Pitti per arginare l’accesso a delle pietre sconnesse, e dopo la piccola buriana mediatica, grazie al direttore della Galleria degli Uffizi i lavori di sistemazione di queste pietre e’ cominciato e dovrebbero durare pochi giorni. Meglio tardi che mai? No, questa filosofia non ci appartiene. Aspettiamo che paghi il responsabile (ammesso che, nei meandri della burocrazia esista la possibilita’ di individuarlo.. ne dubitiamo, ma denunciamo lo stesso questa schifezza!).
Ma come se non bastasse, ecco un altro caso simile: un cartello di pericolo che da due anni (2 ANNI!!!) avvisa di stare attenti. Anche questo cartello e’ in una strada gioiello della citta’, Borgo San Lorenzo, che congiunge l’omonima piazza con altrettanta piazza del Duomo, una strada che chiunque sia stato a Firenze ci sara’ passato per forza. Ovviamente l’assessore fa sapere che i lavori cominceranno a breve, mentre la societa’ partecipata (Sas) a cui e’ stato demandato il posizionamento del cartello dice che non e’ compito suo levarlo se i lavori non sono ultimati, perche’ se il cartello costituisce un pericolo spetta ai vigili valutarlo e non a loro.
Insomma, nessuno e’ responsabile di niente, ed e’ -eventualmente- sempre colpa di quell’altro. Il gioco e’ a tre: Comune/assessorato, Sas e vigili… e non sappiamo se le azioni di questi tre, per essere tali, abbiano bisogno di un qualche coordinamento con altre istituzioni e societa’ partecipate coinvolte che ne diano assenso… Noi siamo consapevoli che si possa sbagliare, ma quando qualcuno te lo fa notare, decenza civica e amministrativa vorrebbe che si intervenisse subito, soprattutto scusandosi con gli amministrati… ma questo e’ roba da Pianeta di altra Galassia di utopie fantascientifiche e fantapolitiche, probabilmente. Casi fiorentini che e’ bene che ognuno si stampi nella sua mente e se li ricordi. Temiamo che non saranno gli ultimi, e non solo a Firenze.(Vincenzo Donvito, presidente Aduc) (n.r. E’ un aspetto che contagia molte città. Potrei citare Roma tra le tante  grandi e piccole del nostro Paese dove gli esempi segnalati a Firenze sono diventati una costante e costringono i romani a vivere male mentre si potrebbe, con qualche accorgimento, legato alla tempestività dell’intervento, rendere la nostra esistenza meno tribolata. Faccio un solo esempio tra i tanti che ho annotato e mi riferisco ai lavori iniziati sei anni fa lungo la via Tiburtina nel pressi dell’omonima stazione e che non sembrano finire a breve. Per non parlare dell’attigua strada che dal ponte Portonaccio porta alla stazione chiusa da sette mesi per lavori ma di lavori non se ne vede l’ombra. Non sono mancate le proteste, i capannelli di cittadini arrabbiati ma come si dice? Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e alla fine subentra non solo al rassegnazione ma la sfiducia per i nostri amministratori che sembrano messi al loro posto per indispettirci e provocarci sempre di più.)

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Estate 2015: di cosa si lamentano i turisti?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 16 settembre 2015

“Soggiorni rovinati da una serie di disservizi, problemi con i trasporti e l’autonoleggio, ma soprattutto il dilagare di vacanze-truffa: sono questi i casi più frequenti giunti allo sportello Turismo http://www.consumatori.it/sportello-turismo-viaggi/ della nostra associazione nel periodo estivo”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), facendo un primo bilancio dei reclami turistici giunti agli sportelli dell’associazione.
“Potremmo dividere i reclami sulle vacanze in tre grandi gruppi -spiega Dona- il 56% riguarda le vacanze rovinate, il 30% riguarda i trasporti e il 14% problemi con l’autonoleggio (vedi tab. 1)”.
Andando nello specifico, per quanto riguarda la casistica di vacanza rovinata (tab.2), quest’anno riscontriamo un boom di segnalazioni relative alle smartbox e in particolare RegalONE e Movebox. Il 38% delle segnalazioni di vacanza rovinata, infatti, riguarda quei consumatori che volevano approfittare del periodo estivo per usufruire del voucher contenuto nel cofanetto regalo, ma non sono riusciti a prenotare in alcuna struttura alberghiera in quanto le società distributrici dei buoni sono inadempienti (leggi a riguardo Regalone e Movebox: cosa fare? http://www.consumatori.it/articolo/regalone-e-movebox-cosa-fare/). Il 26% delle segnalazioni riguarda poi i pacchetti tutto compreso in cui non sono stati rispettati i vincoli contrattuali; il 21% dei reclami è relativa a sistemazione alberghiere insoddisfacenti, mentre un 15% sono vere e proprie truffe.
La tabella 3 spiega quali sono i mezzi di trasporto dei quali i consumatori si sono lamentati di più quest’estate: al primo posto con il 60% delle segnalazioni troviamo i problemi con gli aerei, seguiti dai treni (22%) e i traghetti (16%). Andando nello specifico del tipo di disservizio, scopriamo che il 33% delle segnalazioni è relativa alla mancanza di assistenza in aeroporto (per la maggior parte legato ai problemi con l’incendio di Fiumicino dei primi di agosto); abbiamo poi un 25% di denunce su ritardi o cancellazioni quasi a pari merito con il 23% di casi di smarrimento dei bagagli. Abbiamo, poi, l’11% di segnalazioni riguardanti i casi di overbooking, mentre nel rimanente 8% generico troviamo numerose lamentele sui costi soprattutto per quanto concerne i traghetti.
Un altro settore che quest’anno ha segnato un picco di reclami è quello dell’autonoleggio: il 52% delle segnalazioni riguarda addebiti non dovuti sulla carta di credito per presunti danni al veicolo o carburante non sufficiente; 34% delle lamentele è sulla richiesta di extra al momento della sottoscrizione per servizi aggiuntivi rispetto alla prenotazione online, ma dobbiamo anche registrare un cospicuo numero di segnalazioni (all’interno del 14% generico) di chi ci scrive lamentandosi di non aver potuto noleggiare l’auto, pur avendo fatto la prenotazione online perché non aveva la carta di credito ma solo la prepagata (vedi tab.5).
“Ricordiamo -aggiunge in conclusione l’avvocato Massimiliano Dona- che in caso di problemi di turismo, viaggi e vacanze rovinate è possibile contattore l’associazione attraverso questo link http://www.consumatori.it/sportello-turismo-viaggi/. L’Unione Nazionale Consumatori si occupa con successo di reclami turistici da oltre trent’anni, quindi i nostri esperti sono in grado di fornire la migliore assistenza ai consumatori che ci segnalano disservizi e fregature di qualsiasi genere”.

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Roma neve e disservizi

Posted by fidest press agency su domenica, 5 febbraio 2012

roma

roma (Photo credit: ho visto nina volare)

La Democrazia Cristiana di Roma e della Provincia si sente particolarmente vicina a tutti quei cittadini che hanno dovuto subire inermi, la completa inadeguatezza della situazione verificatasi a Roma tra ieri ed oggi.
Ci chiediamo se è possibile, nel 2012, assistere a una completa assenza di gestione della situazione, se pur critica ed inaspettata, ma ampiamente preannunciata. Assistere al completo abbandono di noi cittadini da parte di tutte le Istituzioni, Comune, Provincia, Regione, ANAS e Protezione Civile che si rimpallano le competenze, è assurdo ed è irrispettoso. delle risposte concrete, ai vari disservizi che i cittadini hanno dovuto sopportare, da parte di chiunque abbia il coraggio di ammettere le proprie responsabilità oggettive. Ci auguriamo che simili inconvenienti, non possano più verificarsi e che si pongano in essere tutte quelle iniziative preventive realmente efficaci e serie. Lo dichiara il Segretario Provinciale della Democrazia Cristiana di Roma Dott. Claudio Martino

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Turisti: come difendersi

Posted by fidest press agency su sabato, 13 agosto 2011

Il perdurare della crisi economica – dichiara Pietro Giordano, Segretario generale Adiconsum – ha ridotto la possibilità di molte famiglie di poter godere del meritato periodo di vacanza. Assistiamo quindi a periodi di vacanza molto più ridotti rispetto ad alcuni anni fa. È rimasta purtroppo la possibilità che la famiglia subisca un danno da vacanza “rovinata”. Per questo Adiconsum ha stilato un Decalogo di consigli per prevenire trappole e raggiri e per ottenere il giusto risarcimento in caso di danno da vacanza rovinata.
1. Conservare il contratto di vendita del “pacchetto turistico” che si è sottoscritto per le vacanze ed i depliant illustrativi del pacchetto.
2. Conservare i biglietti di viaggio (aerei, treni, ecc.).
3. Conservare eventuali talloncini di consegna e trasporto bagagli e il modello PIR che va compilato in aeroporto, in caso di smarrimento dei bagagli.
4. Le dichiarazioni di accompagnatori eventualmente presenti al momento della vendita del pacchetto turistico sono state riconosciute dai giudici prove testimoniali, e possono essere aggiunte a quelle di altre persone e famiglie che hanno subito i disservizi in loco durante la vacanza.
5. Fare fotografie dei luoghi (ad esempio, non corrispondenti ai luoghi illustrati sul depliant) e/o dei disservizi subiti.
6. Conservare scontrini e ricevute di tutte le spese fatte per rimediare la situazione di disagio subita.
7. Appena tornati a casa, e comunque entro 10 giorni dal rientro, inviare una lettera raccomandata a/r al tour operator e all’agenzia di viaggi, con la descrizione precisa e dettagliata dei disservizi subiti ed una richiesta di risarcimento danni.
8. Allegare alla Raccomandata le copie delle fotografie scattate e le fotocopie (gli originali vanno conservati) degli scontrini relativi alle spese sostenute. Tutta la documentazione originale deve essere esibita solo nel caso in cui si deciderà di intentare una causa.
9. Oltre al risarcimento delle spese sostenute, è consigliabile fare riferimento anche al danno da stress psico-fisico che si è subìto e al danno “da vacanza rovinata”.
10. Nel caso in cui la controparte non accolga il reclamo, è necessario ricorrere al giudice di pace.
Adiconsum ricorda inoltre che in caso di viaggi transfrontalieri i consumatori possono usufruire dell’assistenza del Centro europeo consumatori (tel. 06 44238090), voluto dalla Commissione europea e sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico.

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Al via ticket tra disservizi e proteste

Posted by fidest press agency su mercoledì, 20 luglio 2011

Sia pure a rilento, è partito il pagamento del ticket (10 euro per la specialistica e 25 per i codici bianchi di pronto soccorso) nella maggior parte delle sei regioni (Lazio, Liguria, Lombardia, Calabria, Sicilia e Basilicata) che ne avevano annunciato l’applicazione. La prima a partire è stata la Basilicata, unica regione a non avere il ticket per il pronto soccorso, dove la riscossione è cominciata regolarmente, con qualche lamentela dei cittadini. Ticket al via anche in Liguria, dove i cittadini rischiano di pagare fino a 50 euro per un esame del sangue, stante il ticket esistente che può arrivare a 36,12 euro. Il ticket sui codici bianchi era invece già in vigore. Nel Lazio il mancato aggiornamento dei sistemi informatici ha fatto ritardare l’entrata in vigore dei ticket. «Ma sappiamo che durerà poco, ci hanno detto che prima o poi si adegueranno», hanno detto alcuni pazienti all’uscita del Cup di Santo Spirito. La questione principale sarà quella di aggiornare i sistemi informatici con la maggiorazione e stabilire le specifiche modalità di riscossione dei ticket. Quanto al ticket sui codici bianchi, è già in vigore dal 2006. In Sicilia, la Regione, ha detto l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, si sta «verificando la possibilità di rimodulare diversamente o addirittura non applicare del tutto il ticket sanitario da 10 euro». Invece il pagamento sui ticket per i codici bianchi e’ già in vigore dal 2002. In Lombardia, infine, il ticket contenuto nella manovra è aggiornato in automatico ai nuovi importi, in tutti gli ospedali. Anche se la Regione sta lavorando per trovare un sistema per compensare questo aggravio, e non lasciarlo a carico dei cittadini. Ieri sono state intanto convocate riunioni in alcune regioni (Marche, Umbria, Piemonte e Campania) per decidere quanto e come adeguarsi alle nuove norme o studiare delle alternative. (fonte farmacia33)

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Vacanze rovinate. Turisti, fatevi rispettare!

Posted by fidest press agency su sabato, 28 agosto 2010

“La colpa è sua che non ha controllato”. E’ questa la risposta che, un esterrefatto viaggiatore si è sentito dare da una addetta ad una agenzia di viaggi, alla quale era tornato per contestare un biglietto sbagliato. Della serie: se chiedi un etto di prosciutto al salumiere e ti vende  90 grammi, facendoli passare per 100, la colpa è tua che non hai controllato, e non del negoziante. La differenza tra diritto e dovere evidentemente non era chiara alla hostess, anche se l’educazione civica fa parte dei programmi scolastici. Vogliamo ricordare ai turisti che tornano inferociti, per i disservizi, dalle località di vacanza, che quanto è stato pagato è reciprocamente dovuto (concetto ostico a moltissimi gestori) e che i disservizi hanno un costo, che in genere paga solo l’utente. A fronte delle carenze non bastano le scuse, occorre non lasciarsi prendere dal buonismo, essere rigorosi ma calmi. Per i pacchetti turistici si può chiedere un rimborso, per quanto pagato in piu’, o un risarcimento per i danni subiti. Si veda a tal proposito la nostra Guida  Pratica  http://sosonline.aduc.it/scheda/pacchetti+viaggio_14087.php (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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Manovra: pendolari tutti in auto

Posted by fidest press agency su venerdì, 18 giugno 2010

“Non meraviglia affatto la protesta dei governatori delle Regioni sui tagli pesantissimi  che  il  Governo  scarica  sulle  spalle  dei  pendolari  che utilizzano i mezzi del servizio pubblico. Ma  se un treno su tre destinato al trasporto dei pendolari verrà soppresso Tremonti e Matteoli ci dovranno però mostrare con quale astronave o tappeto volante permetteranno a milioni di persone di arrivare ogni giorno a scuola o al posto di lavoro.” Lo  dichiara  il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per il cambiamento climatico del Pd. “Il  Governo  – continua Ferrante –  deve spiegare ai due milioni e 700mila italiani pendolari che ogni giorno prendono i treni, con tutti i disservizi che  ben  si  conoscono,  quale sarà l’alternativa una volta che la mannaia della manovra avrà fatto fuori i 1.223 milioni di Euro per l’anno 2011, di cui  1.181 a Trenitalia e 42 agli altri concessionari, che tengono in piedi il trasporto ferroviario destinato ai pendolari. Purtroppo il Governo non ha nessun piano alternativo, se non quello di dire ai cittadini  arrangiatevi  e mettetevi  in  macchina,  con  conseguenze disastrose in termini di traffico, inquinamento e salute pubblica. Questo  trattamento  draconiano  per  il trasporto su ferro continuerà, nei piani  del  Governo,  fino  al  2013,  cancellando gli accordi già firmati, dimezzando  le  risorse  del  50%,  mentre  non un euro verrà prelevato dai finanziamenti  della  Legge obiettivo, potendo così continuare a finanziare il Ponte sullo Stretto”. “Il  taglio  lineare   dei servizi essenziali non porterà di certo l’Italia fuori dalla crisi, ma sarà solo fonte di grave disagio e malessere sociale, sulle  cui  conseguenze  il  Governo  – conclude Ferrante – dovrà assumersi totalmente la responsabilità.”

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Vulcano Islanda: rinegoziare i pacchetti turistici

Posted by fidest press agency su lunedì, 19 aprile 2010

Per Adiconsum non è possibile che la nube vulcanica venga pagata dai consumatori. E’ necessario che i titolari di pacchetti turistici con partenza nei prossimi giorni rinegozino il proprio pacchetto, poiché l’evento non può più definirsi imprevedibile. In questi giorni – dichiara Pietro Giordano Segretario Nazionale Adiconsum – migliaia di viaggiatori e di turisti, stanno subendo disagi e disservizi, causati dalla nube del vulcano islandese: tali disagi non possono essere pagati dai consumatori. Adiconsum, ricorda che chi ha acquistato un pacchetto turistico, ha firmato un contratto con l’agenzia di viaggio e con il tour operator e pertanto ha il diritto di godere di quanto pattuito. Non si possono – continua Giordano – diminuire le giornate di vacanze, né addirittura annullarle, adducendo l’eccezionalità dell’evento eruzione vulcanica come causa di forza maggiore. I viaggiatori che hanno sottoscritto un pacchetto turistico con partenza prevista nei prossimi giorni hanno tutto il diritto di rivolgersi alla propria agenzia viaggi e al proprio tour operator, per rinegoziare il pacchetto e chiedere soluzioni alternative, in quanto ormai l’evento non può più dirsi imprevedibile. Adiconsum comprende i danni economici subiti dal settore e dalle aziende, ma tali danni non possono riversarsi unicamente sui consumatori. Adiconsum ha chiesto un intervento immediato del Governo, preceduto da un incontro con le Associazioni dei Consumatori, degli imprenditori del turismo e del volo. Adiconsum ribadisce ancora una volta l’esigenza di istituire un Fondo per risarcire i passeggeri dei disservizi subiti.

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Salento senza treni per Roma

Posted by fidest press agency su giovedì, 15 aprile 2010

“La situazione che si è creata è a dir poco stravagante”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commenta il disagio che ha colpito la popolazione pugliese per i 34 giorni di interruzione della linea ferroviaria Roma – Lecce causata della frana di Monataguto (Avellino). “E’ noto che l’Italia è a rischio idro-geologico – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –  e per questo dovrebbe esistere una strategia per la ripresa degli eventuali servizi danneggiati, altrettanto veloce quanto la solita carrellata di dichiarazioni scarica-barile da parte delle istituzioni coinvolte. Questa volta tocca ai pugliesi caricarsi sulle spalle i disservizi provenienti da una dannosa disorganizzazione”, conclude Soldà.

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I disservizi di Trenitalia

Posted by fidest press agency su venerdì, 12 febbraio 2010

“Un coro di proteste che si leva dal Nord al Sud della Penisola – dichiara Paolo Landi, segretario generale Adiconsum – quello che si leva nei confronti del servizio ferroviario di Trenitalia: un servizio fatto di ritardi, cancellazioni e di condizioni igieniche di viaggio a rischio sanitario”.  “Tutto questo sono costretti a sopportare i pendolari – continua Pietro Giordano, Segretario nazionale Adiconsum –  che per raggiungere il proprio posto di lavoro utilizzano il treno e che già per il solo fatto di non utilizzare la macchina e quin di di non contribuire all’aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico, nonché dei livelli di traffico dovrebbero essere premiati”.   E il tutto non è dovuto al maltempo, ma è prassi quotidiana sia che piova sia che splenda il sole. Nonostante le reiterate denunce e richieste di risarcimento, Trenitalia non accenna a venire incontro alle richieste dei consumatori, violando così anche i regolamenti in materia. Adiconsum chiede a Trenitalia e FS ad attivare subito i tavoli negoziali, già concordati e sanciti da un accordo, che riguardano: la nuova Carta dei diritti dei passeggeri l’adeguamento dei servii per il trasporto regionale il rispetto delle norme europee.  Adiconsum richiama, inoltre, gli Enti locali, al rispetto delle Finanziaria 2008 che prevede precise tutele per i consumatori, mai applicate né dalle Regioni né da Trenitalia. Le sedi regionali e territoriali di Trenitalia, in assenza di risposte da parte di Trenitalia, raccoglierà l’adesione dei passeggeri per attivare cause collettive in difesa dei consumatori pendolari, vittime di un servizio pubblico, ormai ridotto ad un colabrodo.

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Sistema aeroportuale prossimo al collasso

Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 dicembre 2009

Ma non è solo il trasporto aereo a non funzionare con perdite di bagagli, overbooking, annullamento dei voli. Anche quello ferroviario assomiglia ad un colabrodo, con un’alta velocità che sta dimostrando proprio in questi giorni i propri limiti, con un sud del Paese sempre più lontano dall’Europa e sempre più vicino all’Africa, con un trasporto regionale che penalizza pesantemente i pendolari. Disservizi a danno dei passeggeri del trasporto aereo e ferroviario, che Adiconsum denuncia ormai da tempo. Non è possibile – dichiara Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum – pensare di scaricare sui consumatori le inefficienze delle Istituzioni; non è possibile pensare di risolvere il problema trasporti aumentando le tariffe aeree o i prezzi del biglietto ferroviario, senza che il Governo, le Regioni, i gestori di servizi pubblici, investano in un serio programma di rilancio. Adiconsum chiede al Ministro Matteoli il varo del Piano Nazionale dei Trasporti e la costituzione di una vera Authority del Trasporto, a cui i passeggeri, i turisti, i pendolari, le Associazioni dei Consumatori possano rivolgersi per la tutela dei propri diritti. In particolare, per il trasporto aereo, Adiconsum chiede di concordare una Carta di Diritti dei passeggeri (come già concordato con Trenitalia), e di istituire un Fondo costituito tra Associazioni dei Consumatori, Associazioni delle Aziende Aeroportuali e dalle Associazioni delle Compagnie Aeree, alimentato da un euro a tratta, a carico dei gestori aeroportuali e delle compagnie aeree, controllato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che indennizzi prontamente e velocemente i consumatori danneggiati e che abbia potere di rivalsa e di recupero delle somme nei confronti delle Aziende che producono i disservizi.

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Disservizi Tlc. e regole per le conciliazioni

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 settembre 2009

Al contrario di quanto accade quando il problema riguarda un meccanico, idraulico, supermercato, ecc., in caso di problemi con fornitori di servizi di telecomunicazione elettronica (gestori telefonici, fornitori di connettivita’, tv a pagamento), non si puo’ ricorrere immediatamente al giudice di pace o in tribunale. Se telefonate, fax e raccomandate non sortiscono effetto, occorre prima rivolgersi al Corecom regionale o altro organismo non giurisdizionale per una conciliazione obbligatoria. Lo impone la delibera dell’Agcom n. 173/07/CONS. Ricevuta l’istanza, il Corecom comunica al gestore coinvolto e all’utente la data dell’udienza di conciliazione. A contestazione in corso, il gestore telefonico deve fermare tutto: nessuna intimazione di pagamento e/o minaccia di sospensione del servizio. Questo in teoria, nella pratica invece… non mancano le segnalazioni di utenti che, dopo aver presentato istanza al Corecom della propria regione, si vedono recapitare richieste di pagamento (relative ai servizi oggetto di conciliazione) da società di recupero crediti o direttamente dal gestore. E’ un abuso! La responsabilità può dipendere sia dai gestori, ben abituati ad eludere le prescrizioni di legge, sia dall’inefficienza dei Corecom, che lasciano passare molto tempo prima di dare comunicazione all’azienda coinvolta. Di sicuro a rimetterci e’ l’utente che, dopo aver subito un disservizio, dopo aver perso tempo ascoltando le inevitabili balle dei call center, dopo aver inviato fax e raccomandate e aver presentato istanza di conciliazione, si ritrovano la minaccia di sospensione del servizio. L’Agcom, che ha delegato molte funzioni proprio ai Corecom regionali, deve monitorare e prendere provvedimenti per porre termine a questi abusi.

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Energia e costi disservizi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 settembre 2009

“Un disservizio – afferma Paolo Landi Segretario generale Adiconsum – o una cattiva gestione amministrativa dell’azienda di fornitura non può gravare sui consumatori.” La rateizzazione è un diritto sancito dall’autorità per l’energia elettrica e non un atto di clemenza nei confronti del cittadino. Quest’ultimo, infatti, si vede comunque penalizzato dall’applicazione degli interessi. Il periodo di rateizzazione, che va richiesto prima della scadenza del pagamento della bolletta, deve essere pari al periodo di mancata fatturazione. Adiconsum chiede che qualora venga richiesta la rateizzazione, a causa di un disservizio, non siano applicati gli interessi sulle rate. È inoltre necessario l’unificazione e la semplificazione della fatturazione tra i diversi operatori del mercato e soprattutto tra il mercato di maggior tutela e il mercato libero. La necessità di saper leggere e comprendere la propria bolletta è fondamentale per una presa di coscienza dei propri consumi e una sensibilizzazione al risparmio energetico. Energia: addio alle vecchie lampadine “Dal 1 settembre inizieremo a dire addio alle vecchie lampadine ad incandescenza per passare definitivamente a quelle a basso consumo, come stabilito dalla Commissione Ue nel marzo scorso”. E’ quanto ricorda Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori.  “L’obiettivo -spiega Dona- è quello di rimpiazzare completamente le lampadine tradizionali entro il 2012 sostituendole con lampadine di ultima generazione, le quali, rispetto a quelle ad incandescenza, ripagano il loro maggiore costo grazie al risparmio energetico. Inoltre, queste nuove lampade durano di più e aiutano l’ambiente con minori emissioni nocive nell’atmosfera”.  “Per ottenere un maggiore e reale risparmio -conclude Dona- è consigliabile privilegiare le lampadine compatte fluorescenti rispetto alle alogene di nuova generazione. Le alogene infatti, pur essendo migliorate, garantiscono una riduzione dei consumi solo fino al 50% perché richiedono un trasformatore aggiuntivo che necessita di ulteriore energia”.

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