Secondo l’Eurispes nel suo Rapporto Italia 2023, per il 31,2% degli italiani la situazione la situazione economica del Paese resterà stabile nei prossimi 12 mesi, per circa il 30% peggiorerà, solo per l’8,5% ci sarà un miglioramento. Per quasi metà dei cittadini la spesa che più mette in difficoltà è l’affitto; per il 37,9% le bollette.”Dati allarmanti e drammatici. Il fatto che oltre un terzo degli italiani sia in difficoltà con il pagamento delle bollette dimostra da un lato la gravità della situazione economica delle famiglie e dall’altro l’errore fatale commesso dal Governo di aver ripristinato gli oneri di sistema sull’energia nonostante i prezzi siano ancora ben lungi dall’essere tornati normali” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Il Governo, sordo all’appello dei consumatori, non ha rinviato la fine del mercato tutelato della luce per i condomini. Ora speriamo lo faccia almeno per le famiglie italiane, evitando ulteriori regali alle compagnie energetiche che stanno già facendo extraprofitti milionari non tassati” conclude Dona.
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Eurispes: economia peggiorata per il 30% italiani
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023
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Festival dell’Economia di Trento: “Le nostre idee in economia”
Posted by fidest press agency su martedì, 16 Maggio 2023
Trento La Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein parteciperà al Festival dell’Economia giovedì 25 maggio alle ore 10.45, presso il Teatro Sociale di Trento, intervistata dal Direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini sul tema “Le nostre idee in economia”. La politica economica e la geopolitica rappresentano due dei filoni attraverso cui verrà declinato il tema della 18esima edizione del Festival dell’Economia di Trento, “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo”, organizzata dal 25 al 28 maggio 2023 dal Gruppo 24 ORE insieme a Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento e con il contributo del Comune di Trento e dell’Università di Trento. A dare il loro contributo da questo punto di vista saranno economisti, politologi, storici, manager, imprenditori, oltre che leader politici. Sul fronte della politica economica uno degli appuntamenti da non perdere sarà quello di sabato 27 maggio sul destino del patto di stabilità e la politica di bilancio che vedrà gli interventi di Marco Buti, Istituto universitario europeo, Veronica De Romanis, Università Luiss Guido Carli, Marcello Messori, Università LUISS Guido Carli, Lucrezia Reichlin, London Business School, Giovanni Tria, Ex Ministro dell’Economia e Finanza e Professore Onorario di Economia, Università di Roma Tor Vergata. Non può mancare il focus sul Pnrr: diversi gli appuntamenti in programma, tra cui il panel di venerdì 26 maggio su ostacoli, protagonisti e opportunità del Piano di resilienza a cui interverranno Federica Brancaccio, presidente ANCE, Dario Scannapieco, amministratore delegato CDP, Marco Leonardi, Università Statale di Milano, e Marco Venturelli, segretario generale Confcooperative. A riflettere su fattibilità, prospettive e contraddizioni del regionalismo differenziato sarà invece il Presidente emerito della Corte costituzionale Franco Gallo domenica 28 maggio. Sul fronte della geopolitica sarà affrontato sotto diversi punti di vista il tema del futuro dell’Europa. Il primo giorno due i politologi d’eccezione in campo: Sergio Fabbrini dell’Università Luiss Guido Carli interverrà sul ruolo dell’Europa nel nuovo ordine mondiale, mentre Roberto D’Alimonte dell’Università Luiss Guido Carli discuterà di “Democrazie sotto stress: diseguaglianze, identità e populismi” tra gli altri con Massimo Egidi (Università Luiss G. Carli) e Saskia Sassen (Columbia University). Da non perdere, lo stesso giorno, il commissario per gli affari economici e monetari della Commissione europea, Paolo Gentiloni, che parlerà della via europea alla crescita sostenibile; Sir Alex Younger, capo del servizio segreto di intelligence britannico MI6 dal 2014 al 2020, che analizzerà le minacce del nuovo mondo tra pandemia, guerra, crisi energetica e climatica, cybersicurezza; e il panel su “Gli aiuti di stato americani alle imprese e la reazione europea” introdotto da Emma Marcegaglia a cui interverranno il politologo della Johns Hopkins University Daniel S. Hamilton e l’economista Maria Demertzis, vicedirettore di Bruegel. Venerdì 26 maggio sarà la volta del dialogo tra Marco Buti dell’Istituto universitario europeo con il senatore a vita Mario Monti sul tema “Dal sovranismo nazionale alla sovranità europea”, dell’intervento dell’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio sulle conseguenze economiche dell’euro e del dialogo di Romano Prodi con il vicepresidente esecutivo ISPI Paolo Magri. Nel fine settimana da segnalare sabato 27 maggio il dialogo tra il Presidente della Consob Paolo Savona e l’economista Marina Brogi sull’euromoneta che non basta e, domenica 28 maggio, l’intervento sul destino dell’Europa del Presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera Giulio Tremonti. Tra gli imprenditori, Antonio D’Amato parlerà dell’Europa di oggi e l’Europa che vogliamo, mentre Marco Tronchetti Provera analizzerà il delicato ruolo dell’Europa tra Stati Uniti e Cina. E a proposito di Cina due presenze d’eccezione al Festival dell’Economia di Trento 2023: due giovani leve della Scuola del Comitato centrale del Partito comunista cinese e dell’Accademia nazionale di governance, Xion Jie e Yuan Hui, dialogheranno con l’ex ministro Giovanni Tria il 25 maggio sui temi della governance nell’economia e nella finanza di Pechino. Sul sito festivaleconomia.it è disponibile il programma della quattro giorni del Festival dove poter consultare la presenza di tutti i relatori che interverranno.
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Economia, Aidda: “L’Ue si deve dotare di una strategia industriale”
Posted by fidest press agency su lunedì, 8 Maggio 2023
Si è svolto a Roma l’incontro tra Aidda, l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, e i rappresentanti dell’Unione Europea. Un appuntamento dal titolo “Le eccellenze Made in Italy: un ‘dono’ per l’Europa” che si è svolto a nello Spazio Europa, sede del Parlamento Europeo a Roma, con la partecipazione della rettrice della Scuola Sant’Anna di Pisa Sabina Nuti. Durante l’appuntamento si è tenuta anche un tavola rotonda con associate e presidente regionali di Aidda da più parti dell’Italia per un confronto sulle condizioni e il futuro delle imprese femminili nel Paese: hanno partecipato Barbara Bertocci (socia Aidda Toscana), Matilde Bocca Salvo (consigliera nazionale Aidda), Lucina Cellino (presidente Aidda Sardegna), Edy Dalla Vecchia (past president Veneto Trentino Alto Adige), Giulia Kropf (socia Aidda Friuli Venezia Giulia) e Valeria Messina (socia Aidda Sicilia). A seguire è stato consegnato il Premio Aidda Nazionale alla giornalista Annalisa Cuzzocrea “per aver saputo raccontare le tante diverse accezioni di “comunità” nel nostro Paese – si legge nella motivazione – facendo emergere con chiarezza cosa succede quando una società perde il senso della necessità della dimensione della cura come criterio guida delle decisioni politiche”. Infine sono state premiate le giovani associate Aidda.
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Trasporti: nel cuore dell’economia
Posted by fidest press agency su lunedì, 1 Maggio 2023
Roma, Aeroporto di Fiumicino Terminal 5, 3 maggio 2023 dalle 10.00 per porre sotto la lente di ingrandimento il mondo del trasporto attraverso una serie di focus sulle varie modalità (ferro, gomma, aereo, mare) e le voci delle molteplici realtà che lo caratterizzano. All’evento parteciperanno i principali esponenti del settore fra i quali Marco Troncone, Amministratore Delegato ADR, Giampiero Massolo, Presidente Mundys, Diego Cattoni, Presidente Aiscat, Edoardo Valente, Presidente Anas, Luigi Legnani, Presidente Fercargo, Giuseppe Rizzi, Direttore Generale Fermerci, Anna Donati, Presidente e Amministratrice Delegata Roma Mobilità, Mario Mattioli, Presidente Confitarma, Stefano Messina, Presidente Assarmatori, Fabio Lazzerini, Amministratore Delegato e Direttore Generale ITA Airways, Angela Natale, Presidente Boeing Italia e Managing Director Sud Europa e Fabrizio Favara, Chief Strategy Officer Gruppo FS Italiane. (fonte: Ufficio Stampa Gruppo 24 ORE)
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Usa: riflessioni pacate sull’economia globale
Posted by fidest press agency su domenica, 30 aprile 2023
By Mario Lettieri e Paolo Raimondi.Recentemente il governo di Washington ha manifestato pubblicamente alcune valutazioni economiche strategiche con toni più realistici rispetto al passato. Per il momento potrebbero essere solo enunciazioni, ma sono importanti dato il momento di grande stress geopolitico. Lo ha fatto il segretario del Tesoro, Janet Yellen, già presidente della Federal Reserve.. Pur non modificando minimamente la strategia di politica estera, in un’intervista alla CNN Yellen ha ammesso che “l’uso di sanzioni finanziarie legate al ruolo del dollaro comporta il rischio che, nel tempo, possa minare l’egemonia del dollaro”. Ciò “crea un desiderio da parte della Cina, della Russia, dell’Iran di trovare un’alternativa”. Anche se, aggiunge, il dollaro è sempre utilizzato come “valuta globale” e “non abbiamo visto nessun altro Paese che abbia l’infrastruttura istituzionale che consentirebbe alla sua valuta di operare nello stesso modo”. D’altra parte è un dato di fatto che, fuori da quello che consideriamo Occidente, le sanzioni, i commerci e le monete, a cominciare dal dollaro, sono visti e giudicati in modi differenti. L’amministrazione Biden non può ignorare quanto sta succedendo nel mondo delle valute. Anche se non se ne parla o si tende a minimizzarlo, l’impatto della crescente collaborazione tra i Paesi del Brics, estesa a molte altre economie emergenti, è un processo continuo. L’ultimo sviluppo è stato la nomina dell’ex presidente brasiliana, Dilma Rousseff, a capo della Nuova Banca di Sviluppo del Brics. Al suo insediamento a Shanghai, Dilma ha affermato: “Abbiamo bisogno di un meccanismo anticiclico che sostenga la stabilizzazione. E’necessario trovare modi per evitare il rischio di cambio e la dipendenza da una moneta unica come il dollaro Usa. La buona notizia è che molti Paesi scelgono di fare trading utilizzando le proprie valute. La strategia della Banca per il periodo 2022-2026 è di fare il 30% dei prestiti in valute locali.“.Poi, in un discorso alla John Hopkins School of Advanced International Studies di Washington, Yellen ha parlato in modo pratico dei rapporti tra Usa e Cina. “Gli Stati Uniti si faranno valere quando sono in gioco i propri interessi vitali, ha affermato, ma non cerchiamo di separare (decoupling) la nostra economia da quella cinese. Una completa separazione delle nostre economie sarebbe disastrosa per entrambi i Paesi e sarebbe destabilizzante per il resto del mondo.”. Ha aggiunto che “la salute delle economie cinese e statunitense è strettamente collegata. Una Cina in crescita e che rispetta le regole può essere vantaggiosa per gli Stati Uniti.”. Si ricordi che il commercio degli Usa con la Cina ha superato i 700 miliardi di dollari nel 2021, terzo rispetto a quello con il Canada e il Messico. Naturalmente Yellen ha ripetuto che “un rapporto economico costruttivo ed equo con la Cina” si colloca nella volontà americana di “difendere i valori e la sicurezza nazionale”. La Cina è invitata a mantenere una concorrenza economica leale. Interessante notare che nel suo discorso, volutamente e opportunamente, non ha mai menzionato Taiwan. La stessa ha anche ricordato che, nell’incontro dello scorso anno tra i presidenti Biden e Xi, si era concordato di migliorare le comunicazioni sulla macroeconomia e la cooperazione su grandi questioni come il clima e il debito. “Affrontare insieme questi problemi promuoverebbe gli interessi nazionali di entrambi i nostri Paesi”, ha detto. La Cina è il creditore bilaterale più grande a livello mondiale e detiene la metà dei crediti concessi da tutti i governi ai Paesi in via di sviluppo. Possiamo dire che la preoccupazione sul debito non riguarda soltanto quello dei Paesi poveri e in via di sviluppo, ma anche quello americano. All’inizio del 2021 la Cina, infatti, deteneva Treasury Bond per 1.095 miliardi di dollari, pari a circa il 4% del debito nazionale americano. Oggi ne detiene per un valore di 850 miliardi. Anche se la diminuzione è dovuta in parte al deprezzamento dei titoli, potrebbe segnare una più marcata tendenza futura. Molti politici e analisti si riferiscono ai rapporti di forza nel mondo solo rispetto alla politica, alla forza militare, al commercio o al pil. Non si comprende, e di conseguenza non si evidenzia, i due aspetti fondamentali degli assetti di potere: la moneta e la finanza. Si rischia, quindi, di sottovalutare situazioni e andamenti che accrescono i rischi di conflitto e persino di guerra. Allo stesso tempo si tende a ignorare anche possibili iniziative positive, proprio nel campo monetario e finanziario internazionale e multipolare. La collaborazione, potrebbe, invece, aiutare a promuovere azioni e soluzioni di sviluppo congiunto e pacifico, come la creazione di un paniere di monete e nuove regole per i mercati finanziari. By Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista
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DEF: Calandrini (FdI) “Economia migliora”
Posted by fidest press agency su venerdì, 28 aprile 2023
“Il Pil nel 2022 ha fatto registrare una crescita del 3.7% in termini reali. Le prospettive per l’anno in corso risultano moderatamente più favorevoli rispetto alle previsioni ufficiali contenute lo scorso novembre nella NADEF. Il PIL per il 2023 è pertanto previsto crescere, in termini reali, dello 0.9%, in rialzo di 0.3 punti percentuali rispetto allo scenario programmatico della NADEF”. Lo dichiara in Aula il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, presidente della commissione Bilancio, come relatore nella discussione sul Def. Il presidente della commissione Bilancio osserva: “Pur in un quadro di grande incertezza legata alla guerra in Ucraina e alle pressioni inflazionistiche, la componente legata alla crescita e al tasso di interesse dovrebbe contribuire alla riduzione del debito/PIL per effetto di una sostenuta crescita economica e di un’elevata inflazione che compenserebbero l’aumento dei tassi di interesse. In particolare, nel 2023 il DEF prevede un rapporto debito/PIL pari al 142.1 %, in riduzione rispetto al 2022. “In base a quanto riportato nella Relazione che illustra l’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo di bilancio di medio termine – dice -, le risorse che si rendono disponibili per effetto dell’autorizzazione al ricorso all’indebitamento, pari a 3.4 miliardi di euro nel 2023 e 4.5 miliardi di euro nel 2024 saranno utilizzate, per quanto riguarda il 2023, a copertura di un provvedimento normativo finalizzato a sostenere il reddito disponibile e il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti limitando, al contempo, la rincorsa salari-prezzi, in particolare attraverso un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Per quanto riguarda il 2024, invece – conclude Calandrini -, le risorse disponibili saranno destinate a interventi di riduzione della pressione fiscale”.
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Trasporti: nel cuore dell’economia
Posted by fidest press agency su martedì, 25 aprile 2023
Roma. Mercoledì 3 maggio si terrà l’evento Trasporti: nel cuore dell’economia dalle 10.00 a Roma all’Aeroporto Fiumicino Terminal 3 che pone sotto la lente di ingrandimento il mondo del trasporto attraverso una serie di focus sulle varie modalità (ferro, gomma, aereo, mare) e le voci delle molteplici realtà che lo caratterizzano. All’evento è stato invitato il Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e molti esperti del settore. I temi che saranno trattati sono: • Infrastrutture: 2023 l’anno della ripartenza • La transizione green viaggia su ferro: le nuove politiche tra PNRR e shift modale europeo • Un Paese in movimento: la ripresa della mobilità turistica e non solo, fra trasporto pubblico locale e regionale • Digitalizzazione, e-Commerce, Decarbonizzazione: come cambia la logistica delle merci • Lo shipping fra obiettivi economici e sostenibilità ambientale.
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Economia, Aidda: “Creare strumenti per salvaguardare le aziende davanti alle crisi”
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 aprile 2023
“Sta diventando fondamentale per le imprese riuscire a comprendere in poco tempo se ci sono segnali di crisi, perché se la crisi si affronta rapidamente si può riuscire a non farla degenerare. E salvaguardare così il valore stesso dell’azienda, l’occupazione, le maestranze, gli stakeholders e tutta la filiera connessa” Lo ha affermato ieri Antonella Giachetti, presidente nazionale di Aidda, l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, in occasione dell’incontro ‘L’evoluzione dell’assetto organizzativo di impresa: fra responsabilità e nuove opportunità’. L’evento si è svolto ieri pomeriggio all’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. “L’accelerazione di importanti crisi economiche, a partire dal 2008, ha focalizzato l’attenzione del legislatore nazionale e di quello europeo sull’importanza della conservazione delle imprese e dei complessi aziendali. Oggi, oltre che una necessità, è un obbligo giuridico anche per le piccole imprese dotarsi di un assetto organizzativo idoneo per rilevare eventuali segnali di crisi che possono essere provocate anche dai numerosi cambiamenti a cui è sottoposta la nostra società. Oltre a comprendere i segnali della crisi per intervenire in tempo – aggiunge Giachetti – è importante riuscire a gestire l’evoluzione dell’impresa e dei suoi assetti senza disperderne valore. C’è stata una metamorfosi nel tempo del concetto e del ruolo di impresa: da soggetto indirizzato alla sola massimizzazione dei profitti per gli azionisti, a soggetto che deve generare valore collettivo a lungo termine in tutto il sistema in cui interagisce”. “Per l’imprenditore della Pmi italiana diventa poi indispensabile – conclude la presidente di Aidda – acquisire consapevolezza della sempre più presente necessità di rispetto dei fattori ESG. Anche tenuto conto che il merito creditizio, che comunque rispecchia la trasformazione normativa in termini di corporate governance, si sta indirizzando ad una nuova analisi di doppia materialità dell’impresa: quella ambientale e sociale, cioè come l’azienda impatta sul cambiamento climatico, sulla società e sull’uguaglianza, e quella finanziaria, ovvero quale impatto potranno avere i fattori esterni sull’azienda stessa”.
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È arrivata la primavera per l’economia in Europa e Regno Unito?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 aprile 2023
Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un miglioramento del contesto macroeconomico nel Regno Unito e in Europa. In larga parte questo scenario è dovuto al calo dei prezzi del gas naturale. C’è la concreta possibilità che l’inflazione scenda sotto il 3% alla fine di quest’anno, sia in Europa che nel Regno Unito. Con l’allontanarsi della paura di prezzi energetici alle stelle, la fiducia dovrebbe aumentare e la spesa crescere. Finora, i segnali ricevuti si sono rivelati a sostegno di un simile scenario. I dati economici sono stati molto più forti del previsto sia nel Regno Unito che nell’area euro. Nonostante le preoccupazioni per la crisi del credito negli Stati Uniti e l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, non si sono verificate corse agli sportelli nel Regno Unito o in Europa e anche le preoccupazioni per Deutsche Bank sono diminuite. L’inflazione è già scesa in modo significativo nell’area dell’euro – gli ultimi dati parlano di un 6,9%, in calo rispetto al picco del 10,7% di ottobre 2022. I progressi sono stati molto più lenti nel Regno Unito, dove l’inflazione rimane superiore al 10%, ma riteniamo sia solo questione di tempo prima che crolli anche qui. Il fattore che ci aspettiamo comporti uno slancio ulteriore nel tempo è legato alla spesa dei consumatori in Germania. La fiducia dei consumatori è nel complesso aumentata, i redditi reali stanno crescendo, le bollette energetiche sono in calo ed è disponibile ancora un sacco di denaro non speso dopo il generoso sostegno fiscale durante la pandemia.Ovviamente non stiamo parlando di un boom economico. Ma il diffuso timore di recessione che si era manifestato lo scorso autunno si è rivelato infondato e nel 2023 ci aspettiamo di assistere a una crescita lenta e costante sia in Europa che nel Regno Unito. Uno dei principali venti contrari per il Regno Unito è rappresentato oggi dall’aumento dei tassi ipotecari. Quest’ultimi sono aumentati anche in Europa, ma l’impatto è più forte nel Regno Unito, in parte perché i tassi ipotecari sono scesi così tanto, ma anche perché il fatturato del mercato immobiliare britannico è superiore a quello di molti altri Paesi europei.Questo determina importanti conseguenze per la politica monetaria. La Banca Centrale Europea può dirsi soddisfatta che l’inflazione complessiva si sia attenuata; tuttavia, l’inflazione di fondo non è diminuita e l’inflazione salariale sta accelerando. Con il miglioramento delle prospettive di crescita, ci aspettiamo che la BCE continui ad aumentare i tassi. Se, come prevediamo, gli Stati Uniti entreranno in recessione entro la fine dell’anno, i tassi americani potrebbero scendere al di sotto di quelli europei, il che rappresenterebbe un cambiamento davvero drammatico. Alla luce di tutto questo, l’euro e la sterlina potrebbero continuare a rafforzarsi rispetto al dollaro USA. Sebbene riteniamo che un eventuale rialzo della sterlina sarà comunque limitato dal freno all’economia derivante dai tassi ipotecari, il che significa che la Banca d’Inghilterra potrebbe non aumentare ulteriormente i tassi. Nel complesso, con un’economia migliore, anche le azioni europee potrebbero sovraperformare le loro controparti statunitensi.
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Famiglie ed economia. Al calo dell’inflazione non corrisponde benessere di lavoratori e consumatori
Posted by fidest press agency su sabato, 8 aprile 2023
L’inflazione degli ultimi mesi, dopo le fiammate a due cifre di alcuni mesi fa, ha cominciato a calare soprattutto grazie agli effetti della diminuzione delle bollette del gas, ancora in fase calante, a cui si aggiungono anche le recenti diminuzioni della luce. A febbraio 2023, dati Istat di oggi, le vendite al dettaglio sono in calo (-0,1% in valore e -0,9% in volume), grazie ai prodotti alimentari, nonostante i prodotti non alimentari siano in lieve aumento. E sempre Istat di oggi ci informa che il potere d’acquisto delle famiglie, rispetto al precedente trimestre, è calato del 3,7%. Cosa non torna, visto che quando il calo inflattivo si confronta coi consumatori, i numeri diventano negativi? Il calo dell’inflazione si determina da dinamiche che travalicano le politiche nazionali, i mercati energetici europei e mondiali. Quando c’è l’impatto con l’economia italiana, la dinamica del tornare indietro è sconosciuta ad imprenditori ed amministratori: i prezzi dei beni primari rimangono inalterati e, al massimo, diminuiscono la crescita, mentre le remunerazioni rimangono sempre al palo. Questo vorrebbe dire che c’è qualcosa che non va nell’economia italiana e nei suoi imprenditori, pubblici e privati. Governo? Legislatori? Vari attori non lavoratori e non consumatori? Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it
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Schroders: la riapertura della Cina è un bene per l’economia globale?
Posted by fidest press agency su venerdì, 10 marzo 2023
A cura di David Rees, Senior Emerging Markets Economist, Schroders. Le prospettive sono decisamente migliori per la Cina dopo il cambio di rotta del governo sulla politica Zero-Covid avvenuto alla fine dello scorso anno. Le prime indicazioni provenienti dai dati ad alta frequenza e dai PMI di gennaio indicano una forte ripresa dell’attività del settore dei servizi. Al contrario, l’impatto positivo sul settore manifatturiero è stato limitato dalla debolezza della domanda esterna, mentre le transazioni immobiliari, dopo un iniziale miglioramento, si sono praticamente arenate. È probabile che questo determini la forma della ripresa. Dopo tutto, il settore dei servizi cinese è stato ostacolato dalla politica Zero-Covid negli ultimi due anni, in quanto le restrizioni hanno limitato gli spostamenti. Il fenomeno del revenge spending sui servizi è stato osservato nella maggior parte delle economie del mondo dopo la fine delle misure anti-Covid, ed è probabile che la Cina sperimenti lo stesso rimbalzo della domanda di consumo repressa.A partire dal 1° trimestre del 2023, il nostro scenario di base per la Cina prevede ora tre trimestri consecutivi di crescita superiore al trend, con una prevalenza del settore dei servizi. Riteniamo che ciò farà aumentare la crescita del PIL nel 2023, e abbiamo quindi rivisto la nostra precedente previsione del 5% portandola al 6,2% circa. Tuttavia, l’euforia probabilmente svanirà con l’esaurirsi della domanda repressa e dei risparmi e l’attenuarsi delle forze cicliche. Per questo, riteniamo che la crescita del PIL si ridurrà al 4,5% nel 2024. Le ricadute positive su altre economie potrebbero essere piuttosto limitate. Dunque, mentre l’abbandono della politica Zero-Covid ha chiaramente migliorato le prospettive della Cina per quest’anno, il resto del mondo potrebbe non beneficiarne molto, se non per nulla. Infatti, anche se abbiamo rivisto al rialzo le nostre aspettative di crescita per Stati Uniti ed Eurozona per quest’anno, i miglioramenti sono dovuti a fattori interni piuttosto che alla spinta proveniente dalla Cina. (abstract by http://www.verinieassociati.com)
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5 ragioni per un “atterraggio morbido” dell’economia americana
Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023
A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel. Come evidenziato dai sondaggi di Bloomberg e Blue Chip, il rischio di una recessione nei prossimi dodici mesi è talmente condiviso dal consensus degli operatori di mercato da provocare nervosismo, anche se, come disse Paul Samuelson, “gli economisti hanno previsto nove delle ultime cinque recessioni”, il che invita a prendere con cautela le loro previsioni economiche (come dimostra anche il fatto che l’anno scorso considerassero l’inflazione solo transitoria). Ad onore del vero, l’allarme recessione non sembra infondato, vista anche la sua relazione storica con il Leading Economic Indicator (LEI): il LEI, infatti, ha raggiunto un picco record nel febbraio 2022, per poi scendere del 5% nei nove mesi successivi e aveva raggiunto il suo massimo anche 14 mesi prima della recessione causata dalla pandemia, nel 2020. Che cosa rende possibile un “atterraggio morbido”? Prima di tutto, occorre precisare che “atterraggio morbido” non significa “recessione morbida”, quanto piuttosto una situazione simile a quella sperimentata dall’economia statunitense nel biennio 1994-1995, quando la crescita del PIL rallentò a causa dell’aumento aggressivo dei tassi da parte della Fed, senza però sfociare in una recessione. La Fed aumentò il tasso di riferimento di 300 punti base tra l’inizio del 1994 e la primavera del 1995, ma l’economia statunitense si espanse per altri cinque anni prima di incorrere nella recessione del 2001. Inoltre, quando si verifica un “atterraggio morbido”, il tasso di disoccupazione rimane basso – o addirittura diminuisce – nonostante ci si aspetti un rallentamento della crescita dei posti di lavoro nell’anno a venire. Ci sono ben 5 ragioni, dunque, che indicano uno scenario più ottimistico per il 2023. 1 – Gli USA non sono ancora in recessione. Il National Bureau of Economic Research (NBER) determina le date di inizio e fine di una recessione sulla base di indicatori economici chiave, tra cui il PIL. Otto dei nove indicatori chiave monitorati hanno raggiunto nuovi massimi di ciclo negli ultimi rapporti mensili o trimestrali. Il mercato del lavoro statunitense, in particolare, continua a mostrare una certa resistenza, mentre, se ci trovassimo in recessione, il tasso di disoccupazione dovrebbe essere in aumento. 2 – La forte domanda di manodopera non continuerà Nel 2021, l’economia americana appariva frenetica e “surriscaldata”. Ora, invece, potrebbe raffreddarsi in maniera ordinata e coerente con l’ipotesi di un atterraggio morbido. I nuovi posti di lavoro sono aumentati nel 2021, principalmente a causa della carenza di manodopera dovuta alla pandemia, alla quale le aziende hanno reagito aumentando le offerte di lavoro e concedendo salari più competitivi per attirare i talenti. 3 – Non bisogna temere la crescita salariale.mA settembre 2022, le retribuzioni aggregate e i salari erogati sono cresciuti dell’8,2% su base annua, superando le altre misure dell’inflazione core, che hanno oscillato tra il 5% e il 6%. La crescita reddituale è poi fortemente correlata alla spesa dei consumatori americani e fornisce una spinta decisiva all’attività economica generale. 4 – Eliminare gli eccessi. Le criptovalute, il settore immobiliare e quello tecnologico hanno subito perdite consistenti, seguite da una serie di licenziamenti. Come conseguenza, alcuni eccessi sono stati eliminati dall’economia e dal sistema finanziario, ponendo le basi per una crescita più sana ed equilibrata. 5 – Un riparo dalla tempesta. Infine, l’edilizia abitativa rimane una componente chiave dell’indice dei prezzi al consumo (CPI). La componente relativa agli alloggi, che comprende gli affitti di appartamenti e case unifamiliari, spiega il 40% dell’aumento dell’inflazione core negli ultimi 12 mesi (+6,6%). In sintesi, ci affidiamo all’intramontabile saggezza di Benjamin Graham: “L’investitore intelligente è un realista che vende agli ottimisti e compra dai pessimisti”.
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PGIM Real Estate raccoglie 400 milioni di dollari per il fondo European Core Plus
Posted by fidest press agency su martedì, 14 febbraio 2023
LONDRA, Regno Unito. PGIM Real Estate ha raccolto oltre 400 milioni di dollari per il fondo European Core Plus, in meno di sei mesi dal lancio del nuovo strumento. PGIM Real Estate è l’attività di gestione degli investimenti immobiliari da 204,4 miliardi di dollari di PGIM. Si tratta di un fondo open-ended, che mira ad acquisire immobili capaci di massimizzare i ritorni attraverso la combinazione di rendimento sostenibile ed un elevato potenziale di creazione del valore nel tempo. Il focus sulla creazione di valore pone al centro della strategia una gestione attiva degli asset e una gestione specializzata del rischio ESG Jocelyn de Verdelon, senior portfolio manager della strategia European Core Plus, ha dichiarato: “In questo contesto di elevata inflazione e di sconvolgimento dei mercati, gli investitori desiderano sempre di più strategie in grado di distribuire reddito sostenibile e generare rendimenti alfa. La nostra strategia European Core Plus si propone di fare proprio questo, concentrandosi su temi d’investimento ad alta convinzione in tutto l’universo core plus, capaci di offrire un reddito crescente combinato con la creazione di valore. La nostra esperienza nelle strategie alfa-driven ci fornisce una solida base per creare un altro veicolo di alta qualità che punta a cogliere interessanti opportunità di investimento in Europa.”La strategia si rivolge ai mercati più liquidi d’Europa, con un’allocazione verso i settori che beneficiano dei trend strutturali spinti dalla digitalizzazione, dai cambiamenti demografici e dalla decarbonizzazione. Focalizzandosi su questi temi d’investimento, il fondo investirà in settori quali la logistica last mile, il residenziale, compresi i PRS, senior e student housing, e gli uffici di nuova generazione. Inoltre, la strategia si concentrerà anche su opportunità tattiche in segmenti non adeguatamente valutati, come gli hotel o i self-storage.Attraverso teame competenze locali sia nella fase di acquisizione che di gestione in sei paesi, la strategia è gestita da un team paneuropeo dedicato, guidato da Jocelyn de Verdelon, senior portfolio manager e head of transactions in Europa, e da Tobias Waldschmidt, senior portfolio manager.Questa strategia ha un’importanza chiave all’interno dell’offerta europea core plus di PGIM Real Estate, attraverso la quale il team ha investito oltre 1,8 miliardi di euro attraverso veicoli precedenti, tra cui due fondi chiusi: PGIM Real Estate Pan European Real Estate Fund (PEREF) I e II,. La serie PEREF ha costantemente superato i propri obiettivi di rendimento totale sin dal lancio*.
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Cosa sta succedendo all’economia statunitense?
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 febbraio 2023
A cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments. In primo luogo, il mercato del lavoro statunitense è stato molto rigido. Pur osservandolo da diverse angolazioni, il messaggio è sempre lo stesso: c’è una forte domanda di lavoratori e un’offerta insufficiente. Sappiamo bene cosa succeda quando la domanda supera l’offerta: i prezzi (in questo caso i salari) salgono. Ed è esattamente quello che è successo. L’inflazione salariale ha, infatti, subito un’accelerazione per gran parte dello scorso anno. Tuttavia, i dati più recenti hanno registrato un rallentamento. Come possiamo darne una spiegazione? Rispetto al quadro generale, la scorsa settimana abbiamo avuto dati contrastanti e sorprendenti. La maggior parte delle persone, me compreso, riteneva che l’economia statunitense stesse rallentando. La Federal Reserve ha aumentato aggressivamente i tassi di interesse, il mercato immobiliare è in profonda recessione e, sebbene i consumatori dispongano dei cosiddetti “salvadanai di Covid”, quest’ultimi sono stati abbondantemente utilizzati mentre altri beni sono stati erosi dall’inflazione.Guardando innanzitutto ai salari, siamo rimasti sopresi dal rallentamento dell’inflazione salariale. Quest’ultima, infatti, è ancora forte, almeno in termini di liquidità, al 5% e oltre, ma è rallentata rispetto all’inizio del 2022. L’interpretazione più probabile è che si sia verificata un’impennata iniziale al termine del lockdown, quando le aziende hanno cercato disperatamente di assumere alcuni dei 20 milioni di lavoratori licenziati durante il Covid. I ristoranti e gli alberghi, ad esempio, avevano molta domanda, potevano aumentare i prezzi e si sono ritrovati a competere duramente per il personale. Possiamo quindi affermare che il mercato del lavoro è ancora caldo, ma ha smesso di “bollire”. Dinanzi a questo scenario dai segnali contrastanti, riteniamo che i dati della scorsa settimana non riflettano accuratamente l’economia statunitense. Non siamo in presenza di un boom economico, ma chiaramente non siamo nemmeno sull’orlo della recessione. Avendo ridotto il ritmo dei rialzi dei tassi a 25 punti base a riunione, la Fed non è ora in grado di interrompere la propria politica restrittiva, né tanto meno di passare a tassi più bassi. Possiamo quindi aspettarci una ripresa del mercato ribassista delle obbligazioni? Non ne siamo così sicuri. (Abstract by http://www.bc-communication.it)
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Istruzione: Economia differenziata
Posted by fidest press agency su venerdì, 3 febbraio 2023
Pacifico (Anief): “Riteniamo che la scuola e la libertà d’insegnamento debbano rimanere sempre di competenza dello stato” Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, è intervenuto nel corso della trasmissione dell’agenzia Italia stampa per parlare di Economia differenziata, il disegno di legge entrato in Consiglio dei ministri. Il leader del giovane sindacato rappresentativo ha detto che “chiediamo che sia esclusa la parte sulla scuola, abbiamo già una scuola autonoma, non possiamo avere 20 sistemi diversi d’istruzione. Riteniamo che la scuola e la libertà d’insegnamento – in quanto organi costituzionali – debbano essere garantiti e rimanere sempre di competenza dello stato anche rispetto alle proposte che verranno dalle regioni non autonome a oggi”. Anief si dice d’accordo con la posizione del ministro Giuseppe Valditara: “Quanto detto alla Camera oggi – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è esattamente quello che il nostro sindacato ripete da tempo: tutti gli stipendi di docenti e Ata vanno elevati alla media europea: se mancano 300 euro netti al mese a lavoratore non si può attuare alcuna differenziazione. Come non si può pensare di omettere l’indennità di vacanza contrattuale. Semmai, si può pensare di introdurre un’indennità di trasferta, da dare a che è in servizio lontano dal proprio domicilio, come avviene con i metalmeccanici. La vera priorità, anche alla luce delle poco rassicuranti proiezioni del il Fondo monetario internazionale per i prossimi due anni, durante i quali l’inflazione si ridurrà rimanendo però sempre di segno ampiamente positivo (a fine 2023 si perderà un altro 6%), deve essere quella di recuperare il potere di acquisto degli stipendi. E poiché quelli di chi lavora a scuola sono tra i più bassi, l’azione del Governo deve puntare a risollevare prima di tutto proprio quei compensi. Ora però – conclude Pacifico – si passi ai fatti, ancora di più perché sulla teoria siamo tutti d’accordo, ministro compreso”.
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Economia: Forte sostegno italiano al processo di adesione Ue dei paesi Balcani occidentali
Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 gennaio 2023
Trieste. “ Nell’ambito di questo partenariato economico le Banche Multilaterali di Sviluppo, a cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze partecipa in qualità di azionista, e l’Unione Europea possono servire come ulteriori strumenti per cogliere queste opportunità.Le Banche Multilaterali di Sviluppo dispongono di strumenti finanziari adeguati a intervenire a più livelli, sia finanziando grandi opere infrastrutturali – ad esempio completando le grandi reti pan-europee ferroviarie, stradali e digitali – sia per sostenere le PMI che nei Balcani, come in Italia, costituiscono l’ossatura del sistema economico. In quest’ottica vorrei ricordare l’istituzione del Gruppo di Lavoro sulle opportunità offerte dalle Banche Multilaterali di Sviluppo, co-presieduto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che nel corso dell’anno ha posto in essere azioni concrete su settori e paesi prioritari, che possono essere facilmente replicate nell’area dei Balcani.Il nostro Ministero ha sempre sostenuto e facilitato il coordinamento tra le istituzioni multilaterali – cercando di evitare sovrapposizioni o competizioni – favorendo una collaborazione adatta alle specificità e expertise di ciascuna Banca. Vorrei ricordare, inoltre, il forte sostegno italiano, sia diretto sia attraverso l’operato delle Banche Multilaterali, al processo di adesione all’Unione europea dei paesi dei Balcani occidentali. Attenzione che si concretizza attraverso priorità strategiche (come i corridoi europei), ma anche attraverso l’assistenza tecnica, ad esempio promuovendo l’adozione di standard comuni per le infrastrutture e per i processi di procurement. Proprio nei giorni scorsi, dopo il conferimento delle deleghe, ho avviato con la BEI, la Banca Europea per gli Investimenti, che oggi è rappresentata dalla sua Divisione per i Balcani Occidentali, un primo confronto sulle opportunità di intervento e sviluppo. Cosa che intendo fare anche con la BERS, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, la Banca Mondiale e le Subsidiary Banks”. Lo ha detto Sandra Savino, Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze, aprendo la conferenza nazionale “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione”, organizzata a Trieste dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, cui partecipa il Ministro Antonio Tajani.
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Economia: caro bollette
Posted by fidest press agency su domenica, 1 gennaio 2023
Leggendo i dati di Banca d’Italia emerge che negli ultimi tre anni gli italiani hanno prelevato, dai propri risparmi, oltre 50 miliardi di euro. Un cospicuo aumento rispetto al triennio precedente.«Analizzando questi dati e l’andamento del mercato, si individua come la causa dell’aumento dei prelievi, che non ha consentito agli italiani di risparmiare come in passato, sia riconducibile esclusivamente al rincaro del costo dell’energia, iniziato ben tre anni fa» -ha affermato il Prof. Sandro Simoncini, docente a contratto di Economia delle Imprese presso l’università Uninettuno e Presidente di Sogeea SpA.La controtendenza sta proseguendo la sua marcia e non accenna ad arrestarsi. «Se ci fosse stata una buona gestione, da parte dei due precedenti Governi, della norma sull’ecobonus, che consentiva nel triennio passato di efficientare le abitazioni con un consistente risparmio sui costi di energia, i rincari che mettono in ginocchio gli italiani non avrebbero generato alcuna criticità» -prosegue Simoncini, si vuole dare la colpa alla guerra, che anche se ha contribuito all’aumento dei costi dell’energia è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso»«L’ecobonus al 110% che va obbligatoriamente inserito nella manovra 2023, non deve essere visto come un costo per il governo, ma come un risparmio per il paese sui costi dell’energia che diversamente, anche dopo la fine della guerra, rimarranno un problema serio per gli Italiani» -conclude Simoncini.
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Cosa attendersi da un Governo USA spaccato?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022
Un Congresso degli Stati Uniti diviso nel 2023 limiterà probabilmente la politica fiscale, ma potrebbe essere positivo per i mercati azionari. A cura di Libby Cantrill, Managing Director, Public Policy di PIMCO.Vediamo quattro implicazioni principali: Un congelamento totale dell’agenda legislativa del Presidente Biden. Forse l’aspetto più importante per i mercati è che tutti gli aumenti delle tasse sono stati ritirati dal tavolo, sia per quanto riguarda le persone fisiche (ad esempio, aumenti della tassazione sulle plusvalenze) sia per quanto riguarda le imprese (ad esempio, una tassa sugli extra-profitti). Ciò suggerisce anche che il prossimo punto di inflessione per le tasse sarà il 2025, quando le riduzioni fiscali di Trump scadranno. Più vigilanza. I repubblicani alla Camera eserciteranno i propri poteri di controllo su questioni che vanno dalla politica energetica dell’amministrazione Biden al suo approccio nei confronti della Cina (che, in alcuni ambienti, è considerato non sufficientemente aggressivo) alla molteplicità di norme proposte dalla Securities and Exchange Commission. La vigilanza sarà probabilmente più simbolica che sostanziale – dopo tutto, in assenza di un controllo a prova di veto su entrambe le camere del Congresso, i repubblicani possono fare ben poco per modificare le politiche. Tuttavia, una maggiore vigilanza può generalmente rallentare gli ingranaggi normativi e rendere più complicato il lavoro della Casa Bianca. Sebbene anche la Federal Reserve sarà probabilmente oggetto di vigilanza – da ambo i partiti – dubitiamo che la Fed sarà influenzata da qualsiasi pressione politica finalizzata a cambiare il suo apparentemente unico obiettivo di combattere l’inflazione.Altre lotte fiscali. È qui che la sottile maggioranza dei repubblicani alla Camera potrebbe entrare in gioco ed essere potenzialmente una fonte di volatilità del mercato il prossimo anno. Meno sostegno fiscale. Sebbene continuiamo a ritenere che ci sarà un sostegno bipartisan per la prosecuzione degli aiuti all’Ucraina e per il bilancio della difesa, crediamo anche che in generale sarà fissata una soglia più alta prima di fornire un più ampio sostegno fiscale anticiclico, anche qualora l’economia dovesse rallentare. L’economia statunitense ha già subito una significativa contrazione fiscale nel 2022, in virtù della scadenza di molti programmi di aiuti statali legati al COVID; per l’anno prossimo possiamo aspettarci un’ulteriore contrazione, per la quale è improbabile che un Congresso diviso faccia qualcosa. In altre parole, così come una “Fed put” è stata scartata, anche una “fiscal put” è stata di fatto eliminata, almeno fino a quando non sarà al potere un nuovo Congresso nel 2025. Pur prevedendo una situazione di stallo nel prossimo Congresso, vediamo alcune aree di potenziale compromesso. Tra queste, la legislazione che potrebbe chiarire meglio l’attività di sorveglianza sulle criptovalute – un’esigenza ancora più urgente alla luce dei recenti problemi legati agli exchange di criptovalute – e l’approccio sulle autorizzazioni energetiche che potrebbe accelerare i progetti di energia tradizionale e rinnovabile. Anche se il passato non è certo indicativo del futuro, i mercati azionari tendono storicamente a fare bene negli anni in cui il governo è diviso. In effetti, negli anni precedenti in cui la composizione del potere a Washington era simile, ossia Camera repubblicana, Senato democratico e Casa Bianca democratica, il mercato azionario ha registrato un rendimento medio del 13,6% (secondo i dati dell’S&P 500), un rendimento medio superiore a quello di quasi tutte le altre composizioni al potere. Naturalmente, il 2023 potrebbe evolversi molto diversamente rispetto ai precedenti storici, data l’inflazione vischiosa, il rischio di recessione e la guerra in Ucraina.
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L’economia del contante. Chi paga per tutti? Il consumatore
Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022
Sembra che verrà meno l’obbligo della possibilità di accettare pagamenti tramite pos per importi fino a 60 euro. Evasione fiscale o meno che si possa favorire, rimane il dato della difficoltà e del guadagno delle banche.La difficoltà nasce dal fatto che negli ultimi anni (e in tutti i Paesi Ue e non solo) ci siamo abituati a pagare con carta anche importi piccoli, scoprendone praticità e comodità. Raramente si vede al bar chi paga un caffè con carta di credito, ma è frequente che in un negozio, alimentare o meno, tutti paghino tramite pos: dal supermercato al grande magazzino, dal bar al ferramenta o negozio di casalinghi, fino anche alla pizzeria dove, la classica pizza e birra per due/quattro amici comporta una spesa inferiore ai 60 euro.E ci siamo abituati, di conseguenza, ad avere in tasca pochi contanti. Cosa succederà se il tetto dell’obbligo sarò superiore ai 60 euro? Che il consumatore, per non vedersi rifiutare il pagamento in un esercizio commerciale e tutti i conseguenti problemi che ci potrebbero essere per rimediare al rifiuto (cerca il bancomat più vicino, magari lasciando qualcuno “in ostaggio” presso la cassa) dovrà avere in tasca il necessario contante. In tutti i casi il consumatore dovrà usare più frequentemente il prelievo da una cassa continua (gli stipendi non vengono pagati in contanti) che, siccome la propria banca (dove in genere il prelievo è gratuito) non è sempre dietro l’angolo, gli costerà un certo importo. Cosa sarà stato ottenuto con un provvedimento del genere? Che i soldi che prima i commercianti spendevano per farsi accreditare questi importi dalla banca, oggi saranno spesi dai consumatori. E le banche continueranno comunque a guadagnare i loro balzelli. Il provvedimento sposta l’onere dai commercianti ai consumatori. Ci vien da pensare che, siccome le lobby dei commercianti hanno forte incidenza sui politici e quelle dei consumatori non esistono, ecco che, come sempre in politica ed economia, si usano i soggetti più deboli per dar credito alle proprie presunte politiche di detassazione.Il problema – il pagamento dei balzelli per i prelievi o gli accrediti ai commercianti – esiste, ma invece di affrontarlo con le banche si è preferito scaricare sui più deboli le proprie incapacità. Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it
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