La fotografia delle statistiche Istat dell’ultimo mese ci suggerisce una scontata incertezza e, soprattutto, un periodo più lungo per il rientro dell’inflazione. Se qualcuno si era entusiasmato perchè i prezzi energetici cominciavano a rientrare a livelli pre invasione russa dell’Ucraina e qualche punto percentuale dell’inflazione veniva a venire meno dopo i picchi a due cifre dei mesi scorsi… è bene che si dia una calmata: la traversata, verso lidi poco conosciuti e nuovi, è ancora lunga.La nostra economia sta attraversando la classica dinamica rialzista del bene rifugio, la casa, i risparmiatori erodono le riserve che avevano accumulato in pandemia visto che allora avevano speso poco in generale, le ricadute inflazionistiche (italiane, europee e mondiali) su beni di consumo base sono scioccanti (cibo e trasporti al top)… dinamiche che comunque fanno crescere i consumi e la voglia di consumare: la gente non ne poteva più di stare chiusa in casa a consumare virtualmente. Comportamenti che però non vogliono dire che stiamo marciando di corsa verso il bello.Secondo noi, inoltre (e speriamo di essere smentiti dai fatti….) le ricadute delle politiche protezioniste, corporative e nazionaliste del governo devono ancora manifestarsi.Nel contempo assistiamo ad una serie di “impazzimenti” delle istituzioni che presagiscono il peggio: si pensi, per esempio, che in crisi di giustizia e sicurezza, governo media e partiti di ogni tipo non trovano di meglio che parlarsi addosso sul “pericolo anarchico”, difesa dei confini dall’assalto dei migranti, presunta illogicità del 110%. Sfociando, al momento, in provvedimenti assurdi, ridicoli e pericolosi come quelli sui rave party, sul rifiuto di etichette alimentari europee, rivalutazione delle energie fossili e del nucleare, negazione di azioni green deal (come la conversione delle produzioni di motori a combustione), accesso alla giustizia più costoso e più difficile,…Occorre quindi essere attenti e non strafare: non ci sono le condizioni che ci potrebbero consentire un miglioramento della situazione attuale. Anzi. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it
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Editoriale: Incertezza economica e consumatori
Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 marzo 2023
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Aumenta la redditività economica della decarbonizzazione
Posted by fidest press agency su martedì, 7 marzo 2023
«L’intero valore bloccato in Italia dal “modello fossile” e ridistribuibile tramite la finanza alternativa green è di circa 42,6 miliardi di euro l’anno, per un totale di 340 miliardi di euro da qui al 2030» sottolinea Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd nonché Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde. Intanto, sul mercato “obbligato” di scambio dei titoli della CO2 (ETS), una tonnellata vola ad oltre 100 euro di costo. Il che si traduce per le famiglie italiane in un potenziale aggravio delle spese —tra tasse e costi indiretti— in una forbice che va dai 1.600 ai 6.500 euro annui. «Ma anche i titoli di carbonio “volontari” si prevede possano aumentare il loro costo fino al 3.000%, arrivando ad oltre 30-100 euro per tonnellata, a seconda della tipologia» aggiunge Giorgio Mottironi. Eppure abbattere una tonnellata di emissioni climalteranti rende oggi molto di più: 184 euro annui. «Tale indicatore è noto come “redditività ecologica” e ci dice quanto può rendere l’abbattimento delle emissioni climalteranti tramite l’attività di investimento o risparmio promossa con strumenti di finanza alternativa sostenibile» puntualizza Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore della società benefit proprietaria di Ener2Crowd.com, la prima ed unica piattaforma ed APP italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico.Questo nuovo mondo della finanza aveva bisogno di dimostrare di essere in grado di muoversi a sostegno della necessaria transizione sostenibile che il settore industriale e quello produttivo devono oggi affrontare per continuare a fornire al sistema economico prodotti e servizi il cui utilizzo non rappresenti un fattore di minaccia per il futuro della nostra specie e degli altri esseri viventi: riduzione delle emissioni di gas climalteranti, equa redistribuzione di opportunità e risorse, riduzione delle disuguaglianze e dei fenomeni di sfruttamento dell’ambiente e delle persone, supporto alle comunità la cui sussistenza ed esistenza sia minacciata dai fenomeni collegati al cambiamento climatico, gestione trasparente delle organizzazioni e riequilibrio dei salari, queste dovrebbero essere le priorità. Insomma, gli analisti di Ener2Crowd e del GreenVesting Forum hanno codificato per la prima volta gli indicatori della sostenibilità della finanza alternativa green, per poter capire quando un investimento è davvero verde e quando si tratta invece di GreenWashing.Secondo il Chief Analyst del GreenVestingForum, per spiegare i rischi del concentramento di enormi risorse finanziare attraverso i canali tradizionali (vecchi, complessi, resistenti al cambiamento, poco efficienti e ben controllabili da pochi) rispetto a come è configurato un intero sistema produttivo di mercato, la migliore analogia è quella di un sistema di secchi impilati, collegati tra loro, in cui il riempimento degli ultimi è dovuto al riempimento dei precedenti e così via a risalire fino al primo: l’acqua che riempie i secchi sono i capitali che arrivano a sostenere la transizione energetica nelle varie aziende o comparti aziendali. «Ebbene, con il modello di finanza tradizionale il rischio è quello di fare traboccare e disperdere l’acqua all’inizio e di farne giungere poca, troppo poca agli ultimi: abbondanza, inefficienza, sprechi da una parte, scarsità ed inefficacia dall’altra» mette in guardia Giorgio Mottironi.Ed a ciò si aggiunge anche il rischio della rottura per rigonfiamento (analogia per la bolla speculativa) in grado di produrre un “effetto rebound” capace di arrestare la corsa agli investimenti green, per manifesto crollo della redditività globale relativa.A questo modello “oligarchico” oggi si contrappone quello della partecipazione diretta, democratica, dal basso di una quantità altrettanto importante di capitali nelle mani delle singole persone, dei consumatori finali: il GreenVesting che in Italia —ed anche in Europa— è rappresentato da Ener2Crowd.(abstract by MediaWeb)
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La ripresa economica in Italia e in Lombardia è evidente
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 febbraio 2023
Ed è confermata dai numeri registrati nell’anno appena passato. La crescita del 2023, complice l’aumento dell’inflazione e la crisi energetica degli ultimi mesi, si prospetta invece meno evidente e più lenta: le previsioni indicano come il PIL lombardo dovrebbe crescere dello 0,8%, i consumi dell’1,8% e gli investimenti del 3,3%. Sono questi alcuni dei dati presentati questa mattina in conferenza stampa da CNA Lombardia nel Primo Focus sull’andamento dell’economia regionale, realizzato dal Centro Studi Sintesi. Il Focus ha puntato l’attenzione sul monitoraggio dei territori fotografando la situazione della stessa nel 2022 e realizzando previsioni relative all’anno attualmente in corso.Dalla ricerca emerge come il PIL della Lombardia nel 2022 dovrebbe attestarsi al +4,4%, con un sensibile rallentamento rispetto all’anno precedente: tuttavia, la regione nello stesso anno fa registrare una crescita del PIL del +3,9% rispetto al 2019, superando ampiamente il livello precovid. Anche sul fronte consumi nel 2022 la Lombardia è stata protagonista di un’importante progressione (+5,1%), comunque non sufficiente per recuperare quanto perso durante la fase acuta della pandemia (-0,5% rispetto al 2019). Si tratta, tuttavia, di un dato migliore della tendenza nazionale (-1,5%). Da segnalare anche la positiva evoluzione degli investimenti, che si è consolidata nel corso del 2022: infatti, il valore reale degli investimenti è aumentato del +10,8% rispetto al 2021, mentre dal confronto con il 2019 si evince un incremento di quasi 19 punti percentuali. Crescita, ma anche qualche segnale di preoccupazione relativo alle imprese attive in Lombardia, in particolare quelle artigiane. Sul fronte occupazione, nel terzo trimestre 2022 l’occupazione in Lombardia fa segnare una leggera contrazione rispetto al trimestre precedente: tuttavia, considerando il valore medio nei primi nove mesi del 2022, si riscontra una crescita del numero di occupati del +2,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, trend positivo che però non riguarda l’agricoltura. Per quanto riguarda l’export, la Lombardia si conferma eccellenza italiana pur facendo registrare nel terzo trimestre del 2022 una lieve flessione rispetto al periodo precedente: tuttavia, considerando i primi nove mesi del 2022, il valore delle esportazioni ammonta a 120 miliardi di euro, con una variazione del +21% rispetto allo stesso periodo del 2021. (abstract by http://www.encanto.biz/)
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La situazione economica incerta e i rincari pesano sulla capacità di spesa degli italiani per Natale
Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 novembre 2022
i due anni e mezzo di pandemia, la crisi economica, la guerra in Ucraina, i rincari dei costi dell’energia e il timore di una recessione influiscono sulla capacità di spesa degli italiani per le festività di Natale: è quanto emerge da un’indagine condotta su un campione di oltre 5.000 persone da Younited, fintech leader del credito istantaneo in Europa. Il 55,5% degli intervistati ha, infatti, dichiarato di avere un budget inferiore rispetto al 2021 e solo il 10% ha affermato di potersi permettere di spendere di più. Contestualmente il 57,2% ha dichiarato di prevedere una spesa minore rispetto agli anni passati e solo il 9,2% stima di spendere di più. In questo contesto, il Black Friday si sta affermando sempre più anche nel nostro Paese come periodo per giocare d’anticipo con gli acquisti dei regali, sperando in qualche occasione conveniente: il 25,3% del campione ha affermato di approfittare di questa occasione per acquistare i regali, mentre più della metà ha dichiarato di valutare questa possibilità a seconda delle offerte vantaggiose o meno (48,6%). Le due settimane che precedono il Natale rimangono tuttavia un periodo caldo per gli acquisti: quasi i due terzi degli intervistati acquista regali nelle due settimane che precedono il Natale (72%), con il 20,1% che dichiara di acquistarli la settimana stessa. Pranzi, cene, regali, viaggi e le altre spese tipiche del periodo natalizio hanno un peso non indifferente sul budget degli italiani: quasi due terzi (73,2%) degli intervistati ha infatti dichiarato di prevedere una spesa tra 100 e 500 euro per queste attività, e il 18, 9% prevede un esborso tra 500 e 1000 euro.
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Scongiurare la crisi economica: “Servono interventi urgenti”
Posted by fidest press agency su giovedì, 20 ottobre 2022
Lo scrivono il Prof. Marco Mele (Unicusano) e Cosimo Magazzino (Roma Tre). Avevano previsto l’arrivo di una recessione economica già all’inizio del mese di agosto quando, i , riportarono sui principali quotidiani italiani i risultati di un loro studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Energy Reports.Ed ora, ad appena due mesi di distanza prima Ficht, poi Moody’s ed adesso il FMI avvertono di una recessione tecnica per l’Italia in atto. In particolare, Il Fondo Monetario Internazionale prevede un forte rallentamento per l’economia italiana tagliando di 0,9 punti la stima sul PIL italiano per il 2023 al – 0,2% o -0,3%.Tuttavia, le analisi di breve – medio termine non portano con sé aspettative positive sull’economia globale e su quella italiana. Di fatto, gli economisti del FMI hanno stimato una probabilità del 25% che la crescita globale scivoli sotto il 2% influenzando negativamente i più importanti paesi economici del globo. In Italia la situazione, quindi, non si delinea rosea per il nuovo governo che si appresta a configurare la compagine governativa di una nazione in forte stress economico. Sull’andamento della crisi il Prof. Marco Mele disegna un quadro allarmante affermando che senza interventi mirati di politica economica ben strutturati la recessione tecnica diverrà economica e strutturale in meno di 100 giorni.Di fatto, afferma l’economista, ci troviamo in una situazione particolarmente preoccupante: il prezzo del gas in Europa è molto più alto dei massimi di marzo; ci sono state ripetute riduzioni nelle forniture di gas dalla Russia che stanno alterando l’offerta del bene energetico; l’inflazione viaggia a ritmi tra l’8 e il 9% andando ad erodere il potere d’acquisto delle famiglie; la BCE continua con una politica monetaria restrittiva danneggiando gli investimenti in una fase di recessione economica; e le imprese, oramai, sono alle corde con margini di profitto ridotti.Che fare quindi. Il Prof. Mele non ha dubbi “di fronte ad una inflazione che tenderà a rimanere tale per tutto il 2023 la BCE non avrà margini di intervento dal momento che le cause inflattive dipendono da fattori esogeni. Se il nostro modello di Wavelet Analisys sarà corretto, la riduzione delle forniture di gas porterà una recessione che durerà per almeno 2.61 anni. Ed allora, il nuovo Governo, che necessiterà di una struttura tecnica altamente qualificata al MEF e al MISE, dovrà utilizzare la politica economica delle regole riformando il mercato elettrico sganciandolo da quello del gas, destinando la maggior parte dell’energia prodotta delle rinnovabili alle imprese, al fine di abbatterne i costi, e applicando una spending review volta ad utilizzare il risparmio prodotto verso interventi compensativi a famiglie ed imprese”.
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Incertezza economica e aspettative dei dipendenti
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Il nuovo studio BCW Expectations at Work, che ha coinvolto oltre 13.000 persone di cinque differenti settori in 15 Paesi in tutto il mondo, rivela che per un lavoratore su due un’occupazione stabile (52%), un posto di lavoro comodo e sicuro (50%), stipendio e benefit (49%) e la cultura del lavoro (48%) sono gli aspetti più importanti tra i 62 proposti in relazione a cinque dimensioni dell’esperienza di un dipendente.A livello globale, il 50% dei dipendenti non prevede di cambiare l’attuale occupazione nei prossimi 12 mesi, e questa intenzione registra un aumento del 18% per chi si dichiara soddisfatto di aspetti fondamentali quali stipendio, stabilità e posto di lavoro. Ma per le organizzazioni che, oltre a soddisfare queste richieste, si impegnano a creare una cultura del lavoro positiva, l’intenzione di rimanere aumenta del 24%, così come la soddisfazione professionale aumenta del 56% e c’è un 68% in più di possibilità che il dipendente dia un giudizio positivo del proprio responsabile. Le cifre indicate sono addirittura superiori tra i dipendenti Millennial e della Generazione Z, che si dichiarano più intenzionati a restare (30%) quando tutte queste esigenze vengono soddisfatte rispetto a chi lavora in organizzazioni che non lo garantiscono.In Italia, le tre aspettative principali tra i dipendenti sono in linea con le tendenze globali: un’occupazione stabile (58%), un posto di lavoro comodo e sicuro (55%) e uno stipendio remunerativo (54%). Seguono i permessi pagati (54%) e l’indennità di malattia (51%). Inoltre, tra le 10 principali aspettative di un dipendente, in sesta posizione (51%) rispetto al 16° posto (45%) a livello globale, ci sono anche la richiesta di un carico di lavoro gestibile e pretese ragionevoli da parte del datore di lavoro. Seguono, al 50%, un adeguato piano pensionistico, la fiducia nei manager e strumenti e tecnologia (7° posto). In netto contrasto con i risultati globali, solo un elemento tra tutti quelli che determinano la cultura del lavoro conquista la top 10 delle attese dei dipendenti in Italia, ossia una comunicazione interna aperta e onesta (49%). È interessante osservare che, tra i dipendenti appartenenti alla Generazione Z in Italia, fattori importanti quali stipendio e benefit si collocano solo al 22° posto (indennità di malattia e assicurazione sulla vita, al 48%), a differenza dei Baby Boomer che indicano come esigenza prioritaria uno stipendio remunerativo (al 1° posto con il 69%).Oltre ad analizzarne le aspettative, lo studio ha approfondito anche la valutazione del datore di lavoro da parte dei dipendenti, considerando tutte le dimensioni dell’esperienza lavorativa. Sono la cultura e la leadership le aree in cui le organizzazioni devono recuperare terreno per soddisfare le attese dei dipendenti, soprattutto quelli delle generazioni più giovani, che hanno maggiori aspettative in questo ambito. Dal confronto tra le aspettative nei confronti dei datori di lavoro e la valutazione delle loro effettive prestazioni, emerge un gap medio di 17 punti tra quello che i dipendenti si aspettano e quello che vivono ogni giorno in fatto di benessere (16 punti), comunicazione interna (17 punti), democrazia sul posto di lavoro e voce dei dipendenti (16 punti) e leadership (17 punti), che sono le aree principali in cui le organizzazioni devono darsi da fare per colmare la distanza con i propri dipendenti.In Italia il gap tra le attese dei dipendenti e il vissuto quotidiano è molto più ampio – evidenziando sia l’elevato livello delle aspettative in quest’area sia l’impegno che i dipendenti ritengono debba essere messo in campo per soddisfarle, soprattutto in relazione alla leadership dei top manager. Sono infatti significativi i gap relativi a riconoscimento dei dipendenti (20 punti), benessere (24 punti), oltre a efficacia della leadership e capacità di prendere decisioni (21 punti). Lo studio ha rivelato anche forti differenze nelle aspettative delle diverse generazioni. I dipendenti della Generazione Z considerano quasi tutti i componenti della leadership e della cultura del lavoro più importanti dello stipendio ricevuto, che si colloca al 25° posto su 62 (il 45% li considera molto importanti), mentre i Baby Boomer attribuiscono allo stipendio e ai benefit la priorità rispetto a quasi tutte le prerogative di leadership e cultura, con il salario in seconda posizione (49%) dopo la sicurezza lavorativa (52%). Anche le aspettative rispetto ai manager di riferimento sono diverse a seconda della generazione. Per esempio, i dipendenti della Generazione Z affermano di apprezzare maggiormente le soft skill, come il supporto e l’empatia, che sono avanti di 11 posizioni rispetto alle altre generazioni. I Millennial, invece, sostengono di preferire i manager che dimostrano apprezzamento e offrono opportunità di crescita, avanti di 11 posizioni rispetto alle altre generazioni. Per la Generazione X e i Baby Boomer, invece, la fiducia e l’equità nei processi decisionali sono al vertice della classifica delle aspettative vero i propri responsabili diretti. Per maggiori informazioni sullo studio di BCW Expectations at Work, dal sito: https://www.bcw-global.com/p/expectations-at-work
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Emergenza economica, emergenza giustizia, emergenza criminalità
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 settembre 2022
Siamo in piena emergenza a vari livelli. La crisi economica che stiamo vivendo è un’emergenza spaventosa: l’impoverimento, causato anche dagli anni di pandemia, è stato recentemente aggravato dalla crisi energetica, che sta avendo un effetto devastante sulla vita di tante famiglie. Il senso di precarietà che nasce dalla guerra in Ucraina aumenta ancora di più la paura nel futuro. Lo Stato, che dovrebbe essere a tutela e garante dei cittadini, viene da tempo percepito come un tiranno: da anni si subiscono passivamente scelte governative che gira e rigira, hanno avuto una ricaduta negativa maggiormente sul ceto medio-basso, la fascia sociale che invece avrebbe avuto necessità di maggiore supporto. La percezione che la giustizia sia inefficace, a causa della lungaggine dei processi, dell’ “l’incertezza” anziché la certezza della pena, fa crescere ancora di più la sfiducia nello Stato e nelle Istituzioni. Da tutto ciò trae costante beneficio e crescita l’altra emergenza, quella della criminalità organizzata, che è ormai così capillarmente diffusa da aver raggiunto con i suoi tentacoli ogni settore della vita sociale. La povertà purtroppo spinge verso la criminalità. E ciò che fa male e constatare che in alcuni contesti sia considerata benefattrice, poiché permette di “lavorare”, di guadagnare… e sono interessate da questo sporco giro non solo le attività imprenditoriali, ma anche le piccole attività commerciali e artigianali. È desolante, ma è necessario dirsele queste cose, è necessario parlarne, farle emergere per svegliare la coscienza di tutti. Non è più tempo di nascondere la polvere sotto il tappeto! Guardiamo in faccia la realtà e adoperiamoci a cambiare attraverso le singole scelte quotidiane! By Pino Masciari
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Florovivaismo e crisi economica
Posted by fidest press agency su martedì, 26 luglio 2022
Il florovivaismo italiano, con le sue 24 mila imprese del settore capaci di fatturare complessivamente quasi 3 miliardi di euro, paga doppio il prezzo della crisi economica. Deve fare i conti, infatti, da una parte con l’aumento dei costi di produzione (+74%, dai 17 mila di incremento medio a quasi 36 mila euro) per rincari importanti soprattutto su fertilizzanti (+170%) ed energia (+120%), dall’altra con l’inflazione all’8% e il calo graduale delle vendite di piante e fiori. A lanciare l’allarme è Cia-Agricoltori Italiani insieme alla sua Associazione Florovivaisti Italiani che oggi, a Roma, ha tenuto l’incontro sui cambiamenti per il settore coinvolgendo Copa-Cogeca, Crea, AIPSA e ASPROFLOR Comuni fioriti.L’Italia è il terzo Paese Ue per produzione di piante e fiori e, dati Crea alla mano, ha già raggiunto livelli importanti nel 2021 quando, con il verde in tendenza, è aumentato del 5% il prodotto floricolo e l’export è arrivato a quota record un miliardo. Da marzo a questa parte però, con l’insorgere del conflitto Russia-Ucraina, c’è una flessione del 3-4% difficile da recuperare, soprattutto per beni che non sono di prima necessità, ma che comunque stanno risentendo di aumenti importanti su materie prime strategiche (sementi, piantine, torbe e imballaggi), come della siccità con danni al comparto già oltre il 30%.Per Florovivaisti Italiani occorre, dunque, recuperare lucidità e visione, a livello nazionale ed europeo. Bisogna contrastare speculazioni e concorrenza sleale, salvaguardare la qualità del prodotto Made in Italy e Ue, nel segno della distintività. Serve, poi, una programmazione per il mercato dei substrati, la cui domanda cresce del 15% ogni anno, complice la riscoperta del giardinaggio, ma preoccupa in termini di sostenibilità. Il florovivaismo -ricorda l’Associazione- deve preservare il suo ruolo nella transizione green.Detto questo, resta fermo il punto dei Florovivaisti Italiani sulla necessità di misure a supporto del settore: dall’estensione del credito di imposta anche per il gasolio ad uso riscaldamento alla cancellazione dei contributi dei datori di lavoro in scadenza a metà settembre. Andranno sanate le gravi mancanze del Decreto Aiuti sui fondi per l’agricoltura e contemplando anche filiere cruciali (substrati, piantine, concimi e vasetteria).
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Previsioni di ripresa economica
Posted by fidest press agency su martedì, 22 marzo 2022
Una nuova ricerca1 commissionata dal provider di ETP GraniteShares, la prima società a lanciare ETP a leva singola su singole azioni su Borsa Italiana, mostra come i maggiori trader in Italia si aspettino un boom dei volumi scambiati, contando su anno molto positivo per l’economia, che sostenga anche un aumento degli investimenti.Due trader intervistati su tre (il 65%) prevedono di effettuare un numero di operazioni nel 2022 superiore all’anno precedente, con un 21% che afferma che saranno molto superiori. Lo studio condotto ha evidenziato che oltre la metà dei trader (il 51%) ha dichiarato che i volumi di scambio cresceranno a fronte di aspettative positive sulla performance dell’economia italiana; il 39% prevede un aumento dei profitti e il 34% ritiene che le imprese italiane, rispetto allo scorso anno, siano sottostimate dal mercato, rappresentando dunque una buona opportunità di investimento. Il 29% infine ritiene che le azioni italiane vedranno crescere il loro valore quest’anno.Ai fattori che potrebbero trainare un aumento dei volumi di trading deve essere aggiunto l’attuale conflitto in Ucraina. Il 58% degli intervistati ha infatti dichiarato che le proprie operazioni sono aumentate dall’inizio di questa nuova crisi. Per il 29% la guerra in Ucraina porterà a una maggiore volatilità dei prezzi, creando così più opportunità di investimento. La ricerca di GraniteShares ha evidenziato anche che il trading in Italia è decollato con la crisi del Covid-19. L’82% di chi ha partecipato al sondaggio ha dichiarato di aver aumentato le sue attività o addirittura di avere iniziato a fare trading proprio a seguito del suo inizio.Will Rhind, fondatore e CEO di GraniteShate, ha dichiarato: “I trader italiani che investono almeno 1000 dollari al mese in azioni sono fiduciosi guardando al 2022 e, rispetto allo scorso anno, intendono aumentare i volumi di scambio. Parte di questa fiducia è da ricondurre all’ottimismo circa le performance dell’economia italiana, ma anche al fatto che i trader aumentano i loro introiti con l’aumento delle operazioni e che molte imprese italiane sono sottostimate, rappresentando una buona opportunità di investimento. Inoltre, c’è stato un aumento generale dell’interesse per il trading durante la pandemia e un cambiamento che ha portato i maggiori investitori ad adottare strategie che una volta erano prerogative degli istituzionali.” In generale, il trading azionario nel nostro Paese è cresciuto da quando è iniziata la pandemia di Covid-19 e lo studio di GraniteShares ha messo in mostra come il 43% dei trader si sia trovata a gestire maggiori investimenti da allora. Inoltre, si è registrata anche una forte domanda di report di analisti e di dati nelle imprese, con il 94% degli intervistati che ritiene siano importanti per approntare le proprie strategie di investimento. By Luca Maranesi
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XI edizione del Master in Sicurezza Economica, Geopolitica e Intelligence
Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 febbraio 2022
Roma. 25 febbraio – 22 luglio 2022 Piazza San Marco 51. Al via le iscrizioni. si propone di formare esperti in geopolitica e geoeconomia con specifiche competenze nel campo dell’intelligence istituzionale ed economica, in grado di garantire la sicurezza di risorse ed investimenti. L’attuale contesto è caratterizzato dalla disponibilità di un’ampia quantità di informazioni e da scenari estremamente complessi ed in continua evoluzione che comportano nuovi rischi e pongono nuove esigenze di sicurezza; per questo, sono sempre più richiesti profili professionali dotati di concreta professionalità nell’organizzare e gestire l’attività di intelligence attraverso gli strumenti informatici delle nuove tecnologie digitali e in generale, nel campo delle strategie di utilizzo delle informazioni ai fini della sicurezza e della intelligence. Il Master della SIOI ha l’obiettivo di far acquisire le capacità di analisi dei rischi e delle opportunità dei mercati e dei settori industriali attraverso l’elaborazione di informazioni politiche, economiche, socio-culturali e di sicurezza, utili ad effettuare scelte strategiche efficaci sia per il mondo istituzionale, nazionale ed internazionale sia per quello delle imprese. Le lezioni si svolgeranno in modalità web live da febbraio a maggio 2022 e in modalità blended (online e in presenza) da giugno 2022, il venerdì pomeriggio dalle 14.00 alle 17.00 e il sabato dalle 9.30 alle 12.30.
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Ripresa economica sulla pelle dei consumatori e coi soliti furbi?
Posted by fidest press agency su giovedì, 23 dicembre 2021
Tutti in crisi, pieni di debiti, stipendi “al palo”, commercianti chiusi da tempo e che ora, più o meno responsabilmente, hanno riaperto e i consumatori rifrequentano le loro botteghe. Ma a quale prezzo e con qual prospettiva? Facciamo alcuni casi fiorentini, città notoriamente non economica, ma che ha vissuto e vive al pari di altre tutta la realtà e le conseguenze del covid, con l’aggravante che essendo il turismo uno dei settori più colpiti, in una città che vive molto di turismo, la crisi dovrebbe essere peggiore. Divertimenti natalizi per eccellenza sono mercatini e attrazioni stagionali. A Firenze è stata installata una ruota panoramica alla Fortezza dove, per salirci, con pagamento possibile solo in contanti, occorrono 12 euro (DODICI)… e se si decide di fare uno spuntino nelle mangiatoie che accerchiano questa Ruota, occorre essere disinvolti e attenti, pena essere spennati. Stessa spennata nella mangiatoia di piazza Santa Croce dove, a parte alcuni venditori realmente nord-europei e con prezzi più o meno giusti, il resto è solo cibo+cibo+cibo a prezzi stellari e con qualità e igiene discutibile. Ma per non farsi mancare niente, in una pizzeria al taglio, zona piazza dei Ciompi, tavolini al sole decembrino, due pezzetti di pizza di 15×15 cm + mezzo litro di minerale… 24,30 euro… pizza col lievito madre… ma pizza (farina e acqua, senza particolari indicazioni su origine e qualità dei due elementi) e, tra l’altro, al forno elettrico e salviette di carta.Il solito lamento di chi non capisce e non dà valore al lavoro dei poveri bottegai che non hanno più neanche gli occhi per piangere? E i nostri occhi? Non dovevamo fare comunità per affrontare meglio la crisi e venirne tutti fuori? E’ tutto inutile e siamo degli inguaribili individualisti e profittatori? Può anche darsi, come è possibile anche il contrario. Ma crediamo giovi a tutti, bottegai inclusi, che se ne parli. COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC http://www.aduc.it
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Perché quando ci sono difficoltà va rafforzata la democrazia civica ed economica
Posted by fidest press agency su venerdì, 3 dicembre 2021
Viviamo in difficoltà, pandemia. Basta un annuncio (Omicron, Sud Africa) e – nervi tesi e giustificabili prevenzioni – si va quasi in tilt: sembra che sia una variante non particolarmente pericolosa. Vedremo. Ma nessun problema: meglio abbondare che non aver fatto il giusto. E’ bene che se ne parli e che le autorità ci informino sugli sviluppi.Nei giorni scorsi il sen. Mario Monti ha auspicato, vista la situazione pandemica, un controllo statale dell’informazione come se fossimo in una guerra:nonostante l’autorevolezza dell’ex-premier, sembra che la cosa sia rimasta lì, finita nella macchina dei commenti.Domenica scorsa in Svizzera si è tenuto un referendum sul pass sanitario, ed è stato vinto dai favorevoli, dimostrando che la democrazia non va temuta: in Italia tanti erano terrorizzati dalla firma digitale sui referendum per il rischio di altrettanto referendum, ma i promotori non hanno raccolte le firme per indirlo.Tariffe alle stelle per gas, elettricità e carburanti. Sembrava fosse crisi passeggera per cui lo Stato è intervenuto attenuando temporaneamente gli aumenti, anche se solo per gas ed elettricità. La crisi è tutt’altro che passeggera: per eventuali ribassi si parla, forse, della fine dell’anno prossimo (1). Le tariffe energetiche condizionano tutta l’economia: perché lo Stato non interviene per favorire al massimo la concorrenza, ridimensionando in modo permanente la fiscalità di gas ed elettricità e quel quasi 70% di imposte dei carburanti? Quattro esempi che ci danno il polso di un metodo (democrazia, libertà e concorrenza) che, quando è tale favorisce la comunità civica ed economica. Ma, mentre per la comunità civica i tre esempi che abbiamo riportato sembra che stiano impedendo il peggio, non si può dire altrettanto per la comunità economica. Dobbiamo farci molto più male? COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
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Convegno “Donne e violenza economica”
Posted by fidest press agency su sabato, 23 ottobre 2021
Parma lunedì 25 ottobre, dalle 14 alle 18.30, nell’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Ateneo (via Università, 12). L’appuntamento potrà essere seguito anche in modalità on line Il convegno “Donne e violenza economica: prevenirla e combatterla con l’educazione finanziaria” è organizzato da Doriana Cucinelli e da Maria Gaia Soana, docenti di Economia degli Intermediari Finanziari al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma. Rappresenta una delle iniziative promosse dal Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG) dell’Ateneo all’interno del progetto “Non solo 25 Novembre” e vede anche il patrocinio dell’Associazione nazionale consulenti finanziari, dell’Associazione dei docenti di economia degli intermediari e dei mercati finanziari e finanza d’impresa, e del Comune di Parma. La conferenza si inserisce inoltre nell’ambito delle iniziative “Ottobre Edufin”, rassegna di eventi patrocinati nel mese di ottobre dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria con lo scopo di accrescere le conoscenze di base sui temi assicurativi, previdenziali e di gestione e programmazione delle risorse finanziarie personali e familiari. Diviso in due sessioni, il convegno, rivolto a studenti, associazioni e a tutta la società civile, affronterà dunque i temi della violenza economica e dell’educazione finanziaria con un approccio multidisciplinare. La prima tavola rotonda verterà sui profili giuridici, psicologici e sociali della violenza economica: interverranno Fausto Pagnotta, Veronica Valenti e Nadia Monacelli (Università di Parma), Samula Frigeri (Centro Antiviolenza di Parma), Nicoletta Paci (Comune di Parma – Assessore alla Partecipazione e ai Diritti dei cittadini). A moderare sarà Anna Maria Ferrari (Gazzetta di Parma). La seconda tavola rotonda svilupperà invece il tema dell’educazione finanziaria delle donne intesa come strumento per prevenire e combattere la violenza economica: le relatrici saranno Doriana Cucinelli e Maria Gaia Soana (Università di Parma), Marilisa Guida e Cristiana Rampazzi (Banca d’Italia), Manuela Prandini (Penso a Te) e Annamaria Lusardi, docente di Economics and Accountancy alla George Washington University School of Business e Direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. A moderare sarà Giulio Tagliavini (Università di Parma). La partecipazione (online o in presenza) dovrà avvenire previa iscrizione al link https://forms.gle/6unaNQu7XertcYq38.
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Castelli: Ripresa economica e green-pass
Posted by fidest press agency su sabato, 31 luglio 2021
“I dati della ripresa, sia sui consumi che sul Pmi, sono buoni. Non è un motivo per festeggiare ma per continuare ad agire come abbiamo fatto, quindi con risorse concrete che riportano la produzione italiana al centro”. Lo ha detto, intervenendo a SKY Tg24 Economia, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.“Penso ai dati delle esportazioni – ha proseguito – che sono tra i più positivi degli ultimi anni e che hanno prospettive di crescita. Unire le forze è stato necessario e positivo, visti i dati, e i prossimi mesi saranno dedicati alla costruzione di una manovra finanziaria che guarderà chiaramente in questa prospettiva. Dovremo mettere a terra ulteriori misure, anche in termini di politica industriale, per sostenere il nostro settore produttivo”. E rispondendo ad una domanda del conduttore, sul Green Pass, ha aggiunto: “Ci permette di tenere aperte le attività e di non immaginare più nessuno lockdown. Non vogliamo più vivere ciò che abbiamo vissuto. Abbiamo un sistema economico che ha sofferto moltissimo e che non potrebbe sopravvivere ancora con ulteriori cadute come quelle che abbiamo vissuto. Questa è sicuramente una misura che ci permette di guardare avanti e di poter spingere su quei settori che hanno ancora bisogno di sostegno. Questo faremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”.
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“Occupazione e aspettative: gli obiettivi della politica economica”
Posted by fidest press agency su venerdì, 18 giugno 2021
A cura di Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset, e Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management. Nel Paese nord-americano ci sono pochi dubbi sul fatto che la priorità della politica economica sia il recupero occupazionale. Nonostante i dati del mercato del lavoro (non-farm payrolls) di aprile siano usciti più deboli del previsto, l’obiettivo delle manovre messe in atto è favorire il reintegro dei posti di lavoro persi a causa della pandemia (oltre 7,5 milioni) e, allo stesso tempo, far aumentare il tasso di partecipazione, ossia portare a rientrare nella forza-lavoro parte delle persone scoraggiate o spaventate dal Covid (tra 2,5 e 4,5 milioni di lavoratori), per reintegrare le quali il recupero occupazionale deve spingersi oltre gli 8 milioni di posti. In tale ottica, la Fed ha già da tempo comunicato di privilegiare l’occupazione rispetto al controllo dell’inflazione nell’ambito del suo duplice mandato. Una linea di pensiero mantenuta anche dopo i dati di inflazione sorprendentemente elevati di maggio: l’overshoot tecnico dovuto all’effetto base (la crescita dell’indice dei prezzi al consumo è stata calcolata sui livelli estremamente depressi di un anno fa) dovrebbe essere transitorio. Ciò che resta da capire è dove l’inflazione si assesterà una volta svanito questo impatto passeggero: il mercato si aspetta un punto di arrivo al di sopra del riferimento del 2%, ma non eccessivamente, intorno al 2,5%. Un livello quindi apparentemente tollerabile, considerati anche gli ultimi anni di inflazione estremamente debole. Qualora le aspettative del mercato fossero corrette, vorrebbe dire che la cooperazione tra la politica fiscale e quella monetaria sarebbe stata efficace. Il pericolo maggiore, in tal senso, arriva dai piani di spesa previsti dall’amministrazione Biden. Come dichiarato ufficialmente, questi sono volti in modo primario a ridurre gli squilibri sociali in un Paese in cui la pandemia, complice la mancanza di ammortizzatori sociali adeguati, ha esacerbato le disuguaglianze: diversi studi dimostrano come le classi maggiormente colpite dal virus, sia dal punto di vista economico/lavorativo che da quello medico, siano quelle con un livello di istruzione inferiore. Nel tentativo di livellare le differenze sociali, le misure previste dai programmi governativi potrebbero portare a una risalita dei salari con il rischio della ricomparsa dell’inflazione salariale (grazie alla nota Curva di Phillips, che negli ultimi anni sembra però del tutto sopita), la componente più persistente della crescita dei prezzi. Un discorso analogo vale per l’Europa dove, nonostante un’inflazione proiettata ancora a lungo al di sotto del target del 2%, la difficoltà della BCE nel rialzare i tassi di interesse, per mancanza di mezzi e/o di volontà, dovrebbe mantenere i tassi reali in territorio abbondantemente negativo per molto tempo.Anche nel Vecchio Continente, quindi, prevale la linea morbida: le istituzioni paiono disposte a rischiare di agire in ritardo (“behind the curve”) pur di non arrestare lo slancio che le economie degli Stati membri stanno guadagnando con i progressi nei piani di vaccinazione. Tuttavia, l’inflazione europea secondo il mercato non riesce a risollevarsi dall’1,5%, al di là degli effetti base anche qui di breve respiro. In ogni caso, l’effetto collaterale di questo policy mix globalmente accomodante ed espansivo è l’esplosione del debito pubblico, arrivato sui massimi di sempre minando la stabilità finanziaria di molti Paesi della regione, Italia in primis. Ad oggi, la banca centrale è al margine l’unico compratore netto di BTP, una funzione che, unitamente ai tassi ai minimi storici, risulta cruciale per garantire la sostenibilità del debito pubblico italiano, almeno nel breve termine. Nel frattempo, sta prendendo forma il National Recovery and Resilience Plan (NRRP) nell’ambito del piano comunitario Next Generation EU: composto per il 50% da misure finalizzate a promuovere la digitalizzazione e la “green revolution” (la transizione verde verso modelli più sostenibili), libererà €182 miliardi di risorse aggiuntive, concentrate negli anni tra il 2022 e il 2024. Il Governo stima che queste manovre dovrebbero portare il PIL nominale su un livello prossimo al 6% nei prossimi due anni: con i tassi di interesse sotto controllo grazie all’effetto anestetizzante della BCE, questa maggiore crescita si rivelerebbe senza dubbio determinante per la stabilizzazione del rapporto debito/PIL del nostro Paese. Per comprendere se l’Italia si sia effettivamente instradata in un percorso virtuoso di crescita, quindi, i dati da qui a fine anno saranno molto indicativi della reale efficacia degli investimenti pubblici e delle misure atte a rilanciare investimenti aziendali e consumi. Poi, quando entreranno in gioco le risorse europee, a partire dall’anno prossimo, queste dovranno essere sfruttate per attuare quelle riforme strutturali in grado di sostenere la crescita potenziale. (abstract)
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Al via gli Stati Generali dell’Intelligence Economica e del Security Management
Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 giugno 2021
Roma. Online venerdì 11 giugno 2021 (ore 10:00-17:00) Nel proseguire il percorso, avviato nel 2010, di promozione, didattica e ricerca sul tema dell’”Intelligence Economica”, il CeSIntES – Centro di Studi e Ricerche interdisciplinare del Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa “Mario Lucertini” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, che svolge attività di ricerca e formazione di eccellenza sui temi dell’Intelligence Economica e Security Management – ha organizzato per l’intera giornata di Venerdì 11 giugno 2021 la nuova edizione degli “Stati Generali dell’Intelligence Economica e del Security management”, in modalità webinar, sul tema della “uscita dal tunnel”, con la media partnership dell’agenzia di stampa DIRE. Il tunnel è evidentemente quello della pandemia, che impone ad Aziende e Sistema-Paese di essere resilienti da un punto di vista sia sanitario sia economico. Resilienza non come ripristino di situazioni precedenti alla pandemia, ma come “disruption” per ripartire con quanto di buono esisteva, azzerare quel che non funzionava, e concentrare risorse, know how e capacità di innovazione, per una riprogettazione della società e dei suoi equilibri, soprattutto economici ed occupazionali.Gli Stati Generali dell’11 giugno coinvolgeranno esperti e rappresentanti di Istituzioni ed Aziende per apportare alla discussione conoscenza e competenze che spazino dagli aspetti relativi alla convivenza in sicurezza durante la prossima fase della pandemia, fino alle risposte che il sistema deve dare in termini di sicurezza economica e di competitività economica delle proprie aziende. Tra i relatori ad ora confermati: Bernardo Argiolas (PCM, Coordinatore Servizio attività propedeutiche all’esercizio dei poteri speciali); Isabella Corradini (CeSIntES, Centro Ricerche Themis Presidente e Direttore Scientifico); Luisa Franchina (CeSIntES, Partner Hermes Bay); Barbara Martini (Tor Vergata, Professore Aggregato di Ingegneria); Francesco Ceccarelli (ENEL, Head Security governance and Business intelligence); Angelo Spena (CeSIntES, Professore Ordinario Ingegneria Tor Vergata); Nicola Bonaccini (CeSIntES, Esperto di comunicazione integrata); Gianluca Ansalone (Novartis Italia, Head of Public Affairs); Massimo Marrocco (CeSIntES – AIPROS, Presidente); Giuseppe Accardi (CeSIntES – COOPSERVICE, Direttore Area Centro Italia); Pierluigi Pelargonio (CeSIntES – SKY, Responsabile Security); Fabrizio Di Staso (ATAC, Responsabile Security); Massimo Giannini (CeSIntES, Coordinatore); Francesco Farina (CeSIntES, Direttore). L’edizione 2021 degli Stati Generali dell’intelligence economica e del security management sarà dedicata al ricordo di Bruno Pellero, che tanto entusiasmo e tanti contenuti ha messo nella realizzazione delle precedenti edizioni ed in generale nelle iniziative del CeSIntES.
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Biden Boom: siamo alle porte di una nuova era di espansione economica?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 Maggio 2021
A cura di Giuseppe Zaffiro Puopolo, Portfolio Manager di Moneyfarm. Dopo i primi 100 giorni in carica, Joe Biden si è trovato a gestire un’inversione di tendenza economica così drastica che neanche gli analisti più ottimisti avrebbero potuto prevedere. A poco più di un anno da quando il mondo ha sentito parlare per la prima volta di Covid 19, i dati sulla crescita economica degli Stati Uniti stanno entusiasmando investitori e commentatori a tal punto da far parlare di nuovo boom e dell’inizio di una nuova era all’insegna dell’espansione economica.In questo contesto di ottimismo ha preso forma il piano di investimento da 2 trilioni di dollari di Biden. Completando il già ampio American Rescue Plan varato negli scorsi mesi, il nuovo decreto include tra le altre cose un piano di investimenti per ammodernare un sistema di infrastrutture che ha un disperato bisogno di modernizzazione, nonché un consapevole spostamento verso l’energia verde. È probabile che centinaia di miliardi saranno assegnati ad aree come i trasporti, industria ed edilizia abitativa, nel più grande pacchetto economico mai approvato da Washington. Il pacchetto è stato annunciato come un potenziale balzo in avanti per un’economia rinomata per la sua capacità di innovare e per la resilienza, confermate dai risultati straordinari che arrivano da praticamente tutti i settori dell’economia a stelle e strisce (la sorpresa economica sull’ultima stagione degli utili ha superato il 20%). Se il Covid-19 ha costretto le aziende a ibernarsi, il grizzly sembra pronto a riemergere dal letargo per mettersi a caccia di nuove opportunità nell’economia globale. Non a caso siamo in piena primavera. La prospettiva della ripresa è stata per mesi la luce in fondo al tunnel che ha animato i mercati, un’opportunità per immaginare un’uscita positiva dall’emergenza. Il piano infrastrutturale di Washington aiuta a collocare questa opportunità nella realtà, fornendo alcuni dettagli necessari per chiarire il quadro e garantendo una prospettiva di ottimismo che vada oltre la mera speranza di sopravvivere. C’è un precedente storico che solletica la fantasia dei più ottimisti: negli anni ’60 l’amministrazione Kennedy approvò un ampio piano di tagli fiscali, che portarono a oltre 100 mesi di espansione economica nel decennio successivo. I salari statunitensi aumentarono di un terzo in quella decade, e anche le entrate fiscali del governo crebbero vertiginosamente. Difficile fare un paragone, ma è comunemente accettato che le decisioni politiche ebbero un ruolo chiave nel far partire quella fase di espansione e, la spinta pubblica verso la crescita economica non è mai stata forte come negli ultimi mesi. Senza proiettarci troppo nel futuro, i segnali di ripresa economica nel 2021 possono essere trovati sia nei primi dati, sia nelle proiezioni degli economisti. Negli Usa, le previsioni di crescita economica reale per il primo trimestre si attestano intorno al 7% o all’8%, sulla base di dati parziali. È significativo che la maggior parte degli economisti si aspetti che la tendenza continui almeno per il resto dell’anno solare. I dati del FMI suggeriscono una previsione media di crescita del 6,4% nei quattro trimestri del 2021. Se le proiezioni sono accurate, quest’anno rappresenterà il migliore per la crescita dal 1984, anch’esso preceduto da una profonda recessione. L’enorme afflusso dei dollari stampati dalla Fed e distribuiti dalla Casa Bianca ha aiutato le famiglie a risparmiare moltissimo durante il lockdown. Il tasso medio di risparmio del reddito disponibile negli Stati Uniti prima della pandemia era del 7,5%. Nel 2020, questa cifra è balzata al 16,3%, circa 1,4 trilioni di dollari di risparmi extra. Questo denaro dovrà trovare una collocazione una volta che l’economia si sarà completamente aperta e la fiducia sarà riacquisita.Certo i rischi non mancano. È importante sottolineare che il virus potrebbe ancora avere delle recrudescenze se i vaccini iniziassero a dimostrarsi inefficaci contro le varianti del Covid-19. In particolare, ci sono preoccupazioni che l’espansione monetaria possa far crescere l’inflazione, mentre l’aumento del debito pubblico potrebbe causare grattacapi nel medio termine. I giganteschi piani di transizione ambientale hanno spinto al rialzo il prezzo di alcune materie prime (come il rame e i metalli industriali). La pandemia continua a creare problemi sulle catene di approvvigionamento globale, con l’India – un importante esportatore di materie prime – ora in prima linea. Prodotti specifici come i semiconduttori sono molto richiesti, ma l’offerta fa fatica a tenere il passo della domanda. Questi sono tutti fattori che rafforzano la narrativa di coloro che pensano che la Fed farà fatica a mantenere il suo impegno di non aumentare i tassi prima del 2023 – uno dei critici più duri della Banca Centrale è stato l’ex Segretario del Tesoro Larry Summers.
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“Real Estate e ripresa economica: il ruolo di Milano”
Posted by fidest press agency su giovedì, 25 giugno 2020
Milano. Da alcune settimane, l’Italia è entrata nella fase di ripartenza, con la ripresa delle attività costrette a un periodo forzato di interruzione causa lockdown. Anche il settore Real Estate deve affrontare una serie di problematiche e di sfide per rimettere in moto le dinamiche delle varie asset class, in particolare in una città come Milano che, prima dell’emergenza COVID-19, era al centro dell’interesse dei grandi player e investitori nazionali ed esteri.Per analizzare la situazione attuale del comparto e pianificare una possibile ripartenza dal punto di vista di operatori sia pubblici che privati, American Chamber of Commerce in Italy ha organizzato il webinar “Real Estate e ripresa economica: il ruolo di Milano”. All’evento virtuale hanno partecipato Roberto Tasca, Assessore al Bilancio e Demanio del Comune di Milano, con un intervento sulle prospettive di valorizzazione economico-sociale post COVID-19 del patrimonio immobiliare della città con un’attenzione al tema ambientale, Mario Abbadessa, Senior Managing Director e Country Head Hines Italy, che si è focalizzato sui progetti real estate nell’area milanese legati alla rigenerazione in chiave di sostenibilità, al living e alla logistica, Giovanna Della Posta, AD di Invimit SGR, che ha portato la sua esperienza relativa a investimenti immobiliari su beni pubblici a Milano ma anche in altre città italiane e Paola Ricciardi, Country Managing Director Duff & Phelps in Italia.In particolare, durante il suo contributo, Paola Ricciardi ha commentato: “In questo momento, dare una view complessiva sul mercato immobiliare non è semplice, in quanto ci sono poche evidenze oggettive sulle quali basare delle previsioni. Il lockdown ha indubbiamente congelato la situazione per tre mesi, anche se a Milano le transazioni nel primo semestre hanno registrato una lieve flessione rispetto al periodo dello scorso anno. Molte operazioni sono state sospese e non cancellate, ma semplicemente rimandate. Le prospettive macro-economiche indicano per il 2020 una contrazione del PIL italiano di circa il 10%, con un impatto che si rifletterà inevitabilmente sulla salute delle imprese e indirettamente sul valore degli immobili.
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La recessione economica causata dal COVID-19 colpisce duramente i rifugiati siriani
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 giugno 2020
Il numero di rifugiati vulnerabili che non dispongono delle risorse essenziali per sopravvivere in esilio è aumentato drasticamente per effetto dell’emergenza di salute pubblica. Le comunità che accolgono rifugiati nei Paesi confinanti con la Siria vivono privazioni analoghe. Molti rifugiati hanno perso quelli che erano redditi già esigui, ritrovandosi costretti a ridurre i consumi più essenziali, compresi l’acquisto di cibo e farmaci.Le famiglie rifugiate si stanno indebitando sempre di più e non riescono a pagare l’affitto. I rischi relativi alla protezione sono in aumento, compresi quelli legati a lavoro minorile, violenza sessuale e di genere, matrimonio precoce e altre forme di sfruttamento.Dall’inizio della crisi sanitaria, l’UNHCR ha erogato assistenza d’emergenza in contanti a un numero aggiuntivo di quasi 200.000 rifugiati presenti in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia che, in precedenza, non avevano ricevuto aiuti finanziari, e ha implementato altre misure volte ad attenuare l’impatto della pandemia. Questi cinque Paesi, da soli, accolgono oltre 5,5 milioni di siriani, la popolazione di rifugiati più numerosa su scala mondiale. L’agenzia intende garantire aiuti ad almeno altri 100.000 rifugiati mediante pagamenti una tantum.Tuttavia, molti rifugiati non sanno ancora in che modo faranno fronte alla crisi. In Giordania, per esempio, solo 17.000 su 49.000 famiglie vulnerabili individuate recentemente hanno ricevuto aiuti d’emergenza in contanti, dato che l’UNHCR non ha a disposizione i fondi necessari per ampliare i propri programmi. L’Agenzia sta lavorando coi partner che supportano le comunità locali che accolgono rifugiati. Nove rifugiati siriani su dieci presenti nella regione vivono in paesi o villaggi e non all’interno di campi. La maggior parte vive in aree a reddito basso. Le comunità di accoglienza hanno mostrato enorme solidarietà, nonostante la perdita dei propri mezzi di sussistenza a causa della pandemia.Al di là dell’emergenza immediata, assicurare supporto continuo ai sistemi nazionali costituisce una priorità. Sono stati fatti passi fondamentali per assicurare che i rifugiati fossero inclusi nei piani nazionali di risposta al COVID-19 adottati dai vari Paesi, e che fosse garantito loro accesso a lungo termine ad altri servizi, quali l’istruzione. Da prima della pandemia, la maggioranza dei rifugiati siriani presenti nella regione vive al di sotto della soglia di povertà. Coloro che si trovano in stato di maggiore necessità hanno ricevuto assistenza in contanti o altre forme di sostegno. Un recente sondaggio condotto in Giordania ha mostrato che solo il 35 per cento dei rifugiati ha dichiarato di avere un impiego sicuro che potrà ritornare a esercitare dopo la revoca delle restrizioni imposte dalla diffusione del COVID-19.Al fine di tutelare meglio rifugiati e membri delle comunità locali più vulnerabili proteggendone i mezzi di sussistenza, l’UNHCR esorta la comunità internazionale a sostenere con vigore e decisione i principali Paesi di accoglienza della regione. Gli indicatori del Piano regionale di risposta alla crisi di rifugiati e per la resilienza in Siria (Refugee Response and Resilience Plan/3RP) attualmente sono in fase di aggiornamento alla luce delle esigenze emerse a causa del COVID-19. Il piano da 5,5 miliardi di dollari era stato finanziato solo al 20 per cento nella regione prima che si diffondesse il virus.L’UNHCR, infine, esprime parimenti preoccupazione per la situazione sul piano umanitario di rimpatriati, oltre 6 milioni di sfollati interni siriani e altri gruppi vulnerabili presenti in Siria. Prima di quest’ultima recessione, secondo stime delle Nazioni Unite, oltre l’80 per cento dei siriani viveva al di sotto della soglia di povertà. Questa crisi che dura ormai da oltre nove anni ha costretto 11 milioni di persone a necessitare di assistenza umanitaria. Negli ultimi mesi, il netto deteriorarsi dell’economia ha reso la situazione più drammatica e difficile.
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