Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Posts Tagged ‘equilibrio’

Le banche centrali devono trovare un equilibrio

Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 marzo 2023

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. Dopo la fusione di UBS con Credit Suisse, le principali banche centrali hanno rilasciato dichiarazioni rassicuranti e iniettato ulteriore liquidità per stabilizzare i mercati. Dopo l’accordo i titoli di Stato sono generalmente risaliti, poiché gli investitori si aspettano che le banche centrali siano più caute nel rialzare i tassi d’interesse, per evitare di mettere sotto pressione il settore bancario, anche se l’inflazione rimane ben al di sopra del target. L’attenzione si sposterà sulla Fed mercoledì e sulla BoE giovedì in vista delle prossime mosse sui tassi di interesse.In un contesto in cui si assiste all’allontanamento dagli asset più rischiosi, i prezzi del petrolio sono scesi al livello più basso degli ultimi due anni a causa delle preoccupazioni sulla salute dell’economia globale, mentre l’oro è salito sopra i 2.000 dollari l’oncia per la prima volta dopo oltre un anno.

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Aborto. Il mondo si sta capovolgendo. Forse è meglio equilibrarlo

Posted by fidest press agency su venerdì, 8 luglio 2022

Peluche, pieni di pillole abortive, che attraversano il confine tra Messico e Stati Uniti. Appartamenti, a New York o San Francisco, che fungono da depositi. Case che accolgono, da parte messicana, le donne americane che desiderano interrompere la gravidanza. Tanti i mezzi adoperati dai collettivi femministi, che si stanno mobilitando in reti transfrontaliere, per contrastare la recente cancellazione da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti del diritto costituzionale all’aborto.“Le richieste stanno esplodendo, rileva Vanessa Rubalcava, membro dell’organizzazione Necesito Abortar (“Ho bisogno di un aborto”), con sede a Monterrey, nel nord del Messico. Riceviamo più di 100 richieste a settimana dagli Stati Uniti, rispetto a una manciata prima del 24 giugno”.“Il 24 giugno abbiamo ricevuto più di 70 richieste da donne disperate”, ricorda la graphic designer quarantenne che gestisce l’ONG, creata nel 2016. La maggior parte dei suoi diciassette membri vive a Monterrey (Stato del Nuevo Leon), una città industriale situata a meno di di tre ore di macchina da Laredo e McAllen, Texas. Lo stato americano è stato uno dei primi a vietare, il 24 giugno, l’aborto dal concepimento del feto.Che succede a questo mondo? Si sta capovolgendo? Le culture e le giurisdizioni, come quella Usa, che hanno dato tanto alla libertà degli individui (della donna nel nostro caso) hanno cambiato idea e riescono a non soccombere agganciandosi al traino di quei Paesi che a suo tempo avevano imparato da loro? Certo, la sentenza della Corte Suprema non vieta il diritto d’aborto ma demanda ogni Stato a fare da sé, e alcuni, come New York, per esempio, stanno già rimediando… ma si tratta pur sempre di un cambiamento di rotta a livello federale, mettendo in luce completamente diversa gli Usa come modello. Qualcuno potrebbe leggere queste iniziative di collettivi femministi messicani come l’agognata rivalsa verso lo “yanke eterno oppressore”… ma la di là di questa colorata e antica interpretazione che va a braccetto, per stile, con chi non smette mai di fare lo yankee, il problema è più generale: abbiamo l’impressione che le politiche dei diritti individuali e umani si stiano affievolendo e, come nel caso Usa, regredendo.La domanda da porsi è se, essendo in crisi i modelli che ci hanno fatto diventare più liberi e felici, siamo in grado non solo di difendere le conquiste che già abbiamo, ma di impedire che alcune di esse ci vengano levate.Visto ciò che accade in Messico/Texas, abbiamo imparato a fare da noi e, soprattutto, siamo consapevoli che conquiste come l’aborto non vivono di diritto naturale ma civico, quindi soggette a cambiamenti del regime democratico che abbiamo scelto di usare? Ad un primo sguardo sembra che non ci sia tanto questa consapevolezza, in Usa e in Europa per esempio. Usa: aborto, e pensiamo anche a ciò che accade per le politiche di accoglienza dei migranti. Europa, Italia: la legge sull’aborto che a quarant’anni dall’emanazione è applicata solo in parte; gli artifizi politici e parlamentari che hanno bocciato il ddl Zan sui diritti lgbtqi; altrettanti artifizi, con complicità Ue, per i diritti dei migranti e il penoso confronto per lo ius scholae. Ben vengano le femministe messicane, ché ci siano di lezione ed indirizzo su come- Stati, confini, etnie, lingue, culture, continenti – non sono un limite ai diritti individuali ed umani. Necessitano di un equilibrio e di vigilanza.Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it

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“Immigrazione, serve equilibrio e discontinuità con governo Conte”

Posted by fidest press agency su martedì, 9 febbraio 2021

Immigrazione, durante le consultazioni “ne abbiamo fatto cenno, non si può far finta che il problema non esista perché alla prima occasione si riproporrà.Va quindi deciso a priori se il governo seguirà la politica migratoria definita dai decreti Lamorgese oppure tornerà alla politica migratoria definita dai decreti Salvini, e in questa seconda ipotesi non siamo disponibili”. Lo afferma Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24. “Con Pd e M5s abbiamo approvato i decreti Lamorgese, la nostra posizione è netta e distante da quella della Lega.” Per il capogruppo di Leu “è corretto porre queste questioni per rispetto del presidente incaricato e per non bruciare una delle figure più rappresentative e garante di fiducia”. Secondo Fornero “la decisione spetterà al presidente incaricato insieme al Presidente della Repubblica, se da una parte una maggioranza larga garantisce i vantaggi numerici dall’altro lato rischia di dividersi e far perdere tempo per mediare al presidente”.

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Pandemia ed equilibrio mentale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 ottobre 2020

In che modo la pandemia e gli interventi messi in campo per contenerla – il lockdown in primis – hanno inciso sull’equilibrio mentale dei singoli? C’è stato un aumento della sofferenza o, al contrario, le persone hanno gestito in modo resiliente la situazione, benché del tutto inedita e fonte di stress? A parlarne oggi al Festival della Scienza Medica di Bologna, i cui eventi saranno trasmessi on line fino al prossimo 17 ottobre, è stato Giovanni de Girolamo, uno dei più accreditati esperti di epidemiologia dei disturbi mentali, Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa all’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia. “Sono state molte le ricerche condotte in questi mesi, anche in Italia – ha detto de Girolamo – ma la loro stessa modalità di somministrazione on line e l’assenza di serie strategie di campionamento o protocolli di studio ne ha falsato gli esiti, mostrando percentuali altissime di persone, circa il 40%, che denunciavano malessere emotivo o veri e propri disturbi mentali. Si è infatti appurato che a rispondere sono state prevalentemente persone con situazioni di malessere già forte, più predisposte a partecipare alla ricerca, in condizioni di forte stress, come gli infermieri e le infermiere, o di disagio economico che li rendeva più esposti psicologicamente. Un campione dunque non generalizzabile: al di là del fatto che non possiamo pensare di fare diagnosi di disturbi mentali online, non ci è dato sapere se il malessere denunciato non fosse condizione preesistente”. Diverso il rigore dello Studio Lora condotto in Germania per 8 settimane durante il picco pandemico su un campione di 523 persone già analizzato nei tre anni precedenti: “in questo caso l’84% degli intervistati non ha riferito nessun malessere, anzi un miglioramento dello stato psicologico nei mesi del lockdown; l’8% ha denunciato un iniziale disagio poi rientrato; solo il restante 8% si è mostrato vulnerabile di fronte alle mutate condizioni di vita”. Risultati che non sorprendono, secondo de Girolamo: altri studi condotti in passato su popolazioni sottoposte a gravi eventi traumatici (uragani, guerre, attacchi terroristici come quello alle Torri Gemelle) dimostrano che non necessariamente le popolazioni di fronte a tali accadimenti soffrono di malessere psicologico, con la sola ovvia eccezione dei disturbi post traumatici da stress che riguardano chi è stato più esposto, per aver sperimentato lesioni fisiche o la morte dei propri cari. “A far male non è la quantità di stress a cui si è esposti, bensì il modo in cui esso viene processato mentalmente – ha detto de Girolamo. – Anzi, le situazioni stressanti possono rinforzarci psicologicamente – la cosiddetta “stress-related growth” – e il confronto con una condizione collettiva di stress può rafforzare un sentimento di appartenenza e destino comune e riorientare i nostri rapporti, a partire da nuove priorità e atteggiamenti più positivi”. La resilienza insomma è una reazione più naturale di quanto si possa pensare: “uno studio condotto in 6 dipartimenti della Lombardia ci ha mostrato una diminuzione dei ricoveri psichiatrici nei mesi del lockdown, numeri che possono sì essere legati alla paura dei contagi in ospedale, ma anche alla diminuzione dei fattori di stress quotidiano che scatenano il malessere”. Un malessere che de Girolamo lega alla cosiddetta “infodemia”, l’eccesso di informazioni, non sempre vere o verificate, cui in questi mesi siamo stati sottoposti: “l’esplosione di pubblicazioni scientifiche ha reso difficile l’orientamento sia ai professionisti che tanto più, al pubblico “laico”, diventando fonte di ansia”. La vera sfida del presente e del futuro è, secondo de Girolamo, “da parte delle autorità governative e sanitarie battersi per un’informazione sobria, accurata e verificabile: lì si devono orientare gli sforzi per evitare che l’informazione, invece di produrre effetti benefici, ad esempio promuovendo l’adozione di comportamenti di cautela, diventi fonte di panico. Credo sia una delle prossime frontiere verso cui la ricerca si deve orientare, anche nella prospettiva di nuove possibili pandemie”.

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L’agricoltura italiana ha bisogno d’acqua

Posted by fidest press agency su martedì, 13 ottobre 2020

“I cambiamenti climatici pongono l’Italia come front office del pericolo di desertificazione nell’area del Mediterraneo; l’agricoltura italiana ha crescente bisogno di acqua, cui non si può rispondere, incrementando i prelievi dalla falda attraverso i pozzi, perché ciò comporta pericolose conseguenze sull’equilibrio idrogeologico di terreni già fragili; per questo, chiediamo alla politica precise scelte di investimento in favore dell’irrigazione collettiva come quella gestita dai Consorzi irrigui e di bonifica, esempio internazionale di innovazione. L’acqua è una risorsa di tutti e come tale va gestita nel segno della sussidiarietà, contrastando scelte individuali, che possano pregiudicare l’assetto del territorio. E’ una scelta di sostenibilità, indispensabile per confrontarsi con scelte comunitarie che, come il Deflusso Ecologico, penalizzerebbero il settore primario italiano, privilegiando impostazioni oscurantiste. Senza acqua non può esserci agricoltura e l’agricoltura è cibo per tutti. ” A tornare ad evidenziare i pericoli della “deregulation dei pozzi” e la necessità di una forte attenzione in Europa è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI) attraverso le parole del Direttore Generale, Massimo Gargano, intervenuto ad un convegno sul futuro dell’irrigazione, organizzato ad Arezzo dal Consorzio di bonifica Alto Valdarno; nell’occasione, il neo Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha voluto siglare, tra i primi atti, il Patto per l’Acqua, impegnandosi a creare nuove infrastrutture irrigue, superando la logica dell’approvvigionamento autonomo, che danneggia l’ambiente, non ha margini di innovazione, ha costi importanti per le imprese agricole riducendone i redditi ed incide negativamente sulla competitività delle produzioni sui mercati.In quest’ottica ed in previsione degli impegni per il Recovery Fund, i Consorzi di bonifica ed irrigazione hanno presentato al Governo 858 progetti definitivi ed esecutivi, cioè cantierabili, per l’efficientamento della rete idraulica nazionale; potrebbero garantire oltre 21.000 posti di lavoro, grazie ad un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro.“E’ un contributo concreto per un Paese, che è agli ultimi posti nella capacità di utilizzo delle risorse europee – conclude Gargano – Dopo di noi, solo Croazia, Romania e Spagna.”

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Mario Tassone: l’equilibrio tra potere esecutivo, potere legislativo ed ordine giudiziario

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2020

Più volte ci si richiama a Montesquieu per la tripartizione tra Esecutivo, Legislativo e Giudiziario. Un equilibrio fra i primi due poteri e il terzo ordine che si è raggiunto dopo un lungo processo democratico. Tenere distinti, in ossequio alle norme fondamentali, i due poteri esecutivo, legislativo e l’ordine giudiziario è un giusto equilibrio perché si affermi lo Stato di diritto. Nel rispetto dei distinti ruoli, I due poterti e l’ordine giudiziario convergono perché democrazia, libertà che sono alla base delle Costituzioni moderne, siano saldo riferimento di sviluppo civile. Sembrava che l’intuizione di Montesquieu fosse granitica e che pulsioni autoritarie fossero affidate alla storia. I diritti civili, la partecipazione, la democrazia si affermavano e si affermano attraverso i Parlamenti. La “prevaricazione” regia fu contenuta e l’equilibrio fra i tre “poteri“ raggiunto dispiegò i suoi effetti positivi. Tutto viene messo in discussione quando uno delle tre articolazioni costituzionali subisce delle attenuazioni nel proprio ruolo e gli altri acquisiscono competenze improprie. E’ quanto sta accadendo nel nostro Paese, e non solo, dove la rappresentanza parlamentare è svuotata. Un Parlamento declinante significa crisi della democrazia, fine dello stato di diritto. Altri poteri prendono il sopravvento come la magistratura che si considera detentrice di un potere assoluto e un esecutivo, che senza controllo parlamentare e quindi dei cittadini, scivola verso l’autoritarismo. La riduzione dei parlamentari, il tentativo di introdurre per i deputati e i senatori il voto a distanza, la democrazia plebiscitaria in cui le leggi vengano approvate a colpi di referendum, il ricorrere smisurato alla decretazione d’urgenza, i continui voti di fiducia sono una espropriazione del Parlamento. I penta stellati, producono attraverso l’uso discrezionale della rete, i parlamentari. È un insulto alla storia democratica del Paese. Fa senso vedere il PD che ha la presunzione di ritenersi erede di tante storie, per dire la verità “opposte “, annullarsi nei 5-Stelle rivedendo posizioni importanti pur di stare al governo. Le maggioranze in democrazia debbono trovare comuni punti programmatici che non possono essere il solo potere.
Le grandi sfide sono la scelta della forma di governo. Le leggi elettorali debbono essere funzionali a questa scelta (repubblica presidenziale, semi presidenziale, cancellierato con il bilanciamento del parlamento, repubblica parlamentare). E’ inutile parlare di riforme elettorali se non si scioglie il nodo della forma di Stato e di governo, in passato affrontato e non risolto! Cerchiamo di mettere ordine nelle istituzioni altrimenti confusione, pressappochismo continueranno ad attentare i diritti dei cittadini.

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Parlare di “Pace” tra il dire e il praticare

Posted by fidest press agency su martedì, 10 marzo 2020

Senza dubbio è lungo il cammino ancora da percorrere e grande è l’impegno necessario affinché la pace non si risolva nella semplice conservazione di un ordine formale, in una sorta di “status” immobile e vuoto, ma costituisca una permanente conquista comune di civiltà. Bisogna riempire la pace, la vera pace, di contenuti positivi:
• facendone innanzitutto la suprema garanzia dei diritti inviolabili della persona umana in tutti i Paesi del mondo, senza accezione alcuna.
• Assicurando solidamente ai paesi meno favoriti le condizioni del più completo sviluppo.
• Ripudiando definitivamente e senza rimpianti il vecchio mito della sovranità assoluta ed illimitata dei singoli stati, e sostituendolo con l’opposto principio d’una sistematica apertura a reciproche autolimitazioni, per fini di giustizia e di cooperazione tra i popoli.
• Instaurando concretamente, anche nei rapporti internazionali, la civiltà del diritto.
• Rafforzando, a tal fine, con opportune riforme strutturali, la vita e la funzionalità dei due massimi Organismi di pace costituenti anch’essi un “novum” storico assoluto.
• Creando nel loro ambito efficaci strumenti d’azione, scevri da egoismi nazionalistici (con particolare riguardo alle Corti di giustizia, alle Commissioni d’indagine e di conciliazione, alle Forze multinazionali di garanzia).
• Ponendo sotto stretto controllo il commercio mondiale delle armi e statuendo, quale prima norma di diritto e di etica internazionale, il divieto assoluto ed automatico di forniture militari a Paesi comunque coinvolti in conflitti bellici o in attività terroristiche. Come si sa, si tratta di un commercio senza frontiere. E nessuno ignora che in certi casi i capitali dati in prestito dal mondo dello sviluppo, sono serviti ad acquistare armamenti.
• Parificando e riducendo al più stretto livello difensivo (come avviamento ad un progressivo disarmo totale) gli armamenti d’ogni genere e tipo, di Stati o gruppi di Stati antagonisti.
• Internazionalizzando la ricerca scientifica, in un’aperta e diretta collaborazione tra gli scienziati e i tecnologi d’ogni paese.
• Creando senza altri indugi un organico programma internazionale di “educazione alla pace” che valga a smantellare le residue impalcature pseudo culturali il cui comune denominatore è l’apologia della guerra, della violenza e della morte, a evidenziare con razionalità e rigore scientifico gli errori storici del passato, e a dimostrare che esigenza assoluta di vita e di progresso dell’umanità è la solidarietà nella concordia.
Sono temi che appartengono già da qualche tempo nella cultura occidentale, ma è stato da sempre inascoltato il loro messaggio attraverso subdole e aberranti teorie alternative che hanno parlato di pace come un concetto astratto e privo di significati pratici. Come dire: nihil sub sole novi.
Tale discorso coincide nella sostanza con quanto menzionato nei suoi scritti da Emanuele Kant: “Una pace universale durevole, ottenuta mediante il cosiddetto “equilibrio delle potenze”, è pura chimera: come la casa di Swift, costruita da un architetto così perfettamente, secondo tutte le regole dell’equilibrio, che non appena un passeggero vi si posava essa subito crollava”. Bastano del resto le ipotesi di qualche pazzo fanatico al potere (di cui la storia anche recente ci ha fornito tipici esempi), oppure di un errore tecnico, tutt’altro che impossibile, per far crollare, esattamente come la casa di Swift, la dottrina di chi affida con tutta tranquillità la pace all’equilibrio del terrore.
In definitiva la vittoria perpetua e irreversibile della pace sulla guerra non potrà venire che da una coscientizzazione universale, da una vera metanoia dello spirito umano: paragonabile, per intensità e grandezza, solo a quella che portò a suo tempo alla definitiva scomparsa di una delle istituzioni giuridico-sociali che sembravano più radicate nella storia umana. Mi riferisco alla schiavitù. Un’istituzione che offendeva, non meno della guerra, la suprema dignità dell’uomo, proclamato quasi duemila anni fa non solo “immagine di Dio” ma figlio adottivo di Dio, fratello di ogni altro essere umano. (Riccardo Alfonso)

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Pensioni: tra equilibrio e sostenibilità sociale

Posted by fidest press agency su sabato, 7 luglio 2018

“La Legge Fornero ha tratti di insostenibilità sociale, se pensiamo al tema degli esodati e delle salvaguardie, e cioè di chi ha visto rompere attraverso una legge i propri progetti di vita e di pensionamento, e questo va certamente sanato. D’altra parte, però, la Fornero mette in sicurezza la sostenibilità economica. Ci vuole, quindi, un giusto equilibrio, come era scritto nel programma condiviso del centrodestra, tra sostenibilità sociale e sostenibilità economico-finanziaria”.Così il deputato di Forza Italia Renato Brunetta, in un’intervista a Radio Anch’io.
“Non è certamente – prosegue – con quota 100, ed è per questo che critico l’approccio dell’attuale governo, che si dà un giusto equilibrio tra sostenibilità sociale e sostenibilità economica. Perché con quota 100, vale a dire la somma tra anni di contribuzione e d’età, si producono squilibri interni al mondo del lavoro”.“Quota 100 – prosegue ancora – è un modo semplice e propagandistico per risolvere un problema assolutamente complesso. E su questo mi sento di dare in parte ragione al Presidente dell’Inps Boeri. Una quota 100 realizzata semplicisticamente produrrebbe non solo più danni che benefici, ma avrebbe costi enormi, tra i 10 e i 12 miliardi di euro. Meno propaganda, da questo punto di vista, meno semplificazione e più attenzione ai conti e ai costi”.“Qualsiasi manipolazione della Legge Fornero – conclude – senza troppa attenzione non solo produrrebbe allarme sociale, e sarebbe cioè più il danno che il beneficio, ma produrrebbe poi allarme sui mercati, perché vorrebbe dire che nuovamente i conti italiani sarebbero a rischio. E anche di questo dobbiamo tenere conto. Non viviamo sotto una campana di vetro. Qualsiasi nostra azione, in termini di politica economica, che sia sulle pensioni, sul mondo del lavoro, sull’irrigidimento rispetto alle delocalizzazioni, rispetto ai contratti a termine, tutto quello che si fa nel nostro Paese ovviamente, in un mondo interconnesso, viene visto dall’estero e viene giudicato. E siccome il nostro è un Paese altamente indebitato risulta facile dire, da parte dei mercati, degli investitori, dei fondi internazionali, ‘questa Italia non ci piace, questa Italia è a rischio, questa Italia non vede bene chi investe in Italia stessa, e quindi meglio starne alla larga’”.

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La maggior parte delle più diffuse patologie non trasmissibili ruotano intorno al complesso equilibrio degli ormoni

Posted by fidest press agency su domenica, 11 marzo 2018

Bruxelles. Basti pensare ad obesità, malattie metaboliche, diabete, osteoporosi, tumori ormono-sensibili, fertilità e malattie rare. La centralità dell’endocrinologia è frutto di una migliore ricerca e di una eccellenza clinica che ha caratterizzato gli ultimi anni. Nell’era che vede la centralità del paziente nel processo di cura si affianca una specialità dal raggio di azione sempre più ampio e nevralgico. Dimostrato anche da uno sviluppo delle scuole di specializzazione che pone l’endocrinologia europea tra le migliori al mondo.Per la prima volta nella sua storia, e in occasione del decennale della sua fondazione la Società Europea di Endocrinologia si presenta al Parlamento Europeo per un incontro unico nel suo genere. “Abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare i 16˙000 endocrinologi europei e i milioni di pazienti endocrinopatici solo nel nostro Paese presso le Istituzioni Europee. Il nostro compito sarà quello di far comprendere appieno all’Europa il ruolo degli ormoni nella salute delle persone e l’importanza delle malattie endocrine non solo per quello che riguarda l’assistenza ai malati con patologie tiroidee, ipofisarie, surrenaliche, testicolari, ovariche, diabete mellito, osteoporosi, ipercolesterolemie, ma anche per l’enorme rilevanza che la ricerca può avere in questi ambiti. In qualità di presidente eletto della Società starà poi a me delineare le aree specifiche nelle quali la Società Europea di Endocrinologia, nel suo biennio di gestione italiano, potrà portare i maggiori contributi alle agende delle istituzioni Europee. Ci proponiamo che questo sia solo il primo di una serie di incontri di un tavolo congiunto in cui tutti gli aspetti del mondo clinico, assistenziale e di ricerca che ruotano attorno agli equilibri ormonali, vengano affrontati a livello europeo con il coinvolgimento e il supporto degli esperti che la nostra Società scientifica annovera al suo interno” ha dichiarato il Professor Andrea Giustina, Presidente Eletto della Società Europea di Endocrinologia.
Tra i principali obiettivi del suo incarico, il Prof. Giustina pone il rafforzamento della presenza italiana nell’ambito dei programmi di ricerca europei lavorando a sempre più stretto contatto con le Istituzioni nazionali e continentali, lo sviluppo di iniziative dedicate ai giovani endocrinologi per facilitarne la mobilità in Europa aumentando anche l’attrattività italiana per ricercatori che dall’estero vogliano crescere presso le Istituzioni di eccellenza del Paese ed infine la promozione di un vero core curriculum pan-europeo che superi le storiche disparità tra le differenti nazioni.La Società Europea di Endocrinologia è stata creata per promuovere la ricerca di pubblica utilità, l’educazione e la pratica clinica in endocrinologia, per l’organizzazione di conferenze, corsi di formazione e pubblicazioni, e sensibilizzare l’opinione pubblica, di concerto con i legislatori nazionali e internazionali su tutte le tematiche in campo endocrino e metabolico.
Le principali attività includono l’organizzazione dell’annuale Congresso Europeo di Endocrinologia oramai punto di riferimento e di incontro imprescindibile per gli endocrinologi europei. ESE organizza anche una serie di laurea. ESE ha cinque riviste ufficiali: European Journal of Endocrinology, Journal of Endocrinology, Journal of Molecular Endocrinology, Cancer endocrino-correlati e un interdisciplinare Open Access Journal, Endocrine Connections, lanciato nel 2012. Tra di loro, le riviste coprono l’intero spettro di endocrinologia e aiuto per aumentare il profilo di europei endocrinologia.La Società Europea di Endocrinologia è stata registrata presso la Charity Commission il 7 aprile 2008.Il Prof.Andrea Giustina sarà in carica per il prossimo biennio dal 2019 al 2021.

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Equilibrio demografico. Senza ci condanniamo al suicidio

Posted by fidest press agency su domenica, 25 giugno 2017

Onu palaceNew York. I dati ONU sono espliciti. Oggi siamo 7 miliardi e mezzo. Un miliardo in piu’ entro il 2030. Quasi 10 nel 2050 e 11,2 nel 2100. Ovviamente, a parte gli Usa, gli incrementi sono tutti nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo, con la Nigeria al top e l’India che supererà la Cina. Vari i trend, incluso l’altalenare dell’Europa, oggi in crescita, domani in calo.
Ne prendiamo atto e andiamo avanti come capita, o la politica ha un senso e un’utilita’ anche in questo ambito? La domanda non e’ semplice, visto che i binomi politica/ideologia e politica/religione sono purtroppo all’ordine del giorno. E tra ideologia e religione fanno a cazzotti a chi propone -spesso con metodi violenti e coercitivi delle liberta’ degli individui- di fare piu’ figli per la famiglia, la nazione, il proprio dio, l’economia, l’argine contro i migranti di vario tipo (rifugiati ed economici). Lo vediamo con tanti discorsi e allarmi e politiche: da quella nostrana sugli 800 euro regalati a chi figlia, a chi con atti terroristici vorrebbe obbligare tutti a sposare la sua religione che lui interpreta come macchina per far figli. Metodi diversi, ma finalita’ simili (dobbiamo far finta che non e’ cosi?). Entrambe -a nostro avviso- ci portano al suicidio. Tutti: Nazioni e Continenti. Oppure vuol dire che nel mondo sono in diversi che si sono
inventati, per esempio: la sovrapopolazione, l’effetto serra con conseguente scombussolamento climatico, l’urbanesimo sconclusionato, etc.. Tutte situazioni a cui sicuramente non giova l’aumento della popolazione.
Non che facendo meno figli automaticamente si migliora la situazione, ma va da se’ che se dobbiamo concepire politiche per 7 miliardi o per 10 miliardi di persone, l’impegno e la spesa e’ diversa. E visto che in questi anni in cui abbiamo una migliore percezione e migliori dati sulla situazione mondiale, la situazione e’ peggiorata, questo vuole dire che non abbiamo una buona capacita’ in merito. Quindi: e’ meglio farsi meno male o si preferisce rincorrere le proprie ideologie del passato, nate quando la terra era creduta piatta?Purtroppo la rincorsa di cui sopra, che coinvolge anche coloro che lo fanno solo per difendere un presunto valore prioritario economico e umano dell’italianita’, e’ all’ordine del giorno. Soprattutto perche’ la maggior parte delle persone, in Italia e nel resto del mondo, preferisce -con la non-partecipazione- a delegare tutto alle maggioranze di quella (grossomodo) meta’ degli elettori che partecipa col voto alla formazione dei governi e delle amministrazioni. Siamo quindi in uno sbando che diventa sempre piu’ tale, dove tutto regge grazie al fatto che le piu’ o meno solide democrazie ed istituzioni occidentali (ONU in primis) continuano ad essere dominanti pur con tutti i difetti possibili ed immaginabili. Crediamo che occorra agire per un contenimento demografico tendente al ribasso. Una simile politica non potrebbe mai avere un effetto immediato, ma dovrebbe essere una tendenza di lungo respiro, i cui effetti positivi li vedremo solo molto in la’ nel tempo. E solo se, in contemporanea, gli altri problemi che stanno distruggendo il Pianeta verranno affrontati di petto. Vediamo sul pratico del nostro quotidiano. Un solo esempio. La scellerata scelta di regalare 800 euro per ogni figlio nato in Italia, portera’ ad un aumento della popolazione. Ma se si vogliono aiutare le famiglie, perche’ non si danno agevolazioni su consumi e utenze a chiunque, sganciandoli dalla prolificita’? Certo, cosi’ si conquistano meno voti sull’onda della presunta popolarita’ del provvedimento, ma cosa diremo ai figli fatti in piu’ quando fra qualche anno prenderanno atto della precarieta’ della loro condizione di cittadini e lavoratori, aggravata dal fatto che insieme a quelli nati sul territorio ci saranno anche quelli arrivati in fuga da parti piu’ disgraziate del mondo, persone alle quali non e’ possibile opporre resistenze o chiusure, che’ altrimenti ci si ritorcono contro, sia sul nostro specifico territorio che su quello europeo e mondiale? Le uniche politiche possibili devono e possono essere concepite a livello mondiale, cercando in esse -grazie anche a indicazioni e aiuti degli organismi europei e mondiali- di individuare il nostro specifico ruolo… ed e’ qui che conterebbe l’italianita’, non certo nel contrapporla alla richiesta di aiuto e di collaborazione del resto del mondo. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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Tassi di interesse a un punto di svolta

Posted by fidest press agency su domenica, 30 aprile 2017

tassi interesseLondra. I tassi di interesse globali vedranno una svolta decisiva nel corso del 2017. E’ quanto risulta dall’ultima ricerca di ETF Securities, uno dei provider indipendenti più importanti al mondo di Exchange Traded Products (ETP).Dopo circa un decennio nel quale i tassi di interesse sono stati mantenuti artificialmente a livelli minimi, le banche centrali potrebbero finalmente adottare un approccio più equilibrato per stabilire la traiettoria dei tassi di interesse, senza farsi condizionare dall’instabilità politica ed economica.James Butterfill, Head of Research per ETF Securities, afferma: “Dopo un periodo senza precedenti di politica monetaria accomodante, la velocità alla quale ci stiamo avvicinando a questa svolta e l’intensità con la quale le banche centrali possono normalizzare i tassi di interesse dipendono da un insieme di fattori di rischio ormai imminenti.
La crescita dei movimenti populisti e il potenziale ribaltamento del trend della globalizzazione potrebbero alimentare ulteriori pressioni inflazionistiche che a loro volta potrebbero bloccare il ritorno alla “normalità” delle banche centrali. In aggiunta, la Federal Reserve americana si è già dimostrata fin troppo lenta nell’adottare una politica restrittiva e, con un elevato debito pubblico, il ritorno alla “normalità” delle banche centrali sarà molto complesso. Riteniamo che l’esito più probabile sarà un’ulteriore cauta contrazione della politica monetaria da parte delle banche centrali nel 2017 e 2018, che altrimenti rischiano di cadere dietro la curva e di dover effettuare tagli in maniera più aggressiva nelle fasi successive del ciclo.”
ETF Securities prevede che la Bank of England alzerà i tassi nel 2017, senza però rinunciare agli stimoli per l’economia. Questa decisione rappresenterà un’opportunità per la sterlina inglese, attualmente la moneta più sottovalutata tra quelle dei paesi del G10, dal momento che gli investitori stanno chiudendo le loro posizioni corte.
ETF Securities non prevede un “taper tantrum” e, a differenza della reazione del mercato degli Stati Uniti nel 2013, ritiene che il mercato azionario europeo potrà trarre vantaggio dalla ripresa economica.
James butterfillETF Securities ha individuato le compagnie più vulnerabili ai rialzi dei tassi di interesse osservando le società con il debito più alto e pertanto caute nei confronti dei titoli azionari large cap inglesi e alle small cap statunitensi.“Il Regno Unito ha visto un sostanziale deterioramento nel suo rapporto di copertura degli interessi – una misura della capacità delle compagnie di gestire i loro debiti– sceso da 9x nel 2012 a solo 3.4x oggi. Un valore al di sotto di 1.5x è sintomo di una compagnia malsana che ha problemi a gestire il debito. Il FTSE 100 mostra un rapporto più basso del FTSE 250 e, in questo, i settori immobiliari e delle risorse appaiono particolarmente vulnerabili.
“Negli Stati Uniti, le coperture sugli interessi delle società più piccole sono diverse da quelle delle large cap. I Real Estate Investment Trusts (REITS) sono il gruppo di compagnie incluse nello S&P 500 più chiaramente vulnerabili al rialzo dei tassi di interesse, ma anche il settore del petrolio e quello del gas risultano deboli, soprattutto dopo un anno in cui i prezzi del petrolio sono stati davvero bassi,” ha commentato.
ETF Securities evidenzia che le obbligazioni inflation linked sono attraenti nei periodi di ripresa economica e inflazione. Questi strumenti inoltre hanno performato meglio di tutte le altre asset class negli ultimi 10 anni, per questo motivo si prevede che l’appetito degli investitori crescerà di conseguenza. (foto: tassi interesse, James butterfill)

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“La dieta del sorriso: La mia vita, i miei segreti”

Posted by fidest press agency su giovedì, 15 ottobre 2015

alainÈ uscito da poco in tutte le librerie “La dieta del sorriso. La mia vita, i miei segreti” (Cairo, 2015), l’ultimo libro del guru delle diete e delle erbe Alain Mességué che contemporaneamente ha aperto nuova ed esclusiva Spa presso il Parkhotel Delta Ascona (Canton Ticino, Svizzera), punto d’arrivo di 40 anni di carriera in cui il maestro ha sempre cercato di perfezionare e accrescere le conoscenze e le tecniche impiegate.All’interno della struttura, l’unica in cui opera Mességué, è possibile seguire i trattamenti studiati in base alle necessità individuali e secondo le disposizioni dello stesso Mességué, in una serie di percorsi in cui le medicine alternative vengono applicate con grande equilibrio.La salute è un bene prezioso che va protetto e conservato. Una filosofia di vita per Alain Mességué che, da ben quarant’anni, utilizza le erbe per eliminare le tossine e ristabilire il delicato equilibrio tra corpo e mente. Un’armonia che il metodo Alain Mességué mira a ripristinare tramite il sinergico utilizzo di tecniche e strumenti propri della fitoterapia, della medicina occidentale, dell’estetica e della fisioterapia.
Disintossicazione dell’organismo grazie alle virtù scientificamente provate delle erbe medicinali, ricerca di un’alimentazione sana ed equilibrata con ingredienti genuini, freschi e a km 0, trattamenti estetici e rilassanti per menuritrovare la via verso una migliore forma fisica e psichica, lontani dallo stress che caratterizza la quotidianità, sono le basi del rinomato metodo Alain Mességué. Grazie a questo metodo, l’antichissima sapienza della natura e delle erbe si sposa con le più avanzate tecnologie. Ecco allora che approfonditi check up si accompagnano a pediluvi e maniluvi, cataplasmi, decotti e tisane. Un’attenzione particolare è data anche all’alimentazione: i menu sono preparati con prodotti freschi e di stagione e sono sempre perfettamente equilibrati, per ottenere una corretta dieta alimentare senza però togliere il piacere della tavola.
Nel suo libro “La dieta del sorriso”, Mességué ancora una volta stupisce i suoi lettori: l’uomo imprevedibile che tutti conoscono restituisce un’immagine di sé più intima, ripercorrendo alcune tappe della sua vita professionale rilette con lo spirito e l’ironia che lo contraddistinguono. Oltre quarant’anni di carriera – ma lui preferirebbe forse parlare di “missione” – riassunti in rapidi tocchi e in episodi che acquistano qui un particolare significato, aiutando a comprendere l’uomo Mességué.
Ma non si tratta di un’autobiografia. È quasi un bilancio umano, che l’autore fa e offre generosamente al suo pubblico e, soprattutto, a suo figlio. È infatti da una chiacchierata con lui che nasce l’idea di ricostruire in punti la sua vita fino a qui, splendido soggetto per un libro di avventura.Anche attraverso le testimonianze dei suoi ospiti illustri si scopre così che, dietro al professionista noto a tutti, si nasconde un uomo coraggioso, instancabile e generoso che dà suggerimenti e consigli per aiutarci a stare bene mangiando meglio, regala ricette che mescolano ingredienti sani e sorprendenti, sfata credenze e false convinzioni sull’alimentazione e sui trucchi per dimagrire. (foto: alain, menu)

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La cattiva scuola? Un mondo alla rovescia…

Posted by fidest press agency su sabato, 16 Maggio 2015

scuola-digitale-casnati-como-800x500_cStiamo parlando della scuola “dall’altra parte”, quella degli alunni, essenzialmente delle scuole elementari, e rispettivi genitori. Quella che non scende in piazza contro 3 miliardi di investimenti e centomila nuove assunzioni tacciandoli di distruzione della scuola pubblica… ma questo e’ un discorso che qui non affrontiamo perche’ ora ci interessa altro.Riflessioni, dubbi e prospettive, essenzialmente a livello culturale, che nascono da diretta esperienza dello scrivente, utente, con la propria figliola, dell’obbligatorio e pubblico servizio della scuola.Il contesto e’ una scuola elementare dove un increscioso episodio ha turbato il tranquillo scorrere quotidiano fatto di belle recite, belle gite, belle mostre del libro, genitori che si incontrano e parlano fra di loro delle proprie esperienze, ma anche lamentele per gli zaini troppo pensanti, per i troppi compiti a casa dopo otto ore di scuola, per il cibo della mensa che non piace, per le ore di ginnastica spesso saltate nonche’ palestre (e non solo) che fanno finta di essere tali, per didattiche talvolta inutili (relativamente per colpa degli insegnanti)… insomma la piu’ o meno quotidianita’ di molte scuole pubbliche italiane.L’episodio turbatore e’ stato risolto tra insegnanti -che hanno ammesso di aver commesso una leggerezza- e genitori. A livello didattico e politico piu’ generale, ne vedremo le conseguenze se, come e quando il ministero dara’ una risposta ad una interrogazione parlamentare depositata in merito al Senato.L’episodio turbatore ci interessa dal punto di vista di analisi culturale e pratica della legalita’, che nello specifico era stata violata e, sempre nello specifico, poi ripristinata. Una legalita’ di primaria importanza per il cittadino insegnante e per il cittadino genitore; nel primo caso -insegnanti- perche’ veniva messo in discussione il loro esercizio della missione/lavoro; nel secondo caso -genitori- perche’ si tratta, con rare eccezioni, di come vengono trattati i loro figli, le persone a cui tengono di piu’ e per cui sono disposti a tutto.Lo scrivente, responsabile di questo richiamo alla legalita’, e’ stato maltrattato da alcuni genitori, anche personalmente, mentre accompagnava la figliola all’ingresso della scuola. “Come ti e’ venuto in mente di fare una cosa del genere…” e altre parole ed epiteti irripetibili. Altri genitori, piu’ “civilmente”, hanno smesso di salutarlo come sempre facevano. A parte coloro che, nonostante l’evidenza e le ammissioni dei responsabili, hanno sostenuto che non si trattava di illegalita’, questi, e altri ancora, si sono ufficialmente pronunciati a favore del mantenimento dell’illegalita’ (“si fa cosi’ da sempre e nessuno ha mai detto nulla…”) o sull’inopportunita’ del metodo di questa richiesta di legalita’ (“i panni sporchi si lavano in casa…”), fino ad esternazioni che noi giudichiamo razziste e sgradevoli (“non sarebbe successo nulla se l’atto illecito, invece che a vantaggio di bimbi di religione cattolica, fosse stato commesso a vantaggio di bimbi figli di immigrati, perche’ ora e’ di moda l’integrazione…”). Mentre altri, condividendo il richiamo e il metodo, hanno preferito non pronunciarsi, col silenzio o con l’assenza al momento ufficiale di confronto (“tanto non serve a nulla…”, “e’ meglio che non mi esponga….”, “temo ritorsioni sul mio bambino…”). Alcune cose importanti per capire il contesto e, in seguito, le conclusioni che ne traiamo: il preside della scuola, che aveva convocato il momento ufficiale di confronto, a quest’ultimo non si e’ fatto vedere e non ha inviato nessun messaggio (lettera di protesta di buona parte dei partecipanti gia’ inviata) (4); non solo, ma come riferito dagli insegnanti, il preside aveva chiesto, visto il clima di quella che lui reputava tensione, di non effettuare un’uscita esterna della specifica classe ad un’iniziativa sportiva in un parco pubblico, richiesta -che per fortuna di tutti- gli insegnanti non hanno seguito…. cosa ci sia nella testa di questo dirigente scolastico non lo sappiamo, ma purtroppo avvalora posizioni di genitori tipo “temo ritorsioni sul mio bambino…”…
Abbiamo titolato “un mondo alla rovescia”. Cioe’, chi chiede legalita’ e’ visto male. E’ come accade, per esempio, a chi, in un gruppo di persone, viene indicato come contribuente fiscale in regola e meticoloso… come minimo viene valutato come un povero fesso. Oppure -ancora- come chi, in automobile, perde ore nella ricerca di un parcheggio e non lascia il mezzo dove gli torna meglio pur in dispregio delle piu’ elementari norme civiche e del codice della strada, e si arrabbia anche con chi gli fa notare che quel “parcheggio” per esempio impedisca il passaggio sulle strisce di una carrozzella o di un passeggino.
Non solo. Ma chi chiede legalita’ e’ considerato un turbatore del presunto equilibrio di tranquillita’ raggiunto. Equilibrio in cui c’e’ un misto di vere e proprie condotte di vita basate sull’illegalita’ e -piu’ frequente- di comportamenti basati sul lasciar perdere, adattamento e modellamento -pur con un pizzico di disagio- all’illegalita’. Del resto, il nostro non e’ un Paese in cui ci sono cartelli, anche e soprattutto apposti dalle autorita’, del tipo “E’ assolutamente vietato fumare”? Se l’autorita’ evoca il divieto presentandolo in modo rafforzativo, e’ conseguenza che il divieto di per se’ non viene giudicato degno di rispetto da parte della stessa autorita’… perche’ quindi stupirsi se il cittadino “dimentica” di esser tale e per necessita’, vezzo, abitudine, serenita’ e tranquillita’ decide di essere come l’autorita’?
Bene. Noi continuiamo a stupirci. E ad agire di conseguenza. Proprio ieri, due scolaresche di un istituto superiore fiorentino sono venute in visita alla nostra sede nazionale, sempre a Firenze. Una quarantina di ragazzi e ragazze per vedere come funziona un’associazione per i diritti degli utenti e consumatori. Farci domande, toccare dal vivo il nostro impegno e sentire le nostre voci, le nostre storie, le nostre valutazioni, a confronto con la loro quotidianita’ di giovani utenti e consumatori. Una delle insegnanti che le accompagnava ha detto: “Questo e’ un presidio di legalita’, qui trovate persone, iniziative e informazione dedicati al rispetto della legge, anche e soprattutto da parte di coloro che sono preposti ad applicazione e rispetto di questa legge. Nonche’ impegno per cambiare cio’ che impedisce questo rispetto e per affermare nuove legalita’”.
Conclusione.Nel mondo -a nostro avviso- alla rovescia che abbiamo descritto sopra, siamo sempre attanagliati dal dubbio metodico, dal pessimismo della ragione che si mescola all’ottimismo dell’azione. Per questo non possiamo non domandarci: siamo forse noi alla rovescia? (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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La grande tradizione dell’Italia comunitaria

Posted by fidest press agency su sabato, 19 gennaio 2013

L’Italia, non dimentichiamolo, è tra i paesi fondatori dell’Unione europea. Essa è la custode dell’originale spirito europeistico. Il suo ruolo è ancora più importante oggi perché assume un significato più diretto, naturale e immediato con le nazioni mediterranee e medio orientali e che essa considera per nulla “marginali” nella politica estera comunitaria e nazionale. E’ l’Italia di ieri e di oggi che ha avvertito e continua a farlo nel presente l’esigenza di dare ai paesi della sponda Sud del Mediterraneo una loro convinta partecipazione alla nuova grande Comunità europea. Questa non è solo una lezione magistrale di vita, ma è anche una costante nell’insegnamento che va giustamente ripreso e rilevato di continuo nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Se noi vogliamo uscire dalle nostre chiusure territoriali grandi o piccole che siano dobbiamo incominciare ad essere multietnici e multiculturali proprio nei luoghi dove il sapere viene aperto alla conoscenza e dove i giovani si misurano nella ricerca costante di una loro identità unitaria sia pure commisurata alle loro differenti tradizioni e al rispetto e alla conservazione di esse. Ciò non deve, tuttavia, far perdere di vista il grande carico di equilibrio che si aggiunge sulle spalle dei futuri go-vernanti della grande Europa, per evitare il pericolo di egemonie di ruoli attorno a paesi in grado di eser-citare forti attrazioni, come ad esempio la Germania rispetto ai paesi dell’Est, e quindi a favore di una politica est-ovest, a scapito dell’equilibrato rapporto generale, ma soprattutto nord-sud. (Riccardo Alfonso)

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Il Bullismo tra valori e regole

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 marzo 2012

Da più tempo, ormai, mentre il pubblico svela i limiti della frammentarismo dei centri decisionali, mentre sul piano culturale si afferma la dimensione dello spettacolo, dell’immagine che fa notizia, si consuma in un giorno e lascia sempre meno spazio all’analisi e alla riflessione, si impoverisce e degrada la qualità della vita e delle persone, il quotidiano scade spesso nella violenza. Violenza in alcuni spettacoli e nella pubblicità, nelle proteste di piazza, nelle miserevoli condizioni delle periferie, sull’ambiente; violenza della velocità sfrenata su strada, dell’intolleranza e del razzismo. Sintomo di questi e altri mali profondi della società postmoderna, della frattura nella continuità con il passato e le sue regole e del non averle saputo rinnovare, adeguandole alle nuove necessità sociali a valenza universale, il bullismo individuale e di gruppo, il bullismo a scuola.
La scuola – e la famiglia dalla struttura destabilizzata – ha risentito in particolare dei legami sociali deboli, dell’inconsistenza dell’autorità, della riduzione del senso civico, delle riforme continue e trova difficoltà ad orientarsi e ad orientare, mentre il problema serio e grave del bullismo, del misconoscimento delle regole per il tutto lecito ci richiama alle responsabilità di una situazione di emergenza. Emergenza che chiama in campo tutte le istituzioni ad un ruolo di umanizzazione e civilizzazione credibili ed efficaci e, in particolare, la scuola: per la ricerca delle cause, per il controllo degli effetti perversi, la condivisione del disagio. E, passo dopo passo, per percorrere il cammino del diritto dovere di educare e recuperare le capacità comunque presenti in ogni alunno, con responsabilità, speranza e fiducia nelle sue risorse e nel proprio impegno e stabilendo il necessario equilibrio tra libertà e disciplina. Documento elaborato da Ciani Vittorio per l’Ufficio Documentazione Diocesi Piacenza-Bobbio.(Franco Inglese, direttore generale)

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Nuovo equilibrio tra economia libera di mercato e stato sociale

Posted by fidest press agency su venerdì, 30 dicembre 2011

“Ci confrontiamo ormai quotidianamente con la crisi di quel progetto europeo che ha rappresentato la più grande invenzione politica della seconda metà del Novecento, sprigionando dinamismo e potenzialità in tale misura da imporsi come punto di riferimento, se non come modello, ben oltre i confini dell’Europa”. E’ partendo da questa considerazione che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata al direttore della rivista “Reset”, Giancarlo Bosetti, ha affrontato il tema dei grandi mutamenti avvenuti all’indomani della seconda guerra mondiale e del 1989: “Siamo ora giunti, in special modo in Europa, a un terzo appuntamento con la storia: quello del calare – approfondendolo come non mai – il nostro processo di integrazione nel contesto di una fase critica della globalizzazione. Ed è vero che questa volta le leadership europee appaiono invece in grande affanno a raccogliere la sfida, innanzitutto nei suoi termini di crisi incalzante dell’euro; appaiono palesemente inadeguate anche a causa di un generale arretramento culturale e di un impoverimento della vita politica democratica, che hanno congiurato nel provocare fatali ripiegamenti su meschini e anacronistici orizzonti e pregiudizi nazionali”.Facendo riferimento agli insegnamenti e all’eredità di Luigi Einaudi, il Presidente Napolitano ha scritto: “Particolarmente acuta è oggi per le forze riformiste l’esigenza di perseguire nuovi equilibri, sul piano delle politiche economiche e sociali, tra i condizionamenti ineludibili della competizione in un mondo radicalmente cambiato e valori di giustizia e di benessere popolare, divenuti concrete conquiste in termini di diritti e garanzie attraverso la costruzione di sistemi di Welfare State in Italia e in Europa”. Il Presidente ha poi affrontato la questione del confine fra un’economia libera di mercato ed uno Stato sociale, ricordando che “con i Trattati di Roma del 1957 e la nascita del Mercato Comune, furono riconosciuti e assunti dall’Italia i fondamenti dell’economia di mercato, i principi della libera circolazione (merci, persone, servizi e capitali), le regole della concorrenza”. Ha sottolineato il Capo dello Stato: “Ora che a minare la sostenibilità di quella grande e irrinunciabile conquista che è stata la creazione dell’euro concorre fortemente la crisi dei debiti sovrani di diversi Stati tra i quali l’Italia, è diventata ineludibile una profonda, accurata operazione di riduzione e selezione della spesa pubblica, anche in funzione di un processo di sburocratizzazione e risanamento degli apparati istituzionali e del loro modus operandi”. “Tale discorso – ha rilevato il Presidente Napolitano – non può non investire le degenerazioni parassitarie del ‘Welfare all’italiana’, rifondando motivazioni, obiettivi e limiti delle politiche sociali, ovvero rimodellandole in coerenza con l’epoca della competizione globale e con le sfide che essa pone all’Italia”.Per il Capo dello Stato “non possiamo ormai che riflettere sull’Italia guardando all’Europa: anche così tornando a incontrare Einaudi, come grande anticipatore e assertore di quella prospettiva di unione federale dell’Europa che oggi siamo chiamati a rilanciare mirando con coraggio einaudiano al più coerente superamento del dogma e del limite delle sovranità nazionali”. (fonte: http://www.criticasociale.net)

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Approvato bilancio comune Roma

Posted by fidest press agency su sabato, 9 luglio 2011

Roma-campidoglio

Image via Wikipedia

L’Assemblea capitolina ha approvato con 28 voti favorevoli, 17 contrari e una astensione, il bilancio di previsione 2011. La manovra assomma a oltre 6,8 miliardi di euro: oltre 4 miliardi e mezzo relativi alla parte corrente e quasi 2 miliardi per il Piano Investimenti. A questi, vanno sommati ulteriori 3 miliardi circa di euro per gli investimenti con fondi privati (project financing) per un totale globale di 9,8 miliardi di euro circa.
L’equilibrio tra entrate e spese è stato raggiunto attraverso una manovra di 388 milioni di euro: circa 290 inerenti la gestione delle entrate (fra cui 75 milioni di incassi stimati dal contributo di soggiorno e 25 derivanti dall’attività di recupero e lotta all’evasione fiscale, in primo luogo dell’ICI) e da circa 98 milioni di minori spese, per effetto di risparmi per 27 milioni sul personale (efficientamento dei contributi Irap), e della razionalizzazione degli oneri per beni e servizi in gran parte assicurata dall’attività svolta dalla Centrale Unica per gli acquisti (CUA).
Il pareggio di bilancio, reso, tra l’altro, particolarmente difficile dalla riduzione del trasferimenti statali imposti quest’anno dalla manovra di finanza pubblica del Governo (-152,60 mln) consente di mantenere inalterato il livello dei servizi destinati alla Città senza introdurre nuove tasse e prevedendo, pur nella linea di rigore che ha caratterizzato i precedenti esercizi finanziari della Giunta Alemanno, specifici investimenti anche per il rilancio dello sviluppo economico di Roma Capitale. Grazie al maxiemendamento, approvato dall’Assemblea capitolina su proposta della Giunta, il bilancio di previsione 2011 si è arricchito, con il passaggio in Aula, di ulteriori stanziamenti sia per la spesa corrente (circa 49 mln di euro), sia per la parte investimenti (circa 50 mln di euro comprensivi di 8 mln destinati a finanziare il Piano per gli investimenti dei Municipi). A questi si aggiunge la rimodulazione di circa 94 mln di euro di spese per metropolitane, grandi opere, interventi di edilizia residenziale pubblica e centri anziani (18,3 mln di euro), il welfare e i servizi sociali (16,6 mln di euro) e il contribuito di 3 mln di euro necessario a sostenere la candidatura per le Olimpiadi del 2020 che rappresentano il pilastro di riferimento per l’avvio del Progetto Strategico di Sviluppo della Città.
Il Pieno utilizzo della Centrale Unica per gli Acquisti consentirà di realizzare risparmi per circa 40 mln di euro nel 2011 e di 70 mln a regime come obiettivo ottimale nell’arco del triennio 2011-2013, ampliando gli interventi già realizzati lo scorso anno su tutti i settori merceologici (affitti di immobili, spese di riscaldamento ed elettricità, illuminazione pubblica, materiali per la pulizia e di cancelleria, opere tipografiche, arredi nonché spese postali e per corrieri). L’efficientamento della macchina amministrativa è stato accompagnato da una riduzione degli oneri fiscali inerenti il trattamento del personale (27 mln di euro).
Per effetto delle importanti misure adottate è stato possibile rifinanziare la spesa dei dipartimenti mantenendo inalterato il livello dei servizi erogati alla cittadinanza.
Queste, in sintesi, le principali voci di finanziamento:
Per Lavori Pubblici e manutenzione di strade e scuole sono previsti investimenti per 637 mln di euro da destinare alla manutenzione stradale e ad altri interventi per la viabilità inter-municipale (308 mln).
Nei trasporti sono programmate spese per investimenti per circa 3 mld di euro (finanziamento metro, corridoi per la mobilità e tramvie, spostamento del Tram 8 a Piazza Venezia e incentivi per il trasporto pubblico non di linea).
L’Urbanistica realizzerà investimenti per 372 mln.
Lo sport riceverà 7 mln di euro per la manutenzione degli impianti destinati allo sport di base ai quali vanno sommati, come detto, 3 milioni di euro nel triennio per la candidatura per le Olimpiadi del 2020.
Per quanto riguarda il settore ambiente sono previsti investimenti per 80 mln di euro di cui 37 andranno, fra l’altro, alla manutenzione straordinaria del verde e altri 20,6 a parchi, ville storiche, piste ciclabili nonché al finanziamento della gara sul verde.
Il Turismo sarà alimentato dal 5% delle some incassate attraverso il contribuito di soggiorno (75,5 mln di euro nell’anno in corso).
La spesa sociale 2011 dell’amministrazione capitolina ammonterà nel complesso a 313 mln di euro, oltre ai 136 mln gestiti dai municipi.
Per la scuola è stato previsto uno stanziamento complessivo di 177 mln che serviranno, tra l’altro, ad ampliare l’offerta degli asili nido con 1.175 nuovi posti e agli sconti riservati alle famiglie (family card).
Nel comparto della cultura vengono confermate le risorse necessarie al funzionamento di tutte le istituzioni culturali (Palaexpo 10 mln di euro, Fondazione Cinema di Roma per 1,15 mln, Auditorium 4,75 mln, santa Cecilia per 3,25 mln, Teatro di Roma 3,1 mln, Macro 2 mln, 1,3 mln per il triennio per il Museo della Shoah, Teatro Valle 1,3 mln per la stagione 2011/2012 e 824.000 euro per restauri del patrimonio monumentale).
Alle attività produttive andranno 25 mln di euro (18 mln per il nuovo centro ingrosso fiori alla Magliana).
Infine, il settore Patrimonio e Casa sarà caratterizzato da dismissioni con vendita agli inquilini delle Case di edilizia residenziale pubblica per oltre 300 mln di euro nel triennio, cui si aggiungono circa 20 mln di euro di recupero sugli affitti delle case popolari e degli oneri accessori. È quanto rende noto l’Assessorato al Bilancio di Roma Capitale.

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Sindaci forza del sud: maggiore autonomia

Posted by fidest press agency su venerdì, 10 giugno 2011

“I Sindaci di Forza del Sud condividono pianamente la formazione di gruppi parlamentari – a dichiararlo Giuseppe Siviglia Sindaco di San Giuseppe Jato e Coordinatore Regionale della Conferenza dei Sindaci – Finalmente le nostre aspettative si concretizzano e le ragioni del Sud verranno riscattate; siamo sicuri che attraverso i nostri rappresentanti parlamentari di poter avere anche noi voce a Roma per rappresentare da uomini impegnati in prima linea le vere esigenze del territorio al fine di stabilire un equilibrio fra nord e Sud per mettere in moto la nostra economia in parte soffocata dalle prepotenze della lega”.

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Angelino Alfano segretario Pdl

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 giugno 2011

“All’On. Angelino Alfano facciamo i migliori pensieri augurali per il prestigioso incarico di segretario politico del PDL”. Così il segretario politico del Movimento di Responsabilità Nazionale e Vice-presidente Vicario di Iniziativa Responsabile, On. Domenico Scilipoti, al nuovo segretario del Popolo della Libertà. “Uomo probo e corretto e politico capace Ha svolto con equilibrio il compito di Ministro della Giustizia:”.(Dott. Giuseppe Cuschera)

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Karel Capek: Racconti dall’una e dall’altra tasca

Posted by fidest press agency su domenica, 22 Maggio 2011

Karel Capek è forse l’artista più rappresentativo e, per molti aspetti, emblematico della Praga Felix e inquieta fra le due guerre. Un po’ avanguardista, un po’ impegnato, lo scrittore ceco sperimenta, infatti, quasi ogni genere letterario. É il caso di questi racconti noir, piccoli capolavori di attenta descrizione psicologica e sottile ironia, dove tonalità e sapori da vecchia Europa si mescolano, con sapiente equilibrio, ai qui pro quo tipici di ogni buon poliziesco metropolitano. Pagine 144 Euro 8,00 Codice 21655Z EAN 978-88-425-4806-5 Mursia editore.

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