Roma lunedì 17 ottobre, dalle 16.30 alle 20.30, presso l’Aula Magna Regina della John Cabot University, in via della Lungara 233, Trastevere. La rivalità tra i due principali attori della scena mondiale, Usa e Cina, sembra accelerare verso un punto di non ritorno. In questo scenario, capovolto rispetto a quello basato su dinamiche di buone relazioni, sviluppo e cooperazione inaugurato 50 anni fa, si inseriscono la guerra in Ucraina, col suo impatto sull’economia globale, e la crisi di Taiwan. Gli Stati Uniti e la Cina riusciranno a ristabilire un percorso pacifico di coesistenza? Oppure i toni roboanti dei discorsi interni – favoriti dalle imminenti elezioni di medio termine negli Usa e dal 20° Congresso del PCC – prevarranno sulla diplomazia, annullando ogni pacifica exit strategy? Come reagiranno e quale ruolo svolgeranno gli attori euromediterranei? L’evento, sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è co-organizzato dal ChinaMed Project e dal Dipartimento di Scienze Politiche e Affari Internazionali della JCU, in collaborazione col Guarini Institute for Public Affairs della JCU.Tre sono le sezioni in cui è suddiviso il workshop. Nella prima, 16.30-17.00, “Worse than the Cold War? A Diplomatic View from Italy”, daranno il loro saluto, introducendo i lavori, Franco Pavoncello, presidente della John Cabot University; Enrico Fardella, direttore del ChinaMed Project / John Cabot University; Giuliana Del Papa, capo dell’Unità di Analisi e Programmazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Nella seconda, 17.00-18.45, “Worse than the Cold War? Sino-American Rivalry on the Eve of the 20th National Congress of the CCP”, moderata da Enrico Fardella, interverranno Sarah Kirchberger, Kiel University; Veerle Nouwens, RUSI; Edward Luttwak, The Marathon Initiative; Francesco Sisci, Renmin University. Nella terza, 19.00-20.30, “Worse than the Cold War? Euro-Mediterranean Perspectives on Sino-American Rivalry”, moderata da Simone Tholens della JCU, interverranno Ruth Hanau Santini, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”; Pejman Abdolmohammadi, Università di Trento; Giovanni Andornino, Università di Torino / Torino World Affairs Institute; Brandon Friedman, Moshe Dayan Center / Tel Aviv University. By http://www.johncabot.edu/
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La rivalità Usa-Cina analizzata da esperti internazionali
Posted by fidest press agency su venerdì, 14 ottobre 2022
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Il governo degli esperti: dalle parole ai fatti
Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 luglio 2021
Quando si dice che il Movimento 5 Stelle non ha la sufficiente esperienza per governare il Paese perché non chiediamo a questi critici, che si considerano degli esperti, cosa hanno fatto per meritarsi tanti onori? Non sono quelli che hanno portato il debito pubblico alla cifra astronomica di 2600 miliardi di euro? Che hanno favorito un’evasione fiscale da oltre 120 miliardi di euro? Che hanno messo in ginocchio la giustizia e umiliato i tutori dell’ordine e della legalità? Che hanno arrecato discredito alle istituzioni con la corruzione e il mal governo? L’Italia è in ginocchio per colpa loro; eppure, hanno l’improntitudine di erigersi a tutori del buon governo. Se oggi milioni di italiani disertano le urne disgustati da tanto sfacelo e dalla convinzione che ci troviamo al cospetto di una classe politica che ha perso in dignità e fiducia, lo dobbiamo al disastro che hanno combinato e pensano di poter continuare come se nulla fosse turlupinando gli italiani e considerandoli degli gnoccoloni da strapazzare a loro piacimento. È tempo di destarsi dal torpore. È tempo di prendere coscienza che non possiamo fare a meno della politica perché essa è l’unica strada che abbiamo per migliorarci e progredire e permettere ai nostri figli un avvenire migliore. A patto che dimostriamo di saper fare scelte consapevoli e soprattutto farsi rappresentare non dai soliti pifferai di turno. E ricordiamo che un politico non deve essere necessariamente un esperto ma una persona che riesca ad avere una visione che ponga l’essere umano al primo posto nel suo diritto a vivere con dignità. (Riccardo Alfonso)
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Il punto degli esperti alla Luiss: “La sanita’ da curare, MES e Recovery Fund le prime terapie?”
Posted by fidest press agency su martedì, 9 marzo 2021
“L’Italia e’ a tutt’oggi un’osservata speciale, si e’ costruita una narrazione un po’ trionfalistica sulle risorse ottenute dal nostro Paese con il Next Generation Ue, dal Recovery Fund. Ecco, in realta’ non e’ stato un successo ma una presa d’atto da parte dell’Europa perche’ l’Italia si e’ rivelata aggravata da maggiori vulnerabilita’, la stagnazione economica, un mercato del lavoro asfittico, le grandi e drammatiche difficolta’ del sistema sanitario; per questo le risorse ottenute sono state destinate con l’idea di neutralizzare e risolvere queste vulnerabilita’ per disinnescare l’instabilita’ che dall’Italia puo’ derivare”. Cosi’ la professoressa Veronica De Romanis, economista, docente alla LUISS e alla Stanford University, ha spiegato la ratio della terapia rappresentata dal Recovery Fund per l’Italia nel corso del webinar “La sanita’ da curare, MES e Recovery Fund le prime terapie?” durante il quale e’ stato presentato anche il nuovo numero della rivista di politica sanitaria ‘Italian Health Policy Brief’. Ma per tornare al cuore della terapia d’urto che potrebbe aiutare l’intero sistema sanitario, ovvero il Mes, De Romanis ricorda e stressa alcuni punti fondamentali della narrazione sullo strumento economico: “Si puo’ richiedere fino al 2022, ed e’ bene precisare che e’ debito. Ma siamo anche l’unico paese che ha dibattuto in modo distorto sul Mes perche’ lo ha associato alla crisi finanziaria che ha affossato la Grecia, anche se all’epoca il Mes non esisteva. Tutt’oggi l’utilizzo del Mes e’ piu’ semplice: spese sanitarie dirette e indirette, dove la parola ‘indirette’ assume un carattere ampio e ambiguo per consentire di finanziare, per esempio, gli stipendi agli infermieri, per esempio. Basta rendicontare. Eppure – prosegue la Professoressa De Romanis – chi era contrario al Mes ha sfruttato l’effetto stigma e il dibattito ha creato una grande perdita di tempo. L’effetto stigma pero’ puo’ essere letto anche come l’occasione per portare in evidenza cosa serve nel piano sanitario, concretamente. Il vantaggio del Mes e’ quello, infatti, di obbligare a fare un piano dettagliato attraverso il PNRR. Nelle due bozze del piano che sono gia’ circolate, nel precedente governo, l’allocazione delle risorse sono state cambiate e raddoppiate: come? Con quali capitoli di spesa modificati? È chiaro quindi che non esisteva un piano dettagliato. Vediamo quindi cosa ci serve per fare il piano e quanto ci serve per realizzarlo. Senza confondere il Mes con il PNRR, facendo una valutazione di impatto su come questi soldi impattano e dove, perche’ il problema sara’ anche individuare aree fertili, almeno per quanto riguarda il PNRR. Pertanto, visto che le risorse del PNRR arriveranno sostanzialmente nel 2022, non vedo perche’ non accedere al Mes”. (fonte agenzia stampa Dire)
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Cisco annuncia 500 borse di studio per i futuri esperti di cybersecurity
Posted by fidest press agency su domenica, 25 ottobre 2020
Cisco mette a disposizione dei giovani italiani che ambiscono a diventare i futuri esperti di cybersecurity 500 borse di studio, che permetteranno ai selezionati di frequentare gratuitamente un percorso basato sui contenuti del programma di formazione Cisco Networking Academy, accedere a laboratori, webinar con esperti cybersecurity e aziende attive nel settore digitale. L’iniziativa è in collaborazione con il Cisco Cybersecurity Co-Innovation Center e con i Partner Academy. La trasformazione digitale a cui stiamo assistendo e il cambiamento a cui le aziende devono far fronte hanno fatto emergere ancor di più l’importanza della cybersecurity. Le aziende sono sempre di più alla ricerca di personale qualificato: una ricerca condotta da Wyser (GiGroup) riporta che entro il 2021 ci sarà una richiesta di 3,5 milioni di posti di lavoro in questo settore. In un’indagine condotta su 600 responsabili IT e decision maker aziendali, Cisco segnala che il 93% degli intervistati dichiara di avere una mancanza di talenti talmente importante da rallentare la trasformazione del business stesso. In Italia, il settore della sicurezza ha generato, nel 2019, un valore di 1,3 miliardi di euro, percentuale in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente.“Il gap di competenze in ambito cybersecurity si allarga di anno in anno. La domanda delle aziende rimane insoddisfatta e allo stesso tempo in molti non riescono ad entrare nel mondo del lavoro o hanno bisogno di riqualificarsi. Finanziando queste borse di studio vogliamo dare un segnale forte, offrendo più opportunità per specializzarsi in uno dei settori chiave di oggi e di domani. Diamo così seguito con una nuova iniziativa all’impegno per diffondere le competenze digitali che abbiamo preso all’interno del nostro piano di investimenti Digitaliani, mettendo al centro le persone” ha commentato Luca Lepore, CSR & Corporate Affairs Manager di Cisco Italia.Per cogliere questa opportunità i giovani interessati hanno tempo fino al 27 novembre prossimo. Per partecipare alla selezione bisogna andare sul sito dedicato all’iniziativa Cybersecurity Scholarship Italia: è richiesto di completare online un percorso di base gratuito “Introduzione alla Cybersecurity” e poi candidarsi con il proprio CV. I giovani selezionati potranno partecipare al programma, che si svolgerà fra dicembre 2020 e giugno 2021.
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Cisco annuncia 500 borse di studio per i futuri esperti di cybersecurity
Posted by fidest press agency su domenica, 25 ottobre 2020
Cisco mette a disposizione dei giovani italiani che ambiscono a diventare i futuri esperti di cybersecurity 500 borse di studio, che permetteranno ai selezionati di frequentare gratuitamente un percorso basato sui contenuti del programma di formazione Cisco Networking Academy, accedere a laboratori, webinar con esperti cybersecurity e aziende attive nel settore digitale. L’iniziativa è in collaborazione con il Cisco Cybersecurity Co-Innovation Center e con i Partner Academy. La trasformazione digitale a cui stiamo assistendo e il cambiamento a cui le aziende devono far fronte hanno fatto emergere ancor di più l’importanza della cybersecurity. Le aziende sono sempre di più alla ricerca di personale qualificato: una ricerca condotta da Wyser (GiGroup) riporta che entro il 2021 ci sarà una richiesta di 3,5 milioni di posti di lavoro in questo settore. In un’indagine condotta su 600 responsabili IT e decision maker aziendali, Cisco segnala che il 93% degli intervistati dichiara di avere una mancanza di talenti talmente importante da rallentare la trasformazione del business stesso. In Italia, il settore della sicurezza ha generato, nel 2019, un valore di 1,3 miliardi di euro, percentuale in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente.“Il gap di competenze in ambito cybersecurity si allarga di anno in anno. La domanda delle aziende rimane insoddisfatta e allo stesso tempo in molti non riescono ad entrare nel mondo del lavoro o hanno bisogno di riqualificarsi. Finanziando queste borse di studio vogliamo dare un segnale forte, offrendo più opportunità per specializzarsi in uno dei settori chiave di oggi e di domani. Diamo così seguito con una nuova iniziativa all’impegno per diffondere le competenze digitali che abbiamo preso all’interno del nostro piano di investimenti Digitaliani, mettendo al centro le persone” ha commentato Luca Lepore, CSR & Corporate Affairs Manager di Cisco Italia.Per cogliere questa opportunità i giovani interessati hanno tempo fino al 27 novembre prossimo. Per partecipare alla selezione bisogna andare sul sito dedicato all’iniziativa Cybersecurity Scholarship Italia: è richiesto di completare online un percorso di base gratuito “Introduzione alla Cybersecurity” e poi candidarsi con il proprio CV. I giovani selezionati potranno partecipare al programma, che si svolgerà fra dicembre 2020 e giugno 2021.
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Il governo degli esperti
Posted by fidest press agency su sabato, 15 agosto 2020
Quando si dice che il Movimento 5 Stelle non ha la sufficiente esperienza per governare il Paese perché non chiediamo a questi critici, che si considerano degli esperti, cosa hanno fatto per meritarsi tanti onori? Non sono quelli che hanno portato il debito pubblico alla cifra astronomica di 2300 miliardi di euro? Che hanno favorito un’evasione fiscale da oltre 120 miliardi di euro? Che hanno messo in ginocchio la giustizia e umiliato i tutori dell’ordine e della legalità? Che hanno arrecato discredito alle istituzioni con la corruzione e il mal governo? L’Italia è in ginocchio per colpa loro eppure hanno l’improntitudine di erigersi a tutori del buon governo. Se oggi milioni di italiani disertano le urne disgustati da tanto sfacelo e dalla convinzione che ci troviamo al cospetto di una classe politica che ha perso in dignità e fiducia, lo dobbiamo al disastro che hanno combinato e pensano di poter continuare come se nulla fosse turlupinando gli italiani e considerandoli degli gnoccoloni da strapazzare a loro piacimento. È tempo di destarsi dal torpore. È tempo di prendere coscienza che non possiamo fare a meno della politica perché essa è l’unica strada che abbiamo per migliorarci e progredire e permettere ai nostri figli un avvenire migliore. A patto che dimostriamo di saper fare scelte consapevoli e soprattutto farsi rappresentare non dai soliti pifferai di turno. E ricordiamo che un politico non deve essere necessariamente un esperto ma una persona che riesca ad avere una visione che ponga l’essere umano al primo posto nel suo diritto a vivere con dignità. (Riccardo Alfonso)
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I consigli degli esperti per tornare a scuola in sicurezza
Posted by fidest press agency su sabato, 13 giugno 2020
Nella maggior parte delle scuole di tutto il mondo la campanella non suona ormai da mesi: lontani dai banchi di scuola, l’educazione di 1,6 miliardi di studenti è messa a dura a prova come segnala una ricerca dell’UNESCO pubblicata dalla BBC. A lanciare l’allarme è anche un’indagine della Northwest Evaluation Association, riportata da CNBC, secondo la quale i bambini delle elementari tendono a perdere il 20% delle abilità di lettura e scrittura se sottoposti a mesi di stop forzato. Uno scenario complicato, che rende necessaria la sinergia fra pedagogisti per tutelare il benessere dei bambini, pediatri per trattare al meglio il tema della loro salute e consulenti per la sicurezza per dare vita ad ambienti nei quali gli allievi possano muoversi in tutta tranquillità. Fondamentale anche investire nella formazione del personale scolastico, ripristinare il ritorno al metodo didattico della outdoor education, sottolineare l’importanza dell’igiene delle mani, risvegliare un senso di responsabilizzazione collettiva, puntare sul blended learning e installare corner igienizzanti.
ESPERTI IN PEDAGOGIA – Ingressi scaglionati, classi formate da piccoli gruppi, misurazione della temperatura all’entrata, mascherine per i più grandi e giochi sanificati per i più piccoli. E ancora, pranzo e sonnellino a distanza di sicurezza e ampio spazio alle attività all’aria aperta. Sono solo alcune delle misure messe in atto dalle scuole per ripartire in tutta sicurezza e consentire ai più piccoli di ricongiungersi con i propri coetanei dopo mesi di confinamento domiciliare.
ESPERTI IN PEDIATRIA – Un altro dei cambiamenti a cui i bambini dovranno abituarsi è la necessità di lavarsi le mani più spesso: secondo un’indagine della National Health Service (NHS) pubblicata sul portale britannico Metro soltanto il 25% dei bambini prestava attenzione all’igiene delle proprie mani prima della pandemia, ecco perché gli esperti consigliano di incentivare i più piccoli attraverso canzoncine e attività ludiche.
ESPERTI IN SICUREZZA – Proteggere la salute dei bambini e aiutarli a orientarsi in un mondo inevitabilmente diverso da come lo ricordavano è diventato un obiettivo fondamentale. “In vista di una graduale riapertura delle scuole, delle attività commerciali e dei parchi Eurostands, azienda brianzola leader nel settore degli allestimenti fieristici, ha deciso di allargare la sua linea di prodotti COVISTOP anche ai più piccoli ideando e commercializzando prodotti a misura di bambino – spiega Maurizio Cozzani, amministratore delegato di Eurostands – Cartelloni, segnaletica e dispositivi di sicurezza, come il distributore automatico di gel igienizzante COVISTOP T Sanitizer Kids, sono stati pensati per dialogare con i bambini, grazie al design semplice e lineare e a un linguaggio chiaro ed efficace, aiutandoli a capire l’importanza di gesti semplici, come quello dell’igienizzazione delle mani, destinati a diventare parte della loro nuova routine quotidiana”.
L’importanza delle regole sanitarie è condivisa anche dal dottor Massimo Volpi, consulente AIFOS (Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro): “Occorre risvegliare un senso di responsabilizzazione collettiva, soprattutto nel comparto scolastico. I docenti e il personale devono fornire agli alunni e alle famiglie un’informazione chiara, puntuale e precisa sulle norme vigenti. Questo non significa che prima le regole non fossero rispettate, ma la situazione attuale ha amplificato il tutto. In previsione della riapertura, è necessario richiamare una validità etica comune a tutti e puntare sulla formazione del personale per far sì che gli spazi vengano sanificati nel miglior modo possibile, si utilizzino le mascherine e si rispetti il distanziamento sociale. Consigliabile anche la presenza di un corner igienizzante all’ingresso di ogni aula”.
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Sul pianeta esistono alcuni animali “esperti” di autoisolamento
Posted by fidest press agency su martedì, 28 aprile 2020
Noi umani siamo esseri sociali: raramente, infatti, trascorriamo un giorno in assenza di una qualche forma di interazione con altri individui della nostra specie. La grave emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus sta costringendo le persone in tutto il mondo a trascorrere più tempo da sole a casa, spingendo molti ad affidarsi alla comunicazione digitale per connettersi ai propri cari. Per molti animali, tuttavia, l’autoisolamento non è qualcosa di nuovo, ma appartiene al proprio istinto. Da alcuni mammiferi terrestri a diversi abitanti degli oceani, molti scelgono di vivere in solitudine buona parte della loro vita.
Tartarughe marine. Le tartarughe marine sono nuotatrici formidabili: in alcuni casi nuotano per migliaia di chilometri in solitaria tra le aree di alimentazione e i siti di nidificazione. Preferiscono interagire e riunirsi con un loro simile solo per brevi periodi, come quello riproduttivo. Le tartarughe passano gran parte del loro tempo in mare aperto.
Balenottere azzurre. Gli animali più grandi del pianeta, le balenottere azzurre, nuotano solo occasionalmente in piccoli gruppi. Normalmente si muovono sole o in coppia. Il loro cuore è grande come un Maggiolino Volkswagen e il loro stomaco è costruito per mangiare più di 3 tonnellate di krill al giorno. Questi giganti dell’oceano cercano un compagno solo durante il periodo dell’accoppiamento e comunicano tra loro usando vocalizzazioni a bassa frequenza, tra 10 e 40 hertz.
Leopardi delle nevi. I leopardi delle nevi sono predatori solitari.
Orsi polari. Gli orsi polari sono i più grandi carnivori terrestri e passano la maggior parte delle loro giornate sulla banchisa polare, in cerca delle loro prede preferite, le foche. A questo gigante dell’Artico non dispiace vivere una vita semi-solitaria e, se si esclude la ricerca attiva di un partner per l’accoppiamento in primavera e all’inizio dell’estate e l’allevamento dei cuccioli da parte delle femmine, gli orsi polari adulti tendono ad essere del tutto asociali.
Giaguari. Come per il leopardo delle nevi, anche la vita dei giaguari è pressoché solitaria, ma solo fino alla stagione degli amori: in questo periodo i giaguari possono accoppiarsi fino a 100 volte al giorno.
Orango. Conosciuti per la loro caratteristica pelliccia rossa e la loro intelligenza, gli oranghi in natura fanno una vita semi-solitaria. Trascorrono la maggior parte del loro tempo appesi agli alberi, muovendosi rapidamente tra i rami. Gli oranghi solo raramente si riuniscono in grandi alberi da frutto, dove le femmine adulte passano diverso tempo con i loro figli. Gli unici oranghi che condividono la propria quotidianità con altri simili sono proprio le femmine con i loro cuccioli: le cure parentali, infatti, possono durare fino a 6-7 anni.
Panda giganti. Il panda gigante è generalmente un animale solitario e pacifico. Questa specie ha evoluto un olfatto molto sviluppato, che da un lato aiuta i panda a trovare un potenziale partner in primavera, dall’altro gli permette di evitare il contatto diretto con gli altri simili, aiutandoli a mantenere il proprio isolamento durante il resto dell’anno.
Ornitorinco. L’ornitorinco australiano passa le sue giornate da solo a mangiare crostacei e piante sul fondo di fiumi, laghi e torrenti, o a riposare nella sua tana. Conduce una vita solitaria, nonostante a volte si trovi a condividere lo spazio dove vive e si alimenti con altri animali della stessa specie. Questo mammifero antichissimo, unico a deporre le uova insieme al “parente” echidna, fa vita sociale solo durante la stagione riproduttiva, quando maschi e femmine si cercano attivamente per accoppiarsi.
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Focus tematici: esperti e famiglie
Posted by fidest press agency su venerdì, 17 aprile 2020
I professionisti dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) si schierano a sostegno della genitorialità in tempo di pandemia, e arricchiscono il già nutrito programma dello sportello ‘IdO con Voi’ con il nuovo appuntamento: ‘Esperti e famiglie’. “Abbiamo enucleato 6 temi che ci vengono sottoposti a maggioranza da tutti coloro che ci contattano. Abbiamo pensato poi di creare dei piccoli gruppi tra genitori e docenti, formati dalle 5 alle 8 persone, per poter affrontare in maniera più approfondita e condividere con gli altri un argomento”, una macroarea, agevolati dall’aiuto di alcuni esperti dell’equipe multidisciplinare dell’IdO. A parlarne è Federico Bianchi Di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’IdO, che presenta il nuovo progetto ‘Esperti e famiglie’.
Sei argomenti, due specialisti a colloquio con genitori e docenti, per due incontri alla settimana: uno la mattina e uno il pomeriggio in giornate differenti. Un obiettivo molto ampio: “Non solo sottolineare e comprendere le difficoltà e le negatività delle differenti situazioni, ma anche – dove possibile – evidenziarne le positività e trovare una soluzione” alle difficoltà del momento, continua Castelbianco.
Tra le macroaree c’è quella della ‘difficile esperienza genitoriale in tempo di pandemia’. In questo focus si affronteranno tutte le complicazioni legate “allo stare a casa per due mesi, vivere in comune, dividersi gli spazi, come anche avere difficoltà nella gestione dei tempi. Gestire ragazzi e bambini a casa- ricorda lo psicoterapeuta- è infatti molto complesso e occorre ricordare che gli adulti non sono automi, bensì persone con una propria sensibilità, delle difficoltà e dei nervosismi”.
Altro ciclo di appuntamenti è sulla gestione della rabbia e dell’aggressività. “Tema che purtroppo- commenta il direttore dell’IdO- stiamo riscontrando da prima della pandemia. La ritroviamo in bambini e ragazzi in modo esacerbato ed esagerato, e questo non aiuta di certo la gestione casalinga”. C’è anche il focus sulle famiglie adottive, “alle quali va dato un riconoscimento del loro incredibile valore, per le quali- puntalizza l’esperto- ci possono essere dubbi e perplessità differenti che vanno affrontate e capite”. C’è poi l’appuntamento con ‘le emozioni dei bambini 0-6 anni’, fascia che solitamente “è abituata a uscire, giocare, fare capricci, e che si trova adesso in una condizione dove tutto è cambiato”, aggiunge Castelbianco.
Inoltre c’è anche uno spazio dedicato a situazioni più specifiche e settoriali: il focus sulle ‘difficoltà di apprendimento’ che, ricorda lo psicoterapeuta, “stanno quasi contagiando l’Italia” e “i disturbi dello spettro autistico”, tematica “da sempre molto cara all’IdO”. Proprio sullo spettro autistico Castelbianco lancia, infatti, un monito: “In una cittadina calabrese si sta discutendo se far uscire o meno nei parchi i bambini autistici per una passeggiata. Io sono totalmente favorevole- dichiara- bisogna assolutamente cercare di tenere a distanza il virus, ma i bambini autistici vanno sostenuti e aiutati. Anche una passeggiata con i genitori per loro ha un’estrema importanza, perché li aiuta a vivere meglio. Certo- conclude- cercheremo di immaginare delle soluzioni adeguate a questa fase, ma loro hanno diritto a uscire un po’”.
Dopo il grande successo del corso su ‘La gestione dell’ansia e dello stress in situazioni di emergenza’, parte quindi nell’ambito di ‘IdO con Voi’ e della task force di supporto del Miur anche ‘Esperti e famiglie’.
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Covid-19: la classifica degli esperti scientifici
Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 aprile 2020
La fotografia della squadra dei 13 esperti e scienziati ritenuti più conosciuti e credibili dagli italiani, è uno degli aspetti positivi del racconto mediatico che in queste settimane sta mettendo a dura prova il nostro Paese. Il tema è l’argomento più dibattuto ed è oramai entrato a far parte di quasi tutti i palinsesti radio televisivi, è in primo piano su tutti i principali quotidiani ed è trend topic sui social media e sulla rete.I dati del Monitor Expert Track TM, elaborati dalle società Noto Sondaggi e MY PR, agenzia di comunicazione, evidenziano come il livello di conoscenza degli esperti scientifici, da parte degli italiani, sia all’interno di una forchetta che va dal 94% di Angelo Borrelli, Capo della Protezione civile e Commissario per l’emergenza fino al 58% di Giovanni Di Perri, Responsabile Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Percentuali da far invidia a molti politici che, nonostante le apparizioni in TV, non godono di livelli di conoscenza così alti. Sul fronte della credibilità, invece, il podio vede quattro scienziati raggiungere un rating elevato: al primo posto con il 78% troviamo Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico dell’Ospedale Spallanzani di Roma; segue, con il 75%, Ilaria Capua, Virologa, Direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida; in terza posizione ex aequo tra Roberto Burioni, Virologo dell’Università Vita e Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano e Walter Ricciardi, Membro dell’esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), entrambi su un livello del 74%. I dati sono da considerare come ottime performance sul fronte dei livelli di credibilità e reputazione raggiunte, tenendo in considerazione fattori come il tempo di esposizione, i livelli di attenzione e la difficoltà delle tematiche affrontate, il contesto fortemente negativo del racconto mediatico, dettato da immagini che segnano sentimenti di paura e sconforto, come quelle di eroici medici e infermieri segnati dall’intensità del lavoro svolto, pazienti intubati e sofferenti.“In questo momento – commenta Antonio Noto, Sociologo e studioso dei comportamenti – una delle dinamiche sociali più importanti che abbiamo rilevato è la domanda di conoscenza e soprattutto di competenza, per cui l’inserimento degli esperti nel palinsesto mediatico degli italiani copre un’esigenza precisa che cresce con l’espansione anche in altri Paesi dell’emergenza dell’epidemia da coronavirus e andrà avanti anche dopo la fase strettamente emergenziale. I dati di conoscenza e di credibilità di questi esperti sono molto alti e questa tendenza, oltre ad essere un indicatore della fiducia conquistata, è anche un aspetto che sottolinea l’importanza del loro ruolo. Stiamo analizzando i dati dei comportamenti, le attese e i bisogni degli italiani con più strumenti di rilevazione e abbiamo livelli di preoccupazione crescenti dal 27 febbraio su vari aspetti: dalla salute al lavoro, alla situazione economica fino a dinamiche a forte impatto sociale come la mancanza degli affetti e la vicinanza.” (by fabio.micali)
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Smart working: Il parere degli esperti
Posted by fidest press agency su domenica, 22 marzo 2020
Nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (coronavirus), il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato il 1° marzo 2020 un nuovo Decreto che interviene sulle modalità di accesso allo smart working, confermate anche dal Decreto del 4 marzo 2020. Come indicato nel DPCM dell’11 marzo 2020, si raccomanda venga attuato il massimo utilizzo, da parte delle imprese, di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza. Lo smart working è lo strumento utile alle aziende che necessitano di garantire operatività e continuità quando le risorse sono impossibilitate a recarsi sul posto di lavoro, in questo particolare periodo storico tutte le aziende che hanno tale possibilità, hanno invitato i propri dipendenti ad usufruire di questa modalità di lavoro agile. Tuttavia questa porta con sé diverse insidie, a partire dalla difficoltà di pronto intervento sui processi, soprattutto in quelli per cui sono richieste una costante supervisione ed un intervento su diversi sistemi all’interno di un’organizzazione.
Serve quindi dotarsi di capacità “just-in-time” di risposta ai problemi, ma soprattutto serve adottare strategie che possano prevenire perdita di informazioni ed interruzioni di processo. Infatti, se da una parte il lavoro agile ha evitato la chiusura di molte imprese, dall’altro il ricorso emergenziale e l’approccio improvvisato potrebbero esporre a numerosi rischi le aziende sia sotto il profilo della gestione delle catene produttive che della sicurezza informatica, che del rispetto della protezione dei dati personali. Tuttavia potrebbe trattarsi di un’evoluzione con una portata tale da avere riflessi sul sistema socioeconomico, in cui l’efficienza operativa e la tutela della riservatezza è indispensabile.Quali sono quindi strumenti necessari di cui le aziende dovrebbero dotarsi per far fronte a tali esigenze? «Le aziende dovrebbero puntare su strumenti di Data Quality ed Automation – spiega Annamaria Gerace, Team Leader Fraud & Crime per la BU Digital Trust di Soft Strategy-. La qualità del dato è fondamentale: se le aziende riescono a mitigare la presenza di errori sui dati processati, diminuisce la probabilità di riscontrare errori in tutta la catena produttiva di elaborazione degli stessi, evitando in tal modo la necessità di intervento umano dovuto al ripristino, ad esempio, di un monitoraggio, di un processo distributivo o per la verifica della conformità dei dati elaborati.Possiamo esemplificare questo approccio strategico?«Riporto ad esempio i processi di compliance ed antifrode – continua Gerace – che devono rispettare la segnalazione secondo termini di legge di alcune informazioni che devono essere corrette e verificate.Inoltre, una buona qualità dei dati evita di dover eseguire elaborazioni e lunghe fasi di analisi sui risultati, permettendo di riconoscere facilmente dove vi siano ambiguità e necessità di cambiare una o più regole di aggregazione o di alerting perché poco efficienti.Allo stesso modo tutte le aziende che non lo hanno ancora previsto, dovrebbero investire, ove possibile, in Automation, soprattutto nelle fasi che prevedono l’interazione con diversi sistemi interni ed esterni alle organizzazioni: si evita così ulteriore movimento dei dati dovuto all’accesso da postazioni di smart working. Si ottiene il risultato finale di una velocizzazione di interi processi e notevole risparmio in termini di tempo e di costi, nonché minor impegno di risorse che non potendo essere presenti, non possono garantire tempestività di intervento».
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Come ridurre la diffusione dell’influenza: i consigli degli esperti
Posted by fidest press agency su giovedì, 23 gennaio 2020
1. Alimentarsi in modo corretto per garantire la giusta quantità di vitamine e sali minerali. Si consiglia di consumare almeno 3 porzioni di frutta e 2 di verdura fresca al giorno, in particolare kiwi, agrumi, frutti di bosco, peperoni, pomodori (meglio se crudi), broccoli, cavolo e verza.
2. Utilizzare aglio e cipolla nella preparazione dei cibi. Questi alimenti, infatti, oltre ad essere ricchi di vitamine e sali minerali, hanno proprietà antisettiche, fluidificano ed aiutano a eliminare il catarro.
3. Condire le pietanze con il limone al posto (o in aggiunta) dell’aceto oppure pasteggiare con una spremuta di agrumi. Questi frutti, grazie al contenuto di vitamina C, facilitano l’assorbimento del ferro presente in altri alimenti che, a sua volta, potenzia le difese naturali contro raffreddore, mal di gola e tosse.
4. Ricordare che le spezie svolgono un’azione vasodilatatrice che favorisce la sudorazione e la conseguente stabilizzazione della temperatura corporea. In particolare, curry, paprica e peperoncino sono fonti naturali di un importante principio attivo antinfiammatorio: l’acido acetilsalicilico.
5. Anche il brodo e altre bevande, se sufficientemente caldi, creano vasodilatazione e quindi apportano beneficio alle vie aeree superiori irritate, creando un effetto fluidificante su muco e catarro.
6. Non dimenticare l’importanza di integrare i liquidi. Occorre bere acqua e bevande salutari come l’infuso di rosa canina, che contiene vitamine, zinco, flavonoidi e tannini, oppure tisane tiepide dolcificate con miele.
7. Aprire le finestre più volte al giorno per almeno 15 minuti per favorire un buon ricambio di aria, ricordando che il ristagno e l’umidità favoriscono la proliferazione batterica. L’umidità dovrebbe assestarsi intorno al 50-60% perché un microclima troppo secco favorisce l’ingresso di germi e batteri nelle vie aeree, mentre troppo umido ne aumenta la proliferazione.
8. Mantenere un’ottima igiene del corpo, lavandosi spesso le mani. Scegliere con cura l’abbigliamento, vestendosi a strati ed evitando capi troppo pesanti poiché provocano abbondante sudorazione. Via libera alla lana sulla pelle, che offre un ottimo isolamento termico.
9. Fare attenzione agli sbalzi di temperatura. La differenza tra la temperatura interna ed esterna non dovrebbe mai superare i 10-15 gradi.
10. Evitare i luoghi troppo affollati, dove si moltiplicano le occasioni di contagio.
L’alimentazione è fondamentale, poiché migliora le difese immunitarie soprattutto grazie alle vitamine e agli antiossidanti contenuti in frutta e verdura e ai fermenti lattici vivi che si trovano in latte fermentato e yogurt”.
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Non è più tempo di discussioni
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 gennaio 2020
Ci risiamo. Dopo aver digerito non sempre bene i risultati elettorali ora il passatempo dei nostri “esperti” dalla politica alla filosofia, dalla sociologia al pettegolezzo sembrano concentrati sui passi che i nuovi leader compiranno e come intendono risolvere gli aspetti più urgenti del nostro vivere quotidiano. Da più disparate parti i talk-show, infatti, impazzano con discussioni di ogni genere ora sul conflitto d’interessi ora sulla riforma della giustizia, ora sulla legge elettorale ora sulla riforma del lavoro e via di questo passo. Non bastano per questi amatori delle tavole rotonde i tanti bla bla che per decenni abbiamo dovuto sorbire sulle riforme preannunciate, quasi realizzate salvo un nulla di fatto all’ultima ora. E’ tempo di concretizzare e non di parlare al vento. Il sistema Italia ha in nuce tutte le potenzialità possibili e immaginabili per darsi una nuova figura di sé. Ciò che manca è la volontà politica. Ciò che manca è l’impegno parlamentare a realizzare e non ad anticipare il bene e a razzolare male tra le pieghe delle commissioni, dei rinvii, degli approfondimenti ecc. Basterebbe stabilire per regolamento parlamentare che tutte le proposte di legge dei suoi membri venissero esaminate dalle apposite commissioni entro sessanta giorni e votate o rinviate in aula per l’esame generale e il relativo voto. Diamoci una mossa se vogliamo realisticamente imprimere una svolta al paese e non lasciamo che la nuova speranza per un cambiamento radicale sul modo come interagire tra i cittadini e le istituzioni non si trasformi come in passato in un mero esercizio tautologico (Riccardo Alfonso)
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Malattie cardiovascolari in Italia
Posted by fidest press agency su sabato, 26 ottobre 2019
C’è da chiedersi come mai, pur sapendo di rischiare la propria vita, una persona ad alto rischio cardiovascolare, decida di non preoccuparsi o magari di rimuovere il problema. Sono poco incoraggianti i risultati di un’indagine sugli italiani ad alto rischio cardiovascolare che conferma come 3 su 10 non assumono i farmaci prescritti, la metà li assume in modo saltuario e più della metà non ha cambiato stile di vita2. Questi e altri risultati sono stati commentati da esperti nel corso dell’incontro svoltosi a Roma c/o la Sala Stampa della Camera dei Deputati per approfondire i meccanismi che portano all’informazione e alla consapevolezza dei pazienti i quali sembrano “incagliarsi” nel mettere in pratica quanto viene indicato e prescritto dal medico.
Una realtà, quella italiana, che si inserisce in un contesto europeo che ha voluto lanciare una call to action attraverso una lettera aperta al neo-nominato Commissario Europeo per la salute Stella Kyriakides3, firmata congiuntamente dallo European Heart Network (EHN) e dalla European Society of Cardiology (ESC). La richiesta è quella di sviluppare con urgenza un piano d’azione dedicato per combattere la principale causa di morte in Europa, poiché ancora oggi le malattie cardiovascolari non ricevono la stessa attenzione che l’EU riserva ad altre patologie, né fondi adeguati per la ricerca. La preoccupazione è che questa mancanza di attenzione sia dovuta ad una errata percezione dell’impatto che le malattie cardio-cerebrovascolari hanno in termini umani, economici e sociali.
“In Europa si contano ben 49 milioni di persone che vivono con una patologia cardio-cerebro-vascolare, e più di 1,8 milioni di persone muoiono ogni anno per queste malattie. In Italia inoltre i dati ISTAT ci dicono che, già sopra i 45 anni, le malattie del sistema cardiovascolare sono la prima causa di ospedalizzazione.Tutto questo oltre al valore umano ha anche un notevole costo per il sistema salute con una stima di 210 miliardi di € a livello europeo – spiega Emanuela FOLCO, Presidente FIPC – La Fondazione Italiana per il Cuore, in questo contesto, si conferma allineata con la proposta europea nello sviluppare iniziative che aiutino ad aumentare il livello di consapevolezza sul rischio delle malattie cardiovascolari”. Interventi precisi in termini di prevenzione, possono mettere al riparo dai temuti eventi cardiovascolari che hanno dimostrato avere molte ripercussioni anche sulla qualità di vita. “Ben il 70% di chi ha avuto un evento dichiara2 che questo ha influito in modo significativo sulla sua qualità di vita e sul benessere psicologico. E questo è un effetto che perdura nel tempo. Dopo 7 anni infatti ancora 1 paziente su 2 ne dichiara il pesante impatto.– spiega Giuseppe CIANCAMERLA, Presidente di Conacuore – Le ripercussioni sulla qualità della vita dei pazienti hanno risvolti importanti sotto diversi punti di vista, basti pensare che un quarto2 di chi ha avuto un evento cardiovascolare ha dovuto ridurre o abbandonare il lavoro”.
Sono 5 miliardi i costi indiretti tra cui la perdita di produzione ai quali si aggiungono 15,7 miliardi all’anno di costi sanitari. “Oltre a questi costi diretti e indiretti vanno anche considerati quelli sostenuti dal sistema previdenziale per le malattie cardiovascolari – commenta Francesco Saverio MENNINI, Direttore Centro per la Valutazione Economica a HTA – che ammontano oggi circa a 800 milioni di euro con un trend in aumento. Questi dati ci fanno comprendere quanto sia importante e urgente prevedere degli interventi sia di natura preventiva che di presa in carico precoce dei pazienti così da ridurre oltre all’impatto clinico anche quello economico e finanziario” Raggiungere rapidamente ed efficacemente la popolazione italiana significa sapere esattamente come e dove gli italiani cercano le informazioni che riguardano la propria salute. E’ in questa direzione che FIPC si è prefissata di indagare, grazie anche al contributo non condizionante di Sanofi che da sempre sostiene progetti di sensibilizzazione sulle malattie cardiovascolari.
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Esperti a confronto sui grandi temi di Sanità Pubblica
Posted by fidest press agency su venerdì, 22 marzo 2019
In uno scenario dove il futuro della salute è sempre più connesso con i grandi temi globali, la centralità del paziente resta il criterio guida per identificare le priorità da affrontare e per misurare l’efficacia dei sistemi sanitari e la loro capacità di rispondere ai bisogni di salute. In Italia, secondo quanto emerge da un’indagine quantitativa svolta da Istituto Piepoli per conto di MSD Italia, i cittadini soddisfatti del Servizio Sanitario Nazionale sono ancora la maggioranza (57%), ma il dato risulta in calo rispetto al 2018 quando, sempre secondo l’Istituto Piepoli, a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatti era il 65% della popolazione.
Secondo l’opinione degli italiani, il compito primario della sanità pubblica dovrebbe essere quello di accelerare i percorsi di cura delle persone con malattia e di evitare che le persone sane si ammalino: le priorità sulle quali dovrebbero concentrarsi nei prossimi anni gli sforzi del Servizio Sanitario Nazionale sono, nell’ordine, la riduzione dei tempi di attesa per esami e interventi (79%) e la prevenzione delle malattie (51%) seguiti dal sostegno alle fasce deboli, come famiglie a basso reddito, malati cronici, disabili (49%).
L’indagine è stata presentata oggi nel corso di Inventing for Life – Health Summit, evento istituzionale organizzato a Roma da MSD Italia, che ha riunito clinici, rappresentanti di Istituzioni, Società Scientifiche e associazioni di Pazienti per fare il punto sulle grandi priorità della sanità pubblica a livello globale nella prospettiva della centralità dei pazienti e del difficile equilibrio tra innovazione e sostenibilità.
Ospiti prestigiosi e autorevoli si sono avvicendati sul palco: ad aprire i lavori il Vice Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Lorenzo Fioramonti, che ha inquadrato lo scenario Italiano.
Sono seguiti gli interventi del Premio Nobel per la Pace 2011 Ellen Eugenia Johnson Sirleaf, già presidente della Liberia, e di Julie Gerberding, M.D., M.P.H. Executive Vice President & Chief Patient Officer per MSD, che hanno delineato le principali sfide dei prossimi anni, in primis la minaccia delle grandi malattie infettive, come Ebola e HIV, identificando nelle partnership internazionali pubblico-privato un modello per sostenere l’innovazione e promuovere la salute globale.
Gli spunti emersi dall’indagine dell’Istituto Piepoli sono stati poi discussi nella prima tavola rotonda “La centralità del paziente nel percorso diagnostico-assistenziale” da Luca Coletto, Sottosegretario Ministero della Salute, Antonio Gaudioso, Segretario Generale Cittadinanzattiva, Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna onlus, Silvestro Scotti, Segretario Generale Nazionale FIMMG, Pierpaolo Sileri, Presidente XII Commissione del Senato.
Al termine dell’incontro sono stati proclamati i vincitori della prima Edizione del ‘Premio Umberto Mortari’ per la ricerca scientifica nell’ambito delle Life Sciences istituito per onorare, a pochi mesi dalla sua scomparsa, la memoria di Umberto Mortari, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia dal 1992 al 2007. Obiettivo del riconoscimento è quello di valorizzare le giovani eccellenze italiane che si siano distinte nel campo delle Life Sciences all’estero, dando lustro al nostro Paese, o rientrando in Italia.
Sono stati premiati rispettivamente: Ricercatore italiano under 40 che lavora stabilmente all’estero Simone Sidoli, che dal Febbraio 2019 dirige il Laboratorio di Proteomica e Biologia Strutturale dell’Albert Einstein College of Medicine (New York, USA), è stato premiato per lo sviluppo di tecniche innovative di spettrometria di massa (middle-down proteomics e bottom-up proteomics) dedicate all’analisi delle modificazioni epigenetiche degli istoni, che sono alla base della regolazione dell’espressione genica.
Ricercatore italiano under 40 che lavora stabilmente in Italia
Velia Siciliano, giovane biologa che guida il suo gruppo di ricerca presso il Center for Advanced Biomaterials for Healthcare dell’Istituto Italiano di Tecnologia (diretto da Paolo Netti). La sua attività si è indirizzata all’utilizzo della biologia sintetica per sviluppare terapie per malattie infettive e tumorali.
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Nasce AssoAML l’associazione degli esperti nel contrasto dei reati finanziari
Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 novembre 2018
Sono questi i principali ambiti dei quali intende occuparsi la neonata AssoAML, associazione anti money laundering. Costituita a Milano su iniziativa di alcuni esperti del settore tra i quali l’avv. Fabrizio Vedana Vice direttore Generale di Unione Fiduciaria, il professor Valerio Vallefuoco, il notaio Angelo Busani, Antonio Martino, già capo dell’UCIFI dell’Agenzia delle Entrate e Tiziana Ballarini Of Counsel PwC TLS per la Compliance Anti Money Launderin.L’associazione si propone di costituire un centro aggregativo di riferimento per lo studio, l’approfondimento, la discussione e la divulgazione della normativa in materia di antiriciclaggio, di contrasto del finanziamento del terrorismo e di lotta alla corruzione.
L’associazione si candida ad avere un ruolo di propulsione e diffusione sul corretto utilizzo delle nuove tecnologie, blockchain e criptovalute in primis ed essere un affidabile interlocutore per quanti nelle aziende, bancarie e non, negli studi professionali e negli operatori non finanziari si occupano di antiriciclaggio ed ora anche di whistleblowing.
Nelle prossime settimane AssoAML presenterà il suo sito e le iniziative che verranno avviate nel corso del nuovo anno.
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Gli esperti di Frost & Sullivan svelano le strategie 5G degli operatori in Europa
Posted by fidest press agency su sabato, 30 giugno 2018
Le reti 4G esistenti si stanno rivelando inadeguate a supportare l’ampia gamma di servizi ad uso intensivo di larghezza di banda come multimedia, videoconferenza e shopping online. Di conseguenza, gli operatori di reti mobili manifestano un interesse crescente verso il passaggio alla tecnologia 5G. Questa tecnologia di prossima generazione garantirà una connettività senza interruzioni anche durante le ore di punta, oltre ad offrire la velocità richiesta per servizi quali l’ottimizzazione della banda larga mobile e Internet of Things (IoT). In particolare, la tecnologia 5G ha il potenziale per consentire una rete perfettamente convergente, in quanto incorpora diverse soluzioni tecnologiche esistenti ed è interoperabile con le tecnologie di generazione precedente.
La nuova analisi di Frost & Sullivan, Operator Strategies and Vertical Perspectives for 5G in Europe, Forecast to 2024, fornisce descrizioni dettagliate delle diverse tecnologie utilizzate per l’implementazione della tecnologia 5G. Vengono presentati casi d’uso per l’impiego del 5G all’interno di tre settori/mercati verticali: industria/produzione (IIoT), illuminazione stradale nelle città intelligenti e trasporto pubblico e privato. Lo studio include anche progetti pilota in Francia, Italia, Irlanda, Germania, Spagna, Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia e Regno Unito.La maggior parte degli operatori europei ha una base consolidata di servizi 3G e 4G e avrà quindi bisogno di incentivi per passare alla tecnologia 5G. La condivisione e il leasing della rete e le soluzioni software possono ridurre i costi iniziali, mentre le partnership con aziende nei mercati verticali garantiranno entrate aggiuntive. Tra i pionieri in questo campo figurano Vodafone, Telefonica, Deutsche Telekom e British Telecom.Ecco come gli operatori di rete possono sfruttare al meglio le opportunità di crescita offerte da 5G:
Eseguendo dei test in collaborazione con aziende dei mercati verticali per prepararsi al lancio di servizi alternativi supportati dalla tecnologia 5G.
Concentrandosi sui mercati verticali quali l’industria manifatturiera, i sistemi di citta intelligenti e l’assistenza sanitaria.
Collaborando con i fornitori di servizi over-the-top (OTT) che offrono sport, musica, film e/o serie TV per fidelizzare i clienti.
Instaurando solide relazioni con aziende che forniscono soluzioni di cybersicurezza collaudate.
Unendosi agli operatori locali nell’accesso ai mercati emergenti, poiché si trovano nella posizione migliore per identificare le opportunità ideali per la crescita.
“I progetti di collaborazione che coinvolgono le organizzazioni governative o le istituzioni educative possono contribuire a dare maggiore visibilità alle aziende che cercano di entrare nei mercati stranieri” osserva Vanier. “La presentazione di una più grande varietà di servizi a valore aggiunto per una maggiore fidelizzazione della clientela e la fornitura di contenuti locali saranno fondamentali per penetrare nei mercati emergenti.” Operator Strategies and Vertical Perspectives for 5G in Europe, Forecast to 2024 fa parte del programma globale Connected Industries Growth Partnership Service di Frost & Sullivan.
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Il governo degli esperti
Posted by fidest press agency su domenica, 7 gennaio 2018
Quando si dice che il Movimento 5 Stelle non ha la sufficiente esperienza per governare il Paese perché non chiediamo a questi critici, che si considerano degli esperti, cosa hanno fatto per meritarsi tanti onori? Non sono quelli che hanno portato il debito pubblico alla cifra astronomica di 2300 miliardi di euro? Che hanno favorito un’evasione fiscale da oltre 120 miliardi di euro? Che hanno messo in ginocchio la giustizia e umiliato i tutori dell’ordine e della legalità? Che hanno arrecato discredito alle istituzioni con la corruzione e il mal governo? L’Italia è in ginocchio per colpa loro eppure hanno l’improntitudine di erigersi a tutori del buon governo. Se oggi milioni di italiani disertano le urne disgustati da tanto sfacelo e dalla convinzione che ci troviamo al cospetto di una classe politica che ha perso in dignità e fiducia, lo dobbiamo al disastro che hanno combinato e pensano di poter continuare come se nulla fosse turlupinando gli italiani e considerandoli degli gnoccoloni da strapazzare a loro piacimento. E’ tempo di destarsi dal torpore. E’ tempo di prendere coscienza che non possiamo fare a meno della politica perché essa è l’unica strada che abbiamo per migliorarci e progredire e permettere ai nostri figli un avvenire migliore.
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Consigli degli esperti su come difendersi dall’influenza
Posted by fidest press agency su martedì, 19 dicembre 2017
Preceduto da notizie preoccupanti provenienti dall’Australia, dove c’è stato un alto incremento della diffusione della malattia e dei casi gravi rispetto agli anni precedenti, con oltre 50 morti, il male di stagione è alle porte e non è il caso di prenderlo “sotto gamba”. Secondo le previsioni, quest’anno saranno circa 5 milioni gli italiani colpiti dall’influenza, con un maggiore interessamento delle fasce che comprendono bambini ed anziani.
Anche se il picco influenzale è atteso dopo l’Epifania, migliaia di italiani sono già bloccati a letto in queste ore; la causa però non è solamente l’influenza vera e propria, infatti si stanno ancora registrando infezioni ad opera di virus “cugini”: “Attualmente, oltre i primi casi di influenza conclamata, stiamo assistendo, principalmente, alla circolazione di forme parainfluenzali legate agli sbalzi termici, causate da uno dei 262 virus diversi che hanno sintomi meno pesanti dell’influenza stagionale, ma che sono ugualmente debilitanti” – precisa il Prof. Pregliasco.
“La “vera” influenza – continua il Prof. Pregliasco – si riconosce perché causa la presenza contemporanea di tre fattori: febbre elevata (più di 38 gradi) ad esordio brusco, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. Questi sintomi perdurano per diversi giorni e, nei soggetti più deboli, possono insorgere gravi complicanze, purtroppo a volte dall’esito addirittura fatale. Per tutte le altre patologie circolanti nei mesi invernali, si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, ugualmente fastidiose, certo, ma non pericolose come può essere l’influenza per alcune categorie o fasce d’età”.Oltre alla vaccinazione ci sono alcune misure efficaci nel prevenire infezioni di questo tipo: lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce e rimanere a casa nei primi giorni di malattia respiratoria febbrile per non contagiare le persone con cui si viene in contatto.
L’influenza è altamente “età-dipendente”: se è vero che il paziente anziano è maggiormente vulnerabile al virus di tipo A, il virus B ha un impatto relativamente maggiore nei bambini e negli adolescenti. Una strategia vaccinale ottimale dovrebbe tener conto di questi aspetti epidemiologici.
“Gli anziani, anche se in buona salute, hanno una ridotta capacità di risposta agli stimoli antigenici ed è quindi importante scegliere per loro un vaccino in grado di potenziare la risposta immunitaria” – continua il Prof. Pregliasco. “Nei vaccini adiuvati, oltre all’antigene, cioè quella sostanza che è propria dei batteri o dei virus verso la quale dobbiamo innescare la difesa, contiene anche altre sostanze adiuvanti, che aiutano il sistema immunitario a reagire in maniera più efficace alla presenza del virus”.Tutto ciò è stato ampiamente confermato dalla ricerca scientifica, infatti il vaccino adiuvato viene utilizzato in circa 30 paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti d’America. Recentemente, anche il Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI) Inglese ha espresso parere positivo per l’utilizzo del vaccino trivalente adiuvato negli over 65 in Gran Bretagna a partire dalla stagione influenzale 2018-19.“Vaccinarsi – conclude il Prof. Pregliasco – rappresenta un indubbio contributo a preservare le aspettative e la qualità di vita, soprattutto nei più anziani, sia in termini di benessere fisico che psicologico. La prevenzione è l’arma vincente, perché offre sempre la grande opportunità di poter condurre una vita in salute, attiva e indipendente”.
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Pechino: Esperti forlivesi sul tumore
Posted by fidest press agency su martedì, 9 Maggio 2017
Pechino Anche quest’anno il Dr.Luca Saragoni, e il Dr.Paolo Morgagni, rispettivamente appartenenti alle Unità Operative di Anatomia patologica e Chirurgia dell’ospedale di Forlì, hanno partecipato al 12th International Gastric Cancer Congress, che si è tenuto a Pechino dal 20 al 23 Aprile.Il congresso internazionale ha visto la partecipazione di più di 3000 medici provenienti da 41 paesi.I due professionisti, invitati degli organizzatori del convegno, che ha visto la partecipazione dei massimi esperti internazionali in tema di tumore dello stomaco sono da tempo inseriti nel comitato scientifico internazionale della International Gastric Cancer Association.La loro partecipazione è avvenuta non solo in veste di relatori, ma anche di coordinatori di lavori multidisciplinari realizzati dall’Ausl Romagna e dall’’IRST – IRCCS di Meldola.
“La Romagna, ed in particolare Forli – spiegano i due medici – hanno potuto presentare in questa occasione, a specialisti di tutto il mondo, la propria esperienza scientifica, frutto di anni di lavoro multidisciplinare e di relazioni con i principali istituti di ricerca mondiali, spesso invitati anche a partecipare a congressi presso il centro Universitario di Bertinoro.” “Le relazioni che ci sono state richieste – proseguono – hanno riguardato la diagnosi ed il trattamento della neoplasia allo stadio precoce, che vedono Forlì e la Romagna tra i più attivi centri occidentali, mentre altre ricerche, da noi presentate, hanno riguardato la diagnosi endoscopica, radiologica e patologica ed il trattamento multidisciplinare, effettuato regolarmente presso le nostre strutture” In particolare, il Dr.Saragoni ha esposto i risultati dello studio italiano da lui condotto su 1074 pazienti affetti da Early Gastric Cancer, dimostrando come, anche questo tipo di tumore, generalmente a buona prognosi, nasconda spesso sottotipi con caratteristiche del tutto simili a quelle dei tumori avanzati a prognosi infausta. Il Dr.Morgagni, invece, ha presentato alcune indicazioni ai trattamenti diversificati e più appropriati in rapporto allo stadio tumorale.Il gruppo italiano di ricerca sul cancro gastrico (GIRCG), di cui il Dr.Saragoni e il Dr.Morgagni sono tra i fondatori, ha contribuito al buon esito del convegno, portando ben 31 contributi scientifici.In ambito congressuale sono inoltre stati definiti protocolli di ricerca internazionali per i quali, il Dr.Saragoni e il Dr.Morgagni, parteciperanno in qualità di esperti.“La partecipazione italiana – concludono – è stata molto apprezzata e ci ha permesso di creare ulteriori contatti con colleghi orientali ed europei davvero entusiasti a partecipare alle iniziative scientifiche che potremo organizzare presso la nostra Ausl della Romagna in un prossimo futuro.” (foto: esperti forlivesi)
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