La BCE (Banca Centrale Europea) bacchetta l’Italia: servono più liberalizzazioni. Gli ultimi provvedimenti del governo,infatti, sono piuttosto tiepidi: non si e’ liberalizzato il mercato di alcune tipologie di farmaci e quello delle attività di compravendita degli immobili. Chissà perchè i farmaci di fascia C, prescritti con ricetta, devono essere venduti solo nelle farmacie e non anche nelle parafarmacie dove e’ presente un farmacista; e chissà perchè occorre passare attraverso uno studio notarile per acquistare un immobile. Il perche’ e’ ovvio: si tutelano alcune corporazioni. Passiamo ad altri settori che necessitano di liberalizzazione. Quello dei carburanti, per esempio. Non si capisce perche’ non si possono istallare, o meglio e’ difficile istallare, stazioni di distribuzione collegati ai centri commerciali. Il perchè è ovvio: si tutele la corporazione delle societa’ (ENI, per esempio) e dei benzinai. Insomma, e’ ancora lunga e irta di ostacoli la strada da fare per liberare questo Paese da lacci e lacciuoli corporativi. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)
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BCE bacchetta l’Italia
Posted by fidest press agency su lunedì, 23 marzo 2015
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Scontro politico sui farmaci di fascia C
Posted by fidest press agency su martedì, 12 febbraio 2013
«Basta a provvedimenti sui farmaci di fascia C» a dichiararlo ieri nel corso dell’incontro con la politica organizzato a Roma da Federfarma il segretario del Pdl Angelino Alfano. Una frase che non è andata a giù al presidente della Federazione nazionale farmacia non convenzionata Giuseppe Scioscia. «Scorretto, disinformato e profondamente irrispettoso» ha detto riferendosi ad Alfano, aggiungendo come frasi a effetto e ad alto sapore elettorale non fanno che «generare confusion e: una cosa, infatti, è la pianta organica, altro è bloccare definitivamente il processo di liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Forse Alfano dimentica» conclude Scioscia «che le parafarmacie sono oggi in Italia 4500, danno lavoro a 9mila persone e consentono ai cittadini un reale risparmio sui farmaci che pagano di tasca propria». La fascia C è stata al centro degli interventi di due altri esponenti politici, nel corso dell’evento romano, Antonio Ingroia di Rivoluzione Civile e Oscar Giannino di Fare per Fermare il Declino. Per il primo «non è giusto che un pensionato paghi un farmaco quanto lo paga un miliardario. Alcuni medicinali di fascia C sono già gratuiti per alcune categorie e noi riteniamo che vada estesa la gratuità anche a pensionati, disoccupati e chi ha un salario minimo come lavoratore». Giannino, invece, più genericamente parla di «un dibattito da fare ser iamente anche con le farmacie sui farmaci di fascia C e su come costruire un’offerta che non disconosca le loro caratteristiche di presidio sanitario territoriale». Lo stesso Giannino, peraltro, in una lettera inviata ai titolari di parafarmacia e pubblicata sul loro sito specifica di credere «che si debba arrivare alla logica conclusione, liberalizzando integralmente i farmaci di fascia C e consentendone la vendita in tutti gli esercizi che siano presidiati da un farmacista laureato. La concorrenza» continua Giannino «che ha funzionato coi farmaci da banco, funzionerà anche con le specialità soggette a prescrizione».
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Delisting fascia C, 220 medicinali in più nelle parafarmacie
Posted by fidest press agency su venerdì, 20 aprile 2012
Sono circa 220 i medicinali che per effetto del cosiddetto “delisting”, si potranno trovare anche sui banconi di parafarmacie e corner dei supermarket. La nuova lista di farmaci che lasciano la fascia C e stilata dal ministero della Salute con l’Aifa, è stata firmata ieri dal ministro Renato Balduzzi in anticipo sulla scadenza dei 120 giorni indicati dalla manovra del governo Monti per individuare questi farmaci. Ora i cittadini, come ha spiegato lo stesso ministero della Salute, potranno trovare prodotti di largo uso come «antivirali per uso topico a base di acyclovir, antimicotici vaginali prodotti per la circolazione colliri antiallergici e antiinfiammatori per uso topico». Resteranno invece di competenza della farmacia “tradizionale” «i medicinali stupefacenti, gli iniettabili, i medicinali del sistema endocrino e di tutti i medicinali per i quali è previsto il più rigoroso regime della vendita dietro presentazione di ricetta medica da rinnovare volta per volta», quelli che già lo stesso decreto legge escludeva dalla possibilità di passare alla vendita senza ricetta. L’intero mercato dei farmaci di fascia C rappresenta un mercato da circa 3 miliardi di euro l’anno e il provvedimento approvato dal governo aveva suscitato le critiche da parte dei titolari delle 18 mila farmacie sparse lungo il territorio, preoccupate di perdere un importante quota di mercato a danno delle parafarmacie e della grande distribuzione. Viceversa era molto attesa dai parafarmacisti che rivendicano però anche la possibilità di vendere i farmaci con ricetta ma a carico del Ssn, visto che anche nella grande distribuzione e in parafarmacia è comunque sempre prevista la presenza di un farmacista. La lista completa dei medicinali che sono stati in sostanza “liberalizzati” verrà pubblicata, con «la specificazione del principio attivo e del marchio di fabbrica» nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale.(fonte farmacista33)
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Parafarmacie, previsioni su fascia C sottoposte alla corte Ue
Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 aprile 2012
Ora la procedura pregiudiziale sui farmaci di fascia C è ufficialmente partita. Così il Coordinamento nazionale parafarmacie commenta la notificazione della domanda di rinvio alla Corte d i giustizia europea da parte del Tar della Lombardia per richiedere un parere sulla normativa italiana. Al tribunale lombardo, infatti, avevano fatto ricorso, a novembre, alcuni titolari di parafarmacia denunciando come «l’impossibilità, a tutt’oggi, di vendere i medicinali di fascia C costituisca una discriminazione grave a nostro danno». Ora, continuano le parafarmacie, «la massima autorità giudiziaria dell’Unione europea dovrà pronunciarsi, nei dovuti termini processuali, sulla norma italiana» e «a decorrere da oggi le parti in causa possono presentare entro il termine perentorio di 60 giorni una memoria contenente le proprie osservazioni scritte a sostegno delle questioni sollevate». L’auspicio è «che la normativa italiana in materia venga adeguatamente rivista prima che la Corte intervenga a censurare l’evidente quanto ingiusta discriminazione a nostro danno».(fonte farmacista33)
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Farmaci: fascia C e liberalizzazioni
Posted by fidest press agency su venerdì, 2 dicembre 2011
Fascia C con la valigia in mano, in procinto di uscire dalla farmacia. È il tam tam che da ieri circola per corridoi e scale dei palazzi romani, un’anticipazione di quello che lunedì il governo varerà nella Manovra da 25 miliardi. Voci da registrare con la dovuta cautela perché non è la prima volta che i tamburi della liberalizzazione si mettono a suonare – i titolari ricordano ancora i brividi di quest’estate – ma stavolta il rimbombo è particolarmente forte. Aveva acceso qualche lampadina l’articolo con cui ieri mattina Il Sole 24 Ore passava in rassegna le strade che il governo stava esplorando: in tema di farmacie revisione della Pianta organica, interventi non meglio specificati sulla fascia C e comunali. Poi, nel pomeriggio, un tam tam di voci che dà per quasi certa la liberalizzazione della fascia C. O almeno, questo dicono altre voci, la proposta lunedì in Consiglio dei ministri arriva di certo, sponsor l’ex Garante dell’Antitrust Antonio Catricalà (nella foto), e poi lì si vedrà l’accoglienza da parte dei Ministri (Balduzzi compreso). Intanto, contro la deregulation si mobilitano le aree cattoliche dei farmacisti, preoccupate che stupefacenti e pillola del giorno dopo possano prendere la strada dei corner Gdo e degli esercizi di vicinato. «I politici che ritengono di poter applicare ai farmaci le regole del mercato dovrebbero vergognarsi» tuona Piero Uroda, presidente dell’Ucfi (Unione cattolica farmacisti italiani) «i consumatori non sono così consapevoli e informati come questi signori credono. E il rischio, sulla contraccezione, è quello di favorire un uso distorto della pillola che come cattolici ci preoccupa fortemente». «Le farmacie» aggiunge Giuseppe Fattori, presidente del Nobile collegio chimico farmaceutico «garantiscono un sistema di controllo sull’accesso al farmaco etico e stupefacente e sul ritiro in caso di emergenze che rappresenta una tutela mirabile della salute pubblica. Mi chiedo se altri canali siano in grado di assicurare lo stesso livello di vigilanza». (fonte farmacista33)
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Farmacie e fascia C
Posted by fidest press agency su martedì, 15 novembre 2011
Tutti i farmacisti, in quanto abilitati alla professione, sanno come trattare i medicinali di fascia C e questo perché lo Stato ne ha riconosciuto con una laurea e un esame la capacità di farlo. Di conseguenza, sia il farmacista che opera all’interno della farmacia sia quello che opera all’esterno è in grado di dispensare tutti i farmaci. Con queste parole le associazioni che rappresentano le parafarmacie (Mnlf, Anpi, Fef) rispondono alle dichiarazioni Guido Rasi e Luca Pani, rispettivamente direttore generale uscente ed entrante dell’Aifa (Farmacista33 del 14 novembre). «Vogliamo ricordare a entrambi» si legge nella nota «che l’Aifa ha come scopo l’accesso sicuro al farmaco e non quello di fare politica o sostenere lobby e corporazioni. Affermare che i farmaci di fascia C debbano rimanere in farmacia perché hanno particolari avvertenze, norme di stoccaggio o di conservazione, significa denunciare apertamente la propria malafede». D’altra parte, ricorda la nota, «nel settore farmaceutico la soppressione del monopolio dei farmaci di fascia C da parte delle farmacie è una necessità ineludibile che porterebbe risparmi per i consumatori, nuovi investimenti e nuova occupazione. Opportunità ed equità debbono diventare le parole d’ordine di una nuova classe politica responsabile che pensa al bene comune e non agli umori del proprio particolare elettorato di riferimento. L’Italia non può più sostenere il peso economico e sociale determinato dalla tutela di privilegi, l’Italia ha necessità e voglia di cambiare definitivamente pagina». (fonte farmacista33)
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Aifa, fascia C rimanga in farmacia
Posted by fidest press agency su lunedì, 14 novembre 2011
No alla vendita dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie e no alle farmacie online, se non come estensione di quelle già presenti sul territorio. È questa la posizione, netta, dell’Agenzia italiana del farmaco, sostenuta sia da Guido Rasi, già direttore dell’Agenzia e ora a capo dell’Ema, sia da Luca Pani, nuovo direttore generale dell’Aifa formalmente in carica dal 16 novembre. «L’Aifa si mette completamente di traverso di fronte alla possibilità di vendere i farmaci di fascia di C al di fuori delle farmacie» ha spiegato Rasi intervenendo a un incontro sull’utilizzo di psicofarmaci al Nobile collegio chimico farmaceutico «perché se riconosciamo il valore e il lavoro del farmacista non si capisce perché dovremmo fare una scelta di questo tipo». Inoltre, ha aggiunto Rasi, «ci sono delle regole precise di conservazione, il farmaco in fascia C non è un farmaco di banco, può dover essere conservato, può essere stoccato in determinati modi e può dover avere delle avvertenze. Dunque ritengo che deve stare in farmacia e non nelle parafarmacie». Stessa linea, a dimostrazione di una continuità di intenti, per Luca Pani, secondo cui «se c’è una prescrizione medica il farmaco deve rimanere in farmacia». Riguardo invece al tema delle farmacie online, ha aggiunto Rasi, «l’Europa ha deciso che ci saranno e quindi noi ci adeguiamo, ma certo si dovrà aumentare il livello di controllo e sorveglianza per distinguere quelle vere da quelle false e questo è lavoro aggiuntivo di cui non avevamo tanto bisogno. In ogni caso sono assolutamente contrario, non alla vendita online della farmacia sul territorio, ma all’esistenza della farmacia virtuale, ovvero solo online». Allineato sul tema anche Pani: «Sono d’accordo sul fatto che le farmacie vere possano vendere online, su questo non siamo contrari, ma credo che le farmacie legali online siano meno dell’1%».
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Farmaci: liberalizzazione fascia C
Posted by fidest press agency su martedì, 12 luglio 2011
«Come farmacisti non titolari di farmacia, chiediamo al Parlamento di rimuovere un privilegio corporativo che risale a un periodo storico del nostro Paese, il ventennio fascista, nel quale la “domanda” di farmaci sul territorio, il grado di scolarizzazione e il rapporto tra cittadino/consumatore e servizi pubblici, certamente non erano quelli dell’Italia, moderna e secolarizzata, nella quale viviamo». A sottolinearlo un comunicato dell’Anpi che chiede al Parlamento maggiore attenzione sul tema delle “caste professionali”, sul quale sottolinea l’Anpi, il Governo per ora ha avuto un atteggiamento «da Ponzio Pilato». «In altri termini» aggiunge la nota Anpi «riteniamo urgente una riforma del sistema distributivo dei farmaci nella quale, rafforzata la figura del farmacista come professionista in grado di svolgere una funzione di “cuscinetto” tra le strutture sanitarie sul territorio e la popolazione, si dia al farmacista la possibilità di accedere alla professione in tutte le sue espressioni, compresa quella di fare impresa nella vendita dei farmaci con obbligo di prescrizione medica». Una liberalizzazione, quella dei farmaci di fascia C, conclude l’Anpi «alla quale si deve accompagnare anche la rimozione del prezzo fisso, attesa dalla professione e dai cittadini per le ricadute su occupazione, investimenti e risparmi». (M.M.) (fonte farmacista33)
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Farmaci: liberalizzazione fascia C
Posted by fidest press agency su giovedì, 2 giugno 2011
1,6 miliardi di euro risparmiati dai cittadini, 3.545 nuove aziende create, 7.470 nuovi occupati: questo è il bilancio dopo cinque anni dal decreto Bersani sui farmaci d’automedicazione. “Liberare risorse intellettuali e rimuovere gli ostacoli alla concorrenza sono le uniche strade percorribili dall’Italia in questo periodo di crisi. Per tornare a far crescere il Paese non ci sono altre vie, e i dati incontrovertibili sulla liberalizzazione dei farmaci da banco rappresentano il limpido esempio di cosa si può ottenere con riforme che guardano solo all’interesse generale”.
Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino invitano le forze politiche, al di là dei diversi schieramenti, ad abbandonare i molteplici tentativi di bloccare queste riforme e, al contrario, a rilanciare il processo di liberalizzazione. I risultati ottenuti con la nascita delle parafarmacie potrebbero essere notevolmente incrementati se fossero liberalizzati anche i farmaci con obbligo di ricetta medica non dispensati in regime di S.S.N. (fascia C). Le previsioni ci dicono che sarebbero possibili risparmi per oltre 250 milioni di euro, 8-9000 nuovi occupati, 3500-4500 nuove aziende e circa 700 milioni di euro investiti con ricadute importanti anche in altri settori. L’Italia non si può permettere di perdere queste opportunità e non si può permettere di perdere il treno dello sviluppo economico. Con le liberalizzazioni anche le farmacie sono entrate in un’ottica di confronto concorrenziale e di creazione di nuovi servizi ai cittadini. Qualsiasi legge che dovesse mettere in discussione le norme che hanno permesso di ottenere questi risultati troverà la forte contrarietà delle associazioni dei consumatori. In un periodo di recessione economica in cui anche l’Italia è a rischio non si può più perdere tempo, è necessario abbandonare logiche protezionistiche e agire sulle leve “intelligenti” della concorrenza per dare nuove speranze ai giovani. Un italiano su quattro, ci dice l’Istat, è a rischi di povertà: non si può continuare a fare finta di niente. Il Parlamento non può continuare a perdere tempo cercando di cancellare le riforme che più hanno portato benefici ai cittadini. Ora è necessario rilanciare sul farmaco, allargando la liberalizzazione ai medicinali con obbligo di ricetta medica, sempre garantendo la presenza di un farmacista per dare le giuste informazioni ai cittadini.
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Mr prezzi & fascia C
Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 gennaio 2011
Conasfa – Federazione Nazionale Associazioni Farmacisti Non Titolari, in merito alle dichiarazioni di “Mr Prezzi” sui risparmi che i cittadini potrebbero ottenere dalla vendita dei farmaci di fascia C al di fuori delle Farmacie tiene a precisare che il prezzo di vendita di questa categoria di medicinali è fisso. Non si comprende quindi quale risparmio potrebbero ottenere i cittadini dalla vendita della fascia C fuori dalle Farmacie, a meno che non si intenda ricondurre anche il Farmaco etico alle logiche del Marketing e del Mercato. L’augurio di CONASFA è la Fascia C, ovvero i farmaci che richiedono la prescrizione medica, vengano tenuti fuori dalle logiche del Mercato e restino legati alle necessità di salute dei cittadini”.
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Farmaci fascia C
Posted by fidest press agency su domenica, 5 dicembre 2010
CONASFA Federazione Nazionale delle Associazioni dei Farmacisti Non Titolari esprime soddisfazione nell’apprendere che l’emendamento 1.184 all’AS 2464, per permettere la vendita dei farmaci di fascia C al di fuori delle Farmacie, sia stato respinto. Il Farmaco, infatti, non è un bene di consumo qualsiasi. Il Farmaco di fascia C, che richiede la
prescrizione del medico, deve essere tenuto al di fuori delle logiche di mercato, proprie degli esercizi commerciali, e restare legato alle necessità di salute dei cittadini. Proprio a queste necessità ha sempre cercato di dare risposta il Farmacista in Farmacia. Non vanno inoltre dimenticati i possibili risvolti occupazionali che provvedimenti di questo tipo rischierebbero di avere sui 40.000 Farmacisti dipendenti di Farmacia
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Senatori Pdl contro liberalizzazione fascia C
Posted by fidest press agency su domenica, 1 agosto 2010
«Appare sorprendente che in parlamento si sia potuto approvare, con l’avallo della maggioranza, un ordine del giorno presentato dall’opposizione che impegna il Governo a prendere in considerazione la possibilità di vendere fuori dalle farmacie i farmaci di fascia C. Tale ipotesi va nella direzione opposta rispetto alla linea del Governo in materia di servizio farmaceutico, come più volte ribadita anche dal Ministro della Salute Ferruccio Fazio, e contraddice il lavoro della Commissione XII del Senato, al quale è affidato l’esame della riforma del settore». Questo il commento del senatore Antonio Tomassini, presidente della Commissione XII del Senato all’approvazione dell’Ordine del giorno presentato ieri da alcuni esponenti di IDV e PD, prima firmataria l’Onorevole Laura Froner. «Il testo approvato, oltretutto, contiene un vizio d’origine» rincara il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione e relatore sui progetti di riforma del Servizio farmaceutico. «Infatti si parte da una fantasiosa premessa sulla manovra finanziaria, che si occupa di spesa e finanza pubbliche, per poi andare a incidere su tutt’altra materia, quale la concorrenza nella distribuzione del farmaco e l’eventuale, ipotetico risparmio per il privato cittadino. E a questo proposito», sottolineano i due esponenti del Pdl, «è bene essere chiari: i vantaggi economici sono più che altro teorici, mentre invece sono concreti i rischi per la salute». D’accordo anche Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani secondo il quale «trattare un argomento delicato come l’uscita dalla farmacia dei farmaci di fascia C soggetti a prescrizione all’intermo di un ordine del giorno collegato alla Finanziaria che dovrebbe occuparsi di tutt’altra materia, cioè della finanza pubblica, è un’oggettiva leggerezza». (fonte farmacista33)
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Troppa confusione sulla Fascia C
Posted by fidest press agency su venerdì, 30 luglio 2010
“Trattare un argomento delicato come l’uscita dalla farmacia dei farmaci di fascia C soggetti a prescrizione all’intermo di un ordine del giorno collegato alla Finanziaria che dovrebbe occuparsi di tutt’altra materia, cioè della finanza pubblica, è un’oggettiva leggerezza” dice Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani in merito all’ordine del giorno dell’opposizione, accolto ieri dal Governo, nel quale dopo aver stroncato la filosofia che ha ispirato la manovra finanziaria, e quindi l’opera del Governo, si introduce il discorso della vendita di questi farmaci anche nelle parafarmacie e nei supermercati per risolvere i problemi di bilancio dello stato italiano. “Ci sembra si possa quantomeno concludere che la confusione regna sovrana: a occuparsi della riforma del servizio farmaceutico è la XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, dove si sta procedendo con serietà e competenza all’esame dei disegni di legge finora presentati. Quella è la sede del dibattito su questa complessa materia e non la seduta dedicata alla manovra finanziaria”. Nel merito, la Federazione tiene a sottolineare che gli elementi addotti nell’ordine del giorno per motivare l’allargamento dei prodotti distribuiti fuori dalle farmacie sono pretestuose. Non esiste, per cominciare, tra i farmacisti un problema occupazionale da risolvere con l’apertura di corner ed esercizi di vicinato, come prova l’indagine annuale del consorzio universitario Almalaurea, per tacere del fatto che gli esercizi di vicinato sono stati aperti in prevalenza da società di capitali e da titolari di farmacia. Inoltre non è con gli esercizi commerciali che si migliora il servizio, visto che quelli attuali hanno aperto in maggioranza nei centri storici e nelle aree più frequentate a ridosso delle farmacie. A garantire l’assistenza farmaceutica sono, da decenni, le farmacie, come prova il gradimento espresso dai cittadini. “Non neghiamo che il sistema necessiti di un ammodernamento” conclude Andrea Mandelli. “Ed è questo l’obiettivo del lavoro della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che la Federazione ha seguito e seguirà con la massima attenzione e al quale continuerà a fornire la sua collaborazione”.
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