A dirlo è Emiliano Fossi, deputato del Partito Democratico e membro della commissione Lavoro. “Nel Documento di economia e finanza varato dal Governo – sottolinea Fossi – non c’è traccia della riforma della legge Fornero come promesso dal duo Meloni-Salvini, perciò restano i 67 anni come età pensionabile. La ministra Calderone si è limitata ad annunciare che alle pensioni il Governo penserà più avanti. La realtà è dura e la premier Meloni non sa dove trovare le necessarie coperture. La Lega spera di confermare quota 103 ma costa 2,2 miliardi, dove li vanno a trovare? Le uniche risorse disponibili sono state messe sulla revisione dell’Irpef ma ci aspetta un 2024 di tagli. Niente da fare anche per l’assegno unico. Senza dimenticare che i programmi elettorali di tutte le formazioni del centrodestra puntavano da subito a una flat tax per tutte le partite Iva fino a 100mila euro di ricavi o compensi, ed anche in questo caso promesse, solo promesse”. “Tra un mese, il 14-15 maggio, si voterà in molti Comuni italiani. Gli elettori si stanno rendendo conto che alle promesse da campagna elettorale non corrispondono poi fatti concreti. Un conto è pontificare dai banchi dell’opposizione come la Meloni ha fatto per anni, altra cosa è governare un Paese: servono competenze e professionalità ma anche serietà. Il Centrosinistra deve ripartire dalle priorità degli italiani quali tasse e pensioni. Dobbiamo rimettere al centro e lottare per un’equità retributiva, per un salario giusto, per una sanità universale”.
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“Pensioni e fisco, le false promesse della Destra”
Posted by fidest press agency su domenica, 16 aprile 2023
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Fisco: Per Meloni sarà una rivoluzione
Posted by fidest press agency su giovedì, 16 marzo 2023
“Ottimo l’intervento di oggi del presidente Meloni sulla delega fiscale, durante il question time alla Camera. Il governo si prepara a varare una riforma del fisco poderosa. Una rivoluzione che prevede la modifica dell’Ires, l’entrata in vigore dal 2024 della global minimum tax, cioè una imposta globale minima per le multinazionali per non compromettere la competitività delle nostre imprese su scala globale. Poi l’Introduzione del ‘più assumi, meno paghi’, ossia una misura che permetterà alle aziende che assumono di pagare meno tasse allo Stato. Tante le novità che coinvolgeranno famiglie, imprese, cittadini. Il nostro obiettivo resta sempre lo stesso: meno tasse, più crescita, più fiducia tra fisco e contribuenti e più equità”. Lo dichiara il senatore Guido Liris, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Bilancio di Palazzo Madama.
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Governo Meloni: Priorità alla riforma del fisco
Posted by fidest press agency su venerdì, 10 febbraio 2023
“Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni traccia la rotta: è tempo di dar vita alla più importante e incisiva riforma del Fisco. L’obiettivo è una rivoluzione nel rapporto tra contribuente e Stato. E’ un priorità per l’Esecutivo, che sta dimostrando pragmatismo mettendo al centro della propria azione il cittadino e non la burocrazia. La sfida sarà quella di invertire il paradigma: lo Stato deve essere un supporto e non un ostacolo per famiglie e imprese. Una ratio che contraddistingue da sempre la visione del centrodestra e di Fratelli d’Italia. Un impegno che intendiamo mantenere con gli elettori”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli.
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Fisco. Ricchiuti (FdI): invertire onere della prova a carico dello Stato
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 agosto 2022
“Nel dl Capienze approvato nello scorso novembre dal Consiglio dei ministri, a forte trazione sinistra, c’è stato un depotenziamento dei poteri del Garante della privacy quando la Pubblica Amministrazione svolge compiti di pubblico interesse, come gli accertamenti di natura fiscale. Con quel provvedimento il governo Draghi cancellava alcune garanzie precedentemente riconosciute dalla legge sulla Privacy del 2003. Sarebbe stata una buona notizia se finalmente tale provvedimento avesse portato alla luce l’enorme evasione delle multinazionali, delle banche e delle assicurazioni. La cattiva notizia è che sapevamo già quali categorie sarebbero state colpite. Una partita, quella sugli accertamenti, fortemente viziata vista l’enorme disparità delle forze economiche in campo. Il fisco anche in caso di sconfitta ricorre sempre fino all’ultimo grado, confidando soprattutto sulla sottile disponibilità economica e psicologica dei piccoli imprenditori. Nell’ultimo decennio, grazie ai governi di centrosinistra, il fisco italiano per le piccole imprese è diventato il peggiore sistema fiscale dei Paesi occidentali. Prima di mandare sanzioni da capogiro (e qui che quello italiano sembra divertirsi), potrebbero prendere un incaricato dai loro tanti uffici e fare un’indagine convocando il malcapitato per capire cosa succede. Nessuna pietà nel caso di dolo, ma se si accerta che ci si trova dinanzi a un innocente bisognerebbe trovare una soluzione adeguata e non distruggerlo. Su questo fronte Fratelli d’Italia si batterà con forza per un rapporto più equo tra Fisco e contribuenti con procedure semplificate, riforma della giustizia tributaria e superamento dell’eccesso di afflittività del sistema sanzionatorio; e soprattutto con onere della prova fiscale a carico dello Stato”.Lo dichiara Lino Ricchiuti, candidato al Senato per Fratelli d’Italia e Viceresponsabile del Dipartimento imprese e mondi produttivi di FdI.
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Fisco. Ricchiuti (FdI): cartelle esattoriali prescritte siano cancellate d’ufficio
Posted by fidest press agency su sabato, 16 luglio 2022
“Le cartelle esattoriali prescritte devono essere cancellate d’ufficio, perchè così facendo chi può permettersi avvocati ben pagati, e che probabilmente avrebbe potuto onorare le scadenze, se le vede cancellate mentre chi non ha grosse disponibilità economiche vede lievitare progressivamente il debito, sottoposto a ipoteche e fermi amministrativi oltre al blocco del conto corrente. E poi perchè dover pagare per un diritto costituzionalmente garantito? Senza contare che così facendo l’Agenzia delle Entrate intasa le aule delle Commissioni tributarie e della Cassazione con processi inutili. Quindi ulteriori costi per la collettività oltre a quelli che deve sostenere il ricorrente. Ecco di queste cose dovrebbe occuparsi il Parlamento e non degli starnazzi da cortile e giochi di palazzo, con il solo intento di restare incollati alle poltrone anche se ormai sfiduciati dalla maggioranza dei cittadini. Ma se metti insieme forze politiche che la pensano diversamente su ogni cosa, il risultato è l’immobilismo. L’unica cosa che corre follemente è la macchina della riscossione coattiva con pilota automatico”. Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile del Dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia.
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Fisco. Ricchiuti (FdI): come previsto fallimento recupero Rottamazione ter e saldo e stralcio
Posted by fidest press agency su lunedì, 23 Maggio 2022
“Come avevamo ampiamente previsto il tentativo di recuperare i contribuenti non in regola con le rate della Rottamazione ter e saldo e stralcio si sta rivelando un grosso fallimento. Alla scadenza del 9 maggio meno della metà dei contribuenti coinvolti ha scelto di aderire. Alla già scarsa liquidità dovuta alla pandemia hanno contribuito altri scenari che a dicembre, mese in cui fu approvato il decreto nel Sostegni ter non erano presenti e cioè la guerra in Ucraina e gli aumenti a dismisura dei prezzi dei beni di consumo e dei carburanti. Non è difficile intuire che nelle prossime due rate, ovvero quella del 31 luglio e 30 novembre, altri contribuenti decidano di non aderire. Era il motivo per cui il 4 maggio avevamo portato in Aula un ordine del giorno che avrebbe impegnato il governo a varare una nuova pace fiscale con il saldo e stralcio delle cartelle di importo più ridotto, visto che come aveva dichiarato lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate l’80 per cento delle cartelle è inferiore ai 10.000 euro, e una nuova rottamazione-quater per le annualità 2018 e 2019, al fine di dare un aiuto concreto a famiglie e imprese e sostenere la crescita. Ordine del giorno incomprensibilmente bocciato anche dalla componente del centrodestra al governo. Questa è la dimostrazione pratica di chi vive con i piedi ben piantati nella realtà e di chi vive su un altro pianeta, preferendo lasciare 16 milioni di italiani nelle grinfie del recupero coatto e nel terrore quotidiano del postino o della pec”. Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile del Dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia.
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Benzina e guerra. Occasione per rivoluzionare il rapporto col Fisco
Posted by fidest press agency su martedì, 15 marzo 2022
Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) il prezzo della benzina al consumo è a 1,953,14 al litro, collocandoci nella fascia alta a livello europeo, e comunque i prezzi dei singoli distributori per tutta Italia, mediamente sono superiori ai 2 euro. Sono prezzi che, rispetto al costo della vita, non è la prima volta che sono a questi livelli: nel 1980 erano a 2,24, anche se negli ultimi 30 anni siamo sempre stati sotto i 2 euro. Il contesto economico e politico 2022 (prezzi gas e guerra), ci induce a maggiore preoccupazione: rispetto al 1980 i nostri livelli di vita sono aumentati, e ci abbiamo fatto un’abitudine non “supeflua” ma “qualitativa”, che ci ha consentito di vivere meglio e più a lungo… che continua ad essere obiettivo di qualunque amministrazione. Certo, con la guerra in corso c’è qualcuno che, cercando di imporci i suoi modelli, ci vuole far credere che la nostra qualità sia effimera, consumistica, depravata, penalizzante i più poveri, etc… ma sta di fatto che viviamo meglio, più a lungo e, in un certo senso, anche più felici. Ovviamente – guerra o non guerra – vorremmo essere più felici, ed è da tempo che rileviamo che i prezzi della benzina sono assurdi in considerazione della sua componente fiscale che, tra accise e Iva, va oltre il 55%. Un problema “complesso” da sempre che forse oggi – contesto drammatico e futuro bigio – ha occasione per essere affrontato come non mai: Siamo sicuri che una componente fiscale così alta, che rappresenta una buona entrata sicura per il Fisco, se fosse radicalmente ridimensionata, non potrebbe essere incentivo per altri consumi che, alla fine, porterebbero entrate fiscali anche maggiori? Con l’aggiunta che una simile rivoluzione fiscale avrebbe un potere di “moral suasion” che renderebbe i contribuenti più disponibili verso un Fisco amico e non predatore, così come oggi la quasi totalità dei contribuenti lo considera? Forse è il caso di prendere in considerazione che “non tutti i mali vengono per nuocere”. La guerra fa schifo ma potrebbe essere occasione per ricostruire un Fisco che potrebbe non continuare ad avere uno dei più alti livelli di evasione in Europa.
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Dl Fisco: Unc, la Tari nella bolletta elettrica peggiora ancora
Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 novembre 2021
“Di male in peggio! Non solo come da noi già denunciato riprovano a rimettere la Tari nella bolletta elettrica, cosa vietata dall’Unione Europea, ma ora peggiorano pure l’emendamento” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, l’associazione che aveva scovato l’emendamento dei senatori Davide Faraone e Mauro Marino tra i tanti presentati al dl fisco.”La nuova formulazione, infatti, toglie il comma che, in cambio di quel regalo, costringeva gli enti locali a utilizzare quei soldi per il sostegno alle attività economiche più colpite dall’emergenza epidemiologica attraverso la sospensione o riduzione di almeno il 50 per cento, per l’anno 2021, dei pagamenti della Tari. Insomma, ora, con quei soldi potranno farci ciò che vogliono. Un sopruso bello e buono” conclude Vignola.Nell’emendamento, infatti, saltano i commi 4 e 5. Con il comma 4 si diceva che i comuni che mettevano la Tari in bolletta non dovevano più effettuare l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità. Con il quinto comma che gli enti locali dovevano utilizzare la maggiore capacità di spesa che ne derivava, per il sostegno alle attività economiche più colpite dall’emergenza epidemiologica attraverso la sospensione o riduzione di almeno il 50 per cento, per l’anno 2021, dei pagamenti dell’imposta municipale sui rifiuti (Tari). Insomma, il combinato disposto dei due emendamenti è che ora non ci sono più vincoli di destinazione prestabiliti per legge collegati, anche se indirettamente, alla Tari in bolletta.
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Dl Fisco: ci riprovano con la Tari nella bolletta elettrica
Posted by fidest press agency su martedì, 16 novembre 2021
“Incredibile ma vero! Ci riprovano a rimettere la Tari nella bolletta elettrica. Come se non bastasse il canone Rai, che l’Ue ci ha già chiesto di togliere trattandosi di un onere improprio, ora ritorna nel Dl Fisco un emendamento per riprovarci” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.”Sbagliare una volta può capitare, ma perseverare è più che diabolico” prosegue Vignola. “La bolletta della luce è già un rompicapo incomprensibile, uno dei misteri irrisolti di questo Paese. Ci domandiamo perché qualcuno si ingegni e faccia così tanti sforzi per peggiorarla” conclude Vignola. (n.r. Basta dire che la poposta viene dal senatore Renzi dopo essere stato lautore del canone Rai nella bolletta elettrica. Perseverare est diabolicum)
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Fisco. Ricchiuti (FdI): intervenire su sistema sanzionatorio. Draghi parla solo di Irpef
Posted by fidest press agency su venerdì, 29 ottobre 2021
“Anche con il Governo Draghi si torna nuovamente a parlare della riforma fiscale solo nell’ottica della riduzione di qualche punto di percentuale di IRPEF , come se questo risolvesse un male atavico che vede nel sistema sanzionatorio un’arma di distruzione di interi comparti produttivi e che con la crisi in atto potrebbe risultare fatale per l’intera economia nazionale. L’assurdità delle società pubbliche di riscossione ma in genere del fisco è questa: chi presenta la dichiarazione dei redditi, ha un’attività legale, ma, al contempo, si trova in difficoltà finanziarie, viene perseguitato , le iscrizioni a ruolo tra sanzioni e interessi triplicano il debito originario. Chi, invece, esercita attività economiche nella totale illegalità ovverosia nell’evasione totale, non solo fiscale ma in barba a qualsiasi legge e regolamento, può rimanere tranquillissimo: non può subire iscrizioni a ruolo per debiti erariali/contributivi non versati , in quanto manca proprio la dichiarazione, per cui non vi è la spontanea ammissione . Costui quindi non subirà fermi amministrativi, non dovrà chiedere rateizzazioni, non dovrà pagare un bel nulla. Come può lo Stato affermare, se pur non palesemente, altresì dicendolo tra le righe, che le sue leggi in materia fiscale sono solo un opuscolo di cattivi consigli? Praticamente una istigazione a lavorare in nero . Durante alcuni confronti pubblici mi è stato replicato, che qualcuno ogni tanto lo pizzicano. Cosa credete gli facciano? Innanzitutto possono ricostruire induttivamente solo gli ultimi 5 anni di reddito e colui che viene colpito può patteggiare ad un terzo, ammesso che abbia intestato qualcosa a lui , ma la vedo dura. Quindi, chi ha reso dichiarazione dei redditi e non ha sufficienti risorse per pagare dovrà pagare il triplo, chi ha evaso totalmente potrà patteggiare un terzo calcolato su 5 anni di reddito calcolato induttivamente. Questo sistema sarebbe una trama adatta a un film comico se non avesse cagionato centinaia di suicidi piccoli imprenditori”.Lo dichiara Lino Ricchiuti, Viceresponsabile del Dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia.
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Fisco, Calandrini (FdI): governo dia certezze e rinvii le scadenze del 30 giugno
Posted by fidest press agency su sabato, 26 giugno 2021
“Siamo arrivati al 24 di giugno ma ad oggi non abbiamo conferme ufficiali sul possibile differimento delle scadenze fiscali fissate al 30 giugno per i soggetti titolari di Partita IVA. Da giorni sulla stampa si rincorrono notizie sul possibile differimento di questi termini al 20 luglio, ma il governo cosa sta aspettando per dare certezze? Dopo un anno e mezzo di pandemia, con ristori ridicoli, e persino in ritardo come nel caso degli importi previsti dal DL Sostegni e che dovevano essere erogati il 16 giugno, ancora una volta il governo conferma la sua disattenzione per aziende, professionisti e lavoratori autonomi. Questo mondo ha bisogno di risposte concrete e non di chiacchiere. Siamo nel bel mezzo di una crisi senza precedenti e dopo mesi di chiusure e restrizioni, che hanno avuto come conseguenza un pesante calo di fatturato, la galassia delle partite IVA si trova anche alle prese non solo con le scadenze fiscali ma con la perenne confusione del governo. Eppure basterebbe un semplice provvedimento del Ministro Franco per sanare questa situazione e dare un po’ di respiro ai contribuenti. Questa attesa non ha ragioni di esistere. Il governo dia risposte e lo faccia alla svelta”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini
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Fisco amico dei contribuenti se rende semplici i processi
Posted by fidest press agency su lunedì, 31 Maggio 2021
“Siamo riusciti, grazie a voi che ne siete stati protagonisti, a gestire la delicata fase dei ristori e dei sostegni, garantendo una rapida erogazione delle risorse, in un momento di grande sofferenza per il tessuto produttivo.L’introduzione di questo nuovo meccanismo ha segnato un cambio di paradigma importante e sono certa che, grazie al contributo ed alla professionalità che sapete mettere in campo, riusciremo a fare sempre più interventi mirati, utili a favorire la ripartenza. Sono molto orgogliosa della delega all’Agenzia delle Entrate, che mi ha voluto conferire il Ministro. Ho potuto apprezzare, in questi anni di Governo, il grande lavoro che fate. Con il Direttore Ernesto Maria Ruffini i contatti sono quasi quotidiani e la collaborazione istituzionale, per la quale lo ringrazio, è estremamente proficua”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, in occasione della visita istituzionale a Bari, nel corso dell’incontro alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, dove è stata ricevuta dal Direttore Regionale della Puglia, Michele Andriola, dai Responsabili degli Uffici della Direzione regionale, dalla Direttrice provinciale di Bari, Valentina Salice, e da Sabrina Di Bari, Capo Settore gestione risorse.“Il fisco è amico del contribuente se riesce a rendere semplice i processi. È in atto – ha aggiunto – un processo di trasformazione e voi dell’Agenzia lo state accompagnando, quasi tenendo per mano i cittadini. La vera sfida che abbiamo davanti a noi è rappresentata dalla completa digitalizzazione, per semplificare al massimo gli adempimenti e consentire alle imprese di dedicare il loro tempo, e le risorse, nello sviluppo delle attività. È un processo, questo, che va in parallelo con la riforma fiscale, a cui stiamo lavorando con il Parlamento”.
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Fisco. de Bertoldi (FdI): per sindacati riforma è equa distribuzione povertà
Posted by fidest press agency su lunedì, 22 febbraio 2021
“Profonda delusione per l’audizione dei rappresentanti sindacali nelle Commissioni Finanze riunite di Camera e Senato su tema della riforma fiscale. In particolare Cgil, Cisl e Uil hanno confermato una visione vetero marxista e pauperista, che stride con le reali esigenze del Paese e con i principali potenziali promotori della ripresa economica, cioè le Partite Iva sulle quali oggi ricadono le principali conseguenze della pandemia e dei ripetuti lockdown, e che invece sono indicate come i quasi esclusivi responsabili dell’evasione fiscale. Affermazioni al limite del ridicolo, se non calate nella ideologia comunista che ha mai realmente abbandonato i politicizzati sindacati italiani. Così come la proposta di dichiarazioni fiscali di fatto imposte alle aziende invece che frutto del loro bilancio; oppure la nostalgia per una progressività che arrivi al 60/70 per cento, o l’avversione al sistema della cedolare sui redditi da locazione, che costituisce una delle poche misure in favore dei bistrattati proprietari immobiliari. Ed è inaccettabile e contraddittorio sentire che la riforma fiscale dovrebbe avere una maggiore progressività in funzione precipuamente redistributiva, mentre per Fratelli d’Italia la leva fiscale deve avere un ruolo di stimolo al Pil. Allo stesso modo è insostenibile voler insistere nel proporre soluzioni che disincentivino le imprese, i ricchi e le ricchezze ad investire nel nostro Paese. Insomma, un’audizione che dimostra l’inadeguatezza delle principali sigle sindacali, che insieme alla sinistra italiana vorrebbero soltanto un’equa distribuzione della povertà”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro.
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Fisco riforma Irpef e austerità
Posted by fidest press agency su giovedì, 14 gennaio 2021
“Sorprende che sulla riforma dell’Irpef e del fisco il Ministero dell’Economia si stia nascondendo, assumendo un atteggiamento quanto mai defilato e poco incisivo, che alla fine porta l’Agenzia delle Entrate ad assumere un ruolo più deciso ed evidente. Questo, purtroppo, porta a un’alterazione di quella che è la divisione dei poteri dello Stato e in particolare di quello legislativo che spetta al Parlamento e, in via eccezionale e d’urgenza, al governo. Infatti, su un tema così delicato quale è la riforma dell’Irpef sarebbe logico che il governo svolgesse un ruolo di impulso e propositivo, lasciando invece all’Agenzia delle Entrate il compito di consigliare ed aiutare i decisori politici nel loro lavoro”. A dirlo il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro.
“A sua volta preoccupa che nel corso dell’audizione del responsabile fisco della Banca d’Italia in Commissione Finanze, sia stata ventilata l’ipotesi di introdurre una patrimoniale nel nostro Paese. Non vorrei che si trattassero delle prime avvisaglie di politiche di austerità in conseguenza del via libera al Recovery Plan. Sarebbe una scelta pericolosa che l’Italia e gli italiani non vogliono e non possono sopportare, oltre al fatto che gli eventi hanno dimostrato del tutto inutile e penalizzante in termini di sviluppo e crescita”, conclude il senatore de Bertoldi.
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Fisco. Ricchiuti (FdI): Isa vanno aboliti non solo sospesi per il 2020
Posted by fidest press agency su domenica, 29 novembre 2020
“Gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) non solo non vanno applicati per il 2020, ma vanno completamente aboliti. Gli studi di settore prima e gli ISA ora, rappresentano un ricatto bello e buono. In molti hanno chiuso con amarezza la propria attività, altri sono rimasti disoccupati, altri ancora sono ‘spariti’ nel sommerso, ma la maggioranza ha sborsato allo Stato soldi non dovuti, magari accendendo mutui o chiedendo prestiti. Chi ha fortuna di guadagnare di più, anche moltissimo rispetto a quanto la legge decide, sta tranquillo e paga molto volentieri, sapendo che tutto il maggior reddito lo può ‘evadere’ con facilità e totale tranquillità, una specie di condono permanente. Se poi gli onesti saranno costretti a chiudere, guadagnerà ancor di più. Queste sono leggi che vengono partorite da chi non ha la minima idea di cosa significhi portare avanti una piccola azienda. Se proprio si vogliono mantenere gli Isa che siano applicati solo al governo e poi vediamo quale grado di affidabilità riscuoterà nel Paese”. Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile nazionale Imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia.
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Alleggerire il fisco per favorire la ripresa
Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 novembre 2020
“Quest’anno saremo impegnati con la riforma fiscale, proseguendo con la riduzione delle tasse, che abbiamo già avviato. Alleggerire il fisco, soprattutto in questo momento, è fondamentale per favorire la ripresa. Due i fronti su cui stiamo già agendo: – il primo per ridimensionare la crisi e le difficoltà che hanno imprese e autonomi. Lavoriamo per far ripartire le rateizzazioni decadute, prevedendo le sospensioni della rottamazione “ter”, un saldo e stralcio e impostando una rottamazione “quater”. Questo sarà accompagnato da una riforma della riscossione che stralci le vecchie cartelle che non sono più riscuotibili; – il secondo per intervenire, fin da subito, sulla pressione fiscale degli autonomi, che non possono più aspettare. Interverremo attraverso meccanismi di semplificazione e accordi tra Imprese e Fisco, capaci di ridare slancio alla colonna vertebrale di questo paese che è fatta di PMI. Ma anche abolendo tutte quelle piccole tasse che infastidiscono solo i cittadini e non portano nulla. È un lavoro di riforma e semplificazione importante, anzi fondamentale, che passa anche dalla realizzazione di Testi unici, che mettano ordine tra le centinaia, quasi migliaia, di norme.Aiutare l’economia a ripartire vuol dire anche favorire il rapporto tra il fisco, i cittadini e le imprese. E per questo serve un fisco semplice, giusto e trasparente”. Lo scrive, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.
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Fisco: Riduciamo tasse innovando
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 ottobre 2020
Tra Legge di Bilancio, Recovery Plan e collegati, daremo la risposta migliore a quanto emerso dall’indice internazionale sulla competitività fiscale, elaborato dal centro studi Epicenter, che indica il sistema fiscale italiano come il meno competitivo tra tutti quelli dei 36 Paesi più industrializzati aderenti all’Ocse.Continueremo a ridurre le tasse, come abbiamo iniziato a fare con la scorsa Manovra, ma innovando. Sempre di più, perché non ha senso parlare di riforma se non si alza il livello della digitalizzazione, dell’automazione dei processi, della semplificazione normativa. Così aumentiamo la competitività del Paese.Andiamo per ordine, perché stiamo lavorando ad una revisione complessiva dell’intero sistema.Partiamo dalla digitalizzazione del Fisco, che possiamo fare anche attingendo alle risorse del Recovery Fund. Questo vuol dire semplificare il complicato processo di accertamento e riscossione attraverso: – una più organica collaborazione, e in prospettiva l’unificazione, tra le diverse banche dati degli uffici pubblici, che permetta di sgravare contribuenti ed imprese dalla presentazione di documenti e dati già posseduti dalla pubblica amministrazione (ad esempio: Isa automatici); – l’incentivazione dei pagamenti elettronici, con i meccanismi del Cashback e della Lotteria degli Scontrini, anche per approfondire la lotta all’evasione fiscale; – la digitalizzazione di Agenzia delle Entrate (migliorare il cassetto fiscale, rendendolo al passo con i tempi, e passare dallo sportello fisico allo sportello virtuale e dalle file negli uffici pubblici all’ufficio per appuntamento, investire nell’assistenza telefonica e digitale diffusa); – estendere, il più possibile, su base volontaria, la fattura elettronica anche a chi oggi non la fa. Stiamo poi, raccogliendo e riordinando, in un Testo Unico del Contribuente le centinaia di norme fiscali sparse in mille rivoli, favorendo così un processo che ci porta all’eliminazione di quelle inutili o ridondanti, in un’ottica di trasparenza dell’amministrazione pubblica e di semplificazione.Vogliamo anche semplificare la vita a 4 milioni di lavoratori autonomi soggetti all’Irpef, superando gli squilibri che provoca il sistema del “saldo-acconto” e basando la riscossione delle imposte su quanto effettivamente incassato dal contribuente, non più sull’incasso presunto. Si tratta di sfruttare le potenzialità tecnologiche per arrivare ad una riscossione mensile o al massimo trimestrale, così da consentire al contribuente di pianificare al meglio la gestione della liquidità e anche di scontare più rapidamente eventuali crediti di imposta e agevolazioni fiscali.In cantiere c’è anche la “bonifica” della giungla di detrazioni e spese fiscali, le Tax Expenditures, che oggi complicano il sistema fiscale e minacciano il principio della progressività. Diversi miliardi possono essere ottenuti dai “sussidi ambientalmente dannosi” e dal tetto alle detrazioni fiscali per i redditi sopra una certa soglia. Fondi utili a finanziare parte della riforma fiscale complessiva.Questo ci aiuta anche a costruire un assegno unico che accorpi assegni familiari e bonus vari, spesso difficili da attivare, aggiungendo risorse aggiuntive, così da finanziare una politica ad hoc per la famiglia, capace di stimolare consumi e natalità. Una politica che ha funzionato bene in Francia e in Germania e che semplifica la vita al cittadino, che oggi rischia di non ricevere un bonus o un assegno perché non lo conosce e non sa di averne diritto.Ma semplificare vuol dire anche cancellare una serie di tributi di dimensioni insignificanti che complicano il quadro tributario. È un’operazione, pienamente gestibile, che rende necessario un piccolo sforzo del bilancio pubblico, ma che aiuta il rapporto tra cittadino e fisco.Stiamo sviluppando una fiscalità di vantaggio per le filiere più colpite dalla pandemia Covid e per i territori che si trovano in una situazione di “svantaggio”, stabilizzando ad esempio la decontribuzione al 30% per le imprese del Mezzogiorno sui dipendenti, introdotta con il Decreto Agosto.È una riforma importante, e complessa, su cui stiamo lavorando 24 ore su 24, perché sono provvedimenti che non possono più aspettare”.Così Laura Castelli, Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, in un lungo post sui social, delinea
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Benzina: Up, su prezzi pesa fisco
Posted by fidest press agency su venerdì, 9 ottobre 2020
Secondo il presidente dell’Unione Petrolifera, il maggior costo alla pompa per gli automobilisti italiani rispetto all’Eurozona è interamente dovuto alla componente fiscale, con un maggior onere fiscale è ora pari a 11 centesimi euro/litro per la benzina e 14,6 centesimi per il gasolio.”Al di là del confronto europeo, che ora lascia il tempo che trova, visto il crollo record della domanda registrato in Italia per via del lockdown, è assolutamente vero che in Italia si pagano troppe imposte sui carburanti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Secondo i dati settimanali del ministero dello Sviluppo Economico pubblicati pochi minuti fa, a fronte di un prezzo medio pari 1,388 euro al litro per la benzina, 0,979 euro, pari al 70,5%, se vanno tra accise e Iva, mentre a fronte di un prezzo al litro di 1,263 euro per il gasolio, 0,845 euro, il 66,9%, se ne vanno in imposte. Una percentuale bulgara decisamente inaccettabile” conclude Dona.
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Fisco. Ricchiuti (FdI): dimezzare evasione? Accettiamo sfida ma ad armi pari
Posted by fidest press agency su domenica, 28 giugno 2020
“Un annuncio che non può certo lasciarci indifferenti quella del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini e cioè di poter ‘dimezzare l’evasione fiscale in 5 anni’. Una sfida importante, purché si giochi ad armi pari. Via l’inversione dell’onere della prova, via il solve et repete, introdurre l’impossibilità per l’Ente di ricorrere in appello se sconfitto in primo grado e pagamento in solido delle spese processuali al funzionario che ha istruito l’accertamento risultato fasullo e per responsabilità oggettiva l’Agenzia delle entrate, condannata a risarcire all’impresa il 30 per cento della richiesta dell’accertamento a titolo di risarcimento morale e materiale. Ecco ora possiamo iniziare a ‘giocare’ questa grande partita!”. Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile nazionale Imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia.
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Fisco: Unc, si a calo Iva, ma non generalizzato
Posted by fidest press agency su giovedì, 25 giugno 2020
“Siamo molto contenti che il Governo stia valutando la riduzione dell’Iva, considerato che lo stiamo proponendo, inascoltati, dall’11 marzo. Siamo stati gli unici ad averlo chiesto ufficialmente, presentando alla Camera le osservazioni al Cura Italia. Ma devono essere cali mirati, per rilanciare i settori più in crisi, non una riduzione generalizzata dell’aliquota Iva ordinaria” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Non solo perché sarebbe un onere finanziario che lo Stato in questo momento non può oggettivamente permettersi, ma anche perché, in questo periodo di recessione, il rischio è che un calo generico ed indistinto dell’aliquota, ad esempio dal 22 al 21 per cento, non si traduca in un abbassamento dei prezzi a vantaggio del cliente finale, vista anche l’esiguità della riduzione, ma non solo in minori introiti per lo Stato” prosegue Dona.
“Per questo avevamo proposto una riduzione dell’IVA sul gas al 10% sull’intero consumo e non solo sui primi 480 Smc annuali, e poi, solo per i settori maggiormente in crisi, come quello turistico, una riduzione dell’Iva rilevante, al 5%, sia per gli alberghi che per i pacchetti turistici, ma per un periodo limitato, fino alla fine dell’anno” aggiunge Dona.”Insomma, come avviene durante il periodo dei saldi, un forte sconto temporaneo, stavolta a carico dello Stato, così da invogliare le famiglie che se lo possono permettere a partire per le vacanze, aiutando albergatori ed agenzie turistiche in difficoltà” conclude Dona.
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