È una delle più giovani candidate nella prossima tornata elettorale. Caterina Cerroni ha 31 anni, è segreteria nazionale dei Giovani Democratici, l’organizzazione giovanile del Pd, e rappresenta sicuramente un’importante “promessa” per il futuro dei dem. E’ candidata nel suo Molise e a Roma. Un legame che si sovrappone a quello dell’associazione “Forche Caudine”, che ha incontrato la giovane candidata, illustrando le istanze della comunità molisana a Roma, in particolare sul fronte dei trasporti e della sanità. “Si tratta di due servizi purtroppo carenti, che limitano non solo lo sviluppo turistico della regione, ma anche il numero dei rientri nei paesi d’origine da parte di tante persone ormai anziane – ha spiegato Giampiero Castellotti, presidente dello storico sodalizio. Nonostante la giovane età, la Cerroni in realtà mastica politica da oltre un decennio: ad appena 19 anni è stata eletta nel consiglio comunale della sua cittadina, Agnone, nell’Alto Molise, dove s’è scontrata con problemi ingigantiti dall’isolamento della regione e dalla realtà montana, soggetta a tagli giganteschi soprattutto nella sanità e istruzione. Maturità scientifica in Molise, laurea in Economia alla Luiss a Roma, ha affiancato l’impegno nelle istituzioni locali con la passione per gli affari internazionali. L’associazione ha effettuato anche un’intervista video con la candidata, a cura dello stesso Castellotti, giornalista di lungo corso, in cui la Cerroni ha esternato i suoi giudici politici sui problemi delle aree interne, sulla transizione ecologica, sui diritti, sul lavoro e sulla cittadinanza.
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“Forche Caudine” incontra Caterina Cerroni, candidata Pd in Molise e a Roma
Posted by fidest press agency su giovedì, 15 settembre 2022
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“Occhi a candela” presentato da Forche Caudine
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 giugno 2020
Segnalato da Alessandra De Blasio e illustrato da Giampiero Castellotti, il libro “Occhi a candela” della giornalista Roberta Muzio, edito da Lampo, è stato protagonista della presentazione – in modalità web – da parte dell’associazione “Forche Caudine” a Roma, a beneficio degli associati.La saga familiare dell’autrice è il pretesto di un’analisi più ampia, che investe il borgo di Frosolone attraverso i cambiamenti imposti dal trascorrere del tempo.“Il piccolo Frosolone non s’è fatto mancare nulla – ha evidenziato Castellotti. “Se la vanga è stato l’amaro destino per intere generazioni di molisani, o le valigie di cartone come extrema ratio, questo borgo ha saputo crearsi la sua classe operaia tra i fumi di piccole officine. Ha saputo dar vita ad un prosperoso commercio. Ed oggi, forzando la sua storiografia già inesorabilmente scritta, di cui si lamentò giustamente Pasolini per quella parola ‘fine’ imposta dalla (in)civiltà dei consumi, continua a lottare con i denti della benemerita famiglia Colantuono per non far scomparire l’ultima transumanza a piedi. Perché non c’è futuro senza passato. O almeno così dovrebbe essere”.
Il presidente di “Forche Caudine” ha sottolineato la “narrazione utilissima per scoprire l’essenza vera di un’antica collettività molisana grazie all’esaltazione privilegiata del patrimonio immateriale”.Nel dettaglio: “Come nel sapiente restauro di un antico capolavoro, l’autrice ricostruisce i preziosi tasselli, fatti di un elenco illimitato di nomi e soprannomi, offerti da un’infinita ramificazione di avi e di parenti ‘vicini e lontani’. Sono loro a prendersi la responsabilità del racconto, diventando gli ignari protagonisti di un grande affresco di comunità. Le splendide foto d’epoca, rigorosamente in bianco e nero (intriganti quelle con apertura ‘a ventaglio’), aiutano il libro a diventare scrigno di memorie condivise. In tale operazione spontaneamente culturale, che le distanze temporali rendono ancora più affascinante, sono gli ‘occhi a candela’ a guidarci, illuminando la strada da percorrere con curiosità e pazienza. Quegli stessi che hanno permesso ad un illustre ‘frosolonese d’adozione’, il sociologo Giuseppe De Rita, che nel paese molisano ha trascorso gli anni di guerra, ad assorbire – per sua stessa ammissione – ‘il rigore della gente di montagna’, ma anche a mitizzare gli occhi nerissimi della figlia di una farmacista”.Ha aggiunto Castellotti: “Il paese d’antan, nell’esposizione della Muzio (e dei suoi ‘coautori’ familiari), si presenta quanto mai vitale. Con le donne vere protagoniste della vita sociale quotidiana, tenaci e intraprendenti dentro e fuori casa. Un insieme di personaggi paradossalmente attuali nei ricordi dei più anziani lettori, comunque originali e inediti per i più giovani. I colori e i profumi del borgo esalano dalle pagine attraverso i vicoli, assoluti primi attori del racconto, con quel senso rassicurante di protezione e di solidarietà che sanno trasudare dalle pietre. Dalle finestre, altri occhi sul mondo. Dai camini, emblema di benessere e di produttività”.“La società novecentesca molisana è fatta di botteghe, tante, familiari, essenziali, strumenti di servizio, ma anche di relazione e di sussistenza – ha continuato Castellotti. “E’ animata dalle cantine, veri e propri dopolavoro per condividere pretesti e racconti. E’ rifornita dal negozio di generi alimentari, con un ‘bene di lusso’, i lupini. Poi il calore dei forni, il rumore degli strumenti del barbieri, il primo flash dei fotografi, l’arte sapiente delle tessitrici. Il ritmo degli ultimi maniscalchi, con il corollario di ‘funari’ e ‘sellai’. Le cererie. Ed i mestieri in via di esaurimento, dalle capillare, le donne pettinatrici, fino alle saponare, chissà quanto sarebbero utili in tempo di coronavirus”.E ha concluso: “Vita umanissima, quindi, quella di Frosolone. E umilissima, sui tanti materassi riempiti da foglie di granone e figli da far mangiare tutti i giorni. Infervorata dalle famiglie numerose, dai preziosi animali (grazie al latte, i bambini diventavano ‘figli della capra’, come si legge nel libro) e dagli scherzi ideati dalle torme di bambini per dare il miglior senso al defluire del tempo, dalle palle di neve che centravano pile sul fuoco alla classica gara di flussi organici dai tetti più strategici. Vita scandita daIl’inesorabile scorrere dei mesi, a cui l’autrice dedica un intero capitolo dei tredici del libro, il numero 6. Dal Capodanno agli zampognari di dicembre, passando per la befana, il carnevale, la mietitura, la vendemmia, il culto dei defunti. Ma anche i matrimoni, snodo sostanziale di un’intera esistenza, talvolta talmente essenziale da essere affidato alla procura. Altro che possibilità di scelta. Su tutto, immancabile, la superstizione del malocchio e di mille altre stramberie, regolatrici dell’arco vitale. Le tante tragedie legate all’emigrazione, dove i drammi hanno eco così forte da essere in grado di oltrepassare gli oceani. Ma anche le feste, allietate dai suonatori d’organetto”.La chiosa: “Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo, ha scritto Isabel Allende. La giovane Roberta Muzio, ‘raccoglitrice di memorie’, ce lo conferma nel suo incancellabile e gioioso affresco”.
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La “lezione” di Forche Caudine per il futuro molisano
Posted by fidest press agency su giovedì, 28 Maggio 2020
Con un editoriale del professor Mancini, l’associazione “Forche Caudine” s’è soffermata sull’eventuale “obbligo”, per i lombardi intenzionati ad andare in vacanza per la bella stagione, di dover trascorrere giornate estive in Molise, regione con analoghi rischi in ambito di Covid-19. Una condizione che ha acceso ironie, ad esempio in Marco Damilano (il direttore dell’Espresso ne ha parlato nel corso del programma “Propaganda Live”) o in Selvaggia Lucarelli.Eppure, sostiene l’associazione, questa condizione potrebbe rappresentare un ottimo e inaspettato assist per il turismo molisano. Sapendolo sfruttare.Innanzitutto, ricordano dall’associazione, le due regioni presentano vincoli determinati dalla forte emigrazione dal Mezzogiorno verso Nord. Sono infatti oltre 15mila i molisani che vivono in Lombardia, quindi più dei 10mila che sono a Roma. E molti di loro non rientrano più da tempo nella regione d’origine. “Un ritorno sarebbe benefico per rinsaldare o ricostruire collegamenti utili anche come premesse di sviluppo. Se ben sfruttati, ovviamente – scrive l’articolista.Ma, al di là dell’aspetto demografico, c’è un importante legame storico purtroppo poco valorizzato: il periodo longobardo (568-774) ha lasciato segni profondi non solo in Lombardia (dal nome della regione ai tanti complessi monastici fino agli itinerari longobardi che richiamano numerosi turisti), ma anche in Molise, che qualcuno definisce “regione più longobarda d’Italia”. Perché? La presenza longobarda in Molise – ricordano dall’associazione – è durata più che altrove ed ha lasciato rilevanti tracce: i toponimi di alcuni borghi (compresa Campobasso), castelli e ruderi (Cerro al Volturno, Bagnoli del Trigno, Tufara, Civita di Bojano). edifici religiosi (Santa Maria di Casalpiano a Morrone del Sannio), necropoli (località Morrione e Vicenne nella piana di Bojano), ecc. Una presenza che potrebbe essere valorizzata come offerta turistica unica, casomai con tutto il Sannio, a cominciare dalla chiesa di Santa Sofia a Benevento, inserita dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità.Insomma, sull’inedito legame Lombardia-Molise in una dimensione storico-culturale, più che sorridere bisognerebbe lavorare. “Gli appassionati di storia medievale e longobarda sono tanti e il patrimonio molisano in tal senso è sottovalutato – spiegano dall’associazione, che ritengono l’assist un’opportunità unica. “Invece assistiamo all’ennesimo interesse per le sagre paesane – si lamenta il professor Mancini – o per il solito stereotipo del ‘caciocavallo’, come se questo fosse una tipicità esclusiva del territorio molisano. A prescindere che la Dop del prodotto molisano è calabrese (“silano”) e che la moda del ‘caciocavallo impiccato’ è di origine lucana, in giro è più facile trovare prodotti pugliesi, campani, calabresi o siciliani che non molisani. E spesso, quelli molisani, sono fatti con latte proveniente dall’Est Europa. Purtroppo. Insomma, meglio puntare sulla cultura autentica e tangibile, in loco, anziché accentuare cliché che possono soltanto far male al Molise, salvo che confinarli a qualche buona tavola apparecchiata ma nulla più”.Il problema di fondo è che i longobardi non votano, i bottegai sì.
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Forche Caudine: “Un ulteriore schiaffo al Molise la chiusura del Museo Pistilli”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
“La paventata chiusura dello splendido museo Pistilli nel cuore di Campobasso, inaugurato appena sette anni fa con un prezioso catalogo delle circa 150 opere contenute, che abbiamo nella nostra sede romana, rappresenta un’ulteriore ferita per il Molise. Forse non ci si rende conto della gravità di questa sciagurata evenienza: mentre si lanciano proclami sul turismo e sul ripopolamento, parallelamente si offrirebbe ai potenziali visitatori o addirittura ai nuovi residenti un territorio che somma ai tanti problemi infrastrutturali e d’immagine anche lo stato comatoso della cultura, una delle principali carte che ogni realtà lungimirante si giocherebbe per il futuro”. C’è sconforto tra i membri del direttivo dell’associazione “Forche Caudine”. Tanto più che uno di loro è nipote di Giuseppe Ottavio Eliseo, l’artista e collezionista campobassano da cui deriva buona parte dell’esposizione generosamente donata da Michele Praitano. “Con un atto del genere si disonora anche la memoria di questi grandi benefattori molisani che hanno compiuto un gesto straordinario di amore per la cultura e per la propria terra – continuano dall’associazione, dove evidenziano anche la figuraccia con i parenti dei due collezionisti molisani, venuti apposta dalla Lombardia e da Roma per l’inaugurazione. Appena sette anni fa. “L’ennesima avvilente notizia che ci raggiunge dal territorio d’origine. Se questo patrimonio fosse in mano ad un’altra Regione, ad esempio alla Toscana o alle Marche, avrebbe ben altra valorizzazione grazie a diverse sensibilità. Purtroppo”.
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Forche Caudine: con il “Reddito di residenza”, il Molise è davvero alla frutta
Posted by fidest press agency su martedì, 3 settembre 2019
“Il varo del cosiddetto “Reddito di residenza”, cioè 700 euro al mese per tre anni a chi abbia intenzione di spostare la residenza e avviare un’attività in un comune molisano con meno di duemila abitanti, ci lascia sconcertati. Vi leggiamo il seguente messaggio da parte delle istituzioni: ‘Se vuoi venire in Molise, in paesetti in via di spopolamento, ti paghiamo pure e bene. Perché, di fatto, sappiamo che è un sacrificio’”. E’ quanto riporta una nota dell’associazione “Forche Caudine”, lo storico circolo culturale dell’emigrazione molisana.“Condividiamo le perplessità degli ‘ultimi’ residenti dei piccoli comuni, i quali si domandano perché la loro ‘resistenza’ non debba essere ricompensata, mentre chi ‘viene da fuori’ trova questo sostanzioso regalo – scrive l’associazione sul proprio sito, aggiungendo che questo “Reddito di residenza” potrebbe presentare “più criticità che elementi di ottimismo”. Motivo? “Perché mira in modo davvero forzoso – e anche un po’ visionario – ad alzare di qualche unità il numero dei residenti di comuni ormai spopolati”. Forche Caudine fa due esempi.
“Il primo caso potrebbe essere quello di un molisano residente in un centro sopra i duemila abitanti che decide di spostare la residenza e dare il via ad un’attività in un centro limitrofo sotto i duemila residenti per ricevere il contributo. Che beneficio otterrebbe il Molise se una persona residente a Bojano decidesse di avviare un’attività a Spinete o a Sant’Elena Sannita, paesi ormai totalmente spopolati, di fatto senza sbocchi di mercato per un negozio ma anche per uno studio professionale? L’unico scopo per l’improvvisato e un po’ sprovveduto imprenditore sarebbe quello di acquisire questo beneficio economico di 700 euro per tre anni, di fatto puro assistenzialismo. Alla fine avremmo un residente in più a Spinete o a Sant’Elena Sannita, ma uno in meno a Bojano”.
Quindi il secondo caso, quello degli ex emigrati, categoria che l’associazione conosce bene. “I promotori parlano di opportunità per far tornare a vivere nel paese d’origine coloro che se ne sono andati via da anni, cioè gli ex emigrati – continua l’associazione presieduta da Giampiero Castellotti, con l’avvocato Donato Iannone quale vice. “Ma se la stragrande maggioranza di queste persone non è tornata più a vivere nel paese d’origine – tra l’altro ormai gli ex emigrati sono pochi, perché le case sono passate a figli o nipoti nati altrove – ci saranno ragioni valide, cioè l’aver costruito in altri luoghi un mondo di interessi professionali, di affetti, di beni materiali e immateriali. A ciò va aggiunto il tema delle case in vendita, e invendute da tempo, il cui numero ha raggiunto livelli record proprio nei piccoli paesi. Anche qui: che senso ha pagare una persona per farla tornare in un paese dove non è più voluta tornare? Il rientro sarebbe davvero disinteressato o forse i 700 euro al mese farebbero la differenza? Perché sovvenzionare una persona per farla tornare a vivere, ad esempio, a Filignano, paese che in un secolo è passato da circa 3.500 residenti agli appena seicento odierni dove il primo problema sarebbe che tipo di attività potrebbe avviare?”.Forche Caudine evidenzia come i numeri siano quasi sempre bugiardi quando si affronta il problema degli spopolamenti. “Molti piccoli paesi hanno maggioranze di residenti-fantasma: la ragione del mantenimento di una residenza è spesso fiscale per garantire status di ‘prima casa’ a quella del paese e quindi non pagarci l’Imu”.
Le conclusioni: “Questo sostegno economico, insomma, rischia di determinare più danni che benefici, generando situazioni posticce, artificiali, fasulle. Il Molise, viceversa, avrebbe bisogno di visioni d’insieme, come la promozione fuori dai confini regionali, e non di operazioni spot per singoli paesi”.
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Grazie ad Angelo Bonello di Forche Caudine anche un po’ di Molise nel cuore di Sidney
Posted by fidest press agency su venerdì, 31 Maggio 2019
La sua ultima gigantesca opera, denominata “Ballerina”, troneggerà fino al 15 giugno di fronte all’Opera House di Sidney nell’ambito del festival “Vivid Sydney” (https://www.vividsydney.com/), uno dei più importanti eventi mondiali per promuovere l’uso intelligente dell’energia elettrica. La kermesse richiama annualmente oltre due milioni di persone, con un giro d’affari di oltre 150 milioni di dollari.Autore di questo “light work”, che nei mesi scorsi è stato ospitato con successo anche a Singapore e ad Amsterdan, è Angelo Bonello, uno dei progettisti italiani di arte tecnologica più apprezzati all’estero.
Nato a Torino 48 anni fa, trasferitosi a Roma, è in realtà cittadino del mondo, avendo realizzato grandi eventi artistici in oltre trecento città in tutto il pianeta, tra cui Parigi, Bruxelles, Amburgo, Mosca, Barcellona, Siviglia, Lisbona, Città del Messico, Rio de Janeiro e molte altre. Fa parte dell’associazione “Forche Caudine”: il fratello Mauro, infatti, oltre ad essere uno dei curatori del Comitato Imprese, è legatissimo al Molise dove ha interessi affettivi e commerciali.L’opera di Angelo Bonello, di grande impatto emotivo, è costituita da numerose ballerine luminose che, ad intermittenza, assumono pose originali, divertenti, talvolta complicate, di certo affascinanti. Gli étoile dei selfie che si riuniscono sotto l’hashtag #vividballerina stanno creando un vero e proprio fenomeno virale tanto che la direzione del festival ha deciso di cavalcare l’onda emotiva esplicitandola in diverse operazioni di marketing e comunicazione del Vivid Sydney 2019. L’artista, tra l’altro, incontrerà a Sidney numerose famiglie di origine molisana informate dell’evento tramite l’associazione.
Infinito il suo curriculum: dallo staff della direzione artistica dei Campionati del mondo di sci in Spagna alla regia del capodanno di Atene nel 2003, dalla direzione artistica del festival “Hig Voltage” di Obereggen alla regia dell’evento live del contdown olimpico “Torino 2006”, dalle collaborazioni italiane con Dario Fo e Antonello Venditti fino all’attuale direzione artistica della trasmissione “Italia’s Got Talent” su Sky.
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Il “Made in Molise” nella Capitale
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 aprile 2019
Si rafforza l’impegno dei molisani a Roma per la promozione dei prodotti del “made in Molise” negli esercizi commerciali della Capitale. Il comitato imprese dell’associazione “Forche Caudine” ha raccordato uno staff di professionisti, per lo più corregionali, attivamente impegnati nella promozione, nel marketing, nella comunicazione e nella commercializzazione di un paniere di eccellenze molisane fornite da una ventina di aziende delle province di Campobasso e Isernia.Da giorni alcuni operatori, coordinati da Stefano Barbiero e Gabriele Di Nucci, stanno procedendo ad una serie di incontri con ristoratori molisani, e non, della Capitale per far conoscere vini, salumi, latticini, prodotti da forno, conserve, dolci e altre prelibatezze molisane. I primi ristoranti a Roma dove è possibile assaporare il paniere dei prodotti “made in Molise” sono l’Osteria Rouge in piazza Siculi 6, nella zona di San Lorenzo, e la catena “Insalata Ricca” (per ora il locale di piazza Albania), il cui titolare è di Poggio Sannita. Altre attività commerciali, di cui una in zona Flaminio con titolare di Frosolone e un alimentari in zona piazza Bologna con proprietario di Trivento, sono in fase di sperimentazione.“L’aspetto più interessante è che c’è tanta curiosità da parte di coloro che non conoscono il Molise – evidenzia Di Nucci. “Stiamo avendo buoni riscontri soprattutto con i vini. Montepulciano e Tintilia in primis”.Parallelamente lo staff di promozione sta lavorando alla penetrazione del brand molisano anche presso opinion leader. Nei giorni scorsi a far da testimonial al Molise, con tanto di video postato sui social, è stata l’ex parlamentare Nunzia de Girolamo, la quale ha portato i prodotti selezionati dal comitato di “Forche Caudine” dietro alle quinte della trasmissione “Ballando con le stelle”, distribuiti poi ai diversi protagonisti del noto programma condotto da Milly Carlucci. Ha potuto apprezzare le eccellenze enogastronomiche anche il regista Enrico Vanzina, che potrebbe parlarne nella sua rubrica sul quotidiano “Il Messaggero”.A ciò si affianca il commercio elettronico presso la piattaforma di Averlo Marketplace, dove sono presenti finora due tipo di salumi e un formaggio.Dopo Pasqua inizierà la fase di accordi con catene di supermercati, mentre si progettano temporary store in mercati romani, primi contatti all’Appio e a Porta Pia.
“Roma è soltanto una prima area test, ma basilare, come da anni sostiene giustamente il nostro presidente Castellotti – spiega Francesco Caterina. “L’obiettivo ambizioso è però l’internazionalizzazione. Per questo stiamo monitorando la grande distribuzione europea, le fiere e gli eventi con particolare attenzione all’Oriente, alla Russia e agli Usa, ma anche incubatori e acceleratori. Il Molise deve recuperare un gap molto accentuato e per questo è necessario procedere spediti e con un impegno praticamente costante”.
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“Forche Caudine” con buyer asiatici nel Basso Molise
Posted by fidest press agency su martedì, 12 marzo 2019
Favorire le occasioni di conoscenza delle produzioni molisane accompagnando i potenziali buyers internazionali direttamente in Molise, a tu per tu con le aziende d’eccellenza. Nel contempo rafforzare l’attività sinergica di valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, coinvolgendo il tessuto produttivo molisano nell’attività associativa della comunità corregionale a Roma. Cioè un’associazione più forte nella Capitale, anche sul fronte della promozione, può garantire ulteriori e maggiori risultati per il Molise.
E’ questo lo spirito, altamente pragmatico, che ha animato il primo “Molise export day”, organizzato dall’associazione “Forche Caudine”, lo storico circolo dei Romani d’origine molisana, con trent’anni di attività alle spalle. Il sodalizio è ormai attivo anche sul fronte dei servizi alle aziende, oltre che nella missione tradizionale in cultura, aggregazione e promozione della nostra regione in Italia e all’estero (ad esempio a marzo, in programma, la presentazione del libro di Alessandra De Blasio in via del Governo Vecchio e la partecipazione all’Archeofest al Museo Pigorini all’Eur).
E’ stato Gabriele Di Nucci, segretario di “Forche Caudine”, originario di Capracotta, ad accompagnare due importanti buyers cinesi in un tour del Basso Molise. Il primo, Antonello Ke Xinghai, è presidente dell’Unione evangelica cinese in Italia, con decine di migliaia di fedeli. Con lui l’associazione sta organizzando una serie di pullman di asiatici in visita presso località e aziende molisane. Il secondo, Pan Guanghon, è un importante buyer proveniente dalla Cina, specializzato soprattutto nel comparto dei vini rossi. I due hanno verificato, come premessa, che le aziende fossero produttrici e non distributori, soprattutto per i vini.
Ad organizzare e ad animare la trasferta anche Stefano Barbiero e Michele D’Onofrio del Comitato imprese dell’associazione.
Particolarmente proficui gli appuntamenti: a Petrella Tifernina presso le cantine Colle Sereno della famiglia Mogavero, i buyers hanno assaggiato Cabernet e Tintilia, quindi vini rigorosamente rossi, in quanto, per i palati cinesi, i bianchi sono poco utilizzati. Seconda tappa a Larino presso le cantine di Angelo D’Uva con Cabernet e Recupo. Quindi a San Martino in Pensilis presso l’azienda agricola di Marina Colonna, con gli ospiti cinesi affascinati dalle distese di olivi e dalle sue varietà, ma anche da prodotti come il peperoncino, i limoni, lo zenzero e il basilico. Ultime due tappe ad Ururi, cantine Salvatore in contrada Vigne, con Tintilia e Biberius, e Termoli, cantina Cieri, presente anche il sindaco di Santa Croce di Magliano, Donato D’Ambrosio.
Ogni tappa ha polarizzato altre tipicità della zona, come i formaggi Fonte Nuova di Giovanni Nomaro di Casacalenda, il miele di Nazario Fania di Montagano, i tartufi Sabetta di Ripalimosani, il pane di Petrella di Matrice, i salumi Giagnacovo di San Biase, i legumi di Melina Zurlo di Ripalimosani, i numerosi prodotti dell’agroalimentare D’Ambrosio, ecc.
“Con questo primo appuntamento Forche Caudine risponde ad un’esigenza manifestataci da anni dal tessuto imprenditoriale molisano, quella di poter fare rete sull’asse Roma-Molise – evidenzia Gabriele Di Nucci. “Non si tratta soltanto di moltiplicare le occasioni di promozione del prodotto molisano nella Capitale, ma anche di ‘costruire’ un interesse di importanti attori istituzionali e commerciali della piazza romana verso il territorio molisano e le sue eccellenze”.
I due imprenditori cinesi, per la prima volta in Molise, ne hanno apprezzato l’ambiente e il clima, nonché l’autenticità dei molisani, prefigurando scenari molto interessanti. Uno degli obiettivi a breve è quello di organizzare una mostra mercato di prodotti molisani di alta qualità ed eccellenza in Cina.
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Per il rilancio dell’ex centrale di Campomarino incontro tra Enel e Forche Caudine
Posted by fidest press agency su lunedì, 30 luglio 2018
Roma. Sarà lanciato a settembre il concorso di progetti per la riconversione della ex centrale Enel di Campomarino. Lo hanno confermato a Roma gli stessi responsabili del progetto “Futur-e” di Enel nel corso dell’incontro con l’associazione Forche Caudine. L’iniziativa è servita principalmente per illustrare le caratteristiche del progetto “Futur-e” per la riqualificazione dei siti delle centrali ormai non più produttive e per far conoscere l’iniziativa anche ai numerosi imprenditori iscritti alla storica associazione dei molisani a Roma. L’ex centrale turbogas di Campomarino, entrata in esercizio nel 1984 e dismessa nel 2013, si estende su una superficie di circa 6,5 ettari. Comprende quattro serbatoi e diversi locali che erano adibiti ad uffici, magazzini, depositi, cabine ed un’officina. Oltre alla zona dei parcheggi, circa due ettari sono occupati da spazi verdi. Dopo il lancio del concorso, gli investitori potranno presentare i propri progetti e le proposte per l’acquisizione e la riqualificazione del sito. Le proposte saranno valutate da un’apposita commissione, che includerà rappresentanti istituzionali ed esperti del Politecnico di Milano, e solo quelle ritenute idonee per il territorio saranno ammesse alla fase finale di negoziazione con Enel per la cessione del sito.Nel corso dell’incontro i responsabili Futur-e hanno illustrato i vantaggi offerti da un sito che già dispone di infrastrutture e asset da poter valorizzare nuovamente, in ottica di economia circolare, immerso in una vasta area agricola e ben collegato grazie principalmente allo svincolo autostradale a dieci chilometri.Inoltre hanno reso noti i risultati delle numerose interviste, concluse nei giorni scorsi, agli stakeholder molisani per raccogliere idee e suggerimenti relativi alla destinazione finale: è emersa una prevalenza di indicazioni riguardanti il settore agroalimentare e zootecnico, con potenziali attività che vanno da stoccaggio e commercializzazione alimentare alla realizzazione di impianti produttivi innovativi e sostenibili, e a seguire il turismo, con opportunità legate a enogastronomia, benessere e anziani, oltre alla proposta di un parco tematico. Quanto emerso dalle interviste sarà parte integrante del dossier che accompagnerà il bando, per fornire ai potenziali investitori tutte le informazioni di contesto. Gli scenari non sono vincolanti: Enel lascerà le porte aperte anche a proposte diverse purché rientrino nei parametri di sostenibilità e siano accettati dal territorio.Non sono mancate anche indicazioni sulle possibili difficoltà del contesto, con l’indicazione di ampliare al massimo il perimetro della ricerca dei potenziali investitori. Al riguardo Enel ha evidenziato l’esperienza positiva dei concorsi già attivati, che hanno ricevuto proposte provenienti dai territori di riferimento delle centrali ma anche da altre regioni e dall’estero, come nel caso di Rossano, in Calabria, dove tra i progetti di riqualificazione ce n’è uno presentato da una società spagnola che propone un innovativo business basato sulla coltivazione e la lavorazione di microalghe per uso alimentare, cosmetico e nutraceutico.Nel corso dell’appuntamento è stata condivisa l’opportunità di organizzare un incontro anche con il Comitato Imprese dell’associazione Forche Caudine, che coinvolge anche realtà che operano al di fuori del territorio regionale. Il concorso sarà infatti aperto alla partecipazione a livello nazionale e internazionale e l’obiettivo è garantire la massima partecipazione di tutti i soggetti potenzialmente interessati a dare nuovo impulso al sito dell’ex centrale con progetti di riqualificazione.
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Forche Caudine e le attività imprenditoriale da sviluppare in Molise
Posted by fidest press agency su domenica, 15 luglio 2018
Alimentare l’interesse dell’imprenditoria da Roma e dal resto d’Italia verso il Molise. Questo l’obiettivo degli incontri che sta promuovendo l’associazione “Forche Caudine” nella Capitale, chiamando a raccolta importanti esponenti soprattutto del mondo dell’industria e invitando, nel contempo, esponenti del governo regionale.Lorenzo Ponzuoli, titolare del Gran Caffè Santos, Antonio Iannotti, responsabile di Italmix spa con due stabilimenti nel beneventano e uno in apertura a Marcianise, Marco Wong, membro del cda di Extrabanca ed altri imprenditori asiatici hanno preso parte al meeting promosso dal Comitato imprese di Forche Caudine, presenti il responsabile Francesco Caterina, il presidente dell’associazione Giampiero Castellotti e, in collegamento dalla Spagna, Mauro Bonello. Per la Regione Molise è intervenuto il consigliere regionale Antonio Tedeschi.Gli imprenditori presenti hanno chiesto informazioni in particolare sulle infrastrutture e sulla logistica molisana, nonché sulle agevolazioni relative agli investimenti.Il consigliere Tedeschi ha illustrato la possibilità degli accordi di programma, che in linea generale prevedono contributi del ministero e della Regione con tempi, tra approvazione e rogazione, di circa un anno. Ha inoltre evidenziato la possibilità degli sgravi fiscali che, per durata, si differenziano in base ai settori e alle fasce di lavoratori, assicurando non meno di tre anni. Infine ha sottolineato la facilità di dialogo con i vertici regionali, elemento che incide positivamente nella sburocratizzazione e nel rapporto diretto tra investitori ed enti locali.Gli imprenditori hanno delineato un quadro dettagliato dell’attuale fase economica caratterizzata da un’alta automazione industriale che permette, specie nella produzione e nel confezionamento, di gestire stabilimenti con poche persone, ciò a svantaggio, ovviamente, dell’occupazione, che però è assicurata dall’indotto. Marco Wong, in particolare, ha però ricordato che il settore tessile richiede ancora molta manodopera ed il Molise, specie la provincia di Isernia, potrebbe trarre vantaggio dalla rilevante presenza di risorse umane già altamente formate nel comparto.
A questo proposito Tedeschi ha orientato l’attenzione sui 54mila metri quadrati di capannoni dell’ex Ittierre ed ha contattato nel corso della riunione i responsabili di Modaimpresa di Miranda.L’imprenditore Ponzuoli ha illustrato la storia della sua azienda produttrice di caffè di qualità, commercializzato principalmente a Roma, in Calabria e all’estero, prevalentemente in Canada e in Cina. “Attualmente operiamo con uno stabilimento in Croazia, ma siamo caratterizzati dalla crescita e dalla differenziazione e siamo quindi interessati a conoscere i dettagli di questa opportunità in Molise, specie nella zona di Venafro che è la più vicina a Roma – ha detto l’imprenditore romano.
Anche Antonio Iannotti ha tratteggiato la sua attività imprenditoriale, che include ambiziosi progetti, tra cui un business legato alla produzione sostitutiva del pasto. L’interesse verso il Molise è ovviamente subordinato anche agli accordi con le istituzioni.Gli stessi imprenditori faranno da passaparola con altri colleghi, prevedendo d’infoltire il gruppo legato al Comitato imprese del sodalizio dalla storia ormai trentennale. Gli imprenditori hanno ringraziato l’associazione “Forche Caudine” per l’opportunità, nonché per la gestione dei rapporti diretti con le istituzioni molisane. La potenzialità degli investimenti potrebbe corrispondere ad un buon numero di posti di lavoro nel territorio molisano. Ora la palla passa alla Regione.
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Il Molise sulla “via della seta”, passando per Roma
Posted by fidest press agency su sabato, 26 Maggio 2018
L’associazione Forche Caudine, dopo gli incontri con i vertici di Associna e della Chiesa evangelica cinese delle scorse settimane, sta potenziando gli interscambi con il mondo asiatico, venendo incontro alle crescenti richieste in tal senso che giungono anche dalle imprese molisane.
Gli imprenditori cinesi, specie quelli di nuova generazione, possono sicuramente costituire un’opportunità per il territorio molisano affamato di investimenti. E’ noto come la presenza cinese sia ormai endemica in quasi tutti i settori produttivi italiani, dal mondo bancario e finanziario al mercato energetico, dai beni di lusso alle proprietà immobiliari. Gli investimenti totali sfiorano i dodici miliardi di dollari.Nel contempo il mercato cinese si apre sempre più alle aziende italiane e lo fa anche attraverso importanti appuntamenti fieristici.L’associazione dei molisani a Roma, che è stata invitata ad una serie di eventi che la comunità cinese realizzerà a breve nella Capitale (tra cui uno al Circo Massimo), avrà propri rappresentanti al prossimo “XXI Century maritime silk road international expo” a Guangdong (ex Canton) dal 25 al 28 ottobre 2018. Si tratta di un’importante fiera, giunta alla quinta edizione, collegata alla strategia cinese di rilancio di quella comunemente chiamata “Via della seta”, cioè l’interscambio commerciale e culturale tra un mondo asiatico più coeso nello spirito dell’Asean, l’Associazione di undici nazioni del Sud-est asiatico, e gli altri continenti, Europa compresa.L’iniziativa “Maritime silk road” è stata proposta per la prima volta dal leader cinese Xi Jinping durante un discorso al parlamento indonesiano nell’ottobre 2013. Altri assi si sono concretizzati nei corridoi economici Cina-Pakistan e Bangladesh-Cina-India-Myanmar, mentre la costruzione del collegamento ferroviario tra Nairobi e Mombasa in Kenya, realizzato dai cinesi e inaugurato nel maggio 2017, va in questa direzione. Da allora a questo programma, che mira a sviluppare partenariati economici con tutto il mondo, sono stati associati ingenti investimenti pubblici.
La “via della seta marittima” mira ad espandere gli interessi comuni tra la Cina e i Paesi situati lungo il percorso marino che arriva fino al Golfo Persico, al Mar Rosso e al Golfo di Aden, lambendo il continente europeo (la Grecia, ad esempio, ha annunciato l’adesione). La fiera rappresenta quindi un’opportunità strategica per acquisire contatti e attivare interscambi internazionali.Attraverso il Comitato imprese di Forche Caudine c’è la possibilità, per le aziende molisane, di prendere parte alla fiera come espositori. “I posti a disposizione rimasti sono davvero pochi e sarebbe costruttivo per l’immagine del Molise e per la sua economia avere proprie aziende presenti alla Maritime silk road international expo, tanto più che c’è la possibilità di avere parte dei costi abbattuti dall’organizzazione – spiega Mauro Bonello, manager del Comitato.“Il Comitato Imprese di Forche Caudine – aggiunge Francesco Caterina, general manager di Av Sistemi Integrati – si propone di promuovere le infrastrutture, lo sviluppo economico e commerciale, il turismo e i progetti di cooperazione tra il Molise e i Paesi lungo la via della seta marittima in particolare, attraverso l’esposizione di prodotti tipici di qualità in fiere di settore e attraverso il canale web e app. Per le imprese molisane si tratta di un’opportunità unica per esporre e commercializzare i propri servizi e prodotti, aumentare il valore di importazione ed esportazione, relazionandosi con un mercato internazionale fortemente produttivo”.
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Francesco Jovine, a Roma una serata di studi
Posted by fidest press agency su martedì, 8 Maggio 2018
Roma 29 maggio 2018, dalle ore 17,30 presso la Sala multimediale della Casa della memoria e della storia in via San Francesco di Sales 5 un pomeriggio di studio su Francesco Jovine, uno dei massimi rappresentanti della letteratura molisana e meridionale del Novecento. A promuoverlo è la Casa della memoria e della storia di Roma, in collaborazione con Biblioteche di Roma, Zetema, l’associazione “Forche Caudine” e con il patrocinio del Comune di Roma.
Protagonista della serata sarà la pubblicazione “Analisi tematica dell’opera di Francesco Jovine”, libro della molisana Antonietta Di Fiore, che ha sviluppato la propria tesi di laurea dedicata al noto scrittore molisano. Il testo dell’autrice originaria di Rocchetta al Volturno, ma da anni residente a Roma, tocca i nodi tematici principali della scrittore di Guardialfiera, cioè i contadini, l’ambiente, l’amata terra natia. A fare da scenografia è il Molise con i suoi miti ancestrali e le sue storie di vita da cui parte tutto e a cui tutto fa ritorno. Storie che si ripresentano nelle sue opere dove l’esistenza si fa storia e si intreccia con essa inevitabilmente. All’interno delle province molisane si dipana il lavoro, la politica, la religione, tra ricchi e poveri, uomini e donne, personaggi di cui vengono letti magistralmente i sentimenti umani. Un’opera per riscoprire un grande autore vissuto in un importante periodo storico.Tra i relatori sono previsti il magistrato molisano Giorgio Fidelbo, presidente di sezione presso la Corte di Cassazione e il saggista Mattia Leombruno, presidente della fondazione Mario Luzi, moderati dalla professoressa Ester Di Francesco del liceo classico Visconti di Roma. Sono previste letture nel corso della serata a cura di Maria Grazia Moriani e Luciano Mari.
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Molisani a Roma: voto prevalente a Toma
Posted by fidest press agency su lunedì, 23 aprile 2018
ROMA – Tra i molisani che, pur vivendo a Roma, mantengono la residenza nel Molise, i voti sono confluiti più su Donato Toma che su Andrea Greco. E’ quanto emerge da una ricerca compiuta dall’associazione “Forche Caudine” sia su un campione di iscritti sia comparando i paesi d’origine del maggior numero di domiciliati a Roma con i risultati elettorali.“Pur con numeri non decisivi, i molisani di Roma con diritto di voto, originari soprattutto dell’entroterra e dei paesi della provincia di Isernia, hanno premiato il centrodestra – confermano dall’associazione. “Castel San Vincenzo, Bagnoli del Trigno, Acquaviva d’Isernia, Filignano, Carovilli, Cerro al Volturno e Trivento sono comuni con rilevanti presenze nella Capitale e dove Toma ha ottenuto più del 60% dei voti – rilevano ancora da Forche Caudine.“Tra gli altri paesi d’emigrazione romana che hanno premiato il centrodestra ci sono Sant’Elena Sannita (Toma al 58%), Pietrabbondante (al 57%), Poggio Sannita (al 54%), Macchiagodena (53,5%) e Frosolone (al 49,5%). Vittoria meno netta del centrodestra a Salcito (45,5%) e Duronia (42,4%). A San Pietro Avellana, nonostante la vittoria di Veneziale, Toma ha incassato il 42% lasciando a Greco appena il 9%.Il candidato dei Cinquestelle, oltre ad Agnone (66,3%), tra i paesi d’emigrazione romana s’è imposto soprattutto a Capracotta (41,6%).Insomma, anche la comunità molisana di Roma conferma la tendenza tradizionalmente conservatrice. (fonte: Forche Caudine)
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“Opportunità Molise” per l’impresa e il turismo cinesi
Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 marzo 2018
Il capitale cinese è sempre più un’opportunità per i territori italiani. E qualche concreto spiraglio si potrebbe aprire anche per il Molise. Questo è almeno ciò che emerge dal primo incontro svoltosi a Roma presso il ristorante “Città del cielo” tra l’ingegnere Marco Wong, 54 anni, presidente di “Associna”, l’associazione che riunisce i cinesi di seconda generazione in Italia, il dottor Xinghai Ke della Chiesa cristiana evangelica cinese in Italia, operativa a Roma dal 1981 e con oltre 20mila fedeli e cento sedi in Italia e i responsabili del neocomitato “Imprese” dell’associazione “Forche Caudine” di Roma.
Wong, che è stato vice presidente di Huawei Italia e dal 2011 è titolare di aziende attive nella distribuzione di alimentari etnici, oltre che consigliere di amministrazione di Extrabanca spa, il primo istituto bancario rivolto ai cittadini stranieri, ha illustrato le principali esigenze di investimento dell’imprenditoria cinese legata alla sua associazione. “L’interesse è rivolto prevalentemente a grandi brand, una delle ultime acquisizioni è Club Med, all’industria innovativa e alla meccanica di precisione, ma non manca l’attrazione per l’agroalimentare italiano, in particolare per il vino e l’olio – ha spiegato l’ingegnere che s’è laureato nel nostro Paese. “Nell’import-export sono importanti i porti: oggi gran parte del traffico europeo con la Cina passa per il Pireo – ha continuato Wong – ma anche l’Italia gioca un ruolo strategico”. “C’è sensibilità anche verso territori dalle buone potenzialità turistiche – ha aggiunto Xinghai Ke. “Ad esempio, di recente un imprenditore a noi vicino ha mostrato interesse per investimenti in zone termali – ha aggiunto il rappresentante della Comunità evangelica.L’imprenditore molisano Francesco Caterina, responsabile del comitato “Imprese” dell’associazione “Forche Caudine”, ha delineato le caratteristiche del territorio molisano, non nascondendo le attuali problematicità, ma mettendo in evidenza le tante eccellenze poco valorizzate, sia nel settore enogastronomico sia in quello della ricettività nelle aree più suggestive dal punto di vista storico-ambientale.Oltre ad approfondire le possibilità di attivare gemellaggi tra comuni cinesi e molisani, il comitato “Imprese” ha stretto accordi per accompagnare una prima delegazione di manager e imprenditori cinesi in visita in Molise con l’obiettivo puntato in particolare sui luoghi d’interesse storico-turistico, sulle cantine e sugli alberghi diffusi. Ciò potrebbe consentire agli stake holders di attivare e intensificare rapporti ed avviare tavoli istituzionali di lavoro e di concertazione per la creazione di un “Progetto Molise” che coinvolga efficacemente investitori, istituzioni e residenti.(fonte: Forche Caudine)
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Incontro tra imprenditori molisani e cinesi
Posted by fidest press agency su martedì, 13 marzo 2018
Roma. L’associazione “Forche Caudine” si dota di una sezione “Imprese”, affidata a Francesco Caterina e Mauro Bonello, e la inaugura promuovendo un ambizioso incontro con imprenditori di origine cinese, collegati all’associazione Associna, per favorire interscambi con i molisani.
La delegazione cinese, che ha fissato un primo incontro per lunedì prossimo in zona Eur, sarà guidata dal presidente onorario di Associna, l’ingegnere Marco Wong, 54 anni, sei lingue parlate, autore di tre libri. La sua carriera professionale è indicativa: ha esordito come sviluppatore software in Italtel e manager alla Pirelli cavi, diventando poi direttore generale di Jilin Huatai, direttore acquisti di Tim in Perù, vice presidente di Huawei Italia e dal 2011 titolare di aziende attive nella distribuzione di alimentari etnici. Oggi è anche consigliere di amministrazione di Extrabanca spa, il primo istituto bancario principalmente rivolto agli immigrati. Con lui Xinghai Ke della Chiesa cristiana evangelica cinese in Italia, operativa a Roma dal 1981. Per i molisani saranno presenti gli imprenditori Francesco Caterina e Mauro Bonello, oltre ad alcuni membri del direttivo di “Forche Caudine”.
Con circa 300mila residenti, più o meno quanti ne ha il Molise, la folta comunità cinese in Italia è da sempre identificata con il dinamismo economico. Ai circa 60mila imprenditori che operano nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nelle attività manifatturiere e in quelle di ristorazione, si sono aggiunti grandi investitori di realtà imprenditoriali “made in China”, spesso con la negoziazione dei membri di Associna: il giro d’affari nel 2015 è stato di oltre 9,5 miliardi di euro con 18mila dipendenti italiani. Tra gli investimenti più importanti, oltre all’Inter e al Milan, anche Benelli, Cerruti, Krizia, Om Carrelli, Pirelli. Con presenze nel capitale di Enel, Eni, Cdp Reti e di istituti bancari e assicurativi del calibro di Unicredit, Mps, Intesa, Generali, Mediobanca. La composizione del gruppo etnico cinese è ora in ulteriore trasformazione grazie alle nuove generazioni: ci sono quasi ottomila cinesi che frequentano le università italiane (un laureato non comunitario su sei è cinese) e sono quindi pienamente integrati nel tessuto economico e sociale del nostro Paese.C’è però un altro aspetto di grande interesse per l’Italia: i crescenti flussi di turisti provenienti dalla Cina. I cinesi sono diventati primi come spesa per il turismo “outcoming” a Roma. Una risorsa che equivale ad enormi benefici economici e a grandi potenzialità da sfruttare al meglio, anche per il Molise. Anche con tali finalità Forche Caudine promuoverà tali appuntamenti. Ma devono essere principalmente le istituzioni a recepire i nuovi fenomeni. Foto: la pergamena che l’associazione Forche Caudine consegnerà all’ingegnere Wong la prossima settimana.
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Forche Caudine porta la solidarietà ai 1.744 lavoratori molisani in lotta per la mobilità
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 gennaio 2018
Esponenti dell’associazione al presidio davanti al ministero del Lavoro in via Veneto. Sit-in e volantinaggio di un nutrito gruppo di lavoratori molisani davanti al ministero del Lavoro per ottenere lo sblocco della vertenza che interessa 1.744 lavoratori della regione sul tema della mobilità. Presente il Comitato mobilità in deroga Molise in presidio per lanciare un appello al ministro Poletti e giungere alla conclusione della vertenza che coinvolge 1.744 famiglie, quindi una parte consistente dell’intero territorio molisano.
‘La Regione Molise, con un tratto di penna ha cancellato i nostri diritti e ci ha sospeso ingiustamente i pagamenti della mobilità in deroga per gli anni 2015 e 2016 – denunciano i lavoratori. ‘Per questo abbiamo costituito il Comitato, e per le stesse motivazioni vogliamo difendere i nostri diritti di lavoratori e la nostra dignità di persone. Le fasce deboli del mondo del lavoro vanno difese e non umiliate. Per queste ragioni chiediamo il rispetto della delibera del Consiglio regionale del Molise n. 242 del 29 dicembre 2017; la riformulazione corretta della istanza indirizzata al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sostitutiva della nota sbagliata dell’assessore regionale Carlo Veneziale; il completamento della istruttoria comunicataci il 15 gennaio 2018 dalla segreteria della Direzione generale di Ugo Menziani per consentire al ministro una attenta valutazione della vertenza; lo sblocco dei pagamenti della mobilità in deroga a nostro favore da parte della Direzione nazionale dell’Inps’. Nel corso della giornata sono intervenuti diversi rappresentanti della società civile, del sindacalismo e delle istituzioni per portare la propria
solidarietà e vicinanza ai lavoratori in lotta. Tra questi Andrea Gianfagna, già segretario della Camera del Lavoro di Campobasso, poi segretario generale nazionale di Federbraccianti e della Filziat. Intorno a mezzogiorno, in rappresentanza della associazione Forche Caudine, sono giunti Renzo Rea e poi Gabriele Di Nucci insieme al presidente Giampiero Castellotti, recentemente insignito del titolo di Ambasciatore dei Molisani nel Mondo ai sensi della legge regionale n.12/2015. Forche Caudine nel pomeriggio ha provveduto a pubblicare notizie e a diffondere note a sostegno della vertenza. A seguire sono giunti dirigenti nazionali, personalità politiche ed esponenti sindacali a conferma del valore simbolico di una mobilitazione che ‘non si limita solo a rivendicare un diritto
spettante per legge ma assume il rilievo di difesa della dignità di un intero territorio abbandonato dalle istituzioni nazionali – come ha sottolineato Michele Petraroia in una nota. La mobilitazione è stata premiata: la delegazione è stata ricevuta dal direttore generale del ministero del Lavoro Ugo Menziani a conferma del valore e del rilievo della manifestazione.
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“Repubblica” promuove il Molise
Posted by fidest press agency su sabato, 13 gennaio 2018
“Il Molise che esiste. E resiste”. Un titolo in fondo un po’ scontato, ma necessario per ribaltare le tante etichette canzonatorie che sempre più spesso accompagnano ingiustamente la più piccola regione del Mezzogiorno. Con conseguenze nefaste. A rimettere le cose a posto ci sta pensando il quotidiano “La Repubblica”, che dopo aver pubblicato la scorsa estate una “Guida del Molise” che ha riscosso un’ottima accoglienza, specie tra i molisani a Roma (dove è stata presentata con successo lo scorso dicembre dall’associazione “Forche Caudine”), ora dedica uno splendido articolo all’Alto Molise, in particolare a Borgotufi, frazione di Castel del Giudice.
“La Bella Italia, quella che rischiamo di perdere per sempre schiavi di memorie vacue e semiparalizzate da tecnologie sempre più invasive e invalidanti, quella che non compare nei libri di geografia, quella nascosta tra le montagne, quella coraggiosa che resiste al gelo, dove di inverno si arriva facilmente a meno 10, quella dei silenzi impalpabili – scrive il giornalista siciliano Giuseppe Cerasa, l’autore del pezzo. Una scoperta tardiva ma sorprendente per il responsabile delle “Guide” regionali promosse dal quotidiano. Un amore nato proprio grazie all’incontro con l’associazione “Forche Caudine”, che ha voluto fortemente la “Guida” dedicata alla nostra regione (l’unica che mancava nella collana) e che ora sta spingendo perché entro un anno si realizzi la seconda edizione.
“Nel Molise troppo spesso sono state investite risorse economiche, anche ingenti, per operazioni che non hanno dato ritorni – spiegano dall’associazione, che a breve festeggerà i trent’anni di vita con una serie di innovative iniziative e di restyling del sito e della comunicazione. “Occorre invece puntare su partner di primo livello, proprio perché la nostra regione non deve essere considerata, more solito, una Cenerentola. Il taglio del pezzo del quotidiano è quello giusto: valorizzare ciò che di buono è stato fatto, promuovere la natura, la gastronomia, i giovani che ci mettono la faccia e resistono, appunto”.
Cerasa cita “le straordinarie pallottine di cacio e ova, la vellutata di patate e mele bio coltivate in un campo di fronte, con porcini e pancetta croccante, la chitarrina fresca al sugo di agnello, la zuppa di legumi di Capracotta, il capocollo di maiale cotto a bassa temperatura con purea di patate di Avezzano, la cicorietta ripassata con traccia di peperone crusco. Per finire torta di mele bio, cannella e salsa alla vaniglia”.
L’associazione, però, rende nota una spiacevole “chiusura” alla promozione. “Abbiamo saputo che la Camera di commercio molisana s’è tirata nel sostegno alla nuova edizione della Guida – continua la nota dell’associazione. “Certo, questione di bilanci. Ma soprattutto di scelte. Se il Molise deve aprire un nuovo ciclo nella sua promozione, dal momento che finora i fallimenti non si contano più, è necessario partire proprio da qui”. (fonte: forche caudine)
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Regione Molise, la Bit sì, Repubblica no
Posted by fidest press agency su domenica, 19 febbraio 2017
ROMA – “La Regione Molise spenderà 90mila euro per partecipare alla Bit, nella solita logica di affiancamento con altre Regioni certamente più forti, attrezzate e dinamiche. Lo stesso governatore Di Laura Frattura ha dichiarato nella conferenza stampa di presentazione della trasferta alla Bit che ‘quest’anno abbiamo un’idea molto più precisa’, rimarcando le ‘idee meno precise’ degli anni scorsi. A questo ingente investimento si aggiungeranno i contributi dei sindaci, dalle casse non certo floride. Non è chiaro perché si continui a puntare su questi eventi collettivi, trascurando iniziative esclusivamente molisane”. E’ quanto sottolinea in una nota l’associazione “Forche Caudine”, il circolo dei molisani a Roma.
“Ci sono due casi emblematici qui a Roma, di cui si sa poco in regione. Il primo è l’offerta commerciale sicuramente interessante, avanzata del quotidiano ‘La Repubblica’, per realizzare la Guida gastronomica del Molise, l’unica regione assente nella prestigiosa collana editoriale, particolarmente pubblicizzata sui mezzi del Gruppo. L’impegno di spesa è inferiore di oltre due terzi rispetto alla partecipazione alla Bit. Da più di sei mesi i promotori sono in attesa di una risposta dalla Regione Molise. La seconda è un evento tutto molisano a Roma, sulla falsariga dei vari ‘Molisedays’ e ‘Molise, un’altra Storia’ di successo: se ne parla da tempo in Regione, ma fatti zero. Eppure – conclude l’associazione – nella Capitale operano, con non pochi sacrifici, numerosi imprenditori molisani, soprattutto dell’enogastronomia, che avrebbero bisogno di vetrine e di essere messi in rete”.
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Auguri dall’associazione “Forche Caudine”, circolo dei Molisani a Roma
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 dicembre 2016
Com’è tradizione da ormai 27 anni, ai nostri auguri si accompagna un brano letterario che rende omaggio al Molise. Quest’anno andiamo su un classico: il romanzo “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (1957) del milanese Carlo Emilio Gadda (1893-1973).
Il protagonista del libro è il commissario di squadra mobile dottor Francesco “Ciccio” Ingravallo, trentacinquenne molisano, un po’ tozzo e ciondolante, con un cespuglio di neri capelli in testa, il quale affitta una camera presso una vedova che “lo venerava, a non dire adorava”, nonostante i suoi orari irregolari. Ecco come lo descrive con maestria lo stesso Gadda:
Tutti ormai lo chiamavano don Ciccio. Era il dottor Francesco Ingravallo comandato alla mobile: uno dei più giovani e, non si sa perché, invidiati funzionari della sezione investigativa: ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi.
Di statura media, piuttosto rotondo della persona, o forse un po’ tozzo, di capelli neri e folti e cresputi che gli venivan fuori dalla metà della fronte quasi a riparargli i due bernoccoli metafisici dal bel sole d’Italia, aveva un’aria un po’ assonnata, un’andatura greve e dinoccolata, un fare un po’ tonto come di persona che combatte con una laboriosa digestione: vestito come il magro onorario statale gli permetteva di vestirsi, e con una o due macchioline d’olio sul bavero, quasi impercettibili però, quasi un ricordo della collina molisana.
Una certa praticaccia del mondo, del nostro mondo detto «latino», benché giovine (trentacinquenne), doveva di certo avercela: una certa conoscenza degli uomini: e anche delle donne. La sua padrona di casa lo venerava, a non dire adorava: in ragione di e nonostante quell’arruffio strano d’ogni trillo e d’ogni busta gialla imprevista, e di chiamate notturne e d’ore senza pace, che formavano il tormentato contesto del di lui tempo. «Non ha orario, non ha orario! Ieri mi è tornato che faceva giorno!» (…).
Nella sua saggezza e nella sua povertà molisana, il dottor Ingravallo, che pareva vivere di silenzio e di sonno sotto la giungla nera di quella parrucca, lucida come pece e riccioluta come agnello d’Astrakan, nella sua saggezza interrompeva talora codesto sonno e silenzio per enunciare qualche teoretica idea (idea generale s’intende) sui casi degli uomini: e delle donne. A prima vista, cioè al primo udirle, sembravano banalità. Non erano banalità. Con quei rapidi enunciati, che facevano sulla sua bocca il crepitio improvviso d’uno zolfanello illuminatore, rivivevano poi nei timpani della gente a distanza di ore, o di mesi, dalla enunciazione: come dopo un misterioso tempo incubatorio. «Già!» riconosceva l’interessato: «il dottor Ingravallo me l’aveva pur detto.» Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo. Ma il termine giuridico «le causali, la causale» gli sfuggiva preferentemente di bocca: quasi contro sua voglia. L’opinione che bisognasse «riformare in noi il senso della categoria di causa» quale avevamo dai filosofi, da Aristotele o da Emmanuele Kant, e sostituire alla causa le cause era in lui una opinione centrale e persistente: una fissazione, quasi: che gli evaporava dalle labbra carnose, ma piuttosto bianche, dove un mozzicone di sigaretta spenta pareva, pencolando da un angolo, accompagnare la sonnolenza dello sguardo e il quasi-ghigno, tra amaro e scettico, a cui per «vecchia» abitudine soleva atteggiare la metà inferiore della faccia, sotto quel sonno della fronte e delle palpebre e quel nero pìceo della parrucca. Così, proprio così, avveniva dei «suoi» delitti. «Quanno me chiammeno!… Già, Si me chiammeno a me… può stà ssicure ch’è nu guaio: quacche gliuommero… de sberretà…» diceva, contaminando napolitano, molisano e italiano.
E poi soleva dire, ma questo un po’ stancamente, «ch’i femmene se retroveno addó n’i vuò truvà». Una tarda riedizione italica del vieto «cerchez la femme». E poi pareva pentirsi, come d’aver calunniato ’e femmene, e voler mutare idea. Ma allora si sarebbe andati nel difficile. Sicché taceva pensieroso, come temendo d’aver detto troppo. Voleva significare che un certo movente affettivo, un tanto o, direste oggi, un quanto di affettività, un certo «quanto di erotia», si mescolava anche ai «casi d’interesse», ai delitti apparentemente più lontani dalla tempeste d’amore. Qualche collega un tantino invidioso delle sue trovate, qualche prete più edotto dei molti danni del secolo, alcuni subalterni, certi uscieri, i superiori, sostenevano che leggesse dei libri strani: da cui cavava tutte quelle parole che non vogliono dir nulla, o quasi nulla, ma servono come non altre ad accileccare gli sprovveduti, gli ignari. Erano questioni un po’ da manicomio: una terminologia da medici dei matti. Per la pratica ci vuol altro! I fumi e le filosoficherie son da lasciare ai trattatisti: la pratica dei commissariati e della squadra mobile è tutt’un altro affare: ci vuole della gran pazienza, della gran carità: uno stomaco pur anche a posto: e, quando non traballi tutta la baracca dei taliani, senso di responsabilità e decisione sicura, moderazione civile; già: già: e polso fermo. Di queste obiezioni così giuste lui, don Ciccio, non se ne dava per inteso: seguitava a dormire in piedi, a filosofare a stomaco vuoto, e a fingere di fumare la sua mezza sigheretta, regolarmente spenta. (n.r. Un augurio che fa notizia non solo per chi l’ha formulato per la passione che vi è posta nel tenere alto il vessillo dell’appartenenza, del rispetto e dell’amore per la propria regione. Auguri a voi tutti di “Forche caudine” per il vostro impegno di sempre da parte della fidest a partire dal suo direttore).
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Roma, è molisana la candidata più anziana alle amministrative
Posted by fidest press agency su sabato, 21 Maggio 2016
Si chiama Isolina Rossi, ha 90 anni, è nata a Bagnoli del Trigno nel 1926 e vive a Roma in zona Pineta Sacchetti, “feudo” della comunità bagnolese nella Capitale, la realtà molisana più numerosa ad esclusione dei capoluoghi. E’ la più anziana candidata alle prossime elezioni amministrative. “Corre” in due municipi, i 15 “mini-parlamentini” in cui è divisa la Capitale, esattamente il XII e il XV. La lista si chiama “Lega Centro con Giovanni Salvini” ed è considerata tra quelle “di disturbo”, cioè con nomi che richiamano partiti sicuramente più affermati (tra le altre: “Viva l’Italia con Tiziana Meloni” e “Lista del Grillo parlante no euro”). Insomma, una candidatura nata più per fare numero che non per ipotizzare possibilità di successo. Comunque un primo risultato l’ha raggiunto: la notorietà a 90 anni.
Non mancano, a farle compagnia, altri candidati molisani nelle liste in gara nelle prossime elezioni amministrative a Roma. Ecco una rapida panoramica, diffusa dall’associazione “Forche Caudine”, il quasi trentennale circolo dei molisani a Roma sempre particolarmente attento alla molisanità tra le pieghe della Capitale..
Si parte dal Campidoglio, che vede tre “sfidanti” molisani. In ordine alfabetico, il primo è Felice Dell’Armi, nato a Capracotta nel 1959, candidato del Partito comunista. Abita in zona Trullo e corre anche per il suo municipio, l’undicesimo. E’ invece candidato con Rivoluzione Cristiana, lista che appoggia il candidato sindaco Marchini, l’agnonese Franco Fabrizio, classe 1965, residente in zona Fidene. Terzo nome è quello di Mario Mancini, nato a Castropignano nel 1950, abita nella zona di viale Kant ed ha una lunga esperienza politica essendo stato a lungo consigliere municipale sempre con formazioni di destra. E’ ora candidato con Fratelli d’Italia. Ha un buon seguito grazie anche alla gestione di un bar.
Particolarmente articolata la presenza nei Municipi.
Si comincia dal primo, il più importante, cioè il centro storico di Roma. Qui spicca la candidatura del giovanissimo socialista Francesco D’Ascenzo, classe 1988, di Termoli, residente a Roma da una decina d’anni in zona Monteverde. La lista, a sostegno del candidato sindaco Giachetti, si chiama “Una rosa per Roma” e riunisce personalità d’area socialista. D’Ascenzo nei giorni scorsi è stato protagonista di un incontro di presentazione presso la sede della Cim, la Confederazione degli italiani nel mondo, con l’onorevole Angelo Sollazzo. Sempre in primo municipio corre con l’Italia dei Valori Orazio La Rocca, classe 1950, di Poggio Sannita e, con Roma Popolare (Marchini) Maria Carla Di Cintio, classe 1961, di Montenero di Bisaccia, presente anche nelle liste per il II Municipio.
Nel secondo municipio – un’ampia zona di Roma che va dai Parioli a San Lorenzo passando per la Stazione Termini – il Pd candida il giovane e apprezzato giornalista parlamentare Dario Tescarollo, molisano d’adozione in quanto ha sposato la figlia dell’ex sindaco di Frosolone, paese che il giovane professionista – che lavora in Senato – frequenta con assiduità. Il suo “feudo” è il Villaggio Olimpico, dove ha abitato a lungo prima di trasferirsi in zona Africano e conduce battaglie contro il degrado.
Due presenze molisane nel terzo municipio (Montesacro): Rosanna Toti di Campobasso, classe 1976, nella lista “Con Giorgia Meloni sindaco” e Giuseppe Pagliaroli di Isernia, che nonostante abbia 27 anni è nella lista dell’Unione pensionati.
Nel IV municipio (Tiburtina-Nomentana) il Pd candida Flavia Garzia, classe 1960, campobassana.
Nel VII Municipio (Appio-Tuscolano) due candidati presidenti sono legati al Molise: Valeria Vitrotti (Pd), 33 anni, ha il compagno di Salcito con cui aspetta un figlio, mentre Andrea De Innocentis (Sinistra per Roma), 36 anni, è di Vasto e frequenta il Molise. In questo municipio, che registra la più alta percentuale di molisani, sono candidati anche Cosmo Di Nezza di Frosolone, classe 1961, con “Roma torna Roma” (area Giachetti) e Antonello Ciancio, 55 anni, consigliere uscente Pd, legatissimo al Molise in quanto la moglie, Letizia Battista, è di Campobasso.
Chiudono il quadro Pasquale Mattozzi di Campobasso, classe 1970, che corre con la “Lega – Noi con Salvini” nell’ottavo municipio e Michele Saia di Agnone, classe 1959, nel XIII municipio con la lista Marchini. A questa lista vanno aggiunti una cinquantina di candidati nati a Roma con origini molisane. (foto: dario tescarollo, francesco d’ascenzo)
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