Stato di agitazione nazionale dei Vigili del Fuoco proclamato da Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf. In una lettera inviata alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e ai vertici del Dipartimento, i rappresentanti nazionali delle tre sigle sindacali, Mauro Giulianella (Fp Cgil Vvf), Massimo Vespia (Fns Cisl) e Franco Giancarlo (Confsal Vvf), scrivono: “Abbiamo più volte manifestato l’esigenza, oramai improcrastinabile, di ottenere stanziamenti specifici indirizzati ad incrementare gli organici del Corpo, in atavica carenza sia nel settore operativo, sia in quello del Ruolo Tecnico Professionale”.Ma, osservano ancora i tra dirigenti sindacali, “alle promesse non sono seguiti i fatti. L’assenza di due direttori centrali, quello delle risorse umane e dell’amministrazione generale, oltre all’ormai prossima uscita per collocamento a riposo del direttore della difesa civile, rappresentano una condizione senza precedenti. Il personale, anche in questi giorni di grandi emergenze, con grande sacrificio e senso di responsabilità è costretto a sopperire alle carenze, facendo ricorso a estenuanti turni aggiuntivi mettendo a rischio la propria incolumità con l’unico scopo di garantire la tutela e la salvaguardia dei cittadini contribuenti”. Per Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf serve un piano triennale di assunzioni che colmi il vuoto esistente tra la dotazione organica teorica (39.500 unità) e quella reale (35.000 unità): “Servono quindi 4.500 unità per lavorare nell’ordinarietà e comunque in emergenza: ecco perché auspichiamo in un potenziamento che possa contare almeno 40.000 unità operative e 5.000 unità del ruolo Tecnico Professionale”.Al centro dello stato di agitazione del corpo dei Vigili del Fuoco inoltre, tra gli altri, temi legati alle relazioni sindacali, all’organizzazione del lavoro, al tema della formazione, così come quelli relativi ai dispositivi di protezione individuale e alle questioni legate alla salute e alla sicurezza. Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf, scrivono a Lamorgese, “hanno sempre dimostrato grande partecipazione e disponibilità per risolvere i problemi che il personale vive sulla propria pelle, con difficoltà e scoramento, ma rispetto a ciò è seguita l’impassibilità dell’Amministrazione sulle richieste dei lavoratori”. Per queste ragioni i sindacati di categoria dichiarano lo stato di agitazione nazionale dei Vigili del Fuoco.
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Vigili del Fuoco: Cgil-Cisl-Confsal Vvf, stato di agitazione nazionale
Posted by fidest press agency su domenica, 31 luglio 2022
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Incendi: Cgil-Cisl-Confsal, governo dia risposte a Vigili del Fuoco
Posted by fidest press agency su giovedì, 19 agosto 2021
“Sono 140 mila gli ettari di bosco e vegetazione andati in fumo a causa degli incendi di queste settimane. Il corrispettivo di 5 città metropolitane. Una catastrofe annunciata che ha messo, ancora una volta, a dura prova la macchina dei soccorsi, in particolare quella dei vigili del fuoco, impegnati nelle operazioni di soccorso con uomini, attrezzature, mezzi aerei e terrestri. Una situazione nella maggior parte dei casi insostenibile, con le donne e gli uomini del Corpo esausti per fronteggiare i numerosissimi incendi, con turni di lavoro prolungati e massacranti, sia per le temperature in gioco sia per le limitate risorse umane a disposizione”. A denunciarlo sono la Fp Cgil, Fns Cisl e la Confsal Vigili del fuoco; che rivendicano: “Servono 40.000 unità operative e 5.000 unità tecnico professionali, serve dar seguito al monito lanciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e da alcuni esponenti della politica. Siamo la componente fondamentale del sistema di Protezione Civile, ma siamo in pochi e il cittadino da noi si aspetta sempre il massimo risultato, anche quando la scarsità delle risorse in gioco non lo permette”.“A settembre – affermano Mauro Giulianella, coordinatore nazionale Fp Cgil Vvf; Massimo Vespia, segretario generale Fns Cisl; e Franco Giancarlo, segretario generale Confsal Vvf – con la ripresa delle attività, il rinnovo del contratto di lavoro sarà lo strumento per ripagare in parte il personale del Corpo degli sforzi fatti. Lo faremo garantendo loro la giusta valorizzazione economica e professionale, anche in termini previdenziali, condizione che ci vede in forte ritardo rispetto agli altri Corpi dello Stato”.Inoltre, proseguono, “saremo pronti a rilanciare la vertenza sulle indispensabili assunzioni, necessità non più rinviabile, scendendo anche in piazza se necessario. Ogni anno gli italiani piangono la perdita di vite umane, del patrimonio faunistico, di quello boschivo senza contare quello legato alla perdita dei sacrifici fatti per una vita. La causa è sempre la stessa: la scarsa attenzione nella previsione e nella prevenzione degli eventi. Per questo oltre alle assunzioni a tempo indeterminato servirà dare concretezza agli investimenti economici stanziati per fronteggiare gli eventi. Oggi sono stati gli incendi di bosco e vegetazione, domani saranno le alluvioni. Siamo stanchi di vedere sempre lo stesso film che ciclicamente ci viene riproposto, il governo risponda e dia fattiva concretezza alle tante belle parole spese durante questa emergenza incendi”, concludono.
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Il fuoco minaccia insediamenti indigeni in Brasile
Posted by fidest press agency su venerdì, 25 settembre 2020
Non solo l’Amazzonia sta bruciando: il biotopo umido del Pantanal sta vivendo la peggiore crisi degli ultimi decenni. Una grave siccità e gli incendi provocati dall’uomo stanno attualmente minacciando una delle più grandi zone umide interne della terra. Il Pantanal è un biotopo di zona umida ricco di specie, che è protetto e dal 2000 è patrimonio naturale dell’umanità dell’UNESCO. Il popolo Guató, tra gli altri, vive in questa zona. È uno degli ultimi rappresentanti del popolo della canoa. Circa 80 famiglie appartenenti a questo popolo sono minacciate dagli incendi della terra indigena Baía dos Guató. Le 35 famiglie del popolo Bororo nel territorio indigeno del Perigara hanno perso 8.100 ettari di terra negli incendi, più del 75% della loro terra. Il territorio indigeno Tereza Cristina ha perso il 12% dei suoi 3.300 ettari.Le popolazioni colpite hanno perso casa, cibo e medicine naturali, che sono il loro sostentamento. Ora i Guatós, in particolare, temono che i pesci possano morire a causa dell’inquinamento dei fiumi se gli incendi dovessero continuare durante la stagione delle inondazioni. Senza pesci perderebbero un’importante fonte di cibo. L’area distrutta continuerà a crescere fino alla fine della stagione secca. Lo sottolinea anche il Burn Monitor dell’Instituto Centro de Vida (ICV), che controlla il numero di incendi nel Mato Grosso. L’ICV analizza il Global Fire Emissions Database della NASA e dell’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale (Inpe). I dati mostrano 148 incendi nelle aree indigene del Pantanal da gennaio ad agosto di quest’anno. Di questi, l’81% è stato osservato in agosto – in quel periodo, i venti forti aumentano il rischio di propagazione degli incendi.Le cifre descrivono un aumento significativo degli incendi sulle terre indigene in questo bioma. Nel 2019 c’erano stati cinque incendi nello stesso periodo, e nessuno nel 2018. Secondo il Centro nazionale brasiliano per la prevenzione e la lotta contro gli incendi boschivi, il Pantanal ha già perso circa il 15% della sua superficie a causa delle fiamme. Si tratta di oltre 2,3 milioni di ettari. Tra gennaio e il 10 settembre 2020, ci sono stati 12.703 incendi nel Pantanal. Questo è il numero più alto per questo periodo da quando l’Inpe ha iniziato il monitoraggio nel 1998.
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Il fuoco che distrugge e rigenera
Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 settembre 2020
Qualcosa che noi vorremmo paragonare dal passaggio dal fuoco elettronico o prometeico al fuoco nucleare. Di là, dal nucleo, deriva la “forza forte”. Di là dalla legge genetica della vita deriva la forza corrispondente ed emergente nel corso dell’evoluzione. Fra l’uomo ingiusto che si fa legge da sé e l’uomo che si affida alla legge, secondo il principio di organicità, si può rilevare un passaggio verso una superiore efficienza. Mi riferisco a quell’efficienza di carattere, non più emozionale ma razionale, che vediamo realizzato su larga misura a livello della tecnologia universale.
La ragione di questo mutamento verso l’alto possiamo già coglierla a livello biologico, a livello organico. C’è una rettitudine che guida dall’interno la vita. C’è una forma di selezione che, partendo dai livelli dell’animalità, si riaffaccia in ben diversa configurazione a livello della spiritualità: a livello noetico. Qui la lotta non avviene più per via dell’arma da taglio, bensì per via dell’intelligenza. Una lotta sempre meno cruenta. Per rendercene conto basta pensare a quell’organica società di cellule che è il corpo umano. Tutto si basa sulla legge fondamentale della vita. Ma a livello di coscienza e di autocoscienza il principio di rettitudine e di superiore giustizia, passando dalla osservazione alla convinzione, si affaccia quale pozione fondamentale sulle soglie della volontà. Il flusso, per così dire, della corrente evolutiva, viene a trovarsi nell’orizzonte definito evangelicamente della “buona volontà”.
D’altra parte, osserva l’Ubaldi: “Non si può fare a meno di nascere vivere e morire e di nuovo nascere, vivere e morire e nel frattempo non si può fare a meno d’imparare a evolverci”. Ciò significa che, a un certo punto, l’analisi delle forze della personalità ci porta a individuare alcuni processi finali di sintesi. Uno di questi processi induce a prevedere la fine generale delle guerre. La traiettoria del fenomeno, la vediamo lanciata dal male verso il bene. Questa tendenza all’unificazione politica mondiale, colta sull’orizzonte della fine del fenomeno guerra, dà luogo a una riflessione di carattere generale. Basta un interrogativo ben comprensibile a tutti. Che cosa succederebbe nel pianeta se nel giro di qualche decennio l’intera forza logistica militare fosse convertita in forza logistica pacifica, in senso umanistico e organico? In altre parole, come ci apparirebbe la geosfera se, dall’oggi al domani, tutta la sua varietà si coagulasse a guida di un corpo organico, a guida del corpo umano?
Potremmo, forse, dare al riguardo solo una risposta in chiave evolutiva? Come dire che vi è stato un tempo in cui l’uomo primitivo isolato, individualista ed egocentrico viveva la sua vita in modo non molto diverso da certi primati mentre oggi siamo più portati a sentire il fascino dell’universale sotto il richiamo dell’organicità, della collaborazione, della solidarietà con tutti i viventi.
Abbiamo vissuto il tempo, e nel suo riflesso odierno continuiamo a viverlo pur mescolato con una diversa consapevolezza, critica, della lotta, della furbizia, dell’astuzia. Si apre, in tal modo, uno spiraglio verso la negazione delle forme autoritarie e imperialiste, verso un ordine non più imposto dal capo e per capire che la volontà di potenza si scontra fatalmente con l’impotenza.
Da tale consapevolezza può nascere un processo di unificazione sempre più vasto. Da ciò l’esigenza di una crescita sul piano conoscitivo. Crescita che la tecnologia più avanzata sarebbe in grado di promuovere se la gestione della comunicazione sociale fosse in mano a gente intelligente. Parlo naturalmente di un’intelligenza di tipo olistico. Pietro Ubaldi scrivendo la “Grande sintesi” e volgendo lo sguardo verso la civiltà del terzo millennio si indirizza alle intelligenze migliori, dicendo: “La via è libera. Il banchetto è pronto e siamo invitati. Ma dobbiamo capire il significato di questo invito”. (Riccardo Alfonso)
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“Dov’è finita la potenza di fuoco nel DL liquidità?”
Posted by fidest press agency su giovedì, 28 Maggio 2020
“Quella sbandierata da Conte e Gualtieri nel dl Liquidità? – afferma il deputato capogruppo in commissione Cultura per FDI, responsabile Cultura e Innovazione del partito, Federico Mollicone, nel corso della discussione generale sul dl Liquidità in corso alla Camera- Possono essere concesse autorizzazioni europee, preparate le carte dal MISE, possono essere iniziate le istruttorie dalla SACE e dal Fondo centrale, ma fino a quando il governo non mette i soldi, e i soldi veri, tutto resta solo un buon proposito. Nell’ipotesi per cui SACE, in ragione di valutazioni sul proprio portafoglio, utilizzi una leva finanziaria di 20 così che per ogni euro disponibile del Fondo di dotazione, concede garanzie per 20 euro, ben oltre la soglia di rischio, vuol dire che la “potenza di fuoco” messa in campo dallo Stato con questo decreto non è di 400 miliardi, bensì di appena 20 miliardi. I 1.729 milioni aggiuntivi stanziati dal governo dati dal combinato disposto degli articoli 49 del Cura Italia e 13 del Liquidità sono assolutamente inadeguati.
Se la leva sarà 1 a 3, lo stanziamento potrà consentire al Fondo di dare il via libera a circa 350 mila richieste con un valore medio di finanziamento di 15 mila euro, a fronte di una platea superiore di oltre 10 volte.
Qui, mancano le coperture, che necessiterebbero di almeno 30 miliardi, e l’attuazione è ricca di lungaggini burocratiche. Come ha detto Giorgia Meloni, il decreto Liquidità è una grande fregatura, soprattutto per quel tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese che regge l’Italia. Quanti si stanno recando in banca per un finanziamento per vedersi dire che le cifre saranno minori rispetto quelle inserite per norma? E con tempi lunghissimi di erogazione?
Il dl Liquidità è una grande occasione mancata anche per ridefinire il ruolo dello Stato nel mercato e nella globalizzazione.
Abbiamo da sempre denunciato l’attività predatoria della Cina verso le nostre aziende e sulle nostre infrastrutture strategiche, come nel recente caso del porto di Taranto. Il rischio che si passi velocemente dal “made in China” all’ “owned by China” (di proprietà della Cina) è sempre presente e, al netto di chi garantisce l’occupazione di tanti italiani, va esercitata la massima vigilanza. Va bene una ridefinizione della normativa sul golden power per salvaguardare il nostro sistema industriale, ora in grave difficoltà, che rischia di essere “predato” ma deve essere ampliato anche alle PMI innovative.”
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Il fuoco che distrugge e rigenera
Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 marzo 2020
Qualcosa che noi vorremmo paragonare dal passaggio dal fuoco elettronico o prometeico al fuoco nucleare. Di là, dal nucleo, deriva la “forza forte”. Di là dalla legge genetica della vita deriva la forza corrispondente ed emergente nel corso dell’evoluzione. Fra l’uomo ingiusto che si fa legge da sé e l’uomo che si affida alla legge, secondo il principio di organicità, si può rilevare un passaggio verso una superiore efficienza. Mi riferisco a quell’efficienza di carattere, non più emozionale ma razionale, che vediamo realizzato su larga misura a livello della tecnologia universale.
La ragione di questo mutamento verso l’alto possiamo già coglierla a livello biologico, a livello organico. C’è una rettitudine che guida dall’interno la vita. C’è una forma di selezione che, partendo dai livelli dell’animalità, si riaffaccia in ben diversa configurazione a livello della spiritualità: a livello noetico. Qui la lotta non avviene più per via dell’arma da taglio, bensì per via dell’intelligenza. Una lotta sempre meno cruenta. Per rendercene conto basta pensare a quell’organica società di cellule che è il corpo umano. Tutto si basa sulla legge fondamentale della vita. Ma a livello di coscienza e di autocoscienza il principio di rettitudine e di superiore giustizia, passando dalla osservazione alla convinzione, si affaccia quale pozione fondamentale sulle soglie della volontà. Il flusso, per così dire, della corrente evolutiva, viene a trovarsi nell’orizzonte definito evangelicamente della “buona volontà”.
D’altra parte, osserva l’Ubaldi: “Non si può fare a meno di nascere vivere e morire e di nuovo nascere, vivere e morire e nel frattempo non si può fare a meno d’imparare a evolverci”. Ciò significa che, a un certo punto, l’analisi delle forze della personalità ci porta a individuare alcuni processi finali di sintesi. Uno di questi processi induce a prevedere la fine generale delle guerre. La traiettoria del fenomeno, la vediamo lanciata dal male verso il bene. Questa tendenza all’unificazione politica mondiale, colta sull’orizzonte della fine del fenomeno guerra, dà luogo a una riflessione di carattere generale. Basta un interrogativo ben comprensibile a tutti. Che cosa succederebbe nel pianeta se nel giro di qualche decennio l’intera forza logistica militare fosse convertita in forza logistica pacifica, in senso umanistico e organico? In altre parole, come ci apparirebbe la geosfera se, dall’oggi al domani, tutta la sua varietà si coagulasse a guida di un corpo organico, a guida del corpo umano?
Potremmo, forse, dare al riguardo solo una risposta in chiave evolutiva? Come dire che vi è stato un tempo in cui l’uomo primitivo isolato, individualista ed egocentrico viveva la sua vita in modo non molto diverso da certi primati mentre oggi siamo più portati a sentire il fascino dell’universale sotto il richiamo dell’organicità, della collaborazione, della solidarietà con tutti i viventi.
Abbiamo vissuto il tempo, e nel suo riflesso odierno continuiamo a viverlo pur mescolato con una diversa consapevolezza, critica, della lotta, della furbizia, dell’astuzia. Si apre, in tal modo, uno spiraglio verso la negazione delle forme autoritarie e imperialiste, verso un ordine non più imposto dal capo e per capire che la volontà di potenza si scontra fatalmente con l’impotenza.
Da tale consapevolezza può nascere un processo di unificazione sempre più vasto. Da ciò l’esigenza di una crescita sul piano conoscitivo. Crescita che la tecnologia più avanzata sarebbe in grado di promuovere se la gestione della comunicazione sociale fosse in mano a gente intelligente. Parlo naturalmente di un’intelligenza di tipo olistico. Pietro Ubaldi scrivendo la “Grande sintesi” e vol-gendo lo sguardo verso la civiltà del terzo millennio si volge alle intelligenze migliori, dicendo: “La via è libera. Il banchetto è pronto e siamo invitati. Ma dobbiamo capire il significato di questo invito”. (Riccardo Alfonso)
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Bus a fuoco. M5S Lombardia: fare chiarezza e Premio Rosa Camuna a agenti che hanno fermato il mezzo
Posted by fidest press agency su mercoledì, 20 marzo 2019
“Sul caso dell’autobus incendiato chiediamo alla Magistratura di agire rapidamente per fare totale chiarezza su quanto accaduto. Stando alle prime informazioni che sono filtrate sarebbe stata una gazzella dei carabinieri a fermare il mezzo e a salvare decine di ragazzi dalle fiamme. Sin da ora il M5S propone di offrire il Premio Rosa Camuna agli agenti che hanno evitato quella che poteva essere una strage di proporzioni immani.Chiederemo anche a Regione Lombardia di fare quanto in suo potere per garantire la sicurezza di chi usa i mezzi pubblici anche nell’ottica della prevenzione di situazioni di grave emergenza”, così Nicola Di Marco, consigliere regionale del M5S Lombardia, sul bus a andato a fuoco sulla Paullese questa mattina.
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Aveva 16 anni
Posted by fidest press agency su sabato, 2 marzo 2019
Un colpo di pistola e il mondo con tutti i suoi colori svanisce d’improvviso. Quei colori che già erano in fuga, lasciandoti sola con i detriti ritenuti insormontabili.
Una ragazzina di sedici anni impugna la pistola del padre e fa fuoco su di se.
I colori anche quelli che “stavano” scappando, adesso sono ritornati lì, inginocchiati a quel corpo scomposto.
Quando accadimenti come questo ci attraversano la strada mettendoci con le spalle al muro, per noi adulti è un preciso dovere, obbligo, fin’anche necessità, domandarci: come può una adolescente esser talmente disperata da non intravedere più alcuna speranza, più alcuna uscita di emergenza.
Sedici anni dentro un mondo capovolto, che non ha più un senso, non consegna più risposte, sedici anni pervasi da una sensazione di inadeguatezza, fino a giungere in prossimità di un silenzio drammatico quanto il bisogno di dare un taglio alla sofferenza più ostinata, un dolore profondo che scava, scava, scava, nella solitudine più colpevole.
Una ragazza muore per una scelta libera? Assolutamente no, come qualcuno invece molto semplicisticamente potrebbe male interpretare. Muore perché quella dignità che ognuno e ciascuno di noi porta ben allacciata in vita, subisce scossoni, torsioni, ripiegamenti tali da non ritenere più prioritario il rispetto per se stessi, dunque il venir meno di quella manutenzione irrinunciabile ad alimentare la consapevolezza del nostro valore umano.
Non sono le formulette disegnate alla lavagna, a insegnarci il valore del rispetto, per noi stessi e gli altri, infatti ciò lo si apprende solo e unicamente attraverso la pedagogia della nonna, cioè del buon l’esempio.
Una brava ragazza dicono tutti, a significare una adolescente che faceva diligentemente il suo, una giovane che non dava problemi, non moltiplicava i mal di testa, non disturbava ne rubava tempo ad alcuno. Forse allora, assai meglio che ne consegnasse brevi mano qualcuno di questi grattacapi, di questo disagio sottopelle, di queste rese mal addomesticate.
Quando penso a questa ragazzina, mi ritorna in mente, un altro ragazzino, sopravissuto miracolosamente alla tragedia, rammento come era tronfio nel dire che lui non aveva bisogno di nessuno, non si fidava di nessuno, perché tutti erano lì per darti una fregatura.
Entrambi per vie differenti, sordità diverse, non ce l’hanno fatta a rimanere fermi sul posto, hanno preferito il salto in avanti, manco fosse quel buio bucato a dare sollievo alla propria sofferenza.
Quel dolore dapprima sconosciuto allo stato della mente, rende ogni cosa priva di importanza, di fascino, spogliata di qualunque passione. Ma nonostante tutto rimane inalterata la non-scelta di fidarsi di qualcuno, di chiedere aiuto a qualcuno. So bene che non sempre è facile o scontato farlo, ma chi riesce ad alzare la mano, a chiedere un ascolto, a toccare la spalla di una persona autorevole, ebbene quel ragazzo non è un debole, uno sfigato, bensì una persona veramente forte. (by Vincenzo Andraous)
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Emergenze italiane: L’acqua, il fuoco, l’amianto
Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 settembre 2017
Ci vorrebbe una battuta fulminante di Totò per descrivere la situazione attuale. Quest’estate non avevamo la palla di vetro quando annunciavamo che dall’emergenza fuoco saremmo passati all’emergenza acqua. Era solo questione di logica: il corpo nazionale è di fatto ai minimi storici. E con tutti gli occhi puntati su Irma, nessuno si è accorto che l’Italia stava per essere investita da un ciclone mediterraneo. Anzi sì, quelli della Lega Calcio che hanno vietato Sampdoria-Roma per rischio alluvione.
Però la gente è morta in Toscana. Però c’è un disastro in corso, in un paese che da sempre violenta il territorio, tombando corsi d’acqua e cementificando ogni centimetro quadrato. Così la pioggia diventa catastrofe. E quelli che dovrebbero portare i soccorsi magari devono aiutare prima di tutto se stessi: come a Ostia, dove la caserma dei vigili del fuoco è stata invasa da 40 cm di acqua che ha anche schiantato le serrande. E poi, persa la sfida sul Morrone, ecco che anche l’amianto, da dover riconoscere ai fini pensionistici con tanto di nota Inps, aggiunge un altro tassello all’infame condizione lavorativa a cui sono sottoposti i vigili. Siamo nelle mani di nessuno, anzi, verrebbe da dire che: siamo gestiti da curatori fallimentari. Non troviamo nessun termine appropriato per definire un gruppo manageriale che “non ne imbrocca una”. E dire che come organizzazione sindacale anche sul versante amianto li avevamo avvisati e denunciati. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. La sicurezza sui luoghi di lavoro è una politica che proprio non riusciamo a far comprendere al dipartimento. Quasi quasi verrebbe da dire che: “non ci sono più i pompieri di una volta”. Sì. Quelli che se uscivano sei in partenza, se chiamavano la sala operativa e chiedevano un rinforzo arrivavano mezzi da ogni parte. Tempi belli, ma passati. Qui oggi le sedi si chiudono: Padova docet. Allora ecco che il titolo da noi scelto “cade proprio a fagiolo”. E tempo di smetterla con questa politica di governo di destra. Con questo ministro chiaramente “amante del ventennio che fu” che usa impropriamente i vigili del fuoco in operazioni di ordine pubblico, che fa la nuova versione delle leggi razziali attraverso un decreto a suo nome, che copre spudoratamente chi si è appropriato dei fondi dell’ONA (Opera Nazionale Assistenza), che permette che l’arma dei carabinieri si arroghi il diritto di fare accordi con la protezione civile.
Che blocca Villa San Giovanni (RC) con veri e propri posti di frontiera che impediscono, palesemente, non soltanto il diritto a manifestare il proprio dissenso sociale ma, molto più banalmente, il diritto alla mobilità e alla libera circolazione delle persone.
Il controllo è riservato non soltanto a chi fermato risulta un soggetto con “precedenti” e\o segnalazioni di tipo politico, ma anche a tutte le persone che anche vagamente hanno qualcosa che possa ricondurli a “soggetti sovversivi” (kefiah, capelli lunghi, orecchini, felpa, tatuaggi, piercing, ecc.). Ecco cosa è importante in questo Paese: un buon taglio di capelli e lui, il nostro ministro, non è tipo proprio da non essere inquadrato come uno che abbi sempre il giusto taglio.
Noi vigili del fuoco continuano ad essere gestiti male e speriamo nel prossimo governo che sicuramente non sarà più a “destra” di questo. fonte: Coordinamento nazionale Vigili del Fuoco USB)
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Teatro del Fuoco® tra i festival più cool del mondo
Posted by fidest press agency su domenica, 20 settembre 2015
La rivista statunitense Forbes Magazine ed il website Forbes.com pubblicano i 12 festival più cool del mondo, quelli per cui vale la pena fare un viaggio, in lista tra questi il Teatro del Fuoco, festival italiano, ideato e prodotto dalla giornalista palermitana Amelia Bucalo Triglia.Forbes, nota per la classifica annuale degli uomini più ricchi del mondo, si occupa di economia e finanza, ha la sua sede nella quinta strada a New York; il sito Forbes è fonte di credibilità per il giornalismo su internet.
Il Teatro del Fuoco® è un brand italiano creato nel 2008, per valorizzare la cultura italiana attraverso un network di artisti internazionali e linguaggi espressivi di alto standard qualitativo ed è unico nel suo genere in Italia; premiato nel 2009 dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano come prodotto di marketing turistico culturale innovativo, unisce in unica coreografia: musica, danza, mimo, acrobatica fuoco e luce. Da otto anni è in tour tra le Isole Eolie, Catania, l’Etna, Palermo, le Isole Egadi, con artisti provenienti da Repubblica Slovacca, Ungheria, Polonia, Argentina, Francia, Germania, Nuova Zelanda, Israele, Australia, Kenia. Persone che condividono i codici culturali della Civilità dell’Empatia di Jeremy Rifkis, nel comportamento individuale e di gruppo. Con il Teatro del Fuoco, Amelia Bucalo Triglia ha creato lo show Tricolore per il Ministero della Difesa del Governo Italiano a Roma nel 2013. Lo spettacolo che è stato giudicato particolarmente adatto per sedurre gli spettatori, in questi anni ha raccontato temi di attualità quali l’energia, la femminilità, la fertilità, la passione ed altri. -“E’ un onore, ed una meritata soddisfazione per tutto il network di artisti e collaboratori – afferma Amelia Bucalo Triglia, autrice di grandi eventi – noi abbiamo creduto sin dall’inizio nella forza di uno show multietnico che avesse un’anima italiana, per emozionare e coinvolgere, senza mai escludere l’alta qualità tecnica. Nel 2008 abbiamo iniziato a Stromboli in un momento in cui l’economia era ancora florida, siamo andati incontro ad un periodo di crisi mondiale, aggiungendo tappe al tour per raccontare la nostra cultura in modo innovativo ai turisti di tutto il mondo.
Come scrive su Forbes la giornalista Ann Abel, i Festival sono il modo migliore per entrare in contatto con le culture straniere ed – continua Amelia – oggi, che il turismo è l’unica risorsa in crescita in Sicilia è opportuno consolidare le potenzialità più evidenti per produrre il vero sviluppo sociale. Il nostro prossimo obbiettivo è la campagna di crowfunding per esportare la nostra cultura con questo incantevole spettacolo italiano anche all’estero.
Le agenzie specializzate in turismo di lusso, come la Black Tomato, consapevoli delle preferenze dei loro viaggiatori hanno scelto le mete presenti nella lista dei festival più cool della rivista Forbes. Ecco i 12 festival più cool per cui vale la pena fare un viaggio: Teatro del Fuoco, Sicilia – Raymi, Cusco, Perù – Festival di Hemis, Ladakh, India – Haro Wine Festival, La Rioja, Spagna – Festival Naadam, Mongolia – Gion Matsuri, Kyoto -Mt. Hagan Sing-Sing, Papua Nuova Guinea – Onam, Kerala, India – Festival Reitaisai, Kanagawa, Giappone -Esala Perahera, Kandy, Sri Lanka – Thimpu Tshechu, Bhutan – Fiesta de la Mercè, Barcellona. (foto: teatro del fuoco)
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Il Brasile selvaggio: Terra di fuoco e acqua
Posted by fidest press agency su giovedì, 4 settembre 2014
Prima serie (3 puntate) – Da Giovedì 30 ottobre, ore 22:00 Il Brasile rappresenta il cuore selvaggio del Sud America e ospita una varietà di specie animali come nessun altro Stato al mondo. Ma è anche una terra difficile, dove gli animali devono imparare ad adattarsi per sopravvivere.Questa serie segue le avventure di un gruppo di animali, alle prese prima con una vasta alluvione nel pieno della stagione delle piogge e poi con i devastanti incendi della stagione secca. Seguiremo i primi giorni di vita di un cucciolo di Cebo dai cornetti, un esemplare di scimmia molto intelligente, e una famiglia di lontra gigante costretta a scontrarsi con alcuni giaguari.
Questo documentario porta sullo schermo, in modo nuovo e emozionante, alcune delle specie più tipiche del Paese e regala uno sguardo indimenticabile su una terra ricca e interessante come il Brasile.
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La medicina tibetana e il fuoco che cura
Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 Maggio 2012
Bologna venerdì 4 maggio alle ore 21, presso la sede dell’Ordine dei Medici in via Zaccherini Alvisi 4 si terrà la presentazione del libro del prof.Chögyal Namkhai Norbu “Healing with Fire: A practical Manual of Tibetan Moxibution” (Curare col Fuoco. Manuale Pratico di Moxibustione), dedicato dall’eminente studioso, che tenne nel settembre 2010 una straordinaria lezione magistrale all’Università di Bologna, alla moxibustione, efficace tecnica di cura basata sul calore, praticata da millenni in Oriente. La presentazione, organizzata dalla Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona ONLUS in collaborazione conDesalling Comunità Dzogchen di Bologna e l’Istituto Internazionale Shang Shung per gli Studi Tibetani, sarà tenuta dal famoso tibetologo Elio Guarisco, traduttore e curatore del libro dal testo originale tibetano. Interverrà il dott. Renato Crepaldi, medico esperto in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese. Introdurrà la serata il dott.Paolo Roberti di Sarsina, fondatore della Onlus.
Si raccoglieranno fondi per medicinali a sostegno del Popolo Tibetano in collaborazione con l’Organizzazione Non Governativa Associazione per la Solidarietà in Asia ONLUS. L’ingresso alla serata è libero.(Chögyal Namkhai)
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Può capitare a tutti
Posted by fidest press agency su lunedì, 23 Maggio 2011
Lettera al direttore. La bambina di quasi due anni che lo scorso 18 maggio il padre aveva lasciato in macchina, per cinque ore sotto il sole, è morta. La madre ha rotto il silenzio: “Può capitare a tutti”. Così ha detto in un’intervista a SkyTg24. Eh già, può capitare a tutti. Così, come ci si dimentica del latte sul fuoco, del cellulare in macchina, dell’ombrello dal parrucchiere. Con la differenza che una bambina non è un tegamino di latte, non è un cellulare, né un ombrello. Avrei capito questa madre se avesse detto che lo sfortunato genitore è esaurito, che soffre di amnesie, che non sta bene. Ha riferito invece che il “padre esemplare” voleva che tutto fosse perfetto, che lei non si doveva preoccupare di nulla, e per questo non si fermava mai, perché si preoccupava della compagna, della sua gravidanza e della piccola. E l’ha dimenticata in macchina, la piccola. E poi c’era il lavoro, e la casa appena costruita…Non sarebbe stato meglio che la signora non l’avesse rotto il silenzio? (Renato Pierri)
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Fuori fuoco: la festa del cinema indipendente
Posted by fidest press agency su sabato, 14 agosto 2010
Siena In attesa della prossima edizione della rassegna, si lavora alla diciannovesima edizione di Visionaria il festival internazionale di cortometraggi che si terrà a Piombino dal 16 al 23 ottobre. Grande successo per “Fuori Fuoco”, la rassegna dell’associazione culturale Visionaria dedicata al giovane cinema indipendente, che ha portato nelle piazze della provincia di Siena – a Sovicille, Chiusi e Monteriggioni – alcuni dei film indipendenti più interessanti degli ultimi due anni. E’ piaciuta al pubblico la formula scelta dagli organizzatori per
“Rompere gli schermi”, uscendo dalle sale cinematografiche e proiettando nelle piazze, una selezione di cinque piccole produzioni di qualità made in Italy di giovani registi italiani, escluse dal circuito della grande distribuzione.
Tra i film proiettati “La terra nel sangue” di Giovanni Ziberna, “Cosmonauta” di Susanna Nicchiarelli, “Il prossimo tuo” di Anne Riitta Ciccone, “Dieci inverni” di Valerio Mieli, c’era anche un documentario “Mostar united” di Claudia Tosi. <<In un momento in cui in Italia il cinema documentaristico sta rinascendo e non trova spazi, abbiamo voluto dare un segnale forte, perché esistono troppi giovani registi che non riescono ad arrivare al grande pubblico con le loro produzioni o autoproduzioni>> spiega Giuseppe Gori Savellini << c’è sempre l’imbuto della grande distribuzione che segue logiche che molto spesso non hanno a che fare con il talento. Speriamo così di poter dare nel nostro piccolo invece un nuovo impulso alle produzioni italiane di qualità e indipendenti>>. (la regista, proiezione)
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Afghanistan: nuovo scontro a fuoco
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 luglio 2010
“Quello di oggi è solo l’ultimo degli scontri a fuoco che hanno coinvolto i militari del nostro contingente in Afghanistan, mentre alla Camera è in corso la discussione per la conversione dell’ennesimo decreto-legge per il finanziamento di queste missioni, che sempre meno sembrano di pace. Le dinamiche dell’attacco e il ferimento dei tre militari italiani dovrebbero far riflettere il Parlamento sulla immediata necessità di una completa revisione delle modalità e dell’impegno italiano in quelle zone dove ormai il conflitto armato sembra essere l’unica priorità. Ai tre militari feriti non posso fare a meno di augurare una pronta guarigione, oggi però si deve riflettere attentamente su quanto sta accadendo in casa nostra, dove il recente accordo bipartisan (esclusi i radicali) di sostenere con forza le spese militari a discapito degli stipendi e del funzionamento dello strumento militare, è stato ufficializzato dal voto della Camera lo scorso 7 luglio sugli emendamenti presentati dal deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, alla mozione Cicu. A questo va aggiunto che i costi di queste missioni non sono quelli dichiarati dal ministro La Russa ma sono aumentati di oltre 60 milioni di euro rispetto al 2009, e che ogni volta i decreti-legge di rifinanziamento si trasformano in una occasione per emanare provvedimenti, come quello sulla proroga del Commissario straordinario della Croce Rossa o quello delle elargizioni di denaro pubblico per società della Rai o per consulenze e fondazioni di diritto privato, che nulla hanno a che fare con la cooperazione e la pace”. Sulle ferite e sulla morte dei nostri soldati in Afghanistan non possono essere portate avanti le velleità politiche e gli interessi di bottega di un Governo e della sua maggioranza che, però, sono sempre pronti a massacrare i militari e poliziotti sotto ogni profilo del loro status, come è in effetti avvenuto con il voto di fiducia espresso ieri dal Senato della Repubblica. Oltre ai Talebani sui nostri militari adesso spara anche il Governo con i suoi partiti di maggioranza.” (Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (PDM)
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Siria: fuoco sui dimostranti
Posted by fidest press agency su martedì, 23 marzo 2010
Le forze di sicurezza siriane in occasione dell’inizio dei festeggiamenti del Newroz, il capodanno kurdo che si tiene il 21 marzo, hanno sparato e ucciso tre curdi facendo almeno 50 feriti nella città di al-Raqqa sul fiume Eufrate a est di Aleppo. Da quello che la nostra organizzazione ha appreso da fonte affidabile, tra i feriti ci sarebbero anche molti minorenni. Le forze di sicurezza hanno sparato con mitragliatrici sui partecipanti ai festeggiamenti. Poiché i cadaveri delle persone uccise sono ancora nelle mani delle autorità, i nomi delle vittime, tra cui una quindicenne, non sono ancora stati accertati.Un medico siriano dell’ospedale statale di al-Raqqa, che chiede di rimanere anonimo, ha riferito ad un attivista per i diritti umani vicino all’Associazione per i Popoli Minacciati (APM), che l’ospedale già nella notte tra il 20 e il 21 marzo è stato allertato dalle forze di sicurezza per tenere liberi molti letti d’ospedale. Gli oltre due milioni di Kurdi siriani, che si trovano in tre regioni lungo il confine turco-siriano e rappresentano la maggioranza della popolazione, continuano ancora oggi ad essere discriminati. Come conseguenza di una massiccia politica di arabizzazione a 200.000 persone dal 1962 è stata negata la cittadinanza siriana. Da allora organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra le quali anche l’APM, chiedono che a questi cittadini venga ridata la cittadinanza. A questo gruppo etnico fino ad oggi vengono negati i diritti linguistici e culturali. Secondo varie stime attualmente si troverebbero in carcere diverse centinaia di prigionieri politici kurdi. I maltrattamenti e le torture in carcere sono all’ordine del giorno. L’APM è in possesso di un elenco contenente i nomi di 590 prigionieri politici della “Repubblica araba di Siria”.
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