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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 113

Posts Tagged ‘giacimenti’

Gas. de Bertoldi (FdI): governo in ritardo su utilizzo nostri pozzi e giacimenti

Posted by fidest press agency su domenica, 26 giugno 2022

“La risposta del ministro Cingolani alla mia interrogazione sugli interventi per riattivare i pozzi di estrazione del gas presenti in Italia, giunta dopo ben tre mesi dalla mia richiesta, raccoglie soltanto in parte la mia soddisfazione. Verrebbe da dire meglio tardi che mai, soprattutto per le conclusioni della risposta che aprono finalmente ad un rinnovato utilizzo dei nostri pozzi e giacimenti, smentendo le ridicole ed anti scientifiche posizioni contrarie del Movimento 5 Stelle all’utilizzo del gas, confermate poi nell’operato del governo Conte che nel dl Semplificazioni bloccò persino le autorizzazioni alle imprese che già avevano avuto i permessi per le attività di ricerca e prospezione. Peccato che mentre Fratelli d’Italia da mesi si batte con emendamenti ed atti di sindacato ispettivo per l’urgenza di riattivare i nostri giacimenti, il governo ci arrivi solo ora quando le imprese ed i cittadini italiani hanno dovuto subire le pesanti conseguenze del rincaro energetico dovuto al vertiginoso aumento dei prezzi conseguente alla nostra non autosufficienza. Un governo davvero dei ‘migliori’ avrebbe dovuto anticipare la crisi energetica, che ricordo insisteva già lo scorso anno, e non arrivare a queste conclusioni dopo oltre nove mesi. Serve ora più coraggio anche per semplificare con effetto immediato le procedure autorizzative. Chiedo, quindi, un percorso straordinario per le concessioni che ineriscono il settore energetico, nonché per lo sfruttamento interno dei giacimenti minerari come il litio e le terre rare. Fratelli d’Italia sarà sempre pronta a supportare iniziative non demagogiche e populiste che siano nell’interesse nazionale. Non c’è più tempo da perdere presidente Draghi”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro.

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Enorme regalo per le aziende concessionarie delle piattaforme

Posted by fidest press agency su martedì, 19 aprile 2016

piattaforma1«Il mancato raggiungimento del quorum al referendum sulle cosiddette trivellazioni in mare si traduce in un enorme regalo per le aziende concessionarie delle piattaforme. In pratica si ritrovano automaticamente in mano un contratto a tempo indeterminato per sfruttare i giacimenti, senza che alla scadenza degli accordi in essere ci si possa sedere intorno a un tavolo per valutare la situazione che si è venuta a creare, sia dal punto di vista ambientale che sotto il profilo dell’opportunità economica. Si è scelto di cedere la sovranità su intere zone dei nostri mari a dei privati fino a quando farà loro comodo: una decisione che per il futuro può delinearsi come un precedente estremamente pericoloso ».Lo dichiara l’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA. «Spiace davvero che sia prevalso l’astensionismo anche su una questione che investe direttamente la salute degli italiani e il patrimonio del nostro Paese. Da cittadino, prima ancora che da tecnico, rimango perplesso osservando che parte della nostra classe dirigente esulta perché la maggioranza non si è recata alle urne: non si può considerare l’esercizio del diritto di voto come un intralcio alla propria attività o invocare la mobilitazione popolare solo quando fa comodo. Anche perché il risultato è che la situazione di opacità che circonda l’estrazione in mare di idrocarburi viene di fatto perpetuata: la carenza di studi indipendenti e puntuali sull’impatto ambientale provocato da tali attività è cronica. Almeno su questo il Governo cerchi di correre ai ripari, anche per rispettare gli oltre 13 milioni di italiani che al referendum hanno votato sì».

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L’uranio è il combustibile del futuro

Posted by fidest press agency su venerdì, 11 giugno 2010

Si dice che una volta fatti gli impianti nucleari mancherà l’uranio. Non è vero. Sono 18 i Paesi produttori d’uranio nel mondo. L’uranio è, infatti, un minerale molto diffuso sulla Terra. E’ presente nelle rocce in una percentuale di qualche grammo per tonnellata e si trova persino nell’acqua del mare(4 miliardi di tonnellate), anche se ad una concentrazione molto più bassa. Analizzando la mappa mondiale dei giacimenti e conoscendone la natura è possibile stabilire la quantità di uranio estraibile formando delle fasce di costi per kgU: fino a 40 $, tra 40 $ e 80 $, fra 80 $ e 130 $ e > 130 $. Ovviamente i più economici sono quelli sfruttati per primi. I dati sono desunti da fonte NEA(Nuclear Energy Agency) dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e IAEA (International Atomic Energy Agency) 2007. Tutte le zone dove c’è una comprovata presenza di uranio vengono denominate Risorse Ragionevolmente Sicure (Reasonably Assured Resources, RAR). Una volta noti i giacimenti ragionevolmente sicuri, attraverso analisi corredate da opportune misure di radioattività, si possono individuare luoghi simili da un punto di vista geomorfologico. Tali giacimenti si considerano stimati e fanno parte delle Risorse Addizionali Stimate (Estimated Additional Resources, EAR). Tali risorse aggiuntive sono classificate in due categorie: EAR-I ed EAR-II; le EAR II sono meno certe delle prime. Esiste poi un’altra categoria chiamata: Risorse Speculative (SR), che sono il frutto di una ulteriore estrapolazione delle caratteristiche geomorfologiche di terreni che possono contenere uranio. Le risorse del tipo RAR e di tipo EAR-I sono quelle di sfruttamento più facile, e come tale meno costoso. Sulla base di nuovi calcoli si stima che è possibile estrarre, a meno di 130 dollari/kg, circa 5,5 milioni tonnellate (rispetto ai 4,7 milioni stimati nel 2005). Il consumo annuale di uranio da parte dei reattori nucleari attualmente in funzione è di circa 69.000 tonnellate all’anno e quindi, a questo ritmo di consumi, le riserve accertate basteranno di sicuro per 80 anni almeno. Le Risorse Speculative comprendono anche l’uranio presente nei fosfati e si possono stimare in circa 22 Mt di uranio (320 anni). La tecnologia di estrazione di uranio dai fosfati è sostanzialmente matura: la si utilizza già in Belgio e negli Stati Uniti. Per cui la durata complessiva dell’uranio potrebbe arrivare a 600 anni, per un consumo annuo di 69 kt. Passando da una all’altra, in crescendo, i costi ovviamente aumentano, ma non in maniera eccessiva. Nel momento in cui verrà utilizzato il riprocessamento in modo più diffuso e soprattutto nel momento in cui si arriverà ai reattori di IV generazione(uranio quasi rinnovabile), che producono più combustibile di quello che bruciano (autofertilizzanti), la disponibilità di uranio, con gli stock annunciati, passerà a 2.550 anni almeno. Ricordo che, da dati Enea, le riserve accertate dei combustibili fossili sono, come durata con i consumi attuali: per il petrolio di 42 anni, 67 anni per il gas e 198 anni per il carbone. Fareambiente, movimento ecologista realista, prende atto di questa realtà e ne trae le ovvie conclusioni e cioè: l’umanità continuerà ad utilizzare energia nucleare anche quando dei combustibili fossili si sarà perso il ricordo.

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