“Prendiamo atto che da parte delle opposizioni non c’è nessuna volontà di affrontare seriamente e nel merito la questione migratoria; ancora una volta emerge chiaramente la loro volontà di speculare su questo delicato tema” lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli D’Italia Marco Lisei, capogruppo della commissione Affari Costituzionali del Senato. “La speculazione messa in atto dal Partito Democratico sulla vicenda di Cutro, cercando prima imputare al governo le responsabilità, inesistenti, del naufragio e poi denunciando presunte irregolarità e scorrettezze compiute ai loro danni in commissione, è inaccettabile. Il presidente di commissione Balboni ha garantito, con grande equilibrio, la possibilità alle opposizioni di intervenire in maniera plurima e sistematica su tutte le questioni che volevano porre. Ma è del tutto chiaro che l’unico loro obiettivo era e rimane quello di strumentalizzare l’intera vicenda”. E conclude : “La nostra volontà è quella di risolvere concretamente il problema dell’immigrazione, procedendo nel modo più celere possibile nella conversione del dl Cutro; ringrazio a nome del Gruppo FDI il Presidente Balboni, il sottosegretario Molteni e l’atteggiamento costruttivo del movimento 5 Stelle e terzo polo che sono rimasti in commissione.”
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Volontà del governo è risolvere problema immigrazione
Posted by fidest press agency su sabato, 8 aprile 2023
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Immigrazione, Assindatcolf-Idos: per settore domestico flussi chiusi da 12 anni
Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2023
“Il mercato del lavoro italiano ha forte bisogno di manodopera aggiuntiva dall’estero, sia per carenza sia per indisponibilità di quella autoctona. E il settore domestico ne è un esempio: su 961mila domestici regolari censiti dall’Inps nel 2021, 672mila erano stranieri (circa il 70%) e di questi ben 514mila provenienti da paesi non comunitari. Nonostante questo, inspiegabilmente da oltre 10 anni le quote dedicate al comparto domestico nei Decreti Flussi sono del tutto inadeguate rispetto al fabbisogno effettivo, né sono mai state determinate sulla base di una esatta misurazione del fabbisogno, come invece è avvenuto per le imprese. Le ricadute sul comparto sono pesanti: oggi le famiglie hanno grandi difficoltà a trovare personale disposto ad occuparsi di anziani, disabili e non autosufficienti, le cosiddette badanti. Ma non solo: introvabili stanno diventando anche colf e baby sitter”. È quanto dichiarano i presidenti di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, e del Centro Studi e Ricerche IDOS, rispettivamente Andrea Zini e Luca Di Sciullo, in una nota congiunta.“Con l’intento di fornire al Governo un valido strumento per riattivare, dopo 12 anni, una programmazione dei flussi che si basi finalmente sulle reali esigenze di manodopera aggiuntiva del mercato italiano, soprattutto in un comparto nevralgico come quello domestico, il prossimo 23 marzo il Centro Studi e Ricerche IDOS presenterà a Roma, insieme ad Assindatcolf, un proprio studio che stima la quota aggiuntiva di lavoratori stranieri dall’estero di cui il comparto stesso ha bisogno per coprire le proprie carenze strutturali; quota che, inglobata in una sperabile riattivazione della programmazione dei flussi, potrebbe contribuire a contrastare, mediante quest’ultima, il largo ricorso all’impiego in nero dei lavoratori stranieri nel comparto, alla luce del fatto che attualmente il numero di lavoratori domestici non in regola è stimato essere addirittura equivalente, nel complesso, a quello dei lavoratori regolari” – dichiara Luca Di Sciullo Presidente Centro Studi e Ricerche IDOS.
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Immigrazione. Kelany (FdI): decreto ong necessario a circoscrivere loro attività
Posted by fidest press agency su venerdì, 6 gennaio 2023
“Il decreto ong serve a circoscrivere le attività delle organizzazioni non governative nell’ambito del diritto internazionale, che non prevede che queste navi possano stazionare nel mediterraneo ed effettuare soccorsi multipli. I migranti una volta soccorsi debbono essere condotti nel cosiddetto “place of safety”, che vuol dire porto più sicuro, non più vicino. E deve essere l’Italia ad indicare alle navi quale sia il porto più sicuro, non solo per la tutela dei migranti, ma anche per la tutela delle nostre esigenze di sicurezza ed ordine pubblico. Lampedusa è un esempio di come i nostri porti del sud siano oppressi da un’insostenibile pressione migratoria. Non si può pretendere anche di scegliere il porto”.Lo dichiara in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Sara Kelany.
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Governo dell’immigrazione: Memorandum intesa Italia-Libia
Posted by fidest press agency su sabato, 19 novembre 2022
Dalla seconda metà degli anni ’70, con la prima indagine del Censis e il primo convegno sindacale a Milano, la realtà dell’immigrazione è stata materia di approfondimento in Italia trovando l’interesse del Governo e del Parlamento che l’hanno via via normata. E però soprattutto negli ultimi cinque anni che tale realtà è divenuta materia di scontro politico e strumentalizzazione di parte, tale da offuscare la vera priorità: quella di impiegare tutte le energie per giungere a governare politicamente la migrazione, superando la visione emergenziale e i relativi provvedimenti parziali, in una comune visione europea. È ormai noto a tutti che l’immigrazione è un fatto strutturale che deve essere governato, con misure nazionali ed europee e accordi internazionali, non limitandosi al solo contrasto. Il governo dell’immigrazione richiede infatti ampia e lungimirante visione politica, unitarietà e coerenza, sintonia con gli altri paesi europei, collaborazione multilaterale, accordi con i principali paesi di provenienza dei migranti, partenariati di sviluppo e investimenti con i paesi del continente africano separato da noi solo da un braccio di mare. Questo documento, indirizzato in particolare alle autorità di governo e al Parlamento e a quanti sono aperti al confronto su un tema così complesso, si compone di due parti: PER UNA MIGRAZIONE ORDINATA, REGOLARE E SICURA e MEMORANDUM DI INTESA ITALIA-LIBIA. È sembrato utile tenerle legate perché l’Italia è particolarmente toccata dagli arrivi dal Mediterraneo centrale, in particolare dalla Libia. Inserendosi nel dibattito attuale, l’appunto parte dalle contraddizioni che frenano la definizione di una vera ed efficace politica migratoria per indicare alcune proposte attuabili che facciano fare un salto di qualità, sia alla stessa visione politica e che alla normativa, per riuscire a governare l’immigrazione in modo ordinato, regolare e sicuro. Anche perché la materia, se gestita male, rischia di incrementare tensioni sociali e politiche.L’approccio emergenziale e securitario ha indebolito molto la capacità italiana di governo dell’immigrazione in modo coerente e in sintonia con la gran parte dei paesi europei. Inoltre, la stessa normativa del 2002 ha dimostrato nei venti anni di non essere adeguata al governo di questa complessa realtà, all’interesse dell’Italia e al suo ruolo di paese fondatore dell’Unione europea e di credibile stimolo nello sviluppo dei rapporti con l’Africa. Sul Memorandum di intesa Italia-Libia l’appunto presenta valide motivazioni a favore dell’urgenza della sua modifica può infatti ancora essere concordata con uno scambio di note ai sensi dell’articolo 7 delle stesso Memorandum) per renderlo coerente con gli obiettivi che si pone di controllo e contenimento degli arrivi irregolari nella tutela e protezione delle persone secondo le convenzioni e i trattati relativi al rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone che entrambe, Italia e Libia, hanno ratificato. Così com’è attuto dal 2017, rappresenta un grave vulnus da riparare quanto prima e nemmeno contribuisce al contenimento dell’immigrazione irregolare. Le proposte contenute nel documento indicano i primi passi da percorrere subito. La nota si sofferma anche sul nesso tra migrazione e sviluppo e sulle opportunità da cogliere e sviluppare nel rapporto dell’Italia e dell’Europa con il continente africano. È certamente un bene che stia crescendo la consapevolezza della necessità di definire insieme, UE e Stati membri, la qualità e l’ampiezza di tale rapporto, anche con piani di cooperazione speciali: per ragioni di vicinanza, di solidarietà, di relazioni politiche ed economiche, di demografia, di sicurezza che, nell’insieme, renderanno i due continenti sempre più interconnessi. Nino Sergi, Presidente emerito di INTERSOS e Policy Advisor della rete Ong LINK 2007.
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Problematiche dell’immigrazione: l’Unione europea deve svolgere un ruolo primario
Posted by fidest press agency su giovedì, 17 novembre 2022
“Fa piacere che il presidente della Repubblica stia facendo di tutto per far superare questo momento di incomprensione con la Francia. L’Italia non ha alcun interesse a bisticciare con le Nazioni che per ragioni energetiche, economiche o migratorie dovrebbero stare dalla stessa parte. Credo comunque che questo incidente diplomatico sia stato generato soprattutto da ragioni politiche interne alla Francia. È inverosimile che un ringraziamento a Macron per aver voluto accogliere una nave Ong per la prima volta in un porto francese possa scatenare tanta aggressività”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo a Omnibus su La7. “Ci auguriamo che le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo- ha aggiunto- si uniscano per affrontare insieme il dramma dell’immigrazione, difendere i confini meridionali del continente, distinguere i nuclei familiari che fuggono da guerre e persecuzioni dagli immigrati economici, sconfiggere trafficanti di esseri umani e scafisti, evitare che l’immigrazione irregolare soppianti quella regolare di cui tutti hanno bisogno. Vedremo cosa accadrà nel G20 a Bali””Tutti oramai ci siamo resi conto che le modalità fin qui attuate sono del insufficienti -ha osservato- e va messa in campo un’altra strategia che prevede investimenti europei in Africa per garantire sviluppo e benessere e hot spot gestiti da organismi internazionali in nord Africa”.Secondo Rampelli “i migranti che arrivano in Germania sono per lo più ucraini oggi e siriani ieri, cioè rifugiati de facto. Da noi arrivano invece soprattutto immigrati economici così come certificano le commissioni prefettizie che ne esaminano lo status”. “E comunque – ha concluso Rampelli al di là dell’internazionale del sovranismo, troppe volte citata a vanvera, c’è l’internazionale dell’egoismo, rappresentata dai Paesi dell’Europa settentrionale, che fa molti più danni all’Ue come dimostrano l’impossibilità di apporre un tetto al prezzo del gas per difenderci dall’aggressione speculativa, le resistenze sulla riforma del patto di stabilità, ieri il veto sul Recovery fund”.
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Presentazione rapporto immigrazione
Posted by fidest press agency su martedì, 4 ottobre 2022
Roma Venerdì 7 ottobre 2022 alle ore 11.00 in via Aurelia, 796 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes presentano la nuova edizione del Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Tema di quest’anno è quello scelto da papa Francesco per la 108esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è celebrata lo scorso 25 settembre: “Costruire il futuro con i migranti”. I lavori saranno aperti dal presidente della Caritas Italiana, S.E. Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia.A presentare i dati due dei curatori del Rapporto Immigrazione, Manuela De Marco di Caritas Italiana che illustrerà i principali dati del Rapporto e Simone M. Varisco della Fondazione Migrantes che fornirà spunti di riflessione su “L’immigrazione fra comunicazione e pastorale”. Seguirà il Ministro Patrizio Bianchi parlerà che si soffermerà su “Orientamenti e prospettive dell’istruzione in tema di immigrazione”. Subito dopo ci sarà l’intervento di S.E. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana su “I migranti dentro il cammino sinodale della Chiesa in Italia”. È previsto infine un focus della giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan su “Italiani madrelingua. Il polmone verde della cultura italiana”. Le conclusioni sono affidate a S.E. Mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes e arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Modererà Oliviero Forti di Caritas Italiana.
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Una testimonianza sull’immigrazione
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 novembre 2021
Eros Tetti (giornalisti-indipendenti-attivisti) ci segnala una lettera di Cecilia Zera che ha scritto a proposito degli immigrati in Italia. E’ una pagina interessante e che fa meditare su una problematica italiana tra le più spinose soprattutto per una classe politica incapace d’affrontare i problemi per risolverli invece di girarci intorno solo per suscitare polemiche artificiose: “Insegno Italiano ai migranti e da tre anni sto seguendo molto da vicino le storie di ragazzi che, quando non formati già nel loro paese e quindi già avvantaggiati, finiscono quasi inevitabilmente per delinquere proprio “grazie” al nostro sistema di accoglienza. I decreti sicurezza hanno dato il colpo di grazia in questo senso ma inviterei a non nasconderci dietro a quei mostri senza andare a vedere anche se le strutture preposte ad accogliere e integrare le persone migranti in Italia funzionino e non abbiano nei importanti. Non parlo solo dei CPR che in modo evidente e vergognoso violano i diritti umani, parlo anche degli SPRAR che una volta finito il periodo di accoglienza di una persona la buttano fuori senza seguirla più o passare la palla a qualche altra struttura, della totale mancanza di un supporto psicologico serio a persone che hanno vissuto l’inferno delle carceri libiche e il terrore sui barconi.Parlo delle complicazioni burocratiche per il rinnovo dei documenti e dei permessi di soggiorno, parlo dei legali che ci lucrano sopra, parlo dei cosiddetti “tirocini” lavorativi in aziende convenzionate che assumono pochissimo e si avvalgono del lavoro sottopagato di tirocinanti in loop ecc.Il sistema dell’accoglienza è evanescente e storto. L’unica vera forza è il volontariato di singole persone e associazioni come Baobab, la Caritas, cooperative sociali. Il sistema è fatto apposta per creare criminalità. Quanto meglio potrebbero essere impiegati tutti i soldi spesi dallo Stato per i legali di ufficio, i processi, i soggiorni in carcere o nei CPR di persone abbandonate alla disperazione?”
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Urge una nuova legge d’immigrazione
Posted by fidest press agency su venerdì, 29 ottobre 2021
Amsi,UMEM ,Co-mai e Movimento Uniti per Unire; Urge intensificare la collaborazione tra Europa ed i paesi di origine dei migranti in modo continuo, costruttivo e trasparente e non in modo sporadico e lasciarli da soli compreso l’Italia.I numeri sono indispensabili per inquadrare qualsiasi problema anche quello dell’immigrazione: fino al 22 ottobre in Italia sono sbarcati 51.568 migranti rispetto ai 26.683 dell’anno scorso a conferma che la rotta del Mediterraneo centrale è quella più percorsa dai trafficanti di esseri umani. Oltre 14.000 sono i tunisini, 6.000 i bengalesi e più di 5.000 gli egiziani .E poi, per l’Afghanistan che ormai è passata tra i conflitti dimenticati; ai confini tra Europa e Asia ci sono 3,5 milioni di profughi afghani in Iran dopo la presa del potere dei talebani , circa 2 milioni sarebbero pronti a muoversi e 2.000 afghani ogni giorno cercano di entrare in Turchia dove nel territorio turco ci sono già 300.000 afghani. Inoltre, ultimi dati fino allo scorso settembre indicano che nel Mediterraneo centrale l’aumento rispetto all’anno scorso è stato dell’87 per cento e lungo la rotta dei Balcani occidentali del 148 per cento. Proprio perché la pressione migratoria aumenta, la riunione del Consiglio europeo è stata tesa e spigolosa su diversi temi come i movimenti secondari, il comportamento della Bielorussia contro le frontiere dell’Unione europea e l’equilibrio tra solidarietà e responsabilità, che comporta anche una migliore (nelle intenzioni italiane) suddivisione dei soldi. È quest’ultimo punto, introdotto nel documento finale, che il presidente del Consiglio ha sottolineato alla fine del vertice: Mario Draghi si è detto molto soddisfatto perché inizialmente nel testo erano citati solo i movimenti secondari e, soprattutto, perché si “è aperto uno spiraglio sulla discussione sul Patto sulla migrazione e l’asilo, ferma da un anno”.”Per tutti i dati e le dichiarazioni illustrati ci appelliamo al Presidente Draghi per intensificare l’impegno affinché l’Italia possa ottenere un accordo per una nuova legge d’immigrazione europea che viene aggiornata ad oggi prendendo in considerazioni tutti i cambiamenti geopolitici ,effetto pandemia ,carenza di professionisti della sanità in Italia e nel mondo ,Salute Globale ,responsabilizzare di più i paesi di origine dei migranti e dei rifugiati a combattere il mercato degli esseri umani e della corruzione nel mercato dell’immigrazione irregolare nei punti di partenza e non solo d’arrivo. Cosi Dichiara Foad Aodi, Presidente Associazione medici di origine straniera in Italia(Amsi) e Unione medica euro mediterranea (Umem) e membro Commissione Salute Globale Fnomceo Ufficio Stampa Amsi http://www.amsimed.org
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Arriva il nuovo Dossier Statistico Immigrazione
Posted by fidest press agency su domenica, 10 ottobre 2021
Roma. Giovedì 28 ottobre, alle ore 10.30, il Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, presenterà a Roma il Dossier Statistico Immigrazione 2021. Il convegno si svolgerà in presenza, presso il Nuovo Teatro Orione (via Tortona 7, Metro Re di Roma) e in diretta streaming sul sito e sul canale Youtube di IDOS. Interverranno autorevoli esperti del mondo sociale, istituzionale e della comunicazione, tra cui: Nello Scavo, inviato di Avvenire; Cecilia Strada, responsabile comunicazione della ong ResQ People Saving People; suor Gabriella Bottani, responsabile di Talitha Kum, Rete internazionale contro la tratta di persone; Ada Ugo Abara, fondatrice dell’associazione Arising Africans; Paolo De Nardis, presidente del “S. Pio V”; Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese. In contemporanea, il Dossier sarà presentato anche in tutte le regioni e province autonome, nei luoghi e secondo modalità che saranno comunicate prossimamente sul sito di IDOS.La 31ª edizione del Dossier è sostenuta dall’Otto per Mille della Tavola Valdese e dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. A queste due organizzazioni, quest’anno si uniscono altri enti nazionali (Assindatcolf, Cittalia – Fondazione Anci, Enasc, Federcolf, Inas Cisl, Oim, Patronato Acli, Uil) e regionali (diverse Università, sindacati e organizzazioni del terzo settore) che nei prossimi mesi collaboreranno con IDOS a una capillare campagna nazionale di disseminazione del Dossier attraverso decine di eventi pubblici (convegni, conferenze, seminari, giornate di studio, incontri, corsi, seminari, workshop ecc.). Dallo scenario internazionale ed europeo ai flussi e alle presenze in Italia, dall’inserimento sociale al quadro economico e occupazionale, più di 100 autori e organizzazioni attive nello studio delle migrazioni analizzano, con l’aiuto dei numeri, in particolare come la vita di autoctoni e immigrati è stata condizionata dal Covid-19 e dalla conseguente crisi sanitaria, sociale, economica e lavorativa.Un contributo prezioso è assicurato dai 21 capitoli di approfondimento dedicati a ciascuna regione e provincia autonoma d’Italia, curati da ricercatori e operatori della rete territoriale del Centro Studi IDOS. Ciascun capitolo è corredato da una tavola statistica sull’immigrazione in regione, da una pagina di infografiche e, per la prima volta, da un’innovativa scheda a cura di Cittalia – Fondazione Anci sugli enti titolari di progetti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) in ogni regione, con relativo numero di progetti e posti. Chiude il volume un’ampia appendice statistica, con tabelle dettagliate per territorio, aree di origine e caratteristiche della popolazione di cittadinanza straniera.In vista dell’evento del 28 ottobre, sulla pagina Facebook di IDOS è intanto iniziata la pubblicazione di diverse anticipazioni, infografiche e pillole video di alcuni protagonisti del Dossier (tra cui il fondatore Franco Pittau, Gianfranco Schiavone, Antonello Mangano, Franca Di Lecce, Alessio D’Angelo).Solo durante la presentazione, il Dossier sarà scaricabile in forma gratuita dal sito di IDOS, mentre il pubblico in sala riceverà la copia cartacea. Ingresso a numero limitato e fino a esaurimento posti.
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30° Dossier Statistico Immigrazione
Posted by fidest press agency su martedì, 28 settembre 2021
Il Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione e con il supporto dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo di OIM – Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ha pubblicato la versione inglese del Dossier Statistico Immigrazione 2020, ora disponibile in PDF insieme a un video di presentazione sul sito http://www.dossierimmigrazione.it. Con questa 30° edizione pubblicata nel 2020, il Dossier Statistico Immigrazione si conferma l’annuario socio-statistico sull’immigrazione più ampiamente distribuito in Italia. Il Rapporto raccoglie i capitoli fondamentali della versione originale in lingua italiana, appositamente selezionati e revisionati per un pubblico internazionale che intenda documentarsi, attraverso analisi dettagliate e dati aggiornati, sulla situazione dell’immigrazione in Italia. Nel 2020 5,3 milioni di cittadini stranieri risultavano regolarmente residenti in Italia (pari all’8,8% della popolazione totale), di cui 3,6 milioni erano cittadini con comunitari. Dopo la Brexit l’Italia è, perciò, diventata il secondo Paese più importante di immigrazione dopo la Germania, che accoglie a sua volta 10,1 milioni di residenti stranieri. Dalla risposta alle sfide che questo fenomeno epocale e irreversibile pone ai singoli Paesi e all’Unione europea nel suo complesso dipende il futuro delle nostre società complesse, già pluraliste e multiculturali. A causa delle connessioni strutturali che le migrazioni hanno con fenomeni planetari altrettanto importanti (come la sperequazione dei beni e delle risorse, la crisi ambientale, le guerre, le persecuzioni e le crisi politiche), le risposte dovranno necessariamente essere elaborate e discusse nel più ampio contesto globale e internazionale. “Portare all’attenzione del pubblico internazionale un’analisi approfondita della situazione migratoria in Italia, attraverso questa raccolta di capitoli significativi del Dossier Statistico Immigrazione di IDOS, permette agli analisti esteri di conoscere in maniera più approfondita le condizioni sociali, culturali e occupazionali in cui gli immigrati si trovano a vivere in uno dei Paesi di immigrazione più strategici dell’Unione europea. IDOS è particolarmente felice di poter rendere disponibile, grazie al supporto e alla collaborazione dell’OIM, questo strumento conoscitivo a tutti gli stakeholder internazionali, nella prospettiva di una consapevolezza sempre più chiara di un fenomeno decisivo per la nostra convivenza” ha commentato Luca Di Sciullo, Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS. A questo riguardo, il Dossier Statistico Immigrazione in lingua inglese rappresenta uno strumento di conoscenza utile a conseguire e a promuovere una comprensione più profonda delle dinamiche migratorie in Italia, anche allo scopo di contribuire a ideare e attuare politiche e azioni più efficaci. “È un piacere per l’OIM supportare IDOS nella messa a disposizione in inglese di alcuni capitoli del Dossier Statistico Immigrazione” – conferma Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo. “Questo lavoro fornisce le più recenti riflessioni su temi come i flussi migratori misti nel Mediterraneo, l’importanza delle migrazioni per una ripresa inclusiva e sostenibile dalla pandemia di Covid-19, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti neoarrivati e titolari di protezione internazionale, la cittadinanza e le nuove generazioni di italiani nel sistema educativo e nel mercato del lavoro”. “La versione inglese del Dossier Statistico Immigrazione consentirà ai lettori non italiani di mettere in diretta connessione la situazione italiana con le dinamiche europee di mobilità e migrazione, e il dibattito internazionale sulle opportunità e le sfide della migrazione a livello globale”.
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Breyer e l’immigrazione: la Corte Suprema influenzata dalla politica?
Posted by fidest press agency su domenica, 5 settembre 2021
By Domenico Maceri. “La fedeltà dei giudici sta con l’osservanza della legge, non con il partito politico che li ha aiutati a ottenere i loro incarichi”. Così Stephen Breyer, uno dei nove giudici della Corte Suprema americana nel suo nuovo libro “The Authority of the Court and the Peril of Politics” (L’autorità della Corte e il pericolo della politica), che uscirà fra pochi giorni, edito dalla Harvard University. Breyer voleva ovviamente reiterare il principio dell’indipendenza delle toghe. Non stupisce l’asserzione ma la politica nel sistema giudiziario spesso emerge almeno nella mente dei cittadini americani informati ma anche di tanti altri che seguono casualmente le sentenze della Corte Suprema. Uno di questi casi recenti serve da esempio che ci chiarisce il mix fra sistema legale e politica.In una decisione di 6-3 la Corte Suprema ha respinto il ricorso dell’amministrazione di Joe Biden di abbandonare il Migrant Protection Protocols (MPP), una misura sull’immigrazione creata da Donald Trump. Per ridurre il numero dei rifugiati centroamericani in America, il 45esimo presidente aveva concluso un accordo internazionale per mantenere i richiedenti asilo nel Messico mentre il lento sistema giudiziario americano considerava i loro casi. Trump aveva negoziato l’accordo per ridurre il numero sempre crescente di rifugiati, interpretando i continui aumenti alla frontiera come un’invasione, mantenendo la sua linea “dura” contro gli immigrati. L’accordo, MPP, “Remain in Mexico”, siglato nel 2019, era stato sospeso per 17 mesi, ma il 13 agosto dell’anno in corso, il giudice federale Matthew J. Kacsmaryk, ha ordinato il suo restauro. Kacsmaryk ha giudicato legittima la richiesta di Greg Abbott e Mike Parson, ambedue repubblicani, e governatori del Texas e Missouri rispettivamente. I due hanno giustificato la loro richiesta citando l’onere delle spese dei loro Stati per la presenza di questi rifugiati. L’amministrazione di Biden ha reagito chiedendo alla Corte Suprema di bloccare la decisione di Kacsmaryk. La Corte Suprema ha deciso di mantenere l’ordine del giudice federale e dare tempo alla Corte di Appello del Quinto Circuito di decidere il caso.Si tratta dunque di una sconfitta, almeno temporanea per Biden, che adesso si vede obbligato a riprendere le negoziazioni con le autorità messicane. Lo farà controvoglia ma la Corte Suprema ha anche dato l’incarico a Kacsmaryk di assicurarsi che Biden la prenda sul serio. In caso contrario vi potrebbero essere altre conseguenze legali, che la Corte Suprema ha conferito Kacsmaryk.Né Kacsmaryk né la Corte Suprema hanno considerato la triste situazione dei rifugiati, molti dei quali sfuggono alla violenza dell’America Centrale. Impedendogli di entrare negli Usa continua i pericoli per la loro vita poiché la sicurezza in Messico non è poi tanto migliore dei loro Paesi di origine. Dall’inizio del MPP nel 2019, i rifugiati hanno subito soprusi dentro i confini del Messico. Human Rights First, un’associazione sui diritti umani basata negli Usa, ha rilasciato un rapporto in cui si forniscono dati di 1550 casi di abusi che includono morti, stupri, sequestri contro questi migranti costretti a rimanere nel Messico.Le negoziazioni fra Biden e il Messico potrebbero facilmente andare a monte se le autorità messicane decidono di non cooperare e rifiutarsi di accettare questi rifugiati nel loro territorio. In passato, dopo la richiesta iniziale, i migranti venivano rilasciati nel territorio americano aspettando la data del loro processo. Con frequenza, però, non si presentavano ed entravano nel mercato del lavoro illegalmente. Trump voleva proprio evitare loro l’accesso per limitare o eliminare queste situazioni. La decisione temporanea della Corte Suprema sembrerebbe avere poco a che fare con la politica ma difatti si tratta proprio del contrario. A cominciare dal fatto che Kacsmaryk era stato nominato da Trump. C’è poi ovviamente il costante conflitto politico fra governatori repubblicani e un presidente democratico. Kacsmaryk ha chiarito che la necessità di restaurare il MPP era dovuta agli aumenti dei rifugiati al confine. In effetti ha usato una giustificazione politica e non legale. Ha spiegato che il Missouri e il Texas ne facevano le spese per i costi di servire questi rifugiati per quanto riguarda la sanità e l’istruzione dei loro figli. Fare ricorso al sistema giudiziario spesso è l’unico modo per risolvere i conflitti. In questo caso la Corte ha deciso di rimandare tutto e probabilmente riconsiderare il caso nei prossimi mesi. Nel frattempo, l’immigrazione, compito del governo federale e non statale, viene consegnato al volere degli Stati, mediante l’uso del giudice Kacsmaryk.La decisione della Corte Suprema sul MPP conferma la linea poco chiara che esiste fra legalità e l’influenza delle considerazioni politiche. Il giudice Breyer non vede queste acque sporche. Per lui tutto è limpido e cita l’indipendenza della Corte Suprema, facendo riferimento al fatto che, nonostante i suoi dissensi giudiziari espressi per iscritto, il sistema funziona. La richiesta di Trump alla Corte Suprema di ribaltare l’elezione del 2020 è stata respinta. Il fatto che Trump abbia nominato 3 degli attuali 6 giudici scelti da presidenti repubblicani e solo 3 da presidenti democratici non gli è servito a nulla per i suoi scopi politici. Breyer aggiunge inoltre che la Corte Suprema ha votato 3 volte per mantenere l’Obamacare, la riforma sanitaria del 2010 approvata durante la presidenza di Barack Obama.Breyer però non sembra avere captato che la politica a Washington sia divenuta tossica negli ultimi anni. Il giudice sembra essere congelato negli anni novanta quando lui fu nominato da Bill Clinton e confermato dal Senato con un voto schiacciante di 87 sì e 9 no. Un evento inconcepibile di questi giorni. Breyer non tocca neanche il tasto dell’ipocrisia di Mitch McConnell, senatore repubblicano del Kentucky e Presidente del Senato fino a gennaio del 2021, che ha “rubato” uno dei seggi alla Corte Suprema al presidente Obama. Va ricordato che con la morte di Antonin Scalia all’inizio del 2016, giudice conservatore, McConnell si rifiutò di sottoporre la nomina di Merrick Garland alla conferma perché si trattava di un anno di elezione presidenziale. Quando però poi Trump nominò Amy Coney Barrett per sostituire Ruth Bader Ginsburg, McConnell la fece confermare in tempi rapidissimi con l’elezione del 2020 già in corso, creando una maggioranza di 6 a 3 per giudici del suo partito. Breyer chiude gli occhi a queste considerazioni politiche ma Biden non lo ha fatto. Ecco perché ha istituito una commissione per studiare possibili riforme sulla Corte Suprema. Le raccomandazioni della Commissione dovrebbero arrivare fra breve. Il più presto possibile andrebbe bene per ristrutturare la Corte Suprema, che pende a destra, anche se Breyer non lo riconosce. Le ultimissime notizie ne confermano l’emergenza. La Corte Suprema, con un voto di 5-4 si è rifiutata di sospendere la nuovissima legge draconiana del Texas che proibisce l’aborto dopo sei settimane di gravidanza, anche in caso di stupro o incesto. Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California.
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Emergenza immigrazione
Posted by fidest press agency su martedì, 29 giugno 2021
“Più di 19 mila sbarchi quest’anno: la maggior parte dei migranti non ha nemmeno diritto a rimanere in Italia. Questo crea, oltre ai problemi di integrazione, anche evidenti rischi legati alla sicurezza. E il tutto si svolge durante una pandemia. C’è un’emergenza, ma c’è anche chi fa finta di non vederla”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dopo le parole del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che ha definito “esagerato parlare di emergenza immigrazione”, rilasciate a Skytg24.
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Il disegno di legge sull’immigrazione di Biden: giusta strada ma successo non assicurato
Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021
By Domenico Maceri. In una recente comunicazione della Casa Bianca per introdurre una nuova proposta di legge il presidente Joe Biden ha dichiarato di essere entusiasta di cooperare con i leader delle due Camere per correggere “le malefatte dell’amministrazione precedente e restaurare la giustizia e l’ordine” al sistema di immigrazione. Sono passati 31 anni dall’ultima riforma sull’immigrazione avvenuta nel 1986 durante l’amministrazione di Ronald Reagan che regolarizzò lo status di 3 milioni di immigrati entrati negli Usa senza autorizzazione legale, aprendo loro la porta al percorso della cittadinanza americana e l’integrazione. Poi dei piccoli tentativi di migliorare il nodo dell’immigrazione senza successi. Un altro tentativo che sfiorò il successo emerse nel 2013 mediante una riforma bipartisan guidata da un gruppo di otto senatori dei due partiti approvata dal Senato con un voto di 68 favorevoli e 32 contrari. Il disegno di legge alla fine naufragò alla Camera poiché l’allora speaker, John Boehner, cedendo alle pressioni del caucus di ultra destra dei Tea Party, non sottomise la proposta al voto.Barack Obama aveva sperato e lavorato per l’approvazione di quella legge ma dopo avere accettato la sconfitta alla Camera cercò di agire senza assistenza delle legislature con un ordine esecutivo, il cosiddetto DACA (Deferred Action on Childhood Arrivals). Il decreto diede residenza temporanea ai “dreamers”, i giovani portati negli Stati Uniti da genitori senza permessi legali. Sono stati definiti “dreamers” (sognatori) perché anelano diventare legalmente ciò che a tutti gli effetti sono già, ossia americani, poiché cresciuti negli Usa, conoscendo poco o niente del Paese di origine dei loro genitori. Donald Trump cercò di abrogare il decreto di Obama ma alla fine la Corte Suprema gli legò le mani e il programma continua tuttora.Nella campagna elettorale del 2020 Biden aveva promesso di introdurre legislazione sull’immigrazione nei primi cento giorni di amministrazione. Il disegno di legge appena annunciato mantiene la promessa, e non è molto diverso da quello della proposta di legge del 2013. Include la regolarizzazione degli undici milioni di immigrati arrivati prima del 2021 senza autorizzazione legale. In effetti, vuole evitare di incoraggiare nuovi individui ad entrare nel Paese senza documenti. I “dreamers”, i lavoratori agricoli, e quegli individui che stanno beneficiando di un TPS (Temporary Protected Status), un permesso temporaneo per stranieri la cui deportazione li metterebbe a rischio nei loro Paesi di origine, potrebbero fare domanda di cittadinanza in tre anni. Gli altri dovrebbero aspettare otto anni. Tutti dovrebbero sottomettersi a controlli e dovrebbero avere la fedina penale pulita.Non appena annunciato il programma alcuni senatori repubblicani lo hanno bollato di amnistia e quindi senza speranza del loro supporto. Questi dimenticano ovviamente che Ronald Reagan, il loro paladino repubblicano, fece la stessa cosa nel 1986. C’è anche una buona dosi di ipocrisia. Uno dei più vociferi oppositori della proposta di Biden è proprio Marco Rubio, repubblicano della Florida, il quale era stato uno degli otto senatori che aveva promosso la riforma del 2013. Adesso però il Grand Old Party (Gop) si è trasformato da un partito identificato come protettore della libera iniziativa a uno dominato dal culto all’ex presidente Donald Trump e la sua politica anti-immigrati. Recentissimi sondaggi confermano che l’ex presidente continua a dominare l’ideologia del partito nonostante le potenti voci dissidenti rappresentate da Mitch McConnell (Senato) e Liz Cheney (Camera) che hanno preso le distanze da Trump, cercando di metterlo da parte.La reazione di Rubio ci fa credere che la forma attuale della proposta di Biden avrebbe serissime difficoltà di ottenere 60 voti al Senato per potere avanzare al voto. Una soluzione parziale potrebbe fare includere alcune componenti popolari come la cittadinanza ai “dreamers” e includerla nel pacchetto di stimolo sul coronavirus. Questa strada non appare essere considerata da Biden al momento. Un’altra strada plausibile sarebbe di spacchettare il programma comprensivo dividendolo in “bocconcini” più facili da digerire. La cittadinanza ai “dreamers” sarebbe popolare poiché è supportata dal 70 percento degli americani.Nel soggetto di immigrazione Biden ha già cominciato a ribaltare le componenti più estremiste iniziate dal suo predecessore. I richiedenti asilo non devono continuare ad attendere in Messico secondo l’accordo di Trump e il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador. La costruzione del muro alla frontiera sud è stata sospesa e persino il linguaggio di riferirsi agli immigrati è stato umanizzato. Non si parla più dei residenti senza documenti legali come “alien” (stranieri o alieni di altri pianeti), ma di “non cittadini”, “vicini”, “amici” e “membri della comunità” poiché gli 11 milioni di questi individui sono già nel Paese. Il loro contributo è notevole e la loro assenza devasterebbe l’economia e le loro famiglie, molte delle quali sono “miste” poiché includono membri nati in America e legalmente cittadini americani. Si tratta di individui con radici in America che non si auto deporteranno, come aveva suggerito Mitt Romney, candidato alla presidenza nel 2012. Non a caso, il disegno di legge proposto da Biden è stato introdotto alla Camera dalla parlamentare californiana Linda Sanchez e al Senato da Bob Melendez del New Jersey. La prima è la sesta di sei figli di immigrati messicani della California del Sud e il secondo è figlio di genitori cubani.
La strada all’approvazione della proposta di Biden sull’immigrazione è decisamente in salita considerando il bisogno di 60 consensi al Senato per avanzare al voto. Lo spostamento del Partito Repubblicano all’estrema destra con la continua influenza di idee anti-immigrati riflessi nei quattro anni di mandato di Trump non consente molte speranze. Ciononostante Biden ha il grande merito di avere giustamente riconfermato l’immigrazione come valore aggiunto al Paese invece di influenza distruttiva come la vedeva l’ex presidente degli Stati Uniti. Nel frattempo però Biden continua anche ad agire da solo. Il suo recentissimo ordine esecutivo che ha posto fine al bando di richieste di “green cards”, i permessi di ingresso legale, emanato da Trump, è stato abrogato senza bisogno di azione legislativa. Mettere in atto la riforma comprensiva sull’immigrazione sarà molto più difficile. Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California.
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“Immigrazione, serve equilibrio e discontinuità con governo Conte”
Posted by fidest press agency su martedì, 9 febbraio 2021
Immigrazione, durante le consultazioni “ne abbiamo fatto cenno, non si può far finta che il problema non esista perché alla prima occasione si riproporrà.Va quindi deciso a priori se il governo seguirà la politica migratoria definita dai decreti Lamorgese oppure tornerà alla politica migratoria definita dai decreti Salvini, e in questa seconda ipotesi non siamo disponibili”. Lo afferma Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24. “Con Pd e M5s abbiamo approvato i decreti Lamorgese, la nostra posizione è netta e distante da quella della Lega.” Per il capogruppo di Leu “è corretto porre queste questioni per rispetto del presidente incaricato e per non bruciare una delle figure più rappresentative e garante di fiducia”. Secondo Fornero “la decisione spetterà al presidente incaricato insieme al Presidente della Repubblica, se da una parte una maggioranza larga garantisce i vantaggi numerici dall’altro lato rischia di dividersi e far perdere tempo per mediare al presidente”.
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L’UNHCR accoglie con favore le nuove norme su immigrazione e asilo
Posted by fidest press agency su giovedì, 24 dicembre 2020
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime soddisfazione per l’approvazione delle Legge 173/2020 che converte il decreto legge 130/2020, introducendo diverse modifiche che incideranno positivamente sul sistema d’asilo italiano, facilitando l’integrazione dei rifugiati in Italia.La nuova legge, infatti, riforma il sistema esistente prevedendo l’erogazione di servizi alla persona, inclusi l’assistenza psicologica e i corsi di lingua italiana, che dovranno essere predisposti per i richiedenti asilo nei centri di prima e di straordinaria accoglienza. Inoltre, la legge, attraverso l’istituzione del Sistema d’Accoglienza e Integrazione (SAI), ritorna a proporre il modello “diffuso” che negli anni ha mostrato risultati molto positivi in termini d’inclusione sociale. Infine, viene ripristinato il diritto alla residenza per i richiedenti asilo garantendo loro l’effettivo accesso ai servizi essenziali.La nuova legge pone anche grande attenzione alla condizione delle persone più vulnerabili, portatrici di esigenze specifiche per le quali, in linea con le raccomandazioni dell’UNHCR, è stata prevista l’esclusione dalle procedure di esame della richiesta d’asilo accelerate e la predisposizione di linee guida per la loro pronta identificazione.Un significativo miglioramento è stato apportato alla definizione di protezione speciale che nella nuova formulazione garantisce una piena applicazione degli obblighi internazionali di non rinvio nel Paese di origine.Molto positiva appare anche la nuova formulazione della norma sulle limitazioni al transito delle navi nelle acque territoriali, dalla cui applicazione sono escluse quelle impegnate in operazioni di salvataggio in mare, quando in linea con le indicazioni, rispettose della normativa internazionale, delle autorità competenti.L’UNHCR continuerà nei prossimi mesi a lavorare a fianco dei rifugiati, del Governo, della società civile e del settore privato per migliorare ulteriormente il sistema d’asilo italiano e per promuovere azioni concrete volte a costruire una società inclusiva, in cui i rifugiati possano attivamente contribuire e partecipare alla vita della comunità.
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Migranti: misure di contrasto immigrazione clandestina
Posted by fidest press agency su lunedì, 9 novembre 2020
“Oggi finalmente il ministro dell’Interno Lamorgese annuncia al suo omologo francese che l’Italia contrasterà gli sbarchi illegali con “il posizionamento di assetti navali o aerei che possano avvertire le autorità tunisine di eventuali partenze da quei territori in modo che possano intervenire in autonomia nelle loro acque territoriali”. Come ha giustamente fatto notare il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si tratta della storica proposta di FDI del “blocco navale al largo delle coste africane in accordo con le autorità locali”. Se serve aiuto, visto che il Governo italiano si ritrova solo ora a lavorare a questa ipotesi dopo anni di politiche immigrazioniste, Fratelli d’Italia si mette a disposizione per condividere le ampie conoscenze acquisite sulla materia”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di FdI.
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Immigrazione: Netto calo dei migranti non comunitari
Posted by fidest press agency su martedì, 20 ottobre 2020
Per la prima volta, dopo diversi anni, nel 2019 è diminuito il numero degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia: dai 3.717.000 dell’anno precedente a circa 3.615.000 (una quota sostanzialmente analoga a quella del 2011), per un calo di ben 101.600 unità (-2,7%). In 10 anni, l’unico altro decremento si è verificato nel 2016, a causa del contestuale boom di acquisizioni di cittadinanza (oltre 201.000): una spiegazione che però non vale per il calo del 2019, quando le acquisizioni di cittadinanza non hanno conosciuto un aumento così significativo rispetto all’anno precedente. Lo anticipa il Dossier Statistico Immigrazione 2020, 30° edizione, realizzato dal Centro studi e ricerche IDOS in partenariato con Confronti, che verrà presentato il prossimo 28 ottobre. Al forte decremento del 2019 fa da contrappeso, piuttosto, un corrispondente aumento del numero dei non comunitari scivolati nell’irregolarità: già stimati in 562.000 alla fine del 2018, quando è entrato in vigore il primo Decreto “sicurezza”, si è calcolato che, proprio per effetto di quest’ultimo, sarebbero cresciuti di 120-140.000 nei due anni successivi, arrivando a oltre 610.000 a fine 2019 e a quasi 700.000 alla fine del 2020, se nel frattempo non fosse intervenuta la regolarizzazione della scorsa estate, che ha raccolto in totale circa 220.500 domande.L’abolizione dei permessi per motivi umanitari, stabilita dal Decreto “sicurezza” del 2018, congiunta sia alla politica dei “porti chiusi” e dei respingimenti sia alla perdurante mancanza, dal 2011, di una programmazione degli ingressi stabili di lavoratori stranieri dall’estero, ha contribuito per un verso a svuotare i centri di accoglienza (i cui ospiti sono scesi da 183.800 nel 2017 a 84.400 a fine giugno 2020, per una fuoriuscita netta di quasi 100.000 migranti in appena due anni e mezzo) e per altro verso a un drastico calo della percentuale di riconoscimento delle domande di protezione presentate in Italia (dal 32,2% del 2018 ad appena il 19,7% del 2019, la metà della media europea). Due circostanze che concorrono strutturalmente a ingrossare le fila già assai nutrite degli immigrati irregolari nel paese.Nel primo caso, perché molte delle persone espulse dai centri di accoglienza, dopo il varo del Decreto del 2018, erano richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria che, dispersisi sul territorio, sono di lì a poco divenuti irregolari sia per le più ridotte possibilità di accedere a una forma di protezione sia per l’impossibilità di rinnovare quella umanitaria; e, nel secondo caso, perché l’aumentata quota di “diniegati”, congiunta all’alta probabilità di non poter effettuare il loro rimpatrio a causa dei limitati accordi di riammissione con i paesi d’origine (appena 7.000 rimpatri effettuati nel 2019, il 30,1% dei 23.400 migranti irregolari intercettati nell’anno, solo di poco superiori ai 6.800 rimpatri del 2018 e ai 6.500 del 2017), destina anche costoro al rilascio sul territorio nazionale in una situazione di irregolarità (dopo una inutile reclusione media di circa 60 giorni in un Cpr, su un limite massimo di 180 stabilito – raddoppiando il termine precedente – sempre dal Decreto del 2018).È noto come lo stato di irregolarità esponga gli immigrati non solo a venire sfruttati come lavoratori in nero, e quindi privi di diritti, ma anche a essere reclutati da organizzazioni criminali, che prediligono pescare nel sommerso la manodopera necessaria per le proprie attività illegali. Del resto, ancora una volta nel 2020 il Decreto flussi, appena pubblicato, destina ben i tre quinti degli appena 30.850 “ingressi” annui previsti o a lavoratori stagionali o a conversioni del permesso di soggiorno, cioè o a ingressi temporanei o a immigrati già presenti in Italia.
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«Piano immigrazione della UE: niente redistribuzione automatica in Europa”
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Per chi entra illegalmente in Italia l’unica soluzione è quella del controllo esterno delle frontiere e per i clandestini centri sorvegliati per poter distinguere tra chi ha diritto alla protezione internazionale da chi deve essere rimpatriato. Insomma, dalla Von der Leyen una doccia gelata al governo PD-M5S e alla sua politica delle porte aperte all’immigrazione illegale di massa. Il messaggio dell’Europa è chiaro: “Cara Italia, devi difendere le tue frontiere, perché i clandestini che farai entrare te li devi tenere tu”. Cosa altro serve per fermare la furia immigrazionista della sinistra italiana?». È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
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Stanziati 23 miliardi per l’immigrazione
Posted by fidest press agency su sabato, 15 agosto 2020
E’ previsto nel bilancio dell’Unione europea e a questi fondi si potranno aggiungere quelli dei singoli Stati.Circa la metà dello stanziamento sarà destinato alla attività di controllo delle frontiere e l’altra metà per l’accoglienza.Tutto questo mentre il governo non riesce a regolare il flusso di migranti che proviene dalle coste tunisine. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, come al solito, arriva in ritardo.Eppure, non ci voleva una particolare intelligenza politica per capire che, con la crisi del turismo, voce importante dell’economia tunisina, e il favorevole periodo estivo, ci sarebbe stato un aumento di migranti, con sbarchi a Lampedusa che è a “due passi” dalla Tunisia.E’ Di Maio che doveva attivare, nei mesi precedenti, l’accordo di controllo delle coste tunisine e di rimpatrio per i migranti irregolari. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, non può che dar seguito agli accordi politici con le autorià tunisine e, se questi non ci sono stati, poco poteva fare. Per ultimo registriamo la dichiarazione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare.” E’ caduto dal pero. Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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Immigrazione, agricoltura e mercato nero
Posted by fidest press agency su venerdì, 10 luglio 2020
“Il ministro Bellanova insiste nel sostenere che la sanatoria dai lei fortemente voluta possa risolvere i problemi della mancanza di manodopera in agricoltura. Inutile ripetere che la sanatoria non servirà a dare soluzione al problema che si sta, di fatto, risolvendo da solo con il rientro delle maestranze specializzate che tutti gli anni arrivano da altri paesi in un sistema ormai collaudato. Inutile ripetere che la sanatoria non farà emergere il lavoro nero, che si combatte con mezzi diversi, ma contrariamente sta creando un vero e proprio mercato ‘nero’ dei permessi. Occorre invece dire con chiarezza che bisogna aiutare e facilitare, dove possibile, gli stranieri che in Italia arrivano regolarmente rispettando le regole. Quelli sono coloro che devono essere tutelati affinché non cadano nelle maglie della malavita e dell’illegalità. Quello che va premiata è la legalità non viceversa. Il ministro si concentri sui veri problemi degli agricoltori e lasci stare la demagogia, l’unica cosa veramente invisibile sono le risorse e la mancanza di direttive chiare”. E’ quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra.
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