Un’emergenza epidemiologica e clinica a livello mondiale (ma anche nazionale) che nel 2016 ha portato alla morte di 828.940 persone a livello globale. Stiamo parlando delle malattie croniche del fegato, al centro di un ciclo di incontri organizzati da Motore Sanità, che ha coinvolto medici ed esperti del settore per capire i campi d’intervento e le nuove frontiere della tecnologia per contrastare questa patologia. Non si tratta poi solo di cura della fase acuta della malattia ma anche di prevenzione. Il Global Burden of Diseases infatti stima che per il 2040 ci possa essere un incremento del numero di decessi per carcinoma epatico e per cirrosi epatica rispettivamente del 100% e del 50%. Per intervenire in questo contesto tutti i professionisti del settore socio sanitario possono contribuire a una diagnosi più specifica e tempestiva, a partire dai medici di famiglia, che hanno però bisogno di un aggiornamento per quanto riguarda le diverse tipologie di trattamento. Fra le malattie croniche del fegato particolarmente grave è l’encefalopatia epatica, presente in almeno il 20% dei pazienti cirrotici. La presa in carico di questi pazienti deve garantire un accesso uniforme alle cure, ma soprattutto una corretta aderenza alla terapia fondamentale per prevenire le gravi complicanze. Per questo motivo è stato evidenziato nel ciclo di incontri l’importanza di ripensare l’organizzazione della gastroenterologia del territorio. Serve un impegno di tutti gli attori coinvolti per non fare mancare nei Piani regionali per l’assistenza alla cronicità la giusta attenzione per questi pazienti, attraverso una collaborazione tra medicina ospedaliera e territoriale. Nel ventaglio di patologie legate al fegato troviamo anche le malattie epatiche autoimmuni dell’adulto come la colangite biliare primitiva (PBC), l’epatite autoimmune (AIH), la colangite sclerosante primitiva (PSC) e la malattia epatica IgG4 mediata. Sono malattie considerate relativamente rare ma se non diagnosticate e non curate adeguatamente progrediscono in termini di severità clinica sino alle fasi di cirrosi scompensata del fegato e, caratteristica della PSC, al colangiocarcinoma.Anche in questo caso il nodo centrale rimane la formazione dei medici di base per una corretta e tempestiva diagnosi. Ad aiutare in questi percorsi diagnostici non sempre immediati arriveranno anche le risorse del PNRR (Piano Nazionale di ripresa e resilienza), che offrono importanti strumenti per migliorare la gestione dei pazienti fragili come quelli con cirrosi epatica. Le stime più recenti parlano di circa 1 milione di morti nel mondo ogni anno per cirrosi, posizionandosi all’undicesimo posto per causa di morte più comune, ed è anche la terza causa di morte tra le persone di età compresa tra 45 e 64 anni, risultando responsabile, insieme al cancro al fegato, del 3,5% di tutti i decessi in tutto il mondo. Ci sono diversi esempi virtuosi in tal senso. Ad esempio in Abruzzo è stato stilato un PDTA per la cirrosi epatica coinvolgendo sia gli esperti ma anche e soprattutto i medici di medicina generale per evitare il più possibile il ricorso all’ospedalizzazione e la delocalizzazione del paziente: “Proprio dai mmg viene dato al paziente l’input di andare dallo specialista – ha spiegato Pierluigi Cosenza, Direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale della Regione Abruzzo -. Compito fondamentale quindi del medico di medicina generale è identificare precocemente il paziente epatico a rischio evolutivo ed indirizzarlo dallo specialista per poi riprenderlo in carico nella fase di cura e monitoraggio”. Per le malattie croniche del fegato esiste poi un sommerso che deve essere al centro di un percorso di diagnosi puntuale. Il Covid ha avuto un effetto dannoso sulla prevenzione delle malattie infettive, una fra tutte l’HCV quindi anche sull’impiego dei test per la diagnosi precoce dell’infezione. Bisogna realizzare test al di fuori dagli ospedali per identificare quei pazienti con epatite C non ancora raggiunti dai servizi sociosanitari. Questo può essere possibile solo attraverso strutture sul territorio, come i SerD e i Centri di malattie sessualmente trasmesse. By Alessia Testori
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Incremento del numero di decessi per carcinoma epatico e per cirrosi epatica
Posted by fidest press agency su lunedì, 8 agosto 2022
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Incremento Fondo sanitario
Posted by fidest press agency su martedì, 26 ottobre 2021
“Bene l’incremento del Fondo sanitario nazionale, frutto delle rivendicazioni sindacali di questi mesi difficili di pandemia e anche prima. La salute è un investimento sul futuro ed è un bene archiviare la stagione dei tagli. Ora queste risorse siano vincolate ad un piano straordinario di assunzioni e al potenziamento degli organici in Sanità, insieme alla stabilizzazione di tutti i precari Covid. Si tratta infatti di risorse di parte corrente che quindi possono essere usate dalle aziende per implementare l’occupazione, visto che, parallelamente, gli stanziamenti previsti dal Pnrr saranno utilizzati per potenziare l’offerta e l’organizzazione sanitaria territoriale. Dobbiamo davvero dare risposte agli operatori sanitari in termini di salari, occupazione e valorizzazione professionale ma possiamo anche migliorare la qualità dell’assistenza ai cittadini. Ora accelerare su riforme, assunzioni e rinnovo contrattuale”. È quanto dichiarano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl commentando le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha annunciato un incremento in manovra del Fondo sanitario di 2 miliardi nel 2022, di 4 nel 2023 e di 6 nel 2024 quando si arriverà a 128 miliardi complessivi.
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Incremento della mortalità del 13% in proporzione all’esposizione all’ammoniaca nell’aria
Posted by fidest press agency su martedì, 20 aprile 2021
“Sono queste le conclusioni dello studio del prof. Contiero della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, e di altri ricercatori del medesimo istituto, di istituti scientifici siciliani e di ARPA Sicilia. In data 15 aprile è stato finalmente pubblicato questo studio ecologico che dimostra con modelli avanzati, che hanno tenuto conto di molti fattori confondenti, l’incremento della mortalità del 13% in proporzione all’esposizione all’ammoniaca nell’aria delle province delle regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna. Come regione di controllo è stata usata la Sicilia”, dichiara il deputato M5S Alberto Zolezzi.“Questo è uno spunto per comprendere non solo la mortalità Covid-19 più elevata in alcuni territori ma anche il ruolo dell’ammoniaca nei focolai riscontrati nel settore della macellazione e dell’allevamento. E questo deve porre un grande allarme non solo per il settore degli allevamenti ma anche per le cosiddette bioenergie che vedono centinaia di richieste in tutta la Pianura Padana e non solo.”“L’ammoniaca – spiega Zolezzi – è rilasciata in aria per il 93% nel settore degli allevamenti ma anche da inceneritori di rifiuti e impianti di combustione vari (turbogas ecc), usata in enormi quantità proprio per aumentare il pH dei fumi.Nello studio di Dario Agnoletto “Covid-19 and rural landscape: The case of Italy.” si vede che le regioni ad alta intensità agroenergetica sono state più colpite delle altre. Gli impianti bioenergetici (biogas, biomasse ecc) sono citati espressamente nello studio. quindi sembrerebbe attivare il recettore ACE2 che fa entrare il nuovo Coronavirus nelle cellule respiratorie. Questo vuole dire che non è necessario solo chiudere gli allevamenti di visoni, ma anche progressivamente dimezzare i capi allevati negli altri allevamenti (come richiesto da Greenpeace nel corso dell’audizione sul PNRR).La creazione di un’agenzia che studierà i rapporti fra ambiente e salute, contenuta nelle bozze del PNRR è una buona notizia e speriamo rimanga nel testo finale.”“Gli studi ecologici su inquinamento e Covid-19 sono oltre 400 e vedranno successivi studi individuali a consolidare i risultati, ma dobbiamo ricordare che ci sono già studi individuali consolidati che dimostrano un aumento della mortalità per polmonite in seguito all’esposizione a polveri sottili.Si può stimare che per adeguarsi al regolamento UE dovranno essere dimezzati i capi allevati e conviene disegnare già oggi la transizione per arrivare fra pochi mesi a un sistema più sostenibile, i fondi del PNRR devono portare anche alla riconversione di una zootecnia che produce 80 kg di carne per italiano ogni anno, di cui metà viene esportata (dati Coldiretti), con una sostenibilità generale che si può stimare in 10 kg pro capite all’anno e con falde in infrazione per i nitrati per l’80% della superficie agricola lombarda (sempre per essere europeisti).Il particolato che respiriamo in Italia è per il 19% dovuto alla zootecnia nel bacino padano ed è quindi responsabile di circa 13 mila decessi in Italia ogni anno secondo la speciazione Ispra. Siamo in infrazione UE qualità dell’aria e se vogliamo essere europeisti è necessario uscire da queste infrazioni e respirare aria buona, dimezziamo i capi allevati e diamo qualità di vita ai nostri bambini e agli animali oggi per esserci come specie nel 2050”, conclude Zolezzi.
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La crisi dei cimiteri capitolini
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 marzo 2021
Roma. “Il forte incremento di decessi a causa dell’epidemia e la conseguente necessità di provvedere alla tumulazione di un ingente numero di salme in breve tempo, ha evidenziato le forti carenze strutturali dei cimiteri della Capitale e del territorio sub urbano. In pratica si corre il rischio che a breve possano mancare i loculi per accogliere i defunti, non avendo l’amministrazione Raggi provveduto agli ampliamenti previsti. Pesanti ritardi si registrano nella concessione delle licenze edilizie per la costruzione di tombe nel cimitero di Prima Porta per il quale tante richieste presentate da privati ed agenzie funebri risultano inevase. Al cimitero del Verano ci sono da tempo alcune centinaia di loculi vuoti, ma ancora non vengono messi all’asta dal Comune. La mancanza di personale già riscontrata prima del Coronavirus, rende oltremodo difficoltoso il reperimento di nuove sepolture, anche perché la procedura di riesumazione e trasferimento all’ossario per avvenuta scadenza della concessione dei loculi, è stata molto rallentata non essendoci sufficienti operatori cimiteriali per provvedere alle cosiddette seconde sepolture e contemporaneamente, alla tumulazione delle salme che afferiscono ogni giorno. Rileviamo a questo proposito il mancato completamento del concorso per 20 seppellitori che se fossero stati assunti, avrebbero compensato le defezioni dovute ai contagi da Covid19 che in queste ultime settimane hanno pressoché dimezzato gli effettivi del servizio cimiteriale. Pure gli uffici per il rilascio della documentazione avrebbero bisogno di un rinforzo di altri impiegati, poiché dopo le chiusure al pubblico e il passaggio alla modalità online, si sono allungati notevolmente i tempi di lavorazione delle pratiche per la cremazione, anche in considerazione dell’aumentata richiesta di tale rito funebre. Di nuovo rilanciamo l’allarme degli imprenditori delle agenzie funebri che, registrando contagiati tra i loro operatori incaricati di presentare la documentazione per le pratiche cimiteriali, chiedono da tempo l’inserimento nella programmazione delle vaccinazioni per le categorie professionali a rischio, sia del loro personale che dei dipendenti Ama di questo servizio.” Così in un comunicato Fabrizio Ghera capogruppo di Fdi alla Regione Lazio, Francesco Figliomeni (Fdi) vice presidente dell’Assemblea Capitolina.
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Nel 2019 gli acquisti online in Italia sfiorano i 31,6 miliardi di euro
Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 ottobre 2019
Prosegue la crescita dell’eCommerce B2c in Italia. Il valore degli acquisti online sfiora nel 2019 i 31,6 miliardi di euro, +15% rispetto al 2018: l’incremento in valore assoluto è il più alto di sempre (4,1 miliardi di €). Questo lo scenario presentato dall’Osservatorio eCommerce B2c, che quest’anno festeggia i 20 anni dalla prima rilevazione, al convegno promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm intitolato “L’eCommerce B2c: il motore di crescita e innovazione del Retail!”.*
“Anche quest’anno la crescita è trainata dall’acquisto di prodotti, che raggiungono i 18,1 miliardi di euro (+21%) grazie a 281 milioni di ordini e a uno scontrino medio di circa 66 euro. Sono positivi i risultati fatti registrare sia dai comparti storici (Informatica ed elettronica e Abbigliamento), sia da quelli emergenti (Arredamento & home living, Food&Grocery e Beauty). Nel 2019 le spedizioni eCommerce B2c, esclusi i resi, raggiungono il numero record di 318 milioni.” Afferma Riccardo Mangiaracina, Responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano “La componente dei servizi è entrata, invece, in una fase di maturità: con un incremento di quasi un miliardo di euro (+8%), raggiunge i 13,5 miliardi di euro grazie a 60 milioni di ordini e a uno scontrino medio di circa 228 euro”. Tra i prodotti, l’Informatica & Elettronica si conferma il comparto più rilevante (+19% e un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro) seguito dall’Abbigliamento (+16%, 3,3 miliardi di euro). Tra i settori con il ritmo di crescita più elevato troviamo l’Arredamento & Home living (+30%, 1,7 miliardi di euro) e il Food&Grocery (+42%, 1,6 miliardi di euro).
L’Editoria supera il miliardo di euro (+8%) mentre gli acquisti in tutti gli altri comparti di prodotto valgono insieme 5,2 miliardi di euro nel 2019, in crescita del +21% rispetto al 2018. In questo aggregato si distingue il contributo dei Ricambi auto, con pezzi di ricambio e pneumatici per un valore di 760 milioni di euro (+24%), dei Giocattoli, con 602 milioni (+18%) e del Beauty, con l’acquisto di profumi e cosmetici per un valore di 568 milioni (+27%). Tra i servizi, il Turismo e Trasporti, con 10,9 miliardi di euro, è ancora il primo comparto dell’eCommerce italiano. La crescita (+9%) è determinata dagli acquisti di biglietti per i trasporti ferroviari e aerei, dalla prenotazione di appartamenti e case-vacanza (attraverso gli operatori della sharing economy) e dalla prenotazione di camere di hotel. Gli acquisti online nelle Assicurazioni valgono 1,5 miliardi di euro (+6%) e rimangono focalizzati sulle RC Auto. I comparti di servizio aggregati nell’Altro valgono 1,1 milioni di euro, in linea con il valore del 2018. Rimangono importanti, in questa categoria, i contributi del Ticketing per eventi e delle Ricariche telefoniche.
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UNC: auto blu salgono da 3.068 a 3.366, +9,71%
Posted by fidest press agency su domenica, 5 Maggio 2019
Secondo i risultati del censimento sul 2018 realizzato dal ministero della P.a, sono 33.527 le vetture a disposizione delle amministrazioni pubbliche, ma quelle blu, ossia quelle con conducente, sono 3.366, il 10,04% dell’intero parco.”Purtroppo salgono le auto blu, che passano dalle 3.068 del 2017 a 3.366 del 2018, 298 auto in più, con un rialzo del 9,71 per cento” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Certo, l’incremento dipende anche dal numero maggiore di enti monitorati, ma non si può comunque sostenere che vi sia stata la famosa spending review. Sul totale delle auto, infatti, la percentuale di quelle blu sul totale scende solo dal 10,5% del 2017 al 10,04% del 2018, decisamente troppo poco” conclude Dona.Le auto censite nel 2017 erano 29.195.
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Roma: sempre più digitale
Posted by fidest press agency su sabato, 30 marzo 2019
È quanto emerge dalle rilevazioni periodiche effettuate dal Dipartimento Trasformazione Digitale di Roma Capitale in cui sono evidenziati i numeri della digitalizzazione relativi all’amministrazione. I visitatori unici del portale istituzionale, che nel 2018 sono stati oltre 14 milioni, nel primo bimestre 2019 hanno visto un incremento del 4% della media giornaliera. Tra gennaio e febbraio del 2019 i download dal database “Deliberazioni e atti” del sito hanno raggiunto il numero di 120mila con un incremento di oltre il 30% rispetto agli ultimi due mesi dell’anno precedente. La percentuale di certificati emessi online sul totale di quelli che si possono ottenere tramite il sito istituzionale sale dal 51,8% del 2017 al 58,6% del 2018 al 66,7% dei primi due mesi del 2019. In particolare, sono stati quasi 588mila i certificati emessi online nel 2018, con quasi 80mila certificati in meno emessi allo sportello rispetto al 2017.Sono oltre 360mila gli utenti registrati al DigitWiFi di Roma Capitale e, anche a gennaio 2019, si consolida a 17mila il numero medio di accessi effettuati per mese.Sempre più servizi di Roma Capitale utilizzano la piattaforma nazionale dei pagamenti PagoPA. A gennaio 2019 il valore dei pagamenti transitati attraverso il nodo PagoPA è stato infatti di 25.844.559 euro, superando il 94% del totale delle entrate del mese, contro una percentuale 2018 del 92%.“Lo sviluppo e il miglioramento dei servizi digitali per cittadini e imprese rappresentano obiettivi di mandato prioritari. I dati evidenziati confermano l’impegno costante dell’amministrazione sul fronte della trasformazione digitale. Si tratta di risultati riconosciuti anche dalla recente indagine FPA-Dedagroup sulla maturità digitale dei comuni capoluogo nella quale, sulle tre dimensioni di Digital Services, Digital PA e Digital Openness, Roma Capitale risulta tra le città più virtuose” – commenta l’assessora a Roma Semplice Flavia Marzano.
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Legge bilancio: La VII Commissione della Camera dice sì all’emendamento M5S che incrementa forse di soli mille posti il tempo prolungato alla primaria
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 novembre 2018
Per il giovane sindacato ne servirebbero altri 80 mila: la metà per il tempo pieno e gli altri per ritornare alla riforma ante Gelmini su insegnamento per moduli, con il docente specialista in lingua inglese, a cui aggiungere i maestri specializzati in educazione motoria. Non serve annunciare bei disegni di legge sui social se poi ci si infrange contro i paletti della legge di stabilità. Si creano aspettative inutili per famiglie, docenti e Ata, salvo poi scontrarsi con delusioni più cocenti. Basterebbe approvare gli emendamenti suggeriti da Anief e correlati dalle dovute copertura finanziarie, peraltro, in alcuni casi riprese proprio dalle proposte di legge già presentate. Mille posti in più per il tempo pieno sono pioggia nel deserto. Ora, con l’aumento proposto nella manovra dal primo partito di Governo, non basterebbero 20 anni per allargare il tempo pieno in tutti gli istituti primari d’Italia. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): dopo tanti annunci sul tempo pieno al Sud, rispetto ai 40 mila posti da attivare, pensarne soltanto, forse, mille significa non risolvere il problema degli organici, né dei gap dei numeri che penalizzano il Meridione su livelli di apprendimento, tasso di disoccupazione e abbandono scolastico, che in certe zone raggiunge quasi il 50%, vero preludio al triste e inarrestabile fenomeno dei Neet.
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Pensioni: Gestione Dipendenti Pubblici
Posted by fidest press agency su giovedì, 3 agosto 2017
Le pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici in vigore al 1° gennaio di quest’anno sono 2.843.256 per un importo complessivo annuo di 67.577,3 milioni di euro e un importo medio mensile pari a 1.828,27 euro. Rispetto all’anno precedente, si registra un incremento dello 0,8% nel numero delle pensioni (erano 2.819.751 nel 2016) e degli importi annui in pagamento ad inizio anno, cresciuti dell’1,9% rispetto ai 66.309,8 milioni del 2016.
Dall’analisi delle ripartizioni per singola Cassa emerge che il 59,2% dei trattamenti pensionistici (1.682.284) è erogato dalla Cassa Trattamenti Pensionistici dipendenti Statali (CTPS), seguita dalla Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali (CPDEL) con il 37,6% (1.070.414), mentre le altre casse si dividono il rimanente 3,2% del totale.Nel corso del 2016 sono state liquidate complessivamente 114.833 pensioni, con un decremento del 4,1% rispetto all’anno precedente (119.778), per un importo complessivo di 3.013 milioni di euro e importi medi mensili pari a 2.018,33 euro (in aumento dell’1,1% rispetto al 2015, quando l’importo medio mensile era pari a 1.997,45 euro).
Le pensioni a carico della Gestione ex Enpals in vigore al 1° gennaio 2017 sono 57.008, di cui 54.750 (il 96% del totale) a carico della gestione dei lavoratori dello spettacolo e 2.258 (il 4%) a carico del fondo degli sportivi professionisti, per un importo complessivo annuo pari a 924 milioni di euro, di cui il 94% (868,6 milioni) erogato dalla gestione lavoratori dello spettacolo e il 6% (55,4 milioni) dal fondo sportivi professionisti.
Rispetto all’anno precedente, si osserva nel complesso un decremento del numero delle pensioni e degli importi annui in pagamento ad inizio anno, con però una netta differenziazione per gestione. Infatti, mentre per i lavoratori dello spettacolo il numero delle prestazioni e l’importo complessivo annuo sono diminuiti rispettivamente dell’1,3% e dello 0,9%, per gli sportivi professionisti l’andamento è opposto, con un incremento del 5,4% del numero di pensioni e del 7,2% dell’importo complessivo annuo in pagamento.
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L’Università Europea di Roma è prima per l’incremento degli immatricolati tra tutti gli atenei italiani
Posted by fidest press agency su sabato, 17 giugno 2017
In un’inchiesta pubblicata su “La Repubblica” il 12 giugno 2017 l’Università Europea di Roma è prima per l’incremento di immatricolati tra tutti gli atenei statali e non statali italiani.Si tratta di un risultato significativo per una giovane università che ha come obiettivo la formazione integrale degli studenti, dal punto di vista culturale, professionale ed umano. Un riconoscimento importante per l’impegno di tutta la comunità accademica, unita nello sforzo di donare un futuro alle nuove generazioni di giovani che intraprendono gli studi universitari.Nei giorni scorsi, rivolgendosi agli studenti nella Cerimonia di conferimento delle lauree, il Rettore Padre Pedro Barrajón LC ha sottolineato il valore della formazione umana nel percorso di studio dell’Università Europea di Roma.“Vogliamo preparare professionisti nei diversi ambiti del sapere”, ha ricordato il Rettore. “Ma anche formare persone che sappiano rispondere alla propria vocazione e che siano consapevoli della propria dignità”.Il Rettore ha invitato i giovani a guardare al futuro “non con paura, ma come un’opportunità di creare cose nuove, di inventare, di guardare in modo nuovo la realtà”.“Il generoso è quello che impara a donare”, ha ricordato il Rettore agli studenti. “E innanzitutto impara a donare sé stesso, che è la cosa più difficile e più bella. Donare in primo luogo i propri talenti: quei doni di intelligenza, volontà, carattere, emotività, affettività, relazionalità che ognuno ha. Sono vostri, ma sono anche di tutti. Sono degli altri. Non vogliate tenere quei doni solo per voi. Aprite gli occhi e fateli aprire verso grandi orizzonti. Gli orizzonti del mondo sono sempre grandi. La vita si ha quando la si dona. E la si dona quando si è capaci di guardare oltre sé stessi per incontrare i bisogni di altre persone che stanno intorno a noi”.“Noi non siamo responsabili soltanto della nostra vita ma di quella degli altri, perché siamo tutti uniti nella comune esistenza e nella dignità umana”, ha concluso il Rettore. L’Università Europea di Roma offre corsi di laurea in Economia, Giurisprudenza, Psicologia e Scienze della Formazione Primaria.La novità del prossimo anno accademico è la Laurea Triennale in Turismo e valorizzazione del territorio, con percorso specifico per formare futuri laureati nel mondo del turismo e dell’agri-business. Fornisce competenze tecnico-professionali nei campi della gestione e dell’organizzazione dei servizi turistici, del marketing e della comunicazione digitale mediante adeguati strumenti per poter operare sia nell’ambito del turismo culturale e religioso, sia in quello del turismo sostenibile nel territorio e dell’agriturismo. (foto: univesità europea)
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Eurostat: Italia record incremento per spese casa
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 dicembre 2016
Secondo i dati resi noti oggi dall’Eurostat, in Italia, dal 2005 al 2015, la spesa delle famiglie per la casa ed i consumi legati all’abitazione (acqua, elettricità e gas) ha registrato il sesto maggior incremento di spesa dell’Unione Europea.
Per questa voce di spesa, infatti, le famiglie italiane sono passate dal 20,5% della spesa totale familiare al 23,8% del 2015, +3,3 punti percentuali. Si tratta dell’incremento più consistente dopo Spagna (+5,6), Irlanda (+5), Portogallo (+4,5), Olanda (+3,8) e Finlandia (+3,6), ben superiore alla media Ue (+1,9) o all’Area Euro (+2,3).
“Il fatto che, in valore assoluto, la spesa italiana, con il 23,8%, sia leggermente sotto rispetto alla media Ue (24,4%) o dell’Eurozona (24,1), è scontato e ovvio, considerato che siamo uno dei paesi più a Sud dell’Europa, e, quindi, la spesa per l’energia, sia per il riscaldamento che per la luce, sono necessariamente più basse, nonostante il maggior peso del Fisco. Quello che, però, evidenzia di grave oggi l’Eurostat, è che in questi anni gli italiani hanno avuto sempre maggiori spese obbligate e questo ha mandato in tilt i bilanci delle famiglie” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
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Raddoppia in 5 anni l’eCommerce italiano
Posted by fidest press agency su venerdì, 20 Maggio 2016
Continua la crescita a doppia cifra dell’eCommerce in Italia: il valore degli acquisti online degli italiani raggiungerà nel 2016 i 19,3 miliardi di euro con un incremento del 17% rispetto al 2015, pari a oltre 2,7 miliardi di euro.
Le previsioni per il 2016 rivelano una crescita dei settori che hanno trainato l’eCommerce fino ad oggi: il Turismo (+11%), l’Informatica ed elettronica (+22%) e l’Abbigliamento (+25%), ma anche l’Editoria (+16%). Vanno molto bene anche i settori simbolo del Made in Italy che, pur considerati ancora emergenti per la vendita online, stanno registrando le crescite più alte: il Food&Grocery otterrà un incremento del 29% e supererà di poco quota 530 milioni di € mentre l’Arredamento&Home living crescerà del 39% sfiorando i 570 milioni di €. La penetrazione dell’eCommerce nel 2016 raggiungerà il 5% delle vendite retail. Lo scontrino medio vale 75€ per l’acquisto di prodotti, per un totale di 115 milioni di ordini, e di 253€ nei servizi, per 45 milioni di ordini.Questi sono solo alcuni dei dati salienti presentati dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano nel corso della XI edizione del Netcomm eCommerce Forum, alla presenza di oltre 6.000 invitati, tra aziende, professionisti e giornalisti. Un record che mostra come il comparto sia divenuto nel tempo una scelta obbligata e un canale necessario e cruciale per le imprese che vogliano fare business sia nel nostro Paese sia su scala globale.”I grandi numeri raccontano che gli italiani che acquistano online sono 18,8 milioni. Rapportata alla popolazione Internet in grado di fare acquisti, ovvero 30,8 milioni di individui, la cifra indica che l’eCommerce vanta una penetrazione del 61%, in crescita rispetto agli scorsi anni se consideriamo che fino a due anni fa eravamo ancora sotto il 50%”, commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Non c’è niente in Italia che cresca come il commercio elettronico a +17%, così da superare, nelle stime che presentiamo oggi, quota 19 miliardi di euro. In Italia esiste, però, un paradosso perché nel Paese esistono tutte le condizioni potenziali perché quei 19 miliardi raddoppino diventando 40 miliardi. Mentre gli eShopper italiani sono raddoppiati, passando da 9 a oltre 18 milioni, le imprese non si sono digitalizzate con lo stesso ritmo. In Italia sono state censite appena 40mila imprese che vendono online, contro le 800mila a livello europeo di cui 200mila solo in Francia: 5 volte le nostre. In questo modo le aziende italiane non solo perdono quote di mercato sugli acquirenti italiani, ma rischiano di perdere fatturati anche da eShopper esteri. Il mio monito, quindi, oggi dall’eCommerce Forum va alle aziende italiane: che serva a spronarle a essere sempre più presenti online e a capire come il “fare eCommerce” sia davvero vitale per la loro sopravvivenza, soprattutto laddove la forza del brand Made in Italy è più rilevante, come nei settori moda, arredamento e alimentare.”
La crescita dell’eCommerce è trainata, nel Turismo, dall’acquisto di biglietti per i trasporti, soprattutto ferroviari, e dalla prenotazione di alloggi, non solo hotel ma anche affitti temporanei gestiti dai principali operatori della “sharing economy”. Nell’Informatica ed elettronica, l’apporto arriva principalmente dagli acquisti di smartphone e tv, a seguire si trovano gli elettrodomestici bianchi e gli accessori (questi ultimi acquistati principalmente dai “big” del settore). Nell’Abbigliamento continuano a essere determinanti gli acquisti high fashion, con un contributo crescente di abbigliamento sportivo e mass market. Nell’Editoria, la crescita è trainata dai libri, in particolare si prevede anche nel 2016 una crescita proveniente dai testi scolastici.”Il mercato eCommerce B2c resta ancora legato prevalentemente ai servizi, che valgono il 55% dell’acquistato online da consumatori italiani. Tuttavia l’acquisto online di prodotti cresce a un tasso più elevato (+27%) rispetto all’acquisto di servizi (+10%) e così il paniere italiano si sta conformando a quello rilevato nei principali mercati occidentali. Se continua a crescere con questi tassi, l’eCommerce B2c varrà entro 3 anni il 10% del totale degli acquisti retail.” afferma Alessandro Perego, Direttore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
“Nel 2016 possiamo considerare come settori fondamentali anche il Food&Grocery, l’Arredamento e Home design che insieme valgono più di un miliardo di euro. Gli acquirenti italiani acquistano sempre più online anche quelle categorie merceologiche, come alimentari o oggetti d’arredamento, fino a qualche tempo fa considerate residuali sul web”.Nell’ambito dei servizi, il Turismo, con 8.525 milioni di euro, contribuisce per il 44% del mercato eCommerce B2c italiano, le Assicurazioni, con 1.294 milioni di euro, il 7% e gli altri servizi (Ticketing per eventi, Ricariche telefoniche, ecc.), con 836 milioni di euro, il 5,5%.
Tra i comparti di prodotto spiccano invece l’Informatica ed elettronica, che, con 2.789 milioni, vale il 14% del mercato e l’Abbigliamento che, con 1.835 milioni di euro, pesa per il 9%. Troviamo poi l’Editoria (4% del mercato, pari a 691 milioni di euro). Crescono il Food&Grocery (3% del mercato, pari a 531 milioni di euro), l’Arredamento & home living (3% del mercato, pari a 566 milioni di euro) ed anche la categoria degli Altri prodotti (16%, pari a 2,214 milioni) che comprende Beauty, Giocattoli, fai da te e i prodotti del “bazar” di marketplace stranieri. (grafico: ecommerce)
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Versace: incremento ricavi consolidati
Posted by fidest press agency su venerdì, 25 marzo 2016
Gianni Versace S.p.A. annuncia che i ricavi consolidati del 2015 hanno registrato un incremento del 17,5% (8,6% a cambi costanti) raggiungendo i 645 milioni di euro, mentre l’EBITDA è cresciuto del 19,9% attestandosi a 81 milioni di euro. Le vendite retail sono aumentate del 28,9%, raggiungendo i 400,7 milioni di euro, mentre il canale wholesale si è mantenuto costante registrando 194,9 milioni di euro contro i 195,7 milioni di euro del precedente anno. Le royalties si sono attestate a 49,4 milioni di euro con un aumento del 17% mentre l’e-commerce ha registrato una crescita del 31,2%. Versace ha dimostrato una forte crescita in tutti i mercati. I ricavi in Europa hanno registrato un incremento del 33% (30,3% a cambi costanti), del 36,6% in China (16,4% a cambi costanti) del 26,7% in Asia (8,1% a cambi costanti) e del 27% in Nord America (6,5% a cambi costanti). La crescita del marchio è stata alimentata da Versace prima linea che ha registrato un incremento del 23,6%, con una performance particolarmente positiva degli accessori uomo e donna che hanno rappresentato il 50,0% delle vendite retail.
Versus Versace ha più che raddoppiato il proprio fatturato retail anno su anno mentre i ricavi wholesale sono cresciuti del 21,4%.
Tutte le licenze hanno registrato una crescita a doppia cifra trainata dalle fragranze, dall’interior design e dall’eyewear. L’amministratore delegato Gian Giacomo Ferraris ha commentato: “Versace ha registrato un ottimo 2015, dimostrandosi resiliente malgrado il difficile contesto dei mercati internazionali del settore del lusso. Sotto la direzione artistica di Donatella Versace, il brand vanta una posizione di prestigio nel mercato del lusso grazie agli alti standard di qualità del prodotto e alla capacità di attrazione delle nuove generazioni. Con la sua inesauribile energia creativa e la sua leadership Donatella Versace, supportata da un team creativo di prim’ordine, continua ad essere il motore del nostro successo rafforzando il brand e l’importanza che ha per i luxury consumers di oggi. Guardando avanti, siamo cautamente ottimisti per il 2016 e continuiamo a prevedere una crescita dei ricavi nonostante le condizioni incerte nel primo trimestre dell’anno e l’aumento delle variabili su scala globale.
Abbiamo ancora notevoli opportunità di crescita nel lungo termine che perseguiremo in linea con le nostre strategie. Nel 2016 investiremo più di 50 milioni di euro in nuove aperture, nel rinnovamento delle nostre boutique – come i flagship sulla 5th Avenue di New York e in via Montenapoleone a Milano – e nel nostro business e-commerce.” (foto: donatella versace)
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Università di Parma, +23,7% immatricolati
Posted by fidest press agency su giovedì, 12 novembre 2015
Parma 4.086 matricole si sono iscritte a tutt’oggi all’Università di Parma. Sono 783 gli studenti in più, con un 23,7% di crescita rispetto allo scorso anno.Parlano chiaro i numeri delle immatricolazioni 2015-2016 all’Università di Parma, presentati questa mattina nella sede dell’Ateneo dal Rettore Loris Borghi, dalla Pro Rettrice per l’Area Didattica e Servizi agli studenti Maria Cristina Ossiprandi, dalla Delegata a Comunicazione interna, Marketing e Ranking Beatrice Luceri e dal Direttore generale dell’Ateneo Silvana Ablondi.Numeri molto più che incoraggianti, che testimoniano una decisa inversione di tendenza rispetto al recente passato.Innegabile, infatti, il pesante calo degli ultimi cinque anni: 1.866 immatricolati in meno dall’a.a. 2010-11 all’a.a. 2014-2015. Un calo determinato da molteplici fattori, tra i quali ha certo giocato un ruolo la generale situazione di crisi a livello nazionale.Altrettanto innegabile, però, l’inversione di tendenza avviata nel 2015-2016: 4.086 immatricolati complessivi (dati al 3 novembre) contro i 3.303 dell’anno accademico 2014-2015, con una crescita assoluta di 783 matricole che corrispondono appunto a un significativo +23,7%.In un solo anno è quindi stato recuperato il 41% della perdita dell’ultimo quinquennio.Tra i possibili fattori un’offerta formativa ampia, in parte rivista, numerosi nuovi servizi attivati per gli studenti, una potenziata attività di informazione e comunicazione on line rivolta alle future matricole. Anche la decisione di abolire il test d’ammissione (in quanto ormai riconosciuto come predittore non attendibile del futuro successo dello studente) per i corsi a numero programmato a livello locale ha influito, eliminando barriere burocratiche all’accesso.Nel 2015-2016 i tre ambiti che crescono di più in valore percentuale rispetto allo scorso anno accademico sono quello delle Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, che passa da 405 a 702 immatricolati (+73%), quello Economico, che passa da 367 a 613 (+67%), e quello Farmaceutico, che aumenta di 88 unità (da 189 a 277 immatricolati) facendo registrare un aumento del 47%.Nel complesso, dunque, numeri più che positivi, “frutto – ha sottolineato il Rettore – di un lavoro intenso e di una precisa strategia condotta dalla nuova governance dell’Ateneo”, che da un lato ha posto lo studente al centro della propria azione e dall’altro ha lavorato sull’offerta formativa.E per l’anno prossimo sono già previsti due nuovi corsi di laurea: “Linguaggi della Contemporaneità per le Industrie Creative” e “Food System: Management, Sustainability and Technologies”.All’ottima performance registrata nell’a.a. 2015-16 va aggiunto il dato del corso di laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche, attivato in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha raccolto ad oggi 270 matricole e per il quale gli studenti iscritti “pesano” per l’Università di Parma, ai fini della ripartizione del fondo di finanziamento ordinario, per il 40%.È importante sottolineare che ad oggi non sono ancora disponibili i dati definitivi relativi ai corsi di laurea magistrale (+2), le cui iscrizioni, che d’abitudine si attestano su circa un migliaio di studenti, si chiudono nel marzo 2016. Quest’ultimo dato sarà reso pubblico quindi nella prossima primavera.
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Factoring: +6% nel primo semestre 2015
Posted by fidest press agency su martedì, 25 agosto 2015
Il mercato del factoring ha mantenuto costante il proprio impegno di sostegno alle imprese anche nel 2015, accompagnando con una spinta positiva i primi segni di attenuazione della crisi finanziaria ed economica. Dopo un esercizio 2014 all’insegna della crescita dei volumi di crediti acquistati (177,5 miliardi di euro, +2,81% rispetto all’anno precedente), il primo semestre dell’anno in corso ha più che confermato l’andamento positivo con un’accelerazione della crescita: secondo le rilevazioni di Assifact, l’Associazione italiana per il factoring che riunisce gli operatori del settore, il turnover cumulativo al 30 giugno risulta infatti pari a 91,2 miliardi di euro, con un incremento del 6,12% rispetto allo stesso periodo del 2014. Per il primo semestre 2015 è positiva anche la variazione, sempre rispetto al 30 giugno 2014, dei crediti in essere (+2,85%) e degli anticipi e corrispettivi erogati alle imprese (+6,43%).
L’industria italiana del factoring esprime ottimismo anche in relazione all’andamento atteso per l’intero anno 2015, con una previsione media di crescita del settore positiva e pari, secondo l’ultima indagine svolta da Assifact presso gli operatori del settore nel mese di luglio 2015, a +3,51% in termini di turnover e +1,95% in termini di outstanding.La performance dell’industria italiana del factoring appare particolarmente significativa se confrontata con la variazione ancora negativa registrata dall’andamento dei prestiti del settore bancario alle imprese (-1,9% a fine maggio 2015).Il giro d’affari del factoring italiano vale quasi l’11% del Pil. In termini di volumi l’Italia rappresenta circa l’8% del mercato mondiale del factoring e quasi il 13% del mercato europeo. “Il settore – afferma il presidente di Assifact Rony Hamaui – è chiamato ad impegnarsi, come già avvenuto in passato in occasione di mutamenti di rilievo del contesto economico e finanziario di riferimento, nello sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni finanziarie adeguate alla domanda attuale e soprattutto potenziale, nella riduzione della distanza tra le attese delle imprese stesse e i comportamenti della pubblica amministrazione e del sistema bancario, nel supporto all’internazionalizzazione dell’economia italiana”.“Con l’obiettivo di attualizzare, semplificare e chiarire il contesto regolamentare di riferimento per l’attività di factoring e l’attività d’impresa – sottolinea Hamaui – l’Associazione svolge con continuità e rilevante impegno anche attività di monitoraggio dell’evoluzione normativa e di formulazione di proposte di revisione delle disposizioni. Grande attenzione è rivolta anche alla corretta ed omogenea applicazione da parte degli operatori del settore delle normative e delle buone pratiche del factoring. In questa direzione si muovono i lavori di approfondimento delle Commissioni tecniche, i servizi offerti agli associati e lo sviluppo di nuove iniziative di comunicazione e formazione”.Per agevolare l’attività e l’accesso al credito da parte delle imprese, l’industria italiana del factoring propone in particolare un’evoluzione della normativa sulla cessione dei crediti d’impresa (Legge 52/91) con riguardo al profilo della revocatoria, che consenta agli operatori di offrire il proprio supporto proprio alle imprese che presentano tensioni e difficoltà finanziarie. “Il superamento del rischio di incorrere nella revocatoria conseguente al fallimento del cedente nel periodo sospetto – osserva il Presidente di Assifact – è un intervento che il settore ritiene fondamentale e che conduce ad un avvicinamento della normativa italiana alle best practices adottate a livello europeo e internazionale. I vantaggi per le imprese sarebbero significativi e valutabili in termini di tempistica, quantità e costi del credito”.
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“Incremento della funzionalità visiva in soggetti con atrofia retinica sottoposti a trattamento con farmaci della Medicina Low Dose”
Posted by fidest press agency su domenica, 8 marzo 2015
Questo è il titolo dello studio clinico osservazionale condotto dal Dr. Pietro Luchetti – in fase di pubblicazione sulla rivista scientifica “Minerva Oftalmologica” – che presenta in anteprima i risultati della sua importante ricerca clinica.Si tratta infatti di un lavoro di grande interesse, perché apre la strada per una possibile terapia per questa patologia: attualmente non esiste una soluzione terapeutica consolidata efficace per la cura delle forme atrofiche retiniche che costituiscono spesso lo stadio terminale di molte patologie retiniche.Nell’ambito della Medicina Low Dose sono disponibili numerose molecole, in varie formulazioni, in grado di essere potenzialmente utili per la terapia rigenerativa di queste forme patologiche. Scopo di questo studio – di cui sono stati osservati e valutati pazienti di età compresa fra i 18 ed i 70 anni, tutti presentanti una forma severa di atrofia retinica , centrale o periferica – è stato quello di valutare il miglioramento iniziale della condizione clinica dopo la terapia con farmaci assunti, per via iniettiva e sublinguale, in grado di favorire una fase rigenerativa delle cellule retiniche. L’analisi dei risultati ha quindi permesso di evidenziare la notevole significatività statistica degli incrementi di risposta ottenuta dopo il periodo di terapia. A oggi infatti i trattamenti con farmaci low dose costituiscono la più promettente strategia terapeutica per la rigenerazione retinica dopo atrofie retiniche.
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Bilancio Consorzio Agrario di Bologna
Posted by fidest press agency su sabato, 26 Maggio 2012
Bologna. Il Consorzio Agrario di Bologna e Modena (CAIP) chiude in attivo la gestione corrente anche nel 2011, per il quarto anno consecutivo. L’utile di esercizio balza a 10,6 milioni di euro ed il margine operativo, al netto delle operazioni straordinarie, ammonta a 2,3 milioni. “Questo risultato, conseguito nel corso di una crisi economica, forse la peggiore del dopoguerra – commenta il presidente Gabriele Cristofori – dimostra che l’azienda ha consolidato in questi anni il suo equilibrio e riesce a superare anche dinamiche di mercato negative in situazioni economico finanziarie sfavorevoli”. “Anche il livello di indebitamento netto – aggiunge il direttore generale Angelo Barbieri, che da oltre un anno ricopre analogo incarico al CAP di Reggio Emilia – di 44 milioni su un consolidato di 366 è da considerarsi fisiologico, come confermato anche dalla società di revisione”.
Ricavi della capogruppo Caip: 181,1 milioni di euro (159,8 nel 2010) +13,3%
Valore della produzione aggregata: 366,6 milioni (362,1 nel 2010) +1,2%
I ricavi della capogruppo CAIP sono cresciuti di oltre 21 milioni grazie soprattutto all’aumento dei listini nel comparto dei cereali e proteici (valore 55 milioni), alla conferma dei brillanti risultati nel settore macchine (valore 26 milioni circa), alle positive dinamiche delle agroforniture (valore totale circa 87 milioni) in particolare concimi e sementi. In questo contesto il CAIP Bologna-Modena si conferma al primo posto in regione per giro d’affari ed al secondo posto nel sistema nazionale dei Consorzi Agrari, e leader di mercato nelle due province nei mezzi tecnici, nelle macchine e nello stoccaggio cereali con quote del 50% in provincia di Bologna e del 30% in quella di Modena”. Fra i dati salienti del bilancio la performance nei cereali e proteici dove Caip ha ritirato quasi 2,5 milioni di quintali contro i 2,3 del 2010 con incrementi del 15,4% per il grano tenero, del 17,7% per mais e sorgo.
Quanto alle società controllate e collegate, l’incremento di oltre 4 milioni del fatturato aggregato del Gruppo Caip (oltre 366 milioni) si collega all’aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare carburanti e cereali. In forte aumento il risultato di Eurocap Petroli (87 milioni) e di SIS-Società Italiana Sementi (33,8 milioni).
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Rapporto Visa Europe
Posted by fidest press agency su giovedì, 15 dicembre 2011
Il tasso di crescita della spesa per i consumi, dopo aver riportato un risultato più sostenuto nel trimestre precedente (2,1%), vede un rallentamento nel terzo trimestre 2011, attestandosi allo 0.5% anno su anno che corrisponde al tasso di crescita più basso registrato finora nell’anno e al più contenuto dal quarto trimestre 2010. Sebbene la spesa per i consumi in tutta l’area dell’Unione sia cresciuta per ben otto trimestri, 21 stati sui 27 che compongono l’UE hanno subito un deterioramento della spesa se i dati sono comparati alle rilevazioni del secondo trimestre 2011. Le maggiori economie dell’Unione Europea – Francia (-0,5%), Germania (+0,9%) e Regno Unito (+1,0%) – hanno riportato un decremento delle percentuali di crescita di spesa in contrasto con alcuni paesi dell’Europa Centrale e dell’Est, che invece hanno confermato un robusto trend di crescita dei livelli di spesa. Lituania e Lettonia riportano valori di crescita a due cifre con 15,4% e 13,2% rispettivamente. L’Estonia segue le prime due con il 9,9% di crescita dei consumi, mentre sia la Repubblica Ceca sia la Slovacchia registrano una crescita del 5,6%. Altrove la Spagna registra a sorpresa un incremento dei livelli di spesa anno su anno del 2,5%, mentre l’Italia riporta una lieve contrazione (-1,0%).
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Logitravel in continua crescita
Posted by fidest press agency su mercoledì, 20 luglio 2011
Un trend di crescita confortante. Dopo i soddisfacenti dati del 2010, anche per il primo semestre del 2011, ilgruppo Logitravel – l’agenzia di viaggi online specializzata in crociere, pacchetti vacanze e hotel al mare – può contare su dei numeri di rilievo. Nel semestre gennaio-giugno 2011 il gruppo ha fatturato centoquaranta milioni di euro con un incremento netto del 53%. E l’Italia è tra le nazioni guida di questa crescita con una percentuale monstre: +135%. Per il resto, in Spagna e in Portogallo, dove il gruppo ha una sua posizione rilevante sul mercato, l’incremento è stato rispettivamente del 41 e del 23%. Un proficuo incremento, peraltro, si è registrato anche in Germania (+172%), mentre in Francia e in Brasile il 2011 ha segnato l’anno d’avvio delle attività con stime di margini operativi, da parte del gruppo, molto incoraggianti. Relativamente alle singole linee di mercato, ci sono da registrare incrementi su un po’ tutti i fronti. Nelle proposte legate agli hotel in città (+169%) e in quelle relative a strutture sul mare (45%), ad esempio. Ma anche nei voli (53%) e nei pacchetti vacanze (25%). Sale, infine, l’appeal delle crociere (12%) e quello legato alla montagna (da gennaio a marzo si è registrato un più 47%). Analizzando più nel dettaglio, invece, il segmento Italia, e sempre nel confronto col primo semestre del 2010, il prodotto col maggior incremento è quello legato agli hotel in città (+350%), seguito dagli alberghi sul mare (200%) e dai voli (180%). In ascesa anche i pacchetti vacanze (60%) e le crociere (30%).
Chi è Logitravel? E’ un’agenzia di viaggi online che offre una vasta selezione di prodotti turistici e i migliori prezzi di voli, hotel, crociere e pacchetti vacanze. Nata nel 2004, Logitravel si differenzia per specializzarsi in linee di negozio, con lo scopo di offrire un valore aggiunto al cliente. Attualmente Logitravel è presente in Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Brasile e Francia, paesi in cui, nel 2010, ha registrato un fatturato complessivo di circa 200 milioni di euro.
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I giganti asiatici guidano la domanda
Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 luglio 2011
A livello globale, la domanda di energia subirà una crescita esponenziale tra il 2010 ed il 2030, particolarmente nei Paesi in via di sviluppo. Questo e’ dovuto principalmente all’espansione del ceto medio ed alla rapida urbanizzazione. Con l’aumento del potere di acquisto in queste regioni, si assisterà al conseguente incremento dell’utilizzo di apparecchi elettrici. Una nuova analisi di Frost & Sullivan, (http://www.energy.frost.com), intitolata Annual Global Power Generation Forecasts 2011, rivela che la produzione di elettricità crescera’ ad un tasso di annuo composto di 2.7% fino al 2020, tasso che scendera’ all’1.8% durante i successivi 10 anni. Tale flessione sarà principalmente dovuta al rallentamento nello sviluppo dei mercati emergenti ed al crescente impatto delle misure di efficienza energetica imposte dai Governi a livello globale. Più in generale, nei prossimi 20 anni la fetta di mercato congiunta della domanda di elettricità da parte di Unione Europea, Nord America ed Asia Pacifico scendera’ dal 49.6% al 37.5%. La domanda più alta arriverà da parte di India e Cina, con un aumento della fetta di mercato combinata di questi due singoli Paesi dal 23.6% nel 2010 al 34.5% nel 2030. Si prevede, dunque, una forte crescita nell’utilizzo dell’energia rinnovabile, sia in ottemperanza degli accordi internazionali in tema di cambiamenti climatici e riduzione delle emissioni di CO2, sia per supportare lo sviluppo di nuove opportunità. Sebbene tutte le fonti di combustibile – escluso il petrolio – vedranno una forte espansione, il carbone rimarrà in ogni caso la risorsa prevalente, contando ancora per quasi il 28% della capacità installata e per oltre il 34% della produzione energetica nel 2030.
Frost & Sullivan, la Growth Partnership Company, permette ai suoi clienti di accelerare la loro crescita e di raggiungere posizioni di rilievo in termini di progresso, innovazione e leadership di mercato. La Growth Partnership Service di Frost & Sullivan offre al Ceo e al suo team una ricerca accurata dei modelli “best practice” da seguire per guidarli nella creazione, nella valutazione e nell’attuazione di significative strategie di crescita. Frost & Sullivan vanta oltre 50 anni di esperienza come partner delle prime 1000 società a livello globale, aziende emergenti e investitori di più di 40 uffici in 6 continenti. Per far parte della nostra Growth Partnership, visita il nostro sitohttp://www.frost.com
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