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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘iniziative’

Commissioni pos. Le iniziative fumo negli occhi

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Uno dei “problemi” per l’uso del cosiddetto denaro di plastica è il costo delle transazioni. In genere se ne lamentano i commercianti per i canoni che devono pagare e per il costo delle singole transazioni. Diverse iniziative sono in corso, soprattutto dopo che il governo ha desistito dall’obbligo di accettazione solo per importi superiori ai 60 euro. Ultima arrivata, sul territorio metropolitano fiorentino, quella di Intesa San Paolo: zero canone per chi movimenta almeno 1000 euro al mese e zero commissioni per pagamenti fino a 10 euro.Purtroppo, anche in questo caso ci si parla addosso, incluso il Sindaco di Firenze che ha plaudito all’iniziativa (“pietra miliare”). La questione è nota quanto semplice, e si tratta di rispondere ad una domanda: perché le banche devono straguadagnare coi nostri soldi, che per il fatto stesso che transitano nelle loro casse sono per loro un guadagno visto l’uso finanziario che ne fanno? Domanda a cui ognuno può azzardare una propria risposta, ma alla fine si finisce sempre lì: le nostre istituzioni hanno deciso che per la nostra praticità le banche devono straguadagnare.E’ il caso del pos come molti dei pagamenti che oggi è obbligatorio fare con PagoPa e Cbill. Tutti sono consapevoli di questa degenerazione, ma si guardano bene dall’affrontarla in termini realistici e, anzi, spesso si tacciano come retrogradi antimodernisti quelli che evidenziano come tecnologia e praticità non debbano necessariamente essere sinonimo di guadagno maggiore per i soliti (banche) e di spesa maggiore per gli altrettanti soliti (i consumatori). Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Israele e Palestina: i deputati europei chiedono un’iniziativa di pace europea

Posted by fidest press agency su domenica, 18 dicembre 2022

In una risoluzione adottata mercoledì, il Parlamento europeo ha chiesto di porre fine al protrarsi del conflitto israelo-palestinese e all’occupazione dei territori palestinesi attraverso la ripresa di veri colloqui di pace.Nel ribadire il loro sostegno a una soluzione negoziata fondata sulla coesistenza di due Stati sulla base dei confini del 1967, con la convivenza di due Stati sovrani e democratici e con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati, i deputati esortano la comunità internazionale a sostenere Israele e Palestina nei negoziati per un accordo sullo status definitivo e il riconoscimento reciproco.I deputati ricordano che gli insediamenti sono illegali ai sensi del diritto internazionale, ne chiedono l’immediata cessazione e sottolineano come le recenti decisioni di crearne di nuovi compromettano ulteriormente le prospettive di una soluzione praticabile fondata sulla coesistenza di due Stati.Il Parlamento condanna fermamente anche il continuo terrorismo contro Israele, riconosce pienamente le legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza e il suo diritto a contrastare gli atti di violenza e proteggere la popolazione civile.Tutti gli atti di violenza, compreso l’uso sproporzionato della forza nelle operazioni militari da parte delle forze di difesa israeliane, gli attacchi terroristici contro civili innocenti e l’attacco alle infrastrutture civili, devono cessare immediatamente. I deputati sottolineano l’aumento della violenza dei coloni e gli attacchi indiscriminati condotti dalle organizzazioni terroristiche palestinesi inserite nell’elenco UE, tra cui Hamas, la Jihad islamica palestinese e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.I deputati chiedono che in Palestina si tengano le elezioni presidenziali e legislative attese da tempo (le ultime elezioni si sono tenute rispettivamente nel 2005 e nel 2006), e invitano Israele a consentire lo svolgimento di tali elezioni a Gerusalemme Est. Inoltre, l’UE e il Parlamento devono poter osservare tali elezioni, su invito.Infine, riconoscendo il ruolo svolto dall’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione) nel fornire ai rifugiati palestinesi servizi essenziali, i deputati ribadiscono l’importanza dell’istruzione nella costruzione di prospettive per una soluzione a due Stati. Tutti i libri e i materiali scolastici sostenuti dai fondi dell’Unione devono essere in linea con gli standard di pace e tolleranza dell’UNESCO e, in caso di presentazione di prove chiare e fondate sull’uso improprio, i finanziamenti UE dovranno essere sospesi.

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Afghanistan: Rojc (Pd), Ue esposta e debole senza iniziative unitarie

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 agosto 2021

“Sono doverose ma non bastano le richieste e le manifestazioni di solidarietà nei confronti delle fasce più deboli e a rischio della popolazione afghana, a cominciare dalle donne. I talebani si sono insediati al potere e non se ne andranno, gli Usa si stanno sfilando da quel teatro, altre potenze si stanno posizionando, e l’Europa sarà sempre più esposta se sarà debole e non saprà prendere iniziative politiche unitarie, rapide e incisive. La questione dei diritti civili dev’essere il discrimine per regolare i rapporti con la nuova realtà statuale, che sotto la propaganda sta mostrando un volto noto e brutale. Altrimenti qualunque allarme sui flussi dei profughi sarà inutile e strumentale”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd), membro della commissione Esteri a Palazzo Madama, dopo che la Ue e altri 20 Stati tra cui Usa e Regno Unito hanno espresso preoccupazione “per le donne e ragazze afgane, i loro diritti all’istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento”.

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Iniziative Ue contro il riciclaggio

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 agosto 2021

By Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista- L’Europol stima che l’1% del Pil dell’Unione europea, equivalente a circa 160 miliardi di euro, è coinvolto in attività finanziarie illegali. E’ clamoroso il caso della filiale estone della banca danese Danske Bank, che dal 2007 al 2015 sarebbe stata il veicolo di transazioni molto sospette per oltre 200 miliardi di euro. Del resto è risaputo che il riciclaggio di soldi per fini illegali, per il sostegno al terrorismo e per l’evasione e l’elusione fiscale ha assunto dimensioni preoccupanti. Anche le reti criminali si sono dimostrate molto esperte a “dribblare” i regolamenti e i controlli dei singoli Paesi, sfruttandone le differenze, le incongruità e anche le reciproche avversità. In questa materia l’Unione europea si “barcamena” tra un desiderato coordinamento centralizzato e i provvedimenti dei diversi governi. Recentemente la Commissione ha presentato delle condivisibili proposte legislative al Parlamento e al Consiglio europeo per consolidare le norme Ue per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Da notare che inizialmente l’iniziativa era stata osteggiata da alcuni Paesi membri, tra cui Cipro, Malta ed Estonia. Non convincente, invece, è l’introduzione del massimale di 10.000 euro per i pagamenti in contanti. Si ricordi che in Italia esso è di 2.000 euro. In un attimo, tutta la passata battaglia ideologica di casa nostra sull’argomento è stata spazzata via. Il citato pacchetto mira anzitutto a creare una nuova autorità europea in materia di riciclaggio. E’ previsto un regolamento con norme direttamente applicabili. C’è una direttiva, relativa agli organismi di vigilanza, da recepire ai vari livelli nazionali. Lungimirante, ci sembra, è il regolamento per tracciare i trasferimenti in cripto-valute. La nuova autorità europea dovrebbe rafforzare la vigilanza e prevedere un unico sistema integrato per meglio coordinare gli organismi nazionali di monitoraggio. Gli attuali registri nazionali dei conti bancari dovrebbero essere collegati tra loro, consentendo alle varie Unità d’informazione finanziaria di accedere rapidamente ai movimenti sui conti correnti. Compito non secondario sarebbe la vigilanza su alcuni enti finanziari che si ritengono più rischiosi. Per quanto riguarda le cripto-valute e le cripto-attività, si rileva che attualmente solo alcuni prestatori di detti servizi sono soggetti alle norme di antiriciclaggio. Il che è una negligenza grave che potrebbe essere sfruttata anche da interessi illegali. Perciò è positiva la previsione di modifiche per la tracciabilità dei trasferimenti di cripto-attività, come i bitcoin. Saranno inoltre vietati i portafogli anonimi di cripto-attività. Naturalmente il riciclaggio è un fenomeno globale che richiede una forte cooperazione internazionale. La Commissione è già parte del Gruppo di azione finanziaria internazionale (Gafi), che è il garante a livello mondiale della lotta al riciclaggio di denaro. Gli elenchi del Gafi saranno inseriti in quelli dell’Ue. Essi avranno una “lista nera”, in cui figurano la Corea del Nord e l’Iran, e una “lista grigia”. Quest’ultima comprende 22 Stati. Oltre a quelli sospettati di terrorismo o coinvolti in guerre, ci sono alcuni dei paradisi fiscali più “gettonati” da interessi europei, tra cui le Barbados, le Cayman, Giamaica, Panama Albania e Malta (!). Anche la Romania stava per esservi inclusa. E’ incredibile che vi siano coinvolti dei Paesi europei e persino dell’Ue! Il documento è ricco di dati che evidenziano i rischi connessi ai vari settori economici influenzati o influenzabili dal riciclaggio di soldi sporchi. Ad esempio, si afferma che esso opera principalmente ancora attraverso il trasferimento di contanti e che le banconote da 500 euro sono state largamente usate a tal fine. Si stima che a livello mondiale il riciclaggio sfrutterebbe il mercato immobiliare per 1.600 miliardi di dollari l’anno e quello dei diamanti, che è concentrato soprattutto in Belgio. Il rapporto rileva la crescita dell’utilizzo dei paradisi fiscali quali veicoli per il riciclaggio: già nel 2016 i residenti Eu tenevano ben 1.600 miliardi di dollari nei centri off shore. Le nuove proposte della Commissione affrontano la sfida principale per il futuro dell’Unione: operare congiuntamente, senza sabotaggi di varia natura, per fronteggiare e sconfiggere il riciclaggio di soldi sporchi, che mina la sicurezza, la stabilità e il bilancio dell’Europa.

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Raggi: “Tre mesi di iniziative artistiche per il rilancio e il riscatto delle periferie”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 aprile 2021

Roma.Partirà da San Basilio sabato 10 aprile e da piazza Gasparri a Ostia domenica 11 aprile il viaggio di “Spaccio Arte”, il progetto artistico nelle periferie romane. L’iniziativa è stata promossa da Roma Capitale, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura e Partner tecnico di Atac, per contrastare le situazioni di marginalità economica e sociale e il potere della criminalità organizzata in alcune aree della città.Sedici gli appuntamenti che, attraverso un Open Bus, saranno messi in scena nei fine settimana a San Basilio (Municipio IV), Ostia (Municipio X), Tor Bella Monaca (Municipio VI), Corviale (Municipio XI), La Rustica (Municipio V), Primavalle (Municipio XIV), Romanina (Municipio VII), Spinaceto (Municipio IX).“Con Spaccio Arte siamo vicini ai cittadini onesti che vogliono riappropriarsi dei loro quartieri e tornare a viverli in sicurezza. Un’iniziativa orientata a lanciare un messaggio forte e decisivo nella lotta a qualsiasi forma di illegalità, affermando la presenza e l’impegno delle Istituzioni sul territorio. Il rilancio e il riscatto delle periferie può e deve essere veicolato anche attraverso la bellezza e l’arte. Porteremo quindi il teatro, la musica, la tradizione romana nelle zone più sensibili della città. Le liberiamo togliendo ogni spazio alle attività di spaccio e alle organizzazioni criminali”, afferma la Sindaca di Roma Virginia Raggi.Nel corso delle prime otto tappe di aprile e maggio, le strade e le piazze saranno animate con i classici stornelli romani. A giugno, invece, le otto piazze saranno occupate contemporaneamente: è previsto un evento clou con una rappresentazione teatrale, mentre nelle altre piazze i Municipi promuoveranno, nel rispetto delle vigenti normative anti-Covid, partite di calcetto in strada, presentazioni di libri e letture di poesie.”Secondo la Direzione Investigativa Antimafia nelle principali piazze di spaccio romano si registra un guadagno, ogni fine settimana, che va dai 200 a 250mila euro. Andare ad occupare quei luoghi con la bellezza, chiudendo le otto principali strade e piazze contemporaneamente, è un danno incalcolabile per la criminalità romana. È ora che le mafie capiscano che lo Stato, quando gioca in attacco, vince. Alle persone perbene dico di rialzare la testa e godersi lo spettacolo: musica, luci, colori, teatro, allegria al posto del grigio squallore dello spaccio. Nelle periferie torna a splendere il sole, non saranno più soli”, dichiara Federica Angeli, delegata della Sindaca alle Periferie, civismo e legalità.Le attività previste nell’ambito del progetto saranno effettuate nel rispetto delle norme anti-contagio disposte dalla vigente normativa.

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I talenti nelle scuole: Iniziativa della Lumsa

Posted by fidest press agency su martedì, 22 dicembre 2020

Ormai quasi ogni docente o psicologo che lavora nelle scuole incontra bambini o un adolescenti con alto potenziale. I plusdotati non sono più casi isolati, rappresentano il 5% della popolazione studentesca (un minore per classe), eppure non è diffusa una formazione adeguata per i professionisti del settore: insegnanti e psicologi. “Il talento sembra ancora un tema ‘nuovo’ in Italia, mentre negli Stati Uniti si studia da oltre 100 anni. Da noi è sottovalutato, si pensa che chi abbia talento non abbia bisogno di aiuto, ma non è così. Esistono varie tipologie di talento e spesso la scuola può ostacolarle invece che farle fiorire”. Lo afferma senza giri di parole Maria Cinque, professoressa associata di Didattica e Psicologia Speciale dell’Università Lumsa e responsabile scientifico del master universitario di primo livello ‘Gifted. Didattica e psicopedagogia per gli alunni con alto potenziale cognitivo e plusdotazione’, promosso dalla Lumsa insieme agli esperti dell’Istituto di Ortofonologia (IdO). Questo corso, unico in Italia, è giunto già alla sua terza edizione ed è destinato a docenti, sia curriculari che di sostegno, delle scuole statali e paritarie; referenti per la disabilità e coordinatori del sostegno presso scuole statali e paritarie; dirigenti scolastici delle scuole statali e coordinatori didattici delle scuole statali e paritarie; psicologi che vogliano acquisire competenze di carattere psicopedagogico per lavorare nell’ambito della plusdotazione e della giftedness. Le nuove lezioni partiranno il 15 gennaio ed è ancora possibile iscriversi. Il master universitario si propone di fare acquisire ai corsisti un insieme strutturato di conoscenze, capacità e competenze in ambito didattico e psicopedagogico per l’alto potenziale cognitivo relativo alla Scuola dell’infanzia, alla Scuola primaria, alla Scuola secondaria di primo e di secondo grado. I docenti potranno pagarlo con la Carta docente. I partecipanti acquisiranno, inoltre, un’ampia e approfondita conoscenza delle caratteristiche dei minori ad alto potenziale intellettivo, e svilupperanno competenze nella progettazione di percorsi curricolari, attività didattiche e interventi di valorizzazione per alunni con alto potenziale. Inoltre i partecipanti avranno gli strumenti per implementare strategie atte a favorire il processo di crescita e di inclusione degli alunni plusdotati nel contesto scolastico, per valorizzare e investire sulle loro potenzialità, con particolare attenzione ai quadri twice-exceptional, ovvero quelle situazioni in cui l’alto potenziale si associa a disturbi di diverso genere (DSA, ADHD, Disturbo Oppositivo Provocatorio).

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Continua l’impegno di Fondazione Cariplo per sostenere iniziative culturali

Posted by fidest press agency su domenica, 12 aprile 2020

Fondazione Cariplo anche in questo momento difficile non dimentica il ruolo della Cultura affacciata sul domani. Approvati dal Consiglio di Amministrazione 14 progetti nell’ambito del bando “Beni aperti”, attraverso cui Fondazione Cariplo sostiene interventi di restauro di beni di interesse storico-architettonico e l’insediamento all’interno di essi di nuove attività e servizi. Circa sei milioni di euro saranno destinati ad organizzazioni private non profit, enti pubblici ed ecclesiastici detentori o affidatari di beni culturali di pregio su tutto il territorio lombardo e nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Da anni la Fondazione promuove interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale nella consapevolezza della loro importanza per lo sviluppo sociale ed economico-turistico del territorio. Mai come in questo periodo storico in cui gli enti e i territori stanno affrontando una crisi epocale dovuta alla pandemia è importante che la cultura ci aiuti a ritrovare il senso della nostra storia individuale e collettiva per meglio affrontare il futuro ed è questo l’obiettivo primario, in questo momento, per Fondazione Cariplo; la decisione del Consiglio, che arriva a pochi giorni di distanza da un altro ingente sostegno alla cultura, grazie al bando “Luoghi di innovazione culturale”, attraverso il quale sono stati destinati 3 milioni di euro ad organizzazioni che hanno in proprietà o gestione luoghi della cultura e che intendono insediarvi un’innovazione concreta e duratura.I progetti, selezionati tra i 58 candidati sul bando Beni aperti nel luglio 2019, abbracciano diverse tipologie di intervento: dalla riqualificazione di immobili storici di proprietà diocesana – nelle città di Bergamo e Cremona – che saranno restituiti alla fruizione delle comunità come centri culturali e di potenziamento dell’offerta turistica locale destinata a svolgere un ruolo centrale nell’economia del futuro, alla riapertura di una sala cinematografica nella città di Lecco che, al termine delle opere di riqualificazione, potrà ripartire con una programmazione di proiezioni e spettacoli. E ancora: nuovi spazi dello storico Teatro Coccia di Novara saranno riqualificati per dare avvio ad attività di carattere formativo nell’ambito dello spettacolo dal vivo, così come interventi di riqualificazione e rinnovamento gestionale saranno realizzati a Palazzo Te, emblema della città di Mantova. A Cernobbio, in provincia di Como, saranno potenziate le attività formative e culturali del compendio di Villa Erba – storica dimora di Luchino Visconti, oggi di proprietà pubblica – attraverso la riqualificazione dell’area dell’ex serra della villa. Nei comuni delle aree interne di Argegno (Valle Intelvi – CO) e Malegno (Valle Camonica – BS) saranno realizzate azioni di potenziamento del sistema di ricettività in chiave turistica e culturale, anche in connessione con le filiere produttive locali. Sempre in provincia di Brescia, a Gardone Riviera, presso il Complesso del Vittoriale degli Italiani, dimora di Gabriele d’Annunzio, sarà riaperta al pubblico, attraverso la realizzazione di un percorso museale ed allestitivo dedicato, la dimora dell’architetto Maroni, storico progettista della dimora del Vate.

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Le iniziative europee a sostegno del libro tra presente e futuro

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 aprile 2019

Napoli 5 aprile alle 11.30 nella Sala Levante di Castel Sant’Elmo in occasione di NapoliCittàLibro, Salone del Libro e dell’Editoria “Le iniziative europee a sostegno del libro tra presente e futuro. Incentivi e opportunità per gli editori”, a cura dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con la Federation of European Publishers (FEP) Un momento di confronto con il responsabile delle Relazioni Internazionali di AIE Piero Attanasio e con il vicedirettore di FEP Enrico Turrin in cui saranno presentate le opportunità di sostegno offerte oggi agli editori, con particolare attenzione ai premi e agli incentivi per le traduzioni del programma Europa Creativa, il più importante programma europeo per la cultura, che dal 2021 avrà anche una linea di finanziamento dedicata al mondo del libro. E con un focus specifico su esigenze e aree che le istituzioni europee devono considerare per progettare nuove ed efficaci modalità di sostegno. L’appuntamento è organizzato all’interno di ALDUS – European Book Fairs Network, iniziativa co-finanziata dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

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“Natale Mediterraneo”: continuano le iniziative a Trapani

Posted by fidest press agency su giovedì, 20 dicembre 2018

MERCATINO Trapani natale 2018.jpgTrapani. “Natale Mediterraneo”, questo è il titolo del calendario di iniziative che continueranno fino al 6 gennaio nella città di Trapani, organizzate dal Comune con il contributo di commercianti, cittadini, associazioni e operatori culturali e la collaborazione dell’Ente Luglio Musicale Trapanese, l’ATM Spa e la City Green Light.
Un Natale come motore di innovazione e di identità di un territorio. Il tutto arricchito da presepi, zampognari, spettacoli, mercatini di Natale, che faranno da contorno con un ricco programma che si snoderà nelle strade, nelle piazze, nelle chiese e nei palazzi storici del centro storico ma anche nei quartieri della città: una concreta valorizzazione del territorio contribuendo a far gustare la festa più attesa dell’anno.Non solo eventi per il Natale, ma anche durante la notte di Capodanno. Una festa in grande stile trasformerà Piazza Municipio in una discoteca all’aperto per la notte di San Silvestro con il deejay e speaker di Radio 105 Pippo Palmieri, da Rtl arriva Ricky Aristarco. Al termine del countdown ci sarà il brindisi con il Sindaco Giacomo Tranchida.
Tanti gli eventi organizzati nell’ambito di Natale Mediterraneo dall’Ente Luglio Musicale Trapanese: animazione per i più piccoli, concerti, arti visive e performative. Tutte iniziative finalizzate a creare una sana atmosfera di festa, di pace e speranza.
Giostre, artisti di strada, laboratori di cucina per bambini a cura del Centro di Cultura Gastronomica “Nuara”, giocoleria, spettacoli col fuoco e la diligenza di Babbo Natale a traino di un cavallo costituiscono l’offerta principale delle iniziative che animeranno gli spazi della Villa Margherita e della Villa Pepoli a Trapani. L’ evento clou del Natale sarà domenica 23 dicembre, alle ore 21.30. La facciata di Palazzo D’Alì fungerà da tela per l’installazione artistica di video mapping ad opera di Dario Denso Andriolo, visual artist, scultore e designer. Nato e operante a Palermo, Andriolo è laureato in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Palermo. La sua ricerca artistica trae origine dalla lavorazione diretta della materia, nel tempo poi, si è orientata verso la progettazione grafica e la modellazione in 3D. I suoi lavori intrecciano scultura, grafica, design, audio e multimedialità, dando vita a installazioni dal forte impatto visivo.
ZAMPOGNARI Trapani Natale 2018“Trapani Centro del Continente Mediterraneo” sarà il tema del video 3D, un magico gioco di animazione videomusicale a colori. Si continuerà, alle ore 22.30 con gli Shakalab in concerto. Shakalab è un collettivo siciliano formato da quattro cantanti, veterani della scena reggae e hip hop dell’isola: Jahmento, Lorrè, Br1 e Marcolizzo. La loro musica è un’originale sinergia tra il reggae e l’hip hop che incontrano il dialetto siciliano, arricchito dal gergo giovanile.
La musica gospel sarà protagonista venerdì 28 dicembre, alle ore 21.00, nella Chiesa del Collegio. La magica atmosfera natalizia farà da cornice ad un concerto gospel in compagnia di Eric Waddell & The Abundant Life Gospel Singers, miglior gruppo gospel dell’ultimo decennio.
Molti dei brani in repertorio sono composizioni di Eric Waddell con un sound che abbina le sonorità del gospel tradizionale con le nuove tendenze del contemporary gospel.
Spazio anche la tradizione popolare con il Concerto di Natale della Compagnia Coro Cittá di Trapani.
Sabato 29 dicembre, alle ore 18.30, nella Chiesa di Sant’Agostino “Il canto paraliturgico nella tradizione popolare siciliana”, tratto dalla raccolta di Alberto Favara, noto etnomusicologo siciliano, nato a Salemi nel 1863, che ha raccolto nel suo volume “Corpus di musiche popolari siciliane” ben 1090 canti e melodie di quasi tutta la Sicilia.
Aspettando il nuovo anno, uno show per “Emozionare senza le parole”: domenica 30 dicembre, alle ore 17.00, a Piazza Municipio, il Teatro del Fuoco, ideato dalla giornalista e organizzatrice di eventi Amelia Bucalo Triglia. Uno spettacolo che unisce in un’unica coreografia musica, danza, mimo, acrobatica, fuoco e luce. Uno show che si preannuncia denso di sorprese e di scenari unici che catapulteranno gli spettatori in un’atmosfera epica dove nulla è come sembra accompagnato dalla potenza scenografica del fuoco, forza creativa, potere immaginifico.
Per conoscere giorni e orari delle attività alla Villa Pepoli e alla Villa Margherita consultare il sito http://www.lugliomusicale.it.

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E’ allerta caldo nel nostro paese

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 agosto 2018

In questi giorni i termometri di tutta la penisola stanno toccando punte allarmanti, le più alte previste per questa stagione, che mettono a rischio le condizioni di salute delle persone più fragili, come gli anziani. Di fronte a questa situazione l’appello di Senior Italia FederAnziani è: evitiamo che il picco del caldo estivo si trasformi in una sequenza di vittime evitabili, come è già purtroppo successo in passato; tutti, la società civile e le istituzioni, mettano in campo le buone pratiche e gli interventi necessari e tutelare i cittadini più esposti al rischio.Purtroppo già nei giorni scorsi si sono registrate le prime vittime; proprio ieri la stampa ha riportato la notizia di due anziani morti in due diverse località del Veneto, proprio per l’impatto del caldo. E questi primi casi gettano l’allarme sulla giornata di oggi, quando i bollini rossi (ovvero le città contrassegnate con il livello massimo di allerta da parte del Ministero della Salute) saliranno dalle 8 previste ieri a ben 18 in tutta la penisola. Ecco le città che oggi saranno più a rischio: Bolzano, Bologna, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo.“Rivolgiamo un appello accorato alle istituzioni locali perché rafforzino le iniziative e i presidi sul territorio a sostegno degli anziani soli durante la stagione estiva”, dichiara il Presidente Senior Italia FederAnziani Roberto Messina, “Allo stesso tempo ci rivolgiamo anche ai familiari e ai careviger affinché vigilino sui ‘loro’ anziani aiutandoli a evitare superficialità e disattenzione che possono essere fatali. Anche a questo scopo, Senior Italia FederAnziani ha diffuso un decalogo salva-vita con i consigli fondamentali da mettere in pratica per prevenire le peggiori conseguenze del grande caldo. Invitiamo tutti a seguire con il massimo scrupolo questi consigli, a non sottovalutare i rischi della stagione estiva e a non abbandonare gli anziani. Ricordiamoci sempre che sono la nostra memoria, il nostro patrimonio spirituale più grande: non lasciamoli soli, come loro non lasciano mai soli i loro figli e nipoti e sono sempre in campo per proteggere e sostenere la nostra comunità”.

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Come gli italiani vivono la terza età

Posted by fidest press agency su giovedì, 26 aprile 2018

Altro che declino. Per i romani la terza età è sempre più un periodo di pienezza e possibilità, una fase in cui la vita ha ancora molto da offrire e dove poter realizzare progetti e sogni nel cassetto. E persino innamorarsi. Al punto che ben l’89% pensa che sia possibile, e ormai sempre più comune, iniziare una relazione autentica e soddisfacente dopo i 65 anni.
Instaurare una relazione in età avanzata migliora la vita di chi è solo da molti punti di vista, dicono gli abitanti di Roma: per il 59% essere in coppia è un motivo in più per mantenersi attivi e dedicarsi insieme alle passioni in comune. Ma non solo: avere un partner al proprio fianco permette anche di mantenersi in forma e prendersi cura di sé (41%), dà i giusti stimoli per migliorare l’autostima (30%), facendo scoprire di poter ancora piacere, inoltre aiuta a combattere la solitudine (29%).Ma non sono solo rose. Una nuova relazione dopo i 65 anni può anche essere fonte di preoccupazioni e difficoltà: il 44% dei romani vede molto complicato instaurare un nuovo equilibrio nella vita di tutti i giorni, mentre per il 41% il principale problema è il rischio gravare sull’altra persona in caso di malattia. Fra le altre difficoltà, quella di non avere più le energie per fare quello che si faceva prima (38%) e relazionarsi con i figli e nipoti del partner (27%).Se i sentimenti non sfioriscono, sono anche molte le attività a cui gli abitanti di Roma si dedicherebbero in questa fase, tanto che solo il 2% aspetterebbe la pensione unicamente per riposarsi. Il 22% penserebbe di riprendere gli studi, il 33% occuperebbe il maggior tempo libero facendo del volontariato, il 60% viaggiando e il 79% dedicandosi a hobby e passioni troppo spesso rimandati.Che cosa può minare la serenità di questo periodo della vita? Tra i principali timori, i problemi di salute (84%), la mancanza di una rete relazionale forte, spesso causa di solitudine (60%), il calo delle forze fisiche (43%) e l’assenza di un partner (22%).Ma a preoccupare i romani è anche il rischio di trovarsi con scarse disponibilità economiche (76%), tanto che solo il 2% degli abitanti di Roma ritiene che la pensione di base sarà sufficiente. Gli altri invece penserebbero a costruirsi, nel tempo, una vecchiaia economicamente serena. Ma come? Il 71% puntando sulla previdenza complementare, il 43% investendo nel mattone e un ulteriore 22% tenendo i soldi in banca.“Il nostro Osservatorio sul welfare, giunto alla sua seconda edizione, evidenzia come la terza età sia sempre più considerata una seconda giovinezza, da vivere pienamente coltivando interessi e senza rinunciare alle relazioni sociali”. – Afferma Marco Mazzucco, Direttore Distribuzione Marketing e Brand di Gruppo di Reale Mutua – “Una delle maggiori preoccupazioni per questo periodo è rappresentata dalle disponibilità economiche. Per questo motivo, è importante giocare d’anticipo e costruirsi per tempo una vecchiaia serena con le opportunità offerte dalla previdenza complementare”.

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Iniziativa internazionale sul debito pubblico

Posted by fidest press agency su venerdì, 12 Maggio 2017

ministero-finanzeDal 2007 a oggi il debito pubblico mondiale è più che raddoppiato, passando da 28,7 a oltre 61 trilioni di dollari. Nello stesso periodo quello americano è triplicato, attualmente è circa un terzo del totale. Ogni cittadino americano ha più di 60.000 dollari di debito pubblico federale sulle sue spalle. Il record mondiale. Si ricordi che in Italia esso è di circa 38.000 euro pro capite. Il crescente debito globale è una delle più pericolose minacce di crisi sistemiche.
Per il momento, però, sono i Paesi più poveri, e quelli impoveriti o a rischio default, ad esserne schiacciati. Finora i potenti della Terra, anche se di fatto sono i più indebitati, hanno avuto la spregiudicatezza e gli strumenti per far pagare il conto agli altri.
E’ perciò significativo che sia la Santa Sede, e non i governi, a portare all’esame delle Nazioni Unite il tema della legittimità del debito pubblico. Certamente si intravede la mano di papa Francesco.
L’obiettivo, come ci ricorda il professor Raffaele Coppola, direttore del Centro di Ricerca ”Renato Beccari” dell’Università di Bari e tra i principali coordinatori dell’iniziativa, è far pronunciare l’Assemblea Generale dell’Onu al fine di legittimare la richiesta di parere alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja sulla gestione del debito internazionale per verificarne le eventuali violazioni dei diritti umani e dei popoli. Si pone, quindi, l’esigenza di un’analisi approfondita dei fondamenti sia giuridici che etici della questione del debito. Non può diventare un macigno insostenibile per le popolazioni, né frenare lo sviluppo e limitare l’indipendenza e la sovranità di uno Stato.
Molti giuristi di varie ispirazioni stanno riflettendo sul problema del pagamento del debito da parte dei Paesi poveri e sullo stato di forza maggiore e di necessità a cui vengono sottoposti. Per lo stato di forza maggiore il non pagamento dipende da un evento incontrollabile da parte dello Stato. Lo stato di necessità, invece, giustificherebbe l’inadempienza quando il pagamento sarebbe troppo gravoso per i cittadini. Chi può pensare di affamare il popolo per pagare a tutti i costi gli interessi sul debito?
L’iniziativa presso l’Onu costituirebbe un precedente giuridico su una materia nevralgica per lo sviluppo della globalizzazione e in particolare per il rapporto fra Paesi ricchi e Paesi poveri. Di conseguenza non potranno essere ignorati gli effetti deleteri della finanziarizzazione e della deregulation dell’economia.
La proposta della Santa Sede non è campata in aria ma poggia anche su un precedente importante: la risoluzione 69/319 dell’Onu del 2015 relativa ai cosiddetti “fondi avvoltoio”, cioè quei fondi speculativi che operano in modo aggressivo sul debito dei Paesi in crisi. E’ appena il caso di ricordare che essa fu approvata nonostante il parere contrario degli Stati Uniti. I valori esplicitati nella proposta si ispirano alla Carta di Sant’Agata de’ Goti del 1997 nella quale giuristi, uomini di Chiesa, intellettuali e laici misero a punto una serie di principi giuridici per regolare secondo giustizia la questione del debito. In particolare «il divieto di accordi usurari», il rispetto «dell’autodeterminazione dei popoli» e il divieto di «una eccessiva onerosità del debito».
Intorno all’iniziativa vaticana si sta tessendo un’ampia rete di alleanze. E’ importante in quanto la Santa Sede ha lo status di osservatore alle Nazioni Unite e c’è bisogno che uno Stato presenti, in sua vece, la richiesta di discussione all’Assemblea Generale. E’ un ruolo che l’Italia naturalmente potrebbe e dovrebbe assumere. Sull’argomento pare esista già un’intesa di massima con il governo italiano.
Ricordiamo che l’Italia ha già avuto un ruolo meritorio nel 2000 quando il Parlamento approvò la legge 209 relativa alle «Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati». Il significativo provvedimento nacque sull’onda del Giubileo promosso da Giovanni Paolo II durante il quale fu lanciata la campagna per l’abbattimento del debito dei Paesi poveri.
Al riguardo si ricordi l’articolo 7 della citata legge che recita: «Il Governo, nell’ambito delle istituzioni internazionali, competenti, propone l’avvio delle procedure necessarie per la richiesta di parere alla Corte internazionale di giustizia sulla coerenza tra le regole internazionali che disciplinano il debito estero dei Paesi in via di sviluppo e il quadro dei principi generali del diritto e dei diritti dell’uomo e dei popoli». E’ esattamente l’obiettivo della Santa Sede.
In merito l’Italia, non solo per il rispetto della sua legge ma anche per la sua indiscussa sensibilità per le problematiche dei Paesi in via di sviluppo, può davvero svolgere un ruolo incisivo a partire dal prossimo G7 di Taormina. (Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista)

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Iniziative di carattere formativo per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 dicembre 2016

firma-protocolloL’Università degli Studi Roma Tre e la Società Dante Alighieri e hanno firmato un protocollo d’intesa per lo svolgimento congiunto di attività di ricerca tecnico-scientifiche e iniziative di carattere formativo per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.Con la firma dell’accordo, il rettore di Roma Tre, Mario Panizza, e il presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi, hanno stabilito gli ambiti di azione primari che prevedono una collaborazione finalizzata alla promozione e diffusione della conoscenza della lingua italiana nel mondo, la realizzazione di programmi per l’apprendimento a distanza della lingua italiana, la formulazione di materiali didattici e di supporti all’insegnamento dell’italiano e la realizzazione di attività scientifiche e culturali.«La firma della convenzione quadro con la Società Dante Alighieri rientra tra le attività del nostro ateneo che mirano a promuovere la conoscenza e la diffusione della lingua e cultura italiana del mondo», ha commentato il rettore Mario Panizza dopo la firma. «Roma Tre, come soggetto certificatore di qualità della conoscenza della lingua italiana, sta elaborando una serie di azioni da svolgere all’estero insieme agli altri soggetti certificatori: Società Dante Alighieri, Università per stranieri di Perugia e di Siena e consorzio Cliq. Inizieremo proprio dall’integrazione delle forme di didattica a distanza elaborate dal nostro ateneo nelle modalità d’insegnamento della lingua italiana praticate dai Comitati della Dante Alighieri nel mondo».Grazie a un progetto di cooperazione promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con l’Istituto Italo-Latino Americano, l’Università Roma Tre sta già lavorando alla creazione una Cattedra telematica di lingua e cultura Italiana presso la Facultad de Lenguas Extranjeras della Universidad de La Habana, progetto che, grazie alla convenzione, potrà avvalersi della sede cubana della Dante Alighieri.A conclusione dell’incontro il presidente Andrea Riccardi ha dichiarato: «Grazie alla firma di questo protocollo rinsalderemo quella sinergia che è già presente all’interno della CLIQ della quale sia la Dante sia Roma Tre sono membri; in tema di insegnamento della lingua italiana puntiamo entrambi all’eccellenza, consapevoli che solo nella qualità essa potrà fare da volano per lo sviluppo della cultura e della presenza del nostro Paese all’estero». (foto: firma protocollo)

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Agricoltura molisana: Tanto tuonò che …piovve

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 agosto 2016

agricolturaLa manifestazione della “Guerra del grano”, quella di venerdì 29 luglio scorso tenutasi a Termoli, così come in tante parti d’Italia, indetta dalla Coldiretti regionale, ha avuto il suo effetto mediatico.L’augurio è che con oggi il mondo agricolo, tutto, abbia davvero avviato quel dialogo costruttivo con i rappresentanti istituzionali. Per quanto si è sentito dal palco termolese, tutti hanno dato il via per un segnale forte che lascia ben sperare circa la predisposizione di una piattaforma di iniziative che verrà sottoposta e discussa con le rappresentative agricole dei produttori e, di più, con gli operatori del settore agricolo e che non potrà, come nel passato, essere ignorata o disattesa.Le parole dovranno essere poi supportate dai fatti, atti a formulare quel pacchetto di iniziative in grado di fornire nuova linfa al vero mondo agricolo regionale.
Era ora che qualcosa accadesse. Il Comitato spontaneo agricolo “Uniti per non morire”, come sempre, era presente.E’ giunto il momento di segnare la storia sia nelle nostre coscienze “agricole” sia nel fatto di comprendere che se uniti si può davvero far sentire la nostra voce.Lo stesso direttore regionale della Coldiretti Molise, Saverio Viola, lo ha affermato: “ Dobbiamo ascoltare tutti e difendere tutti, per il bene dei nostri prodotti e della nostra economia”.Il Comitato, coerente dalla sua nascita, lo sta facendo da anni ed i fatti pare gli stiano dando ragione visto che tanti argomenti,anche se con ritardo, sono stati poi discussi ed accettati dalla politica agricola regionale.Tutti insieme, senza farci dividere dalle varie bandiere, potremo sicuramente avere la capacità di sensibilizzare, di portare a conoscenza i nostri problemi e poter essere addirittura condivisi e sostenuti dagli stessi consumatori.Bisogna evitare di cadere in sterili ed inopportune polemiche, non cedere a quei pseudo-amici, a chi tenta di dividere il mondo agricolo, di non lasciarsi condizionare, perché la terra ha un solo ed unico colore e le bandiere disunite non l’appartengono.
E’ ora che terminino queste divisioni; al mondo rurale, quello vero, non l’interessano.
Le confusioni, l’inerzia voluta, l’aspettare che qualcosa cambi o che altri cerchino di far qualcosa non dovranno più appartenerci. E neppure svenderci, per restare in tema, per qualche quintale di grano visto che sia un piatto di pasta o di lenticchie (canadesi?), ora, costano certamente di più.E’ arrivato il momento di ricompattare il mondo rurale e controllare da vicino, attenzionare chi vuole rappresentarlo, politici compresi. BASTA DELEGHE IN BIANCO!
Queste azioni pacifiche e democratiche, queste civili manifestazioni sono la conferma che qualcosa sta cambiando; poco può interessare chi le abbia proposte, se prima o dopo.Una cosa è certa, e su questo non si può che esprimere soddisfazione: l’impegno di tutti ad adoperarsi per la questione agricola.E’ importante che si prosegua, con la dovuta attenzione di controllo, nel percorso intrapreso e si mantenga quella libertà d’azione scevra da secondi fini perché di persone che ne hanno approfittato per i propri interessi ne abbiamo conosciute tante. I mercanti di deleghe non ci servono.Si deve, allo stesso tempo però, fare mente locale e ricordarsi di non cadere in quegli errori commessi in tutti questi anni di crisi e vedere il bicchiere mezzo pieno; possono sembrare sconfitte ma nel contempo ci hanno forgiato lo spirito.Restare uniti è l’ unica arma in nostro possesso. Non facciamoci disarmare. Dobbiamo, con i nostri limiti, non demordere ed incamminarci uniti verso questa strada intrapresa, verso l’obiettivo di salvaguardare l’agricoltura, la salubrità alimentare, il territorio. Per il bene di tutti.Il nostro bel Molise se lo merita. (By Giorgio Scarlato – fonte sito di Pasquale Di Lena)

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Il futuro del welfare è in azienda

Posted by fidest press agency su giovedì, 29 ottobre 2015

andrea kellerSono sempre più numerose le aziende che offrono benefit e servizi di welfare ai propri dipendenti. La retribuzione del lavoro sta cambiando pelle e al fianco di quella monetaria sta crescendo il cosiddetto “salario sociale”, che permette di remunerare i dipendenti con una serie di servizi alla persona e iniziative di sostegno al potere d’acquisto. Parliamo della pensione integrativa e dell’assicurazione sanitaria, dell’offerta di servizi alla ristorazione come i buoni pasto e la mensa aziendale, buoni per la mobilità dei lavoratori tra casa e posto di lavoro, servizi di assistenza per i propri familiari, sia anziani che bambini, buoni spesa, sostegno alle spese scolastiche dei figli dei dipendenti, sostegno alle spese per la maternità e la paternità, conciliazione dei tempi di vita con quelli del lavoro e della famiglia, e cosi via. Alla base di tale crescita la consapevolezza che lo sviluppo del welfare aziendale conviene a tutti: alle imprese perché ottimizzano i costi e aumentano la produttività; ai lavoratori perché aumentano il loro benessere e il potere d’acquisto; allo Stato che tramite la leva delle risorse integrative garantite dalle aziende può rispondere meglio ai crescenti bisogni sociali.Nel libro appena uscito nelle librerie dal titolo “Il futuro del welfare è in azienda”, (edito da Guerini Next) a cura di Filippo Di Nardo e che ospita un’intervista ad Andrea Keller, Amministratore Delegato di Edenred Italia, si spiega a fondo perché il welfare aziendale sarà centrale nei prossimi anni.«Il welfare aziendale rappresenta una di quelle practice aziendali – spiega Andrea Keller nel libro – che meglio esprimono il ruolo economico-sociale dell’impresa. Il welfare aziendale, infatti, oltrepassa i confini aziendali per intersecarsi con tematiche più ampie legate al welfare state, alle relazioni industriali, al mercato del lavoro, alla responsabilità sociale dell’impresa, all’innovazione sostenibile e allo sviluppo del Terzo Settore. Non si tratta di iniziative volte solo ad un generico benessere dei propri lavoratori in una prospettiva sociale e con uno spirito di “buonismo”. Si tratta di iniziative per le quali l’azienda alloca risorse specifiche, consapevole, anche grazie agli innumerevoli e illustri studi in materia, che ogni euro investito in welfare aziendale ha un ritorno economico nel breve, nel medio e nel lungo periodo».Il welfare aziendale è il perno di un sistema virtuoso che permetterà di affrontare in modo efficace e sistemico le sfide che i moderni processi economici e sociali pongono a tutti i Paesi ma che richiede, a questo punto, una necessaria rivisitazione della normativa di riferimento per poter sprigionare appieno tutte le sue potenzialità. (foto: andrea keller)

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La Sicilia rievoca la Carta di Treviso a 25 anni dalla nascita

Posted by fidest press agency su martedì, 6 ottobre 2015

carta trevisoLa prima Carta deontologica al mondo, a tutela dei minori, a venticinque anni dalla nascita, sarà ricordata e rievocata in Sicilia nel corso dei prossimi mesi, con varie iniziative ad ogni livello. Il 5 ottobre 1990 la Carta di Treviso veniva stilata e sottoscritta da Ordine dei Giornalisti e Fnsi, in collaborazione con il Telefono Azzurro e le associazioni di volontariato della Città di Treviso che hanno organizzato il convegno “Da Bambino a notizia, i giornalisti per una cultura dell’infanzia”.Tiziano Toffolo – tra i principali promotori di tante iniziative legate alla Carta di Treviso – è intervenuto sull’argomento con un suo comunicato. “Colgo con piacere il sostegno ai principi della Carta che proviene dalla “migliore Sicilia” – in primis dall’Ordine Regionale dei Giornalisti – quella “Sicilia dei comunicatori” che mi ha subito conquistato per il rispetto della famiglia e dei bambini e per la particolare sensibilità, nella stragrande maggioranza dei casi, nei confronti di temi delicati come la tutela dei minori nei media”.“La Carta di Treviso e’ ormai patrimonio, oltre che della professione giornalistica, anche dell’opinione pubblica – dichiara Tiziano Toffolo – delle mamme e dei papa, e di tutte le persone sensibili, a cui sta a cuore la crescita serena dei bambini e degli adolescenti. Infatti decine e decine sono le proteste quando la Carta viene violata (e purtroppo i casi di violazione sono in costante aumento negli ultimi tempi), come nei più recenti fatti di cronaca, uno per tutti, la tragedia di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, dove il fratellino del povero Loris rischiava di essere “stritolato” dalla famelica macchina del gossip, riportandoci ai tempi di Cogne, quando Davide, il fratellino di Samuele, è stato oggetto del peggior gossip”.”L’intervento forte e tempestivo del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, con un pressante comunicato rivolto a tutti i colleghi, invitandoli al rispetto del codice deontologico e alla tutela dei minori coinvolti, ha contribuito a fermare una vergognosa serie di reportage “morbosi”, soprattutto televisivi, sul caso del povero Loris. Sono certo che la Sicilia – conclude Toffolo – ancora una volta, anche in occasione di questo anniversario, sarà in prima linea, nella divulgazione dei valori della Carta di Treviso, primo codice deontologico dei giornalisti italiani e fiore all’occhiello di etica professionale di tutta la categoria”. (foto: carta treviso)

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Oracle Academy, si rinnova la proposta per formare i talenti di domani

Posted by fidest press agency su domenica, 4 ottobre 2015

Oracle_headquartersOracle Academy, il programma non profit Oracle che mette a disposizione del mondo della scuola e dell’università un’offerta completa di risorse per l’insegnamento delle discipline informatiche, inaugura l’anno accademico 2015/2016 presentando un nuovo curriculum di studi, nuovi corsi per certificazioni junior e nuove risorse interattive per l’apprendimento. Oracle Academy si pone l’obiettivo di fare progredire la formazione nel settore informatico, rendendola accessibile e interessante per gli studenti; per questo ora offre al mondo dell’education – ma anche agli studenti – la possibilità di aderire gratuitamente alle proprie iniziative, così da promuovere la conoscenza, l’innovazione, lo sviluppo delle competenze e la diversità nel campo delle tecnologie.
In Italia 14 istituti e 14 università aderiscono ad Oracle Academy: tra di essi vi sono Accademia del Levante (Bari), Centro Servizi Sede Pontina dell’Università La Sapienza di Roma, Dipartimento d’Informatica dell’Università di Torino, Istituto Atena (Varese), Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Messina, Area Servizi Informatici e Multimediali dell’Università di Udine, Dipartimento d’Informatica dell’Università di Milano, Dipartimento Management e Information Technology dell’Università di Salerno. In totale gli studenti che possono far leva sulla formazione Oracle sono 7.922. Tra le tecnologie software oggetto di studio negli istituti di formazione superiore e universitaria che hanno aderito a Oracle Academy in Italia, si possono ricordare, fra le altre, Oracle Database, Oracle NoSQL Database Enterprise Edition. le tecnologie per l’analisi dei Big Data e il Data Warehousing, Oracle Webcenter, Oracle Identity Manager. “Oracle è un’azienda che promuove la cultura dell’innovazione e dell’eccellenza sia al suo interno sia sul mercato. Oracle Academy raggiunge oltre 9.500 fra scuole e università in tutto il mondo” ha dichiarato Alison Derbenwick Miller, vice presidente, Oracle Academy. ” Il digitale oggi si intreccia a tutti i settori economici, pertanto abbiamo scelto di mettere a frutto tutto l’insieme delle nostre esperienze e competenze per lanciare, a partire da questo anno accademico, un’offerta innovativa e interattiva che si rivolge a tutti gli studenti, non solo quelli delle facoltà informatiche. E’ una proposta ancora più ricca di strumenti per arricchire i percorsi di istruzione superiore e per formare una nuova generazione di programmatori, sviluppatori, esperti del cloud”. Nuovi corsi e piani di studio dedicati a Java e ai “fondamentali” del database puntano a sviluppare negli studenti competenze basilari e molto richieste, tra cui ad esempio la capacità di utilizzare linguaggi come SQL e Java, che sono i pilastri dell’informatica moderna – dal cloud computing al big data all’Internet of Things. “I nuovi corsi Oracle Academy dedicati a Java e database sono un enorme passo avanti: una rivoluzione didattica per i docenti e gli studenti di informatica “ ha commentato Carol Fletcher, associate director, Texas Regional Collaboratives for Excellence in Science and Mathematics Teaching (TRC) presso l’Università del Texas a Austin. “Abbiamo introdotto con grande successo in tutto lo stato i programmi di Oracle Academy per la formazione dei docenti; posso affermare che questa scelta è stata una dei principali elementi che ha favorito lo sviluppo dell’ecosistema digitale in Texas”.”La Computer Science Teachers Association (CSTA) e Oracle Academy hanno pubblicato all’inizio dell’anno i risultati di un sondaggio, che ha evidenziato un enorme problema nelle scuole statunitensi legato all’accesso alla formazione ed alla comprensione della scienza dell’informazione” ha sottolineato Lissa Clayborn, deputy executive director e chief operating officer della CSTA. ” Da altri studi recenti sono emersi risultati in linea con i nostri; per questo apprezziamo l’impegno profuso da Oracle Academy per rispondere a questa sfida creando programmi innovativi per formare e perfezionare le conoscenze dei talenti di domani”.Per offrire agli iscritti ai suoi programmi di formazione un’esperienza ancora più soddisfacente, Oracle Academy ha rinnovato anche il suo sito web, creando un portale dinamico che si rivolge ad una community mondiale cui partecipano docenti, partner e oltre 2,6 milioni di studenti ogni anno. Si tratta di un ambiente di apprendimento collaborativo e coinvolgente, che contiene un ampio numero di corsi, video, piattaforme social integrate e altre risorse.
About Oracle Academy. As Oracle’s flagship philanthropic educational program, Oracle Academy advances computer science education globally to drive knowledge, innovation, skills development, and diversity in technology fields. To this end, Oracle Academy offers students and educational institutions a free and complete portfolio of software, curriculum, hosted technology, faculty trainings, support, and certification resources. The program works with public and private partners to provide the tools educators need to engage, inspire and prepare students to become innovators and leaders of the future. Through Oracle Academy, students receive hands-on experience with the latest technologies, helping to make them college and career ready in the era of big data, cloud computing, the Internet of Things, and beyond.

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Seconda edizione del concorso di cortometraggi sul diritto d’asilo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 settembre 2015

rifugiatiIl Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) promuove per il 2015 la seconda edizione del concorso per cortometraggi brevi – della durata massima di due minuti – con scadenza prorogata al 30 ottobre, anche a causa dei drammatici eventi che stanno accadendo a livello Europeo. Il bando è pubblicato sul sito del CIR (www.cir-onlus.org) ed è rivolto a tutti coloro che intendono raccontare, con il linguaggio cinematografico e il proprio originale punto di vista, il mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati. E’ particolarmente importante la partecipazione dei giovani e delle scuole di cinema.
Vincitori della prima edizione. I vincitori della prima edizione sono stati: Primo premio: La Porta di Giancarlo Loffarelli; secondo premio Travel di Tommaso Papetti e terzo Philomene di Diego Monfredini.(vedili sul sito http://www.cir-onlus.org) I vincitori hanno avuto passaggi televisivi ad Unomattina e su Rainews24. Il concorso ed i corti di alcuni finalisti sono stati presentati a Torino, alla 66° edizione del Prix Italia 2014, il Concorso internazionale della RAI per la radio, la televisione e il web, alla terza edizione del Trevignano filmfest e al Maxxi nel quadro delle iniziative di Wired. Il corto di Loffarelli ridotto alla durata di 30 secondi è passato sulle tre reti nel palinsesto della Rai per il sociale nel mese di febbraio 2015
La giuria. L’iniziativa è sostenuta da personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che fanno parte della giuria e potranno presentare, fuori concorso, dei propri contributi sul tema del diritto d’asilo. La giuria è composta da: Roberto Faenza, Gabriele Lavia, Monica Guerritore, Laura Delli Colli, Silvia Costa, Monica Maggioni, Pasquale Scimeca, Mimma Nocelli, Mario Morcone, Gian Mario Gillio, Giancarlo Loffarelli, Carlo Puca, Andrea Purgatori, Ivan Silvestrini, Walter Veltroni. Della giuria fanno parte anche Roberto Zaccaria, Fiorella Rathaus, Christopher Hein (CIR), oltre ad esponenti del mondo dei rifugiati, dei media e della scuola.
I premi in palio. I tre corti vincitori del concorso otterranno rispettivamente un premio di 1.000/500/300 euro. La premiazione avrà luogo in una serata di raccolta fondi che si terrà nel mese di Novembre a Roma. Lo scorso anno la serata ha avuto grande successo con la partecipazione di oltre 200 persone. Il CIR inserirà i cortometraggi finalisti sul proprio canale e si riserva di adottare i cortometraggi vincitori del concorso per le proprie campagne di comunicazione sociale e di raccolta fondi sui mezzi radiotelevisivi.
Sponsor. Il progetto per i cortometraggi sul diritto d’asilo per il 2015 è per ora sostenuto da Mediterranean Hope progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dal Rotary E-Club Rom@.it. Il Cir sta proponendo anche ad altri di enti e istituzioni interessate di partecipare all’iniziativa con un concorso alle spese di organizzazione. I sostenitori saranno menzionati nel bando ed in ogni comunicazione attinente al concorso e saranno invitati alla serata finale per consegnare i premi ai vincitori.

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La mafia in veneto

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 febbraio 2015

mafia in venetoIl Veneto è la Quinta regione in Italia per operazioni finanziarie sospette; decima per beni confiscati alla criminalità; operazioni di riciclaggio quadruplicate; casi di usura più che raddoppiati. Questo lo spaccato (dati al 2013) che emerge da «Mafie e criminalità in Veneto», ricerca di Unioncamere del Veneto presentata presso la Camera di Commercio di Padova da Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto e Cciaa patavina, Roberto Tommasi, referente regionale dell’Associazione Libera contro le Mafie, il giornalista Antonio Selvatici e Nando dalla Chiesa, presidente onorario Libera. La ricerca è stata realizzata nell’ambito del protocollo d’intesa tra Unioncamere del Veneto e Libera, sottoscritto nel febbraio 2012 e rinnovato nel 2014, al fine di sviluppare forme di collaborazione per una più efficace realizzazione d’iniziative destinate alla diffusione della cultura della legalità ed al contrasto alle infiltrazioni mafiose.«Per troppo tempo – ha detto il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio – abbiamo ritenuto che la mafia, le mafie, fossero un problema solo del Sud. Chi sosteneva il contrario non solo doveva sopportare i sorrisetti di circostanza, ma doveva quasi sentirsi fortunato se non veniva accusato di “procurato allarme”. Ora che abbiamo “scoperto” che la mafia è nel bar e nel ristorante sottocasa, nel negozio da cui ci serviamo, nei trasporti, nelle costruzioni e negli alberghi, oltre che nel gioco d’azzardo, nella prostituzione e nel traffico di esseri umani, fatichiamo comunque a trovare gli antidoti. Quasi che scoprire “il re nudo” sia un fastidio da accantonare. Invece dobbiamo essere coscienti che le mafie, oltre che inquinare il mercato con prodotti contraffatti, oltre che annientare parti sane dell’economia, introducono anche la violenza come metodo sia nei confronti delle cose che delle persone. Prendere coscienza di tutto questo e sostenere l’azione di chi, come l’Associazione Libera, si batte per far emergere la legalità non solo è doveroso, ma diventa indispensabile se non vogliamo vedere l’economia della nostra regione passare dal ruolo di traino del Paese a quello di “lavatrice” di denaro sporco».«Le pagine del Quaderno raccontano di capitali sospetti, sporchi, ambigui, entrati chissà come, e in silenzio, nel tessuto della nostra comunità, come sottolinea Marcello Cozzi nella prefazione – spiega Roberto Tommasi di Libera –. Raccontano di inchieste che disegnano una geografia attraversata da estorsioni, usura, tratta degli esseri umani, traffici di droga, armi e rifiuti. Una geografia nella quale mafie e corruzione sono nel sistema dei mega appalti e dei fiumi dei finanziamenti europei. L’intento è soprattutto divulgativo, un contributo a sollecitare l’opinione pubblica affinché possa aumentare la coscienza e l’attenzione su un fenomeno spesso poco conosciuto o addirittura negato».Il Veneto è una regione dove i gruppi mafiosi ripuliscono e riciclano i proventi delle attività illegali investendoli per conquistare nuovi mercati. Le operazioni di riciclaggio sono quadruplicate: dalle 1.244 del 2009 alle 4.959 del 2013 in modo omogeneo in tutte le province. I mercati più a rischio sono edilizia, trasporti, turismo, smaltimento rifiuti, grande distribuzione, mercati ortofrutticoli, intermediazione di manodopera, gioco d’azzardo, contraffazione merci. Il Veneto è anche terra di transito di importanti partite di droga, armi ed esseri umani sfruttati nel lavoro nero e nel mercato della prostituzione. I gruppi criminali più presenti sono cinesi, nigeriani, moldavi e albanesi.Dai dati di Direzione Investigativa Antimafia, Direzione Nazionale Antimafia e Ministero dell’Interno, in Veneto i casi di estorsione sono cresciuti dai 95 del 2009 ai 221 del 2013. A fronte di una generalizzata riduzione delle operazioni sospette di riciclaggio, in controtendenza alla media nazionale si registra un aumento dalle 4.674 del 2012 alle 4.959 del 2013. Le altre regioni più colpite sono Lombardia (11.575), Lazio (9.188), Campania (7.174), Emilia Romagna (4.947), che col Veneto concentrano quasi il 60% delle segnalazioni nazionali.Nel primo semestre 2013 il Veneto risultava la quinta regione (8,42%) per operazioni finanziarie sospette (24 persone denunciate per riciclaggio, +26% sul semestre precedente). Nello stesso semestre denunciati 59 fatti di estorsione (+16%). Tra fine 2011 e fine 2013 la diminuzione dei prestiti bancari a famiglie ed imprese è stata di quasi 100 miliardi di euro.Sul fronte usura in Veneto la situazione sembra ancora rassicurante (terzultimo). Nell’ultimo anno però i numeri sono più che raddoppiati (da 29 a 76), in primis per l’industria del gioco d’azzardo col quale il fatturato delle mafie supera i 15 miliardi di euro. Si stima che in Italia sia coinvolto il 47,1% dei giovani che frequentano le scuole medie superiori e il Veneto è quinto in Italia per scommesse e giocate (5,5 miliardi di puntate nel 2013 tra videopoker, slot machines, gratta e vinci).Nell’ultimo anno le infrazioni accertate di illegalità ambientale sono state 1.004 (995 nell’anno precedente), le denunce 1.035 e i sequestri 213. Oggi in Veneto il termine corruzione viene “automaticamente” associato agli appalti al massimo ribasso e alla concessione dei grandi lavori in project financing. La Relazione per l’apertura dell’Anno Giudiziario 2015 evidenzia il triplicarsi dei casi di corruzione (da 31 a 122) e il quasi raddoppio di concussione (da 27 a 45).Al 7 gennaio 2013 la Sicilia è la regione con la maggior presenza di beni confiscati sia immobili (quasi la metà) che aziendali (circa il 40%). Seguono Calabria, Campania e Lombardia. Con 88 beni censiti il Veneto occupa il decimo posto. Anche per beni mobili registrati la Sicilia è prima (24% del totale), il Veneto nono con 39. Sono 84 gli immobili e 4 le aziende confiscate in modo definitivo in Veneto con 23 Comuni interessati da almeno una confisca: le più coinvolte Venezia (8) e Verona (9), ma la diffusione della criminalità organizzata è parcellizzata. La provincia di Venezia è prima per presenza di beni: i soli Comuni di Campolongo Maggiore (17), Campagna Lupia (6) e Stra (3) raggruppano quasi la metà di beni sul totale della provincia (beni confiscati alla Mala del Brenta). I Comuni con la maggior presenza di beni immobili confiscati sono Campolongo Maggiore (12), Belluno (10), Salzano (9) e Padova (7). Fra gli esempi di riutilizzo sociale dei beni confiscati figurano la base scout di Erbè (Verona); Villa a Salvaterra di Badia Polesine (Rovigo); Villa “Affari Puliti” a Campolongo (Venezia). Un importante elemento di indagine e di contrasto alle pratiche di usura ed estorsione è rappresentato dallo Sportello di ascolto “SOS giustizia”, operativo da maggio 2014 presso la Camera di Commercio di Padova. Lo sportello, gestito da Libera in attuazione del protocollo stipulato con Unioncamere del Veneto, nei primi otto mesi di operatività ha registrato 60 colloqui con persone che hanno evidenziato fatti o contesti inquadrabili nei disposti degli articoli 629 e 644 del Codice di procedura penale riguardanti i reati di estorsione ed usura. (foto: mafia in veneto)

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L’imbroglio delle liberalizzazioni all’italiana

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2013

A seguire l’editoriale della rivista settimanale dell’Aduc “Avvertenze, che esce domani. Un titolo per dire che le liberalizzazioni non fanno bene al mercato ed e’ meglio una sorta di monopolio, oligopolio o comunque un qualcosa dove il controllo dello Stato potrebbe garantire qualita’, economicita’ e disponibilita’ per il consumatore finale? No! Noi crediamo proprio il contrario. E cioe’ che qualita’, economicita’ e disponibilita’ non possono essere figlie di mercati statali, ma solo del libero mercato. Per cui c’e’ solo da capire che cosa sia questo libero mercato. Una cosa e’ certa: non e’ quello attualmente vigente in Italia dove, la liberta’ economica si e’ al momento tradotta solo nella liberta’ di una imprenditoria statale, parastatale, privata ma con capitale pubblico, di fare gli interessi delle varie caste e corporazioni da difendere, facendo pagare il tutto al consumatore finale. Un contesto in cui le piccole realta’ realmente private annaspano, per il semplice motivo che il complesso delle regole per la partecipazione fiscale e normativa alla comunita’ civica, non sono concepite perche’ ognuno abbia un suo rispettabile posto conquistato a suon di qualita’, ma solo per chi fa finta di esser privato o ruba ad altri o allo Stato. La recente indagine dell’Autorita’ per l’Energia (AEEG) in cui e’ emerso che il mercato libero di luce e gas offre prezzi piu’ alti del mercato protetto (1) e’ una sorta di cartina al tornasole di questa liberalizzazione. Infatti i grandi del settore energetico (Enel ed Eni, per eccellenza), usando i medesimi loghi pubblicitari, sono contemporaneamente attori principali del mercato libero e di quello protetto. Il risultato e’ che, oltre all’utente che non puo’ leggere nei sottotitoli per capire con chi ha a che fare, il condizionamento di queste presenze nel mercato libero e’ stato tale da portare lo stesso ad un guazzabuglio di offerte che brillano per mancanza di chiarezza e di onesta’. Guazzabuglio che vede coinvolti tutti gli operatori… col risultato che -da manuale dei principi elementari del libero mercato- non puo’ che portare ad effetti contrari di quelli per cui si e’ perseguita l’apertura dei mercati: crescita dei prezzi, illeciti e truffe diffuse, utenti in balia dei piu’ furbi. Una situazione che e’ tale -e non potrebbe essere altrimenti- perche’ il nostro Belpaese e’ marcio. Un marciume che coinvolge tutti gli aspetti della nostra comunita’, per cui, anche le iniziative nate con le piu’ buone intenzioni, non possono che annegare nella melma diffusa, grazie -e soprattutto- ai numerosi traghettatori che con leggi e managerialita’ dovrebbe portarci sulla riva opposta dei monopoli, ma che in realta’ remano al contrario defecando nel fiume gli escrementi delle loro abbuffate fatte coi nostri soldi.
A questa immagine da mitologia greca, per riportare il tutto in politica e fare un parallelo a nostro avviso calzante, aggiungiamo il pensiero di Julio Calzada, segretario nazionale sulle droghe dell’Uruguay, che per meglio far capire la legalizzazione sulle droghe che il Parlamento del suo Paese sta mettendo in essere, dice che la legge rappresenta una soluzione possibile per l’Uruguay e la sua realta’, non in generale: “Un Paese che ha questo Stato, che ha una legittimita’ del sistema giudiziario, un Paese che risolve il 95% dei crimini che vi sono. Non crediamo che sia una realta’ possibile per il Guatemala, che non risolve il 98% dei crimini, per Honduras o Venezuela”.
Cosa ci insegna Calzada? Che se un Paese e’ marcio, anche le iniziative piu’ assennate ne risentono e provocano effetti indesiderati. Che, riguardo al contesto normativo ed economico dell’Italia, significa:
– demotivazioni ad investimenti stranieri per la faragginosita’ e vessatorieta’ delle normative;
– demotivazioni ad investimenti ed iniziative senza previsioni di illegalita’ (essenzialmente fiscale e di corruzione), perche’ il sistema giudiziario civile ed amministrativo non funziona, e quelle poche volte che funziona e’ soggetto a questo o quell’altro potere locale o nazionale;
– demotivazione ad investimenti ed iniziative per un mercato del lavoro ingabbiato dallo strabordamento del potere sindacale o dal malaffare di un finto libero mercato o dai costi troppo onerosi.
Cioe’, c’e’ da ricostruire tutto e cambiare tutti coloro che fino ad oggi, in modo diretto o indiretto, hanno dato il loro contributo all’edificazione e al mantenimento di questo marcio.

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