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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

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L’interesse europeo dell’Italia

Posted by fidest press agency su lunedì, 5 giugno 2023

La Direzione nazionale del Movimento Federalista Europeo si appella al Governo italiano perché si impegni attivamente a sostenere l’avvio di una Convenzione per promuovere un‘Unione europea politica, capace di difendere gli interessi degli Europei e dei suoi Stati membri e di promuovere il nostro modello di democrazia liberale, di economia sociale di mercato e i nostri valori di libertà. Il Parlamento europeo si appresta in questi mesi a fare un passaggio chiave per poter rilanciare, ad un anno di distanza dalla risoluzione approvata nel giugno 2022, la richiesta per l’avvio di una Convenzione (ex. Art.48 TUE) che si occupi della riforma dei Trattati, finalizzando il rapporto che riprende le conclusioni sulla Conferenza sul futuro dell’Europa e ipotizzando coerentemente alcune riforme cruciali dei Trattati europei.In questo quadro, il ruolo di un Paese fondatore e importante come l’Italia resta cruciale, ed è interesse profondo della nostra comunità nazionale sostenere con convinzione l’avvio di un confronto sulla riforma dei meccanismi istituzionali europei. Abbiamo infatti bisogno, con urgenza, di un’Europa più capace di agire sul piano politico, più efficace nel trovare soluzioni ai problemi comuni, più legittimata dagli stessi cittadini. I cambiamenti necessari sono ormai identificati con chiarezza, a partire da alcune competenze, dal completamento dell’Unione monetaria con l’unione fiscale ed economica, oltre che con il passaggio dall’unanimità al voto a maggioranza in base alla procedura legislativa ordinaria.L’Italia si è già pronunciata con chiarezza su questo punto in merito alla politica estera e di sicurezza; è ora importante che l’impegno prosegua per estendere la riforma dei meccanismi decisionali alle altre materie che necessitano politiche a livello europeo, prevedendo il passaggio alla procedura legislativa ordinaria e quindi il voto a maggioranza nel Consiglio e la co-decisione del Parlamento europeo. E’ cruciale inoltre che la riforma del sistema decisionale investa anche le risorse finanziarie e il bilancio dell’UE, perché questo costituisce una condizione necessaria per il completamento dell’Unione monetaria e per il superamento di una governance finanziaria fondata solo su regole; e perché un bilancio adeguato, deciso direttamente e democraticamente a livello europeo e alimentato con risorse genuinamente europee, è il presupposto indispensabile perché l’Unione europea possa agire in maniera efficace, rispondendo direttamente non solo agli Stati membri, ma anche ai cittadini europei.

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In Europa non è necessario che i tassi d’interesse salgano ancora di molto

Posted by fidest press agency su martedì, 14 marzo 2023

A cura di Paul Doyle, Responsabile azionario large cap Europa, di Columbia Threadneedle Investments. Si dice che “la necessità aguzzi l’ingegno”, così l’Europa ha agito prontamente nell’allentare la sua dipendenza dal gas russo. Il carovita ha indotto le famiglie a ridurre il consumo di energia abbassando i termostati, e anche le aziende hanno ridotto il consumo di gas, pur preservando la produzione. Inoltre, l’inverno mite ha contribuito a ridurre i consumi. Per ovviare ai problemi di fornitura, la Germania ha costruito i suoi primi cinque terminal galleggianti di gas naturale liquefatto (LNG), mentre il gas norvegese sta arrivando per la prima volta in Polonia. L’alleviarsi dell’emergenza energetica ha fatto crollare i prezzi del gas (Figura 1), spingendo al ribasso l’inflazione e risollevando la fiducia delle imprese: tutti fattori positivi per le azioni. L’inflazione europea scaturita dai problemi alle catene di approvvigionamento legati alla pandemia, si è inasprita a fronte degli effetti della guerra in Ucraina. Prevediamo che l’inflazione dei prezzi al consumo scenderà al 3%-4% entro la fine dell’anno, favorendo l’economia europea. In Europa emergono accenni di ripresa, ma i segnali risultano contrastanti. Il miglior indicatore anticipatore è l’offerta di moneta, che sembra diminuire ulteriormente. Se l’inflazione si ridurrà come prevediamo, la domanda aumenterà. In Europa vi sono ampi margini di incremento della domanda di beni durevoli, a differenza degli Stati Uniti, dove la domanda ha già superato i livelli pre-pandemia. Un altro fattore positivo riguarda la fine della politica zero Covid in Cina. Il paese assorbe l’8% delle vendite europee, facendo dell’Europa il suo secondo partner commerciale dopo il Sud-Est asiatico. Passando alle azioni, le valutazioni (Europa compresa) appaiono ragionevoli dopo le flessioni del 2022. Lo sconto di valutazione tra le azioni europee e quelle statunitensi non è mai stato così ampio. Ci aspettiamo che la Banca centrale europea non alzi i tassi nella misura prevista dal mercato. Il tasso d’interesse neutrale europeo è basso, molto più basso che negli Stati Uniti. L’economia europea è troppo fragile per resistere ai rialzi dei tassi operati dalla Fed. Il tasso neutrale reale in Germania è intorno allo zero, mentre in Italia è negativo. La Germania potrebbe sopravvivere con tassi del 2,5%; l’Italia no. Riepilogando, l’inflazione in Europa è stata causata da uno shock sul lato dell’offerta, ma è stata scongiurata una spirale prezzi/salari. In Europa non è necessario che i tassi aumentino di molto, il che significa che i prezzi delle azioni beneficiano ancora di un margine di rialzo residuo. (abstract by columbiathreadneedle.it)

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Manovra governo: Ecco le novità di interesse per i medici

Posted by fidest press agency su martedì, 29 novembre 2022

La bozza di legge di bilancio del governo Meloni varata ieri suscita le critiche dei sindacati non solo sul tema del lavoro ma anche in sanità, dove i sindacati dei medici ospedalieri si dicono pronti a scioperare, come le opposizioni. Il servizio sanitario pubblico è oggetto di un incremento di 2 miliardi, che – se non i maggiori costi energetici – andando sul Fondo sanitario ripartito tra le regioni dovrebbero coprire incrementi di personale, contrattuali e recupero delle liste d’attesa. Le regioni hanno già fatto sapere che bastano per metà in un documento datato, su cui oggi ribadiscono le loro posizioni. Ma torniamo alle novità presenti nel disegno di legge per il servizio sanitario. Una farà piacere ai professionisti sanitari -medici inclusi- impiegati nei pronti soccorso: cresce da 90 milioni a 200 milioni il fondo straordinario per le indennità del personale. La cifra sarà però inserita nel Fondo sanitario e va comunque tratta dall’aumento di 2 miliardi di tale fondo, già previsto nella precedente Finanziaria. E in ogni caso sarà la contrattazione collettiva a definire alla lira l’incremento per queste figure. Si mantiene inoltre altissima l’attenzione su prevenzioni e coperture vaccinali, incrementando di 650 milioni il fondo del Ministero della Salute destinato all’acquisto dei vaccini anti Sars-CoV-2 e dei farmaci per la cura dei pazienti con Covid (ricordiamo l’impatto importante degli antivirali). Ma in tema di prevenzione arriva anche un finanziamento da 40 milioni -da ripartire tra le regioni- per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 nell’ambito del “Piano di contrasto all’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2022-25”, che sta per essere approvato dalla Conferenza Stato Regioni.Si accennava alle perplessità delle regioni (oltre a quelle del mondo politico), ma intanto arrivano anche critiche e richieste dai sindacati Per i medici ospedalieri, l’intersindacale che include Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Aaroi Emac, Fassid e Cgil-Cisl-Uil sottolinea come di fatto la promessa indennità di Pronto Soccorso sia rinviata al 2024 e non vi siano risorse sul Contratto 2019-21, che prevede incrementi pari a un terzo del tasso inflattivo attuale, né finanziamenti per il 2022-24.«Le premesse erano state migliori. Un Governo nuovo, politico in quanto nato dalla volontà elettorale, un medico ministro, un tecnico. Ma ad oggi di tecnico, e di nuovo, abbiamo visto ben poco. Se questa è la considerazione in cui vengono tenuti migliaia di professionisti che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria, i dirigenti medici, veterinari e sanitari del SSN, in mancanza di segnali immediati e concreti, porteranno nelle piazze la loro insoddisfazione e la loro rabbia». Per i medici di famiglia, la Fimmg chiede di poter almeno accedere al credito d’imposta per mitigare l’impatto delle bollette dei medici convenzionati con una modifica di legge che equipari lo studio del medico di famiglia – impossibilitato ad alzarsi le tariffe rispetto ai liberi professionisti – ad un’impresa. E il Sindacato Medici Italiani Smi chiede che gli aumenti ventilati per i medici e gli infermieri dell’emergenza urgenza siano estesi a tutto il mondo medico ed in particolare alla medicina generale. «Vorremmo sapere i finanziamenti destinati al rinnovo dei contratti in scadenza», chiede la segretaria Pina Onotri. «I medici di medicina generale hanno il loro contratto scaduto e in arretrato di un anno e retribuzioni tra e più basse d’Europa al pari dei colleghi ospedalieri. Auspichiamo che il Parlamento corregga con misure ad hoc la legge di bilancio». (Fonte Doctor33)

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Lagarde e i tassi di interesse: Il rischio Italia

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 giugno 2022

Qualsiasi dichiarazione dei presidenti delle banche centrali ha riflesso sui mercati finanziari e la recente affermazione della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che è necessario aumentare i tassi di interesse, ha confermato l’assioma. Fermare o limitare l’inflazione si può, ma occorre capirne la natura. Negli Usa l’inflazione ha origine interna, da eccessiva domanda, mentre quella europea deriva dall’aumento del prezzo dei prodotti energetici. Abbiamo bisogno di investimenti che, invece, sono limitati dall’aumento dei tassi. Il Btp decennale ha raggiunto il 4% – certo lontano dal 7,5% del 2011 del governo Berlusconi e relativi ministri che, comunque, significa aumento del debito pubblico. I mercati prezzano il “rischio Italia” anche per la incapacità di fare riforme, si veda la legge sulla Concorrenza ancora ferma in Parlamento, ed eliminare gli sprechi, si veda il caso delle aziende romane Atac (trasporti) e Ama (rifiuti), della lombarda Trenord (trasporti) e dell’Alitalia-Ita. Insomma, è bene accelerare il PNRR per gli investimenti ma è necessario eliminare gli sperperi delle società pubbliche. E’ un binomio inscindibile. Primo Mastrantoni, Aduc http://www.aduc.it

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Cresce l’interesse per lo studio dell’italiano

Posted by fidest press agency su martedì, 10 Maggio 2022

L’inglese è la lingua straniera più studiata al mondo (28%), principalmente per motivi di lavoro (49,4%) e formazione (29,7%). Anche lo spagnolo conquista terreno (10%), trainato dagli Stati Uniti: il 24,7% degli studenti americani studia spagnolo, contro un 16,7% che si rivolge all’inglese*. È quanto emerge dal Report Linguistico 2021 realizzato da Preply, la piattaforma globale di apprendimento delle lingue che mette in contatto oltre 20.000 insegnanti con decine di migliaia di studenti in tutto il mondo.Sul podio delle lingue più studiate al mondo sale anche il francese (7%): nel 25% dei casi si studia per lavoro, sottolineando l’importanza che questa lingua continua ad avere nell’economia mondiale. Gli studenti di francese su Preply sono particolarmente numerosi nei Paesi che hanno legami storici con la Francia, come Algeria, Marocco e Canada, ma anche in Nigeria (dove il 22% degli studenti studia francese) data la vicinanza con paesi di lingua francese come Benin, Niger, Chad e Camerun. Il tedesco è la quarta lingua in classifica, mentre l’Italiano conquista il quinto posto tra le lingue più popolari su Preply: viene studiata non solo per motivi d’affari, ma anche per conoscere più da vicino la cultura del Paese. A trainare l’interesse per l’apprendimento della lingua del sì, analizza Preply, è anche la vittoria italiana all’ultimo Eurovision: in vista della prossima edizione, che si svolgerà a Torino dal 10 al 14 maggio, negli ultimi mesi si è registrato un picco di utenti alla ricerca di lezioni di lingua italiana. Gli studenti di italiano su Preply vengono soprattutto dagli USA, dall’Italia stessa e poi da UK, Germania e Polonia. Accanto all’italiano spicca infine l’arabo, la lingua più diffusa in gran parte del Nord Africa e del Medio Oriente.Alla lingua da imparare si affianca la scelta dell’insegnante da cui farsi seguire: secondo il Report Linguistico 2021 di Preply, prezzo, esperienza, personalità sono i criteri più importanti.Secondo l’indagine, infatti, il 34-59% dei rispondenti è alla ricerca di un insegnante alla portata delle proprie tasche, mentre il 42% degli studenti si rivolge soprattutto ad insegnanti con esperienza. La personalità è un fattore decisivo per il 28-40% degli intervistati: gentilezza, pazienza e simpatia sono alcune delle qualità più ricercate.Grande attenzione poi alla provenienza dell’insegnante. Un quinto degli studenti lo preferisce madrelingua della lingua che intende studiare e per il 19% è interessante valutare anche la località del docente, che si rivela fondamentale per chi intende imparare una particolare variante linguistica: ad esempio, chi studia portoghese brasiliano preferisce trovare un insegnante a San Paolo, piuttosto che a Lisbona.Lo stile e il metodo di insegnamento sono da tenere in considerazione per l’11% degli intervistati, mentre nel 10% dei casi gli studenti cercano un insegnante che abbia seguito un particolare percorso di studi o ottenuto certificazioni specifiche. Particolarmente apprezzata dagli studenti Preply è inoltre la flessibilità, ovvero poter prenotare le lezioni in qualsiasi momento del giorno e della notte, accordandosi direttamente con gli insegnanti.

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Vengono al pettine i nodi della politica del tasso d’interesse zero

Posted by fidest press agency su venerdì, 18 febbraio 2022

By Mario Lettieri e Paolo Raimondi. Si stanno ancora sottovalutando gli effetti della politica di tasso d’interesse zero, e sotto lo zero. Le dirette conseguenze delle azioni intraprese dalle banche centrali per sostenere i mercati finanziari durante e dopo la Grande Crisi Finanziaria sono stati i rendimenti obbligazionari negativi. Le banche hanno ridotto i tassi d’interesse e avviato programmi di stimolo, finalizzati all’acquisto di obbligazioni, con importanti ricadute sui mercati dei titoli a reddito fisso. Anche una parte del debito societario, a volte persino quello classificato come “spazzatura”, è stato scambiato con rendimenti negativi, nonostante il loro maggiore rischio d’insolvenza. Tale politica ha reso molto conveniente accendere nuovi debiti, anche attraverso la cosiddetta leva finanziaria che spesso usa gli asset da acquisire come garanzia per ottenere i crediti. Ciò, di conseguenza, ha “ingolfato” i mercati con titoli, in particolare obbligazioni pubbliche e corporate bond, a tassi d’interesse negativo. La crisi sembrava essere sotto controllo, ma le turbolenze dei mercati, seguite allo scoppio della pandemia, hanno indotto le banche centrali a riavviare i loro programmi di acquisto di attività e il mercato delle obbligazioni a rendimento negativo è cresciuto dall’aprile 2020. A fine settembre 2021 la stima delle obbligazioni a tasso negativo era di circa 15.000 miliardi di dollari, più di un quinto di tutto il debito dei governi e delle imprese a livello mondiale. Secondo l’indice Bloomberg Barclays, le recenti politiche restrittive della Federal Reserve avrebbero contribuito a ridurre lo stock totale di debito con rendimento negativo a 10.700 miliardi di dollari, in netto calo rispetto al picco di 18.000 miliardi del dicembre 2020. Le opinioni degli economisti sulla questione sono state molto diverse. Larry Summers, già segretario del Tesoro americano, ha definito i tassi negativi come “l’economia del buco nero”, mentre l’influente Kenneth Rogoff dell’università di Harvard, ha raccomandato le banche centrali di farne il cuore della loro politica.Titoli pubblici a tassi negativi sono stati emessi dal Giappone, dalla Svizzera, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dalla Francia. Tale politica ha coinvolto anche l’Italia e persino la Grecia, che dal 2009 ha affrontato molte crisi del debito.Gli Usa non l’hanno fatto, ma alcuni buoni del Tesoro sono stati scambiati sotto lo zero. Numerosi sono stati, invece, i corporate bond americani a tasso negativo. I fondi pensione e le compagnie assicurative sono tenuti ad acquistare obbligazioni, anche con rendimenti negativi, per gestire il rischio o coprire passività a lungo termine. Si tratta, però, di una situazione che non può durare per molto tempo. Il rischio è la sospensione delle attività e la bancarotta, salvo che non vi sia un salvataggio con i soldi pubblici. Per i fondi, in verità, gli aumenti dei prezzi delle materie prime, a cominciare da quelle energetiche, sono stati una “manna dal cielo”. Hanno “brindato” all’arrivo dell’inflazione e al conseguente aumento dei rendimenti dei titoli. Le obbligazioni a basso rendimento influiscono anche sui mercati azionari, determinando l’alternanza di boom con crolli frequenti e l’inevitabile instabilità finanziaria. Nel 2013 la previsione della Fed di ridurre il quantitative easing provocò l’aumento dei rendimento dei Treasury bond e il calo dei valori delle azioni. I bassissimi tassi d’interesse hanno incoraggiato alcune società a riacquistare le proprie azioni con il denaro raccolto dall’accensione di nuovi debiti, il che, accrescendo il valore delle azioni, ha fatto “lievitare” anche i bonus dei manager. Il tasso zero ha anche alimentato il cosiddetto “carry trade” sui mercati valutari, invogliando gli investitori di un paese con i rendimenti negativi ad acquistare obbligazioni di altri paesi a più alto rendimento ma anche più instabili, esponendoli a possibili fluttuazioni valutarie. L’entrata in gioco dell’inflazione, perciò, potrebbe avere degli effetti inaspettati e dirompenti sui titoli a reddito fisso, pubblici e privati, e sui mercati finanziari. La cosa peggiore sarebbe affrontare questa nuova fase destabilizzante senza idee alternative e senza e programmi correttivi. Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista

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La mia Europa: non per amore ma per interesse

Posted by fidest press agency su venerdì, 16 luglio 2021

Il caso dei migranti che affollano le spiagge siciliane e l’incapacità dell’Europa di dare una risposta unitaria a questa incontrollata invasione di campo mi fa riflettere. La prima impressione che ne traggo è che per troppa fretta di allargare i confini dell’Unione Europea abbiamo finito con l’imbarcare anche Stati poco convinti sul piano istituzionale e più interessati ai benefici economici e di mercato che potevano derivarne. Non solo. Le autorità comunitarie oggi non sono più capaci di tenere nascoste le forti divergenze interne che di fatto bloccano il normale funzionamento dell’intero apparato. Si è pensato ad un ammortizzatore social-economico con una guida autoritaria attraverso la “dittatura economica e finanziaria” dei grandi gruppi bancari e industriali. Avrebbero potuto mettere in ginocchio ogni sia pur modesto tentativo di opposizione. In questo modo, e non troppo inconsapevolmente, si è dato vita a una comunità dove i partner non si amano ma sono uniti per interesse e ben consapevoli che se osano distaccarsi saranno crocifissi dalle fronde economiche e finanziarie che lo stato guida è capace di scatenare contro. E da qui emerge la convinzione che chi comanda è solo uno Stato, quello, guarda caso, economicamente più in salute e che ha tutto l’interesse di coltivare le debolezze altrui nella logica del divide et impera. In questo modo si diventa sudditi nella gerarchia imperiale dei vassalli, valvassori e valvassini. A questo punto una Europa che non si ama o si ama sempre meno ci farà perdere quell’idea romantica e nostalgica di un’Europa unita e solidale dai Pirenei agli Urali. È diventata un’Europa autarchica senza anima e sarà destinata prima o poi a implodere. Intanto ci teniamo i nostri piccoli, meschini interessi di bottega. Un domani sarà probabilmente un’altra storia. Ed è una storia che non cambia con l’apparente generosità mostrata in questi giorni con l’elargizione di duecento e passa miliardi di euro. Salvare l’Italia è una necessità per la sopravvivenza dell’Europa dei banchieri e degli affaristi e non per la bella faccia degli italiani. Non dimentichiamolo. (Riccardo Alfonso)

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Cresce l’interesse degli italiani per le vetture elettriche ed ibride

Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 gennaio 2021

E’ guidato da motivazioni legate al risparmio economico nei costi di gestione e al minore impatto ambientale. Il fattore economico resta un ostacolo decisivo da superare per rendere effettiva la svolta elettrica nel nostro Paese: oltre il 60% degli italiani individua nel costo elevato il principale freno all’acquisto e si dice disponibile a comprarle solo in caso di incentivi più consistenti o di una decisa riduzione del prezzo da parte dei costruttori o di un piano di finanziamento vantaggioso. Persistono dubbi sull’accesso agli incentivi e sui veicoli coperti dal bonus.Sono queste le principali evidenze che emergono dalla nuova instant survey “Vetture ibride ed elettriche, tu le acquisteresti?”, condotta nei primi 10 giorni di gennaio da Areté (azienda leader nella consulenza strategica).

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Mettere la “persona umana al di sopra di ogni interesse”

Posted by fidest press agency su venerdì, 25 settembre 2020

La Giornata internazionale della pace è per l’umanità un’occasione importante di promuovere la pace come valore unico e di assicurare il proprio impegno incondizionato per la pace, a prescindere dalle differenze. Papa Francesco ha notato come “ogni guerra si riveli un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana”. Caritas Internationalis è in linea con il Santo Padre e crede fermamente che la pace sia una cultura che deve essere coltivata, condivisa e vissuta a tutti i livelli della società. Caritas è pertanto impegnata nel promuovere la pace attraverso la costruzione di comunità locali che vivono la loro fraternità attraverso il dialogo e la condivisione. Caritas trova profonda ispirazione anche nell’enciclica Populorum Progressio, in cui Paolo VI afferma che “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Tale appello ha sempre incoraggiato l’opera di Caritas a combattere efficacemente la povertà e le profonde disuguaglianze sociali. Purtroppo, ancora oggi vi sono milioni di persone che a causa di guerre e violenze non possono vivere dignitosamente. Milioni di persone che muoiono per colpa di conflitti e violenze, le cui cause sono da ricercarsi nell’egoismo, nell’avidità, nella corruzione, nella discriminazione religiosa ed etnica e nello sfruttamento illegale delle risorse naturali. La memoria del passato deve spingerci alla conversione e ad aspirare ad un mondo in cui la pace e l’armonia possano contribuire allo sviluppo umano integrale. In un momento in cui COVID-19 ha rivelato a tutti noi la fragilità dell’esistenza umana e ha unito l’umanità intera nella lotta contro la propagazione del virus, dobbiamo combattere contro ogni forma di divisione e odio e – come ha ripetutamente detto Papa Francesco – agire contro “diffidenza e paura che indeboliscono le relazioni e aumentano il rischio di violenza”. Ogni persona per natura aspira alla pace e all’armonia e vuole vivere la propria vita con dignità. Caritas considera questa aspirazione una priorità e in tutto il mondo pone in essere programmi atti a promuovere la pace, l’armonia e la riconciliazione. Negli Stati di Kachin e Shan settentrionale, Caritas Myanmar porta avanti, assieme alla Chiesa locale, un programma di pace per gli sfollati interni e le comunità interessate dai conflitti. A Mindanao, nelle Filippine, Caritas e la Chiesa locale lavorano per trovare una soluzione pacifica in una regione dove prevale la violenza. In Pakistan, Caritas e la Chiesa promuovono la pace e l’armonia tra le comunità attraverso piccoli progetti di sviluppo. Nella Repubblica Centrafricana, l’arcivescovo di Bangui, insieme all’Imam e al leader della Chiesa protestante nazionale, è in prima linea nel promuovere la pace e la riconciliazione. In Colombia, Caritas rafforza i processi di sviluppo per una trasformazione non violenta dei conflitti attraverso la partecipazione e l’empowerment delle comunità locali.La pace non può essere raggiunta senza la scelta coraggiosa e disinteressata di porre la persona umana al di sopra di ogni altro interesse. In questa Giornata Internazionale della Pace, Caritas Internationalis ribadisce pertanto il proprio appello a: – porre fine alla guerra e alle violenze in tutto il mondo, e in particolar modo in Medio Oriente, e a promuovere il dialogo al fine di trovare una soluzione politica a tutti i conflitti. Le violenze e le uccisioni non faranno altro che generare altro odio. – rimuovere le sanzioni economiche contro la Siria, poiché è chiaro come queste non aiutino a promuovere la pace, bensì aggravino il conflitto e siano dannose per la pace. L’abolizione delle sanzioni può anche incoraggiare i leader politici a sedersi al tavolo dei negoziati. – promuovere la pace nelle aree di conflitto e garantire che gli aiuti internazionali allo sviluppo prestino particolare attenzione alla costruzione della pace e della riconciliazione a livello di base, promuovendo pace e armonia nelle comunità locali. Ciò include la creazione di opportunità di istruzione e di lavoro, in particolare per i giovani che rischiano di essere reclutati da gruppi armati e milizie. – sostenere l’impegno dei leader religiosi e delle comunità religiose nella promozione del dialogo interreligioso.

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La mia Europa: non per amore ma per interesse

Posted by fidest press agency su martedì, 11 agosto 2020

Il caso dei migranti che affollano le spiagge siciliane e l’incapacità dell’Europa di dare una risposta unitaria a questa incontrollata invasione di campo mi fa riflettere. La prima impressione che ne traggo è che per troppa fretta di allargare i confini dell’Unione Europea abbiamo finito con l’imbarcare anche Stati poco convinti sul piano istituzionale e più interessati ai benefici economici e di mercato che potevano derivarne. Non solo. Le autorità comunitarie oggi non sono più capaci di tenere nascoste le forti divergenze interne che di fatto bloccano il normale funzionamento dell’intero apparato. Si è pensato ad un ammortizzatore social-economico con una guida autoritaria attraverso la “dittatura economica e finanziaria” dei grandi gruppi bancari e industriali. Avrebbero potuto mettere in ginocchio ogni sia pur modesto tentativo di opposizione. In questo modo, e non troppo inconsapevolmente, si è dato vita a una comunità dove i partner non si amano ma sono uniti per interesse e ben consapevoli che se osano distaccarsi saranno crocifissi dalle fronde economiche e finanziarie che lo stato guida è capace di scatenare contro. E da qui emerge la convinzione che chi comanda è solo uno Stato, quello, guarda caso, economicamente più in salute e che ha tutto l’interesse di coltivare le debolezze altrui nella logica del divide et impera. In questo modo si diventa sudditi nella gerarchia imperiale dei vassalli, valvassori e valvassini. A questo punto una Europa che non si ama o si ama sempre meno ci farà perdere quell’idea romantica e nostalgica di un’Europa unita e solidale dai Pirenei agli Urali. È diventata un’Europa autarchica senza anima e sarà destinata prima o poi a implodere. Intanto ci teniamo i nostri piccoli, meschini interessi di bottega. Un domani sarà probabilmente un’altra storia. Ed è una storia che non cambia con l’apparente generosità mostrata in questi giorni con l’elargizione di duecento e passa miliardi di euro. Salvare l’Italia è una necessità per la sopravvivenza dell’Europa dei banchieri e degli affaristi e non per la bella faccia degli italiani. Non dimentichiamolo. (Riccardo Alfonso)

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La Federazione italiana editori giornali ribadisce l’interesse degli editori per la rete di vendita

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 gennaio 2019

Considera le edicole uno strumento indispensabile ed insostituibile per la diffusione della stampa nel nostro Paese.Gli editori italiani ritengono necessario il ruolo e la funzione delle edicole, anche come presidio territoriale con compiti di servizio pubblico e nuove utilità per il territorio. Sono, pertanto, impegnati a tutti i livelli nella promozione di iniziative per favorire tale rinnovamento e per sostenere l’attività dei punti vendita e, con essa, la maggiore diffusione dei quotidiani e dei periodici.In questa prospettiva, la Fieg ribadisce la propria disponibilità a continuare gli incontri con i rappresentanti degli edicolanti a condizione che siano rispettate le regole di un corretto confronto, senza ulteriori iniziative unilaterali che non potranno che ritardare la discussione tra le parti e, di conseguenza, le possibili soluzioni ai problemi del settore.

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Banche: Busin (LN), no ad un governo incapace di difendere interesse nazionale

Posted by fidest press agency su sabato, 18 febbraio 2017

BANCA

“In questo quadro drammatico gli unici a pagare le conseguenze sono stati i risparmiatori che dal 2013 hanno perso 30 mld dei loro risparmi. Risparmiatori truffati da dirigenti mai chiamati a rispondere delle loro responsabilità. E la risposta del governo è stata intempestiva, estemporanea e senza una strategia economica mirata. Prova ne sono il fallimento di provvedimenti come il decreto sulle banche popolari, il salva banche o la riforma degli istituti di credito cooperativo e l’ultimo Dl sulle procedure esecutive. Palliativi inutili e costosi come la creazione la del Fondo Atlante che ha già bruciato più di 4 mld. E’ inutile continuare a immettere capitale se alla base manca la fiducia nel sistema e se il governo non è in grado di opporsi ai diktat della Commissione europea che ha condannato a morte nostro sistema di credito e il sistema produttivo con parametri impossibili da rispettare in una corsa senza fine agli aumenti di capitale che portano all’inevitabile default. Decreti come questo sono inutili e non risolutivi. Per questo la Lega vota no all’azione di un governo incompetente, intempestivo e incapace di difendere l’interesse nazionale”. Così in dichiarazione di voto Filippo Busin, vicepresidente alla Camera della Lega Nord.

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Gli argomenti che non interessano gli italiani

Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 febbraio 2017

meloni«A 64 giorni dalla bocciatura al referendum del Governo Renzi e delle politiche della sinistra, nel Palazzo si continua a parlare di temi che non interessano minimamente gli italiani, come la legge elettorale e i premi di maggioranza. Chi continua a perdere tempo e cerca l’inciucio per non andare a votare non sta facendo gli interessi del popolo. Fratelli d’Italia continua a chiedere elezioni subito per dare all’Italia un governo che si occupi delle vere priorità nazionali: difesa dei confini, sicurezza, certezza della pena, lotta all’integralismo islamico, rapporto con l’Europa, contrasto alla povertà e sostegno alla famiglia». Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

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Cresce ancora l’interesse all’estero per i libri per bambini e la narrativa

Posted by fidest press agency su domenica, 11 dicembre 2016

Più libri più liberi 2010_Foto di Jacopo Pergameno_Courtesy AIE_Associazione Italiana Editori_PANORAMICA_L’editoria italiana diventa sempre più internazionale nella sua capacità di affermare autori e titoli, ormai non più solo nel settore Bambini e Ragazzi, ma anche nella Narrativa. E questo mentre diminuisce nel 2016 il numero di titoli per cui sono stati acquistati i diritti da case editrici straniere.
E’ quanto emerge dalla ricerca sull’import/export dei diritti realizzata dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) per conto dell’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e presentata oggi a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria in programma fino all’11 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’EUR.
Una fotografia su come le case editrici italiane si muovono in ambito internazionale, e che evidenzia che nel 2016 hanno venduto all’estero i diritti di 6.229 titoli (+5,3% sul 2015) e ne hanno acquistati 10.169 (-4,8% sul 2015).
Per dimostrare l’influenza dell’export basti pensare che i titoli venduti nel 2016 rappresentano il 9,5% delle novità pubblicate mentre nel 2011 erano il 3,2%.
Quali sono i generi più venduti? L’export dei diritti italiani si basa soprattutto sui libri per Bambini (37,9%, +13,5% sul 2015) e sulla Narrativa (35,4%, +4,3 sul 2015).
E quelli più acquistati? L’attenzione degli editori italiani si concentra sulla Narrativa che occupa il 34,8% (-1,7% sul 2015) degli acquisti dei diritti. La crescita maggiore è degli Illustrati che rappresentano il 3,3%, +10,2% rispetto al 2015.
Dove? Cambiano i paesi di riferimento in cui si esporta l’editoria italiana. Mentre l’Europa si conferma il mercato tradizionale delle vendite con il 59,2% (+23,1% sul 2015), a crescere maggiormente sono il Medio Oriente (4,3%, +77,9% sul 2015) e i paesi africani che con lo 0,6% sono in aumento del +30% sul 2015.
E da dove? L’Europa continua a essere il principale paese da cui si acquistano i diritti. Rappresenta il 54,4% dei titoli acquistati ed è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. Il secondo è il Nord America con il 28,5 % di quota e una crescita del 23,6% sul 2015. Si nota anche un interesse (numericamente ancora piccolo ma culturalmente rilevante) verso i paesi e le editorie africane: rappresentano appena lo 0,1% ma con un +37% sul 2015.
In generale l’Osservatorio realizzato da AIE e ICE Agenzia conferma la capacità degli editori italiani di offrire autori, generi diversi ai loro colleghi stranieri e di esplorare letterature e mercati nuovi rispetto a quelli europei, più tradizionali.
E i piccoli? Comprano più diritti all’estero di quelli che vendono, anche per la naturale necessità in fase di avvio di crearsi un catalogo importante. Cresce però (e più della media) la loro capacità di vendere all’estero (anche come probabile effetto traino che negli anni scorso hanno fatto alcuni marchi editoriali). L’export dei diritti raggiunge il 15,3% (+13,8% sul 2015) mentre l’acquisto dei diritti è il 45,9% (+18,1% sul 2015).
Quest’anno la ricerca si integra di un osservatorio sulle coedizioni, che costituisce un altro tassello importante dei processi di internazionalizzazione dell’editoria italiana. Nel 2016 sono state 1.075 le coedizioni realizzate con gli editori stranieri. Due i generi che si impongono: quello dei Bambini e Ragazzi (57,7%) e quello degli gli Illustrati (18,5%). Due settori i cui costi di produzione possono essere abbattuti quando uno stesso titolo (o una collana) viene realizzato da più partner internazionali in modo da contenere i prezzi di copertina di prodotti in cui il «colore» e la qualità della carta incide in maniera significativa sui costi di produzione.
“L’Osservatorio – ha commentato Gianni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi AIE – conferma le tendenze di lungo periodo dell’editoria italiana: crescente capacità di proporre autori, generi e tipologie editoriali diverse a editori e mercati stranieri; capacità di proporsi verso paesi e mercati che non sono più solo quelli tradizionali. In questo ruolo ICE-Agenzia ha mostrato le ricche opportunità di rapporto tra pubblico e privato e sembra che anche la regione Lazio si stia muovendo su traiettorie analoghe, valorizzate e imitate da altri soggetti pubblici”.
L’attenzione per l’internalizzazione dell’editoria italiana, da tempo sostenuta da ICE- Agenzia, si è rafforzata.
“L’ICE-Agenzia ha da sempre creduto alle potenzialità della piccola e media editoria italiana, sostenendo Più Libri Più Liberi sin dalla sua prima edizione – ha commentato Ferdinando Fiore, Dirigente dell’Ufficio Beni di Consumo di ICE-Agenzia-. Con questo obiettivo, in stretta collaborazione con l’AIE, è alla ricerca costante di nuovi mercati; nel 2016 infatti siamo stati Paese ospite d’onore alla Fiera internazionale del Libro di Abu Dhabi e per il 2017 saremo Paese ospite d’onore alla Fiera internazionale del libro di Teheran”.

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Al sud serve l’agricoltura

Posted by fidest press agency su martedì, 4 agosto 2015

agricolturaI dati dello Svimez hanno evidenziato il collasso del Mezzogiorno italiano causato dal menefreghismo, dalla superficialità e dall’incompetenza mostrata in questi anni da Regioni ed esecutivi. Ma quel che sbalordisce di più – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – è il finto stupore dei nostri politici nel commentare quanto dovrebbe essere ovvio: il Sud è stato abbandonato nel cassetto delle promesse insieme a tanti altri temi. Eppure – continua Tiso – il patrimonio enogastronimico meridionale, la sua biodiversità e la sua ricchezza paesaggistica indicano con chiarezza e senza difficoltà il percorso da seguire: quello agricolo.
Nonostante sia tutto così evidente però – continua Tiso – c’è chi ancora oggi propone ricette industriali sullo stile di quelle di Taranto; nonché quindi, se possibile, di cercare di peggiorare la situazione del Sud Italia e dei suoi abitanti.
Quel che chiediamo al governo, ed in particolare al ministro Guidi che ha appena annunciato un “Piano Marshall” per il Sud di 80 miliardi di euro, è di ragionare sulla multifunzionalità del settore agricolo e sul beneficio reciproco che il primario e il Sud potrebbero ricevere l’uno dall’altro. Almeno per una volta – conclude Tiso – vorremmo avere l’illusione che l’esecutivo stia lavorando nell’interesse degli italiani e non solo per quello di qualche interesse particolare.

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Conflitto d’interesse: regole

Posted by fidest press agency su domenica, 10 Maggio 2015

palazzo chigi«La nuova priorità del Governo Renzi è la legge sul conflitto di interessi. Traduco: l’Esecutivo fa qualsiasi cosa pur di non occuparsi dei problemi reali degli italiani. Ma se proprio vogliono fare questa legge, Fratelli d’Italia ha dei contributi da dare: 1. Non è consentito a un sindaco nominare in aziende comunali un amico che gli ha pagato per anni l’affitto di casa; 2. L’azienda di famiglia di un sindaco non può prendere prestiti tramite fondi di garanzia garantiti da strutture pubbliche collegate con il sindaco stesso e non le è consentito non restituire il prestito. 3. Non è consentito a un presidente di provincia farsi pagare dallo Stato i contributi previdenziali di un contratto fatto con la propria azienda di famiglia e firmato pochi giorni prima la propria nomina; 4. Non è consentito mettere a capo del ministero che vigila sul patrimonio cooperativo chi è stato a capo del mondo cooperativo; 5. Non è consentito ai ministri fare provvedimenti che agevolino le banche dove lavorano i propri familiari; 6. Non è consentito affidare lo sviluppo economico della Nazione a chi possiede colossi aziendali che lavorano con realtà industriali pubbliche; 7. Non è consentito dare in affidamento diretto la gestione della ristorazione ai finanziatori del premier in eventi pagati con soldi pubblici; 8.Non è consentito fare condoni miliardari a società che finanziano membri del Governo o fondazioni politiche a questi collegate; 9. Non è consentito al premier nominare nei Consigli di amministrazione delle grandi aziende pubbliche i membri e i sostenitori della fondazione con la quale raccoglie i fondi per le sue campagne elettorali; 10. Non è consentito proporre alla nomina di Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana i finanzieri amici e sponsor del premier, a maggior ragione quando le loro attività dovessero avere sede in un paradiso fiscale. Questi sono solo i primi contributi che Fratelli d’Italia darà alla legge sul conflitto di interessi. Ma la lista di emendamenti sarà molto, molto più lunga». È quanto scrive il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un editoriale pubblicato da “Il Fatto Quotidiano”.

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Tassi d’interesse in salita ma moderata

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 ottobre 2014

tassi interesseIn occasione dell’Investor Day, organizzato da Legg Mason a New York i CIO del Gruppo hanno discusso delle sorti dei mercati mondiali nel breve e lungo periodo, in due tavole rotonde moderate da Consuelo Mack of WealthTrack. L’argomento cardine: dove investire in un contesto di rialzo dei tassi d’interesse.“La strada verso il rialzo dei tassi è ancora lunga”, ha dichiarato Ken Leech, CIO di Western Asset, una delle società di gestione degli investimenti obbligazionari più grandi e importanti del mondo. Vale a dire un periodo ipoteticamente compreso tra i 18 e i 24 mesi. Leech ha aggiunto che cinque anni fa nessuno avrebbe potuto prevedere gli attuali sviluppi sui mercati globali. La complessità della situazione renderà arduo per la Federal Reserve USA mettere in atto la preannunciata intenzione di rialzare i tassi nel breve periodo. “Le autorità di politica monetaria avranno bisogno di parecchio tempo prima di cambiare direzione”, ha affermato Leech. Per questa e altre ragioni, “siamo attirati dalla parte lunga della curva USA”. Si è inoltre dimostrato ottimista sui titoli corporate per gli investimenti globali, dove persiste un divario di valutazione. Leech prevede una crescita delle strategie obbligazionarie di tipo unconstrained, le quali offrono agli investitori la possibilità di accedere a uno svariato numero di prodotti e aree geografiche diverse.“Abbiamo adottato una posizione lunga sui bond statunitensi trentennali negli ultimi nove mesi”, ha commentato David Hoffman di Brandywine Global, altra boutique di Legg Mason specializzata negli investimenti value del segmento obbligazionario e azionario. “Il rischio più grave è che la Fed non faccia quello che dovrebbe”, ha sottolineato.“Quest’anno si è rivelato decisamente migliore di quanto ci aspettassimo e il prossimo non dovrebbe essere diverso”. Hoffman è stato più aggressivo sui mercati emergenti e ha evidenziato l’importanza del segmento obbligazionario messicano.A questi commenti hanno fatto eco le dichiarazioni di Isaac Souede, CIO di Permal, una delle più storiche società di asset management su vasta scala, con oltre 40 anni di esperienza nel settore.“La duplice missione della Fed riguarda la crescita e l’inflazione”, ha dichiarato Souede. “Gli USA godono di una pausa sul secondo fronte”, a suo avviso riconducibile ai trend globali. “La Cina attraversa una fase di rallentamento secolare di lungo periodo e il sensibile rafforzamento del dollaro rappresenta un fattore deflazionistico per gli USA. Assisteremo di certo a un rialzo dei tassi d’interesse ma ad un ritmo decisamente moderato”.
Souede ha sollevato un argomento che è ormai diventato una preoccupazione diffusa: “La produttività aumenterà insieme ai salari?”. Interrogato su quelle che sono le sue previsioni in merito, si è dichiarato ottimista.“Le misure adottate dai policymaker hanno mantenuto bassa la volatilità”, ha detto Souede. Il CIO di Permal è persuaso che i mercati maturi privilegeranno gli investimenti event-driven e le operazioni di M&A. Si è inoltre detto convinto che l’atteso rialzo dei tassi provocherà negli USA un’accelerazione delle operazioni di fusione e acquisizione durante i prossimi 12-24 mesi, con i tassi ancora così bassi. Ottimo il potenziale anche per operazioni di arbitraggio, ristrutturazioni e conseguente attivismo degli investitori volto a migliorare l’efficienza delle aziende.Per ciò che concerne i mercati emergenti, il consiglio è quello di “investire nelle società che vanno nella stessa direzione intrapresa dai rispettivi governi”. Il Messico sta facendo bene, il Brasile è in calo, ma non ci sono evidenti segnali di “schiuma” sui mercati. “A livello globale, gli investitori hanno dato prova di maggiore prudenza di quanto non si crederebbe”, ha commentato Souede.“Sono moderatamente ottimista riguardo agli sviluppi futuri”, ha concluso Scott Glasser di ClearBridge Investments, le cui strategie azionarie core si distinguono per active share elevato, orientamento all’income e bassa volatilità. Ha nettamente escluso l’eventualità di un’altra recessione. “I mercati sono tornati alla normalità. Per l’indice S&P 500 è attesa una crescita tra il 6% e l’8%”.Secondo Glasser è difficile individuare nuovi titoli da acquistare, considerato anche il suo focus sulle large cap. Tuttavia, cercando con attenzione, è ancora possibile identificare le giuste opportunità d’investimento. Ha citato il settore della Tecnologia, in particolare il campo degli hardware; la Salute, soprattutto le assicurazioni; e l’Energia, anche se prima di considerare le opportunità presentate da quest’ultimo settore, Glasser preferisce attendere un clima di maggiore stabilità sui mercati delle commodity.Un altro aspetto degno di particolare nota è rappresentato dal potenziale aumento di efficienza all’interno delle aziende e Glasser segue con attenzione le mosse delle società e degli investitori attivisti. Ha infatti continuato a individuare interessanti opportunità di guadagno in aziende di qualità: “la qualità è diventata un figlio non amato”.“Non ci sembra di essere in presenza dell’esuberanza o dell’autocompiacimento che in genere conducono ad un tracollo”, ha affermato Rosemary Macedo, CIO di QS Investors, in accordo con le previsioni di Glasser. QS gestisce strategie multi-asset, strumenti alternativi liquidi, azionario e soluzioni customizzate nei mercati emergenti e sviluppati. “Gil investitori in titoli azionari stanno prezzando il rischio”, ha detto Macedo, sottolineando come sia possibile utilizzare strategie protettive di portfolio insurance per gestire il rischio senza dover sacrificare i rialzi”. “Esistono strumenti atti a incorporare sistematicamente crescita e protezione nei portafogli”, ha dichiarato. “Gli investitori stanno trovando altri modi per ottenere i benefici un tempo offerti dal segmento obbligazionario”. Il suo messaggio: “la miglior difesa è la diversificazione”. Un mercato in cui i tassi d’interesse stanno salendo, a prescindere dalla rapidità con cui avviene il movimento, dovrebbe dimostrarsi favorevole a quella tipologia di aziende di qualità small-cap seguite dal leggendario CIO Chuck Royce. La società fondata da quest’ultimo, la Royce Funds, è specializzata in portafogli di piccole società gestite con un rigoroso approccio value in un orizzonte temporale di lungo termine. Secondo Royce, molti dei provvedimenti adottati dalla Federal Reserve in questi ultimi anni “hanno avuto un impatto positivo sulle società a piccola capitalizzazione e, dunque, non possiamo lamentarci”. Tuttavia, l’allentamento quantitativo si è rivelato iniquamente vantaggioso per “le società di qualità inferiore”, grazie alla notevole disponibilità di risorse destinate ai finanziamenti, soprattutto di debito high-yield. “Il QE ha avuto profondi effetti sulla loro capacità di sopravvivere e prosperare. Le aziende di qualità sono rimaste svantaggiate in termini relativi, non avendo bisogno di rinsaldare i bilanci o ricevere obbligazioni high-yield”.Quale esempio di aziende di qualità che non hanno riportato il buon andamento atteso nel contesto attuale, ha menzionato Reliance Steel e Aluminum Co. A suo avviso, le small cap estere offrono maggiori opportunità di reddito, derivanti dalle diverse tipologie d’imprese familiari presenti sui mercati internazionali. Royce preferisce la volatilità, che afferma dovrebbe aumentare con il rialzo dei tassi d’interesse. Un cambiamento forse più lento di quanto atteso da alcuni osservatori ma che sicuramente non mancherà di verificarsi.“E’ la psicologia umana”, ha dichiarato Royce. “Un piccolo cambiamento del modo di pensare e subito si avrebbero previsioni di un cambiamento dei tassi d’interesse. Ciò darebbe ai tassi un ruolo di leadership sui mercati”.

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Nuovo sprint film Roma

Posted by fidest press agency su martedì, 6 marzo 2012

Roma Aurea

Roma Aurea (Photo credit: Giovy.it)

«Bene la nomina di Paolo Ferrari a presidente del festival del Film di Roma». Gli auguri di buon lavoro arrivano dal delegato al turismo di Roma Capitale Antonio Gazzellone. «La manifestazione è ormai ben radicata sulla scena internazionale – dichiara Gazzellone – Roma è sempre stata considerata una location privilegiata per le produzioni cinematografiche, un set a cielo aperto, amata da registi italiani quali Fellini, che vi girò La Dolce vita, e Roberto Rossellini che vi girò il toccante Roma città aperta, per citarne alcuni, ma anche americani come William Wyler che vi ambientò il suo Vacanze romane, fino a Franco Zeffirelli con il suo Omaggio a Roma». «Il cinema è stato sempre un traino incredibile per il turismo ed il cineturismo ha fatto la fortuna di molte località in tutto il mondo – aggiunge il delegato capitolino – Il festival del cinema è un appuntamento importante che accende i riflettori dell’interesse internazionale sulla Caput Mundi un’opportunità incredibile di ritorno di immagine per la città ed il turismo».

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Doctor Mag

Posted by fidest press agency su martedì, 28 febbraio 2012

Doctor Mag é il primo web magazine in campo medico che ci accompagna nel viaggio della ricerca attraverso gli occhi di chi ha fatto della sua vita una missione. L’innovazione é la chiave di tutto il progetto e rappresenta non solo lo sguardo verso il futuro, ma anche la costante osservazione del tempo in evoluzione e della genialitá delle idee che costituiscono una realtá parallela a cui poche persone guardano con attenzione. Doctor Mag offre ai suoi lettori la possibilitá di tenersi aggiornati sulle proprie aree di interesse, proponendosi al contempo come punto d’incontro e di dialogo tra le diverse discipline di ambito medico.

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Potere come responsabilità verso gli altri

Posted by fidest press agency su martedì, 28 giugno 2011

Da almeno 20 anni abbiamo assistito ad un notevole e inarrestabile imbarbarimento dei costumi. La politica non ha fatto eccezione, anche se ci saremmo aspettati, per lo meno, un tentativo nel cercare di contenere tale tendenza. Tanto per cominciare è stato stravolto il concetto di “potere” assunto dalle istituzioni e dai palazzi della politica poiché non si esercita più nell’interesse della collettività, ma si traduce invariabilmente per fini personali e clientelari. Quello che appare sempre più evidente è l’assenza di vergogna. Gli illeciti penali diventano bravate. Le violenze, atti di goliardia. Non mancano teen agers che si denudano e si mostrano in pose osé, via internet, come se si trattasse della cosa più naturale. Si sta perdendo il senso del limite. Qui non si tratta di alzare steccati moralistici e bacchettoni. Qui dobbiamo, concretamente, capire quali sono i nuovi limiti per un vivere comune rispettando certe regole. D’altra parte dovrebbe restare un punto fermo l’idea che la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri. E si può essere liberi di fare certe cose ma non esserlo se si assumono incarichi pubblici poiché ciò che appare è sotto gli occhi di tutti e può diventare facile motivo d’imitazione. Come dire? Se l’ha fatto lui perché non dovrei farlo anch’io? Poi vi è un aspetto altrettanto grave come quello di attribuire la leicità di alcuni comportamenti. Penso a quanto ha detto al Teatro Dal Verme, Giuliano Ferrara a proposito dei fatti imputabili a Berlusconi e del suo rinvio a giudizio per concussione e favoreggiamento alla prostituzione minorile. Egli ritiene che la magistratura sulla circostanza confonda “le inclinazioni naturali con i reati”. Ferrara finge d’ignorare che le inclinazioni naturali, se fuori controllo, possono indurre a commettere reati. A mio parere, dal punto di vista morale (non legale!), quella del premier, che Veronica Lario ha definito malattia, e la figlia Barbara, debolezza, non può essere considerata una colpa, giacché prescinde dalla volontà, o meglio, è più forte della volontà. Il Cavaliere, in qualche modo, è costretto ad avere contatti, non solo fisici, con giovani donne. La prova? Ce ne sono due. La prima è che se dipendesse dalla sua volontà, non si sarebbe mai messo nelle condizioni di dare un dispiacere alla famiglia, che ama profondamente, e disgusto agli italiani che pure ama profondamente. La seconda è che, pur essendo consapevole d’essere sotto l’occhio vigile dei magistrati, ha continuato a dare sfogo ai suoi desideri per les jeunes filles en fleur. Saverio Romano (Pid) nella trasmissione Ottoemezzo del 26 gennaio ha affermato che lui non vede nulla di male nel comportamento del suo Cavaliere, giacché non reca danno a nessuno, e che solo i comportamenti che nuocciono a qualcuno sono riprovevoli. Evidentemente Romano non ha mai sentito parlare di decoro, convenienza, dignità, senso della misura, sobrietà. E se si comportasse alla stessa maniera il Presidente della Repubblica? Ma a parte ciò, in realtà, le vicende del Cavaliere danneggiano eccome alla società, e soprattutto ai giovani ai quali trasmettono modelli di comportamento basati su falsi valori. E tutto questo significa una sola cosa: quello che spicca è l’assenza di vergogna. Abbiamo sollevato un altro tabù ai nostri veli. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)

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