Ciò è dovuto alla nostra abilità di pronunciare frasi lunghe e complesse in cui le parole che sono correlate insieme possono essere talvolta molto distanti tra loro. Ad esempio comprendiamo benissimo che nella frase “Lei dorme bene”, “Lei” è il soggetto di “dorme”, ma è altrettanto vero che capiamo lo stesso legame nella frase “Lei, che non beve caffè, dorme bene” in cui le parole “Lei” e “dorme” sono separate da altre.Gli adulti sono esperti con la lingua perciò non ci sorprende affatto che possano facilmente capire e produrre frasi come queste. Ma come funziona per i bambini molto piccoli, quelli che stanno appena imparando la lingua? Come fa il loro cervello a trovare le regolarità tra parole che sono separate da altre in una frase? Dato che ci sono infinite possibili parole che potrebbero star bene insieme, sembra un compito davvero arduo quello di tenere traccia di tutte le possibilità. Fino ad ora i ricercatori pensavano che i bambini fossero in grado di imparare le relazioni tra parole distanti soltanto dopo il primo anno di età, cioè dopo aver iniziato a parlare. Un recente studio dal titolo “Prosodic cues enhance infants’ sensitivity to nonadjacent regularities”, pubblicato sulla rivista «Science Advances», dimostra invece che i bambini sono in grado di imparare queste relazioni già a nove mesi. La ricerca, condotta da Ruth de Diego Balaguer e Ferran Pons dell’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Barcellona, in collaborazione con Anna Martinez Alvarez e Judit Gervain, dell’Università di Padova e del CNRS di Parigi, mostra come il cervello sia già sensibile a queste regolarità all’età di 9 mesi. La pubblicazione suggerisce che i bambini siano in grado di risolvere questo compito principalmente ascoltando molto attentamente la melodia del linguaggio. Attraverso le osservazioni del loro comportamento e monitorando le risposte cerebrali i ricercatori hanno notato che quando le parole, tra loro dipendenti, venivano pronunciate con una tonalità più alta – marcate cioè con l’intonazione – i bambini riuscivano a capire meglio le dipendenze tra le parole distanti. «Lo studio suggerisce – dice Judit Gervain del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova – che i bambini siano in grado di iniziare a imparare la grammatica della lingua molto prima di quanto si pensasse finora, e che lo fanno prestando attenzione alla sonorità del linguaggio.Quando ai bambini veniva presentato un linguaggio monotono, cioè senza alcuna modulazione dell’intonazione, il loro cervello dimostrava un livello ridotto di apprendimento della dipendenza non adiacente. Quando invece la stessa frase veniva proposta nella lingua intonata, in particolare con una tonalità più alta che evidenziava le sillabe A e B collegate tra loro, le risposte neurali indicavano che i bambini erano in grado di imparare le dipendenze. Questa selettività di recepimento delle dipendenze, attraverso la melodia, permette ai bambini piccoli di imparare la lingua in modo efficiente già prima del loro primo compleanno e che già, in tenerissima età, sono dotati di potenti meccanismi di apprendimento.Questo studio indica che se una rudimentale sensibilità alle regolarità non-adiacenti potrebbe essere presente già a 9 mesi, un apprendimento robusto e affidabile può essere raggiunto a questa età solo quando sono presenti informazioni melodiche che aiutano il cervello dei bambini a rilevare le parole che costituiscono una dipendenza non-adiacente. Questi risultati gettano luce sulla comprensione del ruolo della prosodia nell’acquisizione del linguaggio e forniscono evidenza dell’impatto cruciale che hanno i cambiamenti anche sottili di intonazione nel processamento di informazioni statistiche nei bambini molto piccoli.Link alla ricerca: https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.ade4083
Posts Tagged ‘linguaggio’
Il linguaggio umano ha un’incredibile forza espressiva
Posted by fidest press agency su giovedì, 4 Maggio 2023
Posted in scuola/school | Contrassegnato da tag: linguaggio, umano | Leave a Comment »
Il linguaggio del cinema, del doppiaggio e del fumetto spiegato ai più piccoli attraverso tre volumi illustrati
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 aprile 2023
Tre manuali, pubblicati da NeP edizioni e pensati per far avvicinare i più piccoli al mondo del cinema, a quello del doppiaggio e a quello del fumetto. L’autrice è Chiara Alivernini, attrice e cantante talentuosa, che mette in campo la sua vasta conoscenza legata al mondo dell’arte, fornendo coordinate e spunti divulgativi. All’interno dei tre volumi, la spiegazione dei concetti chiave necessari avviene in ordine alfabetico, attraverso costrutti facilmente comprensibili, mediante parole e immagini in grado di stimolare l’interesse dei più piccoli. Gli esercizi proposti appaiono particolarmente indicati per i bambini dai 6 ai 12 anni. “L’ABC del cinema” offre un’introduzione al mondo cinematografico e affronta le tecniche peculiari di questo tipo di linguaggio. Un simpatico glossario che fornisce risposte alle domande più disparate. “L’ABC del doppiaggio” svela i meccanismi che fanno muovere questa particolare industria. Un mondo facilmente fruibile ai bambini di oggi, grazie al web e ai social. Una guida che potrebbe anche aiutare a intraprendere un percorso artistico magico e fortunato. Un terzo volume, “L’ABC dei fumetti”, passa in rassegna la storia del fumetto, le tecniche e i protagonisti, dispensando pillole di questo tipo di media, sempre più diffuso e attuale, in cui l’immediatezza dell’immagine fa da padrona sulla forma. Tre abbecedari fruibili da piccoli appassionati ma anche da lettori più grandi che non si sono mai avvicinati a questo tipo di argomenti, oltre che a genitori e soprattutto insegnanti che vogliano informarsi sulla materia in maniera rapida, efficace e divertente. In una società dell’immagine, all’autrice va il merito di avvicinare i più giovani alla lettura e offrire gli strumenti per decifrare questi nuovi media, facendoli propri e utilizzandoli come linguaggio espressivo. I libri sono disponibili in formato cartaceo ed e-book, ordinabili in tutte le librerie, sulle principali piattaforme online (Amazon, Feltrinelli, Mondadori, IBS…) e ai link: https://www.nepedizioni.com/product/labc-del-cinema, https://www.nepedizioni.com/product/labc-del-doppiaggio https://www.nepedizioni.com/product/labc-dei-fumetti.
Posted in Recensioni/Reviews | Contrassegnato da tag: cinema, fumetti, linguaggio | Leave a Comment »
“Il linguaggio di genere nelle università esperienze a confronto”
Posted by fidest press agency su martedì, 18 ottobre 2022
E’ stato il tema del convegno organizzato dall’Università di Camerino su impulso del Prorettorato alle Pari Opportunità, Tutela e Garanzia della Persona e del Comitato Unico di Garanzia, tenutosi nella mattinata di oggi al Rettorato.Nel corso dell’incontro è stato presentato anche il documento sulle “Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo dell’Università di Camerino”, frutto di una riflessione intrapresa da tempo dall’attuale governance di Ateneo sulle tematiche di genere, benessere e garanzia della Persona, e che vogliono costituire un primo passo semplice e comprensibile per l’uso corretto del genere grammaticale nel linguaggio amministrativo dell’Ateneo, come previsto dalle azioni previste dal Piano di Eguaglianza di Genere Unicam 2022-2024. L’incontro si è aperto con i saluti del Rettore Unicam Claudio Pettinari e della Presidente del CUG Stefania Silvi. Per parlare di buone pratiche e per proporre spunti di riflessione sul linguaggio di genere si sono poi susseguiti gli interventi di Antonella Liccardo, Delegata del Rettore dell’Università di Napoli per il Bilancio di Genere e coordinatrice del gruppo di lavoro sul Bilancio di Genere della CRUI, Paolo Pomati, Responsabile dell’Ufficio Comunicazione dell’Università Piemonte Orientale e della Prorettrice alle Pari Opportunità, Tutela e Garanzia della Persona di Unicam Barbara Re.Estremamente interessante è stato poi l’intervento del giornalista, linguista e scrittore Andrea De Benedetti che ha illustrato limiti ed eccessi del linguaggio inclusivo.
Posted in Università/University | Contrassegnato da tag: confronto, linguaggio, università | Leave a Comment »
Senato. Malan (FdI): no a ideologismi sul linguaggio
Posted by fidest press agency su martedì, 2 agosto 2022
“Fratelli d’Italia è l’unico grande partito della storia d’Italia ad essere guidato da una donna, e oltre a lei annovera molte donne in ruoli di spicco. Così si dimostra attenzione all’apporto femminile nel mondo delle istituzioni. Non con norme-manifesto ideologiche da campagna elettorale. Ci siamo astenuti sull’emendamento Maiorino sul cosiddetto ‘linguaggio di genere’ perché riteniamo che l’evoluzione del linguaggio non si faccia per legge o per regolamento, ma attraverso l’evoluzione del modo di pensare e parlare dei popoli. Imporre che in tutti i documenti del Senato si debba scrivere, ad esempio, non più ‘i senatori presenti’ ma ‘i senatori e le senatrici presenti’, non più ‘i componenti della Commissione’ ma ‘le componenti ed i componenti’, ha davvero poco senso. Nessuno, infatti, né oggi né all’epoca della Costituente, ha mai pensato che quando la Costituzione dice che ‘I senatori sono eletti a suffragio universale’ si intende che le senatrici sono elette in un altro modo. Le donne si difendono con il criterio del merito, con adeguati sostegni a chi le assume, con città sicure dove possono uscire da sole, con attenzione a donne e uomini che si occupano della famiglia. È curioso notare, infine, che quasi tutti i sostenitori del linguaggio ‘di genere’ hanno sostenuto il Ddl Zan, per il quale il ‘genere’ è opinabile, auto-attribuita e mutevole”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, componente della Giunta del Regolamento del Senato.
Posted in Politica/Politics | Contrassegnato da tag: ideologismi, linguaggio, senato | Leave a Comment »
La cultura della fede Il linguaggio della politica
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 luglio 2021
Tanto il mistico quanto il politico sono intimamente commossi dalla loro esperienza e tale commozione abbraccia la totalità del loro essere.Questo concetto lo considero appropriato dove vi è la fede nel suo valore più alto.Non vi è, tuttavia, motivo di mescolanza, senza distingui, poiché il mistico mira all’unione spirituale con Dio mentre il politico guarda alle cose terreno e, quindi, più collimanti con il suo pragmatismo culturale.È un altro aspetto da non sottovalutare se si pensa a quel mix che germoglia schietto nell’animo umano e concorre a riempire una parte senza trascurare l’altra. Penso, ad esempio, a Jacopone da Todi che condusse vita di società e alla sua formazione culturale concorse sicuramente, oltre allo studio della legge, la conoscenza di molte altre cose e alla fine nel ritrovarsi in una sua feconda e legittima ragione di vita. Il suo pathos lirico emozionale accoglie e sublima i risvolti umani in armonia con la viva sostanza dello spirito francescano.Lo stesso potrei dire di un altro personaggio, ma questa volta del nostro tempo, Luigi Sturzo che fece della fede il suo primo amore ma nel bel mezzo del cammino si ritrovato a un’altra passione quella della politica.In lui non vi fu contraddizione ma l’intima convinzione che esiste una predicazione sociale che vuole saggiare la sua capacità di trovare sbocchi utili attraverso un fondante messaggio spirituale. L’uomo e il suo corpo e la sua psiche, in definitiva, è un produttore di beni. Egli è tendenzialmente portato a volare alto per sentirsi libero dai coinvolgimenti psicologici che poteva essersi costruito e in cui per anni si era identificato per poi riconoscersi nella sua originaria identità di homo transcendens, ritrovando il filo d’Arianna smarrito della sua esistenza. Per cogliere, quindi, l’uomo nella sua globalità, unità, essenza, occorre oltrepassare la logica delle culture separate e ricercarvi una sintesi.Nella celebre metafora di Pascal dove “l’uomo è una canna, ma è una canna che pensa” si racchiude il concetto che l’essere umano sente di non essere veramente tale se non invadendo con il suo intelletto, con il suo pensiero le cose tutte e se stesso. (Riccardo Alfonso dal libro: La cultura della fede il linguaggio della politica)
Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: cultura, fede, linguaggio, politica | Leave a Comment »
Disturbi del linguaggio e della deglutizione
Posted by fidest press agency su sabato, 29 Maggio 2021
Afasia e disfagia, i disturbi cioè del linguaggio e della deglutizione, sono tra le conseguenze maggiormente disabilitanti dell’ictus, quelle che hanno un impatto devastante sulla qualità di vita non solo delle persone colpite ma anche dei loro familiari e caregivers. L’afasia colpisce circa il 30% dei pazienti, mentre si stima che una percentuale compresa tra il 45 e il 67% dei pazienti soffra di disfagia entro i primi 3 giorni dall’evento, con vari livelli di gravità, dalla occasionale difficoltà a deglutire solo alcuni tipi di alimento alla totale impossibilità di alimentarsi, nei casi più gravi arrivando anche a non gestire la propria saliva. Il logopedista è la figura chiave per entrambe le problematiche, si occupa infatti di tutti i problemi della comunicazione, soprattutto quelli di natura foniatrica e neurologica. La durata del trattamento è variabile e può durare tutta la vita, anche se il lavoro più intenso e importante è quello che si svolge nei primi 12 mesi; dopo questa prima fase, ci si può concentrare su quella che può essere considerata “riabilitazione sociale”. I disturbi del linguaggio, così come quelli della articolazione e della deglutizione, vanno valutati e monitorati da subito per capire prima di tutto se il paziente comprende il linguaggio o se ha necessità di supporti comunicativi per quegli scambi di informazioni che spesso e nell’immediato sono indispensabili. Il logopedista si occupa prevalentemente di disturbi della deglutizione, dell’articolazione e del linguaggio, inteso come competenza della lingua: questi sintomi, nelle diverse fasi, vanno affrontati non solo con le migliori metodiche e strategie riabilitative, ma anche attraverso il counselling, cioè una serie di consigli e informazioni al paziente e a chi si relazione a lui, che derivano da una attenzione specifica delle necessità cliniche ed emotive di ogni singolo paziente, delle sue capacità e dei suoi tempi di reazione alle varie difficoltà, dei cambiamenti che via via si riscontrano.Dopo la fase acuta del ricovero ospedaliero, inizia il periodo più difficile: quello della riabilitazione che può essere fisioterapica e logopedica o solo logopedica presso un ambulatorio di zona. È qui che si trova a fare i conti con gli esiti dell’ictus: non è più un paziente ma una persona, colpita da quell’episodio traumatico che l’ha lasciata senza parole, e deve reinserirsi nel suo tessuto familiare e sociale adattandosi a questa nuova e spesso dolorosa situazione.Tramite il counseling, il logopedista deve sostenere la famiglia e i caregivers nel percorso riabilitativo, condividendo con loro gli obiettivi di lavoro e le strategie facilitanti per lo scambio comunicativo, far comprendere cosa sia l’afasia e fare capire che la persona afasica non va corretta continuamente o trattata come un bambino piccolo, ma rispettata ed incoraggiata con un atteggiamento paziente, attento e disponibile. Tramite le sedute riabilitative logopediche, è fondamentale innanzitutto creare un’alchimia, una relazione a due che sappia motivare e sostenere la persona afasica per tutto l’iter riabilitativo: un lavoro difficile e meraviglioso di ricostruzione con una persona che, nonostante la perdita che ha subito, rimane un soggetto comunicante.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: deglutizione, disturbi, linguaggio | Leave a Comment »
Etica e linguaggio
Posted by fidest press agency su giovedì, 27 agosto 2020
Per tre secoli le scienze della natura e quelle dello spirito sono andate per conto loro. È un lungo periodo di tempo a partire da Galileo Galilei, morto ad Arcetri nel 1642, padre di una ricerca scientifica che si è imperniata sulle sue due cause: efficiente e materiale. Essa si è svolta sul versante della esteriorità, si è modulata sull’osservabilità dei fenomeni e sulla ricerca delle costanti e sulla formulazione della matematica dei loro rapporti. Da allora trascorsero tre secoli per arrivare alle famose equazioni di Dirac a soluzione duale e al grande matematico italiano Luigi Fantappiè. Questi intuisce la presenza delle altre due cause formale e finale individuati nei potenziali anticipati e nella sintropia quale struttura fisica e matematica in grado di accogliere, oltre che l’energia, l’informazione. Da qui parte la “circolarità della forma” che dalla esteriorità riporta alla interiorità. Nasce in tal modo il nuovo linguaggio, squisitamente scientifico, in grado di riadditare “l’habitat” connaturale del mondo etico, il mondo dei valori ad alta frequenza, il mondo di un’etica viva e vitale, o “bioetica”. Si prefigura un mondo di una razionalità tipicamente umana in forma di ologramma. È una mappa del finito in proiezione sull’infinito. È qui che la scienza del pilotare, o “cibernetica” ritrova il “to on”, l’essere, il pilota. Colui che sa scegliere in interiore libertà e sa pilotare le sue scelte verso la più alta gerarchia dei fini. Logica, matematica, fisica, biologia convergono su quel punto essenziale che resta individuato dalla cibernetica, nel suo terzo grado di rigore: l’endocibernetica. L’etica, in tale configurazione, assume i connotati di un itinerario che ci conduce alle fonti della moralità. Per il filosofo Plotino si tratta di un ritorno dell’anima alla sorgente della vita. Queste fonti della moralità ci portano a riconoscere quella che Socrate considerava “noesis” (la conoscenza) e Platone indicava come il “suum agere” e Aristotele focalizzava nella “virtù totale”. Oggi diremmo “fedeltà di navigazione polare”. (Riccardo Alfonso)
Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: etica, linguaggio | Leave a Comment »
Il linguaggio come una tecnologia
Posted by fidest press agency su venerdì, 14 agosto 2020
Con l’avvento d’internet devo riconoscere il suo tratto distintivo che lo porta al cambiamento dei paradigmi di conoscenza e di relazione. Se sgrossiamo l’osservazione da quanti, da una parte, affermano si tratti solo di una questione di marketing per vendere qualche computer in più o fare qualche connessione in più e, dall’altra, di chi usa toni di mistica digitale celebrando quella che considera una vera e propria “rivoluzione” ci ritroviamo, più semplicemente, in una sorta di rivoluzione dentro un quadro antropologico che ha, tuttavia, una sua propria ragione d’essere nel modo di esprimersi che è andato maturandosi ancor prima di Internet. In altri termini Internet dobbiamo considerarlo solo un metodo di comunicazione, per altro già insito nella nostra natura. Noi disponiamo di una sorta di cornice mentale secondo la quale il modo con cui comunichiamo delimita anche l’orizzonte di quello che si sta pensando. Si tratta, se non altro, di capire entro quale cornice mentale intendiamo interagire e nella quale restiamo influenzati: la scrittura a mano è una tecnologia, scrivere o leggere in ebraico o in arabo, usare solo le consonanti e leggere da destra a sinistra o viceversa è anch’esso una tecnologia, usare i caratteri cirillici o altri caratteri di scrittura è ancora tecnologia e via di questo passo. Si tratta di un qualcosa di automatico. Semmai possiamo affermare, come la comunicazione, che ci permette Internet, di poter vivere l’esperienza mentale dell’altro che altrimenti rimarrebbe inaccessibile.
Tramite la comunicazione possiamo in un certo senso vivere più vite, perché parlando sappiamo cosa c’è nella mente dell’altro e oggi con Internet lo possiamo fare con più frequenza, di quanto non avveniva in passato, quando ciò si rendeva possibile solo se si prendeva un libro di un certo autore, antico o moderno che fosse, per capire cosa c’era nella sua mente. Era un processo più lento, una ricerca più articolata e soprattutto ci rendeva più astratti rispetto all’attualità del nostro presente. Oggi possiamo più agevolmente condividere o anche solo confrontare con gli amici, ma anche conoscenti e occasionali contatti i nostri passaggi mentali e di essere consapevoli che questa strada ci permette di fare una maggiore esperienza e di comprendere cosa vuol dire, a livello di processi conoscitivi, essere soggetti liberi e non schiavi.
A questo punto non è escluso che si possa essere, contemporaneamente, computerizzati e analfabeti. (Riccardo Alfonso)
Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: linguaggio, tecnologia | Leave a Comment »
Il linguaggio dei politici: Le “merendine” del ministro Fioramonti
Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 settembre 2019
Qualche giorno fa il ministro della pubblica istruzione esprimendo la sua opinione sugli stipendi degli insegnanti e condividendone il disagio vi aggiunse la necessità di trovare le risorse e a questo punto parlò del costo delle merendine e la convenienza di ridurne la spesa anche perché, soggiunse, non fanno granché bene ai bambini. E’ stato, a mio avviso, un ragionamento logico ma sbagliato nell’identificare un certo tipo di prodotto per definirlo persino sconsigliabile per l’alimentazione dei giovanissimi. Questo piccolo esempio dà la misura della superficialità della comunicazione da parte di taluni politici. Posta la missiva all’attenzione popolare, ha significato una sola cosa: il ministro vuole togliere le merendine ai bambini per finanziare gli aumenti di stipendio degli insegnanti. Lascio al lettore considerare l’argomento nell’immaginario collettivo e nelle sue diverse sensibilità. La mia riflessione non si ferma, ovviamente, a questo passaggio narrativo ma apre il discorso su un piano più generale. Oggi il difetto di molti politici è quello di non parlare pensando ai possibili interlocutori che lo osservano e lo ascoltano dagli schermi della televisione e che questa indistinta massa di persone è formata da soggetti di tutte le età, livello culturale e a volte con una capacità di ascolto limitata ora per sordità, ora perché distratta da altri impegni. Alla fine il popolo degli elettori identificherà il suo consenso o dissenso solo su due o tre parole chiave che si sono fissate nella mente. Non dimentichiamo, alla fine, che proveniamo da un passato remoto e recente dove gli avversari di ieri e quelli di oggi se le son detti di tutti i colori anche con frasi offensive e se ora i loro rispettivi leader, come se nulla fosse, si stringono la mano e si scambiano i sorrisi non è detto che i rancori passati si siano del tutto diradati dai fan delle due parti. Ecco perché il messaggio che deve filtrare è di armonia e non tendente ad attizzare altro fuoco anche se per certi la tentazione è forte. Deve essere un messaggio deciso e chiaro perché a partire dalla scuola, e non solo, sono stati commessi molti errori e ora occorre porvi riparo parlando di meno e facendo molto di più. (Riccardo Alfonso)
Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: linguaggio, lorenzo fioramonti, ministro, politici | Leave a Comment »
La politica nel linguaggio popolare: Un mondo che va alla rovescia
Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 settembre 2019
Talvolta chi ascolta le parole dei politici è colto da diffidenza, sospetto, scetticismo ed anche da un soffio di speranza che si spezza subito dopo con la realtà di una esistenza diversa, la propria e l’altrui. Le parole espresse da chi ci incoraggia a nutrire una speranza per il recupero del passato e ad addolcire le nostre tensioni verso il futuro, non sempre sortiscono i loro effetti. Si riconosce nella stessa ragione un non so che di insufficiente forse perché l’avvertiamo fredda e disumana. E’ quel momento del pessimismo tragico, pensato da Marcel nel suo Giornale Metafisico (tr.it. Abete, Roma), che la coscienza del negativo riesce a far emergere. A questo orizzonte appartiene il problema della conservazione del passato in quanto esso è immesso in un processo di un presente vivente in cui è rammentato e ravvisato in un “movimento che lo evoca e lo sovrappone a se stesso”. Si dà uno stretto rapporto tra il conservare ed il creare, dice Marcel, perché può essere salvato solo ciò che vive, ciò che partecipa della vita e, pertanto, ha in sé esistenza e valore. E’ l’essere globale dell’uomo che si apre al mondo progettandolo come proprio e la politica diventa uno strumento di questa globalità ed il suo fallimento è il fallimento di tutto il suo archetipo. Questo perché si fonda su valori negativi quali la guerra per comporre le rispettive divergenze d’opinione, per il trionfo di una ideologia per quanto aberrante possa essere, su una fede giustiziera ed assolutista, sul culto del consumismo e del benessere cinico ed egoistico che guarda il sé e non il là. Non ha ragione di prospettiva dato che è una forza centripeta. L’opposto del rovescio è una politica del positivo, della condivisione, della partecipazione, della prospettiva. Ma per renderlo tale occorre che gli esseri umani restituiscono dignità alla politica, la facciano ritornare quella che è e che deve essere. (Riccardo Alfonso)
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: futuro, linguaggio, politica | Leave a Comment »
Il linguaggio di Trump: fra parole e violenza
Posted by fidest press agency su martedì, 20 agosto 2019
By Domenico Maceri. La retorica divisiva del presidente Donald Trump è “direttamente responsabile” per la sparatoria a El Paso, Texas. Queste le parole di Alexandria Ocasio-Cortez, la parlamentare liberal di New York, mentre parlava a una veglia funebre tenutasi a Brooklyn per le vittime di El Paso e quelle di Dayton, Ohio. Corey Booker, senatore del New Jersey e candidato alla nomination democratica, ha fatto eco alle parole di Ocasio-Cortez, addossando anche lui la colpa a Trump poiché alimenta la paura e l’odio, invece di condannare la supremazia bianca. Julian Castro, però, ex sindaco di San Antonio e membro del cabinet dell’amministrazione di Barack Obama, ha detto che “l’unico direttamente responsabile” in questi sanguinosi episodi è l’individuo che ha sparato.Castro ha letteralmente ragione, ma il linguaggio incendiario di Trump si collega indirettamente (ma probabilmente anche direttamente) alle recenti stragi. Le informazioni finora venute a galla spiegherebbero la motivazione dell’individuo responsabile per la morte di 22 persone, additando a una matrice suprematista. Poche ora prima della tragedia, il killer avrebbe postato un manifesto in cui riprende il linguaggio anti-immigranti di Trump. Il manifesto, postato nello stesso sito di ultra destra usato dal killer responsabile per la morte di 50 musulmani in Nuova Zelanda, reitera “l’invasione” degli immigrati. Ci dice anche che lui si sente attaccato da questi stranieri e quindi vuole “difendere il suo Paese”. Accusa gli immigrati di volere rimpiazzare la razza bianca, idea anche caldeggiata dai suprematisti bianchi nelle vicende di Charlottesville del 2017 e parecchie altre stragi in cui giovani bianchi sono stati responsabili di sparatorie, causando la morte di decine di persone, in genere membri di gruppi minoritari.Il manifesto non si collega direttamente a Trump ma l’affinità con il linguaggio incendiario e pericoloso usato dall’inquilino della Casa Bianca deve essere valutata. Trump ha fatto uso di attacchi agli immigrati dall’inizio della sua campagna, avendola iniziata accusando i messicani di essere stupratori. In uno dei suoi tanti comizi il candidato Trump ha incoraggiato i suoi sostenitori a “prendere a botte” alcuni manifestanti, offrendo di pagare loro le eventuali spese legali. Un linguaggio retorico continuato nella sua presidenza come ci dimostra il più recente discorso a Panama City, in Florida. Parlando della situazione al confine col Messico, Trump si è riferito ai migranti dicendo che non “li lasceremo entrare”. Non si useranno armi da fuoco per fermarli anche se altri Paesi lo fanno, ha continuato il 45esimo presidente. “Come si fermano dunque?” ha domandato Trump al suo pubblico. La risposta immediata da alcuni sostenitori è stata di “spararli”.
Sarà coincidenza ma è proprio quello che ha fatto il killer della strage di El Paso. La scelta della città al confine col Messico non è stata casuale poiché l’80 percento della popolazione è formata da latinos, la maggior parte di origine messicana. Inoltre, 8 delle vittime della tragedia erano infatti cittadini messicani che avevano attraversato la frontiera per fare shopping a Walmart.Trump ha condannato, anche se debolmente, la strage di El Paso e anche quella di Dayton, Ohio, leggendo dal teleprompter che la “nostra nazione condanna il razzismo e la supremazia bianca”. Al di là del suo sbaglio “geografico” (ha detto che la strage era avvenuta a Toledo anziché di Dayton ), le parole del 45esimo presidente odoravano di falsità e incoerenza. Trump ha cercato di addossare la colpa delle stragi ai videogiochi e all’accesso di armi ai malati di mente. In ciò reitera il linguaggio della National Rifle Association (NRA) che le armi da fuoco non sono pericolose in sé ma i veri colpevoli sono le persone che premono il grilletto.I videogiochi e i malati di mente esistono anche in molti altri Paesi, i quali non subiscono queste stragi che in America sono divenute routine. La spiegazione dunque risiede nella disponibilità di armi da fuoco. Quando il linguaggio politico che demonizza alcuni gruppi etnici o razziali si fonde con il facile accesso ai fucili di assalto, si ottiene un clima letale.Trump però non è completamente responsabile per queste stragi, nemmeno quelle che si collegano almeno indirettamente alla sua retorica politica. Non ha nemmeno lui inventato l’idea degli immigrati come invasori che distruggono l’America. Patrick Buchanan, candidato presidenziale nel 1992 e 1996, ne aveva già parlato usando infatti la stessa espressione di “invasione illegale”. Trump l’ha definitivamente adottata e ampliata nella campagna elettorale e continuata durante la presidenza. In ciò lui ha ricevuto notevole sostegno dai media di destra, in particolar modo dalla Fox News. Già nel 2014, prima che Trump annunciasse la sua corsa alla presidenza, parecchi conduttori della rete di Rupert Murdoch, parlavano di immigrazione come “invasione”. Rush Limbaugh, il noto conduttore radiofonico conservatore, ha anche lui amplificato gli aspetti negativi degli immigrati, dicendo che si tratta di “un’invasione” che alla fine farà perdere l’identità all’America (vedi identità bianca). Ann Coulter, una delle star di Fox News, ha detto in un’occasione che bisognava “sparare questi invasori”.Un’analisi comprensiva del New York Times di questo linguaggio anti-immigranti promosso dai media di destra ha rilevato più di centinaia di esempi che si sovrappongono alle parole del manifesto del killer di El Paso. Trump ripete questo linguaggio e i media di destra lo riecheggiano, ottenendo un effetto cumulativo che non spiega fino in fondo queste stragi. Di certo però le alimenta, colorandole anche di legittimità con le parole incendiarie attualmente in auge nel linguaggio della Casa Bianca attuale.La scrittrice americana Toni Morrison, deceduta recentemente, nel suo discorso di accettazione del premio Nobel nel 1993, disse che “la lingua oppressiva va oltre la rappresentazione della violenza; è la violenza stessa”. Le parole vengono usate per tanti scopi dalle aziende per vendere prodotti e dai politici per convincere gli elettori e dunque contengono un forte peso. Trump dà l’impressione di non capire che le parole feriscono e a volte uccidono. In realtà lo capisce molto bene e continuerà a usare il suo solito linguaggio aggressivo perché lo considera la sua carta vincente.
Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: linguaggio, parole, trump, violenza | Leave a Comment »
Secondo appuntamento di La Scienza
Posted by fidest press agency su venerdì, 15 febbraio 2019
Roma Lunedì 18 febbraio ore 20 Piccolo Eliseo via Nazionale 183 Secondo appuntamento di La Scienza e Noi a cura di Viviana Kasam, presidente di BrainCircle Italia, manifestazione che valorizza l’eccellenza degli scienziati italiani, parlando delle ricerche scientifiche più innovative. La rassegna, che prevede un ciclo di incontri a ingresso gratuito e con diretta streaming su http://www.brainforum.it registra, per il terzo anno consecutivo, fortissimo interesse di critica e di pubblico. Si parlerà di Neurolinguistica, una delle discipline oggi più studiate nell’ambito delle neuroscienze, con Andrea Moro: linguista, scrittore, scienziato e professore di Linguistica generale presso la Scuola Universitaria Superiore (IUSS) di Pavia, dove ha fondato il centro di ricerca in Neuroscienze, epistemologia e sintassi teorica. Andrea Moro è uno dei massimi scienziati al mondo per lo studio del linguaggio e suoi lavori sono all’avanguardia nel settore.
Il neuroscienziato parlerà al pubblico del Piccolo Eliseo dell’insieme di proprietà che, al di là delle apparenze, tutte le lingue condividono facendo riferimento a esperimenti e studi sul cervello e linguaggio che egli stesso ha contribuito a progettare; spiegherà la struttura del linguaggio umano, passando dalle cosiddette “lingue impossibili”, ossia quelle che il cervello non riconosce come naturali, fino ad arrivare, attraverso un percorso scientifico, al suono del pensiero.Ingresso libero fino a esaurimento posti
Info: http://www.brainforum.it
Posted in Roma/about Rome, Università/University | Contrassegnato da tag: lavori, linguaggio, scienza | Leave a Comment »
“Il linguaggio del processo”
Posted by fidest press agency su venerdì, 2 novembre 2018
Milano Giovedì 8 novembre 2018 alle ore 18:30 presso l’Auditorium “Piero Calamandrei” di La Scala, in via Correggio 43 La Scala Società tra Avvocati e la sua Toogood Society presentano “Il linguaggio del processo” di Filippo Danovi. La parola e le forme del linguaggio svolgono un ruolo fondamentale all’interno del processo e intorno a esso, che lo si consideri come un necessario e dialettico confronto, come un viaggio, come una rappresentazione, una battaglia o un gioco. Ne “Il linguaggio del processo” (Giuffrè editore), Filippo Danovi – Professore Ordinario di Diritto processuale civile presso l’Università degli Studi di Milano–Bicocca – intende esplorare le differenti prospettive del rapporto tra processo e linguaggio, anche contestualizzato nell’evoluzione – e talvolta involuzione – della società.Alla presentazione del volume interverranno, con l’autore, Giuseppe La Scala (Senior Partner di La Scala Società tra Avvocati), Alberto Tedoldi (Associato di diritto processuale civile, Università di Verona) e Antonio Valitutti (Consigliere della Corte di Cassazione).Nel libro, suddiviso nelle due parti Le forme del processo e Le forme nel processo, si analizzano discipline e regole che finiscono per rafforzare ed estremizzare le forme del giudizio, e altre che al contrario tendono alla loro semplificazione, nella crescente emersione del principio di sinteticità degli atti. In relazione alle forme, l’autore raffronta istituti ormai desueti, altri che si pongono come alternativa al processo ordinario e si interroga sulle sfide del prossimo futuro, come quelle legate all’intelligenza artificiale. Nella seconda parte, Danovi indaga le gradazioni e le sfumature delle parole, dei luoghi e dei personaggi che animano i processi e conclude con riflessioni sul profondo e misterioso legame tra la parola, il processo e la vita.Ciò che emerge da una approfondita lettura del volume è il nesso tra il degrado dei modi di pensare e delle formule espressive che caratterizza il nostro tempo e la necessità di ripensare il linguaggio giuridico in funzione del nuovo porsi del diritto nell’esperienza contemporanea. Il diritto è da sempre lo specchio della società e la parola è indispensabile veicolo conoscitivo anche per il diritto, nel quale assume un ruolo vincolato da rigore e tecnicismo.
Posted in Diritti/Human rights, Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: filippo danovi, linguaggio, processo | Leave a Comment »
Costruzione e decostruzione del linguaggio della storia dell‘arte
Posted by fidest press agency su lunedì, 22 ottobre 2018
Roma dal 24 al 26 ottobre un workshop di ricerca sul tema del vocabolario stilistico organizzato dall’Istituto Svizzero, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Viale della Trinità dei Monti, 1 e in collaborazione con la Biblioteca Hertziana e KNIR Reale Istituto Neerlandese di Roma. Il workshop si svolgerà in tre diverse sedi: Istituto Svizzero (24 ottobre), Villa Medici (25 ottobre) e Biblioteca Hertziana (26 ottobre). Se da un lato la storia dell’arte adotta una prospettiva sempre più globale, rielaborando in toto la maniera di teorizzare e di insegnare la disciplina, dall’altro il workshop si propone di condurre una riflessione sui concetti dello stile e delle epoche che ne hanno forgiato il campo di studi, nonché sulla loro pertinenza attuale. Quali furono la storia, gli usi e la critica legati a espressioni quali “antico”, “realismo”, “moderno”, “contemporaneo” o “avanguardia “, termini il cui impiego è stato continuo e al contempo incessantemente ambiguo? Alternando il dibattito ad analisi condotte direttamente sul campo, frutto dell’ osservazione degli oggetti stessi, il workshop non si limiterà ad affrontare le costruzioni lessicali trasmesse dalla storiografia, bensì si proporrà di raffrontare tali rappresentazioni alla realtà degli oggetti artistici (che si tratti di dipinti, sculture, oggetti decorativi oppure complessi architettonici), interrogando i diversi valori e significati culturali insiti nella materialità stessa dell’opera d’arte.
Le conferenze si svolgeranno in lingua francese, inglese e italiana. Per il 24 ottobre è prevista la traduzione simultanea all’italiano.
Il workshop dell’Istituto svizzero in Via Ludovisi, 48 del 24 corrente avrà inizio alle ore
09:30. Seguono alle10:00 Batalla-Lagleyre (Université de Bourgogne) L ’invention du “Grand Siècle”, période et style. La République et l’art français sous Louis XIV (1871-1958)
11:30 Laura Moure Cecchini (Colgate University) Can the Baroque Be Classical? The Seicento and the Return-To-Order in 1920s Italian Painting
12:30 Isaline Deléderray-Oguey (Universités de Neuchâtel et d’Aix-Marseille) Le Liberty, entre historicisme et modernisme: la difficile définition d’un style
19.00 Intervento d’apertura – in collaborazione con il KNIR Reale Istituto Neerlandese di Roma con Stijn Bussels (Leiden University) e Bram van Oostveldt (Universiteit van Amsterdam) What Does Style Do? Classification and Impact of Neoclassical Ensembles (1750-1820)
Posted in Recensioni/Reviews, Roma/about Rome | Contrassegnato da tag: arte, linguaggio, storia | Leave a Comment »
Il linguaggio come una tecnologia
Posted by fidest press agency su giovedì, 6 settembre 2018
Con l’avvento d’internet devo riconoscere il suo tratto distintivo che lo porta al cambiamento dei paradigmi di conoscenza e di relazione. Se sgrossiamo l’osservazione da quanti, da una parte, affermano si tratti solo di una questione di marketing per vendere qualche computer in più o fare qualche connessione in più e, dall’altra, di chi usa toni di mistica digitale celebrando quella che considera una vera e propria “rivoluzione” ci ritroviamo, più semplicemente, in una sorta di rivoluzione dentro un quadro antropologico che ha, tuttavia, una sua propria ragione d’essere nel modo di esprimersi che è andato maturandosi ancor prima di Internet. In altri termini Internet dobbiamo considerarlo solo un metodo di comunicazione, per altro già insito nella nostra natura. Noi disponiamo di una sorta di cornice mentale secondo la quale il modo con cui comunichiamo delimita anche l’orizzonte di quello che si sta pensando. Si tratta, se non altro, di capire entro quale cornice mentale intendiamo interagire e nella quale restiamo influenzati: la scrittura a mano è una tecnologia, scrivere o leggere in ebraico o in arabo, usare solo le consonanti e leggere da destra a sinistra o vice versa è anch’esso una tecnologia, usare i caratteri cirillici o altri caratteri di scrittura è ancora tecnologia e via di questo passo. Si tratta di un qualcosa di automatico. Semmai possiamo affermare, come la comunicazione, che ci permette Internet, di poter vivere l’esperienza mentale dell’altro che altrimenti rimarrebbe inaccessibile.
Tramite la comunicazione possiamo in un certo senso vivere più vite, perché parlando sappiamo cosa c’è nella mente dell’altro e oggi con Internet lo possiamo fare con più frequenza, di quanto non avveniva in passato, quando ciò si rendeva possibile solo se si prendeva un libro di un certo autore, antico o moderno che fosse, per capire cosa c’era nella sua mente. Era un processo più lento, una ricerca più articolata e soprattutto ci rendeva più astratti rispetto all’attualità del nostro presente. Oggi possiamo più agevolmente condividere o anche solo confrontare con gli amici, ma anche conoscenti e occasionali contatti i nostri passaggi mentali e di essere consapevoli che questa strada ci permette di fare una maggiore esperienza e di comprendere cosa vuol dire, a livello di processi conoscitivi, essere soggetti liberi e non schiavi. A questo punto non è escluso che si possa essere, contemporaneamente, computerizzati e analfabeti. (Riccardo Alfonso)
Posted in Editoriali/Editorials | Contrassegnato da tag: linguaggio, tecnologia | Leave a Comment »
Il linguaggio come una tecnologia
Posted by fidest press agency su domenica, 4 marzo 2018
Con l’avvento d’internet devo riconoscere il suo tratto distintivo che lo porta al cambiamento dei paradigmi di conoscenza e di relazione. Se sgrossiamo l’osservazione da quanti, da una parte, affermano si tratti solo di una questione di marketing per vendere qualche computer in più o fare qualche connessione in più e, dall’altra, di chi usa toni di mistica digitale celebrando quella che considera una vera e propria “rivoluzione” ci ritroviamo, più semplicemente, in una sorta di rivoluzione dentro un quadro antropologico che ha, tuttavia, una sua propria ragione d’essere nel modo di esprimersi che è andato maturandosi ancor prima di Internet. In altri termini Internet dobbiamo considerarlo solo un metodo di comunicazione, per altro già insito nella nostra natura. Noi disponiamo di una sorta di cornice mentale secondo la quale il modo con cui comunichiamo delimita anche l’orizzonte di quello che si sta pensando. Si tratta, se non altro, di capire entro quale cornice mentale intendiamo interagire e nella quale restiamo influenzati: la scrittura a mano è una tecnologia, scrivere o leggere in ebraico o in arabo, usare solo le consonanti e leggere da destra a sinistra o vice versa è anch’esso una tecnologia, usare i caratteri cirillici o altri caratteri di scrittura è ancora tecnologia e via di questo passo. Si tratta di un qualcosa di automatico. Semmai possiamo affermare, come la comunicazione, che ci permette Internet, di poter vivere l’esperienza mentale dell’altro che altrimenti rimarrebbe inaccessibile.
Tramite la comunicazione possiamo in un certo senso vivere più vite, perché parlando sappiamo cosa c’è nella mente dell’altro e oggi con Internet lo possiamo fare con più frequenza, di quanto non avveniva in passato, quando ciò si rendeva possibile solo se si prendeva un libro di un certo autore, antico o moderno che fosse, per capire cosa c’era nella sua mente. Era un processo più lento, una ricerca più articolata e soprattutto ci rendeva più astratti rispetto all’attualità del nostro presente. Oggi possiamo più agevolmente condividere o anche solo confrontare con gli amici, ma anche conoscenti e occasionali contatti i nostri passaggi mentali e di essere consapevoli che questa strada ci permette di fare una maggiore esperienza e di comprendere cosa vuol dire, a livello di processi conoscitivi, essere soggetti liberi e non schiavi.
A questo punto non è escluso che si possa essere, contemporaneamente, computerizzati e analfabeti. (Riccardo Alfonso)
Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: linguaggio, rivoluzione, tecnologia | Leave a Comment »
Dall’azione al linguaggio
Posted by fidest press agency su lunedì, 15 gennaio 2018
Roma Lunedì 15 Gennaio 2018, ore 16:00 Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo, Aula Matassi Via Ostiense 234 Olga Capirci (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione – CNR) terrà una relazione dal titolo “Dall’azione al linguaggio”. L’evento è parte dei seminari organizzati dal corso di laurea magistrale in Scienze cognitive della comunicazione e dell’azione.
Posted in Roma/about Rome, Università/University | Contrassegnato da tag: azione, linguaggio | Leave a Comment »
Il linguaggio come una tecnologia
Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017
Con l’avvento d’internet devo riconoscere il suo tratto distintivo che ci porta al cambiamento dei paradigmi di conoscenza e di relazione. Se sgrossiamo l’osservazione da quanti, da una parte, affermano si tratti solo di una questione di marketing per vendere qualche computer in più o fare qualche connessione in più e, dall’altra, di chi usa toni di mistica digitale celebrando quella che considera una vera e propria “rivoluzione” ci ritroviamo, più semplicemente, in una sorta di rivoluzione dentro un quadro antropologico che ha, tuttavia, una sua propria ragione d’essere nel modo di esprimersi che è andato maturandosi ancor prima di Internet. In altri termini Internet dobbiamo considerarlo solo un metodo di comunicazione, per altro già insito nella nostra natura. Noi disponiamo di una sorta di cornice mentale secondo la quale il modo con cui comunichiamo delimita anche l’orizzonte di quello che si sta pensando. Si tratta, se non altro, di capire entro quale cornice mentale intendiamo interagire e nella quale restiamo influenzati: la scrittura a mano è una tecnologia, scrivere o leggere in ebraico o in arabo, usare solo le consonanti e leggere da destra a sinistra o vice versa è anch’esso una tecnologia, usare i caratteri cirillici o altri caratteri di scrittura è ancora tecnologia e via di questo passo. Si tratta di un qualcosa di automatico. Semmai possiamo affermare, come la comunicazione, che ci permette Internet, di poter vivere l’esperienza mentale dell’altro che altrimenti rimarrebbe inaccessibile.
Tramite la comunicazione possiamo in un certo senso vivere più vite, perché parlando sappiamo cosa c’è nella mente dell’altro e oggi con Internet lo possiamo fare con più frequenza, di quanto non avveniva in passato, quando ciò si rendeva possibile solo se si prendeva un libro di un certo autore, antico o moderno che fosse, per capire cosa c’era nella sua mente. Era un processo più lento, una ricerca più articolata e soprattutto ci rendeva più astratti rispetto all’attualità del nostro presente. Oggi possiamo più agevolmente condividere o anche solo confrontare con gli amici, ma anche conoscenti e occasionali contatti i nostri passaggi mentali e di essere consapevoli che questa strada ci permette di fare una maggiore esperienza e di comprendere cosa vuol dire, a livello di processi conoscitivi, essere soggetti liberi e non schiavi. A questo punto non è escluso che si possa essere, contemporaneamente, computerizzati e analfabeti. (Riccardo Alfonso)
Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: computer, linguaggio, tecnologia | Leave a Comment »
Il linguaggio delle opposizioni in Italia
Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 settembre 2017
Da venticinque anni a questa parte tutta l’area politica che si richiama al centro sinistra e alla sinistra ha avuto un solo obiettivo quello di accanirsi sulla figura di Silvio Berlusconi. E’ stato identificato come la quintessenza di tutti i mali che hanno funestato la politica italiana di questi ultimi anni. Non intendo, a questo punto, entrare nel merito delle ragioni che motivano tante contrarietà ma mi chiedo se ne è valsa la pena considerato che si è cercato in mille modi di affossarlo ma in altri mille e uno è ritornato alla ribalta più forte di prima. Mi chiedo se è stato un falso obiettivo, un falso problema per chi ha seguito questa stimolo dissacrante che sembra essersi ritorto sui loro dissacratori oppure tanta acrimonia la dobbiamo alla incapacità degli altri di concepire la politica in modo diverso da quello di una mera questione di potere, di primato personale fine a se stesso, di “inciucio” politico.
Tutto ciò, ovviamente, allontana i reali problemi del paese, nella migliore delle ipotesi li mette in ombra e, in pratica, li trasferisce alle generazioni future come se nulla fosse. E’ un modo di fare, se la circostanza ci può consolare, comune a molti altri paesi cosiddetti a democrazia compiuta e no.
Alla fine facciamo la parte di chi vuol distruggere per costruire e non di chi vuol costruire senza distruggere. Se trasferiamo il concetto in chiave politica e guardiamo solo i fatti di casa nostra ci rendiamo conto che l’origine di tutti i nostri mali non è Berlusconi o altri, se guardiamo sul fronte opposto, ma su quei “poteri occulti”, perché si celano alle luci della ribalta, sanno curare solo i loro interessi e hanno bisogno che la politica si goda il suo capro espiatorio, che la politica sbandieri le riforme ma non le faccia o se proprio è costretta finisca con il farle male per offrire l’opportunità ai censori di poter affermare: sarebbe stato meglio non averle fatte e fissando una seria ipoteca sulle altre in gestazione. Vorrei, invece, che fosse restituito alla politica il suo primato che è quello di una società ispirata al bene comune e a una solidarietà partecipata. Il resto è solo fumus. (Riccardo Alfonso)
Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: linguaggio, opposizioni, silvio berlusconi | Leave a Comment »
Rete: “hate speech” e il linguaggio volgare imperante
Posted by fidest press agency su sabato, 15 luglio 2017
Da un’attenta analisi del mercato dell’informazione in rete e soprattutto delle esigenze di fruizione degli utenti, emerge la necessità di un linguaggio più qualitativo e di approfondimento, in particolare sui social, per combattere il cosiddetto “hate speech” e il linguaggio volgare imperante. In questo preciso momento storico, LUZ presenta Sapiens – Umani come si deve, progetto totalmente digitale e social, con una landing page che rimanda a Facebook, Instagram e YouTube. Sapiens poggia le sue fondamenta su due parole chiave, autenticità e credibilità, per raccontare storie e personaggi con uno sguardo diverso, verticale, che vada a fondo nei contenuti e ne verifichi le fonti. Una community che dia spazio a una sana informazione e a notizie approfondite, ma anche a ironia e leggerezza, simbolo di un’intelligenza pop.
Sapiens è anche un modo per valorizzare l’archivio fotografico di LUZ, che verrà proposto attraverso diversi linguaggi, con video, testi e sound design creato ad hoc.
Al suo interno ci saranno diverse rubriche per dare spazio non solo alla fotografia e ai video ma anche all’aforisma e all’approfondimento di contenuti attraverso articoli. Tra i format presenti, “Wilson” è il video-diario di Dino Lanzaretti, un viaggiatore in solitaria in bici alla scoperta del mondo e dei suoi limiti, perso nell’inverno siberiano o nelle pianure della Mongolia, dove si può scoprire e imparare qualcosa di utile anche per le nostre comode vite in città. “Mono”, invece, propone le foto dell’archivio LUZ che immortalano le leggende del cinema, della musica, della moda, della letteratura e dello sport, fatte rivivere attraverso un montato video in formato verticale per essere visibile al meglio da supporto mobile, un’assoluta novità in Italia e una scelta distintiva che caratterizza la pagina.Sapiens prende ufficialmente vita con la divulgazione del suo video manifesto Thanks for the hate speech. Tre persone, due ragazzi e una ragazza di circa trent’anni, sono seduti a tavola all’interno di un appartamento: sembra una serata tranquilla, purtroppo non lo sarà perché la discussione molto rapidamente prenderà una brutta piega e l’orrore della violenza verbale, celata dietro lo schermo e la tastiera, diventerà il vero protagonista della serata. Nel corto sono riportati anche commenti realmente lasciati sui social, parole che diventano pietre lanciate contro il prossimo, a dimostrazione dell’urgenza di un cambio di rotta.Il cortometraggio scelto come manifesto, diretto da Andrea Corsini, è stato scritto da Cristian Micheletti, responsabile dell’area Publishing di LUZ. Digital content strategist, autore, documentarista e sceneggiatore, si è laureato in economia, ha lavorato per lungo tempo in televisione (MTV, Mediaset, LaEffe, La7), specializzandosi poi nei linguaggi del web e dei social media in particolare.Al suo fianco nella realizzazione di Sapiens, c’è Gabriele Ferraresi, Publishing Manager di LUZ. Laureato in Sociologia, autore e giornalista, da più di dieci anni si occupa di contenuti e prodotti editoriali online e non. Tra le sue ultime esperienze il coordinamento editoriale di MAP, il Magazine degli Alunni del Politecnico di Milano.Alice Siracusano, Amministratore Delegato di LUZ, è la promotrice del progetto di sviluppo digitale della società.
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: hate speech, linguaggio, rete | Leave a Comment »