A cura di Julien Gaertner, Analista degli investimenti azionari di Capital GroupLe azioni relative ai software cloud degli Stati Uniti — che sono schizzate alle stelle durante la pandemia — sono al centro di una dolorosa spirale al ribasso da novembre. Per il trimestre chiuso al 31 gennaio 2022, il BVP NASDAQ Emerging Cloud Index, una misura delle società di software basate su cloud, è crollato del 33,4%. Ciò si confronta con un calo del 3,9% per lo Standard & Poor’s 500 Composite Index, che misura il mercato azionario più ampio statunitense. Perché queste aziende sono crollate così improvvisamente? In parte, è dovuto alle aspettative che la Federal Reserve presto aumenterà i tassi di interesse. Tali aumenti tendono ad avere un impatto più negativo sulle aziende in rapida crescita come quelle di software cloud, note anche come SaaS (software as a service), rispetto al mercato più ampio. Tassi di interesse più alti riducono il valore attuale dei guadagni molto più elevati che tali imprese si aspettano di generare ulteriormente nel futuro.Gli investitori potrebbero anche domandarsi se molte di queste aziende sono cresciute troppo velocemente. Dopo uno sprint decennale a cui la pandemia aveva messo il turbo, il software cloud adesso è sotto pressione? Intense raffiche di volatilità non sono nulla di nuovo per le azioni del comparto software. Negli ultimi anni, le società di software come gruppo hanno sostenuto forti diminuzioni pari al 20%-35% circa ogni 18 mesi, pertanto gli investitori devono avere lo stomaco forte e molta pazienza. La transizione al cloud ha accelerato il passaggio a un nuovo approccio alla sicurezza informatica, denominato architettura zero trust. Tradizionalmente, le aziende conservavano le applicazioni e i dati nei data center centrali che solitamente avevano un unico punto di ingresso protetto da un firewall, la cosiddetta architettura “a castello e fossato”. L’architettura zero trust sostituisce il singolo data center con una serie di server, utenti finali, carichi di lavoro cloud e la rete che li connette. Ciò richiede l’autenticazione e la gestione degli utenti per ogni servizio e per tutte le informazioni a cui si accede. I provider di sicurezza legacy sono stati lenti ad adattarsi al modello zero trust. E diverse aziende di software innovative e di piccole dimensioni sono emerse per colmare il vuoto. Zscaler, ad esempio, una società di sicurezza di rete aziendale basata su cloud fondata nel 2007, fornisce un accesso sicuro alle applicazioni ospitate localmente ed esternamente. Okta, una società di gestione delle identità e degli accessi, offre un sistema che consente a un utente di accedere a più sistemi utilizzando un unico processo di accesso.Meno visibile della cybersecurity, ma non meno pronto per la disruption è il mercato del software per database. Ogni applicazione creata necessita di un database sottostante per essere eseguita. La chiave per gli investitori è la selettività e la pazienza. Il cloud è l’ultima generazione in fatto di tecnologia da 10 anni a questa parte, ma crediamo che sia ancora il prossimo futuro. Nulla dura per sempre, ma, fintanto che i computer e i software continuano a diventare più intelligenti, non vediamo perché la loro ascesa dovrebbe terminare a breve. (abstract)
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Capital Group: Il futuro dei media – che il gioco abbia inizio!
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2022
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Capital Group: Il futuro dei media – che il gioco abbia inizio!
Posted by fidest press agency su domenica, 27 febbraio 2022
A cura di Jody Jonsson, Gestore di portafoglio azionario di Capital Group A gennaio, in soli 21 giorni, il rapido ritmo di cambiamento nel settore dei media e dell’intrattenimento ha dato il via a tre grandi negoziazioni. Microsoft ha annunciato l’intenzione di acquistare l’editore di videogiochi Activision Blizzard per 75 miliardi di dollari USA, una transazione che mira a portare le serie esclusive di Call of Duty e World of Warcraft sotto il dominio del gigante tecnologico. Take-Two Interactive ha rivelato il suo piano di acquistare, per 12,7 miliardi di dollari USA, il produttore di giochi per dispositivi mobili Zynga, noto soprattutto per la serie Farmville. E Sony si è accordata per l’acquisto di Bungie, creatore dei famosi giochi Halo e Destiny, per 3,6 miliardi di dollari USA. Se tutte e tre le operazioni dovessero concludersi con successo, si tratterebbe di 85 miliardi di dollari USA in attività M&A incentrata sui videogiochi, il segmento in più rapida crescita nel settore dei media. L’operazione Activision è la più grande acquisizione di Microsoft di sempre e potrebbe portarla al vertice del settore del gaming, un’industria da 200 miliardi di dollari USA, seconda solo alla cinese Tencent.Trainato in parte da un boom del gaming durante la pandemia, il panorama in rapida evoluzione dei media sta trasformando radicalmente le modalità di interazione e intrattenimento delle persone in un mondo in cui la visione tradizionale della TV e la presenza nei cinema sono in grande declino. Questa dinamica rende i giochi interattivi ancora più preziosi per società come Microsoft, Sony e altre. Pensiamo che sia una prova di quanto potente e accattivante sia diventato il settore dei videogiochi, l’industria globale del gaming offre intrattenimento coinvolgente a un costo ragionevole e ha già superato il settore cinematografico in termini di ricavi lordi annui. Fondamentalmente, riteniamo che questa crescita continuerà e addirittura accelererà nei prossimi anni. Un altro fattore di grande importanza è il fatto che molte società stanno cercando di espandersi nelle aree di attività degli altri. C’era un’epoca in cui ognuno aveva un’area tutta per sé, ma non è più così. Tutti osservano le attività degli altri, cercando di entrarvi. Ad esempio, Netflix, leader indiscusso nello streaming video, è esposta alla feroce concorrenza di Amazon e Apple, nonché di società di media storiche come Disney. In meno di tre anni, il servizio di streaming Disney+ è cresciuto fino a raggiungere 130 milioni di abbonati. Nel settore dei social media, TikTok sta mettendo a dura prova la capogruppo di Facebook, Meta Platforms, attirando orde di giovani spettatori grazie al potere dei suoi brevi video. Facebook ha risposto lanciando la propria funzionalità di condivisione di brevi video, denominata “Reels”, che sta crescendo di popolarità, ma non tanto velocemente quanto TikTok, l’app più scaricata del 2021. I media sono costantemente sconvolti dal cambiamento tecnologico. Quando Internet ha iniziato a creare difficoltà ai tradizionali canali di comunicazione all’inizio degli anni 2000 è stato percepito come un grande cambiamento. Quando YouTube è entrato in scena, ha fatto grande clamore. E poi sono arrivati i social network, gli smartphone e lo streaming video. Tutti questi cambiamenti hanno destabilizzato il settore e continuano a farlo. Una nuova tendenza interessante è la globalizzazione della produzione e del consumo di contenuti. Caso in questione: Tre delle serie più popolari di Netflix, Squid Game, Lupin e La Casa di Carta, sono girate rispettivamente in Corea del Sud, Francia e Spagna. Inoltre, vengono forniti con sottotitoli in inglese, che in precedenza erano stati un deterrente per molti spettatori madrelingua inglesi. Ma non è più così.Guardando al futuro, quale sarà la prossima fonte di destabilizzazione dei media? Sulla base del crescente numero di titoli sensazionalistici, uno dei candidati è certamente il metaverso. A seconda della persona a cui si chiede, il tanto pubblicizzato metaverso è il futuro di Internet o un sogno impossibile della realtà virtuale. Come è stato descritto dai tecnologi, il metaverso è un mondo digitale incredibilmente coinvolgente e vasto in cui le persone possono interagire, parlare, giocare, partecipare a concerti, guardare film, incontrare i colleghi in un ufficio virtuale e intraprendere una miriade di attività attraverso avatar creati dagli utenti. L’idea è così potente che ha spinto Facebook a cambiare il suo nome quattro mesi fa in Meta Platforms, promettendo di trasformare il gigante dei social media in una “società del metaverso”. Tuttavia, dovrà affrontare una concorrenza agguerrita. Microsoft ha dichiarato che l’operazione Activision è, in parte, trainata dal desiderio di sviluppare contenuti accattivanti per il metaverso, un mondo in cui i dispositivi per la realtà virtuale possono diventare comuni come gli smartphone. Ci sono anche molti siti Web indipendenti focalizzati sul metaverso, tra cui Sandbox, fondata nel 2012, e Decentraland, lanciata tre anni dopo. Gli utenti di questi siti stanno già acquistando terreni, case e opere d’arte virtuali, spesso con criptovalute come Bitcoin, Ethereum, Cardano e Solana. Questa situazione cambierà rapidamente, il che significa che per gli investitori la corsa all’apprezzamento e alla comprensione del metaverso è iniziata. Il cambiamento è già in atto e la crescita è esponenziale. Non credo che si dovranno attendere 10 anni. Più probabilmente il metaverso è oggi.
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Nuovo logo dell’Osservatorio TuttiMedia/MediaDuemila
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 dicembre 2021
La nuova identità visiva è stata concepita e realizzata dagli studenti del Master in Graphic Design Scuola Postgraduate dello IED di Milano. Presente all’incontro, oltre ai ragazzi, Carlo Branzaglia (Coordinatore Scientifico Scuola Postgraduate IED), che nel suo intervento si è soffermato sul tema dei beni comuni, beni comuni che non sono solo quelli su cui si è lavorato molto finora, e cioè gli spazi urbani in termini di cittadinanza, ma la stessa infosfera della comunicazione, fondamentale anche nella gestione dei diritti allargati. La stessa autorialità dell’informazione viene messa oggi in discussione con rigidità minori di quanto non fosse in precedenza. E altrettanto fondamentale è il tema della responsabilità, che non è solo oggi di chi produce l’informazione mainstream, ma anche di chi produce news e contenuti distribuendoli sulle piattaforme che permettono di farlo. E la responsabilità individuale, così come la relazione tra la responsabilità individuale e la libertà collettiva, necessita di una formazione e la nostra formazione, forse, non è sufficientemente finanziata per affrontare questo tipo di sfida. Viviamo oggi di fatto – ha detto Branzaglia – in un’economia di relazione. “Da uomo di formazione –alla scuola postgraduate dello Ied di Milano” lo slogan è “Design yourself”, progettati prima che ti progetti qualcun altro – sono consapevole che ci sono delle leve che possono essere utilizzate nei confronti di ragazzi in crescita che appunto vivono in un’economia di relazione, che è fatta di quello che è chiamato comunemente “phigital”, che alla fine si gioca su tre/quattro piattaforme da loro usate in maniera spettacolare, ognuno secondo le proprie abilità, e su attività fisiche. “Relazione” anche perché noi raramente vediamo i nostri ragazzi nelle aule e anche nelle nostre case che non considerino concetti molto individuali, come il concetto stesso di libertà, la loro libertà individuale, in relazione con quella di qualcun altro. Andando oltre la metafora e gli scenari ragionevolmente foschi di un Matrix, è indubbio che l’economia di relazione fa sì che ci siano delle attività che stanno trasformando enormemente il sistema con il quale non solo fruiamo di informazione, ma con cui la produciamo, informazione – e l’esempio del mondo musicale è illuminante – sempre più nelle mani dei piccoli produttori, di quelli che si muovono quasi in maniera fai da te sul mercato e che rispondono poi in modo innovativo anche ad alcune problematiche di gestione dei diritti, come il diritto d’autore ad esempio, affidandosi agli algoritmi e a soluzioni tecnologiche come la blockchain. Importante, quindi, far crescere chi è in grado di rileggere questi sistemi di fruizione e produzione dei contenuti”. Come sostiene Franco Siddi, Presidente OTM: “Da giornalista, chiamato a diverse esperienze, ripeto che i piccoli e grandi cambiamenti devono essere affrontati apertamente. Aggiornarsi è determinante”.Sono stati quindi gli studenti dello IED, Istituto europeo di design, gli artefici del nuovo logo e del nuovo brand dell’Osservatorio TuttiMedia/MediaDuemila. Alcuni di loro intervenuti alla presentazione tra cui Luisa Bersi che ha condiviso con Maria Pia Rossignaud (Vicepresidente Osservatorio TuttiMedia e Direttrice Media Duemila) l’entusiasmo con cui il gruppo ha affrontato il progetto di rebranding, per l’opportunità di entrare in contatto e comprendere le finalità di una realtà come OTM. Lucia Montanari è entrata poi nel merito del concept della nuova identità visiva dell’Osservatorio, nata da una riflessione sul concetto di “Rumors of the future”, il payoff di OTM, e di come potesse essere rappresentato. Tali segnali sono stati interpretati come vibrazioni, frequenze, che l’Osservatorio capta e rende comprensibili e accessibili a tutti in modo da poter prevedere i cambiamenti del futuro e poterli vivere attivamente nel presente. A livello formale sono stati intesi come onde sonore, realizzando un marchio formato da 5 elementi verticali, di cui 4 rivolti verso l’alto a significare la tensione verso il futuro ed uno rivolto verso il basso ad indicare la volontà dell’Osservatorio di mantenere comunque un rapporto con la tradizione. Come colore identitario è stato scelto l’arancione, che è il colore che simboleggia il futuro, l’innovazione e la creatività, che sono valori importanti per l’Osservatorio. http://www.osservatoriotuttimedia.it
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5 previsioni per il futuro dei media statunitensi
Posted by fidest press agency su sabato, 25 settembre 2021
A cura di Nathan Meyer, Analista degli investimenti azionari di Capital Group. I cambiamenti strutturali nel consumo di contenuti mediatici stanno rivoluzionando i modelli di business dei colossi dei media tradizionali, con i consumatori sempre meno propensi a utilizzare le connessioni via cavo e più orientati invece ai servizi di video streaming e a forme interattive di intrattenimento. Il conseguente cambiamento delle abitudini di visualizzazione, soprattutto tra i giovani, potrebbe alterare profondamente le prospettive d’investimento per le società mediatiche negli anni a venire. È possibile distinguere cinque importanti temi che, molto probabilmente, svolgeranno un ruolo determinante nell’evoluzione dei media e dell’intrattenimento nel prossimo decennio: 1. I videogiochi supereranno la pay TV come il principale mercato dell’intrattenimento domestico.A seguito dei lockdown dovuti alla pandemia dello scorso anno, il settore dei videogame ha riscosso un successo mai visto prima d’ora. I creatori di console Microsoft (Xbox), Sony (PlayStation) e Nintendo (Switch), nonché gli sviluppatori di giochi come Activision, Electronic Arts e Take-Two Interactive, hanno registrato un enorme incremento di coinvolgimento e fatturato, mentre i consumatori costretti a restare a casa hanno fatto ricorso ai videogame come forma di divertimento interattivo e in un certo senso anche di evasione. 2. Il numero di abbonati ai pacchetti pay TV negli Stati Uniti scenderà drasticamente. L’aspettativa è che quasi tutte le visualizzazioni a scopo di intrattenimento si sposteranno dalla tradizionale TV a pagamento verso lo streaming on-demand. La NBCU, ad esempio, sta già trasmettendo la Premier League e le Olimpiadi sul servizio di streaming Peacock. Nel frattempo, il rinnovo del pacchetto sportivo fuori mercato per il football americano “NFL Sunday Ticket” nel 2022 potrebbe mettere fine alle forme di trasmissione così come le conosciamo. Con le partite disponibili su ESPN+, Amazon Prime Video o YouTube TV, sempre più spettatori finiranno per abbandonare i canali tradizionali. 3. Il video streaming diventerà la forma privilegiata di consumo di film e TV. È sempre più evidente, infatti, che questi servizi rappresentano il sostituto per eccellenza dei tradizionali pacchetti di pay TV. Man mano che i consumatori acquisteranno dimestichezza con queste forme di visualizzazione, a beneficiarne saranno soprattutto i giganti dello streaming come Netflix, Disney+ e Amazon Video. Netflix, ad esempio, ha stanziato entro il 2030 un budget per i contenuti compreso tra 25 e 30 miliardi di dollari, che consentirà potenzialmente alla società di lanciare ogni settimana quattro serie o film da 100 milioni di dollari. Con queste ingenti disponibilità finanziarie, è altamente probabile che Netflix pubblicherà contenuti apprezzati dalle famiglie americane, facendo salire il numero degli abbonati a circa 90 milioni. 4. L’audience del football americano professionale potrebbe attraversare un declino strutturale.. Il calo dell’interesse è invece proseguito fra i giovani, che seguono una più ampia gamma di sport e sono più restii a praticare il football al liceo. 5. Con la diffusione dei veicoli autonomi, il consumo di contenuti mediatici potrebbe aumentare di un’ora al giorno.L’adozione degli smartphone è ormai matura nel mondo sviluppato, dove il consumo quotidiano di contenuti multimediali è prossimo alle 10-11 ore a persona. Le auto senza conducente potrebbero assicurare un forte impulso alla crescita negli anni a venire. Inoltre, i circa 30 minuti per tratta del tragitto medio casa-lavoro negli Stati Uniti potrebbe aggiungere un’altra ora al consumo di media.Con circa 2 milioni di unità vendute nel 2020, oggi le vetture senza conducente non rappresentano una quota sostanziale del mercato, ma si prevede una crescita esponenziale. Secondo varie stime del settore, il calo dei prezzi e l’impegno dei governi a promuovere i veicoli elettrici potrebbe far lievitare a 58 milioni il numero di guidatori che entro il 2030 avranno scelto soluzioni driverless. Il risultato: molti più occhi liberi per guardare film in streaming, podcast e servizi musicali nel prossimo decennio.
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La classe media spinge il Lusso
Posted by fidest press agency su venerdì, 24 settembre 2021
By Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo GAM Luxury Brands Equity di GAM Investments. Quando i marchi del lusso hanno rilasciato i loro risultati del Q2 2021 durante l’estate, la solida performance del settore è diventata subito chiara. In media, abbiamo visto un’accelerazione della crescita dei ricavi su una base di due anni, con un trading solido nelle principali aree geografiche, tra cui Cina, Stati Uniti ed Europa. Nel frattempo, l’espansione dei margini è stata sostanzialmente migliore del previsto ed è probabile che venga mantenuta dai player più forti. La maggior parte dei titoli di lusso europei aveva infatti raggiunto i massimi storici a metà agosto, fino a quando i commenti della Cina sulla “prosperità comune” hanno portato a un brusco selloff. I funzionari si sono impegnati ad espandere la dimensione del gruppo a reddito medio della Cina, a far crescere i guadagni per i gruppi a basso reddito e a vietare i redditi illeciti per promuovere l’equità sociale e la giustizia, e a “regolare in modo ragionevole” i redditi eccessivi. È importante, però, che questo sia inteso a creare opportunità per nuovi consumatori anziché mirare ai super ricchi. In conclusione, la domanda di lusso, in particolare in Cina, è correlata alla crescita della classe media, non degli ultraricchi. Consideriamo quindi le politiche volte a “creare opportunità per più persone di diventare ricche” come un qualcosa di positivo nel lungo periodo per il settore del lusso e riteniamo improbabile il rischio di misure impulsive per limitare i consumi. Riteniamo inoltre che il de-rating del settore offra un’opportunità di acquisto irresistibile in vista della stagione dello shopping del periodo delle feste e oltre, con i tassi di risparmio delle famiglie ancora a livelli record. Il settore del lusso tende a superare rapidamente le correzioni e a rimbalzare con forza – dati i fondamentali sani, ci aspettiamo che questa volta sia lo stesso. A più lungo termine, il settore rimane in una posizione ideale per sfruttare la crescita dei mercati emergenti a un costo del capitale da mercato sviluppato. Il divario tra i vincitori e i perdenti è il più ampio che si sia mai verificato e crediamo che la selezione dei titoli bottom-up e la gestione attiva siano la chiave per sfruttare tale tema di investimento.
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Helbiz annuncia la nascita di Helbiz Media
Posted by fidest press agency su venerdì, 11 giugno 2021
Helbiz Media annuncia di avere acquisito i diritti OTT del Campionato di Serie B per le prossime 3 stagioni (2021-2022, 2022-2023 e 2023-2024) per la trasmissione in Italia e di essere stata scelta dalla Lega Serie B come partner esclusivo per la distribuzione e commercializzazione dei diritti del Campionato di Serie B in tutto il mondo · La creazione di Helbiz Media rientra nel piano strategico del gruppo Helbiz e ha l’obiettivo di attivare una nuova business unit che aggiunga valore al gruppo e al suo core business, la micro-mobilità · Helbiz Media supporterà il core business di Helbiz: – incrementando il mercato potenziale di utenti della micro-mobilità: all’attuale base clienti Helbiz di circa 3 milioni, si aggiungerà l’utenza interessata all’offerta di contenuti gestiti da Helbiz Media, in particolare l’ampio bacino dei tifosi del Campionato di Serie B che conta oltre 2,2 milioni di appassionati – proponendo le soluzioni di micro-mobilità Helbiz a tutte le 20 città che partecipano al Campionato di Serie B con l’obiettivo di attivare i servizi Helbiz nel maggior numero di città possibili – facendo crescere fortemente la base abbonati al servizio Helbiz Unlimited, l’abbonamento già scelto da migliaia di clienti che include l’utilizzo illimitato dei mezzi Helbiz su base mensile, in ogni città dove opera Helbiz. L’abbonamento Helbiz Unlimited, che è il perno centrale dell’intera strategia del servizio Helbiz, includerà anche l’intera offerta dei contenuti audiovisivi e con il Campionato di Serie B consentirà ai clienti-tifosi di vedere tutte le partite della propria squadra, incrementando la soddisfazione, la fidelizzazione e l’acquisizione di nuovi clienti con servizi innovativi in modalità facile, smart e a prezzi competitivi.
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Velvet Media rafforza la sua presenza nel mondo dell’agroalimentare
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 aprile 2021
Lo fa grazie alla partnership con NewsFood.com.Il portale di informazione enogastronomica è nato nel 2005 e oggi è tra le più autorevoli testate giornalistiche online dedicate al food and beverage. Il direttore editoriale è Giuseppe Danielli, che ha fondato uno dei primi giornali dedicati all’enogastronomia, con il fiore all’occhiello dell’informazione rivolta alle aziende, la Gazzetta Normativa Alimentare Web. Oggi Newsfood.com pubblica 3.500 news al mese, c’è un archivio di oltre 170.000 notizie che costituisce lo storico degli argomenti trattati nel corso degli anni.Grazie a questa partnership le aziende del settore agroalimentare potranno aumentare ulteriormente la loro capacità di promuovere i prodotti e le loro unicità attraverso i diversi servizi offerti da Velvet Media, agenzia di marketing e vendita online.Il ceo di Velvet Media, Bassel Bakdounes: “Siamo orgogliosi di sviluppare la galassia editoriale di Velvet Media con questo nuovo progetto”, dichiara. “Dopo le brillanti esperienze di Storie di Eccellenza, StyleOn e The Green Army, con l’entrata di NewsFood nella nostra famiglia potremo ampliare i settori di interesse andando ad abbracciare il mondo dell’enogastronomia al quale siamo particolarmente affezionati, anche a causa della nostra vicinanza territoriale con le colline del Prosecco”. Il direttore Giuseppe Danielli: “Siamo contenti dell’accordo raggiunto”, dichiara. “Siamo sicuri che la comunicazione aziendale nel mondo dell’agroalimentare e dei settori collaterali sarà sempre più importante nei prossimi anni per questo Newsfood è anche “nutriMENTE … siamo quello che mangiamo ma anche ciò che nutre tutti i nostri sensi”, dice. “Newsfood.com ha trovato in Velvet la squadra corse ideale per aiutare le aziende italiane ad affrontare nel miglior modo le sfide che ci attendono oggi, in piena pandemia, e soprattutto per essere pronti a salire sul treno del nuovo Rinascimento digitale dell’economia Made in Italy. Gli obiettivi si potranno raggiungere solo ed esclusivamente utilizzando le nuove strategie di comunicazione sfruttando le più moderne tecnologie, dove Velvet Media è sicuramente maestra”.
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Polonia, Ungheria, Slovenia: il PE è preoccupato per gli attacchi ai media
Posted by fidest press agency su venerdì, 12 marzo 2021
Nel dibattito di giorni fa con la Commissaria Jourová e il Segretario di Stato portoghese Zacarias, la maggioranza dei deputati ha sottolineato l’importanza di media liberi per la democrazia e le società democratiche e ha insistito sul fatto che deve essere garantita la loro indipendenza da interferenze politiche. Hanno poi chiesto alla Commissione di fare di più per proteggere i giornalisti in Europa e fermare i governi che agiscono impunemente, e al Consiglio di concludere le procedure dell’articolo 7 con Ungheria e Polonia. Alcuni deputati hanno anche affermato che il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto dovrebbe essere attivato.
Diversi deputati hanno liquidato il dibattito come politicamente parziale e privo di informazioni sulla situazione nei paesi interessati, sostenendo anche che alcuni stavano mostrando intolleranza verso opinioni diverse.Il dibattito è stato organizzato sulla scia delle preoccupazioni sollevate dopo che a Klubradio in Ungheria è stata negata la messa in onda, dalla proposta di una nuova imposta sulle entrate pubblicitarie dei in Polonia, e dalle crescenti segnalazioni di interferenze politiche nei media sloveni. Nel novembre 2020, il Parlamento ha adottato la risoluzione sul rafforzamento della libertà dei media: protezione dei giornalisti in Europa, incitamento all’odio, disinformazione e ruolo delle piattaforme.
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Tris di Velvet Media, per il terzo anno consecutivo è “Leader della Crescita” per il Sole 24 Ore
Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 dicembre 2020
L’attesa classifica, che ogni anno mette in fila le aziende a più alto tasso di sviluppo economico, quelle capaci di meglio interpretare le esigenze dei mercati e ad espandersi, vede l’agenzia di marketing e vendita online veneta al secondo posto a livello nazionale tra le agenzie che si occupano di marketing e pubblicità, il 48mo posto in assoluto tra le ottomila aziende studiate da Statista. Il tasso di crescita tra il 2016 e il 2019 è arrivato a +102,64% (indice Cagr), grazie ad un fatturato passato in un triennio da 604.000 a 5.028.000 euro. Nel ranking nazionale delle agenzie che si occupano di marketing e pubblicità, Velvet Media è al secondo posto posto. Risultati che peraltro sono destinati a registrare crescite costanti: per fine 2020 si attende un nuovo balzo in avanti del fatturato anche in seguito della decisione strategica di affiancare alla holding Velvet Media l’innovation hub Next Heroes, che si occupa di incubare progetti innovativi e startup in ambito digital o con una forte componente di marketing.L’innovation hub di Next Heroes sarà ospitato nella nuova sede di Velvet Media, che adesso ha riunito tutti i suoi uffici nella cittadella dell’innovazione di via delle Querce a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano. Duemila metri quadrati di open space e sale riunioni, ma anche attenzione al welfare con una palestra e una sala giochi. Qui hanno sede anche gli uffici aziendali, dunque a disposizione delle start up c’è la competenza e l’intelligenza collettiva di una agenzia di 150 persone. Per Velvet Media questo è l’ultimo step di una storia aziendale sempre proiettata alla ricerca e allo sviluppo di nuovi business. Nata come casa editrice nel 2013, specializzatasi prima in couponing e poi come editore del sito internet Storie di Eccellenza e del magazine Genius, oggi Velvet è una holding che gestisce il marketing in outsourcing per conto di oltre mille aziende del Nord Italia. Il core business è il coordinamento della comunicazione aziendale a tutti i livelli e la gestione della vendita online: dalla grafica ai video, dal posizionamento del brand allo sviluppo di siti di e-commerce, dalla gestione dei marketplace fino alla lead generation.Attorno alla galassia Velvet sono nate alcune divisioni parallele, che hanno sviluppato specializzazioni nel mondo dello sport (Velvet Sport), della moda (Velvet Fashion) e dell’internazionalizzazione con focus in particolare sulla Cina (Velvet International). Con sedi negli Stati Uniti a Denver, in Thailandia a Bangkok e negli Emirati Arabi a Dubai, Velvet è il partner ideale per qualunque azienda interessata a comunicare e vendere oltre confine. La storia di Velvet Media è raccontata nel libro “Marketing Heroes”, nel quale emerge lo stile aziendale basato su manga e rock and roll e scelte di welfare innovative come la presenza in organico della manager della felicità per i dipendenti.
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Pluralismo a rischio a causa di un’eccessiva concentrazione dei media
Posted by fidest press agency su sabato, 28 novembre 2020
Bruxelles. Nella risoluzione, si osserva che quando la proprietà dei media è concentrata nelle mani di pochissimi si mette a rischio il pluralismo e diventa più difficile contrastare la diffusione della disinformazione. Il Parlamento chiede ai Paesi dell’UE di agire per evitare l’eccessiva concentrazione dei media e garantire la trasparenza. I deputati condannano inoltre l’eccessiva interferenza dei governi esercitata attraverso la concessione di pubblicità pubblica e sottolineano che il denaro dell’UE non può essere speso per i media controllati dallo Stato o per la propaganda politica.Il Parlamento invita inoltre la Commissione europea a esaminare, nella sua valutazione annuale dello Stato di diritto, il livello di trasparenza della proprietà degli strumenti mediatici, così come l’interferenza privata e governativa in questo settore, in ogni Stato membro. Ribadisce inoltre che i tentativi di danneggiare la libertà e il pluralismo dei media costituiscono un grave e sistematico abuso di potere, che contrasta con i valori fondamentali dell’UE.I deputati chiedono di potenziare il quadro giuridico per prevenire e contrastare l’incitamento all’odio online, nonché una maggiore collaborazione tra le piattaforme online e le autorità di contrasto. Riconoscono “l’impatto, promettente e necessario, sebbene ancora insufficiente, delle azioni volontarie” adottate dalle piattaforme online “per contrastare la disinformazione, i contenuti illeciti e l’ingerenza estera”. Tuttavia esse “non devono diventare organi di censura privati” e l’attività di rimozione dei contenuti illegali “deve essere soggetta a garanzie”.Infine il testo approvato sottolinea le preoccupazioni relative all’influenza estera che cerca di polarizzare e annientare il pluralismo e mette in guardia dalle conseguenze potenzialmente pericolose della manipolazione delle informazioni concernenti la pandemia di COVID-19.
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Libertà dei media: PE, no a tentativi di soppressione di critica e pluralismo
Posted by fidest press agency su sabato, 28 novembre 2020
Bruxelles. In una risoluzione non legislativa, approvata mercoledì con 553 voti favorevoli, 54 contrari e 89 astensioni, il Parlamento “condanna i tentativi dei governi di alcuni Paesi UE di ridurre al silenzio i media critici e indipendenti e di compromettere la libertà e il pluralismo dei media”. I deputati sono particolarmente preoccupati per lo stato dei media di servizio pubblico in alcuni paesi, dove questi sono diventati “un esempio di propaganda filogovernativa”. Sottolineano che la libertà, il pluralismo e l’indipendenza dei media e la sicurezza dei giornalisti sono elementi fondamentali del diritto alla libertà di espressione e di informazione e sono essenziali per il funzionamento democratico dell’UE. Il testo evidenzia che “la libertà dei media ha subito un deterioramento negli ultimi anni” e che “l’epidemia di COVID-19 ha aggravato tale deterioramento”. Il Parlamento europeo osserva che “vi sono state, con sempre maggior frequenza, intimidazioni sistematiche con l’obiettivo di mettere a tacere i giornalisti” e cita gli omicidi di Daphne Caruana Galizia e di Ján Kuciak e della sua compagna come esempio dei rischi che corrono i giornalisti investigativi. Invita inoltre le personalità pubbliche ad astenersi dal denigrare i giornalisti e pone l’accento sull’obbligo giuridico di indagare su tutti gli attacchi contro questi ultimi, evidenziando che le giornaliste sono particolarmente vulnerabili e pertanto dovrebbero beneficiare di ulteriori misure di salvaguardia.
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Le “fake news” all’italiana impazzano inquinando i media
Posted by fidest press agency su martedì, 29 settembre 2020
Riprendo con una certa amarezza l’articolo di spalla del direttore Marco Travaglio de “Il Fatto quotidiano” di oggi sul caso dello stipendio del presidente dell’Inps Tridico. Dopo giorni di insinuazioni e di polemiche, prima sui media e poi in ambito politico, veniamo a sapere che è stata una bufala innescata proprio da taluni quotidiani tra i più noti e seguiti in Italia. La puntuale e precisa ricostruzione dei fatti da parte di Travaglio non lascia dubbi in proposito: “Ma ai “giornalisti” che mentono sapendo di mentire e si arrampicano sui vetri pur di tenere il non-scandalo sulle prime pagine, sulle rassegne stampa e sui social”, cosa dovremmo dire? Che non fanno più informazione, ma rastrellamenti. Pensano proprio che la gente sia tanto giuggiolona da bersi questo genere di accuse generate solo per coloro che ritengono porti il marchio d’infamia dell’essere in qualche modo vicini ai Pentastellati? Ci hanno provato con Conte, con Bonafede, con la Raggi e la Muraro, con Di Maio, l’Azzolina e ora con l’ultimo arrivato, in ordine di tempo, Tridico. E sono state, alla prova dei fatti, tutte balle. Ma l’aspetto che reputo più inquietante e pericoloso sta nel fatto che stiamo sistematicamente avvelenando l’ambiente in cui viviamo con il malsano tentativo di far nascere atroci dubbi nell’opinione pubblica e che alla fine la si vuole così disorientata dal fare di tutta l’erba un fascio tanto da non credere a nessuno anche se emerge qualcosa di buono. È forse una spinta all’autoritarismo? Alla dittatura? Non credo a tanto anche se i segni ci sono. Vorrei, a questo punto, fare un appello a tutti i politici da qualsivoglia schieramento si posizionano perché riportino sui giusti binari le rispettive diversità ideologiche e non si lascino sedurre dai fuochi fatui di polemiche chiaramente strumentali. L’Italia non è un mercatino delle meraviglie nelle mani dell’imbonitore di turno ma un Paese dalle forti tradizioni culturali e civili e che merita d’essere trattato per quello che è e non per quello che le varie partigianerie vorrebbero. (Riccardo Alfonso)
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Lockdown: 1 famiglia su 2 ha risparmiato, in media, 480 euro
Posted by fidest press agency su martedì, 8 settembre 2020
I mesi di lockdown sono stati l’occasione per mettere mano alle spese domestiche e fare ordine tra i conti di casa; questo quanto emerge dall’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat che hanno evidenziato come quasi 1 famiglia su 2 (48,2%), pari a 21 milioni di nuclei, abbia dichiarato di essere riuscita a risparmiare tra marzo e giugno, in media, 480 euro su alcune delle principali voci di spesa familiare (utenze, assicurazioni e prodotti finanziari).Ad essere stati ridotti con maggior frequenza (14,4% del campione intervistato) sono i costi sostenuti per l’RC auto e la bolletta della telefonia mobile; il 10,2%, pari a 4.500.000 famiglie, ha invece risparmiato sulla bolletta elettrica e il 9,2% su quella del gas. Nonostante i tagli, però, l’RC auto (61,1%), energia elettrica (59,6%) e gas (52%), rimangono le spese ritenute più pesanti dagli italiani.Sono invece 22.700.000 le famiglie che hanno dichiarato di non essere riuscite a risparmiare; a livello territoriale, la percentuale di chi non ha risparmiato è più alta tra i rispondenti residenti nelle regioni del Nord Ovest (55,7%), al Sud e nelle Isole (51,7%). (fonte: Facile.it)
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La temperatura media nelle province italiane, rispetto a cinquant’anni fa è cresciuta di 2,2 gradi centigradi
Posted by fidest press agency su giovedì, 27 agosto 2020
Ha toccato picchi di oltre 4 gradi in alcune aree del Paese. Lo rivela la *ricerca realizzata da OBC Transeuropa nell’ambito del progetto In Marcia con il Clima. Le nostre province stanno registrando pericolosi incrementi: ben 72 su 110 totali (il 65%) superano la media continentale (+1,990°C). Fra le realtà più colpite spicca Brindisi, la più riscaldata d’Italia, che secondo quanto riporta l’osservatorio ha subito un riscaldamento di +3.12° C gradi. Appena sotto le città metropolitane Roma (3,07°) e Milano (2,85°), al secondo e quarto posto, sul podio anche Sondrio (2,98°), al terzo posto. In ordine fino alla 20esima posizione troviamo Latina (2,79°), Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°), Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°).La regione che ha registrato l’incremento maggiore è il Lazio (+2,66 °C), seguita da Trentino-Alto Adige (+2,57 °C) e Lombardia (+2,56 °C).Il campanello d’allarme suonato dall’Osservatorio non è passato inosservato all’ex europarlamentare Marco Cappato (Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore di EUMANS!, il movimento di cittadini europei attivo sullo sviluppo sostenibile) attualmente attivo a livello internazionale con http://www.stopglobalwarming.eu, l’unica iniziativa formale già incardinata istituzionalmente sul tema ( VEDI APPROFONDIMENTO) in alternativa all’inerzia della UE, una ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) nata da un’idea avanzata da 27 Premi Nobel e 5.227 scienziati e che vanta la fiducia di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo come il climatologo L.Mercalli, e artisti come G. Salvatores, O.Toscani, G.Muccino, Pif, Fedez, T.Gelisio, M.Maionchi, G.Covatta N. Zilli, N.Marcorè, G.Innocenzi, C.Capotondi, G.Muccino, Arisa, Pif e P.Pardo. Stopglobalwarming.eu, promossa insieme a esperti come Alberto Majocchi (Professore Emerito di Scienza delle Finanze all’Università di Pavia) e Monica Frassoni (ex co-Presidente del Partito Verde Europeo), al raggiungimento del milione di firme chiederà alla Commissione Europea di impegnarsi a elaborare la proposta legislativa di fermare il riscaldamento globale spostando le tasse dalle persone all’ambiente, e dunque tassando le emissioni di CO2 e riducendo le tasse sul lavoro. Secondo la proposta, chi emette anidride carbonica in Europa pagherebbe un prezzo a tonnellata (dai 50 euro iniziali a 100 dopo 5 anni) incentivando il risparmio energetico e le fonti rinnovabili. Il ricavato andrebbe a beneficio dei lavoratori, con una riduzione delle tasse in busta paga. In questo modo l’Unione Europea potrebbe ricavare un tesoretto di 180 miliardi di euro all’anno per ridurre la pressione fiscale sui lavoratori europei. Per raggiungere il milione di firme necessario, notizia dell’ultim’ora, è appena stato prorogato di 6 mesi il termine inizialmente fissato al 20 luglio 2020, e ora spostato al 20 gennaio 2021.
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Parlamento europeo: Aperto il bando 2020 per i media
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 giugno 2020
Obiettivo dell’iniziativa del Parlamento europeo è la selezione e il co-finanziamento di progetti informativi sui valori e le politiche dell’UE, con una particolare attenzione al ruolo chiave del Parlamento europeo e alle iniziative intraprese per contrastare gli effetti della pandemia da COVID-19. L’obiettivo principale è contribuire a sensibilizzare i cittadini sui valori democratici dell’UE e sul ruolo chiave del Parlamento europeo, in quanto voce ed espressione degli stessi cittadini. I progetti selezionati forniranno al pubblico informazioni corrette che dimostrino l’impatto dell’azione comunitaria sulla vita quotidiana delle persone. I beneficiari selezionati sono chiamati a produrre e quindi trasmettere o pubblicare contenuti giornalistici affidabili e pluralistici che si concentrino sulle priorità di comunicazione del Parlamento europeo (come il contributo dell’UE alla lotta contro COVID-19 e le sue conseguenze economiche e sociali, la Conferenza sul futuro dell’Europa, il Green Deal europeo, l’Economia digitale europea).Nella selezione dei progetti verrà data una particolare importanza (30 punti su 100 per ognuna delle 3 voci) tanto alla rilevanza ed alla qualità della proposta quanto alla capacità di disseminazione e al conseguente impatto informativo sui cittadini, cioè al pubblico raggiungibile dal media sulla base della propria audience. Visto il momento particolarmente difficile attraversato dal settore, la percentuale di co-finanziamento a carico del Parlamento europeo potrà arrivare fino all’80% dei costi ammissibili del progetto, contro l’abituale 60%. La scadenza per la presentazione dei progetti, che dovranno essere redatti in inglese e inviati a dgcomm-egrants@ep.europa.eu, è fissata alla mezzanotte (CET) del 31 luglio 2020. I risultati della selezione verranno annunciati, indicativamente, a settembre.
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La crisi sanitaria Covid-19 rischia di decimare la piccola e media editoria italiana
Posted by fidest press agency su sabato, 16 Maggio 2020
Quasi un editore su dieci (il 9%), infatti, sta valutando la chiusura già quest’anno. Un altro 21% la considera probabile. È quanto emerge dalla quarta rivelazione dell’Osservatorio sull’impatto Covid-19 dell’Associazione Italiana Editori (AIE) con dati raccolti dal 19 al 23 aprile e che, in questa uscita, è tutta dedicata all’editoria medio-piccola.“Questa emergenza avrà impatti rilevanti non solo sull’occupazione, essendo le piccole medie case editrici una parte rilevante del mondo del libro – ha spiegato Ricardo Franco Levi, presidente di AIE – ma anche sul pluralismo nel nostro Paese. Quale che ne sia il volume delle vendite, la perdita di una voce costituisce sempre un impoverimento dell’offerta culturale, una ferita alla democrazia. Il governo e il parlamento devono fare tutto il possibile perché questo non accada”.Se il 9% dei piccoli e medi editori sta valutando la chiusura delle attività già quest’anno e un altro 21% la considera un evento altrettanto probabile che la continuazione delle attività, il 47% la teme, pur ritenendo l’eventualità poco probabile. Solo il 23% si sente di escluderla.“Quello che invece è già un dato certo è la fortissima riduzione dei titoli pubblicati – spiega Diego Guida, vicepresidente di AIE e presidente del Gruppo Piccoli Editori -: tra marzo e aprile il taglio è stato del 35%, a maggio-giugno i rinvii salgono al 59% e proseguono, pur a valori più bassi, nel corso dell’anno: a fine 2020 si stima così una riduzione del 32% dei titoli pubblicati dai piccoli e medi editori. Significa 21.000 opere in meno, il 54% di tutte quelle che andranno perdute nel 2020, a dimostrazione della centralità delle nostre case editrici nel panorama culturale italiano”.Il calo del fatturato è molto pesante: il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%, il 56% superiore al 50%, il 29% superiore al 70%. Il crollo delle vendite nelle librerie (chiuse al pubblico) e nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) è stato controbilanciato parzialmente dalle vendite di ebook e negli store digitali. Solo il 14% degli editori indicano un aumento nella vendita di ebook superiore al 40%; le vendite negli store online sono cresciute di oltre il 40% solo per il 2% degli editori e quelli sul sito della casa editrice di oltre il 40% solo per il 16%. La crisi già adesso ha un impatto molto grave sugli occupati: il 35% degli editori ha chiesto ai dipendenti di smaltire le ferie non godute, il 34% ha messo alcuni dipendenti in cassa integrazione, il 31% tutti. Motori quasi spenti, insomma, in attesa di una ripartenza su cui pochi sono ottimisti: solo il 2% dei piccoli e medi editori ritiene che quest’anno manterrà il fatturato del 2019 grazie a un recupero nella seconda parte dell’anno. Il 57% scommette nel 2021, il 33% non prima del 2022 e l’8% ancora più in là.
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Eros Now Channel Live on Wasu Media In China
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 gennaio 2020
Eros Now, the cutting-edge digital over-the-top (OTT) South Asian entertainment platform owned by Eros International Plc (NYSE: EROS) (“Eros” or “the Company”), a Global Indian Entertainment Company, had previously announced in 2019 a partnership with Wasu Media. Eros Now is pleased to announce the service is now live on Wasu Media in China and able to deliver Bollywood and digital original series to Chinese viewers. Wasu Media is a major cable television, broadband network OTT and IPTV service provider in China.Eros Now further cements its position as a pioneer as the only Indian OTT player to have live services for Video on Demand in China including on Wasu Media and Iqiyi.Wasu Media has a strong base in the country and reaches 125 million users via its Cable TV, OTT, IPTV distribution network to 100+ cities in China, providing Eros Now a platform to further expand its subscriber base. The partnership will enable Wasu Media to provide Bollywood content as a SVOD service to Chinese viewers and further enhance the demand that Bollywood content has seen in China over the last few years.There is a massive cultural overlap of viewing behaviour of Chinese audiences with that of South Asian audiences, this has been demonstrated by the success of movies like Dangal, Bajrangi Bhaijaan and Andhadhun that have released in China over the last few years with significant success at the Chinese box office. The trend now has escalated to digital platforms with Eros Now at the forefront with this transformation of building viewership of Indian movies with digital viewers in China.
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Governo Conte bis: I politici più citati
Posted by fidest press agency su martedì, 24 dicembre 2019
Se Luigi di Maio, ministro degli Affari Esteri e leader del M5S, fa gara a sé risultando il più citato in tv tra i 22 ministri del Governo Conte bis ottenendo ben 13.131 citazioni, alle sue spalle, ben distanziato, c’è il ministro dell’economia ed ex europarlamentare Pd, Roberto Gualtieri (5.864) che, in periodo di manovra finanziaria, è sicuramente al centro dell’agenda politica. Mediamonitor.it, società che gestisce una piattaforma con oltre 1.500 fonti d’informazione online off line utilizzando tecnologia e soluzioni sviluppate da Cedat 85, ha monitorato la presenza sulle principali televisioni nazionali (Rai, Mediaset, La7, SkyTg24) dei ministri dalla costituzione del nuovo esecutivo a guida Giuseppe Conte fino al 4 dicembre scorso. Il titolare del MISE rappresenta in un certo senso una novità nel panorama politico nazionale di primo livello non certo come Dario Franceschini, da tempo nell’agone politico, che guida adesso il ministero dei beni culturali e del turismo ma anche la delegazione governativa del pd, e che si posiziona nel gradino più basso del podio con 2.599 menzioni. Nella classifica di Mediamonitor.it colpisce la presenza al decimo posto della classifica del ministro degli interni Luciana Lamorgese che si ferma a sole 575 citazioni. Nonostante l’importanza del ministero che dirige, Lamorgese, per il suo stesso profilo tecnico, è molto meno esposta sui media, in netta contrapposizione con il suo predecessore Matteo Salvini, oggi leader dell’opposizione. Tra i più citati sulle televisioni nazionali troviamo al quarto e quinto posto due esponenti di rilievo dei 5 stelle: il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli (2.239) seguito da Alfonso Bonafede, ministro della giustizia (1.441). Il primo sospinto dalle numerose crisi aziendali in corso nel nostro Paese e il secondo protagonista della riforma della giustizia a cominciare dal dibattito sul reato di prescrizione. In sesta posizione compare la prima donna: si tratta del ministro delle politiche agricole alimentali e forestali, la renziana Teresa Bellanova con 1.278 menzioni.La segue a distanza Paola De Micheli, ministro delle infrastrutture e trasporti con 794 citazioni. All’ottavo posto c’è il ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti che, nonostante i cambiamenti apportati all’esame di maturità, si ferma a 661 citazioni. In nona posizione il ministro del sud e della coesione territoriale, Giuseppe Provenzano (611), primo fra i titolari di un dicastero senza portafoglio.
Dopo la Lamorgese, in undicesima posizione troviamo Nunzia Catalfo, ministro delle politiche sociali (538) che precede il ministro della salute Roberto Speranza (454), tra i leader politici di Leu. Anche con l’assegnazione all’Italia delle olimpiadi invernali 2026, il ministro dello sport e delle politiche giovanili Vincenzo Spadafora non va oltre la tredicesima piazza con 428 menzioni. Quattordicesima Elena Bonetti, ministro delle pari opportunità e della famiglia (366) seguita dal ministro della difesa Lorenzo Guerrini (348), tra i leader del Partito democratico.Nonostante la grande attenzione globale verso i temi della sostenibilità e il dibattito sulla plastic tax, l’ex generale dell’Arma Sergio Costa rimasto ancora al ministero dell’ambiente nel Governo giallorosso, si classifica solo sedicesimo con 267 menzioni. Diciassettesimo Francesco Boccia (Pd), ministro degli affari regionali e autonomie (242), quasi a pari merito con Vincenzo Amendola, ministro degli affari europei (240). Chiudono la classifica, Federico D’Inca, ministro dei rapporti con il parlamento (203) e Fabiana Dadone, ministro della pubblica amministrazione (121). Fanalino di coda il ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, nonché ex assessore del sindaco di Torino Chiara Appendino, Paola Pisano con sole 59 menzioni.
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2020 Media Trends Report from Voices.com
Posted by fidest press agency su martedì, 17 dicembre 2019
Voices.com, the world’s largest marketplace connecting businesses to voice over talent, just released an annual trends report that provides an in-depth analysis of the most important media and content trends that impacted brand marketers and creative agencies throughout 2019. The trends that are set to dominate in 2020 include training content, digital audio advertising, podcasts, voice-powered applications and devices, and sonic branding. The report, titled “Media Trends and Their Impact on Marketing and Advertising Into 2020,” is filled with actionable insights for data-driven marketers. Our survey included the input of over 750 creative professionals from across North America and the world, including producers, instructional designers, filmmakers, commercial directors, advertising executives, marketing professionals, and more.
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