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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘Medicina/Medicine/Health/Science’

A Technology Hub il futuro della medicina

Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 Maggio 2016

robotMilano dal 7 al 9 giugno fieramilanocity, Robot in grado di assistere i disabili e aiutare nell’attività motoria i pazienti affetti da patologie neurologiche; occhiali “intelligenti” per chi soffre di disturbi uditivi, capaci di filtrare i suoni d’interesse in modo complementare alle protesi acustiche e di distinguerne la provenienza negli ambienti affollati; realtà virtuali per l’allenamento delle capacità cognitive; oggetti di tutti i giorni stampati in 3D non più solo per i disabili, ma coprogettati con i disabili stessi.
A che punto le tecnologie innovative stanno riscrivendo il futuro della medicina? E quali sono le nuove frontiere in grado di migliorare la performance delle aziende e cambiare sensibilmente la qualità di vita dei pazienti? Saranno questi alcuni dei temi maggiormente affrontati nel corso di Technology Hub – l’evento professionale delle tecnologie innovative per il tuo futuro, promosso da Senaf e in programma a fieramilanocity, dal 7 al 9 giugno 2016, che tra gli ambiti di applicazione protagonisti avrà proprio il medicale. L’appuntamento, nato per mostrare al mondo imprenditoriale le nuove tecnologie, raccoglierà in un unico hub tutti i comparti dell’innovazione: dalla stampa 3D all’additive manufacturing, passando per l’elettronica e l’internet delle cose, i materiali innovativi, i droni e la robotica collaborativa e di servizio.
In particolare, sarà possibile vedere: nella Piazza Robotica Medicale realizzata in collaborazione con ITIA-CNR (Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione, Consiglio Nazionale delle Ricerche) specializzato in progetti di robotica per il mondo produttivo ma anche per la salute, l’assistenza ai malati e la riabilitazione, andranno in scena le espressioni della più alta tecnologia di robotica per la riabilitazione. Saranno presentate anche le ultime frontiere della realtà virtuale, sviluppate con lo scopo di ritardare, per quanto possibile, la comparsa dei sintomi della malattia e ritornando nel reale, una risposta efficace alla disabilità arriva dai dispositivi tech facili da indossare e integrare tra gli accessori della vita quotidiana. Ne è un esempio il progetto Glassense, dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), progettato per comportarsi come una “lente acustica” complementare alle esistenti protesi, le quali ad oggi non consentono alle persone che soffrono di disturbi uditivi di distinguere al meglio la provenienza delle sorgenti sonore di interesse. La rivoluzione tecnologica nell’ambito medicale passa anche dalla stampa 3D, tramite le nuove tecnologie che rendono possibile la progettazione di prodotti realizzati con e per utenti colpiti da differenti disabilità: spartiti musicali stampati in 3D secondo le necessità e le indicazioni dei non vedenti, cover personalizzate di microinfusori per diabetici, dispositivi e bracci robotici con scocche personalizzate, che consentono a persone con difficoltà agli arti superiori di mangiare da sole, fino a “spalma-nutella” per rivestire pane e fette biscottate senza sporcarsi. (foto. robot)

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“Breaking the Cardiovascular Continuum through Understanding, Recognition, Treatment and Prevention of the Disease”

Posted by fidest press agency su martedì, 24 Maggio 2016

vilniusVilnius, Lituania dal 26 al 28 maggio la Fondazione Internazionale Menarini esporta la propria esperienza nell’organizzazione di congressi di medicina di alto livello. Recentemente ha promosso il congresso che si è tenuto a Londra, in collaborazione con il St. George Hospital, polo di ricerca della città inglese. Oggi è la volta del Congresso Internazionale dal titolo “Breaking the Cardiovascular Continuum through Understanding, Recognition, Treatment and Prevention of the Disease”, organizzato dall’Università di Scienze della Salute Lituana, Dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Vilnius, dalla Società Lituana di Cardiologia e dalla Società Lituana di Ipertensione. Tra i relatori riconosciuti a livello internazionale per prestigio e competenza in campo cardiovascolare, di cui molti sono italiani, si segnala la presenza di Luis Ignarro, ricercatore di Los Angeles e Premio Nobel per la Medicina, che aprirà il Congresso con una lettura plenaria.

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Binetti: “Formazione specialistica resti in Università, sindacati facciano il loro ruolo”

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 aprile 2016

Ministero salute“La formazione in sanità è cosa seria a tutti i livelli, non per motivi di lobby ma per dare concretezza ad un principio di rango costituzionale che riconosce la salute come bene individuale e come interesse di tutta la collettività. Garantire qualità alla formazione è quanto le facoltà di Medicina cercano di fare da sempre, anticipando i processi innovativi anche a livello ministeriale. Ed è per questo che meritano la massima attenzione quando sollevano alcuni problemi di interesse generale e accendono i riflettori su questioni delicatissime come ad esempio quelle che riguardano gli specializzandi. La formazione non è roba di sindacati, a cui competono molte altre questioni altrettanto importanti, ma di genere decisamente diverso. E’ di pochi giorni fa la nota della Giunta della Conferenza dei rettori italiani in merito alle proposte fatte dai sindacati sul ddl in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane del “Patto per la Salute”. Creare un canale parallelo per una formazione extra universitaria degli specializzandi significa ghettizzarli in un contesto di serie B, da cui sul momento possono anche trarre qualche vantaggio, ma in cui resteranno imprigionati per il resto della loro carriera professionale. La CRUI è il massimo organo di governo a cui rispondono le università italiane e non può certo essere accusato di conflitto d’interessi”.Lo afferma la deputata di Area popolare Paola Binetti, che continua: “Determinare metodi per gestione, fabbisogni, reclutamento e formazione specialistica del personale impegnato nelle attività assistenziali, al fine di regolamentare i rapporti con il SSN/SSR, è un obiettivo necessario che richiede un monitoraggio continuo. Ma proprio per questo non è praticabile e risulta didatticamente inadeguato l’inserimento degli specializzandi medici e delle altre categorie sanitarie all’interno del sistema SSN/SSR attraverso un percorso differente o complementare al percorso didattico-formativo previsto dalle rispettive Scuole di Specializzazione. Tocca infatti ad ogni Scuola di Specializzazione l’individuazione del profilo specialistico, l’articolazione del profilo didattico e gli obiettivi formativi funzionali al conseguimento delle necessarie conoscenze culturali ed abilità professionali. L’autonomia dell’università è garanzia di libertà e di eccellenza nella scelta di obiettivi di alto profilo formativo anche in ambito strettamente legato alla cura dei pazienti oltre che alla prevenzione delle varie patologie. Ma non c’è cura senza ricerca, non è possibile immaginare un aggiornamento costante dei percorsi di diagnosi e cura senza un contestuale progresso scientifico. Ed è per questo che i sindacati non possono penalizzare i giovani laureati in medicina avviandoli su di un binario vecchio, che potrebbe diventare facilmente un binario morto”.

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6000 borse di studio per scuole specializzazione medicina

Posted by fidest press agency su lunedì, 19 ottobre 2015

Paola-Binetti“E’ con una certa soddisfazione che ho trovato nella legge di stabilità 2015 la stabilizzazione di 6000 borse di studio per le scuole di specializzazione in Medicina e chirurgia. E’ vero non sono ancora sufficienti, perché i laureati in medicina sono almeno 7.500 ogni anno. Ma è il doppio di quanto veniva stanziato solo 2-3 anni fa”.Lo afferma in una nota Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd- Udc).
“Un bel salto di qualità di cui i futuri specializzandi debbono ringraziare il Ministro Giannini, che ha mantenuto quanto aveva promesso in questo campo. Da quando sono in Parlamento tutti gli anni faccio la stessa battaglia a favore dei giovani medici- spiega Binetti- ricordando con tutti i mezzi a disposizione: interrogazioni, interpellanze, emendamenti, che la facoltà di medicina andrebbe considerata come una facoltà a ciclo unico della durata minima di 10 anni, perché la specializzazione è parte integrante della formazione del giovane medico. Senza specializzazione non c’è spazio per un lavoro professionale stabile e dignitoso. Il numero di borse messe a disposizione dei giovani laureati deve coincidere con il numero di posti messi a bando al momento della iscrizione, sei anni prima, perché si tratta di un processo di formazione unico ed unitario. E’ indispensabile avere una specializzazione per poter esercitare in una struttura pubblica o accreditata la propria professione di medico. Più volte interpellata il ministro Giannini ha sempre dato rassicurazioni in tal senso, ma quello di oggi è un fatto concreto che va oltre le generiche rassicurazioni. Per questo la stiamo sollecitando da tempo ad abolire il tirocinio di sei mesi che separa laurea ed abilitazione, essendo quest’ultima conditio sine qua non per accedere al concorso nazionale per le scuole di specializzazione. Meglio saldare la fase formativa di base: i sei anni del corso di laurea, alla fase specialistica successiva, 4-5 anni, senza interruzioni di sorta. In un ciclo che dura almeno 10 anni di formazione, occorre evitare ritardi e dispersione”, conclude la parlamentare.

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Medicina di precisione al Parlamento Europeo

Posted by fidest press agency su venerdì, 16 ottobre 2015

bruxelles (1)Bruxelles, Belgio. Per la prima volta i responsabili politici, i pazienti, i rappresentanti del settore e la comunità scientifica che si occupa di allergia e asma si sono riuniti presso il Parlamento Europeo per discutere necessità di una medicina di precisione. Il convegno odierno sulla “necessità dell’Europa di avere una medicina di precisione nelle allergie e nelle malattie respiratorie” ha gettato le basi per definire un piano d’azione su come erogare la medicina di precisione ai pazienti allergici in modo economicamente sostenibile.
La Medicina di Precisione (MP) è un approccio emergente per il trattamento e la prevenzione delle malattie che tiene conto delle caratteristiche individuali del paziente per quanto concerne genetica, ambiente e stile di vita. La MP cambierà drasticamente la sanità in Europa in quanto la gestione delle malattie si sposterà dalla medicina acuta e reattiva a un approccio più su misura che è predittivo, preventivo, personalizzato e partecipato, in cui i pazienti diventano partner nel processo di sviluppo delle opzioni terapeutiche. La MP consentirà di prevedere con maggiore precisione quali terapie e strategie di prevenzione saranno efficaci per una particolare malattia e per quali gruppi di persone. I benefici derivanti sono: miglioramento delle cure centrate sul paziente, costi ridotti degli effetti collaterali e migliore prevenzione, che si traducono in un miglioramento globale della salute pubblica.Il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis e l’europarlamentare Sirpa Pietikäinen hanno sottolineato il valore di questo incontro che ha l’obiettivo di sommarsi alle precedenti iniziative dell’EAACI per affrontare la piaga dell’allergia in Europa, dove oltre 150 milioni di persone sono colpite da una malattia allergica. Parallelamente, l’EAACI sta sviluppando, in collaborazione con l’American Academy of Allergy, Asthma and Immunology (AAAAI), una dichiarazione congiunta sulla medicina di precisione per le malattie allergiche che sarà pubblicata 2016, sotto la guida di EAACI Presidente Antonella Muraro.
I prossimi passi prevedono di riunire accademie scientifiche, responsabili politici, organizzazioni di pazienti e l’industria farmaceutica in una piattaforma finalizzata a dare attuazione alla medicina di precisione per le malattie allergiche e delle vie respiratorie al fine di migliorare in modo sostanziale la salute dei pazienti.
L’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI), è una organizzazione no-profit attiva nel campo delle malattie allergiche e immunologiche quali asma, rinite, eczema, allergie professionali, allergia a cibo e farmaci e anafilassi. La EAACI è stata fondata nel 1956 a Firenze ed è diventata la più grande associazione medica in Europa nel campo delle allergie e dell’immunologia clinica. L’Accademia conta oltre 9.000 membri provenienti da 121 paesi nonché 52 enti nazionali sulle allergie.

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Iniziativa per i ragazzi e gli studenti che intendono diventare medici

Posted by fidest press agency su domenica, 11 ottobre 2015

Lariofiere (Erba, Co) dal 15 al 17 ottobre presso il salone sull’orientamento i consiglieri dell’Ordine dei medici e chirurghi avranno la possibilità di parlare con i ragazzi presenti e capire, attraverso domande esplorative strutturate, se le loro aspettative personali rispondono alle esigenze umane della professione medica. Questo affinché la futura classe medica italiana sia competente e dotata di alti valori etici e deontologici.Per orientare al meglio i giovani a una scelta consapevole verso la professione di medico e odontoiatra, inoltre, l’Ordine dei Medici terrà una serie di conferenze dal titolo “Diventare medico, per prendersi cura dell’uomo”. L’incontro di giovedì sarà tenuto da Gianluigi Spata, Luca Levrini e Giuseppe Rivolta, quello di venerdì da Licia Snider e Gianvincenzo Melfa, mentre sabato interverranno Marco Malinverno, Laura Iorio e Marina Russello.Creare una futura classe medica altamente motivata, competente e dotata di profondi valori etici e deontologici è una aspetto fondamentale: per questo motivo è importante coniugare le aspettative personali dei giovani, spesso istintive, con le realtà e le esigenze anche umane della professione medica.
Obiettivo sui giovani è, quindi, realizzare aderenze tra le aspettative personali e la realtà della professione medica, a volte difficile. La scelta che induce un giovane a intraprendere il percorso di formazione universitaria, finalizzata all’esercizio della professione medica, spesso è istintiva, priva dell’opportuna conoscenza che dovrebbe mettere in guardia lo studente, senza inibirlo, a compiere una scelta responsabile e consapevole. Tale considerazione risulta fondamentale se si pensa alla prossima riduzione di medici nel territorio italiano: per questo deve necessariamente compensarsi una futura classe medica altamente motivata, competente e dotata di profondi valori etici, morali e deontologici.

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Biotecnologie ed Innovazione in Medicina

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 ottobre 2015

merck seronoSocial network, communities, blog, forum: con l’avvento del Web 2.0 cosa è cambiato per i professionisti dell’informazione chiamati ad informare in maniera corretta e referenziata sui temi della salute? E’ possibile realizzare una comunicazione efficace in ambito healthcare senza ascoltare la Rete e confrontarsi con essa? Per discutere di questi e altri aspetti,
., affiliata italiana di Merck, ha riunito oggi a Roma esponenti del mondo della comunicazione, dell’Healthcare e del biotech in occasione dell’’incontro “Biotecnologie ed Innovazione in Medicina sul Web 2.0. Fonti di informazione, fruitori, linguaggi”.
“Le applicazioni del Web 2.0 sono diventate uno strumento sempre più importante per la discussione ed il confronto sui temi legati alla salute – ha spiegato Antonio Tosco, Direttore Health Outcomes & Market Access di Merck Serono S.p.A.: i nuovi media altamente interattivi hanno cambiato i modelli di fruitore, le aspettative dei fruitori stessi e, ovviamente, anche i linguaggi. Di fronte a questi stravolgimenti, come si deve comportare il giornalista che si occupa di temi Healthcare? L’informazione giornalistica sulla salute risponde ancora ai bisogni dei suoi fruitori? E come ci si può adeguare a questi nuovi bisogni senza tradire la propria “mission” professionale e continuando a garantire un’informazione corretta? Nell’incontro di oggi abbiamo voluto provare a rispondere a questi interrogativi, con l’aiuto di esperti e studiosi del Web 2.0”.
Questi gli spunti di riflessione emersi dal dibattito
1. Linguaggio dei Social vs corretta informazione: perché entrano in conflitto
“Sul web, così come sui social – ha dichiarato Federico Mello, Giornalista del programma televisivo Ballarò e blogger Huffington Post – tutto tende a funzionare seguendo le dinamiche del feedback. On line ogni cosa è infatti misurabile: le visite, i ‘mi piace’, i retweet, i commenti, i follower, le condivisioni, i preferiti. Inoltre, molti mattoni di comunicazione (che siano un post o un tweet), mostrano in maniera plateale al navigatore il loro grado di popolarità, facendo scattare così il tipico ‘effetto BandWagon’, ovvero “Guardo quel video perché lo stanno guardando tutti”. Se a queste constatazioni – ha proseguito il Dottor Mello – aggiungiamo il fatto che ogni testata digitale ha numerosi strumenti (analisi dei flussi di traffico, risposta dei social network, link in entrata, ecc…) per poter analizzare i feedback dei suoi contenuti, ecco che il rischio di compromettere una corretta informazione è dietro l’angolo. All’obiettivo di informare, infatti, si sostituisce quello di raccogliere visite. A tutt’oggi comunque una informazione al contempo efficace, completa e ‘virale’ è possibile, ma risulta impossibile – ha concluso Mello – realizzare un buon servizio agli utenti se l’obiettivo di qualsiasi impresa editoriale rimane la caccia ai click. Questo naturalmente vale ancora di più per alcuni campi delicati dell’informazione, come quella medico-scientifica.”
2. Tecnologie digitali: come è cambiato il modo di raccontare e condividere l’esperienza della malattia. “Oggi le conversazioni online sulla salute, la malattia e le terapie – ha spiegato Cristina Cenci, Senior Consultant Eikon Strategic e curatrice del Blog Digital Health, Nòva Il Sole24Ore – consentono di condividere con altri ‘pazienti come me’ le paure, le aspettative, gli effetti dei farmaci. Questo cambia radicalmente la percezione e il percorso della malattia. Nel momento della cura, le discussioni online contribuiscono all’aderenza terapeutica ma anche a determinare effetti placebo e nocebo dei farmaci. Quando la malattia è cronica, le comunità online offrono quel supporto che mai nessun sistema sanitario o network di caregiver è mai riuscito ad offrire prima. La sfida allora per la comunicazione e i media – ha concluso la Dott.ssa Cenci – è ascoltare il discorso sociale online e acquisire la consapevolezza che il racconto di malattia non può essere scientificamente avalutativo, ma deve avere senso e significato dal punto di vista del soggetto. Serve empatia narrativa, bisogna trovare il giusto linguaggio e le metafore adeguate per comunicare questi temi partendo dall’ascolto di quello che si condivide in rete, un osservatorio fondamentale delle esigenze e delle rappresentazioni collettive.”
3. Gli italiani e l’informazione sulla salute in Rete: usi e consumi. “I trend degli ultimi 10 anni mostrano una crescente sensibilità al tema salute – ha sottolineato Stefania Fregosi, Direttore delle ricerche quantitative Dipartimento Salute GfK Eurisko. – Il paziente diventa sempre più attento, sensibile, competente, con una conseguente ‘espansione’ delle pratiche di salute: aumentano infatti i comportamenti ‘preventivi’, cresce la popolazione attenta. In questo nuovo contesto la ricerca di informazioni appare centrale e sembra ridefinire la tradizionale relazione medico-paziente (medico informato, paziente passivo). Internet diventa un luogo cruciale per cercare e condividere informazioni ed esperienze. Come noto, cresce esponenzialmente negli ultimi 10 anni la quota degli internauti (dall’11 al 68% degli Italiani maggiorenni) ed aumenta in modo consistente la percentuale di chi si informa sulla salute nel web: circa l’85% degli utenti, infatti, ha cercato informazioni sulla salute sui siti Internet e quasi il 30% ha partecipato a discussioni di salute su blog, forum, chat.1 In questa prospettiva – ha spiegato la Dott.ssa Fregosi – appare cruciale per chi opera nel settore della salute cogliere la sfida e far fronte ai bisogni del «cittadino-paziente internauta». Si tratta di una sfida a due livelli: da un lato riguarda i servizi al cittadino (Come dare risposta ai bisogni di competenza e confronto? Quali servizi, quali strumenti offrire al cittadino? Come assicurare un’informazione garantita nel web?), dall’altro riguarda la relazione medico-paziente, ovvero come «ri-definire» un nuovo tipo di relazione che legittimi e valorizzi il bisogno di protagonismo e consapevolezza del paziente nella gestione della propria salute (così importante nel determinare il successo della cura), senza mettere in difficoltà il ruolo del medico a cui il paziente vuole e continua ad affidarsi.”
4. Comunicare il valore del biotech: l’esperienza di Farmindustria. “Le biotecnologie sono oggi la frontiera dell’innovazione in Italia – ha affermato Agostino Carloni, Direttore Comunicazione, Stampa e Studi Farmindustria. Se ci soffermiamo sul solo settore Salute, abbiamo 3.900 addetti in R&S, 199 aziende del farmaco biotech, 88% degli investimenti in R&S sul totale effettuati dall’industria del farmaco, 145 farmaci biotecnologici oggi disponibili nel mondo e 303 progetti in fase di ricerca e sviluppo. Grazie alla ricerca farmaceutica sempre più biotech – prosegue Carloni – sono migliorate molte terapie esistenti e individuati nuovi trattamenti per malattie finora ritenute senza cura.
Per questo Farmindustria, nell’ultimo anno, ha avviato una serie di eventi per una maggiore informazione sulla realtà biotech. Esempi di questo impegno sono diversi progetti che hanno i giovani come target di riferimento come Geni a bordo: la scienza viaggia in Camper, format di divulgazione itinerante realizzata negli istituti superiori italiani, e la collaborazione con Wired attraverso video, infografica e social network.”

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La medicina difensiva ha le ore contate

Posted by fidest press agency su venerdì, 11 settembre 2015

aula senatoIl lavoro di sintesi del testo unificato approvato dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ed il documento elaborato dalla Commissione consultiva agli inizi di agosto consentirà senz’altro in tempi rapidi l’approvazione di una buona legge che azzererà un fenomeno che rappresenta una voce di spesa evitabile a carico del Servizio Sanitario nazionale”. E’quanto afferma Raffaele Calabrò, capogruppo Area Popolare (Ncd-Udc) in commissione Affari Sociali alla Camera e primo firmatario del Question Time al Ministro Lorenzin.
“Sulla responsabilità professionale – conclude – si registra piena collaborazione e comune interesse tra Governo e Parlamento, una novità rispetto alle precedenti legislature conclusesi con l’arenamento del testo di legge. Tempi rapidi, spirito di collaborazione tra le varie forze politiche e norme chiare ed esaustive devono guidare i lavori della Commissione XII”.

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Medicina difensiva, Ministero: dossier Alpa seguirà iter in Affari sociali

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 agosto 2015

medicinadifensivaLe proposte elaborate dalla Commissione consultiva, nominata dal ministero, per ridurre i contenziosi in sanità e la “medicina difensiva”, non saranno inserite all’interno della legge di Stabilità. Il documento dovrà passare al vaglio della commissione Affari sociali della Camera per arrivare a una stesura finale entro la fine del 2016. Lo ha precisato il ministero della Salute per chiarire che l’iter del dossier è quello preannunciato lo scorso 6 agosto: «Consegneremo il dossier alla commissione Affari sociali che sta lavorando alla legge sulla responsabilità professionale (per la quale il relatore di recente nomina è Federico Gelli (Pd) ndr.) con l’intento di far camminare insieme alle misure dell’appropriatezza anche le norme sulla medicina difensiva». Tra le proposte, lo si ricorda, l’indicazione a porre a carico del paziente l’onere di provare l’avvenuto danno e non più al medico di discolparsi dalle accuse, la riduzione della prescrizione da 10 a 5 anni, rafforzamento del sistema che prevede l’obbligatorietà dell’assicurazione delle strutture ospedaliere. Ma all’attenzione della commissione ci sarà in particolare la definizione della natura giuridica della responsabilità professionale dal punto di vista civilistico. La Commissione consultiva presieduta dal giurista Guido Alpa propone la configurazione quale extracontrattuale per i medici dipendenti e convenzionati di strutture pubbliche e private, con lo spostamento dell’onere della prova sul paziente e la prescrizione ridotta a 5 anni. Il testo base della XII commissione, invece, nel configurare la natura extracontrattuale della responsabilità dell’esercente la professione sanitaria, configura la stessa responsabilità quale contrattuale nei confronti della struttura sanitaria pubblica o privata alla quale appartiene il professionista. (Fonte doctor33)

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Spreco medicina difensiva

Posted by fidest press agency su martedì, 28 luglio 2015

istituto superiore sanitàRoma. “Non vorremmo che la lotta agli sprechi in sanità – che indubbiamente ancora resistono – e la nuova spending, in via di definizione, finiscano per stravolgere il volto universalistico del sistema sanitario nazionale. In attesa della prossima legge di stabilità, è legittimo il dubbio che il nuovo commissario Gutgeld riesca a definire una volta per tutte quegli strumenti necessari a recidere alla radice inefficienze e sprechi, senza celebrare nello stesso tempo il requiem del SSN come l’abbiamo finora conosciuto”. Ad affermarlo è Raffaele Calabrò, Capogruppo Area Popolare (Ncd-udc) in Commissione Affari Sociali alla Camera.
“D’altronde, va riconosciuto alle Regioni di aver dato negli ultimi anni prova di grandi capacità di risparmio e di essersi ritrovate dinanzi ad un Patto per la Salute, rivisto al ribasso per reperire risorse – prosegue Calabrò. In realtà, senza investimenti o reinvestimenti il sistema è destinato al collasso e non vi sarà efficientamento che tenga”.“Quanto alla medicina difensiva che tanto grava sulle casse dello Sato, si potrebbe intanto cominciare con approvare con urgenza la legge sul rischio clinico: una richiesta da troppo tempo inevasa e che deve trovare in fretta una soluzione in Commissione Affari Sociali”, conclude.

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Medicina e scuole di specializzazione

Posted by fidest press agency su domenica, 26 luglio 2015

Paola-Binetti“La prossima settimana ci sarà la seconda edizione del concorso nazionale per l’accesso alle Scuole di specializzazione. I problemi strutturali sono noti a tutti, nonostante quest’anno il Ministero dell’Università e le Regioni abbiano trovato un buon accordo per oltre 6000 contratti di lavoro per i futuri specializzandi, almeno un 40 % dei giovani laureati è destinata a rimanere fuori da questa importante opportunità formativa, propedeutica a futuri inserimenti professionali”.
Lo afferma in una nota Paola Binetti, deputato di Area Popolare (Ncd- Udc) “Non sorprende quindi che ci sia un livello di attenzione enorme da parte dei concorrenti sulle modalità con cui si svolgerà la prova di concorso. L’esperienza dello scorso anno ha mostrato quanti e quali irregolarità si siano verificate, spiega Binetti- in gran parte involontarie, ma non per questo meno insidiose. Gli esclusi hanno ovviamente fatto ricorso denunciando le irregolarità ed è stato molte volte accolto, dando ragione a coloro che contestavano le modalità tecniche con cui si era svolta la prova.Note a tutti anche le conseguenze che hanno rallentato le procedure di iscrizione e hanno creato un disagio che si è ripercosso sulla organizzazione stessa della vita dei reparti e dei laboratori in cui gli specializzandi.
Numerose le interrogazioni che in Parlamento hanno fatto presente il problema, ricevendo sempre rassicurazioni piene e convincenti da parte del Ministro, in flagrante contraddizione però con quanto denuncia oggi il coordinamento degli specializzandi, che parla di cambi di sede comunicati agli interessati all’ultimo momento. Entrare in Scuola di specializzazione oggi significa avere un posto di lavoro assicurato per almeno 4-5 anni ed è logico che ogni concorrente sia impegnato a fare nel migliore dei modi la prova per cui si è certamente preparato a fondo in questi mesi.
Ma la sua attenzione sarà equamente suddivisa anche sul rispetto delle regole e dei regolamenti, per evitare che ci siano prevaricazioni di qualsiasi tipo.
Il Ministro sia particolarmente esigente su questo punto – auspica la parlamentare- in tutte le sedi concorsuali, imponendo standard rigorosi, senza eccezioni di sorta. Utilizzi tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire che le prove si svolgano nel miglior modo possibile, senza sottovalutare il rischio dei ricorsi. E la stessa cosa faccia il ministro l’8 settembre quando oltre 60.000 studenti tenteranno la prova di accesso a medicina per poco più di 9.000 posti”

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Chirurgia e medicina estetica: cosa fare e cosa non fare d’estate

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 Maggio 2015

cellulite-centro-medicina-estetica-roma-centro«Il periodo caldo è spesso considerato un momento sfavorevole per gli interventi: in realtà non è così. Per la medicina estetica, meglio evitare trattamenti di rivitalizzazione e di rigenerazione della pelle» dice il chirurgo plastico Gianluca Campiglio, segretario Isaps e autore del libro “Mi voglio così” Qual è la stagione giusta per rifarsi il seno? È possibile fare un’addominoplastica d’estate? Insomma, esiste un periodo ideale per andare dal chirurgo plastico? «Non ci sono particolari vincoli a sottoporsi a interventi in una determinata stagione. Esistono periodi più o meno favorevoli». Parola di Gianluca Campiglio, chirurgo plastico di Milano, segretario dell’Isaps (International Society of Aesthetic and Plastic Surgery, la più grande associazione al mondo di chirurghi plastici) e autore del libro “Mi voglio così”, in cui racconta tutto quello che un paziente della chirurgia plastica dovrebbe sapere.«Una delle domande che mi sento rivolgere più spesso dai pazienti riguarda il periodo migliore in cui sottoporsi all’intervento chirurgico che hanno scelto», afferma il chirurgo plastico milanese. «Non ci sono stagioni negative e non ci sono periodi positivi: l’estate non ha particolari controindicazioni, può semplicemente richiedere degli accorgimenti maggiori per quanto riguarda il post operatorio».Del resto, quando si parla di chirurgia estetica, solitamente gli interventi non sono dettati da urgenza e si possono pianificare con calma. «Molti approfittano di un periodo di vacanza o di riposo dal lavoro per potersi dedicare a questo tipo di cure», spiega Campiglio. «Gli interventi di rimodellamento del seno, come mastoplastica additiva, mastopessi e mastoplastica riduttiva, si possono eseguire tutto l’anno, anche a ridosso della bella stagione in quanto i tempi di recupero sono piuttosto brevi. Si può quindi sfoggiare un bel décolleté anche a poche settimane di distanza dall’intervento» afferma il medico. Inoltre, le vacanze estive sono un buon periodo per l’otoplastica, l’intervento per correggere le orecchie a sventola: «I pazienti più giovani scelgono spesso l’estate per affrontare il post operatorio con calma e serenità. Il recupero, tuttavia, non è molto lungo: con la tecnica che utilizzo, il periodo di fasciatura della testa si limita a un giorno» dice l’autore di “Mi voglio così”. Anche per rifarsi il naso va bene ogni stagione.Altri interventi si possono fare d’estate, ma con l’accortezza di non esporsi al sole: «In caso di addominoplastica e altri interventi di rimodellamento del corpo (lifting braccia e cosce), le cicatrici non devono essere esposte al sole e in caso contrario devono essere protette da creme solari con protezioni molto elevate». Niente sole anche dopo interventi al viso come il lifting o la blefaroplastica (rimodellamento delle palpebre) per tutto il periodo in cui sono presenti lividi, di solito 4-5 giorni. Per la liposuzione, l’aspirazione chirurgica del grasso, nessun problema a farla in estate: bisogna però mettere in conto di indossare, per 7/10 giorni una guaina contenitiva, che nei giorni di gran caldo può essere fastidiosa.Se si parla di medicina estetica cambia però l’impostazione. «In estate vanno assolutamente evitati trattamenti di rivitalizzazione e di rigenerazione della parte più superficiale della pelle, quindi peeling e laser ablativi (esfolianti). In questi casi, anche una minima esposizione al sole nella fase di guarigione può compromettere il risultato dell’intervento e lasciare antiestetiche macchie marroni, che poi sono molto difficili da cancellare. Tutti gli altri trattamenti di medicina estetica non hanno particolari controindicazioni e possono essere eseguiti in qualsiasi periodo dell’anno» spiega il chirurgo. Per esempio, filler e botulino si possono eseguire sempre senza problemi, anche con la valigia per il mare già pronta. «Non dimentichiamoci però che ogni trattamento richiede degli accorgimenti che, per quanto piccoli, è bene osservare» conclude Campiglio.

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Concorso specializzandi in medicina

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 aprile 2015

Paola-Binetti“Ancora una volta al centro di una interrogazione rivolta al ministro del Miur c’è il concorso nazionale per l’ammissione alle scuole di specializzazione in Medicina e chirurgia. Dopo i ripetuti incidenti della prova di ottobre, con tutte le contestazioni che ha suscitato, ora i futuri specializzandi nutrono una serie di timori abbastanza fondati. Prima di tutto si chiedono: chi preparerà i quiz, come si assicurerà la loro pertinenza? Non è indifferente sapere che ancora non sono state indette le relative gare d’appalto, per assicurare alla prova oggettività, pertinenza e riservatezza”. E’ quanto ha sottolineato Paola Binetti, deputata di Area popolare, nel corso della interrogazione.
“Giungono notizie tutt’altro che rassicuranti rispetto al numero delle borse disponibili quest’anno. Sembra che attualmente – ha aggiunto Binetti – si disponga di poco più di 3mila borse, ampiamente insufficienti a coprire le esigenze del nostro SSN, e soprattutto profondamente deludenti per i neo-laureati in medicina e per coloro che nella sessione precedente non sono riusciti a superare le selezioni. Certamente più rassicuranti – ha proseguito – sono le informazioni che riguardano le modalità di scorrimento delle graduatorie, la riduzione delle opzioni, e la decisione di porre un punteggio minimo anche per le prove di tipo specialistico e non solo per quelle di tipo generalistico. Ma soprattutto abbiamo apprezzato la chiarezza relativa a due date importanti: il bando uscirà il 30 aprile e quindi sarà pronto a giorni. Mentre le prove si svolgeranno il prossimo 31 luglio. Ci auguriamo – ha concluso Binetti – che si tratti di punti fermi e che su questi punti i giovani possano programmare i loro futuri impegni”.

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Medicina: dolore

Posted by fidest press agency su venerdì, 14 novembre 2014

dolore“Anestesisti e terapia del dolore a confronto ad Assisi, spiega Fabio Gori, Direttore della S.C. Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore Ospedale di Città di Castello – USL Umbria1 e Presidente del XX Congresso Nazionale della European Society of Regional Anaestesia (ESRA)-Italian Chapter, che vedrà al centro dell’interesse il miglioramento del profilo di sicurezza e di affidabilità delle tecniche anestesiologiche loco-regionali e l’applicazione di tutti gli strumenti, farmacologici e non, per contrastare il dolore.La corretta scelta della tecnica anestesiologica, centrale o periferica, trova il suo razionale non solo nella richiesta di una sempre maggiore sicurezza e efficienza nel periodo intra-operatorio, ma anche dalla necessità di un adeguato controllo del dolore nel post-operatorio. Quando questo avviene, consente un precoce recupero funzionale con riduzione della degenza ospedaliera, e parallelamente un maggiore gradimento da parte dei pazienti.Si parlerà anche dell’impiego di molecole, prosegue Gori, quali gli anti-infiammatori non steroidei (FANS), al centro dell’attenzione visto il loro ampio impiego nella pratica clinica grazie alla loro efficacia nel contrastare il dolore acuto e cronico. Entrato ormai da anni nella pratica clinica, l’uso dei FANS è talmente diffuso e consolidato che spesso il paziente passa, magari dopo una prima prescrizione del medico, all’autoprescrizione e all’automedicazione. E’ del tutto evidente che questi comportamenti espongono il paziente ad un potenziale aumento degli effetti collaterali, come segnalato anche recentemente dall’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, conclude l’esperto”.
“Il rischio cardiovascolare, afferma Andrea Fanelli, Anestesista, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna, è stato oggetto di una revisione condotta dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) che ha stabilito che il diclofenac, il più utilizzato e conosciuto FANS, presenta un rischio cardiovascolare dose-correlato ovvero che cresce con l’aumentare del dosaggio”.Intervenendo al Congresso dell’ESRA, Andrea Fanelli illustra alcuni studi che dimostrano come dosi estremamente ridotte di diclofenac, sono efficaci tanto quanto quelle comunemente utilizzate nella pratica clinica e, nello specifico, secondo uno studio condotto su una nuova formulazione di diclofenac recentemente autorizzata dall’AIFA, la dose da 50mg risulta efficace nel contrastare il dolore quanto quella da 75mg.“Questa novità, continua Fanelli, è resa possibile grazie all’associazione del diclofenac con le beta-ciclodestrine, che aumentano l’idrosolubilità e la biodisponibilità del composto. L’innovativa formulazione è particolarmente utile perché grazie al dosaggio da 25 mg, prima inesistente, si minimizzano gli eventi avversi FANS-correlati aderendo alle raccomandazioni dell’AIFA, che suggerisce l’utilizzo dei farmaci antinfiammatori al minor dosaggio efficace e per il minor tempo possibile” conclude Fanelli.Le criticità maggiori sono naturalmente legate all’uso prolungato di diclofenac, nei casi di dolore cronico ma, anche nei casi di dolore acuto, e riuscire a eliminare il dolore con un basso dosaggio è un grande vantaggio e una raccomandazione utile per tutte le persone che si trovano improvvisamente in uno stato di dolore. E se il dolore arriva in assenza di persone che ci possono assistere, la nuova formulazione ha anche un ago per iniezione sottocute che può essere somministrata da soli.

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Medicina: Alta formazione in Europa

Posted by fidest press agency su domenica, 5 ottobre 2014

medico_di_baseUn scuola aperta tutto l’anno, la prima in Europa, per formare i nuovi medici di famiglia. Iniziano oggi a Firenze, nella sede nazionale della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) completamente rinnovata, i corsi della Scuola di Alta Formazione della società scientifica. “Questa struttura – spiega il dott. Claudio Cricelli, presidente SIMG – ha carattere permanente, con una particolare attenzione rivolta ai giovani professionisti a cui offriamo borse di studio e a cui dedicheremo una specifica sezione. Ogni settimana offriremo nuovi corsi e le classi saranno formate da non più di 20 discenti, proprio per favorire l’apprendimento. Tutti i contenuti della scuola sono organizzati in una prospettiva di lavoro all’interno delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), cardine della nuova assistenza sul territorio. Il primo corso sarà dedicato all’ecografia internistica e della tiroide, ma non ci occuperemo solo di diagnostica complessa. È necessaria infatti una ‘riappropriazione professionale’ da parte dei medici di famiglia del futuro. Insegneremo tutti gli elementi qualificanti della pratica medica: dalla diagnostica di base (ad esempio, l’elettrocardiogramma), alla piccola chirurgia ambulatoriale, fino al management ed all’IT. Queste competenze devono rientrare nel curriculum di un moderno medico del territorio. Non vogliamo formare specialisti, ma professionisti che sappiano offrire ai cittadini tutti gli strumenti che qualificheranno le nuove cure primarie”. L’avvio della scuola ha richiesto un notevole impegno economico da parte della SIMG, che ha acquistato numerose apparecchiature diagnostiche (ad esempio ecografi ed elettrocardiografi), grazie a un accordo con Gima-Doctor Shop. La struttura è aperta non solo ai soci SIMG, ma a tutti i medici di medicina generale.

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Medicina sul web

Posted by fidest press agency su venerdì, 3 ottobre 2014

webNell’era del Web 2.0, come deve adeguarsi il modo di comunicare dei professionisti dell’informazione su temi fondamentali come quello della salute? La comunicazione giornalistica in ambito medico-scientifico risponde ancora ai bisogni dei suoi fruitori? Per discutere questi ed altri aspetti, Merck Serono S.p.A., affiliata italiana di Merck, ha convocato a Milano esperti del settore in occasione dell’incontro “Biotecnologie ed Innovazione in Medicina sul Web 2.0. Fonti di informazione, fruitori, linguaggi”. Obiettivo dell’iniziativa quello di offrire spunti di riflessione sull’impatto che i nuovi media hanno sull’attività di quanti sono chiamati ad informare, in maniera corretta e referenziata, l’opinione pubblica sui temi della salute e del progresso scientifico.“L’incontro con i professionisti dell’informazione sul tema della corretta comunicazione giornalistica sulle biotecnologie e l’innovazione scientifica è oramai diventato un appuntamento fisso: è infatti il terzo anno che Merck Serono S.p.A. promuove questa iniziativa – ha sottolineato Antonio Tosco, Direttore Health Outcomes & Market Access di Merck Serono S.p.A. – Siamo convinti che fare cultura ed alimentare la discussione su questi temi sia più che mai necessario, soprattutto in un momento storico in cui l’avvento di nuovi media digitali altamente interattivi e particolarmente pervasivi, impone a tutti coloro che fanno comunicazione nell’ambito della salute di riflettere sul proprio modus operandi. La necessità di una ridefinizione del modo di relazionarsi con il proprio target non riguarda quindi solo i professionisti dell’informazione, ma coinvolge tutti gli attori del settore healthcare”. “Merck Serono S.p.A. – ha concluso il Dott. Tosco – si sta dimostrando particolarmente attiva in ambito digital, seppur con l’attenzione necessaria in un settore così regolamentato quale il farmaceutico: abbiamo in essere circa 20 i progetti, tra siti Internet, App per tablet e smartphone, account e pagine sui social network nell’ambito delle nostre iniziative istituzionali più importanti”.

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Sequenziamento del Dna

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 giugno 2014

DNAIl mercato del sequenziamento di prossima generazione (NGS) in Europa occidentale è destinato a una crescita stabile, grazie all’introduzione di nuove applicazioni come ad esempio i test prenatali non invasivi e gli screening oncologici completi. I produttori di sequenziatori stanno attingendo ulteriormente a queste risorse formando alleanze con aziende di diagnostica molecolare per accelerare l’adozione dei sequenziatori NGS nelle cliniche, in particolar modo per i test oncologici. Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Western European Next-generation Sequencing Markets”, rileva che il mercato ha prodotto entrate per 381,9 milioni di dollari nel 2013 e stima che questa cifra raggiungerà quota 697,3 milioni di dollari nel 2018. Alcune delle principali aree di crescita saranno: diagnosi genetica preimpianto, test oncologici, malattie infettive, tipizzazione dell’antigene leucocitario umano e diagnostica di supporto. Il mercato totale, come definito in questo studio, comprende i sequenziatori e i reagenti di prossima generazione per uso sia diagnostico sia nella ricerca. “Le aziende che operano nell’ambito dell’assistenza sanitaria personalizzata stanno progettando strumenti per rispondere a esigenze specifiche in tutto lo spettro della diagnostica clinica, aggiungendo in questo modo capacità di sequenziamento NGS al proprio portafoglio, – afferma Divyaa Ravishankar, analista di Frost & Sullivan. – Fintanto che resterà aperto il canale di comunicazione tra l’era genomica e la medicina personalizzata, l’adozione dei sequenziatori NGS proseguirà.” Un importante fattore limitante che frena il potenziale del mercato è la mancanza di norme di rimborso, che porta a disparità geografiche in termini di disponibilità dei test NGS. La conseguente esigenza di esportare i campioni oltre i confini nazionali, particolarmente rilevante in Italia, Belgio, Francia, Spagna, Regno Unito e Germania, rende estremamente difficile per gli operatori del mercato valutare lo scenario di rimborso. Pertanto, i produttori di sequenziatori NGS devono costituire solide alleanze con gli organismi di regolamentazione ed elaborare modelli di business efficaci per ottenere rapidamente l’approvazione regolatoria. I produttori devono anche cercare di conformarsi alla marcatura CE piuttosto che ai criteri dei test sviluppati in laboratorio (LDT) per consentire di generare in modo semplice i codici di rimborso. “Visti i recenti progressi tecnologici in Europa, il futuro del sequenziamento del DNA si sposterà dal classico laboratorio verso le analisi point-of-care” – anticipa Ravishankar. – Frost & Sullivan prevede che il sequenziamento NGS diventerà un’area di interesse nel segmento delle analisi point-of-care per tutti i leader di mercato, che stanno cercando di portare il sequenziamento dal laboratorio al letto del paziente.” Con l’aumento delle applicazioni del sequenziamento NGS e della diagnostica molecolare grazie all’inclusione del miglioramento delle colture e dei test di sicurezza alimentare, i test basati sul sequenziamento pronti all’uso che generano dati ottenuti dai campioni grezzi si affermeranno come strumenti importanti nel mercato dell’Europa occidentale. Per maggiori informazioni su questo studio, si prega di contattare Anna Zanchi, Corporate Communications di Frost & Sullivan, all’indirizzo anna.zanchi@frost.com Lo studio “Western European Next-generation Sequencing Markets” fa parte del programma Life Sciences (http://www.lifesciences.frost.com) Growth Partnership Service. Altri studi di Frost & Sullivan collegati a questo argomento sono: “Global Tissue Diagnostics Market”, “Global Next Generation Sequencing Informatics Market” e “Global Analysis of MicroRNA Tools and Services Market”. Tutti i servizi di ricerca compresi nel servizio in abbonamento forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.

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Susy De Martini nell’European Alzheimer’s Alliance

Posted by fidest press agency su domenica, 10 novembre 2013

Un impegno a livello internazionale a favore dei malati e per la prevenzioneL’onorevole Susy De Martini, europarlamentare indipendente di centro destra, prosegue la sua battaglia nel campo della sanità e del sociale impegnandosi nell’European Alzheimer’s Alliance, associazione che opera nel settore da molti anni.«E’ con piacere che diamo il benvenuto a Susy De Martini parlamentare europeo italiano che fa parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, Ecr» – è scritto nella newsletter dell’associazione. Un caloroso saluto, dunque, nei confronti di chi da sempre si dà da fare perché la qualità della vita dei cittadini migliori a cominciare dalla salute puntando su un elemento specifico: «La parola d’ordine è prevenzione, che da sola permetterebbe di risparmiare sofferenze alle persone e denaro pubblico. Oggi l’Unione Europea ha un ruolo preminente e fondamentale nel campo della prevenzione e può dare ai cittadini quelle risposte che spesso le Regioni non sono in grado di offrire. Quanto costa alla nostra comunità questo ritardo nelle diagnosi? E non solo in termini puramente economici. Quanto costa in termini di sofferenza umana, di disagi a famiglie intere, di opportunità mancate? Non dimentichiamo che l’Alzheimer è una malattia sociale che interessa milioni di cittadini e le loro famiglie».Il contenzioso medico-legale e i suoi risvolti assicurativi rischiano di mettere in serio pericolo il futuro dei giovani ostetrici-ginecologi, e al contempo, la salvaguardia della salute della donna e del nascituro. Il decreto Balduzzi aveva indicato il 12/08/13 quale data per l’assicurazione professionale obbligatoria per tutti i medici. Il termine è stato rinviato di 1 anno proprio per le difficoltà di reperire sul mercato polizze affidabili e a prezzi sostenibili. Oggi una modica polizza RC professionale per un ostetrico-ginecologo oscilla tra i 12.000-e i 15.000 € l’anno e offre garanzie limitate. Questo prezzo è inaccessibile per i giovani neospecialisti, ed è difficilmente sostenibile per gli attuali stipendi. Da non sottovalutare che l’esperienza ci insegna che l’obbligo di assicurazione del professionista, intervento virtuoso in linea di principio, corre il rischio di contribuire all’aumento del contenzione perché rassicura oltremodo il soggetto che ritiene di aver subito un danno, rispetto alla certezza del risarcimento.Noi per primi, ci auspicavamo che l’obbligo di assicurazione potesse agire come calmiere del mercato assicurativo.Di fatto ciò non è avvenuto.Pertanto, vogliamo denunciare ancora una volta l’attuale situazione che conduce a praticare la medicina difensiva, induce i medici a ritirarsi dal servizio e fa vivere la professione con disagio e paura. E’ noto che gli errori in medicina nell’80% dei casi sono dovuti a motivi organizzativi e nel 20% al singolo operatore. Appare così singolare che i nostri governi vogliano scaricare interamente sui medici il costo del contenzioso, è come se l’autista dell’autobus fosse personalmente assicurato e non la società dei trasporti.Oggi le strutture sanitarie pubbliche e private non hanno l’obbligo di assicurarsi.Onde scongiurare il ricorso ad azioni di sciopero, come quello del 12 febbraio scorso, che possono creare profondi disagi ai cittadini, chiediamo al governo di procedere all’attuazione della riforma della responsabilità professionale medica approvando uno dei disegni di legge attualmente giacenti nelle commissioni delle camere (il più vecchio giace da 13 anni) e alle regioni e alle strutture sanitarie di garantire le coperture assicurative del sistema: così facendo, si dovrebbe attivare anche un circuito virtuoso che porti a migliorare l’organizzazione del sistema per ridurre il margine d’errore. A noi il compito di lavorare riducendo i costi della medicina moderna, rispettando i percorsi diagnostico-terapeutici indicati dalla medicina basata sull’evidenza e contraendo un’alleanza con le donne, in quel momento, pazienti.Ci rivolgiamo pertanto ai firmatari dell’ultima proposta di legge presentata il 6 settembre 2013 in materia di rischio clinico e prevenzione della medicina difensiva che prevede:
-L’attribuzione della responsabilità per danni alla struttura sanitaria pubblica o privata
-L’obbligatorietà dell’assicurazione per la struttura sanitariaLa definizione degli ambiti e delimitazione economica della responsabilità del singolo medico
– L’istituzione di un fondo di mutualità forzata in carico al mercato assicurativo in caso di insufficiente copertura assicurativa del professionista
– L’istituzione di un fondo di solidarietà per l’indennizzo delle vittime da alea terapeutica (danno senza colpa)
-La gestione del rischio clinico per ogni singola struttura in modo approfondito ed efficace

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Medicine Complementari e cure primarie

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 febbraio 2013

Grassi Il gruppo coordinato da Miek C. Jong ha proposto su Patient Education Counselling un sondaggio ad un gruppo di pazienti con malattie articolari, al quale ha risposto un totale di 416 pazienti. La maggior parte di essi soffriva di osteoartriti (51%), altri di artrite reumatoide (29%) e di fibromialgia (24%). l’86% degli intervistati aveva già provato un qualche tipo di Medicina Complementare (MC), come i rimedi omeopatici o le vitamine o i prodotti fitoterapici, mentre il 71% negli ultimi due anni era stato visitato da medici esperti in MC per terapie manuali, agopuntura e omeopatia. Il sondaggio ha stabilito che una minoranza (30%) ha comunicato attivamente l’utilizzo di terapie MC al proprio medico di riferimento (MMG), mentre la maggioranza (92%) ha preferito un medico che fosse informato sulle terapie MC, e il 70% che lo stesso medico le praticasse, mentre il 42% auspicavano che il medico collaborasse con gli operatori MC. Ne è risultato, quindi, che i pazienti con malattie articolari avvertono la necessità di integrare le terapie MC nelle cure primarie e il ruolo del MMG è visto come colui che ascolta, che informa sulle MC e, se necessario, relazioni o collabori con i professionisti MC. Al momento, invece, esiste un divario gigantesco tra la medicina convenzionale e i pazienti che desiderano essere informati sulle MC, in quanto i pazienti non ne parlano con i loro medici di base.
Sempre secondo questo studio, il MMG deve avviare un confronto sulle MC con i propri pazienti. È interessante notare che quasi un quarto dei pazienti con malattie articolari, da quando ha iniziato l’uso di terapie di MC, riferisce di utilizzare meno farmaci convenzionali e di avere diminuito le visite dal proprio medico di famiglia. Recentemente, l’analisi di un insieme di dati, ha dimostrato che i pazienti curati da MMG con formazione in MC (medicina antroposofica, omeopatia, agopuntura) presentano fino al 30% di costi sanitari inferiori rispetto alla spesa sostenuta da quei MMG sprovvisti di una formazione MC. Questi risultati giustificano ulteriori ricerche per indagare i costi-benefici di una gestione integrata nelle cure primarie delle malattie articolari.Patient Edu Counseling,

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Ricciardi: medicina del territorio, ultimi in Europa

Posted by fidest press agency su martedì, 11 settembre 2012

Siamo ultimi in Europa e anche con un bel distacco. Il grido di allarme è stato lanciato da Walter Ricciardi, della European public health association, e si riferisce alle organizzazioni complesse h 24 della medicina del territorio contenute nel Decreto Balduzzi. «In Gran Bretagna per esempio ormai da molti anni i general practitioner sono organizzati in gruppi che hanno un loro budget, che utilizzano per pagare il personale e acquistare materiale per allestire piccole sale operatorie o altro». Certo si tratta di esperienze che richiedono risorse: «Non si tratta solo di essere coinquilini» continua Riccia rdi. «I medici devono avere a disposizione delle risorse per gli strumenti e per il personale, altrimenti non riusciranno ad alleggerire i compiti del Pronto Soccorso, che è uno degli obiettivi della riforma». Sull’assenza di risorse è d’accordo anche Claudio Cricelli, presidente Simg, intervenuto nel dibattito: «In paesi come Portogallo, Spagna, Svezia e Norvegia, dove i medici dipendono dallo Stato, c’è comunque una forma di aggregazione. Dove invece possiamo essere innovativi è nella collaborazione con i medici specialisti, che è molto meno diffusa, e nel fatto che le aggregazioni da noi garantiscono che un medico di famiglia sia sempre disponibile, anche quando gli altri sono fuori magari per delle visite. Ma il nuovo sistema è molto di più che una semplice unione: i medici sono chiamati a definire degli obiettivi in relazione alla popolazione che devono seguire e alle patologie pre valenti. Si tratta di un’organizzazione complessa che da noi non era mai stata fatta a parte in alcune sperimentazioni. Serviranno risorse e penso che si potrà andare a regime nel 2015-2016, anche se entro un anno qualcosa inzierà a muoversi».

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