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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Posts Tagged ‘mediterraneo’

Nuove morti nel Mediterraneo: urgente operazione europea Mare nostrum

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 febbraio 2023

Mentre i rami del Parlamento approvano un urgente e straordinario decreto per regolare i flussi migratori, che di urgente e straordinario ha solo l’ennesima operazione ideologica, indebolendo in realtà le azioni di salvataggio in mare delle navi ONG, un barcone spezzato dalla burrasca della notte, che portava almeno 150 migranti, si è inabissato nel Mediterraneo, al largo delle coste calabre crotonesi. Sono 33 i morti accertati, tra cui un neonato, almeno 100 i dispersi, che vanno ad aumentare le migliaia di morti e di tombe anonime nel cimitero del Mediterraneo. Un nuovo drammatico segnale sulla disperazione di chi si mette in fuga da situazioni disumane di sfruttamento, violenza, miseria e di chi è indifferente politicamente a questo dramma. Un nuovo drammatico segnale che indebolisce la Democrazia, perché indebolisce la tutela dei diritti umani: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale. Mentre queste morti non possono che generare vergogna, chiedono un impegno europeo per un’operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle ONG. La collaborazione con i Paesi del Nord Africa non può limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l’Europa. Chi arrivando in Europa avrà diritto a una protezione vedrà salvaguardato tale diritto; chi non ne avrà diritto sarà rimpatriato. È chiaro che questo esame, solo nella terra europea, dovrà essere agile, organizzato, alla presenza di diverse figure – dai mediatori, dalle forze di polizia forze internazionali, da osservatori dell’UNHCR, da operatori sociali … – perché il minore non accompagnato sia tutelato come la vittima di tratta, o chi viene da una drammatica situazione sanitaria o da una guerra o disastro ambientale. Le risorse vanno investite nella tutela della vita, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell’Europa dipende da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino. By Mons. Gian Carlo Perego Arcivescovo di Ferrara-Comacchio Presidente Cemi e Fondazione Migrantes.

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Crocierissime presenta gli itinerari 2023 per scoprire le bellezze del Mediterraneo

Posted by fidest press agency su venerdì, 10 febbraio 2023

Crocierissime, il primo sito italiano interamente dedicato al mondo delle crociere, svela le nuove rotte per l’estate 2023 nel Mediterraneo, che si è rivelato la destinazione prediletta dall’86% degli italiani. Da un’indagine condotta da Crocierissime, infatti, è emerso che nel 2022 il 53% degli italiani ha prenotato una crociera nel Mediterraneo Occidentale e il 33% nel Mediterraneo Orientale, rendendo così il Mare Nostrum una delle mete più strategiche per le più importanti compagnie di crociera internazionali. Molti crocieristi italiani lo scorso anno si sono affidati a Crocierissime per prenotare la loro vacanza in modo veloce e pratico, potendo contare sempre su un team di esperti pronti ad affiancarli per ogni necessità, fino alla partenza. Crocierissime stima che nel 2023 saranno oltre 1 milione i crocieristi italiani, con un incremento del 5% rispetto al 2022. Un trend positivo su cui punteranno le principali compagnie di crociera, che offriranno esperienze sempre più innovative a bordo delle navi di ultima generazione proprio nel bacino del Mediterraneo. Per la prossima estate, infatti, Costa Crociere e MSC Crociere, due dei principali partner di Crocierissime, presentano itinerari fino a 8 giorni sulle loro nuove ammiraglie, Costa Toscana e MSC World Europa, e propongono una vacanza all’insegna del divertimento e di esperienze uniche, dai ristoranti stellati, a spa e acquapark, fino a corsi di cucina a bordo.

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“Dopo il ciclone mediterraneo con maltempo e neve, arriva l’anticiclone di San Valentino”

Posted by fidest press agency su venerdì, 10 febbraio 2023

“Attualmente l’Italia è terra di scontro tra i gelidi venti provenienti dai Balcani e un ciclone mediterraneo nato sul Nord Africa e in risalita verso la Sicilia” – spiega il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara che prosegue – “proprio sull’Isola sono previste le condizioni di maltempo più severo con nubifragi specie sul lato ionico e tempeste di neve sui rilievi anche a quote basse, in particolare sul versante etneo dove si potranno accumulare anche oltre 1-2 metri di neve in quota. Il tutto accompagnato da burrasche di vento di Levante con violente mareggiate sulle coste esposte. Precipitazioni nevose a quote molto basse risalgono anche il resto del Sud, in particolare la Calabria, con fiocchi in collina e venti forti di Grecale e Levante. Nel contempo sul medio versante adriatico si verificano rovesci di neve a tratti fin sulle coste, con imbiancate le spiagge romagnole ma a tratti anche tra Marche e Abruzzo. Venerdì avremo residue condizion di maltempo tra Calabria e Sicilia, in particolare su quest’ultima ancora fenomeni intensi, con tempeste di vento specie sul siracusano. Sul resto d’Italia il tempo andrà invece progressivamente stabilizzandosi per l’avanzata dell’anticiclone” “Dal weekend, infatti, e nella prossima settimana saremo interessati da un nuovo anticiclone di matrice subtropicale che ingloberà gran parte d’Europa e Italia” – prosegue Ferrara di 3bmeteo.com.

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Convegno internazionale “Lezioni italiane per l’architettura del Mediterraneo: Gardella, Menghi, Vietti”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 novembre 2022

Parma giovedì 24 e venerdì 25 novembre allo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università Parma. organizzato da Enrico Prandi (con Giuseppe Verterame e Riccardo Rapparini) con la partecipazione dei docenti del Dipartimento di Ingegneria e Architettura Unipr Carlo Quintelli e Carlo Gandolfi. Il convegno, che si aprirà il 24 novembre alle 9.30 con i saluti del Pro Rettore alla Ricerca Roberto Fornari, ospiterà le relazioni dei giovani ricercatori stranieri destinatari dei Premi di Ricerca ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio S.p.A.) finanziati tramite l’azione Young Investigator Training Program (YITP) 2019, e ottenuti tramite bando competitivo. I ricercatori hanno trascorso un periodo di lavoro allo CSAC approfondendo le tematiche inerenti ai fondi archivistici dei tre architetti sotto la supervisione dei tutor italiani (responsabili scientifici Carlo Quintelli e Angelo Lorenzi per Ignazio Gardella; Carlo Gandolfi per Roberto Menghi; Enrico Prandi e Paola Veronica Dell’Aira per Luigi Vietti) e presenteranno l’esito della loro ricerca assieme alle relazioni di altri ricercatori, Virginia Droghetti, assegnista DIA Unipr e Claudia Cavallo dottore di ricerca IUAV. Il Convegno, che ha un comitato scientifico internazionale, vede anche la partecipazione degli studiosi Federico Bucci (Polimi), Antonio Pizza, (EtsaB) Paolo Scrivano (Polimi) e Daniel Sherer (Princeton University School of Architecture). I giovani ricercatori stranieri che hanno beneficiato del premio sono: Cesare Dallatomasina (ULPGC, Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, Spain), Ilia Celiento (ETSAB, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona, Universitat Politécnica de Catalunya, Spain), Aritz Díez Oronoz (UPV, Universidad del Paiz Vasco, Spain), Marina López Sánchez, (ETSA, Escuela Técnica Superior de Arquitectura, Universidad de Sevilla, Spain), Arianna Iampieri (ETSAB, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona, Universitat Politécnica de Catalunya, Spain), Elettra Carnelli (ETH Zurich), Franziska Kramer (RWTH, Aachen University, Germany), Cristina Roiz de la Parra Solano (USI, Accademia di Architettura di Mendrisio, Swiss). Durante il convegno saranno presentati i libri Roberto Menghi. Architetto e designer. Approfondimenti, a cura di Carlo Gandolfi e Martina Landsberger, Silvana Edizioni, e Luigi Vietti scritti di architettura e di urbanistica 1932-1935, di Enrico Prandi e Paola Veronica Dell’Aira, Altralinea edizioni. Del Convegno “Lezioni italiane per l’architettura del Mediterraneo: Gardella, Menghi, Vietti”, che segue l’analogo fatto nel 2019 allo CSAC, saranno pubblicati gli atti con il contributo del MIC Ministero della Cultura – Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali e la collaborazione dell’Associazione culturale ARCHICITTÀ APS di Parma.

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Nelle acque del Mediterraneo si continua a morire

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 ottobre 2022

Nella Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, la Comunità di Sant’Egidio rende omaggio alle 368 vittime del naufragio che avvenne davanti alle coste di Lampedusa il 3 ottobre 2013 e ricorda che nelle acque del Mediterraneo si continua a morire. Un bilancio che con gli anni diviene sempre più drammatico, se si pensa che dal 1990 ad oggi sono morte oltre 61mila persone nel tentativo di raggiungere l’Europa. Negli anni sono cambiate le rotte, ma non le tragedie: è di pochi giorni fa la notizia della morte di 80 cittadini libanesi e siriani, morti nel naufragio di una barca a largo del porto di Tartus. Di fronte a questa immane tragedia si può e si deve fare molto di più: continuare il soccorso in mare e facilitare l’ingresso regolare di migranti per motivi di lavoro, di cui l’Italia, in piena crisi demografica, ha estremo bisogno, oltre a favorire i ricongiungimenti familiari. Occorre inoltre incentivare i Corridoi Umanitari. Attraverso questo progetto totalmente autofinanziato, nato proprio dallo sdegno per la strage di Lampedusa, la Comunità di Sant’Egidio – insieme alle Chiese protestanti, alla Cei e ad altre realtà – è riuscita a portare in Europa oltre 5.100 profughi sottraendoli ai trafficanti di esseri umani e avviandoli verso l’integrazione, al punto che chi anni fa è stato accolto, ora è una risorsa per il nostro Paese. E sulla base di questo modello, le Comunità di Sant’Egidio in diversi Paesi europei hanno offerto ospitalità a oltre 1.800 profughi ucraini.

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“Il lavoro a tutela dei pescatori e armatori siciliani nel Mediterraneo prosegue

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Se per il negoziato bilaterale con la Libia si dovranno necessariamente attendere i lunghi tempi della diplomazia internazionale, la Farnesina è già all’opera su un accordo provvisorio di delimitazione che possa favorire intese tra operatori privati italiani e libici. L’obiettivo è quello di facilitare l’eventuale concessione da parte delle competenti autorità libiche di licenze di pesca all’interno della Zona di Pesca Protetta del Paese maghrebino, con la creazione di cooperative a doppia bandiera proprio come da noi suggerito alla Camera con una risoluzione depositata nelle scorse settimane”. Lo dichiara il deputato siciliano Dedalo Pignatone, componente M5S in commissione Agricoltura e Pesca, riguardo le vicende che hanno coinvolto i pescatori di Mazara del Vallo (TP) a largo della Libia.“L’accordo tra privati – prosegue -, che potrebbe essere inserito nel quadro delle iniziative europee di sviluppo sostenibile dell’economia blu a livello regionale fornirebbe l’ulteriore valore aggiunto dello sviluppo congiunto dei due Paesi. Si è proposto, inoltre, al ministro Stefano Patuanelli sull’istituzione di un apposito tavolo interministeriale che possa coinvolgere tutte le Amministrazioni interessate per meglio affrontare gli specifici problemi economici che sta vivendo la categoria”. “Siamo in attesa, infine, che venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo con cui vengono stanziati 500mila euro per dare sostegno al personale imbarcato, ai familiari e alle imprese di pesca mazaresi vittime di sequestro per 108 giorni in Libia nel 2020, previsto dal Decreto Ristori” conclude.

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L’UE propone una nuova Agenda per il Mediterraneo

Posted by fidest press agency su venerdì, 12 febbraio 2021

Per rilanciare e rafforzare il partenariato strategico fra l’Unione europea e i suoi partner del vicinato meridionale, la Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno adottato oggi una comunicazione congiunta che propone un’ambiziosa e innovativa nuova Agenda per il Mediterranee. La nuova Agenda si basa sul convincimento che, lavorando insieme, e in uno spirito di partenariato, le sfide comuni possano trasformarsi in opportunità di interesse reciproco per l’UE e il vicinato meridionale. L’Agenda include un apposito piano di investimenti economici per stimolare la ripresa socioeconomica a lungo termine nel vicinato meridionale. Nell’ambito del nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale dell’UE (NDICI), per il periodo 2021-2027 verrebbero assegnati fino a 7 miliardi di € per l’attuazione dell’Agenda, importo che potrebbe mobilitare fino a 30 miliardi di € di investimenti privati e pubblici nella regione nei prossimi dieci anni.

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Stromboli, il “faro del Mediterraneo”

Posted by fidest press agency su lunedì, 19 ottobre 2020

E’ un vulcano famoso per la sua attività esplosiva di bassa energia e persistente, nota proprio col nome di attività stromboliana. Questa caratteristica è da sempre una forte attrazione per i visitatori e per i vulcanologi di tutto il mondo. Tuttavia, occasionalmente – come recentemente avvenuto il 3 luglio e 28 agosto 2019 – si verificano esplosioni più intense ed improvvise che possono rappresentare un grave pericolo, i cosiddetti “parossismi stromboliani”. Già descritti dal geologo Giuseppe Mercalli all’inizio del secolo scorso, durante questi eventi sono coinvolti simultaneamente più crateri e vengono eruttati volumi più elevati di materiali piroclastici.L’obiettivo dello studio “Major explosions and paroxysms at Stromboli (Italy): a new historical catalog and temporal models of occurrence with uncertainty quantification”, appena pubblicato sulla rivista ‘Scientific Reports’ di Nature, è stato stimare le frequenze di accadimento dei parossismi stromboliani e verificare se il vulcano avesse una sua “memoria”, ovvero se era possibile individuare una ricorrenza statistica tra un’eruzione parossistica e la successiva. Ha quindi cercato di rispondere alle domande “quanto sono probabili questi fenomeni esplosivi più violenti?” e “quanto diventano più probabili dopo che uno di essi è avvenuto, e per quanto tempo?”Per rispondere a queste domande, un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università di Bristol (UK) ha elaborato un nuovo catalogo nel quale vengono descritti 180 eventi esplosivi violenti di varia scala accaduti a Stromboli dal 1879 al 2020. In particolare, 36 dei 180 eventi esplosivi censiti sono parossismi, analoghi a quelli dell’estate 2019.Per questo studio, i ricercatori hanno valutato in maniera critica eventi descritti in lavori scientifici del passato e informazioni riportate in testi storici e narrativi, determinando, su basi oggettive ed omogenee, il tipo e l’intensità della attività esplosiva indipendentemente dall’enfasi dei racconti. Link allo studio: http://www.nature.com/articles/s41598-020-74301-8

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Ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 6 Maggio 2020

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, fa appello ad un maggiore coordinamento, alla solidarietà e alla condivisione delle responsabilità alla luce dell’aumento dei movimenti di rifugiati e migranti nel Mediterraneo.”Nonostante le difficili circostanze in cui si trovano attualmente molti Paesi a causa del COVID-19, la protezione delle vite e dei diritti umani fondamentali deve rimanere in primo piano nel nostro processo decisionale. Il salvataggio in mare è un imperativo umanitario ed un obbligo del diritto internazionale.Le legittime preoccupazioni per la salute pubblica possono essere affrontate attraverso la quarantena, i controlli sanitari ed altre misure. Tuttavia, ritardi nei soccorsi o impedimenti agli sbarchi di imbarcazioni in difficoltà mettono a rischio le vite delle persone. Un porto sicuro per lo sbarco dovrebbe essere fornito senza indugio, insieme a un rapido accordo su come condividere la responsabilità tra gli Stati per l’accoglienza delle persone una volta raggiunta la sicurezza sulla terraferma.Considerato il perdurare del conflitto in corso in Libia, della detenzione abituale in condizioni disumane dei rifugiati e richiedenti asilo sbarcati, che spesso si trovano ad affrontare condizioni di sovraffollamento e insalubri, e delle altre problematiche relative al rispetto dei diritti umani, l’UNHCR ribadisce che nessuno dovrebbe essere riportato in Libia dopo essere stato soccorso in mare.Gli Stati costieri europei del Mediterraneo spesso si fanno carico delle maggiori responsabilità nel caso di arrivi via mare. Quei pochi Stati che permettono regolarmente lo sbarco dovrebbero poter contare sulla solidarietà prevedibile degli altri stati UE attraverso un meccanismo rapido ed efficace di trasferimento, oltre che sul sostegno alle strutture di accoglienza.I limiti alla capienza di queste strutture sono anche una delle ragioni principali che rendono problematici gli sbarchi di rifugiati e migranti salvati in mare dopo viaggi estenuanti attraverso il Mediterraneo.In questo contesto, l’UNHCR esorta a rafforzare la solidarietà intra-UE con gli Stati costieri mediterranei dell’UE che accolgono rifugiati e migranti e chiede agli altri Stati membri di mostrare una maggiore condivisione delle responsabilità sotto forma di sostegno ai trasferimenti. Gli sforzi collettivi sono essenziali per salvare vite umane in mare. Al di là dell’attuale crisi per il COVID-19, l’UNHCR chiede un rinnovato impegno per ridurre la perdita di vite umane in mare, compresa una maggiore capacità di ricerca e soccorso e un meccanismo prevedibile di sbarco”. E’ quanto afferma l’Assistente Alto Commissario per la protezione dell’UNHCR Gillian Triggs

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Crisi in Medio Oriente: il Mediterraneo torni al centro dell’agenda politica

Posted by fidest press agency su sabato, 11 gennaio 2020

L’arco di crisi che dalle tensioni tra Stati Uniti ed Iran arriva sino alle guerre civili di Libia, Siria e Yemen, rischia di innescare un’ulteriore spirale di violenza nei conflitti generalizzati che già coinvolgono diverse nazione dell’Africa saheliana e la zona del Grande medio oriente, e le cui prime vittime sono, come sempre, le popolazioni civili ed in particolare le loro fasce più vulnerabili.Come ONG internazionali impegnate quotidianamente al fianco dei popoli in queste aree di crisi, sappiamo bene che la pace è la precondizione necessaria affinché si possa edificare su solide basi ogni processo di sviluppo costruito sull’eguaglianza, il rispetto dei diritti umani, l’inclusione sociale, la tutela dell’ambiente, la democrazia.Per questo, insieme ai nostri partner dei Paesi coinvolti nei conflitti, chiediamo che lo strumento del dialogo tra i popoli, le azioni di cooperazione allo sviluppo, gli interventi umanitari, siano praticati con convinzione e rafforzati, a livello europeo e italiano.
Invitiamo perciò i responsabili, sia a livello nazionale che comunitario, a costruire sin da subito un orizzonte politico che parta dal nesso tra pace e sviluppo, a guardare oltre le contingenze di una risposta ad avvenimenti che, letti alla luce della nostra esperienza sul campo, si rivelano tutti come genarti da una mancanza strutturale proprio di quelle condizioni minime indispensabili per permettere ad ognuno una vita dignitosa, nel rispetto delle differenze che esistono tra i popoli, ma combattendo al tempo stesso le diseguaglianze crescenti.In questa prospettiva le ONG internazionali sono pronte a mettere a disposizione degli Stati e Governi che cercano la pace, non solo la loro idealità, ma la loro esperienza, la diplomazia dal basso, una rete fittissima di relazioni a livello locale che arrivano a dialogare con i settori più esposti delle popolazioni nelle aree di crisi, e dunque quelli al tempo stesso vittime potenziali, ma anche massa di manovra per ogni intento di ulteriore destabilizzazione.Chiediamo infine che l’Italia sostanzi la propria volontà di pace nelle aree di crisi attraverso una cooperazione rafforzata nell’area del Mediterraneo e, più in generale, con un’attenzione particolare a quei Paesi di più alta densità migratoria. Per questo chiediamo con forza al Governo di sostenere le politiche di cooperazione allo sviluppo con mezzi e risorse adeguate, come deciso in sede ONU sottoscrivendo gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile.

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Venti di guerra solcano il Medio Oriente e il Mediterraneo

Posted by fidest press agency su martedì, 7 gennaio 2020

E senza che l’Europa riesca ad assumere un ruolo chiave unitario nel processo diplomatico che scongiuri la violenza. Eppure l’Unione Europea è stata la principale promotrice del Piano d’azione congiunto globale sul nucleare iraniano, che negli ultimi anni era riuscito a garantire una pacifica distensione dei rapporti tra Iran e resto del mondo, aprendo nuove strade di cooperazione. Così come nelle relazioni con la vicina Libia, per interessi comuni di politica estera, vicinanza geografica e opportunità economiche, il tentativo della soluzione politica del conflitto sembrava l’unica strada percorribile fino a qualche giorno fa. L’interventismo di Trump sul fronte iraniano, iniziato con la fuoriuscita nel 2018 dall’accordo sul nucleare e proseguita nei giorni scorsi con gli attacchi militari, quello di Erdogan e Putin sul fronte libico, attraverso il sostegno diretto alle parti in conflitto, e quello iraniano in Siria e Iraq, hanno contribuito a innalzare il livello di scontro in atto rischiando di coinvolgere ora tutto il mondo in una guerra assurda, sbagliata e ingiusta. L’intera regione, che va dal Medio Oriente al Nord Africa, passando per l’Iraq e la Libia, al centro oggi degli scontri e delle contese, ha bisogno da decenni di una concreta pacificazione: le responsabilità di questo terribile ritardo sono molteplici e le problematiche complesse, ma esiste ancora un ampio spazio diplomatico per raggiungere questo obiettivo, supportando la resilienza delle popolazioni locali.
AOI, Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, chiede al governo italiano un ruolo attivo, anche in Europa, per una risoluzione pacifica dei conflitti in corso: non bastano dichiarazioni di circostanza, serve una vera e propria azione diplomatica. Per questo mette a disposizione l’esperienza dei propri soci maturata in quei Paesi in anni di lavoro congiunto con le organizzazioni sociali e le istituzioni locali. Inoltre invita tutte le associazioni, le organizzazioni, le cittadine e i cittadini a una mobilitazione permanente fino a quando una soluzione pacifica non ponga fine alla violenza. (by Francesco Verdolino)

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Dal lago Ocrida preziose indicazioni sul clima futuro del Mediterraneo

Posted by fidest press agency su domenica, 8 settembre 2019

Durante i periodi caldi del Quaternario (interglaciali) le precipitazioni invernali sono aumentate nella regione del nord mediterraneo, molto probabilmente a causa delle alte temperature della superficie marina ed effetti analoghi potrebbero verificarsi nel prossimo futuro a seguito del riscaldamento climatico indotto dalle attività umane. È quanto afferma la ricerca internazionale Mediterranean winter rainfall in phase with African monsoons during the past 1.36 million years condotta nell’ambito dell’International Continental Drilling Program (ICDP) che vede tra i partner italiani l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), le Università di Pisa, Firenze, Bari, Reggio Emilia, Roma Sapienza e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.
Il lago di Ohrid è famoso per la sua eccezionale biodiversità, con oltre 300 specie animali e vegetali endemiche che non si trovano in altri luoghi del mondo.“Integrando diverse tecniche scientifiche siamo arrivati ad avere una comprensione ben vincolata dei cambiamenti climatici e ambientali registrati nei sedimenti. È emerso che il lago ha iniziato a formarsi 1.36 milioni di anni fa ed è esistito con continuità da allora”, prosegue Leonardo Sagnotti.La successione di sedimenti ha permesso quindi di ricostruire in dettaglio le variazioni climatiche e l’intera storia geologica del bacino lacustre.“I modelli di simulazione climatica indicano che durante gli intervalli interglaciali si è intensificata la ciclogenesi, la formazione di zone di bassa pressione atmosferica, sul mediterraneo occidentale, soprattutto nei mesi autunnali. Questa condizione è dovuta con buona probabilità alle alte temperature della superficie marina, che porta a precipitazioni considerevolmente maggiori nelle regioni che bordano la sponda nord del mediterraneo. Effetti analoghi potrebbero verificarsi nel prossimo futuro a seguito del riscaldamento climatico indotto dalle attività umane”.Il team di ricerca è stato guidato dal Prof. Bernd Wagner dell’Università di Colonia e coordinato per l’Italia dal Prof. Giovanni Zanchetta del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. “Considerando che le proiezioni climatiche per i prossimi decenni a cura dell’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) indicano vari scenari plausibili per il futuro del clima nella regione mediterranea, i nuovi risultati scientifici ottenuti con il progetto di perforazione del lago di Ocrida costituiscono un importante supporto per vincolare meglio i modelli di previsione dell’evoluzione climatica futura per il mediterraneo” conclude il ricercatore.

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Seminario “Mediterraneo del futuro e le nuove vie della seta”

Posted by fidest press agency su lunedì, 10 giugno 2019

Il prossimo 13 Giugno a Reggio Calabria, dalle 15 alle 19, presso l’Università eCampus (via Cavour 12) si terrà il seminario sul tema “”Mediterraneo del futuro e le nuove vie della seta”.Il seminario, organizzato dall’Università eCampus, è patrocinato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Reggio Calabria, dall’Ordine degli Architetti pianificatori, paesaggisti, conservatori della Provincia di Reggio Calabria, dal Collegio Provinciale Geometri e Geometri laureati di Reggio Calabria e dal Comitato per la Macroregione Mediterranea Centro Occidentale (C-MMCO).
Il convegno è accreditato presso l’Ordine degli Ingegneri, l’Ordine degli Architetti P.P.C. ed il Collegio dei geometri di Reggio Calabria e verranno rilasciati i crediti formativi professionali.

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In Sicilia, a Licata, si discuterà di sostenibilità della filiera del Mediterraneo

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 Maggio 2019

Licata Dal 2 al 4 ottobre 2019 sulle coste meridionali della Sicilia si svolgerà ‘nnumari, l’evento di Pino Cuttaia dedicato alla sostenibilità della filiera del Mediterraneo. Lo chef bistellato del ristorante La Madia e promotore della “cucina della memoria” convoca a Licata cuochi, giornalisti, economisti, pescatori, allevatori, agricoltori, produttori, artigiani, pescatori, imprenditori, artisti e comunicatori per costruire assieme modelli di sviluppo sociali e ambientali replicabili e condivisi. Pino Cuttaia: «Siamo parte del Mediterraneo e viviamo tutti in terre unite dal mare; abbiamo tutti problemi in comune e abbiamo il dovere di trovare soluzioni, insieme».
Sul litorale di Agrigento nella località di Licata circondata da mare pulito e sapori mediterranei si è riusciti a creare, nonostante le difficoltà, un modello di sostenibilità che ha dato sviluppo al territorio e lavoro alla filiera. E’ qui che nasce ‘nnumari – termine siciliano che vuol dire “nel mare”- l’evento ideato dallo chef bistellato Pino Cuttaia che dal 2 al 4 ottobre ha deciso chiamerà a raccolta cuochi, giornalisti, economisti, pescatori, allevatori, agricoltori, produttori, artigiani, pescatori, imprenditori, artisti e comunicatori. Si tratta di giornate di riflessioni sulla sostenibilità della filiera nel Mediterraneo con l’obiettivo di costruire modelli di sviluppo sociali e ambientali replicabili e condivisi.«Durante il percorso della mia carriera ho capito come la Sicilia, il mio territorio, sia il frutto delle contaminazioni dei popoli che hanno vissuto in questa terra. L’arte culinaria del mio territorio non è altro che il frutto di queste diverse esperienze» spiega Pino Cuttaia. «Mi sono accorto che i miei gesti sono simili ai gesti di altri cuochi e i miei viaggi mi hanno portato a capire che il territorio sul quale insisto ogni giorno è simile in tutti i Paesi del Mediterraneo con la sola differenza del microclima, della stagionalità, degli usi e dei costumi di ognuno di essi. E così ho capito che è arrivato il momento di realizzare un convivio che ho voluto intitolare ‘nnumari, nel mare, in cui alla stessa tavola ci si confronta su come ogni cuoco di ogni Paese del Mediterraneo lavora la stessa materia prima, come lo stesso cuoco riscontri problematiche simili e come abbia già analizzato quel problema e trovato una soluzione, coinvolgendo tutta la filiera. E non solo, ma anche altri interlocutori per far diventare quel convivio un pensatoio aperto ad artisti, comunicatori, economi, imprenditori. Siamo parte del Mediterraneo e viviamo tutti in terre unite dal mare; abbiamo tutti problemi in comune e abbiamo il dovere di trovare soluzioni, insieme con l’unico scopo di studiare modelli comuni di sviluppo economici, sociali, ambientali sostenibili».Un appuntamento dunque da non perdere, unico nel suo genere e che per la prima volta permette a tutti di discutere su argomenti che stanno a cuore a tutta la comunità del Mediterraneo. Il programma di ‘nnumari è in via di definizione e maggiori dettagli saranno resi noti al più presto. Il video racconto su http://www.nnumari.it

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Un ponte che attraversa il Mediterraneo con la musica, l’arte, il teatro

Posted by fidest press agency su sabato, 2 marzo 2019

E’ questa l’anima del progetto “I Fari culturali del Mediterraneo” sostenuto dal Ministero per i beni e le attività culturali per la direzione artistica di Maurizio Stammati, promosso dall’Associazione Culturale Collettivo Teatrale Bertolt Brecht di Formia diretta da Stammati, dall’associazione culturale Errare Persona di Frosinone con la direzione artistica di Damiana Leone e dal Centro R.A.T- Teatro dell’Acquario di Cosenza con la direzione artistica di Antonello Antonante.
Si accenderanno da marzo a novembre sei Fari in luoghi diversi del Mediterraneo: Manouba in Tunisia (29-30-31 marzo), Siviglia in Spagna (8-9-10 novembre), Patrasso in Grecia (10-11-12 maggio), Formia (24-25-26 agosto), Frosinone (25-26-27 ottobre) e Cosenza (11-12-13 luglio). Prenderanno vita, così, sei festival interculturali in cui gli artisti dei partner stranieri, l’associazione Il Faro di Patrasso, A.C.POR La Investigation Y Desarollo del Teatro Profesional en Andalucia di Siviglia e Maraya di Tunisi, si alterneranno agli artisti delle compagnie italiane.
I Festival in rete prevedono letture all’alba nei luoghi archeologici più suggestivi della città, tavoli di incontro multiculturali sulle arti mediterranee, work shop con studenti , spettacoli serali dei soggetti italiani e della compagnia straniera. Un ponte che si traduce in occasioni di formazione, in promozione di progetti ed iniziative comuni volti allo sviluppo di una cultura di integrazione e di pace, di diversità come ricchezza ed occasione di crescita.Una comunità ideale e concreta come quella del Mediterraneo, fucina secolare di tradizioni e arte in tutte le sue forme, un “marchio” distintivo tra cibo, paesaggio e costumi, un patrimonio da preservare. Anche il Mediterraneo come terra di conflitti, di focolai sempre accesi, come un mare maledetto è al centro del progetto che investe nella cultura come unione, nella conoscenza come un ponte tra popoli e Paesi.

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Nel 2018 sei persone al giorno sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 febbraio 2019

I rifugiati e i migranti che hanno tentato di raggiungere l’Europa attraverso il Mar Mediterraneo nel 2018 hanno perso la vita a un ritmo allarmante, mentre i tagli alle operazioni di ricerca e soccorso hanno consolidato la posizione di questa rotta marittima come la più letale al mondo. Secondo l’ultimo rapporto ‘Viaggi Disperati’, pubblicato oggi dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in media sei persone hanno perso la vita nel Mediterraneo ogni giorno.Si stima che 2.275 persone sarebbero morte o disperse durante la traversata del Mediterraneo nel 2018, nonostante un calo considerevole del numero di quanti hanno raggiunto le coste europee. In totale, sono arrivati 139.300 rifugiati e migranti in Europa, il numero più basso degli ultimi cinque anni. “Salvare vite in mare non costituisce una scelta, né rappresenta una questione politica, ma un imperativo primordiale”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Possiamo porre fine a queste tragedie solo trovando il coraggio e la capacità di vedere aldilà della prossima imbarcazione, e adottando un approccio a lungo termine basato sulla cooperazione regionale, che dia priorità alla vita e alla dignità di ogni essere umano”.Il rapporto descrive come un cambio delle politiche adottate da alcuni Stati europei abbia portato al verificarsi di numerosi incidenti in cui un numero elevato di persone è rimasto in mare alla deriva per giorni, in attesa dell’autorizzazione a sbarcare. La navi delle ONG e i membri degli equipaggi hanno subìto crescenti restrizioni alle possibilità di effettuare operazioni di ricerca e soccorso. Lungo le rotte dalla Libia all’Europa, una persona ogni 14 arrivate in Europa ha perso la vita in mare, un’impennata vertiginosa rispetto ai livelli del 2017. Altre migliaia di persone sono state ricondotte in Libia, dove hanno dovuto affrontare condizioni terribili nei centri di detenzione. Per molti, approdare in Europa ha rappresentato la fase finale di un viaggio da incubo durante il quale sono stati esposti a torture, stupri e aggressioni sessuali, e alla minaccia di essere rapiti e sequestrati a scopo d’estorsione. Gli Stati devono agire con urgenza per scardinare le reti dei trafficanti di esseri umani e consegnare alla giustizia i responsabili di tali crimini. Tuttavia, nuovi semi di speranza sono germogliati in alcuni contesti. Nonostante lo stallo politico rispetto all’avanzamento di un approccio regionale ai soccorsi in mare e alle operazioni di sbarco, come auspicato dall’UNHCR e dall’OIM nel giugno scorso, diversi Stati hanno assunto l’impegno di ricollocare le persone soccorse nel Mediterraneo centrale, una potenziale base per una soluzione prevedibile e duratura. Gli Stati hanno, inoltre, promesso migliaia di posti destinati al reinsediamento per permettere l’evacuazione dei rifugiati dalla Libia.Il rapporto rivela, inoltre, i cambiamenti significativi nelle rotte seguite dai rifugiati e dai migranti. Per la prima volta in anni recenti, la Spagna è divenuta il principale punto d’ingresso in Europa con circa 8.000 persone arrivate via terra (attraverso le enclavi di Ceuta e Melilla) e altre 54.800 arrivate in seguito alla pericolosa traversata del Mediterraneo occidentale. Ne è conseguito che il bilancio delle vittime nel Mediterraneo occidentale è quasi quadruplicato, da 202 decessi nel 2017 a 777 lo scorso anno. Circa 23.400 rifugiati e migranti sono arrivati in Italia nel 2018, un numero cinque volte inferiore rispetto all’anno precedente. La Grecia ha, invece, accolto un numero simile di arrivi via mare, circa 32.500 persone rispetto alle 30.000 del 2017, ma ha registrato un numero quasi tre volte superiore di persone giunte attraverso il confine terrestre con la Turchia. Altrove in Europa, si sono registrati circa 24.000 rifugiati e migranti arrivati in Bosnia-Erzegovina, in transito attraverso i Balcani occidentali. A Cipro sono arrivate diverse imbarcazioni di siriani salpate dal Libano, mentre un numero limitato di persone ha tentato di raggiungere il Regno Unito via mare dalla Francia verso la fine dell’anno.

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Creare rete produttiva competitiva nel Mediterraneo

Posted by fidest press agency su sabato, 3 novembre 2018

“Condivido la relazione del presidente di Confitarma Mario Mattioli, che sollecita ‘almeno la semplificazione delle norme’ e la ‘realizzazione di un organismo dedicato al mondo marittimo e portuale’. Proprio per questo abbiamo depositato oggi al Senato un disegno di legge per istituire il Ministero del mare, che accorpa e coordina le competenze oggi presenti in diversi dicasteri al fine di realizzare una politica tesa a valorizzare la Blue Economy, che si aggiunge alla riforma delle Zone Economiche speciali e delle Zone logistiche speciali, che abbiamo presentato già all’inizio della legislatura per accelerare e semplificarne le procedure di realizzazione ed aumentarne i benefici fiscali, cosi da creare davvero una rete economica produttiva competitiva nel Mediterraneo”. Lo dice il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, a margine dell’Assemblea generale di Confitarma, in corso all’Auditorium di Confindustria in Roma.”Avevo già presentato una iniziativa simile nella mia prima legislatura alla Camera, venti anni fa. Ma oggi la questione diventa assolutamente centrale a fronte della crescita di tutta l’economia del mare: turismo, cantieristica, nautica, portualità, trasporti, logistica, pesca e acquacoltura, sfruttamento delle risorse marine e del sottosuolo, energia e risorse minerarie. Il futuro e le maggiori potenzialità di crescita del nostro Paese sono nel mare. Oggi lo riconoscono tutti, occorre agire. Mi auguro che il governo, che all’inizio della legislatura non accolse questa richiesta avanzata proprio da molte associazioni imprenditoriali, colga ora questa occasione per dimostrare reale attenzione ai bisogni di vasti settori produttivi che coincidono proprio con il nostro interesse nazionale”, conclude il senatore di FdI.

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Ricerca di soluzioni alle morti nel Mediterraneo

Posted by fidest press agency su giovedì, 18 ottobre 2018

In vista dell’incontro di questa settimana dei Capi di stato e di governo dell’Unione Europea, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e l’OIM, l’Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni, lanciano un appello congiunto ai leader europei affinché adottino misure urgenti per far fronte alla situazione delle morti nel Mar Mediterraneo, che quest’anno hanno raggiunto un tasso record.I leader delle due organizzazioni richiamano l’attenzione sul fatto che in alcuni Paesi il dibattito politico su rifugiati e migranti, in particolare coloro che arrivano via mare, ha raggiunto livelli di tensione pericolosamente alti, nonostante gli arrivi in Europa siano diminuiti. Lo scontro politico alimenta timori inutili, rendendo più difficile la collaborazione tra i Paesi e impedendo di compiere progressi nella ricerca di soluzioni.
“L’attuale tenore del dibattito politico – che ci dipinge un’Europa sotto assedio – non è solo inutile, ma completamente estraneo alla realtà”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Nonostante un calo degli arrivi, i tassi di mortalità sono in aumento. Non possiamo dimenticare che stiamo parlando di vite umane. Va bene il dibattito, ma i rifugiati e migranti non devono diventare il capro espiatorio per fini politici”.“I pericolosi flussi migratori illegali non sono nell’interesse di nessuno. Insieme dobbiamo investire di più per promuovere una migrazione regolare, potenziare la mobilità e l’integrazione per favorire la crescita e lo sviluppo a vantaggio delle due sponde del Mediterraneo”, ha dichiarato Antonio Vitorino, Direttore Generale dell’OIM.Dall’inizio dell’anno i decessi sono stati oltre 1.700: questo significa che il tasso di morti e dispersi durante le traversate nel Mar Mediterraneo è drasticamente aumentato. Solo nel mese di settembre, una persona su otto è morta o scomparsa nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo centrale, in gran parte a causa di una riduzione nella capacità di ricerca e soccorso.Oltre alla necessità di migliorare la capacità di ricerca e soccorso, l’UNHCR e l’OIM hanno proposto un accordo regionale attuabile che renderebbe le operazioni di sbarco e accoglienza prevedibili e rapide.L’UNHCR e l’OIM sollecitano i leader europei a orientare le discussioni di questa settimana sulle soluzioni pratiche che vanno adottate con estrema urgenza e sulla necessità di garantire che le responsabilità siano debitamente condivise tra gli Stati europei. Allo stesso tempo, accogliamo con favore i progressi compiuti finora da alcuni Stati membri dell’UE per arrivare a una condivisione delle responsabilità nell’attuare soluzioni per la ricerca, il salvataggio e le operazioni successive allo sbarco di rifugiati e migranti.
L’UNHCR e l’IOM rammentano inoltre ai leader europei di rimanere concentrati sull’attuazione delle priorità già concordate in precedenza nella Dichiarazione politica e nel Piano d’azione di La Valletta, in cui gli Stati esprimevano profonda solidarietà nell’affrontare le cause primarie alla base dei flussi migratori forzati e irregolari, sostenendo al tempo stesso i Paesi che accolgono un gran numero di rifugiati e migranti.È inoltre necessario un sostegno maggiore e più efficace da parte dei leader dell’UE per lo sviluppo di soluzioni strutturali a lungo termine che possano migliorare le condizioni nei Paesi di origine e di transito, affinché le persone abbiano la possibilità di condurre una vita dignitosa.

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L’UNHCR mette in guardia sulla capacità di salvataggio nel Mediterraneo

Posted by fidest press agency su martedì, 2 ottobre 2018

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esprime gratitudine a Malta per la sua decisione di consentire lo sbarco di 58 persone salvate dalla nave della ONG Aquarius, ponendo così fine dopo giorni di navigazione al loro calvario. L’UNHCR è inoltre grato a Francia, Germania, Portogallo e Spagna che si sono offerti di ricevere queste persone una volta sbarcate a Malta.La leadership e la solidarietà di tutti e cinque questi Paesi è stata la chiave per risolvere questa situazione e dovrebbe essere un esempio per gli altri. L’umanità, la compassione e l’incrollabile impegno a salvare vite e assicurare l’accesso alla protezione internazionale a chi ne ha bisogno devono essere al centro della questione di come l’Europa gestisce le sue frontiere, marittime e terrestri.L’UNHCR continua a incoraggiare che siano stabiliti accordi prevedibili per l’area del Mediterraneo per lo sbarco delle persone soccorse in mare. L’UNHCR esorta gli Stati ad aumentare rapidamente i loro sforzi per migliorare questi accordi. In questo modo si potranno salvare vite umane.La soluzione di oggi è un successo per chi è a bordo dell’Aquarius, ma arriva tra le crescenti incertezze sulle capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. In questo periodo l’anno scorso, 5 ONG erano impegnate in operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Nel 2017, le ONG hanno salvato oltre 46.000 vite secondo la Guardia Costiera Italiana. La revoca della registrazione dell’Aquarius è profondamente preoccupante e rappresenterebbe una drastica riduzione della capacità di ricerca e salvataggio proprio nel momento in cui dovrebbe essere intensificata.”Il rafforzamento della capacità di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale e lo sbarco in porti sicuri devono essere l’obiettivo di tutti”, ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi. “Stiamo parlando delle vite delle persone. Rifugiati e migranti non possono essere continuamente messi a rischio mentre gli Stati dibattono sulle loro reciproche responsabilità”. L’UNHCR continua a chiedere con forza di aumentare la capacità di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale e di lasciare spazio alle ONG affinché contribuiscano in modo coordinato a tali sforzi. Questa è una responsabilità collettiva e salvare le vite la preoccupazione prioritaria.

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“Progetto Mediterraneo” come nasce e il suo fine

Posted by fidest press agency su domenica, 29 luglio 2018

Esso intende costituire un valido supporto operativo, con l’apertura di nuovi mercati nell’area del bacino Mediterraneo, con una formula di franchising e d’intese operative con le realtà economiche dei paesi che vi si affacciano. Il tema l’ho proposto in più occasioni e per ultimo parlando di consorzi d’imprese. E’ un genere di collegamento, quest’ultimo, che può consentire indubbi vantaggi nel superare i costi d’insediamenti ex novo in paesi poco o nulla noti. Vi sono, inoltre, fattori d’economicità congiunti a quelli logistici facilmente individuabili e già citati.
D’altra parte il rapporto può considerarsi interessante non solo in termini di evoluzione del mercato (struttura della clientela, potenziale di vendita, reti di vendita), ma anche per il suo valore aggiunto in termini di gestione delle materie prime, del controllo della qualità, dei sistemi di elaborazione dati e degli stessi scenari nel loro complesso.
E’ uno scambio che può essere configurato a 360 gradi. Può coinvolgere altre risorse e potenzialità aziendali ed extra aziendali dalla formazione all’istruzione, dalla ricerca di nuove formule lavorative alla comunicazione. Va poi considerato l’interscambio a livello di gestione aziendale vera e propria.
Per quanto riguarda direttamente l’Italia essa si distingue per l’essere il Paese, dove in talune zone del suo territorio, esiste, ed è prevalente, una imprenditorialità piccola e media ben radicata. Penso a Biella, a Prato, a Cusio, a Vigevano, ecc. Ora mi chiedo, con l’avvento della moneta unica e ciò che comporta sotto il profilo economico, della libera circolazione di beni e servizi e della concorrenza, cosa è cambiato. D’altro canto non è un mistero per nessuno costatare che le piccole imprese stanno attraversando difficoltà strutturali di non lieve entità. Anche sotto quest’aspetto annoto alcune affinità con le imprese agricole. Diciamo che la loro ridotta dimensione non consente economie ed economicità soddisfacenti. La mancanza funzionale e organizzativa, la scarsità di propri mezzi finanziari, il dover ricorrere spesso al credito e subire il peso del costo maggiore, rispetto alle consorelle più grandi, per via del rischio che presentano per gli istituti di credito, sono tutti elementi che compongono un mosaico non esaltante. Inoltre la loro incapacità di pensare e perseguire strategie ben definite e tali da essere considerate gradite alle attese dei mercati e di gareggiare con successo, data la loro maggiore ampiezza e livello di competitività e di aggressività, gioca un ruolo non certo positivo. Tutto questo per non parlare delle esistenti difficoltà strutturali e di durabilità d’imprese che affrontano il quotidiano con notevole determinazione, ma anche con crescenti limiti sui quali pesa una grossa ipoteca.
Il primo errore, a mio avviso, è quello di voler restare rinserrati nel proprio territorio. Più salutare ed efficace sarebbe una politica d’aggregazione tra imprese poste in territori e nazioni diverse.
Tale criterio consentirebbe due benefici immediati: Il primo è legato all’espansione del mercato per il quale esporsi da soli significherebbe caricarsi di costi aggiuntivi, che diventerebbero proibitivi, e il secondo di sviluppare una cultura dello stare insieme a livello di micro-imprenditorialità.
E’ essenziale superare difficoltà culturali, di saper pensare e agire in comune e non è cosa da poco. Eppure i ritorni sono indubbi. Esaminiamone taluni:
• Consente di assumere maggiori dimensioni con l’acquisizione di nuove commesse.
• Favorisce sbocchi commerciali in aree limitrofe o esterne e di porsi nelle condizioni di maggiore concorrenzialità con le imprese maggiori.
• Riduce l’onerosità di certi costi di approvvigionamento, di ricerca e sviluppo, di promozione ecc.
• Evita lo sperpero di patrimoni tangibili e intangibili in caso di cessazione, perché tali patrimoni potrebbero trovare agevole collocazione o recupero nella stessa aggregazione. (Riccardo Alfonso)

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