L’Università di Camerino ha bandito un concorso per l’attribuzione di due premi di € 2.500, per ricordare la figura professionale ed umana della dott.ssa Maria Grazia Capulli, giornalista televisiva del TG2 originaria di Camerino prematuramente scomparsa qualche anno fa. I premi sono destinati alle migliori tesi, elaborati scientifici, prodotti di ricerca, pubblicazioni su riviste scientifiche e brevetti, presentati da laureate e laureati Unicam degli ultimi due anni, e dottorati o assegnisti di ricerca Unicam o di spin off dell’Ateneo. E’ previsto un premio per elaborati in ambito sanitario, diagnostico e terapeutico e dell’healthcare ed un premio per elaborati in ambito culturale, comunicativo, sociale e organizzativo, con focus su corretta alimentazione e salute, benessere psicofisico delle persone, sanita digitale, corretta informazione e divulgazione scientifica. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla volontà manifestata dal dott. Angelo Capulli, di voler ricordare la sorella giornalista attraverso il finanziamento di un premio, per un importo di € 2500, volontà che l’Ateneo ha accolto con grande entusiasmo tanto da voler integrare con una somma di pari importo un ulteriore premio.“La Terza Missione, o meglio l’impatto sociale, dell’Ateneo – ha affermato il Rettore Unicam Claudio Pettinari – è connotata da un forte contenuto sociale, educativo e consiste anche in un costante “trasferimento culturale”, che va dalla tutela e fruizione dei beni culturali, alla divulgazione scientifica attraverso la trasmissione di messaggi corretti e positivi. Nel suo lavoro Maria Grazia ha sempre fatto proprio questo: evidenziare le notizie positive presenti nel nostro Paese, che spesso non emergevano nell’analisi del quotidiano fatta dalle redazioni giornalistiche, ideando la seguitissima rubrica “Tutto il bello che c’è”, fonte di ispirazione per l’evento che proponiamo ogni anno, “Il bello di Unicam”, dedicato alla valorizzazione delle eccellenze dell’Università di Camerino e del sistema universitario e scientifico del nostro Paese. E’ in questa occasione che è nata la bellissima collaborazione con il dott. Angelo Capulli, che ringrazio per essere sempre al fianco di Unicam e delle giovani generazioni di ricercatrici e ricercatori del nostro Ateneo” La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 25 maggio 2023. Il bando con tutte le informazioni è disponibile nel sito http://www.unicam.it – sezione Bandi
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Università Camerino: due premi in memoria della giornalista Maria Grazia Capulli
Posted by fidest press agency su lunedì, 15 Maggio 2023
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Patrick C. Goujon: In memoria di me. Sopravvivere a un abuso
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 aprile 2023
Traduzione di Valentina Maini EDB, collana Sguardi 104 pagine, 13 euro. Nel 2015, Patrick C. Goujon ha 48 anni ed è professore al Centre Sèvres, l’università dei Gesuiti a Parigi, dove tutt’ora insegna storia della spiritualità. Il suo lavoro gli piace e sente di essere soddisfatto della sua vita di sacerdote. Ci sono solo dei dolori fastidiosi, persistenti fin dall’infanzia, di cui i medici non sono mai riusciti a trovare le cause. Fino a una sera d’autunno, in cui emerge la consapevolezza che da bambino è stato abusato sessualmente da un prete. Per anni la sua memoria sembra non aver conservato traccia di ciò che gli è successo, come se fosse stato tutto cancellato. «Dovevo mantenere un ingombrante segreto che avevo custodito, rinchiuso nelle vertebre, come un grido soffocato ancor prima di poter essere espulso». Ma il corpo è testardo. Nasce così il potente e delicato memoir In memoria di me, in libreria da venerdì 5 maggio per EDB, in cui Patrick C. Goujon ricostruisce la sua vicenda giudiziaria e riflette sul senso del credere alla luce di quanto è accaduto. Patrick C. Goujon è docente di storia della spiritualità al Centre Sèvres di Parigi e membro associato dell’École des hautes études en sciences sociales. È un sacerdote della Compagnia di Gesù. Ha pubblicato vari testi, tra cui Méditez et vous vivrez (Bayard, 2021).
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Scuola: Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Posted by fidest press agency su domenica, 19 marzo 2023
Palermo. Si svolgerà il prossimo 21 marzo. Saranno circa trentacinquemila le studentesse e gli studenti delle scuole della città e della provincia di Palermo coinvolte nel ricordo delle vittime innocenti di mafia. Infatti, la proposta avanzata dalla Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola, che coinvolge 72 scuole della provincia di Palermo, ha attivato numerosi docenti che, nella giornata di martedì, svolgeranno l’attività didattica ricordando una o più vittime di mafia.Una parte rilevante dell’attività sarà svolta al ricordo dei minori uccisi dalle mafie (sono oltre cento!) coetanei degli studenti e delle studentesse: da Giuseppe Letizia a Claudio Domino; dai Fratelli Asta a Giuseppe Di Matteo, da Rita Atria a Lia Pipitone; da Biagio Siciliano a Giuditta MilellaQuesta è la prima iniziativa costruita dalla neonata Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola che sta lavorando ad un progetto di medio e lungo termine e che la prossima settimana darà avvio alle attività dei quattro gruppi di lavoro, coordinati da otto dirigenti scolastici che compongono il Consiglio di rete.Ogni gruppo di lavoro svilupperà alcuni aspetti specifici, necessari a strutturare la cultura antimafia nella scuola: – Pedagogia civile e manifesto per la cultura antimafia coordinato da Giusto Catania (I.C. Giuliana Saladino) e Valeria Catalano (I.C. Colozza Bonfiglio) – Didattica dell’antimafia attraverso le discipline curriculari coordinato da Giuseppe Carlino (I.C. Ignazio Buttitta di Bagheria) e Cinzia Rizzo (I.C. Onorato Sferracavallo) – Formazione dei docenti e disseminazione coordinato da Marina Venturella (I.C. Rita Levi Montalcini) e Giuseppe Russo (I.C: Armaforte di Altofonte) – Partecipazione ed organizzazione eventi coordinato da Claudia Contino (D.D. Ettore Arculeo) ed Andrea Tommaselli (Istituto Superiore Gioeni Trabia – Nautico)
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CO_ME Comunità di Memoria in viaggio ad Auschwitz Birkenau
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023
Dal 4 al 10 marzo 140 ragazzi e ragazze di Alpignano, Bollengo, Carmagnola, Caselle, Castiglione Torinese, Cavour, Chieri, Ciriè, Collegno, Giaveno, Grugliasco, La Loggia, Lanzo, Lauriano, Leinì, Lombardore, Moncalieri, Montaldo Torinese, Nichelino, Rivalta di Torino, Rivoli, San Giusto Canavese, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, Sant’Ambrogio, Settimo Torinese, Torino, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano parteciperanno ad un viaggio di formazione sui temi della memoria e della cittadinanza attiva a Cracovia e Auschwitz-Birkenau. Con loro anche il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e la consigliera metropolitana delegata alle politiche giovanili Valentina Cera: “Dal punto più basso dell’umanità nasce l’idea della nostra Europa, un’Europa dei popoli, dei diritti e della democrazia. Il processo di unificazione europea che parte dalle macerie della Seconda guerra mondiale è ancora in corso e deve vedere le nuove generazioni protagoniste” commentano i due amministratori della Città metropolitana, che propongono ai ragazzi uno strumento per acquisire consapevolezza dei processi storici che hanno portato all’esistenza dei lager. Per il reclutamento dei partecipanti è stato scelto di dare priorità ai giovani delle diverse “Antenne Europa”: si tratta di quei Comuni che hanno aderito all’iniziativa della Città metropolitana denominata “L’Europa in Comune” per promuovere la dimensione europea nello sviluppo economico e sociale dei territori e portare l’Europa più vicina ai cittadini e alle comunità. “La nostra idea” concludono Jacopo Suppo e Valentina Cera “è che l’edizione 2023 di CO_ME Comunità di Memoria sia la prima di una serie, da mettere a sistema per coinvolgere sempre più giovani in una scuola di cittadinanza attiva”. In questi giorni i 140 giovani suddivisi in gruppi hanno cominciato a conoscersi durante un percorso di formazione in presenza nella sede di Città metropolitana di Torino. CO_ME Comunità di Memoria è il progetto della Città metropolitana di Torino, in collaborazione con lo sportello Europe Direct Torino, per avviare ad un percorso di formazione sui temi della memoria e della cittadinanza attiva un gruppo di giovani dai 18 ai 30 anni. Il progetto, che rientra tra le attività del piano tematico Pa.C.E., finanziato dal programma transfrontaliero Alcotra, comprende tra l’altro una esperienza diretta nei luoghi teatro degli eventi drammatici del Novecento e delle storie di chi li ha vissuti, di chi ha combattuto e di chi ha immaginato un’Europa libera e unita.
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Ucraina, un anno dopo: Europa, guerra e memoria
Posted by fidest press agency su lunedì, 20 febbraio 2023
By Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Milano 22, 23 febbraio alle 19.00 In Viale Pasubio 5 Due incontri per riflettere su crisi e prospettive, a un anno dall’invasione dell’Ucraina. Anche in guerra, si può dire, soprattutto in guerra, le parole sono importanti. E dunque «come si racconta, oggi, la guerra? Come si avvicina la guerra a chi da generazioni non la vive?» è la domanda che poneva Francesca Mannocchi in un articolo pubblicato sulle pagine di Fondazione Feltrinelli nel novembre 2021 ricordando Maria Grazia Cutuli. Da allora, la guerra che almeno noi europei eravamo abituati a pensare come remota e residuale è ritornata con prepotenza sulla scena, nella forma classica e deflagrante delle guerre interstatali. E allora la domanda si ripropone, più che mai viva: come raccontare la guerra? È una domanda che Fondazione Feltrinelli si è posta a partire dalla storia e dell’uso politico che della storia è stato fatto in questi mesi di conflitto.Un conflitto che è passato anche per i concetti, per le immagini, per le tradizioni richiamate, le identità rivendicate. Questo da un lato significa mettere in campo, come suggeriva Giulia Lami, “un’analisi puntuale di come il discorso politico sia stato costruito su una revisione storica e una riscrittura di vasta portata”. Dall’altro significa che proprio la storia, se non brandita come arma, può contribuire a disinnescare le premesse su cui si poggiano i conflitti e a proiettare l’immagine di una comunità futura. Nella “Mappa dei rischi 2023” di Sace, vengono elencati anche i dati che certificano l’efficacia delle sanzioni occidentali e la pressione che esercitano sull’economia russa, nonostante gli effetti non siano immediati e alcune cifre ufficiali non vengano ormai più diffuse dal Cremlino (Linkiesta). Ma al di là dell’apparente facciata monolitica del regime e dei sondaggi ufficiali, il malcontento in Russia non serpeggia solo tra i gruppi clandestini dell’opposizione, ma emerge anche in maniera eclatante sui social, negli stessi ambienti militari, tra diverse categorie professionali e nelle aule giudiziarie. Per farsi un’idea del perché, è sufficiente scorrere ad esempio le pagine web del sito della ong OVD-Info, dove vengono riportati i 19.335 casi censiti di persone incriminate dal regime in manifestazioni contro la guerra dal 24 febbraio 2022 e i 48 processi penali che dovranno celebrarsi nella sola prossima settimana (Affarinternazionali).France24 racconta ad esempio il caso di una insegnante che, quando il Cremlino ha imposto le lezioni di patriottismo nelle scuole primarie e secondarie, si è rifiutata di diffondere la propaganda tra i suoi studenti. Prima è stata sanzionata dalla sua scuola, poi è stata trattenuta per diverse ore dalla polizia, infine è stata licenziata. Mosca sta reprimendo sempre più duramente ogni segno di dissenso. Ma – scrive Jacobin – bisogna ricordarsi di chi oggi si oppone. Esiliati o incarcerati, i russi che si sono espressi contro la guerra sono fondamentali per ricostruire una società pacifica e democratica.
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La lunga ombra del COVID sul cervello e sulla memoria
Posted by fidest press agency su lunedì, 6 febbraio 2023
lterazioni del metabolismo cerebrale e possibile accumulo di molecole tossiche: secondo una ricerca coordinata dall’Università degli Studi di Milano, gli effetti del COVID si ripercuotono sulla memoria anche a distanza di un anno. Questa è la conclusione a cui è giunto lo studio che ha valutato le conseguenze cognitive (memoria, attenzione, linguaggio…), il funzionamento del cervello e, in un caso, anche la deposizione di molecole tossiche nel cervello, in un gruppo selezionato di pazienti che a distanza di un anno dalla malattia lamentavano ancora disturbi e stanchezza mentale. La ricerca, coordinata dal neurologo Alberto Priori, docente della Statale di Milano e frutto di una collaborazione tra il Centro “Aldo Ravelli” dell’Università degli Studi di Milano, l’ASST Santi Paolo e Carlo e l’IRCCS Auxologico, è stata condotta da un team di neurologi, psicologi e medici nucleari e appena pubblicata su Journal of Neurology.Lo studio ha selezionato sette pazienti che presentavano persistenti disturbi cognitivi rilevati da specifici test neuropsicologici 1 anno dopo il COVID, disturbi mai lamentati prima del COVID. Questo gruppo di pazienti è stato esaminato poi con la metodica di tomografia ad emissione di positroni (PET) usando come marcatore il glucosio legato ad un isotopo radioattivo. Tale metodica consente di valutare quanto una specifica zona del cervello o del tronco encefalico è attiva.Tutti i pazienti presentavano test neurologici alterati: in particolare, quattro pazienti presentavano disturbi cognitivi oggettivati da test neuropsicologici ma PET normali mentre tre pazienti avevano disturbi cognitivi con test neuropsicologici e PET alterati. In tre dei quattro pazienti con persistenti alterazioni cognitive, la PET ha mostrato un ridotto funzionamento delle aree temporali (sede della funzione della memoria), del tronco encefalico (sede di alcuni circuiti che regolano l’attenzione e l’equilibrio) e nelle aree prefrontali (che regolano l’energia mentale, la motivazione e, in parte, il comportamento). In uno di questi pazienti che presentava un disturbo cognitivo più grave è stata anche eseguita anche una PET con una sostanza che permette di visualizzare la deposizione di amiloide nel cervello.Nell’insieme, i risultati dello studio indicano che a distanza di un anno dalla malattia ci possono essere in un certo numero di pazienti ancora alterazioni cognitive che in parte possono essere dovute ad alterazioni psichiche senza un correlato metabolico sul cervello ma, in poco meno della metà dei casi, possono essere correlate ad alterazioni del metabolismo cerebrale e, occasionalmente anche a deposizione di molecole tossiche per i neuroni.
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Giorno della Memoria: Plenaria con il Presidente israeliano Herzog
Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 gennaio 2023
Bruxelles. Giovedì 26 gennaio 2o23 alle 10.30, il Presidente israeliano Isaac Herzog si esprimerà in Aula in occasione della Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto. La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola aprirà la seduta solenne con un discorso introduttivo. Al termine del discorso del Presidente Herzog, i deputati osserveranno un minuto di silenzio. La cerimonia si concluderà con l’esecuzione musicale di “Kaddish” di Maurice Ravel, eseguita da Chen Halevi al clarinetto e Jenő Lisztes al cimbalom. Al termine della cerimonia, alle 11.45 circa, i Presidenti Metsola e Herzog inaugureranno il Memoriale dell’Olocausto “Il rifugiato” di Felix Nussbaum di fronte alla Plenaria del Parlamento. La Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto viene celebrata il 27 gennaio ed è stata istituita nel 2005 dalle Nazioni Unite per ricordare l’Olocausto e il 60° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Quest’anno ricorrono anche i 75 anni dalla fondazione dello Stato di Israele.È possibile seguire la cerimonia in diretta sul Centro multimediale del PE e su EbS+. Nato a Tel Aviv nel 1960, Isaac Herzog è stato eletto undicesimo Presidente dello Stato di Israele nel 2021. Eletto per la prima volta alla Knesset nel 2003, da allora ha ricoperto diversi incarichi ministeriali. Nel 2013, Herzog è stato eletto Presidente del Partito laburista israeliano e, nel giugno 2018, Presidente dell’esecutivo dell’Agenzia ebraica per Israele.
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Una rete di luoghi della memoria per non dimenticare la Shoah
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Come tramandare la memoria della Shoah in un’epoca in cui sono rimasti pochi testimoni e si rischia che ne resti solo qualche riga sui libri di storia? I viaggi della Memoria non sono solo quelli che tradizionalmente ci portano ad Auschwitz o a Dachau. Anche in Italia sono molti i luoghi che parlano dell’Olocausto, della violenza e della discriminazione. Per questo motivo è nata una Rete italiana che li collega tutti e che intende promuovere le visite delle scuole: il Memoriale della Shoah e il Binario 21 a Milano, il civico Museo della Risiera di San Sabba a Trieste, il Museo Nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, la Fondazione Museo della Shoah di Roma, la Fondazione Fossoli a Carpi e il Museo internazionale della memoria Ferramonti di Tarsia (Cosenza). Il Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica, in occasione della Giornata per la Memoria del 27 gennaio, promuove l’incontro “I luoghi della memoria per insegnare la Shoah” mercoledì 18 gennaio alle ore 16 presso la sede del P.I.M.E. (aula P011) in via Pagliano 10 a Milano.Durante il convegno con Sira Fatucci (Unione delle comunità ebraiche italiane) si parlerà dei viaggi della memoria che consentono di avvicinarsi alla Shoah attraverso la raccolta di oggetti ritrovati nei campi di sterminio, ma anche dei luoghi di persecuzione a Milano come il carcere di San Vittore o l’hotel Regina di cui racconterà Patrizia Baldi (Centro di documentazione ebraica contemporanea). E ancora Daniela Tedeschi (Associazione Figli della Shoah) dirà delle pietre d’inciampo con nomi e date dei deportati, mentre Saverio Colacicco introdurrà alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. Accanto ai luoghi della disperazione ci sono, però, anche quelli della speranza e della salvezza, come i Giardini dei Giusti di cui parlerà Annamaria Samuelli (Fondazione Gariwo) e la Sciesopoli ebraica di Selvino che sarà presentata da Marco Cavallarin.Sito: http://www.cattolicanews.it
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Escursioni della memoria, la tappa del 4 settembre al rifugio “Non si vede”
Posted by fidest press agency su martedì, 23 agosto 2022
Ad inizio settembre si concludono per l’anno 2022 le escursioni della memoria organizzate dal Comitato Resistenza Colle del Lys in collaborazione con la Città metropolitana di Torino nell’ambito del piano tematico Pa.C.E., di cui la Città metropolitana di Torino è partner, finanziato dal programma transfrontaliero Alcotra Italia Francia.Domenica 4 settembre con partenza alle h 9.30 dall’Ecomuseo della Resistenza Colle del Lys (1310 m) l’itineraio conduce a 1634 m di quota ad un riparo attrezzato sotto roccia dei pastori transumanti, che offrì rifugio ad una ventina di partigiani della 17^ brigata Garibaldi “Felice Cima” durante il rastrellamento nazifascista del 2 luglio 1944. Ribattezzato ‘Non si vede’ perché indistinguibile dal basso, ospitò per due settimane i giovani ribelli che sopravvissero grazie ad un compagno, buon camminatore e conoscitore del territorio, che portò con due muli i viveri necessari dai magazzini celati a monte di Valdellatorre.Fin quasi alla Liberazione, il ‘Non si vede’ venne presidiato dai partigiani ed utilizzato come deposito di armi, cibo e materiali.L’escursione sarà accompagnata da una guida naturalistica dell’associazione Studio ArteNa- Arte e Natura e da uno storico del Comitato Resistenza Colle del Lys. Difficoltà EE (per escursionisti esperti). Tempo di percorrenza (a/r) 3 ore e 30’Le iscrizioni sono aperte e la prenotazione è obbligatoria: Comitato Resistenza Colle del Lys
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Nino Caruso. “Forme della memoria e dello spazio”
Posted by fidest press agency su sabato, 23 luglio 2022
Faenza. Continua fino al 9 ottobre al MIC – Museo Internazionale della Ceramica la mostra “Nino Caruso. Forme della memoria e dello spazio” Ogni martedì di luglio visite guidate gratuite. Si tratta di un’ampia antologica che racconta 50 anni di carriera attraverso un centinaio di opere a documentare l’intensa attività di questo protagonista della ceramica, più noto all’estero che in Italia.Caruso ebbe un’attività artistica ed espositiva ricchissima che affiancò a quella didattica ed editoriale. Caruso è l’autore dei più importanti manuali di ceramica – tradotti in tutto il mondo – e i suoi interventi pubblici sono disseminati tra la Galerie Les Champs di Parigi e la Chiesa Evangelica a Savona, il Giappone, presso l’Ospedale di Tokai e City Hall, e il Portogallo, presso La Rotunda, a Coimbra. Come le sue sculture si trovano alla stazione ferroviaria di Gijon, in Spagna a alla stazione della metropolitana di Marsiglia.
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Una giornata in memoria di Giorgio Bert
Posted by fidest press agency su giovedì, 26 Maggio 2022
Torino Il 28 maggio dalle 9,30 alle 17, a Torino, nei locali di Tool Box in via Agostino da Montefeltro 3, amici, allievi e compagni del suo viaggio intellettuale ricorderanno insieme Giorgio Bert. Giorgio Bert, medico torinese, è morto il 29 gennaio 2022 all’età di 88 anni. Medico, immunologo e ricercatore negli anni ’60, ha poi orientato la sua attività all’ambito della medicina sociale, che lo ha visto fra i protagonisti di un’epoca in cui i diritti del malato venivano finalmente portati in primo piano, e in cui si sviluppava l’impegno nei confronti della protezione della salute dei cittadini e dei lavoratori. Ha diretto insieme a Giulio Maccacaro la collana Medicina e potere di Feltrinelli, ha collaborato a riviste storiche come Sapere, Epidemiologia a prevenzione, SE Scienza Esperienza. Il suo lavoro e il suo impegno hanno contribuito alla elaborazione della legge di riforma sanitaria del 1978. Nel 1983 ha fondato con la sua compagna Silvana Quadrino l’Istituto CHANGE di Torino, impegnato per sviluppare e diffondere una “ecologia della comunicazione” in ambito sanitario, educativo, sociale. Quella nuova avventura lo ha portato a sviluppare il tema della medicina narrativa, di cui è considerato uno dei fondatori in Italia. Amici e allievi ricordano la sua profonda cultura e il suo impegno intellettuale, che non si è arrestato neppure negli ultimi mesi della sua vita. Lo ricorderanno nella giornata del 28 maggio 2022 dal titolo “Non chiamatemi maestro”: perché, diceva, i maestri creano seguaci e imitatori; io voglio che il mio pensiero produca contestatori e innovatori. L’iniziativa ha il patrocinio dell’Accademia di Medicina di Torino. La registrazione video sarà in seguito disponibile sul sito http://www.istitutochange.it.
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Deficit di memoria e funzione cerebrale
Posted by fidest press agency su giovedì, 26 Maggio 2022
Uno studio ha valutato, per la prima volta, gli effetti di una combinazione di estratto etanolico di salvia, rosmarino e melissa (Salvia officinalis L., Rosmarinus officinalis L. e Melissa officinalis L.; SRM), quali erbe medicinali tradizionali europee, sull’aspetto mnemonico del richiamo verbale in soggetti sani normali al fine di valutare l’efficacia clinica dei medicinali tradizionali a base di erbe per la memoria e la funzione cerebrale. Per lo studio pilota in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, sono stati selezionati, 44 soggetti sani normali (età media 61 +/- 9,26 anni SD; m/f 6/38). Il protocollo ha previsto la somministrazione dell’estratto fitoterapico etanolico SRM per 2. Il test di richiamo immediato e ritardato delle parole è stato utilizzato per valutare la memoria dopo l’assunzione di SRM o dopo assunzione di placebo (estratto di etanolo di Myrrhis odorata (L.) Scop.). Inoltre l’analisi è stata eseguita con soggetti divisi in sottogruppi più giovani e più anziani (età media /= 63 anni n = 19: SRM n = 13, Placebo n = 6). Nel complesso, non ci sono state differenze significative tra il gruppo di trattamento e il gruppo placebo, tuttavia, l’analisi dei sottogruppi ha mostrato miglioramenti significativi nel richiamo ritardato delle parole nel gruppo di età inferiore a 63 anni (p <0,0123) con la dimensione dell'effetto di Cohen d = 0,92. Non sono stati osservati effetti avversi.Gli autori hanno quindi concluso che la preparazione orale di SRM alla dose selezionata e per il periodo di somministrazione è più efficace di un placebo nella memoria episodica verbale in soggetti sani di età inferiore ai 63 anni. L'integrazione a breve e lungo termine con l'estratto di SRM merita un'indagine più approfondita come trattamento aggiuntivo per i pazienti con malattia di Alzheimer e nella popolazione che invecchia in generale. Il disegno dello studio ha dimostrato un semplice protocollo di prova economicamente vantaggioso per testare l'efficacia dei medicinali a base di erbe sulla memoria episodica verbale, con studi futuri che includono una valutazione cognitiva più ampia. (fonte: Farmacista33)
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“La memoria della luce”
Posted by fidest press agency su martedì, 10 Maggio 2022
E’ un’opera di 362 pagine che approfondisce il passato, il presente e il futuro del Centro di Cinematografia e Cineteca del Club Alpino Italiano. Il libro è edito dal CAI. La storia della Cineteca si delinea attraverso il materiale contenuto negli archivi del Centro di Cinematografia, nato nel 1946 come Commissione Cinematografica Centrale a Torino e poi trasferita nel 1951 a Milano: verbali, documenti vari, immagini di film e fotografie selezionate da Pamela Lainati che ha curato l’apparato archivistico e fotografico del volume. Nel tempo la Cineteca ha iniziato a custodire un patrimonio storico composto da film, documenti e materiali di produzione a partire dalle cineprese che sono gli strumenti fondamentali del cinema ad alta quota e rappresentano la principale chiave di lettura per poter comprendere l’evoluzione del cinema di montagna. Nel volume hanno un ruolo di primo piano anche alpinisti e autori del calibro di Fosco Maraini, Gianni Rusconi, Riccardo Cassin e Reinhold Messner. Scritti e materiali personali sono stati selezionati e raccolti nel lavoro di documentazione alla base dell’opera.L’obiettivo è quello di mettere in relazione il materiale d’archivio con le grandi imprese alpinistiche. “Volevo che questo doppio filo fosse compreso e apprezzato anche da chi non è un addetto ai lavori”, continua Massena. Il volume è disponibile in libreria e sul CAI Store al prezzo di 35 euro, 31 euro per i soci e 27 euro per le Sezioni. Venerdì 6 maggio, il libro verrà presentato in occasione della 70esima edizione del Trento Film Festival. Saranno presenti, oltre all’autore, il Presidente generale Torti, il Presidente del Centro di Cinematografia e Cineteca Angelo Schena, la regista Lia Giovanazzi e la curatrice del volume Pamela Lainati. Modera il direttore di Montagne360 Luca Calzolari.
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Preservare la memoria con la stimolazione elettromagnetica
Posted by fidest press agency su domenica, 20 giugno 2021
L’IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, sotto la responsabilità della dott.ssa Michela Pievani, attiva NEST4AD, uno studio di stimolazione non-invasiva per preservare la memoria. Lo studio si rivolge a persone di almeno 60 anni senza deficit cognitivi e mira a testare se la tecnica di neuromodulazione rTMS (stimolazione magnetica transcranica ripetuta) possa modulare, mediante l’applicazione di ripetuti impulsi magnetici, la comunicazione tra le aree della rete neuronale chiamata DMN (default mode network), la quale è associata alla memoria episodica ed autobiografica. Numerosi studi hanno osservato come nelle persone con diagnosi di Alzheimer questa rete abbia una ridotta connettività, causa delle difficoltà di memoria caratteristiche della malattia. Tale ridotta interconnessione è risultata essere presente anche in persone senza deficit cognitivi, ma con un aumentato rischio di sviluppare deficit cognitivi a causa di fattori di predisposizione come la presenza dell’allele e4 dell’Apolipoproteina E (APOE). Le persone in linea con i criteri previsti dal protocollo di studio verranno assegnati, in modo casuale, ad uno dei due gruppi sperimentali: stimolazione attiva (rTMS reale) o placebo (rTMS sham). Il protocollo di studio include 4 sessioni di rTMS, nonché 2 valutazioni neuropsicologiche, 2 esami di risonanza magnetica e 2 esami neurofisiologici (TMS-EEG) che saranno effettuati prima delle sessioni di rTMS e al loro termine. La valutazione neuropsicologica sarà ripetuta anche dopo due mesi dall’intervento.
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Tornano le escursioni della memoria sui sentieri della Resistenza
Posted by fidest press agency su sabato, 5 giugno 2021
Tornano anche quest’estate per il secondo anno le escursioni della memoria, sabati e domeniche nella natura e nella storia della Resistenti, quattro momenti di trekking organizzati dall’Ecomuseo del Colle del Lys con Città metropolitana di Torino in collaborazione con la Casa del Parco naturale del Colle del Lys. La prima tappa è in programma domenica 13 giugno h 10 ed è dedicata ad approfondire l’importanza del sostegno offerto alla Resistenza militare dai civili con le storie di un parroco, un imprenditore, un docente universitario, un’allevatrice di bestiame.L’itinerario parte e rientra all’anello del Colle del Lys attraversando Colle della Frai, borgata Suppo, frazione Mompellato, Casalpina e borgata Bertolera per un tempo di percorrenza di 2 ore e 30’L’escursione sarà accompagnata dallo storico Marco Sguayzer per l’Ecomuseo della Resistenza del Colle del Lys e da una guida escursionistica dell’associazione Studio ArteNa – Arte e Natura Il calendario del trekking proseguirà sabato 3 luglio, domenica 25 luglio e domenica 22 agosto. Le escursioni della memoria fanno parte delle azioni del piano integrato tematico Pa.C.E. finanziato dal programma transfrontaliero Alcotra Italia Francia nel quale la Città metropolitana è impegnata per mettere in rete i sentieri resistenti. La prenotazione è obbligatoria al Comitato della Resistenza Colle del Lys
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Dopo il Covid? Possibili perdite di memoria e stanchezza mentale
Posted by fidest press agency su sabato, 20 febbraio 2021
I pazienti che hanno superato il Covid-19 spesso, a distanza di tempo dalla guarigione e dalla dimissione dall’ospedale, lamentano rallentamento, stanchezza mentale, mancanza di lucidità e fatica nelle attività quotidiane come lavorare, guidare la macchina o fare la spesa. Un recente studio pubblicato sulla rivista Brain Sciences riporta la valutazione delle funzioni cognitive a distanza di 5 mesi dalla dimissione dall’ospedale in un gruppo di 38 pazienti precedentemente ospedalizzati tra i 22 ed i 74 anni, senza disturbi della memoria o dell’attenzione prima del ricovero. La ricerca coordinata da Roberta Ferrucci, che ha visto la collaborazione del Centro “Aldo Ravelli” del dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano, dell’ASST Santi Paolo e Carlo e dell’IRCCS Istituto Auxologico di Milano, documenta che 6 pazienti su 10 guariti dal Covid-19 hanno un rallentamento mentale e ottundimento e 2 su 10 riportano oggettive difficoltà di memoria. Questi disturbi non sono associati a depressione ma sono correlati alla gravità della relativa insufficienza respiratoria durante la fase acuta della malattia. Le alterazioni osservate si riscontrano anche in soggetti giovani. II professor Alberto Priori, direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Milano presso il Polo Universitario Ospedale San Paolo, commenta: “Questo è uno studio importante che dimostra per la prima volta che i disturbi di memoria e il rallentamento dei processi mentali osservati, in più della metà dei nostri pazienti, persistono anche mesi dopo la dimissione. Queste alterazioni possono, nei casi più gravi, anche interferire con l’attività lavorativa, particolarmente per chi ha un ruolo che richiede decisioni rapide, come gli stessi medici o gli infermieri. Il meccanismo per cui il virus altera le funzioni cognitive è complesso. L’interessamento del sistema nervoso origina sia da una diretta invasione da parte del virus, sia indirettamente attraverso l’attivazione dell’infiammazione e della risposta sistemica all’infezione”.“La necessità di seguire attentamente i pazienti che hanno presentato anche manifestazioni moderate di COVID-19 – conclude il professor Vincenzo Silani, direttore della Clinica Neurologica dell’ Università di Milano presso l’ IRCCS Istituto Auxologico Italinao – viene ulteriormente sottolineata da questo importante lavoro: per questo abbiamo insieme avviato anche un largo studio nazionale volto a raccogliere sotto l‘egida della Società Italiana di Neurologia (SIN) una ampia popolazione di pazienti colpiti da neuroCOVID-19 nell’ intento di seguirne le complicanze tardive, con particolare riferimento alle malattie neurodegenerative”.
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Settimana della memoria: Marco Brinzi “Senza Tregua”
Posted by fidest press agency su sabato, 30 gennaio 2021
Roma Domenica 31 gennaio alle ore 18, Villa Doria Pamphilj Via di San Pancrazio 10 – P.zza S. Pancrazio 9/a, a conclusione della settimana della Memoria per le vittime dell’Olocausto, il palcoscenico del Teatro Villa Pamphilj ospiterà un incontro, trasmesso sui canali web social, con Marco Brinzi – l’attore che proprio in quella data avrebbe dovuto esibirsi dal vivo in un reading de La Tregua di Primo Levi – con Elisabetta Bolondi, critica letteraria e con Nina Quarenghi dell’Istituto di Storia della Resistenza di Roma. A moderare la conversazione sarà Massimiliano Frascà del Teatro Villa Pamphilj. L’incontro ha lo scopo di proporre un dialogo tra i vari elementi: quelli storiografici in quella immane tragedia, quelli letterari nel romanzo di Levi e quelli dell’elaborazione artistica nel lavoro dell’attore, per cercare una relazione tra queste forme di testimonianza, differenti per forma e metodo ma accomunate dalla stessa urgenza di continuare a vivere, studiare, creare, anche attraverso la Memoria.
Marco Brinzi. Diplomatosi alla Scuola di teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano prosegue il suo percorso attoriale diretto da registi quali: M. Castri, S. Sinigaglia, V. Cruciani, C. Masella, G. Rouviere, R. Carseen, C. Pezzoli, A. Finocchiaro oltre che dal lituano Oskaras Koršunovas e dal britannico Declan Donnellan. Per la televisione è stato Massimo Lorenzon nella serie Sky 1992 e coprotagonista nel film Rai Limbo, tratto dal romanzo di Melania Mazzucco. Nel 2016 ha recitato nell’ultimo film dei Fratelli Taviani Una questione privata tratto dall’omonimo libro di Beppe Fenoglio, mentre nel 2018 è in Il testimone invisibile, diretto da Stefano Mordini, prodotto da Warner Bros Italia. Protagonista del monologo Autobiografia di un picchiatore fascista, ispirato al libro di Giulio Salierno (edizioni MinimumFax) dal 2019. Brinzi porta in scena anche lavori indipendenti di teatro civile attraverso spettacoli quali: Ich War da_ io ero la, che racconta la strage nazista del 1944 a Sant’Anna di Stazzema ed il reading teatrale La Tregua tratto dal romanzo di Primo Levi. Nel 2020 è nel film TV per la Rai dedicato a Chiara Lubich diretto da Giacomo Campiotti.
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Covid-19, la memoria immunitaria dura almeno sei mesi
Posted by fidest press agency su venerdì, 29 gennaio 2021
L’immunità mediata dalle cellule B in risposta all’infezione da Sars-CoV-2 può persistere per almeno sei mesi. È quanto si sostiene in uno studio pubblicato su Nature. «Si è visto che l’infezione è associata allo sviluppo di livelli variabili di anticorpi con attività neutralizzante in modelli animali» spiega Michel Nussenzweig, della Rockefeller University di New York, e dello Howard Hughes Medical Institute di Baltimora, Stati Uniti, autore senior del lavoro. I ricercatori affermano che è noto che i livelli di anticorpi diminuiscono con il tempo, ma sottolineano che finora non erano state esaminate la natura e la qualità delle cellule B della memoria immunitaria, deputate a produrre anticorpi in caso di reinfezione. Per approfondire l’argomento hanno valutato la risposta della memoria umorale in una coorte di 87 individui a 1,3 e 6,2 mesi dopo l’infezione. L’analisi dei dati ha mostrato che i titoli anticorpali IgM e IgG anti-Sars-CoV-2 spike recector binding domain (Rbd) diminuiscono in modo significativo, e che l’attività neutralizzante nel plasma diminuisce di cinque volte nei test. Ma gli esperti hanno anche osservato che il numero di cellule B della memoria specifiche per Rbd rimane invariato nel tempo. Non solo, gli autori affermano anche che le cellule B della memoria hanno mostrato un turnover clonale all’ultima valutazione temporale, e che gli anticorpi espressi erano caratterizzati da maggiore ipermutazione somatica, maggiore potenza e resistenza alle mutazioni dell’Rbd.
Quest’ultimo dato è indicativo di un’evoluzione continua della risposta umorale, ed è una buona notizia per quanto riguarda le varianti della malattia. È stata portata avanti anche un’analisi con immunofluorescenza o Pcr su 14 biopsie intestinali prese da individui asintomatici quattro mesi dopo l’insorgenza di Covid-19, e questa ha mostrato la persistenza degli acidi nucleici Sars-CoV-2 e l’immunoreattività nell’intestino tenue di sette persone. «La risposta delle cellule B della memoria immunitaria a Sars-CoV-2 è stata in evoluzione nel periodo tra 1,3 e 6,2 mesi dopo l’infezione, e questa evoluzione è secondo noi coerente con una persistenza dell’antigene» concludono gli esperti. (Fonte Farmacista33)
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La Shoah e la Memoria: ricordare per capirne l’unicità
Posted by fidest press agency su giovedì, 28 gennaio 2021
By Ugo Volli. Come sempre, nel periodo intorno al 27 gennaio, i vecchi e nuovi media si riempiono di rievocazioni della Shoah, di spiegazioni ma anche di discussioni, che quest’anno sono state particolarmente accese. E’ un effetto positivo della Giornata della Memoria: per non essere solo un’occasione rituale priva di impatto pedagogico, il ricordo del genocidio dev’essere confrontato con l’attualità e visto secondo ottiche diverse. Vi sono altre date per il ricordo puramente rituale e religioso che il popolo ebraico si è dato, dal digiuno del 10 del mese di Tevet (quest’anno è stato il 25 dicembre), istituito inizialmente per ricordare l’inizio dell’assedio di Gerusalemme da parte dei Babilonesi, a Yom ha Shoah, stabilito dallo Stato di Israele (quest’anno sarà l’8 aprile). Il 27 gennaio, che ricorda la liberazione del campo di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche, è una data civile e pedagogica, adottata dall’Onu e prima dall’Unione Europea, rivolta non tanto agli ebrei quanto a tutti i cittadini. Per fa sì che sia davvero un mezzo di ricordo efficace, è importante che sia utilizzata per far capire che cos’è stato il genocidio degli ebrei e dunque anche discutere sulle sue cause, sulle complicità, su ciò che vi si connette oggi.Ma quest’anno il dibattito ho preso una strana piega. In diversi ambienti, da chi promuove il Giardino dei Giusti a Milano, ma anche da alcune forze politiche in Svizzera e da ambienti in vario modo di sinistra, è arrivata insistente la proposta di modificare il senso della Giornata della Memoria dal ricordo della Shoah a una celebrazione universale delle vittime della violenza e dell’oppressione. In questa spinta universalista si è arrivati a parlare addirittura dell’opportunità di usare il 27 gennaio per il lutto delle vittime della pandemia di Covid. Si tratta evidentemente di una sciocchezza. Ricordare le sofferenze e le stragi subite da varie popolazioni, in particolare quelle provocate dall’oppressione, dal razzismo, dalla violenza politica è naturalmente giusto. La schiavitù dei neri, l’espropriazione delle tribù amerindie, il costo umano dell’imperialismo britannico in India e di quello belga nell’Africa centrale, le persecuzioni dei Rom e dei gay, i veri e propri genocidi dei Tutsi e dei cristiani in terra ottomana, in particolare degli Armeni, meritano la nostra attenzione e la nostra memoria. E’ certamente giusto anche, su un altro piano, ricordare le vittime di disastri collettivi, come i terremoti o il Covid e portarne il lutto collettivo. Mettere assieme tutte queste memorie in un’unica occasione cerimoniale è però un po’ come riassorbire il ricordo dei nostri cari scomparsi in un’unica giornata uguale per tutti, oppure nel verso opposto festeggiare tutti i compleanni in un unico giorno arbitrario, per esempio quello in cui è nato Einstein, il presidente della Repubblica o Ronaldinho. I ricordi messi assieme non si sommano, ma al contrario si elidono e perdono rilevanza. La memoria è sempre identità, distinzione. La morale di una giornata universale dei crimini collettivi sarebbe estremamente generica: l’umanità è spesso ingiusta e violenta, bisogna cercare di non caderci e di “restare umani”. Se poi ci si mettono anche i disastri naturali, non c’è nessun insegnamento da trarre, solo la consapevolezza che il mondo può essere terribile e che la nostra condizione è la fragilità e la mortalità: siamo polvere e polvere torneremo. Verità morale e religiosa, ma storicamente irrilevante. Il solo modo per trarre un insegnamento chiaro dal ricordo è distinguere, capire l’unicità di ogni evento, studiarne le cause per cercare di rimuoverle e di impedire la ripetizione del crimine.Questo vale in particolare per la Shoah. Tutti coloro che conoscono un po’ la storia sanno che non si tratta di una violenza o di una strage fra le tante che purtroppo costellano la storia dell’umanità. La Shoah è un genocidio, cioè il tentativo organizzato di eliminare completamente un popolo. Crimini così terribili sono piuttosto rari, anche se nella storia è accaduto non di rado che nazioni fossero travolte da guerre e distruzioni, scomparendo – ma per lo più come risultato non programmato di guerre e invasioni che miravano a sconfiggerli, a sottrarre loro il territorio, a costringerli al lavoro per gli oppressori. La differenza è l’intenzionalità, il progetto criminale, la volontà di annichilire completamente un popolo, che nel caso della Shoah si è esteso anche a donne e bambini, sulla base di un’impostazione razziale che non c’era per esempio nell’altro terribile genocidio commesso da uno stato europeo nel Novecento, quello commesso dalla Turchia di cui furono vittime principali gli armeni. In questo caso molte donne non furono sterminate, ma usate come schiave sessuali da parte dei carnefici: un crimine orrendo, che mostra però una differenza fondamentale. Il progetto del genocidio armeno era di eliminare politicamente e culturalmente il popolo armeno e la sua identità, non di sterminarne ogni singolo essere umano appartenente a quel popolo, come fu il caso della Shoah. Anche i neonati e coloro che non avevano più nessun legame con l’ebraismo, essendo convertiti da generazioni, furono sterminati, perché portatore del “sangue” che si voleva distruggere. La caccia si estese all’estero, in tutto il mondo. Né la cittadinanza, né la religione fecero schermo a una volontà di distruzione bestialmente biologica, del tutto indifferente alla dimensione umana delle vittime. L’altro aspetto per cui la Shoah è unica è la dimensione moderna e industriale del genocidio (che in verità riguarda soprattutto la sua fase più matura, perché prima di Auschwitz e dei campi di sterminio, vi fu un periodo abbastanza lungo di stragi programmate ma eseguite “artigianalmente” vicino agli insediamenti ebraici, con armi individuali). Questo dev’essere ricordato, senza confonderlo con altre stragi, altri crimini.
La Shoah è unica per la sua dimensione, per la determinazione razziale delle vittime, per l’organizzazione. Ma non è un fenomeno isolato nella storia ebraica, non è affatto l’invenzione di un “pazzo” al vertice dello stato tedesco, seguito da burocrati “banali” e “senza pensiero” (questa è in estrema sintesi l’analisi sbagliata di Hannah Arendt, che è diventata luogo comune). La Shoah è invece il culmine di un odio per gli ebrei che spesso è diventato sanguinosissimo. L’inizio di questo processo è individuato dalla Bibbia nel momento stesso in cui si formò il popolo ebraico, 3500 anni fa in Egitto, quando il Faraone decise di uccidere i neonati ebrei per evitare che gli ebrei diventassero troppo numerosi. E poi, fra numerosi altri episodi, ci fu la deportazione babilonese, che fece scomparire tutta la popolazione del Nord di Israele, il tentativo di assimilazione forzata da parte dei sovrani ellenisti, le terribili rappresaglie romane per le rivolte. Infine venne tutta la lunga storia dell’antigiudaismo cristiano, con stragi, imprigionamenti nei ghetti, roghi di libri e di uomini. Alcuni episodi di questa storia, come le stragi dei crociati in Renania, quelle dei Cosacchi in Polonia e in Ucraina, le espulsioni da Spagna e Portogallo furono quasi altrettanto traumatiche della Shoah. A fianco vi è stata la storia, anch’essa lunghissima dell’antigiudaismo islamico, che inizia con le stragi di Maometto, i ripetuti pogrom della Spagna musulmana, dell’Africa del Nord, dello Yemen e della Mesopotamia e dura fino a oggi, almeno a livello del terrorismo e della propaganda.Una memoria corretta sulla Shoah include la consapevolezza del suo legame con l’antisemitismo precedente: senza le pagine terribili di Lutero, del Corano, di molti padri della Chiesa, anche di intellettuali laici illuminati come Voltaire e Kant, senza l’esempio dei roghi dell’inquisizione e delle stragi di Medina, Hitler non avrebbe avuto i suoi modelli e le SS la larga complicità di cui hanno goduto. Per questa ragione il rischio che il genocidio degli ebrei sia di nuovo tentato dipende dall’antisemitismo attuale, che ha per lo più la forma di odio per Israele. Questo va spiegato il 27 gennaio e anche tutti gli altri giorni dell’anno – dato che il pericolo della violenza contro gli ebrei è tornato drammaticamente attuale.Naturalmente questa specificità non è quella del genocidio armeno, che ha altre radici, né dell’odio contro gay e Rom, né dello schiavismo dei neri. Tutte queste storie hanno le loro cause, che vanno individuate con cura e combattute. Ma non sarebbe giusto né produttivo annegare la Shoah in queste storie, e neppure sussumere queste sotto l’etichetta della Shoah. Gli armeni, per esempio, hanno il 24 aprile come data di inizio del loro genocidio, sono oggi ancora sotto attacco culturale e fisico da parte del panturchismo di Erdogan e dei suoi alleati, le cui ragioni sono soprattutto geopolitiche, derivano dalla volontà di fare pulizia etnica di uno spazio “turanico” e musulmano dal Mediterraneo fino alla Cina. Non sarebbe sensato farne una variante della Shoah, né avrebbe senso ricomprendere nella Shoah una memoria così diversa, anche si i crimini dei due genocidi sono altrettanto immensi e incommensurabili.Insomma discutere sulla Shoah è giusto e opportuno. Ma non per negarla: i negazionisti non hanno diritto di parola su questo tema perché non avanzano problemi storici ma sono complici del crimine, come chiunque aiuti a occultare le tracce di un delitto, magari per avere la libertà di ripeterlo. E neppure per confonderla con tutti i mali del mondo. Certo, chi oggi propone una giornata universale di ricordo di tutte le vittime non è un negazionista, non vuole esserlo e non va considerato come tale. Ma, al di là delle buone intenzioni, l’universalismo del male occulta le dinamiche storiche vere e impedisce la comprensione del processo profondo (l’odio per gli ebrei, la negazione dei loro diritti, compresa l’autodeterminazione politica e religiosa”) di cui la Shoah fu la manifestazione più terribile e atroce. (fonte: https://www.progettodreyfus.com/shoah-memoria-giornata/
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