I deputati hanno approvato con 444 voti favorevoli, 26 contrari e 37 astensioni una risoluzione che segna un anno di guerra della Russia contro l’Ucraina. Nel testo, i deputati ribadiscono la più ferma condanna della guerra di aggressione illegale di Mosca e la loro continua solidarietà con il popolo e la leadership dell’Ucraina. I deputati sostengono la fornitura di aiuti militari all’Ucraina per tutto il tempo necessario e chiedono di prendere seriamente in considerazione la possibilità di fornire aerei da combattimento, elicotteri e adeguati sistemi missilistici occidentali e un sostanziale aumento delle consegne di munizioni a Kiev. L’Ucraina deve essere in grado non solo di difendersi dagli attacchi russi, ma anche di riconquistare il pieno controllo di tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale.Più sanzioni e confisca dei beni russi per ricostruire l’Ucraina. Il testo invita i Paesi UE ad adottare il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia ed i suoi alleati entro la fine di febbraio e ad ampliarne sostanzialmente la portata. Inoltre, chiede all’UE, gli Stati membri e ai loro alleati di rafforzare l’efficacia delle sanzioni già in vigore e ad adottare misure urgenti per bloccare qualsiasi tentativo di aggirare tali misure restrittive. Guardando al futuro, i deputati chiedono che sia completato il quadro giuridico che consente la confisca dei beni russi congelati dall’UE. Questi beni dovrebbero poi essere utilizzati per ricostruire il Paese e per risarcire le vittime della guerra. Inoltre, sottolineano che, una volta terminata la guerra, la Russia dovrà essere costretta a pagare le riparazioni per contribuire in modo sostanziale alla ricostruzione dell’Ucraina.Il Parlamento sottolinea che la guerra di aggressione russa ha modificato radicalmente la situazione geopolitica in Europa, il che impone decisioni politiche, di sicurezza e finanziarie audaci da parte dell’UE. In questo contesto, i deputati ribadiscono il loro sostegno alla decisione del Consiglio la scorsa estate di concedere all’Ucraina lo status di paese candidato all’UE. Infine, invitano l’Ucraina, la Commissione e il Consiglio ad adoperarsi per avviare negoziati di adesione entro quest’anno, sottolineando che l’adesione all’UE rimane un processo basato sul merito, nel rispetto delle procedure pertinenti e dei criteri stabiliti.
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Fornire all’Ucraina aiuti militari per tutto il tempo necessario
Posted by fidest press agency su sabato, 18 febbraio 2023
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Colpo di stato militare in Sudan
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 novembre 2021
Il Sudan sta tornando alla dittatura militare. Due anni dopo le proteste civili di massa che hanno spodestato il dittatore di lunga data Omar al-Bashir, i suoi vecchi compagni hanno ripreso il potere. Per l’Associazione per i popoli minacciati (APM) la promessa del nuovo governante Abdel Fattah al-Burhan di ripristinare presto un governo civile manca di credibilità. Sta sparando munizioni vere contro i manifestanti che stanno dimostrando contro la sua assunzione del potere. Le morti del fine settimana non saranno probabilmente le ultime. Giovedì scorso, al-Burhan ha annunciato un nuovo consiglio di transizione sotto la sua guida. Lui stesso presiede il cosiddetto Consiglio di Sovranità, il suo vice è il sospetto criminale di guerra Mohamed Habdan Dagalo, conosciuto come Hemeti. Il nuovo corpo di 14 membri deve includere cinque membri civili, uno dei quali non è stato ancora nominato. Tutti i rappresentanti del movimento di protesta del 2019 sono stati rimossi dal consiglio. I rappresentanti dell’esercito e di vari gruppi ribelli rimangono rappresentati. Il vecchio apparato di potere di Bashir non è scomparso. Al-Burhan e Hemeti hanno fatto parte della sua cerchia ristretta per anni. Per la gente del paese che chiede un rinnovamento e una reale partecipazione civile, questa è un’amara battuta d’arresto.Il 25 ottobre, al-Burhan ha fatto arrestare il presidente civile del governo di transizione in carica dal 2019. Abdalla Hamdok è agli arresti domiciliari da allora. C’è un diffuso blocco di internet – probabilmente per rendere più difficile la mobilitazione delle proteste. Anche se un’ordinanza del tribunale ha già chiesto la rimozione dei blocchi martedì scorso, la maggior parte del paese rimane senza collegamento internet.
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I militari congedati tornano in classe con Fòrema
Posted by fidest press agency su lunedì, 8 novembre 2021
Il Comando Forze Operative Nord ha concluso il corso di “Analisi del layout per l’ottimizzazione della logistica interna di magazzino nell’industria 4.0” presso la Società di formazione e consulenza di Assindustria Venetocentro, FÒREMA. Il corso, della durata di due settimane, si è svolto nell’ambito delle attività di “Sostegno alla Ricollocazione Professionale” rivolto ai militari congedati e in servizio dell’Esercito, Marina e Aeronautica Militare, al fine di agevolarli alla ricerca di un’occupazione dopo il servizio prestato. Si è concluso con successo e con la piena soddisfazione dei frequentatori, sia per l’attenta ed efficace organizzazione messa in atto da FòREMA sia per l’argomento già di per sè molto interessante e reso ancora più concreto e professionalmente formativo dalle lezioni tenute dall’Ing. Andrea Payaro.”Siamo orgogliosi di aver partecipato a questo progetto che pone al centro dell’attenzione i nostri militari che, dopo anni di servizio, cercano di concretizzare le loro competenze nel mondo del lavoro”, dichiara Luca Passadore, amministratore delegato di Fòrema. “È stata un’esperienza davvero unica e interessante, sicuramente foriera di nuove opportunità: crediamo infatti che la formazione continua sia necessaria e utile per tutte le categorie”.La formazione è una delle attività attraverso le quali si concretizza il “Progetto Sbocchi Occupazionali”, la cui cabina di regia si trova presso il Segretariato Generale della Difesa. Le altre attività del progetto che realizzano il processo di transizione dei volontari dalla vita militare al mondo del lavoro sono l’informazione, l’orientamento individuale, il monitoraggio dei Concorsi nel Pubblico Impiego, l’incontro con le offerte lavorative del mondo imprenditoriale. Queste attività vengono condotte in tutte le Regioni del Territorio Nazionale attraverso i Comandi Militari dell’Esercito nei quali si incardinano le “Sezioni Sostegno alla Ricollocazione Professionale” e che includono, nel loro organico, gli Orientatori Professionali della Difesa.Per la realizzazione del progetto “Sbocchi Occupazionali” il Comando Forze Operative Nord in data 1 luglio 2014 ha sottoscritto una Convenzione Operativa con l’Assessorato all’Istruzione, alla Formazione, al Lavoro e alle pari opportunità della Regione del Veneto. Le riunioni periodiche che si svolgono con quest’ultimo permettono di essere sempre aggiornati circa le esigenze del mondo imprenditoriale Veneto e conoscere in anteprima le figure professionali più richieste.A breve altri militari che prestano servizio in tutti i Reparti delle Forze Armate dislocate in Veneto parteciperanno al corso di “eCommerce Management”, anche questo suggerito dalle emergenti figure professionali che trovano sempre più spazio nel mondo del lavoro e che costituiscono sempre maggiore attrattiva per i giovani. In passato sono stati svolti corsi, come conduttore di muletto, realizzazione di pagine web, autocad 3D, web marketing, pizzaiolo, barman, guardia giurata, addetto ai servizi di controllo e sicurezza. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia: tra il 2017 e il 2019 ha mobilitato oltre 16 milioni di euro per la formazione delle imprese tra Fondimpresa, Fondirigenti, FSE e altri fondi. Solo nel 2019 ha formato 23.000 persone, tra occupati (dagli apprendisti ai manager), soggetti in cerca di lavoro o di ricollocamento (neet, giovani under 30, disoccupati e over 50), personale della pubblica amministrazione e delle scuole. Nel mentre, ha erogato 58.400 ore di formazione a 1.548 aziende, oltre a 50.000 ore di e-learning.
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Libia. Rauti (FdI): 200 militari italiani bloccati da 10 mesi
Posted by fidest press agency su martedì, 22 giugno 2021
“Oltre 200 militari italiani sono bloccati in Libia da aprile scorso, senza poter fare ritorno in patria” lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, capogruppo in Commissione Difesa. “Il contingente italiano, prosegue la senatrice di FdI, impegnato nella missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIASIT), doveva essere avvicendato dopo i 6 mesi di ingaggio ma le autorità libiche non rilasciano le autorizzazioni necessarie all’ingresso dei militari del nuovo contingente. E non si tratta dell’unico blocco imposto dai libici. Infatti, anche i carichi di rifornimenti alimentari che partono dall’Italia, e che sono destinati al nostro contingente, restano fermi per mesi nei porti libici con il conseguente deterioramento delle merci”. “Ho presentato un’interrogazione ai ministri degli Esteri Di Maio e della Difesa Guerini per ottenere informazioni e chiarimenti sulla vicenda, che appare vergognosa nei suoi duplici aspetti, e per sollecitare una soluzione tempestiva. Non possiamo consentire che i nostri militari siano trattenuti ulteriormente. Subire tale prepotenza significa ledere la dignità dei nostri soldati e l’importanza della missione, nonché perdere autorevolezza a livello internazionale come Nazione”, conclude la senatrice Rauti.
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Vaccino Astrazeneca e somministrazioni ai militari
Posted by fidest press agency su sabato, 13 marzo 2021
La vicenda dei due militari deceduti in Sicilia dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca suona come un campanello d’allarme sia a livello nazionale sia all’interno dell’Amministrazione Difesa. Infatti i militari, insieme alle P.A, al momento sono i principali destinatari delle dosi dell’azienda in questione.A sua volta, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha disposto il blocco in via precauzionale ed a tempo indeterminato delle dosi appartenenti al lotto ABV2856. Molti reparti dell’ Aeronautica Militare hanno già iniziato la campagna vaccinale servendosi proprio dei lotti del vaccino della casa anglo-svedese.Proprio per questo il SIAM chiede al Ministro Guerini di fare subito chiarezza sulla vicenda del militare deceduto e che verifichi se i lotti usati dall’Aeronautica non siano tra quelli ritirati da AIFA e di sospendere in via precauzionale l’utilizzo degli stessi. Inoltre, se fossero stati utilizzati, se il personale militare è stato informato, monitorato e quali altre azioni precauzionali intende mettere in campo.Il personale è molto preoccupato per queste notizie di stampa ed è quindi doveroso e urgente una nota della Difesa rivolta a tutti che spieghi la situazione in maniera trasparente e con tempestività.È necessario monitorare e rispettare le procedure in materia di somministrazione e tutela della privacy. Ci stringiamo intorno al dolore della famiglia del collega della Marina deceduto con la speranza che si faccia immediatamente luce sull’accaduto.
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Vaccino anti-covid e situazione nelle basi militari
Posted by fidest press agency su domenica, 31 gennaio 2021
Il Sindacato Aeronautica Militare (SIAM) scrive al Ministro Guerini denunciando una grave situazione in Aeronautica in quanto risulterebbe che il personale sanitario non abbia ancora oggi avuto nemmeno la prima vaccinazione anti-covid nonostante le atitvità ambulatoriali in tutta Italia siano aumentate considerevolmente per ragioni istituzionali.Un rischio di esposizione enorme, dichiara il SIAM, che può tuttavia essere ridotto attraverso la campagna vaccinazioni anti-covid che però ancora non è partita nonostante la sanità militare abbia chiesto il numero dei sanitari militari, presumibilmente per predisporre i vaccini. Un ritardo inaccettabile dichiara perentorio il SIAM scrivendo al Ministro delle Difesa il SIAM, che nonostante tale vaccinazione rientri ormai a pieno titolo nella prevenzione primaria da effettuare, il nostro personale sanitario ancora non sia entrato nemmeno della “priorità 1” mentre nel resto del Paese si sta già iniziando a vaccinare le “priorità 2”.Inoltre è scandaloso, conclude il SIAM, che alcuni medici ed infermieri militari, abbandonati a loro stessi, con un aumento del rischio di esposizione al contagio COVID e nessuna indicazione sulle vaccinazioni da parte delle autorità sanitarie deputate a fare questo, hanno dovuto chiedere privatamente, a titolo di CORTESIA, ai loro contatti presso alcune ASL di essere vaccinati e quindi protetti per lavorare in sicurezza.E’ urgente un intervento del Ministro al fine di predisporre subito disposizioni operative che consentano al personale sanitario di operare in tutta sicurezza.
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I militari italiani nei lager nazisti
Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 dicembre 2020
3 dicembre 2020, ore 18 Mario Avagliano, Marco Palmieri, I militari italiani nei lager nazisti. Una resistenza senz’armi (1943-1945), il Mulino, 2020 Gli Autori ne discutono con ANDREA PARODI La storia degli IMI (Internati Militari Italiani) è la storia di circa 650mila soldati che, dopo l’armistizio dell’8 settembre1943, furono catturati e deportati dai tedeschi. L’offerta di aderire alle SS o alla repubblica di Salò ed essere rimpatriati fu accettata solo da una piccola parte; la massa scelte di rimanere prigioniera nei lager, come autentico atto di resistenza. Grazie a una ricchissima mole di diari, lettere e testimonianze dirette, edite e ancor più inedite, il libro ne racconta la vicenda complessiva, dalla cattura alla liberazione e al ritorno, scoprendo anche aspetti poco noti della violenza nei lager, nei campi di lavoro coatto e di punizione, del loro bagaglio di ideali e di umanità, del rapporto con la popolazione civile e con le donne. Una pagina a lungo trascurata e sottovalutata recuperata qui, attraverso le voci dei protagonisti, in un quadro vivido e dettagliato.Mario Avagliano, giornalista e storico, collabora alle pagine culturali del “Messaggero” e del “Mattino”. Tra i suoi libri: Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (2006) e Il partigiano Montezemolo (2012). Marco Palmieri, giornalista e storico, è autore di L’ora solenne. Gli italiani e la guerra d’Etiopia (2015). Insieme hanno pubblicato numerosi volumi, tra cui Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte (2014), L’Italia di Salò (2016), 1948. Gli italiani nell’anno della svolta (2018, Premio Fiuggi Storia) e Dopoguerra. Gli italiani tra speranze e disillusioni (1945-1947) (2019). Andrea Parodi è giornalista e scrive per le pagine culturali del quotidiano “La Stampa”. Nell’ambito della ricerca storica si è specializzato in Internati Militari Italiani, pubblicando il saggio Gli eroi di Unterluss. La storia dei 44 ufficiali IMI che sfidarono i nazisti (2016, Premio UNUCI “Paladino delle Memorie”). Segui AnpiLibri su http://www.facebook.com/groups/AnpiLibri
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Il sindacato alle prese con i diritti dei militari
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
La proposta di legge approvata dalla Camera dei Deputati e approdata mercoledì 23 u.s. al Senato, appare ictu oculi gravemente lesiva del principio costituzionale di libertà sindacale dei lavoratori militari, per i quali la sentenza n. 120/2018 della Corte costituzionale ha tardivamente cancellato l’anacronistico divieto di sindacalizzazione.Essa è frutto di una vetusta e deleteria concezione di separazione dei corpi militari dello Stato dal resto della società e del mondo del lavoro. Se il testo venisse definitivamente approvato, le nuove formazioni sindacali sarebbero prive di reale potere contrattuale e avremmo di conseguenza delle rappresentanze militari privatizzate! Gattopardescamente, cambierebbe il nome ma non la sostanza, col rischio anzi di un arretramento sul piano dei diritti. Questo è semplicemente inaccettabile.Eppure sarebbe ragionevole pensare all’estensione tout court dei diritti sindacali dei poliziotti – contenuti in una non avanzatissima normativa del lontano 1981, senza dubbio da migliorare per la Polizia di Stato – a tutto il personale delle Forze armate e delle forze di polizia a ordinamento militare.I sindacalisti militari devono poter tutelare i diritti dei cittadini in divisa semplicemente “senza interferire nella direzione dei servizi o nei compiti operativi”, come stabilisce la legge n. 121/1981 di riforma della Polizia di Stato.Davvero bizzarra è la norma che esclude dalla competenza dei sindacati «la trattazione delle materie attinenti all’ordinamento, all’addestramento, alle operazioni, al settore logistico-operativo, al rapporto gerarchico-funzionale e all’impiego del personale”. Quindi cosa farà il sindacato militare, tratterà di buoni pasto e sceglierà se mettere a mensa le pere o le mele?Incomprensibile è la giurisdizione della magistratura amministrativa per le condotte antisindacali: per quale valido motivo le condotte antisindacali dei poliziotti vanno valutate dal giudice del lavoro e quelle dei finanzieri dal giudice amministrativo? Non può poi sfuggire l’iniquità della regola che collegherebbe la rappresentatività delle organizzazioni sindacali alla forza effettiva e non alla forza sindacalizzata (come nella Polizia di Stato), che peraltro introdurrebbe una inspiegabile disparità di trattamento tra forze armate con organici nettamente diversi. I militari, dopo aver vissuto per oltre 70 anni in una condizione di incostituzionalità di fatto, meritano non pacche sulle spalle o ipocrite manifestazioni di vicinanza, ma una fattiva e concreta attenzione della politica per i loro diritti civili e sociali.Per noi sindacalizzazione significa democratizzazione, significa modernizzazione, significa maggiore efficienza nell’interesse della collettività!È su questo terreno che deve muoversi il dibattito parlamentare, per avere una buona legge che sappia rispettare e promuovere i diritti costituzionali dei cittadini in divisa, ed è per questi motivi che chiediamo ai gruppi parlamentari e ai singoli senatori della Commissione Difesa di farsi promotori di emendamenti che modifichino sostanzialmente la legge Corda, solo così il Parlamento saprà raccogliere le istanze che vengono dal mondo del lavoro in divisa.
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Approvata la legge alla Camera sui sindacati militari. Ora passa al Senato
Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020
Non piace al sindacato che in un comunicato afferma: “Una legge “farsa”, per il Sindacato Aeronautica Militare – SIAM, poiché non riconosce ai lavoratori militari i medesimi diritti sindacali riconosciuti ad altri lavoratori. Dall’intervento della relatrice, On. Corda, emerge che la maggioranza è giunta a questo testo dopo una lunga mediazione. Mediazione, sostiene il SIAM, portata avanti certamente con gli Stati Maggiori, non di certo con i sindacati e con il personale militare. Se da una parte è vero che tutte le associazioni sindacali sono state audite in Commissione Difesa nella fase istruttoria del provvedimento, dall’altra parte, però, si deve prendere atto che nessuna delle osservazioni poste, nessuna, è stata presa in considerazione, a differenza di quelle sostenute dai vertici militari. Ciò emerge anche dagli interventi di alcuni Parlamentari che hanno votato contro il provvedimento che, in varie forme e a più riprese, sottolineano come questo testo non garantisca il pieno esercizio dei diritti invece sanciti dalla Suprema Corte”. L’insoddisfazione si estende, inoltre, alla decisione di affidare la giurisdizione al giudice amministrativo per le condotte antisindacali invece di quello del lavoro. Inoltre, questa norma pone importanti limiti nell’espletamento del mandato sindacale, stabilendo turnazioni restrittive delle cariche e dubbi calcoli percentuali di rappresentatività che fanno perdere sostanza al diritto previsto dalla Corte.Da una parte, quindi, si dice di essere vicini alle forze armate e al suo personale, si promette una legge giusta, con le dovute competenze al giudice del lavoro (come dichiarato dal Ministro DI MAIO), dall’altra si esibisce un testo vergognoso che di fatto consegna ai cittadini in uniforme un sindacato gradito solo agli Stati Maggiori.Una mancanza di coraggio antistorica, conclude il SIAM, che pone questa maggioranza di Governo in una posizione non certamente di consenso agli occhi del personale militare, soprattutto dopo la blindatura del testo di legge avvenuta alla Camera.L’auspicio è che il Senato possa essere più ragionevole e consenta di intervenire in maniera compiuta tenendo conto delle sentenze piuttosto che dei suggerimenti delle sole gerarchie militari.
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Militari malati e minacciati
Posted by fidest press agency su sabato, 9 Maggio 2020
By Michele Fornicola. “Il Fatto quotidiano descrive situazioni terribili. Colleghi militari minacciati dai superiori affinchè non dicano la verità. Una situazione drammatica che, nel 2020, mette in discussione lo “spirito democratico” della FFAA e la totale assenza di tutele e di sicurezza dei militari. Molti Carabinieri, dopo aver letto l’articolo, penseranno che quello che accade nell’Esercito e nelle altre FF.AA. non ci riguarda; Non può accadere. Nulla di più sbagliato. Anche noi siamo vittime inconsapevoli di un sistema a comparti stagni. Del fatto che le notizie faticano ad essere condivise. Oggi meno di ieri, per fortuna, grazie ai social ed ai nuovi strumenti di messaggistica. Ed ecco, puntuale, il Sindacato UNARMA che torna alla carica descrivendo situazioni inimmaginabili. Carabinieri costretti a dormire in camerate da cinque in piena epidemia”.
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Israele ha sventato una “serie di attentati contro civili e militari”
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 aprile 2020
Sono stati organizzati da Hamas, uno dei quali al Teddy Stadium di Gerusalemme, impianto utilizzato dalle squadre di calcio della capitale (Beitar Gerusalemme, Hapoel Gerusalemme e Hapoel Katamon Gerusalemme) e che spesso ospita le partite della nazionale.A renderlo noto è stato lo Shin Bet, il servizio di sicurezza israeliano, che ha svelato altri particolari sui tre membri della cellula terroristica.Tutti avevano frequentato l’università di Bir Zeit di Ramallah, dove Hamas, che ha elogiato l’attentato avvenuto ieri in un check point vicino Gerusalemme, gestisce la sua principale cellula studentesca, finanziata con molto denaro proprio dal gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza.In più, uno dei tre terroristi palestinesi di Hamas, originari di Qalandiya, Kafr ‘Aqab e Deir Jarir, era in possesso di carta d’identità israeliana che nel dicembre scorso gli ha consentito di poter effettuare diversi sopralluoghi al Teddy Stadium.Teddy Stadium che spesso è stato messo nel mirino dal terrorismo palestinese.
Correva l’anno 2001, quando due terroristi palestinesi persero la vita nell’esplosione della bomba che stavano confezionando nei pressi dell’impianto a poche ore dall’inizio delle Maccabiadi, una manifestazione multisportiva, simile ai Giochi olimpici, nata in ambiente ebraico ed organizzata sia nello Stato ebraico che in Europa.Era il 16 luglio e il tentativo palestinese di minare lo sport israeliano e di uccidere gli atleti ebrei provenienti da vari paesi non si concretizzò. Tentativo che il terrorismo provò a ripetere, senza successo, sia a cavallo tra il 2010 e il 2011 e sia nel 2014.La risposta più immediata è quella relativa alla possibilità di uccidere più persone possibile in uno stadio, la cui capienza massimo è di 20mila spettatori. Un’altra è che è la casa sportiva del Beitar Gerusalemme, club noto per il conservatorismo dei suoi tifosi.Un’analisi più approfondita, invece, fa ricercare la risposta nella volontà dei terroristi di colpire lo sport e il calcio nello specifico, visto come sinonimo di libertà personali (le divise delle giocatrici) e luogo di promiscuità dove uomini e donne assistono vicini all’evento.Caratteristiche intollerabili per il terrorismo islamico, che tenta di colpire lo sport, quale mezzo di avvicinamento tra le persone che contribuisce alla formazione di quella base valoriale tanto osteggiata da chi vuole solo la morte altrui.
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Riconoscere indennità di rischio a Professioni sanitarie militari
Posted by fidest press agency su sabato, 4 aprile 2020
“Ho presentato un emendamento al dl Cura Italia per tutelare le Professioni sanitarie militari e riconoscergli un’indennità di rischio alla luce dell’enorme impegno e sacrificio che stanno profondendo per contrastare la gravissima emergenza dell’epidemia Covid-19”. A dirlo è la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, vicepresidente vicario del gruppo e componente della Commissione Difesa, presentando l’emendamento al decreto ‘Cura Italia’ nel quale viene riconosciuta un’indennità per esposizione al rischio biologico corrisposta al personale militare medico delle Professioni sanitarie e Operatori socio–sanitari.“Fratelli d’Italia una volta di più vuole riconoscere il grande impegno di tutte le Professioni Sanitarie e in particolare di quelle in divisa che scontano l’assenza di una vera rappresentanza in seno alla Federazione Nazionale degli Ordini Professioni Infermieristiche e di un sindacato che li tuteli. Attraverso questo emendamento, su cui mi auspico ci sia la massima condivisione politica, vogliamo dare ai nostri militari un adeguato riconoscimento per chi è impegnato in prima linea e sta dando una grande prova di coraggio anteponendo la vita degli altri alla propria” conclude la senatrice Rauti.
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Stipula di copertura assicurativa per i militari colpiti da Covid-19
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 aprile 2020
Apprendiamo con soddisfazione che, a seguito della richiesta congiunta firmata da SIM Carabinieri, SAP Polizia di Stato e SIM Guardia di Finanza riguardo la stipula di copertura assicurativa per i militari colpiti da Covid-19, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha comunicato, con una nota odierna, che il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri ha disposto di interpellare alcune compagnie assicurative di primaria importanza per la stipula a carico del Fondo Assistenza Previdenza e Premi di polizza sanitaria, a favore dei Carabinieri che hanno contratto o che contrarranno il virus. Nella polizza dovranno essere coperte parte delle spese per:
– ricovero ospedaliero prevedendo: una diaria per un periodo di almeno 10 giorni e, “una tantum”, nel caso di ricovero in unità di terapia intensiva o sub intensiva; l’impiego di ambulanza per raggiungere il domicilio a seguito di dimissione ospedaliera; l’assistenza infermieristica domiciliare per una/due settimane;
– quarantena presso il domicilio o camerata prevedendo una diaria ridotta.
Per i militari che hanno contratto la malattia in epoca pregressa l’assicurazione o il Fondo Assistenza Previdenza e Premi si faranno carico di garantire analogo sostegno. Il Comando Generale ha, inoltre, richiesto la disponibilità di un call center per il consulto psicologico dei Carabinieri. Sarebbe auspicabile che tali iniziative fossero intraprese anche a livello di Comando Generale della Guardia di Finanza e di Dipartimento della P.S., visto che in strada a controllare le prescrizioni dell’esecutivo ci siamo tutti, fianco a fianco.
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Militari contagiati da Coronavirus
Posted by fidest press agency su lunedì, 23 marzo 2020
Il Sindacato Aeronautica Militare (SIAM) denuncia casi accertati di Coronavirus nel reparto dell’Aeronautica Militare di Sigonella in Sicilia. Sono stati trovati positivi al tampone del COVID-19 due militari dell’11° Reparto Manutenzione Velivoli. Il primo, il Maresciallo S.A. si trova attualmente ricoverato in ospedale mentre P.P. è un portatore asintomatico.
A far temere che presso l’Aeroporto di Sigonella possa esserci un potenziale focolaio di COVID vi è il fatto che esistono altri due casi particolari. Il primo è riferito ad un dipendente civile che il 28 febbraio scorso è andato in pensione per poi scoprire giorni dopo di essere positivo al tampone, il secondo riguarda un altro dipendente civile presente in servizio fino al giorno 11 c.m. il cui genitore è risultato contagiato dal virus.A destare la preoccupazione del SIAM è il fatto che all’interno dell’Aeroporto militare di Sigonella, oltre all’11° RMV sono co-ubicati altri reparti militari come il 41° Stormo, il Comando Aeroporto, il 61° Gruppo volo di aerei a pilotaggio remoto e l’ Alliance Ground Surveillance della NATO (AGS) con presenza di personale molto elevata e che, nonostante l’emergenza in atto, non hanno subito riduzioni dell’orario di servizio o la sua rimodulazione per evitare maggiori presenze, specialmente nelle aree comuni.Il SIAM considera questa situazione grave e potenzialmente pericolosa poiché i due militari positivi al COVID sono stati costantemente in contatto con gli uffici e le sale di lavoro ed hanno frequentato l’affollata mensa di Sigonella che verrà irragionevolmente riaperta dopo soli due giorni di chiusura.Il SIAM chiede al Ministro della Difesa Guerini di valutare la quarantena per tutto il personale dell’Aeroporto di Sigonella entrato in contatto con i due militari contagiati e ogni altra misura precauzionale di salvaguardia per il personale come visite mediche mirate, smart working, dotazioni di protezione individuale, che ancora mancano , nonché la chiusura della mensa e una rimodulazione dell’orario di servizio in analogia ad altri reparti dell’Aeronautica che hanno già messo in atto alcune di queste precauzioni. Il Sindacato Aeronautica Militare
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I sindacati militari uniti per rivendicare i propri diritti!
Posted by fidest press agency su domenica, 1 marzo 2020
By Paolo Melis. I sindacati militari si uniscono per approvare il manifesto dei diritti sindacali di tutti i militari, ecco il Comunicato congiunto: ” In risposta alle forze politiche che ci hanno descritto divisi ed incapaci di indicare delle soluzioni condivise da inserire nella legge sui sindacati oggi in discussione in Commissione Difesa della Camera.Ora non ci sono più alibi, se la politica sceglierà di ignorare questo messaggio forte, si toglierà definitivamente la maschera e dimostrerà che le sue uniche attenzioni erano rivolte a tutelare la classe dirigente della Difesa. Insieme a loro perdono la faccia quelle sigle che per meri interessi di bottega non hanno neanche voluto partecipare a questa iniziativa, nella speranza di accreditarsi con i vertici militari come i sindacati più allineati e mansueti. Che ne penseranno i loro iscritti?
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Militari dell’Arma: emanate direttive per garantire la sicurezza
Posted by fidest press agency su domenica, 26 gennaio 2020
A proposito della violenza nei confronti dei militari dell’Arma, sono state emanate direttive per garantire la sicurezza e per ridurre l’esposizione al rischio attraverso il reciproco sostegno all’interno del dispositivo.E’ del tutto evidente che ci sono ancora problemi nell’organizzare un’adeguata pianificazione dei servizi, che consenta di evitare che il personale riporti lesioni nel caso di interventi svolti.
Una cornice di sicurezza che, purtroppo, troppe volte, sta nelle circolari romane ma non nella realtà. Solo i sindacati dei militari potranno ottenere risultati concreti. Solo i sindacati potranno tutelare il personale che si sente abbandonato anche dalla Rappresentanza Militare
Vi allego due significativi interventi dei sindacati “veri”. Quelli che guardano con sguardo critico a Roma che non potrà mai più dire “non sapevo”.La trasmissione televisiva (di inchiesta) “REPORT” è stata informata per ottenere, magari, una osservazione ed una sintetica valutazione che coinvolga l’opinione pubblica. Visto che i Generali parlano solo quando vanno in pensione.Immaginate una pattuglia radiomomile con tre uomini. Uno dei carabinieri per sei ore viaggia all’interno della “cellula” per i fermati. La pattuglia interviene per un agitato violento che viene arrestato. Questa pattuglia rientra in caserma con il “fermato” violento che viaggia chiuso nella “cellula” insieme a questo povero carabiniere (armato). Immaginate una pattuglia radiomomile che rientra perché l’ufficiale non ha voglia di guidare la macchina e vuole andare a fare qualche ispezione costringendo il capo pattuglia a stare chiuso nella “cellula”.
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Militari: Silenzio tombale delle istituzioni sui diritti sindacali
Posted by fidest press agency su domenica, 27 ottobre 2019
Lettera aperta al Ministro della Difesa ed ai presidenti delle Commissioni Difesa di Camera e Senato. “Sono passati 48 giorni dal giuramento del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e 43 giorni dalla Fiducia all’attuale Esecutivo. Eppure non una sola parola si è levata in tema di Diritti Sindacali, sia dallo stesso Ministro che dai membri della Commissione Difesa.Improvvisamente il problema sembra non esistere più. Evidentemente pare giunto a destinazione il messaggio degli ex Capi di Stato Maggiore, che intimava un profilo particolarmente basso e soprattutto silenzioso, al capo del dicastero Difesa, nonché una posizione più prudente ed attendista in materia di Sindacati Militari. Parimenti le amministrazioni si sono fatte più superbe e meno inclini al dialogo con le neonate associazioni sindacali.Non a caso, anche il Movimento 5 Stelle sembra essersi arreso ai nuovi equilibri politici, dopo essersi ripetutamente proclamati “paladini della sindacalizzazione”. Allineandosi, così, alla linea di contrasto ai sindacati dei nuovi alleati del PD, che poi è la medesima della Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.Eppure una sentenza della Corte Costituzionale non è un qualcosa che può essere pacificamente ignorato. Rinviare ulteriormente la ripresa del dibattito parlamentare, costringerà di fatto i Sindacati Militari a cercare nuovi percorsi per veder riconosciuti i diritti dei lavoratori con le stellette. Infatti è bene chiarire che, allo stato attuale di vuoto normativo, in quanto soggetti esterni all’amministrazione, i Sindacati Militari non sono regolamentati dalle circolari del Ministro, che invece sono dirette esclusivamente all’organizzazione interna della struttura militare, ma dalle regole dettate nell’ambito civilistico, in primis la legge 300 del 1970, meglio nota come Statuto dei Lavoratori o nella peggiore delle ipotesi, per analogia, dalla normativa prevista per le Forze di polizia ad ordinamento civile.Il perdurare di questo stato di cose è il presupposto inevitabile all’avvio di una serie di azioni legali, volte a scardinare i veti ingiustificati da parte dell’Amministrazione ed a garantire l’operatività delle Organizzazioni Sindacali e la piena tutela del personale militare.Di fronte al silenzio del Ministro della Difesa che non avoca al Governo la soluzione di questo problema, chiediamo a lui un incontro urgente per chiarire quali sono le sue posizioni in materia sindacale.Sebbene siamo pienamente consapevoli che, a fronte dell’assenza di uno specifico indirizzo del Governo, sono le forze politiche parlamentari a doversi fare carico della questione, assumendosi in toto la responsabilità di riconoscere i Diritti Sindacali ai militari. A meno che non preferiscano che la nuova legge sia scritta al posto loro dalle sentenze dei tribunali.” (fonte: SIAM Sindacato Aeronautica Militare)
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La guerra nata in sordina e nuove strategie militari
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 agosto 2019
Dal 1° settembre del 1939 al 10 giugno del 1940 trascorsero ben 284 giorni di “non belligeranza”, non solo per l’Italia, se escludiamo l’attacco tedesco alla Norvegia avvenuto solo il 9 aprile del 1940 e la guerra russo-finlandese scoppiata il 30 novembre del 1939.Fu proprio all’alba del 10 giugno del 1940 che si comprese appieno cosa avrebbe significato scatenare una guerra mondiale con tecniche militari innovative e con l’uso strategico d’armi e di mezzi ancora poco digeriti dagli stati maggiori militari francesi e britannici. Pensiamo alla mobilità delle truppe, all’uso massiccio di carri armati e degli aerei. Fu la data che scatenò un volume di fuoco senza precedenti e con ritmi impressionanti. L’offensiva, a occidente iniziò, infatti, con una guerra lampo che portò le truppe della Wehrmacht, in poco tempo, a sfilare con i suoi carriaggi per le vie di Parigi e a prendersi beffa della linea Maginot aggirandola. Cosa ci insegna tutto questo? Senza dubbio che i nostri padri disponevano di una visione statica della società dove la tradizione impediva la nascita di un pensiero nuovo che non riguardava di certo solo la logica delle strategie militari ma interessava il mondo della cultura e ancora di più la consapevolezza che i tempi stavano mutando. (Riccardo Alfonso)
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Sindacato aeronautica: La crisi di governo non comprometta i diritti dei militari
Posted by fidest press agency su sabato, 24 agosto 2019
Preso atto delle dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, il Sindacato Aeronautica Militare – SIAM segue l’evolversi della crisi di governo con preoccupazione ma totalmente scevro da ogni comportamento di partigianeria politica che possa in qualsiasi modo minare l’unico e vero interesse legittimo che un sindacato come il nostro debba perseguire, ossia la conquista di quei diritti sindacali a lungo attesi per la tutela del personale militare.Il SIAM ritiene che un ritorno alle urne bloccherebbe molti provvedimenti che stanno a cuore a tutto il personale del comparto Difesa e Sicurezza, non ultimo l’iter di approvazione della legge che dovrà disciplinare l’attività delle associazioni sindacali ferme da mesi in Commissione Difesa della Camera. Per questi motivi la nostra speranza è riposta in tutte le forze politiche che intendono assumersi quel giusto senso di responsabilità per cooperare affinché, prima ancora di tornare al voto, si approvino tutti quei provvedimenti urgenti di cui il paese ha bisogno, ed il nostro comparto in particolare, non ultimo evitare l’aumento dell’ IVA, che sarebbe un colpo pesantissimo per le tasche dei cittadini delle fasce più deboli in un momento delicato di crisi economica, il rinnovo del contratto ed i correttivi del Riordino.Il SIAM fin da subito si dichiara a disposizione di tutte quelle forze politiche che vorranno confrontarsi con noi sui temi di interesse del personale militare al fine di fornire un utile contributo alla soluzione della crisi.
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DL Sicurezza: militari trascurati dal governo, siamo pronti a scendere in piazza a Roma
Posted by fidest press agency su martedì, 16 luglio 2019
Roma. “E’ chiaro a tutti che sugli interventi necessari alle nostre donne e ai nostri uomini con le stellette si giochi la sicurezza del paese e il benessere del personale e delle proprie famiglie. Le lotte intestine all’interno del governo iniziano a favorire i colleghi della Polizia e dannegiare i militari dell’Esercito. Dal decreto sicurezza bis escono umiliati i militari dell’Esercito orfani di una solida rappresentanza sindacale indipendente dalle amministrazioni.Nel decreto sicurezza si parla di nuove assunzioni, straordinari, alloggi, nuove sedi, straordinari, carriere, buoni pasto, ecc.
Nel decreto non si parla dell’impiego dei militari in strade sicure, tutto tace sul passaggio in servizio permanente dei P4, da 192 giorni e’ scaduto il contratto dei militari, misteri sui correttivi del riordino, ma il governo fa finta di nulla, un comportamento irrispettoso nei riguardi di una parte dei servitori dello Stato.
Noi di Libera Rappresentanza dei Militari siamo pronti ad organizzare un grande raduno dei nostri iscritti in piazza del Popolo a Roma per manifestare il nostro dissenso contro il governo.Per supportare il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta nel suo impegno a favore del personale. Fonte: http://www.liberarappresentanzadeimilitari.it
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