Secondo i dati di Bankitalia, a marzo i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati al 4,36 per cento.”Una pessima notizia! Non solo in un solo mese i tassi salgono da 4,12 a 4,36, +0,24 punti percentuali, ma rispetto a marzo 2022, quando erano a 2,01, sono più che raddoppiati. Rispetto poi a due anni prima, quando erano 1,72, sono aumentati del 153,5%” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che, la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, aumenta, rispetto a un anno fa, da 596 a 762 euro, con un rincaro pari a 166 euro al mese. Una mazzata annua pari a 1992 euro” conclude Dona.
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Bankitalia: tassi mutui a 4,36%
Posted by fidest press agency su sabato, 13 Maggio 2023
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Mutui: possibili rincari fino a 237 euro con nuovo aumento BCE
Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 Maggio 2023
Se il 4 maggio la BCE dovesse confermare un nuovo rialzo del costo del denaro di 25 punti base – secondo le simulazioni di Facile.it – la rata di un mutuo medio a tasso variabile potrebbe aumentare di ben 237 euro (+52%) rispetto all’inizio dello scorso anno, raggiungendo i 693 euro.Guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor aggiornate al 27 aprile 2023) emerge come gli aumenti potrebbero continuare ancora; gli esperti prevedono che l’Euribor a 3 mesi non smetterà di salire raggiungendo il suo picco a settembre 2023 con un valore intorno al 3,76%; se queste previsioni fossero corrette, la rata del mutuatario preso in esame arriverebbe a circa 737 euro, vale a dire oltre 280 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022. Per gli aspiranti mutuatari che sono alle prese oggi con la scelta del mutuo, quale tasso conviene sottoscrivere? In questa fase la prima opzione da valutare sembrerebbe quella del mutuo a tasso fisso, che non solo garantisce la stabilità della rata ma, dati alla mano, è addirittura più conveniente rispetto alla rata di partenza di un mutuo variabile. L’analisi completa è disponibile qui: https://www.facile.it/ufficio-stampa/comunicati/mutui-con-aumento-bce-possibili-rincari-fino-a-237-euro.html
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Il mercato dei mutui green si consolida in Italia
Posted by fidest press agency su venerdì, 14 aprile 2023
Secondo l’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it, nel 2022 la richiesta di questo tipo di finanziamento per la casa è stata pari al 7% del totale. Chi ha presentato domanda ha cercato di ottenere, in media, circa 150.000 euro, vale a dire circa l’11% in più rispetto ai mutui tradizionali. Più elevato è anche il valore degli immobili oggetto di questo tipo finanziamento green: nel 2022 è stato pari a 216.090 euro (+15% rispetto a quello degli immobili legati ad un mutuo standard).Guardando al profilo dei richiedenti emerge che quattro domande di mutuo green su 10 sono state presentate da under 36; Trentino-Alto Adige (18,64%), il Friuli-Venezia Giulia (8,68%), l’Umbria (7,81%) la Sicilia (7,63%), la Lombardia (7,62%) e il Veneto (7,61%) sono le aree dove, in termini percentuali, questo tipo di finanziamento è stato più richiesto. Come funzionano i mutui green, quali sono le caratteristiche e i vantaggi per i richiedenti? L’analisi completa è disponibile in allegato e qui: https://www.facile.it/ufficio-stampa/comunicati/i-mutui-green-rappresentano-ormai-il-7-delle-richieste.html
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Mutui: il 19% non rispetta più il rapporto rata/reddito per via dei tassi
Posted by fidest press agency su venerdì, 24 marzo 2023
Secondo l’analisi di Facile.it, con i tassi attuali, il 18,6% dei mutuatari che lo scorso anno hanno chiesto il mutuo oggi non avrebbe i requisiti per presentare domanda, vale a dire non rispetterebbe il rapporto rata/reddito (normalmente pari a circa 1 a 3) usato dalle banche come criterio di selezione per l’erogazione del finanziamento. Non solo; l’analisi del comparatore ha messo in luce come, a parità di rata, il potere di acquisto di un nuovo mutuatario sia calato del 22% in un solo anno e oggi, per comprare casa tramite mutuo, bisogna avere un reddito più alto del 27% rispetto a dodici mesi fa. Fa riflettere un dato; guardando al rapporto rata/reddito dei mutuatari che hanno chiesto un mutuo a febbraio 2022, Facile.it ha stimato* che, a parità di importo, con i tassi attuali il 18,6% di quei richiedenti non sarebbe riuscito ad ottenere il finanziamento poiché fuori dal rapporto rata/reddito, percentuale che potrebbe salire ulteriormente nei prossimi mesi se i tassi continueranno ad aumentare. L’alternativa è quella di orientarsi su importi più contenuti tanto è vero che l’osservatorio di Facile.it ha messo in luce come, nei primi due mesi del 2023, chi ha presentato domanda di finanziamento per l’acquisto della prima casa abbia chiesto, in media, 136.935 euro, valore in calo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’aumento dei tassi si è quindi tradotto in un calo del potere di acquisto dei mutuatari; se a febbraio 2022 con una rata mensile di circa 482 euro si poteva ottenere un mutuo fisso da 126.000 euro, oggi, con la stessa rata, si può puntare ad avere un mutuo di appena 98.695 euro, vale a dire il 22% in meno. (abstract)
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Mutui e tassi BCE: i casi SVB e Credit Suisse cambiano le aspettative
Posted by fidest press agency su venerdì, 17 marzo 2023
La BCE ha confermato un nuovo aumento di 50 punti base del costo del denaro il che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile, potrebbe portare le rate del finanziamento a salire del 52% in meno di 18 mesi. Secondo le simulazioni di Facile.it se l’incremento BCE si riflettesse in maniera speculare sull’Euribor, la rata di un mutuo a tasso variabile standard passerebbe dai 456 euro di gennaio 2022 ai 693 euro del secondo trimestre 2023. La buona notizia, se così vogliamo considerarla, è che alla luce delle vicende SVB e Credit Suisse, sono cambiate le aspettative future dei mercati, che ora scommettono su aumenti più contenuti nei prossimi mesi e sulla possibilità che la BCE rallenti, se non addirittura interrompa, il trend rialzista. Fino a pochi giorni fa, guardando i Futures sugli Euribor, la rata sarebbe potuta arrivare a giugno 2023 a 740 euro, oggi gli analisti prevedono invece che possa salire non oltre i 700 euro.
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Codacons sul rialzo dei tassi sui mutui
Posted by fidest press agency su giovedì, 23 febbraio 2023
Un mutuo a tasso variabile costa oggi fino a +3.624 euro all’anno rispetto al 2021, mentre chi accende oggi un finanziamento a tasso fisso si ritrova a spendere fino a +3.144 euro annui rispetto a due anni fa. Lo afferma il Codacons, che attraverso alcune simulazioni ha messo a confronto le offerte presenti oggi sul mercato per le tipologie di mutuo più richieste in Italia, allo scopo di capire come le decisioni della Bce sui tassi di interesse abbiano influito sulle tasche delle famiglie. Per un mutuo da 100.000 euro della durata di 25 anni, a settembre 2021 il Taeg sul tasso variabile era dello 0,42% con una rata mensile pari a 346 euro, mentre il tasso fisso registrava un Taeg dello 0,98% e una rata da 370 euro. Oggi, per lo stesso mutuo, il Taeg sale al 3,10% sul variabile, 3,49% sul fisso, con una maggiore rata mensile rispettivamente da +122 e +116 euro rispetto a due anni fa. Va peggio a chi ha acceso (o decide oggi di accendere) un mutuo da 200.000 euro della durata di 20 anni: qui per il tasso variabile il Taeg passa dallo 0,39% e una rata mensile pari a 858 euro del settembre 2021 al 3,62% di oggi e una rata mensile pari a 1.160 euro, con un incremento di spesa da +302 euro a rata. Per il tasso fisso si passa da un Taeg dello 0,86% e rata mensile da 903 euro a un tasso del 3,80%, e rata mensile da 1.165 euro (+262 euro a rata). Il rialzo dei tassi porta una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile ad affrontare oggi una maggiore spesa fino a +3.624 euro all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021, mentre chi decide oggi di accendere un mutuo a tasso fisso spende tra i +1.400 e i +3.144 euro, a seconda della tipologia di mutuo, rispetto a chi ha avviato lo stesso finanziamento nel 2021 – conclude il Codacons.
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Mutui variabili: con nuovo rialzo dei tassi, possibili rincari fino a 197 euro in poco più di 12 mesi
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 febbraio 2023
Milano. Le rate dei mutui a tasso variabile sono destinate a crescere nuovamente; secondo le simulazioni di Facile.it, se il 2 febbraio la BCE dovesse confermare un nuovo incremento dei tassi di 50 punti base, la rata di un finanziamento medio* potrebbe salire nei prossimi mesi di quasi 35 euro. In poco più di un anno, quindi, il mutuatario si troverebbe a pagare una rata più pesante di oltre 195 euro, vale a dire circa il 43% in più rispetto a quella iniziale. Le simulazioni. Ipotizzando un rialzo dell’Euribor di 50 punti base, la rata arriverebbe a 653 euro. Per l’analisi Facile.it ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022, analizzando come è cresciuta la rata dal momento della stipula e come potrebbe ulteriormente salire nei prossimi mesi a seguito del rialzo dei tassi da parte della BCE. Il tasso (Tan) di partenza sottoscritto a gennaio 2022 e usato nell’analisi è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. A partire dalla seconda metà dello scorso anno, a causa dei quattro aumenti del costo del denaro decisi dalla Banca Centrale Europea, la rata ha iniziato a salire considerevolmente arrivando, a gennaio 2023, a 619 euro e, come detto, se la BCE decidesse di aumentare i tassi di altri 50 punti base e l’Euribor crescesse in modo analogo, la rata mensile del mutuatario arriverebbe nei prossimi mesi addirittura a circa 653 euro, vale a dire 197 euro in più rispetto a gennaio 2022 (+43,2%). La corsa dei tassi potrebbe non fermarsi con l’annuncio di febbraio: guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor), gli esperti prevedono che l’Euribor a 3 mesi cresca ancora arrivando a giugno 2023 intorno a 3,4%: se le previsioni fossero corrette, la rata del mutuatario preso in esame arriverebbe a ben 711 euro, 255 euro in più rispetto a quella sottoscritta a gennaio 2022.
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Aumento dei mutui, le previsioni di idealista
Posted by fidest press agency su giovedì, 10 novembre 2022
Analisi di Fabio Femiani, Coo di idealista/mutui sui nuovi aumenti annunciati dalla Bce. “Visto il quadro generale, le banche stanno attuando delle virate anche nella strategia commerciale: essendo aumentato il costo del funding, diventa più oneroso offrire mutui a tasso fisso. Gli istituti stanno quindi focalizzando il panel dei prodotti su soluzioni a tasso variabile. Mentre per i mutui già in essere nulla cambia per chi ha sottoscritto un contratto a tasso fisso, le conseguenze su chi ha un finanziamento a tasso variabile sono da valutare diversamente in base a vari fattori”. Secondo Femiani è presto per parlare di “allarme mutui”, in quanto il problema dell’esplosione delle rate riguarda a conti fatti, meno del dieci per cento dei mutui esistenti. I nuovi mutui possono invece essere stipulati con determinate offerte, in particolare i tassi variabili con cap, che ormai sempre più banche offrono e che sono praticamente dei mutui “quasi fissi”, al netto degli spread iniziali che sono più alti di quelli di un mutuo fisso vero e proprio. L’intervista completa al seguente link: https://www.idealista.it/news/finanza/mutui/2022/11/07/169576-aumento-dei-mutui-sara-crisi-cosa-succedera-nel-2022.
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Aumento del costo del finanziamento dei mutui
Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2022
Con i tassi in rialzo crescono i costi dei mutui e aumenta lo sforzo finanziario delle famiglie per l’acquisto di una casa, dovendo dedicare il 23,3% del reddito familiare, rispetto al 19,4% di cui avevano bisogno un anno fa. Questo fenomeno si ripete in tutte le province e capoluoghi italiani, secondo uno studio pubblicato da idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia, effettuato incrociando i prezzi di vendita di settembre 2022, i costi finanziari e la stima* del reddito familiare alla stessa data. Milano è la provincia in cui lo sforzo richiesto per l’acquisto di una casa è cresciuto di più, passando da un tasso del 21,5% del reddito familiare nel terzo trimestre del 2021 al 34% di quest’anno. Seguono gli incrementi di Savona (dal 29,2% al 39,5%), Venezia (dal 20,8% al 30,5%), Aosta (dal 19,7% al 28,9%), Firenze (dal 20,6% al 29,6%). Sul versante opposto, gli incrementi del tasso di sforzo più bassi si riscontrano nelle province di Enna, passata dall’11% del reddito familiare al 12,3% nel terzo trimestre 2022, Taranto (dal 12,9% al 14,9%) e Oristano (dall’14,1% al 16,2%). Ma è la provincia di Bolzano quella che richiede il maggiore sforzo da parte dei suoi cittadini per diventare proprietari, poiché è necessario destinare il 50,1% del reddito familiare al pagamento dello stesso. Seguono Imperia, con il 34,2% e Milano (34%) tutte sopra la soglia di sostenibilità del 33% del proprio reddito da destinare alla rata raccomandato dagli esperti (banche). Oltre il 25% ci sono 10 province da Napoli (29,7%), Firenze (29,6%), Massa Carrara (29,4%) e Lucca (29%). Seguono Grosseto, Aosta (entrambe 28,9%), Livorno (28,7%), La Spezia (28,5%), Monza-Brianza (26,8%), Cagliari (25,4%), Latina (25,3%). Lo sforzo minore, invece, si registra nella provincia di Viterbo, con il 15,4%. La provincia laziale precede Vicenza e Vibo Valentia, rispettivamente con il 16,1% e il 17,8%. Nel caso dei capoluoghi, l’aumento maggiore c’è stato a Massa, dove si è passati dal 24,6% al 37,5% del reddito familiare. Seguono gli incrementi di Bolzano (dal 44,8% al 57,6%) e Milano (dal 31,1% al 45,2%) con incrementi superiori al 10 per cento negli ultimi 12 mesi.
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In Italia i tassi dei mutui sono tornati a crescere
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 settembre 2022
Ma come sono oggi le condizioni offerte rispetto a quelle di altre nazioni? Tutto sommato buone per i variabili, ma, secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it, notevolmente peggiori per i fissi se confrontate, ad esempio, con quelle di Francia, Spagna, Portogallo e molti altri.Guardando al fisso, nel nostro Paese, le migliori offerte disponibili online per un mutuo medio a inizio settembre partivano da un TAN pari a 2,89% valore in netto aumento rispetto allo scorso anno, quando l’Italia risultava essere lo Stato con i tassi più bassi. Oggi, invece, fanno peggio solo Grecia (3,20%) e Germania (3,12%), mentre le condizioni sono migliori in Francia (1,80%), Spagna (2%) e Portogallo (2,10%).Per il tasso variabile, invece, l’Italia mantiene il suo primato e nessuno, tra i Paesi analizzati, offre un tasso iniziale migliore (1,32%); fuori dai confini nazionali gli indici sono più alti e partono da 1,87% in Portogallo, 2% in Svizzera e 2,34% nel Regno Unito.Varcando i confini europei, i mutui risultano essere più onerosi rispetto ai nostri; negli Stati Uniti, ad esempio, i TAN offerti per un mutuo fisso partono da 5,25%, in Australia dal 4,59%, in Brasile dal 9% e in Russia addirittura dal 10,8%. L’indagine completa è disponibile in allegato e qui: https://www.facile.it/ufficio-stampa/comunicati/mutui-in-europa-italia-bene-sul-variabile-male-sul-fisso.html
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Bankitalia: tassi mutui a 2,45
Posted by fidest press agency su giovedì, 15 settembre 2022
Secondo i dati di Bankitalia, in luglio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati al 2,45 per cento dal 2,37 di giugno.”Una iattura che segue l’annuncio di ieri della Bce. In un anno il Taeg è passato da 1,7486 di luglio 2021 al 2,45 di luglio 2022, con un rialzo di 70 punti base. Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, si tratta di un aumento della rata, per chi ha un tasso variabile, pari a 46 euro al mese, 552 euro all’anno” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Una stangata a cui si aggiunge l’incremento di ieri deciso dalla Bce, pari a 0,75 punti percentuali, che determinerà, a regime, un rincaro della rata pari a 52 euro al mese, 624 euro annui. Insomma, alla fine si tratta di una mazzata pari a 1176 euro” conclude Dona.
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Mutui: boom per i tassi variabili con cap
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 agosto 2022
E’ boom per i mutui variabili con cap; secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it l’aumento dei tassi di interesse sta cambiando sensibilmente il mercato tanto è vero che, a luglio 2022, 1 domanda di mutuo su 3 era per un variabile con cap, percentuale notevole se si considera che fino a pochi mesi fa 9 su 10 puntavano al fisso.Cambia anche l’identikit dell’aspirante mutuatario: nei primi sette mesi del 2022 una richiesta su 2 è stata presentata da un Under 36 (erano il 35% del totale lo scorso anno); l’importo medio richiesto è aumentato del 2,1%, stabilizzandosi a 140.634 euro, mentre la durata dei piani di ammortamento è salita a 25 anni (era 23 nel 2021). In calo il valore medio degli immobili oggetto di mutuo, sceso a circa 195.000 euro (-6% su base annua).Cosa sta accadendo invece sul fronte dei tassi e quanto costa oggi un mutuo rispetto al passato? L’analisi completa è disponibile qui: https://www.facile.it/ufficio-stampa/comunicati/mutui-boom-per-i-variabili-con-cap.html
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E’ boom per i mutui variabili con cap secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it
Posted by fidest press agency su domenica, 28 agosto 2022
L’aumento dei tassi di interesse sta cambiando sensibilmente il mercato tanto è vero che, a luglio 2022, 1 domanda di mutuo su 3 era per un variabile con cap, percentuale notevole se si considera che fino a pochi mesi fa 9 su 10 puntavano al fisso. Cambia anche l’identikit dell’aspirante mutuatario: nei primi sette mesi del 2022 una richiesta su 2 è stata presentata da un Under 36 (erano il 35% del totale lo scorso anno); l’importo medio richiesto è aumentato del 2,1%, stabilizzandosi a 140.634 euro, mentre la durata dei piani di ammortamento è salita a 25 anni (era 23 nel 2021). In calo il valore medio degli immobili oggetto di mutuo, sceso a circa 195.000 euro (-6% su base annua).Cosa sta accadendo invece sul fronte dei tassi e quanto costa oggi un mutuo rispetto al passato? L’analisi completa è disponibile qui: https://www.facile.it/ufficio-stampa/comunicati/mutui-boom-per-i-variabili-con-cap.html
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Mutui: Crif, torna interesse per quelli a tasso variabile
Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 luglio 2022
Secondo la Bussola Mutui Crif- MutuiSupermarket.it il rialzo dei tassi risveglia l’interesse per i mutui a tasso variabile e per i mutui a tasso variabile con Cap. “Attenzione al rialzo dei tassi!” mette in guardia Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “E’ importante che il consumatore, quando sceglie il tasso per il mutuo, sia consapevole del fatto che quelli variabili sono in futuro destinati ad aumentare per le scelte che la Bce è stata costretta a prendere per contenere l’inflazione galoppante” prosegue Dona “Considerando, ad esempio, un rialzo come quello deciso ieri dalla Bce pari a mezzo punto, la rata subirà in media un aumento pari a 41 euro al mese, 492 euro all’anno. Per questo nella scelta del tasso bisogna ricordare una vecchia regola valida per la maggioranza delle famiglie ossia che il rapporto rata – reddito famigliare non deve mai essere superiore al 30% per essere sostenibile nel tempo. Questo significa, immaginando possibili rialzi futuri dei tassi fino al 30%, che la rata dei mutui a tasso variabile sarebbe meglio fosse inizialmente pari al 23% del reddito della famiglia, così da restare sempre sotto quella soglia critica” prosegue Dona. “Un altro possibile criterio di valutazione è che lo stipendio della famiglia sia superiore, detratta la rata del mutuo, alle soglie di povertà relativa decise dall’Istat, pari per una famiglia di 2 persone a 1002 euro, 1332 euro per una di 3 componenti. Infine, per quanto riguarda il tasso variabile con cap, il vantaggio è che si conosce prima la rata massima, lo svantaggio è che lo spread è maggiore e le polizze assicurative più onerose” conclude Dona.
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A marzo trend negativo delle richieste mutui
Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 aprile 2022
L’andamento delle richieste di credito da parte delle famiglie nel mese di marzo vede un nuovo tonfo dei mutui, che fanno segnare un -25,8% a causa del costante ridimensionamento delle surroghe (il cui peso arriva a spiegare il 14% del totale), a fronte del +26,6% dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi e dello speculare +20,7% fatto segnare dai prestiti personali.Consolidando la vista a livello di l primo trimestre dell’anno si conferma l’andamento divergente, con le richieste di mutui immobiliari che segnano un -25,5% mentre i prestiti, nel complesso di personali più finalizzati, crescono del +24,3% rispetto al corrispondente periodo del 2021. In questa fase di incertezza va segnalato come gli italiani continuino a privilegiare piani di rimborso più lunghi, con oltre l’80% delle richieste che prevede una durata superiore ai 15 anni. L’importo medio richiesto, invece, nel mese di marzo si è attestato a 143.423 euro, in crescita del +4,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In frenata, invece, l’importo medio dei finanziamenti richiesti, che nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati a marzo è risultato ari a 9.131 euro (-8,5% rispetto al valore del corrispondente mese 2021). Nello specifico dei prestiti finalizzati, il valore mediamente richiesto si è attestato a 6.337 euro (-17,8% rispetto alla corrispondente rilevazione del 2021, a conferma della crescente incidenza dei finanziamenti a sostegno di acquisti anche di importo contenuto), mentre per i prestiti personali è risultato pari a 13.408 euro (+0,3%).
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Richiesta mutui in forte crescita
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 Maggio 2021
Rispetto al corrispondente mese del 2020, che per altro era stato fortemente condizionato dal lockdown totale, nel mese di aprile si registra un robusto incremento delle richieste di mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane, dato che rafforza l’andamento positivo già rilevato a marzo dopo che i primi due mesi dell’anno e l’ultimo trimestre del 2020 avevano fatto segnare una costante contrazione.È questo il quadro che emerge dall’analisi delle richieste registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF, che segna un +85,1% rispetto ad aprile 2020.Per altro, va sottolineato come la crescita delle richieste nell’ultimo mese sia totalmente ascrivibile alla vivacità dei richiedenti al di sotto dei 35 anni, che arrivano a spiegare il 29,4% del totale (la quota di questo segmento era del 26,3% un anno fa). “Prendendo in considerazione il singolo mese di aprile, i volumi di richieste di mutuo riscontrate nell’ultima rilevazione non solo sono quasi il doppio rispetto a un anno fa, quando di fatto l’operatività era stata bloccata dalle restrizioni agli spostamenti per contenere la pandemia, ma risulta il più elevato in assoluto degli ultimi 10 anni, a conferma del ritorno di interesse verso l’acquisto di un immobile ad uso residenziale. La dinamica in atto è indubbiamente favorita dal progressivo miglioramento del clima di fiducia, ma anche dalle interessanti opportunità offerte da tassi di interesse prossimi ai minimi storici e da prezzi degli immobili ancora estremamente appetibili – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. Se la classe di età che spiega la quota maggioritaria delle richieste di mutuo si conferma essere quella compresa tra i 35 e i 44 anni, con il 33,4% del totale, va sottolineato come nell’ultima rilevazione le uniche fasce di richiedenti ad aver fatto registrare un incremento, incidendo in modo significativo sulla performance dell’intero comparto, sono quella tra i 18 e i 24 anni, arrivata al 2,6% rispetto al 2,0% di un anno fa, e quella tra i 25 e i 24 anni, che spiega il 26,8% del totale contro il 24,3% dell’aprile 2020.
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Mutui under 36: ecco quanto risparmieranno i giovani comprando casa
Posted by fidest press agency su martedì, 11 Maggio 2021
Esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale e sostitutiva, onorario notarile ridotto e, per gli immobili soggetti a IVA, un credito di imposta da recuperare attraverso la dichiarazione dei redditi; sono queste, insieme alle modifiche sul Fondo di Garanzia Prima casa, le misure contenute nella bozza del Decreto Sostegni Bis attualmente in discussione e pensate per agevolare gli under 36 nell’acquisto della prima casa. Ma quanto risparmierebbe, nel concreto, un giovane comprando casa? Per rispondere alla domanda Facile.it e Mutui.it hanno fatto alcune simulazioni scoprendo che il vantaggio economico è significativo soprattutto per chi acquista un immobile di nuova costruzione da un’impresa con vendita soggetta a IVA. Ecco perché. Se si acquista da un privato. Quando si compra una prima casa direttamente da un privato, l’acquirente deve pagare l’imposta di registro pari al 2% del valore catastale dell’immobile, l’imposta ipotecaria di 50 euro e quella catastale, sempre pari a 50 euro. A questi costi si aggiunge l’imposta sostitutiva su finanziamenti, pari allo 0,25% del valore del mutuo concesso dalla banca. Un under 36 che compra un immobile da 150.000 euro (con valore catastale pari a 77.098 euro), dovrebbe pagare un’imposta di registro pari a 1.542 euro, a cui vanno sommati 100 euro per le due imposte, quella ipotecaria e quella catastale. A questi importisi aggiunge l’imposta sostitutiva sul mutuo che, per un finanziamento da 120.000 euro, è pari a 300 euro. Se la bozza del Decreto Sostegni Bis venisse approvata nell’attuale formula, grazie alle esenzioni il risparmio per il giovane acquirente sarebbe di 1.942 euro, a cui si sommerebbe il risparmio ottenuto dalla riduzione dell’onorario del notaio. Se si acquista da un’impresa (con vendita soggetta a IVA) Un acquirente alle prese con l’acquisto di una prima casa di nuova costruzione da un’impresa, con vendita soggetta a IVA, oltre a sostenere l’imposta di registro (200 euro), quella ipotecaria (200 euro) e quella catastale (200 euro), deve versare l’IVA agevolata al 4% e, in caso di mutuo, l’imposta sostitutiva sui finanziamenti (0,25% del valore concesso). Se, ancora una volta, ipotizziamo l’acquisto di un immobile di nuova costruzione del valore di 150.000 euro, il giovane acquirente dovrebbe quindi sostenere una spesa pari a 600 euro per le tre imposte (ipotecaria, di registro e catastale), 6.000 euro di IVA agevolata e 300 euro per l’imposta sostitutiva sul mutuo. Secondo l’attuale formulazione della bozza, l’under 36 potrebbe ottenere l’esenzione dalle imposte, con un risparmio di 900 euro, e un credito di imposta di 6.000 euro pari all’IVA sul valore dell’immobile. Il credito non dà luogo a rimborsi ma, come specifica la bozza del decreto “può essere portato in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute sugli atti e sulle denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito, ovvero può essere utilizzato in diminuzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche dovute in base alla dichiarazione da presentare successivamente alla data dell’acquisto o utilizzato in compensazione”. Anche in questo caso si andrebbe ad aggiungere il risparmio ottenuto grazie alla riduzione dell’onorario del notaio.
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Mutui: aumenta l’importo medio richiesto
Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 aprile 2021
Nonostante il lieve aumento dei tassi fissi e una situazione economica ancora incerta, gli italiani sembrano non voler rinunciare al sogno di comprare casa; è questo uno dei dati emersi dall’osservatorio realizzato da Facile.it e Mutui.it che, analizzando un campione* di circa 90.000 domande di mutuo, ha evidenziato come, tra gennaio e marzo 2021, l’importo medio richiesto agli istituti di credito sia cresciuto del 2,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, arrivando a 137.479 euro. Guardando al profilo del richiedente tipo emerge che chi ha presentato domanda di mutuo nel primo trimestre 2021 aveva, in media, 41 anni, quasi un anno in meno rispetto al valore rilevato nel primo trimestre 2020. In aumento, invece, la durata del piano di ammortamento medio che, probabilmente per via dell’incremento degli importi richiesti, passa da poco meno di 22 anni a 23 anni. Aumenta il tasso fisso: ritorna in auge il variabile? Sebbene le condizioni applicate dalle banche siano rimaste estremamente favorevoli, qualcosa sul fronte degli indici si è mosso e questo ha prodotto, in particolare, un lieve aumento dei tassi fissi. Il rincaro, spiegano gli esperti di Facile.it, è dovuto alle aspettative di inflazione: le previsioni di crescita dell’economia americana e, di riflesso, la possibile ripartenza dell’economia europea e dei prezzi al consumo, hanno determinato un aumento dell’IRS (l’indice che guida il tasso dei mutui fissi), con conseguente rincaro dei tassi offerti alla clientela. Secondo le simulazioni di Facile.it, per un finanziamento da 126.000 euro da restituire in 25 anni, ad aprile 2021 il Taeg medio rilevato online è salito all’1,37%, vale a dire il 10,5% in più rispetto a febbraio 2021. Ancora molto basso, invece, il tasso variabile: ad aprile 2021, secondo la simulazione di Facile.it, il Taeg medio era pari all’1,03%. Torna quindi ad allargarsi la forbice tra tassi fissi e tassi variabili; secondo la simulazione di Facile.it, la differenza media è di circa 18 euro sulla singola rata iniziale, ma sebbene la distanza sia cresciuta, ad oggi non si è registrata un’inversione di tendenza e più di 9 aspiranti mutuatari su 10 optano ancora per il fisso. L’aumento dei tassi di interesse ha avuto però un primo effetto; il calo delle richieste di surroga. Secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it, nel primo trimestre 2021 il peso percentuale di questo tipo di finanziamento è diminuito, passando dal 37% dello scorso anno al 22%. Per una lettura corretta del fenomeno, però, va considerato che a marzo 2020 il settore immobiliare e quello dei mutui hanno vissuto un vero e proprio stop, soprattutto per quanto riguarda la richiesta di nuovi finanziamenti; inoltre, un calo del peso delle surroghe è fisiologico se si considera che i tassi di interesse sono bassi da tempo e che, negli scorsi anni, tantissimi italiani hanno già approfittato una, se non più volte, di questa opportunità. Addio alla surroga dunque? Niente affatto, almeno per ora; nonostante gli aumenti, i tassi odierni sono ancora nettamente inferiori rispetto agli indici rilevati pre-pandemia. Un esempio: surrogando oggi un finanziamento a tasso fisso da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto con il tasso medio rilevato a gennaio 2020 si potrebbero risparmiare oltre 4.000 euro di interessi calcolati sull’intera durata del mutuo. «Per tutti coloro che hanno sottoscritto un mutuo prima del 2020 e non lo hanno ancora surrogato potrebbero esserci le condizioni per ridurre le rate. Il consiglio è di non temporeggiare ulteriormente perché, come detto, i tassi fissi potrebbero ulteriormente salire in futuro, riducendo così la convenienza di una surroga», conclude Cresto.
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Mutui green: in Italia 174.000 euro la richiesta media
Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 marzo 2021
Il mercato dei mutui “green” inizia a prendere forma anche in Italia; secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it, nel corso degli scorsi nove mesi quasi 3 richiedenti su 100 hanno presentato domanda per ottenere un finanziamento “verde” per l’acquisto della casa.La percentuale può sembrare bassa, ma non lo è affatto se si considera che questa tipologia di finanziamento è destinata principalmente all’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica (classi energetiche A o B) e in Italia appena il 10% delle unità abitative rientra in questa categoria. Dall’analisi di oltre 75.000 richieste di finanziamento raccolte da maggio 2020 a febbraio 2021 Facile.it e Mutui.it hanno potuto stabilire che chi ha chiesto un mutuo green ha cercato di ottenere, in media, 174.151 euro, vale a dire il 32% in più rispetto all’importo medio normalmente richiesto agli istituti di credito per l’acquisto di una casa; le regioni con la percentuale maggiore di domande di mutuo verde sul totale richieste sono il Trentino-Alto Adige, il Veneto e la Valle d’Aosta.
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Mutui: con la pandemia -5,4% nel valore degli immobili richiesti
Posted by fidest press agency su martedì, 26 gennaio 2021
La casa è da sempre un bene rifugio per gli italiani, ma la pandemia sembra averne intaccato il valore o, quantomeno, la capacità di spesa degli aspiranti mutuatari; secondo l’analisi realizzata da Facile.it e Mutui.it su un campione di oltre 80mila pratiche di richiesta di mutuo, nel corso del quarto trimestre 2020 il valore medio degli immobili che gli italiani hanno cercato di acquistare è diminuito del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, stabilizzandosi a 192.985 euro.Dato ancor più preoccupante se si considera che il 2020 era iniziato positivamente e il crollo si è registrato soprattutto a partire dalla seconda metà dell’anno. Nello specifico, il primo e secondo trimestre 2020 si sono chiusi con valori in aumento, rispettivamente, dello 0,4% e dell’1,8% annui, mentre il brusco calo si è verificato nel terzo trimestre (-2,9%), il primo a soffrire gli effetti della pandemia e, soprattutto, nel quarto – quello caratterizzato dal secondo lockdown e relative restrizioni – quando si è registrato un pesantissimo -5,4%.
La voglia di comprare casa non sembra però essere passata; nonostante la pandemia e le limitazioni imposte dai lockdown, secondo i dati del comparatore nel 2020 la domanda di mutui è rimasta sostenuta e chi ha chiesto un finanziamento ad un istituto di credito ha cercato di ottenere, in media, 135.537 euro, valore addirittura in aumento, seppur lieve, rispetto al 2019 (+0,4%).
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